Carega (el monte)

Carega (el monte)

Messaggioda Berto » mar lug 29, 2014 7:01 am

Carega (el monte)
viewtopic.php?f=45&t=1040


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... norama.jpg

http://merlara.altervista.org/articoli/ ... arega.html

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rsa012.jpg


El doto Olivieri el da el nome del Monte da ła carega (sedia), da no credar:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 11/124.jpg

So wikipedia łi ło dà dal çinbro Kareg = baçineła (da no credar): ???

http://it.wikipedia.org/wiki/Carega

L'etimologia del nome Carega e' interessante.
Molti pensano che venga dal veneto, dove carega vuol dire sedia. In realta' il nome deriva dal dialetto bavarese parlato in passato sull'altipiano dei Lessini.
Kareg vuol dire bacinella.
Se si guarda al gruppo del Carega da sud, questi ha proprio la forma di una bacinella.

???

Lengoa çinbra:
viewforum.php?f=105
viewtopic.php?f=105&t=1017

??? Carega: (kar + egge) cima delle conche rocciose ???

Ecarle: piccolo campo
Ecchele: piccolo colle
Eckarle: piccolo campo
Ecke: dosso
Eckele: piccolo colle
Eike: colle
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Carega (el monte)

Messaggioda Berto » mar lug 29, 2014 7:04 am

Ki a ghemo on toponemo conpagno ke łi lo da da carega (sedia, scagneło):

Carrega Ligure:

http://it.wikipedia.org/wiki/Carrega_Ligure
Carrega Ligure (Cariegà in piemontese, Carega in ligure, che significa propriamente "sedia") è un comune italiano di 85 abitanti in Piemonte (provincia di Alessandria), all'estremità sudorientale della regione sull'Appennino Ligure in alta val Borbera.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Carega (el monte)

Messaggioda Berto » mar lug 29, 2014 7:07 am

Forse tuti do sti kinomi o toponemi łi xe de sta gran fameja de ara çelto-ouropea e col çinbro e ła carega no ghè łighi:


Da Origini delle lingue europee, del glottologo Mario Alinei Volume II

Immagine

esempi di stratigrafia lessicale celtica, da pagina 537 a pagina 573
Capitolo tredicesimo
3.1.2. Natura

...
6) Un'innovazione celtica importante è quella rappresentata dall'antico irlandese carn «mucchio di pietre», che è tuttora (nella variante cairn) il nome adoperato per designare i mucchi di pietre che formano i tumuli megalitici (cfr. toponimo bretone Carnac, famoso per i suoi monumenti megalitici), (Carnia, Carniola, Carso in Friuli e Slovenia e Carinzia in Austria e il famoso caranto).

Questo termine fa parte della famiglia della radice PIE *kor- «duro» [IEW 531], all'interno della quale in Celtico si sviluppa prima il senso di «pietra» poi quello di «mucchio di pietre»: antico irlandese carrac, irlandese carraig, antico irlandese crec, medio irlandese craic, irlandese craig «roccia, rupe», antico gallese carrecc, gallese carreg «pietra, rupe, roccia», bretone karreg, cornico karrek «idem», gallese carrog «ruscello (ghiaioso)», antico gallese creik, cornico craig «rupe, roccia», bretone krag «pietra arenaria», Vannes krah «tumulo, punta» [IEW 532].

A questa documentazione va aggiunta quella raccolta da Wartburg [FEW] sotto la presunta voce pre-IE *karra «pietra», che sarà invece, molto più semplicemente, un'importante traccia lasciata più tardi dai Celti nelle regioni alpine.
Anche il tipo lessicale basco karri «pietra» andrà visto come un prestito celtico, comparabile, fra gli altri, a quello del nome del salmone (v. oltre). Da questa base si sviluppano più tardi significati sacrali e magico-religiosi, che appaiono molto chiaramente in area germanica (v. oltre).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Carega (el monte)

Messaggioda Berto » mar lug 29, 2014 7:08 am

Da "Ipotesi sulle radici preindoeuropee dei toponimi alpini" di Paul-Louis Rousset
Da Quaderni di cultura alpina (Priuli e Verluca editori)

Immagine

5. CAR, GAR, VAR altri sinonimi di roccia, altezza.
pagine 58, 69, 60, 61


Anche le radici CAR e GAR, stessa famiglia di CAL, hanno lasciato migliaia di tracce toponomastiche sulle sponde del Mediterraneo e vengono tuttora utilizzate in molti idiomi contemporanei ad indicare la roccia; Alain Nouvel ne cita più di cento.

