Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » gio apr 21, 2016 7:44 am

Thing

https://it.wikipedia.org/wiki/Thing
Un thing o ting (antico norreno, antico inglese ed islandese: þing; altre lingue scandinave moderne: ting) era l'assemblea di governo delle società germaniche, costituita dalle persone libere della comunità e presieduta da alcuni lögsögumaður. Il termine viene ancora usato nei nomi ufficiali degli istituti politici e legislativi degli stati nord-europei.

??? protoxerman e proto-endouropeo???

Il termine antico norreno, antico frisone ed antico inglese þing, che significa "assemblea", ha un'origine identica all'odierno inglese thing, al tedesco Ding, all'olandese ding ed all'odierno scandinavo ting, che significano "oggetto". Tutti derivano dal proto-germanico *þengan che significa "momento scelto", ed alcuni suggeriscono un'origine dal proto-indoeuropeo *ten-, "stretch", nel senso di "periodo di tempo per un'assemblea". L'evoluzione del termine thing da "assemblea" ad "oggetto" è parallelizzata all'evoluzione del latino causa (nel senso di processo) nel moderno francese chose, nell'italiano e spagnolo cosa e nel portoghese coisa.

In inglese il termine viene citato a partire dal 685 o 686, con l'antico significato di "assemblea", in seguito si riferisce ad un'entità o materia (prima dell'899), e quindi come atto, azione o evento (a partire circa dal 1000). Il significato di possesso personale, comune nel plurale (forse influenzato dall'antico islandese things che significava "oggetti, articoli o valori"), appare la prima volta nel medio inglese attorno al 1300.


https://www.wikidata.org/wiki/Q387834#s ... -wikipedia
https://sv.wikipedia.org/wiki/Allting

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /Thing.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... _Gulde.jpg

https://es.wikipedia.org/wiki/Thing

Thing de todos los suecos
Thing de todos los gautas
Gairethinx
Althing
Gamla Uppsala
Dieta (asamblea)
Reichstag
Løgting

https://es.wikipedia.org/wiki/Gairethinx
https://it.wikipedia.org/wiki/Gairethinx
Nel diritto longobardo il gairethinx corrisponde alla consegna della legge al popolo da parte del re, legge preventivamente approvata dai soldati battendo le lance sugli scudi. Il termine indicava anche l'assemblea stessa del popolo in armi (il Concilum di cui parlano Tacito nell'opera De origine et situ Germanorum e Cesare nel De bello gallico) che, anche dopo l'insediamento in Italia del popolo longobardo, decideva l'elezione del re e deliberava sulle scelte politiche, diplomatiche, legislative e giudiziarie più importanti. Depositaria delle Cawarfidae, le norme tradizionali del popolo, non era tuttavia tanto un'arena pienamente democratica, assimilabile a un moderno parlamento, quanto il luogo nel quale i duchi, capi delle fare, facevano valere la propria prominenza.
Il Gairethinx (la parola contiene una radice germanica connessa, per esempio, al sostantivo inglese thing = cosa) ricorre nell'accezione della mancipatio romana, la consegna di qualcosa a qualcuno da una posizione superiore. Si tratta pertanto di una forma di concessione.

https://it.wikipedia.org/wiki/Cawarfidae
Le cawarfidae, termine latinizzato che deriva dall'antico germanico, erano le norme, tramandate oralmente, che regolamentava la vita giuridica dei longobardi. Per ovviare a differenti e ambigue interpretazioni di queste norme, nel 643 re Rotari decise di metterle per iscritto (coniugandole alla tradizione giuridica romana, codificata dall'imperatore Giustiniano) nell'omonimo editto che passò alla storia con il suo nome. Ma anche dopo la codificazione scritta di re Rotari, che accolse le cawarfidae in maniera disomogenea e occasionale, tali consuetudini non scritte rimasero in vita, e vennero utilizzate soprattutto per la risoluzione di controversie private, come testimoniano molti documenti dell'epoca.


Comun, Arengo, Mexoevo, Istitusion
viewtopic.php?f=136&t=273
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rentin.jpg


Guarentigia, garanzia e garante

https://it.wikipedia.org/wiki/Guarentigie
http://www.treccani.it/vocabolario/guarentigia
guarentìgia (ant. guarantìgia o quarantìgia) s. f. [der. di guarentire] (pl. -gie o -ge). – Garanzia, sicurezza data o confermata con documento o pegno; in senso generico è ormai ant. o raro: dare, concedere, offrire, presentare le dovute g.; prestare una sicura, una solida g. (e così in senso fig.: oggetto che dà sufficienti g. di solidità). Più comune con riferimento a materia politica o giuridica: g. costituzionali, quelle poste dalla costituzione di uno stato a tutela della libertà del cittadino; g. della magistratura, quelle che si concretano nella inamovibilità dei giudici, posta a garanzia di un ordinato e indipendente esercizio delle funzioni giurisdizionali; g. processuali; provvedimenti disposti a g. dei diritti del cittadino; porsi sotto la g. dell’immunità parlamentare; e in usi fig., ormai rari: essere guarentigia di libertà, di democrazia, di progresso sociale. Come locuz. storica, legge delle guarentigie, legge emanata dal governo italiano (1871), ma non accettata dalla S. Sede, intesa ad assicurare al papa un insieme di condizioni che gli garantissero il libero esercizio del suo potere spirituale (per es., l’inviolabilità, l’immunità dei luoghi in cui risiedeva, e altri diritti).


???
http://www.etimo.it/?term=garante
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 6:58 am

Touta/teuta, trabs/treb/tribus, opida, vico/vigo, pago/pagus, viła, viłàjo, paexe, dorf, borgo, çità, muniçipo, mansio/maxo, corte, comun
viewtopic.php?f=172&t=990


Teuters, teuta, touta, totam, touto, toutatis, tuath, teutoni, tote, tutore, ...
viewtopic.php?f=86&t=141
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... FXREE/edit
Moto venetego teuters

Pa 14 (çepo/çipo/cippo/asta/stela parałełepipeda)

A) .e.n.to.l.lo.u.ki / te.r.mo.n .........B) [-]etiio.s. / te.u.te.r.s
A) entollouki termon B) [-]edios teuters
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 8:48 am

Cfr. co:

Andrea Carandini: 753 A.C. La Fondazione di Roma.avi
https://www.youtube.com/watch?v=mfxvEHr842Q

Coradini el conta ke i comouni tałego-ouropei łi ga fondamento ente ła "coultura, çeveltà, istitusion, storia" grrgo romana, ma no xe vero parké i comouni no łi xe ła seitansa de i mouniçipi romani ma on portà de łe comounedà de łi omani łebari xermani.

https://youtu.be/mfxvEHr842Q?t=1991
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https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_lunga
https://en.wikipedia.org/wiki/Longhouse
https://it.wikipedia.org/wiki/Biskupin


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eramik.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ikinga.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Gudme.jpg


El mito del mouniçipo roman
viewtopic.php?f=176&t=1256
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 10:25 am

Agorà, bulè, ekklesia, apella, alia

Storia dell' urbanistica antica
La maglia viaria labirintica e la maglia ad assi ortogonali
Varianti e scelte progettuali nel rapporto tra strade ed isolati nell'urbanistica antica
http://www.lilu2.ch/lilu2dir/materie/sc ... itt%E0.pdf

Se la pianta e la forma delle capanne primitive rap presentano il primo procedimento costruttivo che sta all'origine dell'architettura, la disposizione sul territorio costituisce un elemento interessante ai fini della comprensione della storia dell'urbanistica. Una tipica composizione di un agglomerato impone che al centro
del villaggio si trovi la capanna del "capo" (colui che detiene il culto o organizza la difesa del villaggio) ed il "magazzino", davanti ad essa uno spiazzale con al centro un totem (divinizzazione rappresentata dalla verticalità del simbolo ) e intorno ad essi tutte le altre capanne, si nota così l'esistenza di uno studio
della distribuzione dei ruoli all'interno di una comunità con la differenziazione di zone private, le capanne, di zone pubbliche, il piazzale, e di zone sacre.
Lo studio dei vari ritrovamenti di queste primitive forme di associazioni e di convivenza umana, dimostra la diffusione e la distribuzione di raggruppamenti planimetricamente circolari o subcircolari dove l'unico elemento reale di forma urbis intesa in senso perimetrale è dato, pur nella sua destinazione difensiva, dal muro che circonda il villaggio.

Le prime forme di urbanizzazione sono comunque da identificare nelle prime città del medio oriente nel periodo del primo impero Mesopotamico dove le caratteristiche di città , cioè il contenitore della società che si trasforma al mutare della società stessa, sono ben definite dalle varie componenti sociali.
...
La Grecia
Gli albori della civiltà Greca videro certamente processi di evoluzione creativa e sociale naturali in ogni popolo in formazione, ma la posizione geografica e la mancanza di solide istituzioni provenienti dall'
età del bronzo permisero la possibilità di sviluppo in una direzione "originale". La città principesca diventa la
polis democratica o aristocratica e l'economia gerarchica tradizionale si trasforma in economia monetaria. In questo ambiente si forma una nuova cultura che è alla base della nostra tradizione intellettuale.
L'organizzazione sociale ed urbana è rappresentata dalla polis . La città è distinta in alta ( acròpoli, dove si esercita il culto) e bassa (astu, dove si svolgono i commerci e le relazioni civili), le due zone sono parti di un unico organismo, dato il tipo di organizzazione sociale, qualunque sia il regime politico. Gli organi necess
ari al funzionamento di questo sistema sono:
Il Pritanéo: focolare comune consacrato al dio protettore della città, e luogo di residenza dei primi dignitari ( prìtani ).
La Bulé: il consiglio dei nobili o dei funzionari che rappresentano l'assemblea dei cittadini.
L' Agorà: l'assemblea dei cittadini, che si riunisce nella piazza del mercato o in luoghi all'aperto pportunamente attrezzati.
Il nuovo carattere della convivenza civile è rilevato da alcuni fattori: la città è un tutt'unico, può essere cinta da mura ma non suddivisa in recinti secondari; le case per civile abitazione sono dello stesso tipo e non formano quartieri riservati a classi o stirpi diverse. Lo spazio della città è diviso in tre zone: aree private, aree sacre (recinti con templi ed edifici religiosi) ed aree pubbliche ( gestite dallo stato e destinate alla politica, al commercio, ai giochi,....) La città nel suo insieme forma un organismo artificiale inserito nell'ambiente naturale e legato a questo da un rapporto con il territorio che in molti punti viene interpretato ed integrato con manufatti architettonici. Il rispetto di questo equilibrio, fra natura ed arte, connota ogni città con caratteri individuali.


https://it.wikipedia.org/wiki/Agor%C3%A0
Agorà (in greco antico: ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) è il termine con il quale nell'antica Grecia si indicava la piazza principale della polis.
Qualche precedente storico si può far risalire alle piazze minoiche, a Creta, luogo nel quale sono stati rintracciati i primi agorai.
Gli agorai arcaici furono strettamente associati a santuari religiosi e ad attività di intrattenimento, quali feste, giochi e teatro.
Con l'andare del tempo l'agorà divenne il centro della polis sia dal punto di vista economico e commerciale (in quanto sede del mercato) che dal punto di vista religioso, poiché vi si trovavano i luoghi di culto del fondatore della città o della divinità protettrice, oltreché politico, in quanto era il luogo della democrazia per antonomasia, dato che era sede delle assemblee dei cittadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunità e decidere collegialmente sulle leggi, ma era contemporaneamente il luogo del mercato e il centro economico e politico, e perciò vi sorgevano gli edifici pubblici, gli uffici, i teatri. L'agorà fu un'autentica invenzione urbanistica, che non trovò riscontro né nei centri del vicino Oriente né in quelli micenei.
Questa innovazione fu inserita grazie alle grandi modifiche urbanistiche iniziate durante l'età di Pericle intorno al V secolo a.C., che con il tempo, durante l'età ellenistica portarono a tre tipologie principali di agorà: quella mercantile, nelle città marinare, in stretta connessioni ai porti, quella commerciale, per la quale l'agorà era situata presso le porte della città, e quella politico-religiosa che prevedeva una collocazione nel centro della città.
Nello stesso periodo storico, le agorà vennero delimitate da portici (stoài) e si appoggiavano spesso ad una via di transito principale. Non mancarono esempi di agorai con terrazzamenti e con portici situati su più piani. Durante l'ellenismo venne svolto un lavoro di riordino dei vari monumenti, costruzioni, are, statue, che nei periodi precedenti avevano finito per collocarsi disordinatamente nella piazza, anche se i greci, diversamente dagli antichi romani, non perseguirono l'assialità, la frontalità e la simmetria dal punto di vista urbanistico e quindi le agorà non furono mai subordinate ad una costruzione principale.

https://it.wikipedia.org/wiki/Boul%C3%A9
La Boulé (in greco antico: βουλή, derivato dal verbo βουλεύω) era uno degli organi principali della politica ateniese. Aveva il compito di organizzare l'Ecclesia e di controllare il lavoro dei magistrati e dei nove arconti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ecclesia_ ... _Grecia%29
Nell'antica Atene, l'ecclesia era l'assemblea del popolo (in greco antico: ἐκκλησία, ekklēsía: "assemblea"), che votava le leggi scritte dalla Boulé.
A Sparta l'assemblea popolare era detta apella; nelle città doriche alia, e in altre poleis agorà (la piazza, ovvero il luogo dove esse avevano luogo).
All'assemblea, nella democrazia ateniese, competevano svariati compiti:
Le relazioni estere: era l'organo che poteva legiferare sulla pace, la guerra, le alleanze; inoltre nominava gli ambasciatori.
Il potere legislativo: non aboliva o approvava nuove leggi, ma legiferava attraverso decreti.
Il potere giudiziario: è il controllo del potere esecutivo, con la nomina di tutti i magistrati.

Partecipazione all'ecclesia

Per far parte dell'ecclesia di Atene bastava essere cittadino ateniese (Pericle stabilì, con una legge del 450 a.C., che era da considerare cittadino solo chi fosse nato da padre e madre ateniesi) ed essere maggiorenne (la maggiore età si acquisiva a diciotto anni, per via dell'iscrizione sui registri del demo).
Allo scopo di favorire l'affluenza dei cittadini meno abbienti, fin dalla riforma di Pericle nell'ecclesia di Atene i partecipanti ricevevano due oboli, dei gettone di presenza, in grado di poter ripagare il cittadino di una giornata di lavoro persa. L'assemblea, la cui convocazione era riservata alla bulé, era presieduta dai pritani. Tutti i cittadini avevano pari diritto di parola (isegorìa) e avevano pari diritti giuridici (isonomìa); la votazione avveniva per alzata di mano o per acclamazione; a scrutinio segreto solo in situazioni limite.
Con la riforma di Clistene venne introdotto il quorum: le decisioni prese dall'ecclesia erano valide solo se votavano almeno 6000 cittadini, che corrispondevano circa ad un quinto degli abitanti dell'Attica. Secondo la tradizione sempre Clistene introdusse anche la pratica dell'ostracismo, ma i primi casi di cui abbiamo fonti sono più tardi e probabilmente venne introdotta dopo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Apella
L’Apella (in greco antico: Απέλλα) era l'assemblea popolare di Sparta.
L'Apella era composta da tutti i cittadini di Sparta (spartiati) che avessero superato i trent'anni di età. L'apella si riuniva una volta al mese in una località all'aria aperta nella valle dell'Eurota. Si presume che anticamente, o per lo meno prima dell'VIII secolo a.C., l'apella avesse poteri effettivi di iniziativa legislativa. Tali poteri diminuirono progressivamente a favore dei due re, dell'eforato e della gherusia, per cui attorno al V secolo a.C. la sua competenza era ridotta a ratificare per acclamazione le leggi e le deliberazioni prese dalle altre magistrature competenti. Nell'apella non avveniva nessuna discussione: si poteva solo approvare o respingere le deliberazioni altrui (dei due re, degli efori o dei membri della gherusia) in base all'intensità delle urla.
All'apella competeva l'approvazione delle alleanze, la ratifica della dichiarazione di guerra, l'elezione dei funzionari civili (la nomina di cinque efori ogni anno, quella dei membri della gherusia, eletti a vita, e talora la nomina degli armosti). La gherusia aveva diritto di veto sulle deliberazioni dell'apella.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gherusia
https://it.wikipedia.org/wiki/Eforo
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 10:28 am

La pil venetega ca se cata entel moto pilpotei

???

pil- adunansa, asenblea dei çitadini veneteghi


pilpote.i. kuprikoniio.i.
viewtopic.php?f=89&t=886

Eiscrision venetega:
(Pava 9 -so' on sàso)
-Pilpoϑe.i.kuprikoniio.i.
pilpote.i. kuprikoniio.i.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 200671.jpg
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Sixara » ven apr 22, 2016 7:54 pm

La parola sake n inglexe, ke l è pò Sache n tedesco :
"purpose," Old English sacu "a cause at law, crime, dispute, guilt," from Proto-Germanic *sako "affair, thing, charge, accusation" (cognates: Old Norse sök "charge, lawsuit, effect, cause," Old Frisian seke "strife, dispute, matter, thing," Dutch zaak "lawsuit, cause, sake, thing," German Sache "thing, matter, affair, cause"), from PIE root *sag- "to investigate, seek out" (cognates: Old English secan, Gothic sokjan "to seek;" see seek).

skòpo a vòe dire, n Old English sacu , Proto-Germanico sako = thing e tedesco Sache, da la raìxa PIE *sag = seek = 'zercare, 'zercare, 'zercare... :)
senpre 'zercàre.
Tsercare e catàre :

L’origine venatoria di questo tipo di verbi è confermata anche nelle lingue non romanze. Si pensi al dominio germanico: l’ingl. to seek e il ted. suchen ‘cercare’ (cfr. anche anglosassone sēćan, sassone sōkian, norreno sœkia, frisone sēka, e, per l’area celtica, irlandese antico saigim ‘io cerco’) continuano la radice indeuropea *SĀG ‘inseguire (fiutando)’ (Pokorny 1959, 976-977), conservatasi nel suo significato originario anche nel lat. sāgiō ‘sentire, fiutare’. Allo stesso modo, l’ingl. to find e il ted. finden ‘trovare’ (anglosassone findan, antico alto tedesco findan, frisone finda, norreno finna) continuano la radice indeuropea *PENT ‘procedere, seguire una traccia, lasciare impronte’ (Mann 1984-1987, 921)

Bixon verghelo on skòpo te la vita : 'zercare-catàre :D
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Berto » sab apr 23, 2016 5:46 am

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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, thing : Keepsake

Messaggioda Sixara » sab apr 23, 2016 8:25 pm

??? solsèrio? pensava ca t intaresése, mi :cry:
k.a.n.da.lò.ko.
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, thing : Keepsake

Messaggioda Berto » dom mag 01, 2016 7:24 am

Sixara ha scritto:??? solsèrio? pensava ca t intaresése, mi :cry:
k.a.n.da.lò.ko.



???

No me ciava na sega o on figo seco (non mi importa nulla)!

Cfr. co:

Sache, sake
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-sake.jpg


???

Non valere (non contare) un fico secco

http://forum.corriere.it/scioglilingua/ ... 30708.html

Alfredo ipotizza che il modo di dire "non valere un fico secco" origini dalla parabola di Gesù (Mt. XXI, 18-22). L'interpretazione di questa parabola, non solo dell'Abate Giuseppe Ricciotti (1890-1964) nella Vita di Gesù Cristo (1941), una summa dell'esegesi cattolica antica e recente, ma anche dei Padri della Chiesa vede nel fico maledetto, Israele che non ha voluto accettare
Cristo e portare frutti di opere buone. Il popolo eletto, ricchissimo di fogliame farisaico ma privo da lungo tempo di frutti morali viene dunque assimilato al 'fico infruttuoso' e "maledetto a diventare secco". Il fico è una pianta dalle origini remote apprezzata da tutti i popoli antichi non solo per i suoi frutti ma anche per il simbolismo ad esso sotteso e che ha pervaso molte culture lasciandoci tante testimonianze religiose, artistiche e letterarie. Nell'antica Grecia il fico era protagonista di molti miti, dionisiaci e priapici ma talvolta mangiare fichi era sinonimo di vita misera; fichi e pane di orzo erano per Ipponatte cibo da schiavi e "figlio del mangiatore di fichi" voleva dire figlio di un poveraccio. (Le muse povere di Callimaco, 300-240 A.C.). Da ciò si può evincere il carattere dualistico del fico, da un lato considerato: abbondanza, fecondità, sapere religioso (in Egitto aveva un significato iniziatico e gli eremiti si nutrivano volentieri di fichi) associato a riti di fecondazione, simbolo di illuminazione (nel buddismo) dall'altro considerato cibo per poveri ed umili e di nessun valore tanto che "in alcuni paesi dell'area mediterranea non vengono neppure venduti e si offrono gratuitamente" Pittàno (Frase fatta capo ha,1992). Personalmente ritengo che il modo di dire non derivi dalla parabola ma sia molto più antico, d'altronde il fico è presente ai primordi della generazione umana: Adamo ed Eva, dopo il peccato si coprirono con foglie di fico e secondo un'etimologia medievale la parola peccare è da ricondursi al termine ebraico pag=fico.
Curiosità: Fanfani nel suo Vocabolario all'uso toscano alla voce "fichi secchi": "dicesi per traslato anche alle poppe piccole e vizze di una donna || e Fico secco; a persona che sia secca e mencia. || ed anche ai Rimendi delle calze o vestili male cuciti e con molti punti senza garbo".
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Re: Arengo/rengo e arena, concio, conçilio, concilio, thing

Messaggioda Sixara » lun mag 02, 2016 9:49 am

Ma te sker'zi? L è materia sacra, mai te olsarìsi de dire, gnan pensarla, na roba cusì. Nò, sega no gà gnente ke fare co ste parole cuà, gnan cuando ke le ciàpa on significà 'juridico', dixen. An'zi.
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