fossa,
s. f. ‘cavità praticata nel terreno, di forma e dimensioni varie secondo l'uso’ (av. 1306, Iacopone), ‘fossato, per lo più riempito d'acqua, che anticamente circondava a scopo difensivo una città, un accampamento, un'opera di fortificazione’ (av. 1292, B. Giamboni), ‘buca in cui si cala la bara nei cimiteri’ (1304 ca., Giordano da Pisa), ‘in anatomia, cavità’ (av. 1321, Dante), ‘sprofondamento della crosta terrestre’ (Fossa Lupara nei Campi Flegrei ecc.: 1892, Gar.).
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Derivati:
fossato,
s. m. ‘fosso di lunghezza e larghezza variabile, naturale o artificiale, spec. con acqua’ (1281, NTF 247),
fossetta,
s. f. ‘piccola buca, piccola cavità’ (av. 1597, G. Soderini), ‘lieve infossatura che si forma sulle guance di certe persone, soprattutto quando ridono; piccola depressione che caratterizza talvolta il mento’ (1726, A. M. Salvini),
fosso,
s. m. ‘grande fossa naturale o artificiale per lo scolo dell'acqua’ (av. 1313, C. Angiolieri), ‘scavo artificiale intorno alla cinta d'un'opera fortificata’ (av. 1292, B. Giamboni),
saltare il fosso ‘decidere all'improvviso e bruscamente di fare q.c. dopo aver esitato a lungo’ (1555, G. Parabosco).
Lat. fossa(m), da fodere ‘scavare’, d'orig. indeur.; fossato è il lat. tardo fossatu(m), propr. part. pass. di fossare, ints. di fodere.
pozzo,
s. m. ‘scavo più o meno profondo, per lo più verticale e a sezione circolare, eseguito nel suolo e rivestito di muratura o legnami, per raggiungere falde idriche o giacimenti minerari’ (puzum nel lat. mediev. di Calabria nel 1099: Mosino Calabria p. 144; it. pozzo: av. 1300, Rustico di Filippo), ‘buca o cavità molto profonda’ (av. 1292, B. Giamboni), ‘quantità molto grande’ (av. 1502, A. Cammelli).
Lat. puteu(m) ‘fossa, buca’, poi ‘pozzo’, d'etim. incerta. La loc. pozzo di san Patrizio è “dedotta dalla antica leggenda del secolo VI che racconta come S. Patrizio per convincere gli Irlandesi, aprì una miracolosa caverna o pozzo che menava all'altro mondo” (Panz. Diz., 1905).
pozza,
s. f. ‘luogo concavo e piccolo pieno d'acqua’ (1350 ca., Crescenzi volgar.), ‘quantità di liquido caduto o versato a terra e raccolto in un solo punto’ (1871, TB).
Locuzioni:
una pozza di sangue ‘molto sangue versato in terra’ (1871, TB).
Da pózzo.
fossa, ae, f.,
1 fossa, fossato (term. mil. e agr.), canale per irrigazione o per navigazione: fossam ducere, scavare una trincea, CAES.; exercitum intra fossam continet, trattiene tutto l'esercito al di qua del fossato, CAES. B. C. 1, 42, 1; fossam duplicem deprimi imperat, ordina di scavare due fosse, SALL.; fossam fodere, scavare una fossa, LIV.; fossa repletur humo, la fossa è riempita di terra, OV.; solco dell'aratro che delimita le mura di una città: ipse humili designat moenia fossa, egli segna con un piccolo solco il circuito delle mura, VERG. Aen. 7, 157; letto di un fiume: Rheni fossa, il letto del Reno, CIC.; del mare, LUCR.; valle, avvallamento: veriti ne in fossa ab equitibus opprimerentur, temendo di esser circondati dai cavalieri nell'avvallamento, B. Afr. 50, 4; in senso osceno, Priap. 84, IUV. 2, 10; fig. limite: hanc tibi fossam determinavit ipse, TERT.;
2 Clodia Fossa, canale di Claudio sulla foce del Po, PLIN.; Fossa Philistina, canale filistino sul Po, PLIN.; Fossae Marianae, canale di Mario, sul Rodano, PLIN.; Fossa Drusiana, canale di Druso, fra il Reno e l'oceano, TAC.
[cf. fodio].
fossicius, a, um, agg.,
tratto dalla terra, fossile, PLIN.
[fodio + -icius].
fossilis, e, agg.,
fossile, tratto dalla terra: melior sal fossilis quam marinus, è migliore il sale tratto dalla terra che quello tratto dal mare, VARR. R. R. 2, 11, 6; flumen fossile, canale, AMM.
[fodio + -ilis].
fossio, onis, f.,
atto dello scavare: in puteorum fossionibus, nello scavo dei pozzi, VITR.; zappatura: vinearum f., zappatura delle viti, COL.; meton., fossato, fossa, VITR.
[fodio + -tio].
fosso, as, atum, are, 1 tr.,
scavare, PALL.; trafiggere, ENN.
[fossus + -o3].
fossor, oris, m.,
zappatore: labefacta movens robustus iugera fossor (il robusto aratore), VERG. Georg. 2, 264; uomo rozzo, rustico: bellus ille et urbanus Suffenus unus caprimulgus aut fossor mihi videtur, quel caro e lepido Suffeno mi sembra un capraio o uno zoticone, CATULL. 22, 10; minatore, VITR.; term. mil., colui che costruisce cunicoli, STAT.; becchino, ordine di chierici nella chiesa primitiva, AUG.; fornicatore, AUS.
[fodio + -tor].
fossorius, a, um, agg.,
che serve a scavare: securis fossoria, ISID.; sost. n. fossorium, ii, strumento per scavare (piccone o simili), ISID.
[fodio + -torius].
fossula, ae, f.,
piccola fossa, CAT., COL.
[fossa + -ula].
fossura, ae, f.,
lo scavare, scavo, scavamento: puteorum f., lo scavo dei pozzi, VITR.; concr., fossa: summa fossura operiatur harundinibus aut fronde, la sommità della fossa si ricopra di canne o di fronde, VITR. 8, 1, 4; term. milit., cunicolo, VITR.; nel lat. eccl., tomba, Vulg.
[fodio + -ura].
fovea, ae, f.,
fossa: donec humo tegere ac foveis abscondere (cadavera) discunt, finché imparano a coprire con terra e a nascondere in fosse i cadaveri, VERG. Georg. 3, 558; spelonca per animali, antro, cavo, buca: solent verno tempore foveis exsilire serpentes, i serpenti sono soliti uscire in primavera dalle buche, AMM. 19, 13, 1; fossa per catturare animali: iacentem in fovea prospexit lupum, vide un lupo caduto in una fossa, PHAEDR.; utero, TERT.; fig. insidia, inganno: in foveam decidere, cadere in un inganno, PL. Persa 594; cospirazione, AMM.; baratro, fossa: ignorantiae fovea, il baratro dell'ignoranza, IREN.; f. periculi, la profondità del pericolo, AUG.; lacuna in uno scritto, HIER.
foveo, es, fovi, fotum, ere, 2 tr.
1 riscaldare; covare (ova); poet., tener caldo un luogo, fermarvisi; f. hiemem, mitigare i rigori dell'inverno; fig. nutrire, alimentare (bella), favorire (poetas, ingenia, artes); assecondare; nutrire in sé (spem); rimuginare; solleticare, blandire, amare;
2 term. med., applicar fomenti; fig. curare, confortare.
1 riscaldare, tener caldo: sinu, gremio fovere, riscaldare nel seno, VERG.; amplexu fovere, stringer fra le braccia, VERG.; fetus rigentes fovere, riscaldare i piccoli intirizziti, PLIN.; mare modico tepore terras fovet (riscalda la terra col suo moderato tepore), CURT. 5, 4, 9; covare: ova f., covar le uova, PLIN.; poet., tener caldo, conservare, non abbandonare: humum (coluber) fovet, il serpe non abbandona il campo, VERG. Georg. 3, 420; castra fovere, rimanere al campo, VERG.; hiemem luxu fovere, addolcire l'inverno con i piaceri, VERG. Aen. 4, 193; fig. nutrire, alimentare, fomentare, favorire: fovere bella, fomentar guerre, VERG.; fovere famam inanem, alimentare una vana diceria, VERG. Aen. 4, 218; colere et fovere poetas, onorare e favorire i poeti, OV.; alias partes fovere, favorire un altro partito, TAC.; ingenia et artes vel maxime fovit, fu gran protettore degli ingegni e degli studi, SUET. Vesp. 17; quid damna foves?, perché t'attacchi al tuo dolore?, STAT. Silv. 2, 6, 94; assecondare, incoraggiare, sostenere: novi tribuni plebis patrum voluntatem foverunt (assecondarono i desideri dei patrizi), LIV. 3, 65, 1; spem potentioris fovere, incoraggiare la speranza di uno più potente, LIV.; aliquem plausu fovere, sostenere uno con applausi, TAC.; mantenere nell'animo, conservare, nutrire in sé: fovere spem, mantenere una speranza, LIV.; rimuginare nella mente: fovere in pectore, rimuginare nel proprio animo, PL. Bacch. 1076; solleticare, accarezzare, blandire: fovere sensus hominum, solleticare i sentimenti degli uomini, CIC.; aliquem fovere, circondare uno di premure, CIC.; amare: noctem adulter fovet, l'adultero ama la notte, PRUD.; con l'inf.: hoc regnum dea gentibus esse, si qua fata sinant, iam tum tendit fovetque, e già da allora, se mai lo concedano i fati, vagheggia e si sforza la Dea di porre qui il suo impero sui popoli, VERG. Aen. 1, 18;
2 term. med., applicar fomenti, curare: fovere vulnus lympha, curare una ferita con acqua, VERG. Aen. 12, 420; podagricis cortice et foliis in vino decoctis foveri nervos utilissimum, PLIN.; fig. curare, riposare, confortare: quasi fovebam dolorem meum, confortavo in qualche modo il mio dolore, CIC. Att. 12, 18, 1
[cf. favilla].
puteus, i, m.,
1 buco, buca, fossa, VERG.;
2 pozzo di miniera, PLIN.;
3 spiraglio, sfiatatoio, VITR.;
4 cisterna, pozzo: puteus iugis, pozzo d'acqua sorgiva, CIC. Div. 1, 112; putei perennes, HOR.; se per altissimum puteum praecipitare, gettarsi in profondissimo pozzo, APUL.;
5 prigione sotterranea, PL.
puteal, alis, n.,
1 parapetto di pozzo: putealia sigillata, parapetti scolpiti, CIC.;
2 puteale, recinto sacro, in forma di parapetto di pozzo, costruito spec. su luoghi sacri perché colpiti dal fulmine; presso il Puteale di Libone nel foro si riunivano banchieri e uomini d'affari, CIC. e a.
[puteus + -al].
putealis, e, agg.,
di pozzo, LUCR. e a.: mersit putealibus undis, annegò nelle acque d'un pozzo, OV. Ib. 387
[puteus + -alis].
puteanus, a, um, agg., di pozzo, COL. [puteus + -anus].
putearius, ii, m., scavatore di pozzi, PLIN. [puteus + -arius].
Puticulae, arum, f. o Puticuli, orum, m.,
Puticoli, località dell'Esquilino dove si seppellivano i poveri in una fossa comune, VARR.