Per restare nell'ambito delle parlate alpine, il savoiardo ha conservato char nel significato di punta rocciosa ed il diminutivo charveron nel senso di sassolino.
Nelle Alpi Marittime con caire si indica una guglia rocciosa; Chirùn d'a Gumbassa è un toponimo della zona di Upega indicante bancate calcaree (Di Maio).
In Val Germanasca cheirun sta per luogo pietroso.

Il Queyras e la sua popolazione preromana, i Quariates, potrebbero avere la stessa etimologia.
La cairo nell'occitano alpino sta per pietra angolare (ma potrebbe anche significare squadrata ed in tal caso sarebbe di derivazione latina ?, secondo la teoria tradizionale).

Nel Basso Delfinato, zona di Crémieu, i crivour sono le pietre piatte usate nella copertura dei tetti (dove CRI è variante di CAR), lastre che a Saint-Marcel-Bel-Accueil venivano estratte da una cava denominata Les Garines. L'italiano ha crivello per indicare un vaglio da ghiaia; il basco è ricco di derivati hari (dove la H sta per K), gar, gara, garai traducibili in pietra, cima, altezza, cranio, gli ultimi molto simili all'occitano garach nel senso di campo con molte pietre, ma anche di terreno lasciato a riposo.
L'albanese usa karpë per dire roccia e, molto più lontano, nella Dravidia kara significa falesia.

D'altronde due grandi catene montane non si chiamano forse Carpazi e Karacorum?
Nelle Alpi le basi CAR e GAR, forse più ancora che CAL, nascondono l'idea di grandi cime rocciose o di zone dove la pietra è sovrana.
Ad occidente troviamo l'estesa piana della Crau, in Provenza, landa s
assosa utilizzata un tempo quale pascolo invernale per le greggi; ad oriente l'altopiano del Carso, alle spalle di Gorizia e di Trieste, da cui proviene l'aggettivo carsico, associato ai fenomeni di percolamento delle rocce calcaree.

Le Carsene e Carnino si trovano nella zona carsica del Marguareis (Alpi Marittime) e toponimi simili accompagnano le formazioni calcaree in tutte le Alpi.
Sono invece oronimi Carden, Cardinello, Cardone, Carè Alto, Carona, Carigliera, Carlei, Carmo, Caronte, Carpano, Carpiagne, Carraia, Carraye, Carro, Cars, Cartairet, Carton. Caramantran suona come il provenzale caramantran, il fantoccio di paglia da bruciare a Carnevale, di cui ha subito l'attrazione.

Col Ch iniziale troviamo Charajaille, Charamel, Chardes, Charnassère, Charnaye, Chardonnet, Charra, Charvet, Cheiron, Chère, Cheret, Chéry, Chiers, Chiran, Chironne, Ciarforon, Sirac.

Seguono i vari composti di GAR: Garabrut, Garaux, Garbella, Garbiere, Gardena, Gardès, Gardetta, Gardon, Gardi, Gare, Garet, Gargan, Gargas, Garin, Garitta, Garlenda, Garnasca, Garner, Garnet, Garrone, Cima dei Garzoni, Jarcet, Jardin, Jarea, Gialeo, Giargiatte, Giardonera ecc.

Talvolta la cima è stata personalizzata con un aggettivo, divenuto un tutt'uno col toponimo: Charnier, Carnera, Carnere, Ciarnier simboleggiano una roccia scura dall'occitano nier, nero.
Caramagne o Garamagne una grande parete per l'aggiunta di "magnus" latino = grande.
Anche i tanti Carbon, Carbone, Charbon, Charbonnel, Ciarbonet non è detto che derivino da giacimenti di carbone, ma possono aver subito l'attrazione di quella parola.

Così per i vari Cardone, Chardon, Chardonnet, Chardonney, Chardonnière, Ciardonei, che richiamano il fiore del cardo.
Troviamo due casi di rafforzativo nella Montagna della Moucherolle, dominante Corrençon nel Vercors, che dovrebbe essere un Mont Cheyrol, e nel Monciair, l'elegante satellite del Gran Paradiso.

