Castelroto, Caxalroto, Vilarota, Ca'rote

Castelroto, Caxalroto, Vilarota, Ca'rote

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:01 pm

Castelroto, Caxalroto, Vilarota, Ca'rote
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Castelrotto (Kastelruth in tedesco, Ciastel in ladino) Bolzano.
http://it.wikipedia.org/wiki/Castelrotto

Castelrotto (Kastelruth in tedesco, Ciastel in ladino) è un comune di 6.456 abitanti della Provincia Autonoma di Bolzano. È inoltre un comune mercato.
Il nome di Castelruptum compare per la prima volta in un documento del 982-987 nel quale il vescovo Albuino di Bressanone scambiò il reddito della chiesa locale con il vescovo Eticho di Augusta. Prima di questa data sappiamo che era già presente in loco un insediamento, di cui però non ci è giunto il nome. Le tracce del Castelvecchio sono riconducibili all'epoca medioevale, rimane oggi solo una massiccia torre quadrata oltre ad alcune tracce di mura, capanne di mattoni e quindi la presenza di un villaggio fortificato.
Nell'XIII secolo l'area passa di proprietà al conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia e poi ai signori di Castelrotto. Nel 1348 il castello è di proprietà del duca Konrad Teck il quale è anche capitano del dipartimento dell'Adige. All'inizio del XV secolo il castello e l'abitato passano di proprietà alla famiglia Hauenstein ed è a quest'epoca che risalgono le prime fattorie stabili di grandi dimensioni impiantate nella zona.
Il toponimo è attestato per la prima volta nel 982 come Castelruptum, Castelruttes, Castelrutum col significato di "castello diroccato". ???


http://www.schgaguler.com/castelrotto.php
Situato a 1.060 m s.l.m., Castelrotto gode di una magnifica posizione nel cuore dell’Altipiano dello Sciliar.
Il paese, con il suo centro storico, si snoda a mezza luna tutt’attorno al Monte Calvario, che rappresentava un tempo il centro dell’insediamento romano “castellum ruptum“, che significa, appunto, “castello distrutto“. La rovina è ancora oggi la maggiore attrazione del sentiero escursionistico che si snoda fino al monte, conosciuto per la famosa cavalcata “Oswald von Wolkenstein".

Recentemente, tuttavia, si è scoperto che i Romani non furono i primi abitanti di Castelrotto: già i Celti si insediarono nel nostro ridente paese … in virtù di una presunta energia che la zona sembra emanare … ecco dunque che si spiega anche la predilezione di streghe e streghette per Casterotto e lo Sciliar.
Queste ultime rivestono un ruolo di assoluto rilievo nella mitologia e nelle saghe locali.



Castelrotto (San Pietro in Cariano, Verona)
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Pietro_in_Cariano
...
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Re: Castelroto/Caxalroto/Vilarota

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:02 pm

Casalrotto

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http://www.mondimedievali.net/edifici/P ... lrotto.htm
La chiesa rupestre di San Nicola a Casalrotto è la chiesa più bella di Mottola e presenta uno dei cicli di affreschi più interessanti per qualità e per stato di conservazione della Puglia (sono stati effettuati i restauri nel 1972).

La necropoli medioevale di Casalrotto
http://www.comune.mottola.ta.it/index.p ... &Itemid=88
Tra tutti i villaggi rupestri medioevali dell'Italia Meridionale, Casalrotto é sicuramente quello che più di ogni altro ha subito un'indagine sistematica, sia sulle fonti documentarie che a livello di ricognizione archeologica sul territorio. Il casale é costituito da un centinaio di grotte scavate lungo le due fiancate, orientale ed occidentale della lama, in parte rovinate dagli agenti atmosferici e dai successivi interventi umani, ma che conservano ancora tracce di nicchie, lucerne, vasche, pilastri, mangiatoie, generalmente ancora bene conservate.Poiché non ci sono pervenute notizie documentarie riguardanti l'Alto Medio Evo, sulla origine dell'insediamento non si possono che formulare delle ipotesi. La più probabile è che il monastero rupestre di Sant'Angelo - nucleo originario del casale - sia stato fondato da religiosi italo-greci, nel corso della seconda colonizzazione bizantina (secoli IX-XI), ma si ipotizza anche una commistione fra la cultura bizantina e quella longobarda. Infatti la dedicazione della chiesa a S. Michele Arcangelo fa subito pensare ai Longobardi, popolo fiero e guerriero che nutriva una particolare predilezione per l'Arcangelo comandante delle milizie celesti, dominatore del male e delle forze della natura. Una particolarità costante del culto micaelico in età longobarda nell'Italia Meridionale è la presenza della grotta, che oltre al celebre esempio di Monte Sant'Angelo, vede molti esempi analoghi sparsi tra Puglia, Basilicata e Campania.Il toponimo più antico documentato nel XII secolo delle "terrae Sancti Angeli" è Casalis Ruptus, che può significare "Casale rotto".
Ma la forma dialettale Casarutt può anche derivare dal greco "crupte", latinizzato "crypta", e non dal medioevale "ruptus".
Per tale ragione alcuni studiosi hanno ritenuto che il termine non stia ad significare "casale rotto", bensì "case a grotta".
???

Le prime notizie storiche certe su Casalrotto sono riportate da una "charta donationis" del 5 maggio 1081, con la quale il normanno Riccardo Senescalco, signore di Mottola e Castellaneta, figlio di Drogone d'Altavilla e nipote di Roberto il Guiscardo, con l'assenso del vescovo di Mottola Giovanni donava al monastero benedettino cluniacense della SS. Trinità di Cava dei Tirreni i monasteri di Sant'Angelo, Santa Caterina e San Vito ubicati nel territorio di Mottola, ed inoltre concedeva tre villani di Mottola con le loro terre per servire il monastero di Sant'Angelo. La documentazione d'archivio su Casalrotto è davvero abbondante.

Un documento del 1099 attesta la donazione alla chiesa di S.Angelo di alcuni beni demaniali da parte di Riccardo Senescalco, sottolineando la politica di rafforzamento dei poteri giurisdizionali dell'abate di Cava sui territori mottolesi.
Casalrotto raggiunge il suo massimo splendore nel XII secolo grazie ad una serie di donazioni e di acquisti che si susseguono anche nel XIII secolo, per cui assume sempre più le caratteristiche del casale, e non solo rupestre. E' probabile, infatti, che già in questo periodo il monastero venisse spostato in una struttura sub divo realizzata secondo le precise e tassative regole benedettine, che potrebbe coincidere col perimetro della attuale masseria settecentesca. E' probabile che una nuova chiesa costruita sub divo e dedicata al Santo Angelo sia stata localizzata lì dove attualmente è la cappella della masseria. Si pensa a questa ubicazione poiché in una visita canonica nel 1618 si accenna ad una "chiesa maggiore" non rupestre, dedicata appunto all'Arcangelo, che a quell'epoca fu ritrovata scoperchiata, con due grandi colonne abbattute, una di marmo e l'altro di porfido, e che era posta presso un cimitero di "grande devozione". Ed infatti nei pressi della attuale chiesa della masseria, in prossimità dell'aia, è stata rinvenuta una vasta ed importante necropoli d'epoca basso medievale.Tra il 1155 ed il 1165, il priore Campo fece costruire ancora un'altra chiesa sub divo, che venne dedicata a Santa Maria e consacrata dal vescovo Riccardo di Mottola.

Le tracce della chiesa di Santa Maria possono essere rappresentate dal tratto di muro, lungo sei metri, posto presso una cripta dello spalto ovest che presenta le tracce di affreschi sacri.Nel frattempo continuava anche l'attività di escavazione di cripte e cappelle votive nei dintorni del monastero, di notevole fattura architettonica e riccamente decorati da affreschi e tempere, tra le quali sono ancora visitabili quelle dedicate a San Cesario, a Santa Apollonia e a Santa Margherita.Nel XIII secolo, con una bolla dell'imperatore Federico II del 1231, viene affermata sui territori del monastero, da parte dell'abate di Cava e dei priori di Casalrotto, una autorità pari a quella dei più potenti baroni e dei conti laici. Nello stesso anno alcune sentenze ribadiscono che gli abitanti dei territori del monastero hanno l'obbligo di residenza e devono espletare corvées e servitù in favore del priore di Casalrotto, ed ancora - ad attestare la piena autonomia del casale - una bolla del vescovo Giovanni del 1238 conferma che le chiese di Sant'Angelo e di Santa Maria di Casalrotto sono ormai completamente svincolate dalla giurisdizione del vescovo di Mottola. Dalla seconda metà del XIII secolo in poi, l'esosa politica fiscale di Federico II e di Manfredi, nonché gli attacchi dei baroni alla proprietà monastica, contribuirono a svuotare progressivamente i casali rupestri del Mezzogiorno delle necessarie energie produttive, determinandone l'impoverimento e la decadenza. La crisi si accentuò sotto il governo di Carlo D'Angiò, il quale per rimpinguare l'erario rese ancor più rigido ed esoso il sistema tributario in territori ormai divenuti sterili ed improduttivi. Nel 1254 infatti si iniziano ad avvertire i primi sintomi di decadenza del casale, documentati da una bolla del papa Innocenzo IV, nella quale si sconfessano i tentativi di infeudamento dei territori mottolesi da parte dei sostenitori dell'imperatore svevo.
Al 1263 risale la donazione da parte dell'arciprete benedettino Eustasio di Casalrotto all'Abbazia madre di Cava dei Tirreni dell'importantissimo codice ORIGO GENTIS LANGOBARDORUM, redatto da amanuensi di scuola beneventana e risalente probabilmente al 1005, conservato fino allora con molte altre ricchezze nel priorato di Casalrotto. Il Codice é il più importante segnale della presenza longobarda in territorio mottolese, poiché si tratta di una narrazione analitica delle origini di questo popolo (VII secolo) e delle leggi posteriori a Liutprando. La donazione dell'Origo e di svariati altri tesori all'abbazia madre di Cava é indice della ricchezza raggiunta dal monastero mottolese nel XIII secolo, nell'ambito della tradizionale opulenza dei benedettini cluniacensi, ma anche un segnale della grave crisi che stava per abbattersi sul casale. Una bolla papale confermò nel 1292 i poteri giurisdizionali concessi all'abate di Cava dei Tirreni e al priore di Casalrotto; tale intervento si rese necessario a causa dei continui tentativi di usurpazione da parte dei signorotti di località confinanti.Il XIV secolo segna un periodo di profonda crisi per Casalrotto, che subisce un progressivo spopolamento. In una lettera del Giustiziere di Terra d'Otranto a Carlo d'Angiò del 1304, si legge che le guerre di successione tra le fazioni angioine e le forti imposizioni fiscali avevano costretto gli abitanti del casale a devastarlo e ad abbandonarlo. Nello stesso periodo un documento del priore Pietro di S.Angelo afferma che nei territori del monastero vi erano ancora circa 30 famiglie. Naturalmente in questo periodo lo spopolamento non toccò solamente Casalrotto, ma anche molte altre zone rurali del Mezzogiorno soprattutto in Puglia, Basilicata, Sicilia e non solo a causa di problemi di natura economica, politica e bellica, ma anche per eventi di natura climatica, dovuti con ogni probabilità alla scarsità di piogge che avevano reso le terre sterili.Nel 1324 in una "collettoria vescovile" (raccolta di fondi fatta dai preti), il priorato tornava a versare un modesto contributo al vescovo di Mottola, testimoniando così una ripresa della sua autorità episcopale su Casalrotto. Inoltre nello stesso anno venne stipulato un contratto decennale con Guglielmo Quintavalle di Castellaneta, al quale l'abate di Cava concedeva in affitto alcune terre del monastero. Nel 1346 un diploma di Roberto Principe di Taranto illustra una leggera ripresa del casale, in quanto risulta che il priore di Casalrotto esercita il suo dominio anche su alcune chiese presenti nel territorio di Taranto, di proprietà dell'abbazia di Cava (S.Maria di Guaranci, S.Teodoro, S.Lorenzo) e sulla chiesa rupestre di S.Cesario.Da un documento dell'archivio di Cava, apprendiamo che nel 1350 il Casale é di nuovo abitato e vi é quindi la riconferma degli antichi diritti signorili e dei poteri giurisdizionali dell'abate e del priore. La ripresa durò circa un decennio, ma già nel 1361 un frate della SS. Trinità di Trani - incaricato dal monastero di Cava di compilare un inventario di beni mobili ed immobili - annotava la presenza di soli due monaci. Il monastero era stato abbandonato ed il casale era di nuovo desolato, divenendo così un bene improduttivo mentre il patrimonio fondiario veniva usurpato dalle signorie vicine.Nel 1616 i monaci Cavensi vendettero il territorio di Casalrotto al Marchese di Mottola Marco Antonio Caracciolo, il quale nel 1653 cedette a sua volta Casalrotto e l'intero feudo mottolese a Francesco II Caracciolo, duca di Martina
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Re: Castelroto/Caxalroto/Vilarota

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:02 pm

Vilarota (Villarotta)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... arotta.jpg


http://www.museotreccia.it/index.php?op ... &Itemid=53
VILLAROTTA DI LUZZARA DELL'ANTICO DUCATO DI GUASTALLA

Il borgo di Villarotta ebbe origine dopo la realizzazione del Canale Tagliata (1218-1220), scavato dal comune di Reggio in collaborazione con il comune di Cremona.
In precedenza tutta la zona che da Reggiolo andava fino al confine di Guastalla e Luzzara era acquitrinosa e percorsa da un antico ramo del fiume Po, in seguito denominato Po morto.
Con lo spostamento verso nord del grande fiume (nella zona ora di Suzzara e Toricella) tutta l'area della bassa reggiana si trovò in condizioni relativamente migliori, con molte zone che passavano da paludose ad asciutte.
Il termine di Rotta con cui è stato contraddistinto per anni il borgo,, prima di diventare villa del luzzarese, indica un'origine legata ad un evento disastroso e di carattere alluvionale,come come molti altri territori dell'Otrepo ???.
Lo scavo del Tagliata aprì ancora migliori prospettive, bonificando la zona e moltiplicando le terre recuperate all'agricoltura e quindi agli insediamenti anropici, originando il primo nucleo dell'abitato di Villarotta.
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Re: Castelroto/Caxalroto/Vilarota

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:03 pm

Nantra epotexi etimolojega: Castrum Rothari, castello di Rotari ???

Castelrotto (Kastelruth in tedesco, Ciastel in ladino) Bolzano.

http://www.castelrotto.com/it/castelrotto.html
http://viaggi.virgilio.it/weekend/trent ... m_003.html
In bella posizione ai piedi dell'Alpe, Castelrotto è un pittoresco centro di villeggiatura che offre la possibilità di praticare anche gli sport invernali grazie a qualche impianto e alla vicinanza con l'Alpe di Siusi.
Per alcuni, il curioso nome del paese si riferirebbe a un castello distrutto durante i conflitti dell'alto medioevo; per altri è la corruzione della dicitura Castrum Rothari, castello di Rotari ???, costruito cioè dal re longobardo vissuto nel VII secolo.
Il nucleo storico del paese, situato presso una collinetta dove si trovano i resti di un antico castellaro, le tracce di una fortificazione romana e dove sorge la cappella barocca del Calvario, è dominato dal campanile del XVIII secolo della chiesa parrocchiale, che si erge isolato in mezzo alla piazza principale su cui si affaccia, tra l'altro, il merlato edificio del municipio. Numerose sono le case con le pareti affrescate.

Rotari
http://it.wikipedia.org/wiki/Rotari
Rotari (Brescia, 606 – 652) fu re dei Longobardi e re d'Italia dal 636 al 652.
http://it.wikipedia.org/wiki/Editto_di_Rotari
L'editto di Rotari fu la prima raccolta scritta delle leggi dei Longobardi, promulgato alla mezzanotte tra il 22 novembre e 23 novembre 643 da re Rotari.
L'editto, scritto in latino con frequenti parole d'origine longobarda, è uno dei principali documenti per lo studio dell'evoluzione della lingua longobarda e raccoglie in modo organico le antiche leggi del popolo longobardo, pur con aspetti derivati direttamente dal diritto romano.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... i2fra1.jpg

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... Family.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... family.jpg



Rotgaudo, o Hrodgaud (... – 776), è stato un duca longobardo, ultimo duca del Friuli dal 774 al 776.
https://it.wikipedia.org/wiki/Rotgaudo

Scarse le informazioni sul suo ducato. Molto probabilmente era già duca sotto il regno di Desiderio, anche se alcune fonti franche (gli Einhardi annales) riportano che a installarlo sul trono di Cividale sarebbe stato Carlo Magno, all'indomani della sua conquista della Langobardia Maior (774). Poco più tardi, però (775), il duca si ribellò al sovrano, rompendo i giuramenti di fedeltà stretti con il re franco. L'azione è forse da iscrivere in una più vasta congiura, denunciata da papa Adriano I, che avrebbe coinvolto anche i Bizantini, Arechi II (duca di Benevento), Ildebrando (duca di Spoleto) e che mirava a riportare Adelchi sul trono longobardo. Carlo Magno comunque ripassò prontamente le Alpi e stroncò la rivolta, sconfiggendo Rotgaudo, che morì sul campo di battaglia. Gli unici duchi che appoggiarono il duca friulano furono Gaido (duca di Vicenza) e il suocero di Rotgaudo, Stabilinio (duca di Treviso). Proprio in quest'ultima città, Carlo Magno celebrò la Pasqua il 14 aprile 776, sancendo la sconfitta totale dei rivoltosi. Molti nobili ribelli furono deportati in Francia (tra cui Arichis, il fratello di Paolo Diacono), mentre i loro beni in patria furono confiscati (come nel caso di Waldando e Aione).

Dopo la deposizione di Rotgaudo il ducato venne affidato a personalità fedeli all'imperatore, nel quadro di un più ampio riordino dei suoi domini con il passaggio dai ducati longobardi alle contee franche.
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Re: Castelroto/Caxalroto/Vilarota

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:06 pm

Xe pì ke sensà e realestego retegner ke sti kinomi/toponemi no li gapie gnente a ke far co le ruine/ruderi de casteli e de caxali ma ke li sipia da ligar a vecie voxi jermaneghe paregne de la voxe todesca Rotte = banda, masnada:


Rotte = banda, masnada

http://dizionari.corriere.it/dizionario ... otte.shtml

Rotte
s.f. (-, -n)
1 (Bande) banda f., masnada f.
2 (ant) (Schar) squadra f.: eine Rotte von Arbeitern una squadra di operai.
3 (Mil,ant) (Abteilung) reparto m.
4 (Mil,ant) (Zug) squadra f.
5 (Aer) formazione f. a due.
6 (Venat) branco m.

http://www.etimo.it/?term=masnada



http://it.wiktionary.org/wiki/masnada
dal volgare medievale italiano: "servo de masnada", cioè addetto alle macine per cereali, olive, castagne, ecc. Mancando energie naturali, come corsi d'acqua per mulini o zone ventose per mulini a vento, le macine erano azionate da servi della gleba del feudo o della corte signorile. Uomini robusti, ubbidienti, rozzi, che fungevano, all'occorenza, da "scorta" del signorotto, come i "bravi" di don Rodrigo manzoniano. Infatti nelle zone pianeggianti e con poco vento non c'erano mulini ad acqua o a vento. L'energia era fornita da asini (che in Sardegna si chiamavano anche "molenti" o, appunto, da una "masnada" di servi


http://www.lessicografia.it/MASNADA
MASNADA.
Definiz: Compagnía di gente armata. Lat. exercitus, militum manus. Gr. στρατόπεδον .
Esempio: G. V. 7. 31. 2. Si partì di Firenze con sue masnade.
Esempio: Liv. M. Se la sua magione fosse assediata da sua masnada, voi gli donereste soccorso.
Definiz: §. I. Per Compagnía, e Truppa di gente semplicemente. Lat. populus, gens. Gr. λαός.
Esempio: Dant. Inf. 15. E poi rigiugnerò la mia masnada.
Esempio: E Dan. Purg. 2. Così vid'io quella masnada fresca.
Esempio: Serd. stor. 1. 12. Scoperse molti Etiopi, che andavano errando in grosse masnade.
Definiz: §. II. Per Famiglia. Lat. familia. Gr. οἶκος.
Esempio: Tes. Br. 1. 4. Un'altra maniera è per governare sua masnada, e sua magione, e suo avere, e sua ereditade (così ne' migliori Testi a penna; lo stampato in vece di masnada, ha famiglia)
Esempio: Nov. ant. 19. 1. Un giorno avvenne, che un cavaliere povero gentile avvisò un coperchio d'uno nappo d'ariento, e disse nell'animo suo: s'io posso nascondere quello, la masnada mia ne potrà stare bene molti giorni.
Esempio: Red. Ditir. 36. Da mia masnada lungi sen vada Ogni bigoncia, Che d'acqua acconcia Colma si sta.


http://www.treccani.it/vocabolario/masnada
masnada s. f. [dal provenz. maisnada, che è il lat. *mansionata (cfr. lat. mansio -onis «soggiorno, dimora», da cui il fr. maison «casa» e l’ital. magione)]. –

1. Nel medioevo:

a. L’insieme dei servi ministeriali, originariamente schiavi, adibiti nella casa del signore alle occupazioni domestiche, che nell’epoca feudale ottennero, in grazia dei servigi e soprattutto delle armi che recavano in guerra al loro signore, concessioni di feudi, entrando a far parte della gerarchia feudale: uomini di m.; gente di masnada.

b. Schiera di uomini armati, compagnia di ventura: Con gran cuore, a lancia e spada! Uguccion de la Faggiola Messo ha in punto la m. (Carducci).

2.

a. letter. Con sign. più generico, schiera, accolta di persone: E poi rigiugnerò la mia m. (Dante).

b. Nell’uso com., in senso spreg., gruppo di persone che agiscono insieme e di comune accordo, o anche singolarmente ma con scopi e metodi simili, in modo prepotente e disonesto: una m. di furfanti, di ladri, di avventurieri (cfr. l’uso analogo di banda). Per estens., talora scherz., comitiva di persone allegre o turbolente e chiassose: una m. di buontemponi; le strade erano invase da masnade di ragazzi in gita; la sera e la notte fino alle ore piccine ... coinvolto alla rumorosa m. dei pittori e dei poeti (Soffici); pensò alle m. dei ragazzi poveri ... che scavalcavano i muri e le siepi e saccheggiavano i frutteti (I. Calvino).


http://www.sapere.it/enciclopedia/masnada.html
masnada
sf. [sec. XIII; dal provenzale maisnada, servitù, che risale al latino volg. mansionata, da mansío-ōnis, magione].

1) Ant., nel Medioevo, il complesso dei servi ministeriales che erano adibiti a vari servizi e uffici nelle corti feudali e, in guerra, recavano le armi al loro signore. Ottenuti dei feudi per i servigi in tal modo resi, furono compresi nella gerarchia feudale, costituendo vere e proprie milizie. In seguito, dato il comportamento spesso brigantesco di tali reparti, il termine passò a indicare un'accozzaglia di malfattori. Per estensione, famiglia di servi.
2) Ant., compagnia di persone: “Vid'io quella masnada fresca /... gire inver la costa” (Dante).
3) Più comune, branco di furfanti; compagnia di gente volgare violenta: una masnada di briganti.
Per estensione, scherzoso, folto gruppo di persone; compagnia rumorosa: la casa fu invasa da una masnada di giovani.


Quaderni del Dipartimento di Linguistica - Università di Firenze 9 (1998/99): 191-240 GERMANISMI EDITI E INEDITI NEL CODICE DIPLOMATICO LONGOBARDO: ANTICIPI DA UNO SPOGLIO INTEGRALE E COMMENTATO DI FONTI LATINE IN VISTA DI UN TESORO LONGOBARDO*
Giovanna PRINCI BRACCINI

http://www.lilsi.unifi.it/vp-288-quader ... 98-99.html

96. zava .riunione illecita., .banda..
[492b] « ROUTA. Ruta, Rutta, Rotta, etiam Graecis ρJω÷τα, a Germ. Rott, i. globus, turma, cohors, manipulus, agmen, Translatum a Rota: quod compactus manipulus, globum exprimit, vel Rotam. Sic a cunei similitudine turma, alias cuneus appellatur. Itaque et alias Rapta dicitur, a Raat Ger. i. Rota [.].
Papias zauam, alias zanam Rutam explicat: quod idem in Longobard. Ll. lib. 1. tit. 18 [= Rachis 10]. Adunatio dicitur. Mali homines (inquit Lex) Zauas, id est adunationes faciunt. [.; con varie citazioni dal mondo anglosassone].
Routam autem strictius intelligunt forenses nostri et in malam partem. Esse scil. Illegitimam multorum coadunationem ad illegitimum quidpiam impetu perpetrandum. Saxones nostri hoc (opinor) LOĐ dixerunt, quod vide supra ».
[494b-495b] « RUPTA, tæ.] Idem quod Routa et Ruta quae vide.
Est autem turma, globus, cohors, manipulus. [.] ».
[p. 575a] « ZANA. Longob. 1, tit. 18. l. 2 [= Rachis 10]. --- Per singulas civitates mali homines, Zanas, id est adunationes contra judicem suum agentes faciunt. Quidam Cod. Zavas habent, ut et Papias, qui interpretatur Zavas, i. rutas. Ut apud Arnold. Abb. in continuatione Helmoldi, l. 2. cap. 30. Philippus Coloniensis contracto exercitu, secundam expeditionem instauravit, habens in comitatu suo illos, quorum secta Rote dicitur. Gulielm.
Neubrig. de re. Anglic. lib. 2. cap. 27. --- Stipendarias copias quas Rutas vocant. lib. 5. cap.
15. --- Stipendiariam militiam, quam Rutas vocant. Haec Lindenbrog ».
Spelman sembra accettare l.interpretazione della parola data da Papia, e l.equiparazione con routa viene ribadita anche sotto questa voce. Si veda Princi Braccini 1983.
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Re: Castelroto/Caxalroto/Vilarota

Messaggioda Berto » dom dic 08, 2013 9:07 pm

Li caxali e li casteli li scuminsia a formarse cofà costrusion e a conparir so li scriti ente li ani jermaneghi diti Medhoevo:

Veronexe, istitudi de li ani jermaneghi precomonali: arimania, maxnada, famuli, vicinia, ...
https://picasaweb.google.com/pilpotis/V ... uliVicinia

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Caxali e maserie

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Le canpagne ente l’Oropa de torno li secoli IV e VIII
http://picasaweb.google.it/pilpotis/LeC ... oliIVEVIII


Arsistocrazia e campagna
http://picasaweb.google.it/pilpotis/Ari ... izione2005

Aristocrasie e campagne Paolino di Pella e la fine delle aristocrazie tardoantiche
http://picasaweb.google.it/pilpotis/Ari ... rdoantiche


Istitusion Venete - Storia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1jV2s/edit
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ounali.jpg

Caxałi, masarie e borghi xerman-veneti e veneti
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 94M1E/edit

Corti xerman-venete, venete e mantoane
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9JS28/edit

Castełi xerman-veneti e veneti
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... xZX3c/edit
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Castelroto, Caxalroto, Vilarota, Ca'rote

Messaggioda Berto » lun nov 17, 2014 8:18 pm

Ca rotta (anca sto nome el doria esar de la fameja e le caxe roinà no le ghe çentra on figo)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ote-81.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Castelroto, Caxalroto, Vilarota, Ca'rote

Messaggioda Berto » lun nov 17, 2014 8:53 pm

Via Ca’ Rote a Montecio Precalçin

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-Rote.jpg
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