È molto probabile che i toponimi : San Donà di Piave, San Donato Milanese, San Daniele del Friuli, San Daniele Pò, San Didero nel torinese, San Damiano D'asti, San Damiano Macra nel cuneense, Sandigliano a Biella, San Donato in val di Comino, ecc. siano tutti in origine come
Sandrigo: nomi composti da una prima formante SAND- con il significato di luogo sabbioso sulle sponde, rive di un corso d'acqua + una seconda formante che nel caso di Sandrigo è -RIGO e rimanda a alla riva del rio/rigo corso d'acqua (l'Astico), che poi sono stati ideologicamente stravolti e interpretati come Santi che guarda caso hanno il nome che inizia con
D- Donato e
Damiano.
Immagini di San Donà e connessi:http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpghttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... donati.jpgLa cui etimologia tradizionale è al di fuori di ogni grazia linguistica: http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpghttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... szuek4.jpghttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... dpkff7.jpghttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... s3ohth.jpghttp://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Pirona.jpgQuesto esempio mi ricorda di quand'ero bambino e andavo al Santuario di Monte Berico a Vicenza dove si trovava la grotta in cui era apparsa la Madonna alla giovane
Vincenza (Vincenzina), che poi divenne beata e che secondo i preti del santuario, diede il nome alla città di
Vicenza.
Questo è uno dei migliaia di casi di interpretazione ideologica (religiosa, nobiliare o politico istituzionale) della reale etimologia.
http://www.monteberico.it/sito/italiano.php http://www.sitiunesco.it/index.phtml?id=506 VINCENZA PASINI
Si legge nelle cronache del 400 e negli atti del processo di beatificazione di Vincenza Pasini, che nel 1426 e nel 1428 la Madonna apparve per due volte a questa umile donna del popolo, promettendole che avrebbe fatto cessare l’epidemia di peste, che in quell’epoca infestava la città, se fosse stata costruita una chiesa in suo onore sul Monte Berico. Vincenza Pasini, riuscì senza difficoltà, a convincere le autorità cittadine, e nel 1428 venne eretta, in soli tre mesi, una semplicissima chiesetta, seguendo il perimetro che la Madonna stessa avrebbe tracciato sul terreno. Vicenza fu liberata dalla peste e il luogo diventò meta di pellegrinaggi.
San Donà di Piavehttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Don%C3%A0_di_Piave http://www.santiebeati.it/dettaglio/91349 La leggenda del "Patto d'amistà"
Una delle tradizioni di San Donà di Piave e di Musile di Piave è il cosiddetto "patto d'amistà" (1), in italiano "Patto dell'amicizia", che viene ricordato il 7 agosto, di ogni anno, nel giorno di San Donato.
Questa consuetudine, che consiste nel dono di due capponi da parte del Sindaco di San Donà di Piave a quello di Musile di Piave, nasce da un fatto storico. Nel XIII secolo San Donà di Piave e Musile non erano altro che semplici villaggi. Esisteva una cappella, consacrata a San Donato, che sorgeva a sinistra del fiume Piave (dove oggi si estende la maggior parte del Comune di San Donà); il villaggio a sinistra si identificava con il nome della cappella: "San Donato". Nel 1258 (data incerta) il territorio subì una grande alluvione, che provocò un mutamento del corso del Piave (che, tra l'altro, segnava il confine tra il Patriarcato di Aquileia e della Diocesi di Torcello). A causa del mutamento del corso d'acqua la sopraccitata cappella venne a trovarsi dalla parte destra del fiume (dove ora sorge Musile di Piave). La leggenda vuole che gli abitanti dell'antica San Donà si siano accordati con quelli dell'antica Musile per mantenere il nome di "San Donato", anche se la cappella non si trovava più dalla loro parte. In cambio avrebbero consegnato ogni anno ai cittadini di Musile due capponi "vivi, pingui et optimi".
La tradizione dello scambio dei capponi è stata poi con il tempo dimenticata e successivamente riscoperta da qualche decennio a questa parte.
San Donato Milanese http://www.comune.sandonatomilanese.mi. ... on/Main.do http://www.santiebeati.it/dettaglio/91349 Storia della Città Pubblicazione 22/11/2005
Ultimo aggiornamento 21/03/2008Lo sapevate che?...
...Si fa risalire all'epoca preromana la prima fondazione del nucleo che avrebbe dato origine all'attuale San Donato. In particolare sembra che Etruschi, Liguri, Umbri e, soprattutto, Celto-Galli abitassero la vasta pianura che va da Melegnano a Milano, e che all'epoca presentava caratteristiche molto diverse da oggi: ai fitti boschi vicini al capoluogo lombardo si sostituivano, man mano che ci si avvicinava a Melegnano, le paludi create dai numerosi corsi d'acqua.