Anche nei nomi di villaggi o di casolari, specialmente meridionali, purchè inseriti in un ambiente roccioso ed accidentato, sono utilizzate le radici CAR e GAR.
Scegliamo: Caraglio, Carcoforo, Carces, Carlaveyron, Carluc, Carniol, Carnoules, Caron, Carros, Cassis, Chardavon, Charens, Charpey, Garavan, Garbagna, Garce, Gardolo, Garessio, Gargas, Gars, Gassin, Jarjatte.
Persino i torrenti che percorrono gole profonde possiedono idronimi con le radici suddette; tali il Cayros, il Cheran, la Gironde.
La frequenza delle forme in Garda, Gardetta, Gardiola, Garitta, ha portato molti studiosi ad associarle all'idea di guardia, luoghi di vedetta per il loro sito elevato, facendole derivare da un germanico Wardon, sentinella.
Essendo noto che tra V e XII secolo tutta una serie di nomi inizianti per V o W cambiarono l'iniziale dapprima in GW, poi in G (? è forse soltanto l'emergere della lingua parlata dai popoli sulla lingua latina dei ceti dominanti).
Tale sorte toccò anche al Vappincum dell'epoca romana, che passerà a Guapicensis nel 1045, a Gappicensis nel 1058, per diventare l'odierno Gap a partire dal XII secolo.

Alcune località hanno effettivamente svolto funzioni di "guardia", prima con torri d'avvistamento poi con gli attuali castelli; è il caso di La Garde Freinet (Var) e La Garde Adhemar (Drôme), ma non di picchi rocciosi quali la Cima di Bellagarda (2901 m), traducibile in "Alta Roccia" a motivo dell'accostamento di BEL e GAR, situata nella Val Grande di Lanzo; o della Roche de la Gardette presso il Col du Lautaret. Mistral riporta i vocaboli provenzali gardeto, gardiolo nel significato di pendio e di collina e la "garrigue", nome introdotto nella lingua francese da Rabelais, deriva dall'occitano garics con cui si intende quella particolare vegetazione a base di roverella che cresce sui dossi calcarei.
In Savoia e Val d'Aosta si riscontra talora l'evoluzione contraria della G in V.
L'antico castello dei vescovi di Moriana, nel comune di Villargondran, viene indifferentemente citato nel secolo XIII Varde o Garde.
Molti casolari portano il nome di Gardette, Vardaz, Vardette, Verdette, Bellegarde, Bellevarde.
Les Rochers de Bellevarde sovrastano Val-d'Isère, mentre in Val di Lanzo esistono a breve distanza le Cime di Bellagarda e di Bellavarda.
Nel Vallese troviamo La Vardette, quale oronimo, sopra gli alpeggi di Liddes e, non lontano, più in basso, una frazione di Sembrancher si chiama La Garde.
La permanenza della V iniziale nelle regioni più germanizzate delle Alpi Occidentali, parliamo di quelle occupate dai Burgondi, porta a supporre che anche l'arcaica radice GAR possa essere stata interpretata VAR.
In Moriana ce lo prova il comune di Montis Garnerii (sec. XII), divenuto prima Monte Varner, ed ora Montvernier. Lo stesso processo fonico può aver dato i vari Var, Vars, Vare, Varo, Varan, Varappe, Vers, Véran.
Di qui viene istintivo passare alla grande famiglia dei Verde, Vert, Verte, Verdon, Verds, Véret, oronimi ed idronimi influenzati probabilmente dal suono di "verde, vert", ma che di verde non hanno che il nome (?).
A complicare la nostra ricerca etimologica, con l'arrivo degli Indoeuropei, si è poi sovrapposta la radice VAR, indicante acqua, che troviamo in Varaita (Varaccio in occitano) e in Var, il fiume che lambisce Nizza, Varus nel I sec. a. C.
Per tornare al significato di pietra cito ancora le Veyre ed i Veyrier sparsi nel dipartimento delle Hautes-Alpes per significare terreni aridi e pietrosi, dove non c'era da vivere e "si gridava alla fame" come rileva un documento del 1406: Bramafam alias es Veyres (J. Roman).

