banda 1,
s. f. ‘lato, parte’ (1300-13, Dante; anche in una poesia anonima anteriore: Monaci 332), (mar.) ‘ciascuno dei lati della nave a dritta e a sinistra’ (av. 1484, L. Pulci), “che dicesi troppo spesso con brutto gallicismo bordo” (TB).
Provz. ant.
banda ‘lato’, sign. ottenuto per estensione di quello di ‘parte, partito’, ognuno contrassegnato da una bànda 3 ‘stendardo’.
banda 2,
s. f. ‘striscia di tessuto di colore contrastante col fondo’ (av. 1484, L. Pulci), ‘striscia di tessuto applicata ad abiti, calzoni, uniformi’ (1964, Palazzi), (arald.) ‘striscia che attraversa diagonalmente il campo di uno scudo’ (av. 1348, G. Villani), (fis.) ‘tratto continuo dello spettro di un gas’ (1962, Batt.; banda di frequenza ‘serie completa di onde elettromagnetiche di frequenze comprese fra un minimo ed un massimo’: 1961, Enc. it. 1949-60, II 558; (cinem.) banda sonora, ‘colonna sonora’: 1950, DEI; banda perforata, ‘nastro perforato’ 1961, Enc. it. 1949-60, I 282).
Derivati:
bandato,
s. m. (arald.) ‘scudo col campo diviso diagonalmente in un numero pari di bande’ (1584-85, V. Borghini),
agg. ‘attraversato da banda’ (av. 1584, A. F. Grazzini),
bandinella, V.
Fr. ant.
bende, bande, da un germ. *
binda (V. bènda). I sign. propri della tecnica mod. risentono di modelli stranieri, di cui sono calchi.
banda 3,
s. f. ‘striscia di drappo di determinato colore che distingueva le milizie d'uno Stato da quelle d'un altro’ (1584-85, V. Borghini), ‘lo stesso reparto militare’ (av. 1555, P. F. Giambullari; av. 1558, B. Segni: “si chiamavano allora le bande nere, per l'insegna di questo colore prese da quella fanteria dopo la morte di quel capitano [il signor Giovanni de' Medici]”), ‘milizie non regolari’ (1842 ca., C. Cattaneo), ‘reparto di volontari che opera la guerriglia’ (1879-80, L. Settembrini), ‘gruppo organizzato di malviventi’ (1810, V. Monti), scherz. ‘brigata, compagnia di amici’ (1970, Zing.), ‘complesso di musicanti con strumenti a fiato e a percussione’ (1797, D'Alb.: “si dice oggidì comunemente”; “Dal senso gen. di banda per Ischiera” TB; “la parola banda posta col suo epiteto militare non è certamente a spregiarsi” 1853, D'Ayala, anche se è un francesismo).
Derivati:
bandista,
s. m. ‘sonatore in una banda musicale’ (1798, negli atti delle Assemblee della Repubblica Cisalpina: Leso 403),
bandistico,
agg. ‘di banda musicale’ (1901, A. Panzini).
Fr.
bande, provz. ant.
banda, indicanti orig. lo ‘stendardo’, che distingueva i vari corpi di truppa. V. bandièra.
banda 4,
s. f. ‘lamiera sottile’ (av. 1537, V. Biringuccio; banda stagna: 1528, in una relazione da Zante: Sathas VI 260; ma in lat. mediev. banda è attest. nel 1282: DESF s. v. bande 1).
Derivati:
bandaio,
s. m. ‘lattoniere’ (1935, Panz. Diz.),
bandone,
s. m. ‘grossa lastra di metallo’ (1797, D'Alb.), ‘saracinesca metallica’ (1925, L. Viani, ma è dichiarata vc. tosc.: 1950, Migl. App.; ed infatti la s'incontra ancora nel 1967 nel fior. V. Pratolini: Vaccaro III).
Più che dal lat. mediev. banda (Devoto Avv.), spiegaz. ridotta, dal ted. medio
band ‘grappa’ (VEI), diffuso attraverso i dial. ven.
bandiera,
s. f. ‘drappo di stoffa attaccato a un'asta, simboleggiante uno Stato, una città, un'associazione e sim.’ (lat. mediev. banderia a Bologna nel 1288, banneria a Ravenna nel 1309: Sella Em., e banderia nel 1281 ancora a Ravenna e baneria nel 1264 a Vicenza: Sella Ven.; banderia in Salimbene, 1281-88; it. bandera: sec. XIII, Giacomino da Verona, in Monaci 430, bandiera: sec. XIII, Chiaro Davanzati: 1310-12, D. Compagni; bandiera abbrunata ‘con un drappo di panno nero legato all'asta in segno di lutto’: 1962, Batt.; V. abbrunàre; bandiera a mezz'asta ‘abbassata fino a metà dell'asta, in segno di lutto’: 1892-93, G. D'Annunzio; bandiera bianca ‘in segno di resa e per parlamentare’: 1849, A. Fusinato, ant. bandiera di sicurtà: av. 1470, L. Pulci; bandiera gialla ‘segno internazionale di contumacia nelle navi’: 1927, Panz. Diz.; bandiera ombra ‘usata per nascondere l'effettiva nazionalità’: 1969 Less. univ.; bandiera rossa ‘quella dei partiti socialista e comunista’: 1909, “Il Gazzettino” 10 ott., p. 1: “I pescatori ed i saldatori in isciopero sono usciti in colonna in numero di cinquemila con una bandiera rossa alla testa”; bandiera tricolore ‘quella italiana’: av. 1869, C. Cattaneo), ‘gioco tra due gruppi di ragazzi, che gareggiano per impossessarsi di una bandiera’ (1933, Enc. it. XVII 342; un tempo anche ‘gioco degli alfieri’: 1688, F. F. Alfieri, La Bandiera, Padova).
Locuzioni:
battere bandiera ‘appartenere, da parte di nave o aeromobile, a un dato Stato, e manifestarlo mediante esposizione della relativa bandiera’ (1860, Carena III 78),
il punto, il goal della bandiera, fig. ‘l'unico conseguito da chi ha subìto una grave sconfitta’ (1965, Medici Sport.),
portare alta la bandiera, fig. ‘fare onore al proprio paese, partito e sim.’ (1955, Diz. enc.),
voltare, cambiare bandiera, fig. ‘cambiare opinione, idea, partito e sim.’ (1618, M. Buonarroti il Giovane; av. 1665, L. Lippi, voltare mantello, Rez. 1260).
Derivati:
banderuola,
s. f. ‘dim. di bandiera’ (1618, M. Buonarroti il Giovane), ‘insegna metallica girevole posta sulla sommità di edifici per indicare la direzione del vento’ (1618, M. Buonarroti il Giovane; bandaruola: 1598, Florio), fig. ‘persona volubile, che cambia facilmente opinione’ (1743, C. Goldoni: in questo senso anche bandiera ‘donna incostante’ nell'Aretino Dial., 1536): non è parola ‘poetica’ e il Metastasio ne rimproverava l'uso all'Algarotti (cit. in Migl. St. lin. 561),
bandieraio,
s. m. ‘chi fabbrica o vende bandiere’ (banderaio: av. 1400, F. Sacchetti e, nel senso di ‘portabandiera’, sec. XV, Tavola Ritonda; banderaro: 1787, V. Monti, ma, come sin. di capitano, già in A. Firenzuola, av. 1543; bandieràio: 1925, Zing.; oggi banderaio è il ‘portabandiera’ dei cortei storici tosc.: 1950, Migl. App.),
bandierina,
s. f. ‘dim. di bandiera’ (1865, TB), (sport) ‘nel calcio, drappo fissato a un'asta posta agli angoli del campo’ (1955, Diz. enc.; tiro dalla bandierina ‘calcio d'angolo’: 1965, Medici Sport.).
Provz. ban(d)iera di orig. germ. (“insegna che... i popoli germanici adoperavano per indicare il luogo della raccolta di una ‘banda’ e vincolarne l'onore...: «
vexillum quod bandum appellant», Paolo Diac., Hist. Lang., I 20”: Migl. St. lin. 76).
bando,
s. m. ‘pubblico annuncio, un tempo dato verbalmente a suon di tromba o di tamburo, e oggi notificato con affissi, fogli ufficiali e sim.’ (lat. mediev. bannum a Bologna nel 1250 e nel 1290, a Parma nel 1255; Sella Em.; bandora a Fabriano nel 1203: Sella Ven.; bannus: 1281-88, Salimbene; 1290, Viglari; it. bando: av. 1294, B. Latini; anche banno: Rez., 1300 ca., Laud. Urb., av. 1336 Cenne da La Chitarra, Testi quatt.; mitte banna in Iacopone, sec. XIII: Monaci 532 con altri es. di ban, bando, banno, bano), ‘ordine dell'autorità’ (1865, TB), ‘condanna, spec. di esilio, proclamato in pubblico’ (1310-12, D. Compagni).
Locuzioni:
dare a bando ‘abbandonare’ (av. 1420, Saviozzo),
di bando ‘gratuitamente’ (sec. XV, Canti carnascialeschi, nel sec. successivo anche a Venezia: Rez.),
mettere al bando, porre in bando, fig. ‘mettere da parte’ (1300-13, Dante; bando ai complimenti, alle ciarle: 1865, TB).
Got. bandwô ‘segno’ (V. bandièra), bene attestato in area germ.: Paolo Diacono lo riconosce, quando scrive “vexillum, quod bandum appellant” (F. van der Rhee in “Romanobarbarica” V [1980] 276-278). A parte le riserve di Corominas Cat., J. Kramer riconferma l'orig. gotica, ma propone una trafila diversa per la sua trasmissione in it., che sarebbe avvenuta tramite il gr. bándon ‘bandiera, reparto’, ampiamente attestato fin da Procopio (sec. VI), come corrispondente di semeîon ‘segno, segnale’ (“Balkan-Archiv” XII [1987] 197-207). Banno può essere di fon. mer. (ancora predominante nel 1737 in Giannone 223), ma in alcuni casi dipende dal fr. ban della medesima orig.
bandire,
v. tr. ‘annunziare con pubblico avviso o bando’ (lat. mediev. bannire e sbannire blavam a Ravenna nel sec. XIII: Sella Em.; bannire: 1281-88, Salimbene; it. bannire in Iacopone, av. 1306; bandire: av. 1348, G. Villani), ‘esiliare, mettere al bando’ (av. 1363, M. Villani), fig. ‘mettere da parte’ (1554, M. Bandello).
Derivati:
bandita,
s. f. ‘zona di protezione e ripopolamento dove sono proibiti caccia, pesca, pascolo’ (av. 1587, G. M. Cecchi; altri es. in Rez.; dial. [Italia centr.] anche ‘pascolo’: AIS VI 1183),
banditismo,
s. m. ‘attività di banditi’ (1866, De Nino),
bandito, ‘part. pass. di bandire’ (sec. XIV, Guido delle Colonne volgar.) e
s. m. (1500, N. Valla: SFI VI [1942] 85; 1552, P. Bembo),
agg. ‘che è messo al bando’ (lat. mediev. bannitus a Bologna nel 1259 e in Salimbene tra il 1281 e il 1288; it. bandito: av. 1294, B. Latini; corte bandita: av. 1566, Grazzini Arzigogolo V 12, ma corte bandi(d)a già nella Leggenda di S. Caterina, tra il XII e il XIII sec.: Monaci 426, e mensa bandia in Bonvesin de la Riva, sec. XIII: Monaci 452),
s. m. ‘chi commette rapine, assassini e sim.; fuorilegge’ (1561, A. Citolini),
banditore,
s. m. ‘chi legge ad alta voce nelle strade notizie d'interesse pubblico’ (lat. mediev. banditor: 1281-88, Salimbene, bannitores a Modena nel 1327: Sella Em.; it. banditore: 1272, NTF), fig. ‘promotore di un'idea, di una dottrina e sim.’ (av. 1354, I. Passavanti), ‘chi nelle vendite all'incanto grida gli oggetti, i prezzi e le offerte’ (av. 1543, A. Firenzuola 372: “consegnatici ad un banditore, e cavalli e asini tutti fummo messi allo incanto”).
Got.
bandwjan ‘fare un segno (
bandwô)’. Cfr. bàndo e bandièra. Le forme assimilate, specie quando lontane dall'Italia mer., rispecchiano il corrispondente fr.
bannir.
benda,
s. f. ‘striscia di tela o garza per la fasciatura di ferite, fratture e sim.’ (1829, Tram.), ‘striscia di tessuto avvolta intorno il capo in segno di sovranità, dignità, o per ornamento’ (1233-43, Ricordi di Matasala: Monaci 70), e, ant., il ‘velo prescritto alle donne maritate o vedove dagli statuti comunali’ (av. 1321, Dante: Enc. dant.), ‘fascia che impedisce la vista’ (1532, L. Ariosto).
Locuzioni:
avere la benda agli occhi, fig. ‘non rendersi conto della realtà’ (1775-82, V. Alfieri, anche se l'immagine, abbastanza ovvia, s'incontra spesso in autori del passato).
Derivati:
bendaggio,
s. m. ‘atto del bendare’, ‘insieme delle bende con cui si effettua una medicazione’ (1905, Panz. Diz., ss. vv. -aggio e bandage; altro senso ha bindazum ‘canapo’ nel lat. mediev. di lesi, 1516: Sella Ven.), ‘fasciatura che protegge le mani del pugile’ (1953, Diz. dello sport),
bendare,
v. tr. ‘fasciare con bende’ (1752, G. Parini), ‘coprire gli occhi a qc. con una benda’ (1580-83, B. Guarini; dal XIII sec., secondo il DEI),
bendatura,
s. f. ‘atto, effetto del bendare’ (1735, Antonini), ant. ‘acconciatura donnesca’ (av. 1342, D. Cavalca).
Germ.
binda ‘benda, fascia, legame’, trasmesso dal linguaggio soldatesco.
bidone,
s. m. ‘recipiente metallico o in materia plastica, di media capacità, di forma cilindrica, atto al trasporto di prodotti spec. liquidi’ (1846, Parrilli, s. v. bidon; av. 1908, E. De Amicis: “coi così detti, bidoni”), pop. spreg. ‘truffa, imbroglio’ (1949, G. Marotta; già prima, assieme alla loc. fare un bidone a qc., nel gergo degli ambulanti [1942-43]: LN VIII [1947] 16), pop. spreg. ‘apparecchiatura, macchina, che non funziona o funziona male’ (1962, Batt.), ‘persona, spec. sportivo, che si rivela inferiore all'attesa’ (1962, Bascetta Sport).
Derivati:
bidonare,
v. tr. ‘imbrogliare, truffare’ (1960, G. L. Messina: IL VII [1982] 179; in altro senso nel 1941, Voc. Acc.: ‘nel giuoco del calcio, fare giuochi di testa o di spalla’),
bidonata,
s. f. ‘imbroglio, truffa’ (1950, Migl. App.; prec. imbidonata, imbidonatura: 1947, LN VIII p. 17; nel 1941, Voc. Acc.: ‘nel giuoco del calcio, colpo di testa o di spalla’, e dial. ‘scampanata’: AIS IV 816),
bidonista,
s. m. e f. ‘truffatore’ (1946, “Corriere Lombardo” cit. in LN VIII [1947] 17),
bidonvia,
s. f. ‘cabinovia’ (1970, Zing.),
bidonville,
s. f. ‘quartiere di baracche malsane costruite con materiali vari, spec. lamiere, nella periferia di una grande città’ (1960, G. L. Messina: IL VII [1982] 179).
Fr. bidon ‘recipiente, prima (sec. XV) di legno, poi (dal 1752) anche di latta’, di orig. nord. ant.: bidha ‘secchio’. Cfr. 1926, Capp.: “Voce popolare francese, che noi abbiamo presa solo dicendo bidone di petrolio, di benzina”. Poi continua con la profezia parzialmente falsa: “Ma ora ha perduto terreno, sostituita da latta col suo nuovo significato”, con ripetizione di un giudizio del Cherubini a proposito del milan. bidón “nome di que' vasi di latta... usati per contenere dai dodici ai venti boccali di vino, aceto, olio, ecc. per uso de' soldati. La voce francese, anzi parigina, d'origine si va oggi giorno dimenticando”. Resta puro francesismo bidonville ‘città (ville) di bidoni (bidons)’, attest. a partire dal 1953 (Trésor), dapprima con riferimento agli agglomerati suburbani marocchini, mentre bidonvia è form. scherz. (bidon(e), che sostituisce cabina in cabinovia). Per il passaggio metaf. si noti che bidone designava anche, secondo il D'Ayala, ‘ogni lavoro di ferro grossamente sbozzato’ e che l'argot fr. conta numerosissimi altri traslati.
binda,
s. f. ‘macchina per il sollevamento di carichi a piccola altezza, azionata a manovella’ (1863, Fanf. Tosc.).
Dall'alto ted. ant. winde ‘argano’.
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