Ai primi abitanti succedettero, intorno al 222 a.C., i Romani, che occuparono la bassa Pianura Padana.
La realizzazione di vie di comunicazione fu uno dei tratti specifici della dominazione romana: nel 333 d.C. esisteva la strada consolare Mediolanum - Laus Pompeia, che, lunga 16 miglia, permetteva di raggiungere Lodi da Milano, e proseguiva poi in direzione sud. Della via Emilia sappiamo che il secondo miglio cadeva poco dopo l'attuale piazzale Lodi, il terzo miglio a Rogoredo, il quarto all'incrocio tra San Martino e Triulzio, il quinto miglio, "ad quintum lapidem", cadeva a San Donato, il sesto a Borgolombardo, il settimo a San Giuliano, all'incrocio con Carpianello, l'ottavo all'altezza dell'attuale Occhiò e il nono alla cascina Rampina, dove si trovava la "Mutatio ad Nonum", cioè il cambio di cavalli con servizi annessi per i passeggeri.
All'altezza di ogni miliario la via principale incrociava un'altra strada: lì furono fondate le chiese (San Martino, San Donato, San Giuliano) attorno alle quali si formarono i nuclei abitati che nel corso dei secoli diedero origine agli attuali paesi e città.
Successive notizie di San Donato risalgono ai tempi dei Longobardi, allorché Grimoaldo, duca di Benevento e amico del Vescovo d'Arezzo, nonostante la sua fede ariana, risalì in Italia, ufficialmente in aiuto di Gotoperto che aveva usurpato il trono del fratello Bertarico. Grimoaldo (VII secolo), che in realtà aveva delle mire su Pavia, portava con sé un poderoso esercito composto tra l'altro da un nutrito stuolo di militari aretini, a cui la tradizione attribuisce la fondazione della prima pieve di San Donato.
Dopo i Longobardi vennero i Franchi, i Carolingi, quindi gli Ottoni e, quando nel XII secolo vennero per i milanesi i tempi tumultuosi che videro l'avvento al trono di Corrado di Franconia e la ribellione del vescovo Anselmo IV da Pusteria al legittimo papa Innocenzo II, si fece avanti l'umile abate Bernardo di Clairvaux e grande fu la sua opera di pacificazione.
Fu per gratitudine che i milanesi vollero edificare, per lui e i suoi seguaci, un monastero, la cui costruzione ebbe inizio nel 1135 su un terreno acquitrinoso a Rovegnano (l'attuale Chiaravalle), nei pressi di Bagnolo.
E per San Donato l'abbazia rappresentò non solo un luogo di preghiera, ma anche il centro di importanti opere di miglioramento della zona. I monaci infatti promossero un'opera di bonifica vasta e profonda, trasformando quest'area paludosa in terreni altamente produttivi, grazie alla creazione di un complesso sistema di rogge e canali d'irrigazione.
L'abbazia di Chiaravalle, con la sua mistica bellezza, riuscì a incantare persino Federico Barbarossa, che, come scrive il cronista Sire Raul, nel 1158, durante la sua seconda discesa in Italia, cercò di lottare contro le autonomie locali, in particolar modo contro Milano. Il campo imperiale fu posto a Bolzanum - l'attuale borgo di Bolgiano - dove il Barbarossa si trattenne per una settimana: fu lì che il popolo milanese, guidato dal vescovo Oberto, si recò, in atto di sottomissione, con i piedi nudi e le spade sopra il collo.
San Donato con il tempo diveniva sempre più prospera e ubertosa grazie al validissimo sistema di irrigazione e ai molti mulini costruiti sulle rogge, sul Lambro e sulla Vettabbia, nonché punto strategico di battaglie e scontri che hanno segnato la storia del territorio. Le cronache ricordano lo scontro del 13 luglio 1278 tra le opposte fazioni dei Torriani e dei Visconti, e meno di tre secoli dopo, fra il 13 e il 14 settembre 1515, l'aspra battaglia di Marignano, combattuta in una vasta zona che andava da Melegnano (all'epoca denominata Marignano) a San Donato, che vide opposte le truppe francesi all'esercito svizzero e ai Lanzichenecchi, sostenitori degli Sforza; dopo la battaglia (detta dei Giganti), e passata alla storia per aver costituito l'atto di nascita della secolare neutralità svizzera, il vincitore Francesco I si acquartierò presso la casa dei principi Rasini (attuale Cascina Roma), in attesa di prendere possesso di Milano.
Voci toponomastiche più antiche in area italico- padano alpina e veneta per indicare le località sabbiose e umide accanto ai corsi d'acqua e precedenti a queste d'origine/importazione germanica (Sand-) sono: Sabia, Sabion, Sebio, Sabionetta, Sabbia, Saba, Sabbia, Savia, Sevio, Sapia, Sepio, Sepia, Saja.......