Ma la serie dei CAR e GAR possiede parecchie varianti COR, GOR, CRA, CRE, GRA, GRE e persino CRI, GRI.
Sorte comune alla maggior parte delle radici preindoeuropee: quando cambiano di vocale, sovente sonorizzano la loro consonante o, al contrario, l'addolciscono.

Talora la base si riduce a grado zero e non contiene più che due lettere CR o GR, oppure ne associa altre per dare origine ad una nuova discendenza.
Ad esempio COR, presente anche nel greco, da cui corografia ed Acrocoro, può essersi dilatata in CORB, CORD e CORPS.
La prima di queste si trova largamente usata ad indicare cime, interpretata erroneamente come "corbeau, corvo", cito: Corba, Corbaia, Corban, Corbassa, Corbassera, Corbassière, Corbaz, Corbeley, Corbes, Corbi, Corbian, Corbier, Corbières, Corborant.
La seconda variante ha subito invece l'attrazione della parola corda, diventando Corda, Cordant, Corde, Cordes, Cordelia, Cordine, Cordonnier, Gordolasque, Gourdan, Giordan, Giordanet, Gourdon.
Per non parlare poi dei molti insediamenti su siti rocciosi o ripidi che hanno nomi quali: Corbel, Corbier, Corbières, Cordiers, Cordon, Cordona, Corenc, Corin, Corio, Coritis, Corps, Corrençon, Gorbio, Gordes, Gordolon.

CORB e CORD han generato anche qualche idronimo: il Torrente Corborant delle Marittime ed il Cordevole (Cordubium in antico) delle Dolomiti.
Molte le altre combinazioni possibili tra cui Cua, Coassolo, Coira, Couard, Courmaon, Cours, Coursegoules, Couronne presente almeno quattro volte nel Vallese, come La Couronne de Bréona, cima presso Evolène che supera i 3000 m e che non richiama affatto l'idea d'una corona.
A Evionnaz Les Couronnes designano soltanto una serie di canaloni, mentre il Cap de La Couronne (Bouches-du-Rhòne) conserva tracce di cave di silice risalenti al Neolitico, citate da Strabone.

Le varianti CRA, CRE, GRA, GRE sono presenti in numerosissimi toponimi, oltre alla già citata piana provenzale de La Crau. Mi limito ad indicare: La Cra, Crache, Crammont, Crana, Cravo, Crava, Crevasse, Crevaz, Crémieu, Téte du Cceur, Crevacuore.
Da GRA derivano le Alpi Graie e da GRE la varietà di roccia denominata gres, oltre ai tanti Grammont, Granier, Graou, Grapun, Gras, Grasse, Grau, Gratteloup, La Grave, Gravelon, Gravere, Gravières, Grelle, Gréoux, Grepon, Gressan, Gressoney.

Il caso del Plateau des Gras nell'Ardèche è emblematico: si tratta di una vasta calotta calcarea, spessa parecchie centinaia di metri, dai cui bordi scoscesi si dominano tutti i dintorni.
Però non è da escludere per taluni toponimi l'influenza del gallico gravo significante la sabbia.
Tra i derivati di CRA è frequente CRAP, tipici i Crap del Cantone Grigioni.
Si tratta di un fenomeno fonico simile a quello che da CAL ha dato l'estensione CLAP, come vedremo.
Nel caso di CRAP potrebbe di nuovo esserci un pò di confusione col celtico, tant'è vero che i dizionari bretoni, alla voce krap, riportano il significato di collina o di montagna.

Ritengo però che molti oronimi composti con questa radice, o con le analoghe CREP, GRAP, GREP, siano sicuramente di origine preindoeuropea.

Una menzione a parte va fatta per i toponimi che suonano come Grane, Granier, Grenier.
Sono essi collegati all'idea di grano o di granaio, oppure a quella di roccia? Dopo sopraluoghi fatti sul Monte Granero nell'alta Val Po ed alla falaise des Grands Greniers presso Morzine, scolpita in uno scisto liassico nero, mi sono convinto che l'etimologia giusta è quella di GAR, roccia, con l'aggiunta recente dell'aggettivo nier, nero, "roccia scura".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Torna a Toponomastica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti