Mistero, sacro/sagro, santo

Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:51 pm

Mistero, sacro/sagro, santo
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:53 pm

Mistero

https://it.wiktionary.org/wiki/mistero
mistero m sing (pl: misteri)
evento inspiegabile dalla ragione umana
nel cattolicesimo, verità, rivelata da Dio, che va oltre la ragione umana ma a cui il fedele deve credere

dal latino mysterium, che deriva dal greco μυστήριον, a sua volata derivato da μύστης


http://www.etimo.it/?term=mistero
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... terion.jpg


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http://www.etimo.it/?term=mistico
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Mistico, mistica
https://it.wikipedia.org/wiki/Mistica
La mistica, e i relativi termini misticismo e misticità, intendono indicare quella contemplazione della dimensione del sacro, o della divinità, implicandone una sua esperienza diretta, "al di là" del pensiero logico-discorsivo.
La sua definizione, al pari di quella del termine religione, conserva tuttavia una natura problematica nel momento in cui si voglia applicarla nelle varietà delle sopracitate esperienze religiose.

Il sostantivo femminile "mistica" è entrato nella lingua italiana nel XVII secolo, derivando dall'aggettivo, sempre italiano, "mistico", questo entrato nella lingua italiana nel XIV secolo. Il sostantivo maschile "misticismo" entra invece nella lingua italiana solo nel XIX secolo.

L'italiano "mistico" deriva a sua volta dal latino mystĭcus, questo derivato dal greco antico μυστικός (mystikós) che in quella lingua indica ciò che è relativo ai misteri propri dei culti iniziatici.

In lingua italiana il termine "mistero" indica ciò che sfugge alle normali possibilità di conoscenza, quindi ciò è "enigmatico", oppure può significare ciò che è indicato come "segreto". "Mistero" deriva dal termine latino mystērĭum con analogo significato, a sua volta dal greco antico mystḕrion (μυστήριον).

Ma sia il greco antico mystikós (μυστικός) che il greco antico mystḕrion (μυστήριον), derivano dal greco antico mýstēs (μύστης) col significato di "iniziato".

Per inquadrare correttamente l'origine greco antica di questi terimini occorre infatti ricordare, con l'introduzione di Walter Burkert al suo saggio del 1987 Antike Mysterien, Funktionen und Gehalt[3], come sia più corretto intendere l'accezione riportata dal termine latino initiatio. Infatti:

« i misteri erano cerimonie di iniziazione, culti nei quali l'ammissione e la partecipazione dipendono da qualche rituale personale da celebrare sull'iniziando. La segretezza e, nella maggior parte dei casi, un'ambientazione notturna sono elementi concomitanti di questa esclusività. »
(Walter Burkert. Antichi culti misterici. Bari, Laterza, 1989, p. 13)

Il termine mýstēs (μύστης) deriva da μύω (mýo; "celare"), questo dall'atto di socchiudere gli occhi e, sull'etimologia di quest'ultimo termine e sulla sua correlazione con μύστης, nota Pierre Chantraine:

« [...] on en a concluque le μύστης est proprement celui qui ferme les yeux, ce qui n'apparaît pas très naturel; ce peut être aussi bien celui qui ne répète rien, qui tient les lèvres closes [...] »
(Dictionnaire étymologique de la langue grecque, p. 728)


???
http://www.etimo.it/?term=mistificare
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http://www.etimo.it/?term=misticare
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mysta o mystes (mus-, mis-), ae, m.,
iniziato ai misteri, sacerdote, OV. e a.: properant noctem celebrare mystae, gl'iniziati s'affrettano a celebrare i notturni riti, SEN. Herc. fur. 847
[gr.].

mystagogus (-os), i, m.,
mistagogo, iniziatore ai misteri; guida, CIC. Verr. 5, 132
[gr.].

mysteriarches, ae, m., chi presiede ai misteri, PRUD. [gr.].

mysterium (mis-), ii, n.,
1 mistero, rito religioso segreto e accessibile solo agli iniziati, CIC. e a.: mysteria facere, celebrare i misteri, NEP.; mysteria enuntiare, svelare i misteri, IUST.; in quem diem Romana incidant mysteria, in che giorno cada la festa dei misteri romani (quelli della Bona Dea, o forse i Cerialia), CIC. Att. 6, 1, 26;
2 mistero, segreto: rhetorum aperire mysteria, svelare i segreti dei retori, CIC. Tusc. 4, 55;
3 mistero religioso, verità di fede incomprensibile alla ragione, Vulg.
[gr.].

mystice, avv., misticamente, VARR., AMBR. [mysticus + -e].

mysticus, a, um, agg.,
dei misteri, mistico: mystica vannus Iacchi, il vaglio sacro ai misteri di Bacco (perché simbolo di purificazione), VERG. Georg. 1, 166; mystica vitis, LYGD. 3, 6, 1; sost. n. pl. mystica, orum, i sacri oggetti dei misteri, LAMPR.
[gr.].

mythicus, a, um, agg.,
mitico, favoloso, VARR.; sost. m. mythicus, i, mitografo, MACR.
[gr.].

mythistoria, ae, f.,
racconto favoloso, leggenda, CAPIT.
[gr.].

mythistoricus, a, um, agg.,
di favole, di leggende, VOP.
[gr.].

mythus (-os), i, m.,
mito, leggenda, favola, AUS.; acc. sing. mython, AUS.
[gr.].



Cfr. con

mito

https://it.wikipedia.org/wiki/Mito
Un mito (dal greco μύθος, mythos, pronuncia müthos) è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un certo contesto socio culturale o in un popolo specifico. Di solito tale narrazione riguarda dei ed eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto sacrale.
Spesso le vicende narrate (oralmente) nel mito hanno luogo in un'epoca che precede la storia scritta. Nel dire che il mito è una narrazione sacra s'intende che esso viene considerato verità di fede e che gli viene attribuito un significato religioso o spirituale. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa.
Al tempo stesso il mito è la riduzione narrativa di momenti legati alla dimensione del rito, insieme al quale costituisce un momento fondamentale dell'esperienza religiosa volta a soddisfare il bisogno di fornire una spiegazione a fenomeni naturali o a interrogativi sull'esistenza e sul cosmo. Esistono tre tipi diversi di mito: i miti cosmogonici, i miti eziologici e i miti storici.

http://www.etimo.it/?term=mito
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:53 pm

Dio nol pol esar altro ke al de là de ogni mistero
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Dio non può essere altro che aldilà di ogni mistero e altro da ogni possibile definizione che faccia riferimento a cose, animali, persone e quindi oltre ogni religione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:55 pm

I misteri eleusini
https://it.wikipedia.org/wiki/Misteri_eleusini

I misteri eleusini (in greco antico: Ἐλευσίνια Μυστήρια) erano riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell'antica città greca di Eleusi. Sono il "più famoso dei riti religiosi segreti dell'antica Grecia". Alla loro base vi era un antico culto agrario, e ci sono alcune prove che derivavano dalle pratiche religiose del periodo miceneo. I misteri rappresentavano il mito del rapimento di Persefone dalla madre Demetra da parte del re degli inferi Ade, in un ciclo a tre fasi; la discesa (perdita), la ricerca e l'ascesa, con il tema principale che è l'ascesa (άνοδος) di Persefone e la riunione con sua madre. Era un grande festival durante l'epoca ellenica e in seguito si diffuse a Roma. Riti religiosi simili appaiono nelle società agricole del Vicino Oriente e nella Creta minoica. I misteri eleusini, come l'orfismo e i misteri dionisiaci, hanno le loro remote radici nella protostoria, da tradizioni cretesi, asiatiche, traci, arricchite ed integrate in un nuovo orizzonte religioso.

I riti, le cerimonie e le credenze furono tenuti segreti e costantemente preservati dall'antichità. Per gli iniziati, la rinascita di Persefone simboleggiava l'eternità della vita che scorre di generazione in generazione, e credevano che avrebbero avuto una ricompensa nell'aldilà. Ci sono molti dipinti e pezzi di ceramica che rappresentano vari aspetti dei Misteri. Poiché i Misteri coinvolgevano le visioni e l'evocazione di un aldilà, alcuni studiosi ritengono che il potere e la longevità dei Misteri Eleusini, un insieme coerente di riti, cerimonie ed esperienze che attraversavano due millenni, provenivano da droghe psichedeliche. Il nome della città, Eleusís, sembra essere pre-greco ed è probabilmente una controparte dei Campi elisi e la dea Ilizia.


Misteri orfici
https://it.wikipedia.org/wiki/Orfismo
L'Orfismo è un movimento religioso sorto in Grecia presumibilmente verso il VI secolo a.C. intorno alla figura di Orfeo.
La figura di Orfeo potrebbe essere precedente alla sua adozione da parte dei maestri religiosi orfici del VI secolo a.C., ma il suo inserimento nelle correnti che si fanno eredi del suo nome «era dovuta a qualcosa di più che non ad un vago sentimento di venerazione per un grande nome dell'antichità», frutto, piuttosto, da una parte della necessità di ereditare le credenze sulla "possessione" divina propria dell'esperienza dionisiaca, e dall'altra della convinzione di dover prolungare quelle pratiche di "purezza" proprie dei Misteri eleusini; tutto ciò corrisponde ai due elementi fondanti delle dottrine orfiche:
la credenza nella divinità e quindi nell'immortalità dell'anima;
da cui consegue, al fine di evitare la perdita di tale immortalità, la necessità di condurre un'intera vita di purezza.


Misteri dionisiaci
https://it.wikipedia.org/wiki/Dioniso


Religioni misteriche
https://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_misteriche



Enuma Elish, Elixi/Elisi, Eleusi/Eleuxini, Elohim, El Shaddai
viewtopic.php?f=24&t=346
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:56 pm

Sacro/sagro, segreto


Sacro
https://it.wikipedia.org/wiki/Sacro
Sacro è un termine storico religioso, fenomenologico religioso e antropologico che indica una categoria di attributi e realtà che si aggiungono o significano ulteriormente il reale ordinariamente percepito e indicato come profano. L'esperienza del "sacro" è al cuore di tutte le religioni.
« Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non un momento della storia della coscienza. L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato. Le ierofanie e i simboli religiosi costituiscono un linguaggio preriflessivo. Trattandosi di un linguaggio specifico, sui generis, esso necessita di un'ermeneutica propria. »
(Mircea Eliade, Discorso pronunciato al Congresso di Storia delle religioni di Boston il 24 giugno 1968.)

Il termine "sacro" deriva dal termine latino arcaico sakros rinvenuto sul Lapis Niger, sito archeologico romano risalente al VI secolo a.C. e, in un significato successivo, indica anche ciò che è dedicato alla divinità e al suo culto.
La radice di sakros, è il radicale indoeuropeo *sak il quale indica qualcosa a cui è stata conferita validità ovvero che acquisisce il dato di fatto reale, suo fondamento e conforme al cosmo. Da qui anche il termine, sempre latino, di sancire evidenziato nelle leggi e negli accordi. Seguendo questo insieme di significati, il sakros sancisce una alterità, un essere "altro" e "diverso" rispetto all'ordinario, al comune, al profano.
Il termine sakros corrisponde all'ittita saklai, al greco hagios, al gotico sakan.


https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Sacro

Coppie indoeuropee:

avestico: spənta-(yaoždata) ----> aməša-spənta
antico slavo: svętŭ; lituano: šventas; antico prussiano: swints, lettone: svēts
gotico: hails-(weihs)
latino: sacer-(sanctus)
greco: hiéros-(hágios)

profano= profanus 'al di fuori del fanum' (434)

Oriente:

聖 shèng

Cinese (rende il sanscrito: ārya; pāli: ariya)
giapp. shō o sei
coreano: 성 seong -sŏng
tibetano: 'phags pa?
vietnamita: thánh

神 (essanza, divinità)

shén
shin
신 sin
?
thần


Sacro (manifestazione del) 神聖shénshèng

神=

礻(culto)
示 (mostrare)
丁 (altare)
丶 (ai lati gocce di sangueo di libagioni)
申 (esporre)
=discorso della divinità/discorso sacro

聖=

耳 (orecchio)
口 (aperto)
士 (persona)
人 (uomo in piedi, ma non riesco a procurarmi il carattere che indica l'uomo in piedi di fronte alla corte che giudica, aiuto per favore!)
= Persona che ascolta cose che non possono essere ascoltate da altri/ persona sacra, santa.



http://www.etimo.it/?term=sacro
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http://www.etimo.it/?term=segreto
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -551-3.jpg


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sacramentarium, ii, n.,
sacramentario, rituale per la somministr. dei sacramenti, GENN.
[sacramentum + -arium].

sacramentum, i, n.,
1 giuramento militare, quindi anche arruolamento, servizio militare: milites sacramentum apud se dicere iubet, comanda ai soldati di prestar giuramento davanti a lui, CAES. B. C. 1, 23, 5; milites sacramento adigere o rogare, far prestare giuramento ai soldati, arruolare, CAES., LIV., TAC.; sacramentum (sacramento, LIV.) dicere, CAES., arruolarsi recitando la formula del giuramento di fedeltà; sacramentum dicere (giurare obbedienza) alicui, TAC.; sacramentum neglegere, CAES. (exuere, TAC.), tradire il giuramento, rivoltarsi; sacramento solvere, congedare dal servizio militare, TAC.; longum sacramentum, un lungo servizio militare, TAC. Hist. 1, 5;
2 giuramento: non ego perfidum dixi sacramentum (un falso giuramento), HOR.; sacramento se obstringere, impegnarsi con giuramento, PLIN. Ep. 10, 96, 7;
3 deposito giudiziario, cauzione, la somma depositata dai contendenti in un processo civile: sacramento contendere cum aliquo, litigare con uno previo deposito, VAL. MAX.; causa, pretesa, rivendicazione: sacramentum iustum (o iniustum) iudicare, giudicare giusta (ingiusta) la causa o rivendicazione, CIC.; iniustis vindiciis ac sacramentis, con ingiuste rivendicazioni e querele, CIC. Mil. 74; iusto sacramento (con fondati motivi) contendere cum aliquo, CIC. de orat. 1, 42; fig. scommessa: sacramento contendere, scommettere, CIC.;
4 vincolo, patto: sacramentum amicitiae, il vincolo dell'amicizia, PETR. 80, 4; sacramenta nuptialia, i vincoli nuziali, MART. CAP.;
5 sacramento, Eccl.; mistero religioso, Eccl.
[sacro + -mentum].

sacrarium, ii, n.,
sacrario (luogo di deposito delle cose sacre), santuario, tempio, cappella: sacrarium perantiquum, santuario antichissimo, CIC.; cappella domestica: in tuo sacrario, CIC. Fam. 13, 2; fig. santuario, sacrario: arcana naturae interiore sacrario clausa sunt, i segreti della natura sono chiusi nel suo interno sacrario, SEN. Nat. 7, 30, 6; poeticus decor ex Horatii et Vergilii et Lucani sacrario prolatus, venustà poetica attinta al sacro fonte di Orazio, Virgilio e Lucano, TAC. Dial. 20; sacraria Ditis, la sacra reggia di Dite, l'Averno, VERG. Aen. 12, 199; anche in senso ironico: sacrarium libidinum tuarum, sacrario delle tue dissolutezze, CIC.; sacro recesso delle selve, CALP.; sacre cerimonie, PROP. 3, 13, 47
[1. sacer + -arium].

sacrarius, ii, m., sagrestano, Inscr. [1. sacer + -arius].

sacrate, avv., religiosamente; misticamente, AUG. [sacratus + -e].

sacratio, onis, f., consacrazione, MACR. [sacro + -tio].

sacrator, oris, m., consacratore, AUG. [sacro + -tor].

sacratus, a, um, agg. part. di sacro:
1 consacrato, sacro, santo: sacrata resolvere iura, sciogliere i sacri vincoli, VERG. Aen. 2, 157; sacratum templum, VERG.; sacratae pecudes, vittime consacrate, VERG.; dies sacratior (più sacro), MART. 4, 1, 1;
2 divinizzato, augusto: dux sacratus, l'imperatore divinizzato = Augusto, OV.

sacres porci, m. pl.,
porcellini lattanti (vittime pure), PL.
[cf. 1. sacer].

sacricola, ae, m.,
sacerdote subalterno, ministro dei sacrifici, TAC. e a.
[1. sacer + -cola].

sacrifer, fera, ferum, agg.:
sacriferae rates, le navi che trasportavano gli oggetti sacri, OV.
[1. sacer + -fer].

sacrificalis, e, agg.,
sacrificale: sacrificalis apparatus, apparato per il sacrificio, TAC.
[sacrificus + -alis].

sacrificatio, onis, f.,
atto di sacrificio: omnis et precatio et sacrificatio, tutte le preghiere e tutti i sacrifici, CIC. Nat. deor. 2, 67
[sacrifico + -tio].

sacrificator, oris, m., sacrificatore, TERT. [sacrifico + -tor].

1. sacrificatus, a, um, part. di sacrifico e di sacrificor:
1 sacrificato, immolato;
2 che ha compiuto sacrificio.

2. sacrificatus, us, m.,
sacrificio: nullum pecus sacrificatui (per il sacrificio) habemus, APUL. Met. 7, 10
[sacrifico + -tus3].

sacrificiolus, i, m. = sacrificulus, VARR.

sacrificium, ii, n.,
sacrificio: sacrificium facere, CIC.; sacrificia publica ac privata procurare, stabilire il cerimoniale dei sacrifici pubblici e privati, CAES. B. G. 6, 13, 4; interdicere (alicui) sacrificiis, escludere dai sacrifici, scomunicare, CAES.
[sacrifico + -ium].

sacrifico, as, avi, atum, are, 1 tr. e intr.,
1 tr., sacrificare, immolare, offrire in sacrificio: pecora rite sacrificare, immolare vittime secondo il rito, LIV.; turis granum sacrificare, offrire in sacrif. un grano d'incenso, PL. Poen. 451;
2 intr., sacrificare, offrire un sacrificio: summo Iovi argento sacrificare, PL. Most. 241; s. Orco hostiis, offrire all'Orco un sacrificio di vittime, PL.; deo alicui maioribus hostiis s., far sacrificio a un dio con vittime grandi (animali adulti), LIV.; in sacrificando, nei sacrifici, CIC.
[1. sacer + -fico].

sacrificor, aris, atus sum, ari, 1 dep. tr. e intr.
= sacrifico, sacrificare, VARR., GELL.; di qui sacrificati, i Cristiani piegatisi a sacrificare agli dèi, CYPR.

sacrificulus, i, m.,
sacerdote dei sacrifici: sacrificuli ac vates, sacerdoti e indovini, LIV. 25, 1, 8; rex sacrificulus, re dei sacrifici, LIV.; sacrificulus vates, ministro dei sacrifici, LIV. 35, 48, 15, con valore spregiativo
[sacrificus + -ulus].

sacrificus, a, um, agg.,
1 riferito a persona, che compie i sacrifici, zelante dei riti: rex sacrificus = rex sacrificulus (vd.), LIV. 40, 42, 8;
2 riferito a cose, dei sacrifici, sacrificale: sacrifica securis, OV.; dies sacrifici, giorni festivi, OV.; sacrificum os, linguaggio sacerdotale, OV. Fast. 1, 130
[1. sacer + -ficus].


sacrilege, avv., sacrilegamente, TERT. [1. sacrilegus + -e].

sacrilegium, ii, n.,
1 furto sacrilego: rapinis ac sacrilegiis, SUET. Iul. 54, 4; fur onustus sacrilegio, ladro carico degli oggetti sacrilegamente rubati, PHAEDR. 4, 11, 3;
2 sacrilegio, profanazione, empietà: sacrilegi (per sacrilegio) damnare aliquem, NEP.; sacrilegium facere, admittere, perpetrare, commettere un'empietà, QUINT. e a.
[1. sacrilegus + -ium].

1. sacrilegus, a, um, agg.,
sacrilego, empio, scellerato: sacrilegae artes, le scellerate arti, OV.; sacrilegum nefas, scellerato delitto, MART.; sup.: natum quantumst hominum sacrilegissume, di quanti mai furono il più ribaldo, PL. Rud. 706
[1. sacer + 2. lego + -us].

2. sacrilegus, i, m.,
1 ladro sacrilego, CIC., SEN. e a.;
2 profanatore, empio: nuptiarum sacrilegus, profanatore del matrimonio = adultero, Cod. Iust.; ribaldo, scellerato, PL. e a.
[cf. 1. sacrilegus].

sacrima, ae, f.,
offerta di primizie (mosto) a Bacco, FEST.
[cf. 1. sacer].

sacro, as, avi, atum, are, 1 tr.,
1 consacrare, dedicare a una divinità: sacrare aras, ignem, solum, consacrare altari, il fuoco, il suolo, VERG.; lectos sacrabo viros, dedicherò (a te) scelti sacerdoti, VERG. Aen. 6, 73; arae Iovi sacratae, LIV.; votare a una divinità, come maledizione: ut (eius) caput Iovi sacraretur, che la sua testa fosse votata a Giove, LIV. 10, 38, 4;
2 consacrare, rendere sacro, inviolabile: lex sacrata, la legge sacra, la cui violazione implicava la maledizione, CIC., LIV.; quod Libitina sacravit, ciò che Libitina ha reso sacro = ciò che è morto, HOR. Epist. 2, 1, 49; foedus sacrare, rendere inviolabile un patto, LIV.; consacrare all'immortalità, eternare, immortalare: Lesbio sacrare plectro, rendere immortale col plettro Lesbio, HOR. Carm. 1, 26, 11; eloquentia sacrata (eternata) scriptis, LIV. 39, 40, 7; sacrare aliquem, divinizzare uno, VELL. e a.;
3 generic. dare, tributare: honorem alicui sacrare (tributare), VERG.
[1. sacer + -o3].


sacrosanctus, a, um, agg.,
sacrosanto, inviolabile pena la morte: sacrosancta potestas, la sacrosanta potestà dei tribuni, LIV.; possessiones sacrosanctae, proprietà inviolabili, CIC.; augusto, sacro: memoria sacrosancta, PLIN. Ep.; sacrosancta urbs, augusta città = Roma, APUL.
[1. sacer + sanctus].

sacrum, i e più spesso al pl. sacra, orum, n.,
1 cosa sacra, oggetto di culto; tempio: sacrum clepere, rapere, trafugare, rubare un oggetto sacro, CIC. Leg. 2, 22; contingere sacrum, toccare una cosa sacra, HOR.; sacra commovere, portare gli oggetti sacri in processione, VERG. Aen. 4, 301; sacrum Cloacinae, il tempio di Venere Cloacina, PL. Curc. 471;
2 culto, cerimonia religiosa, rito, sacrificio: sacra communicare, ammettere a partecipare al culto religioso, CIC.; Graeco sacro, secondo il rito greco, CIC. Leg. 2, 21; sacrum o sacra facere, fare un sacrificio o sacrifici, CIC.; sacra capessere, iniziare i riti, TAC.; plurima sacra obire, attendere a molte funzioni religiose, LIV.; sacra nuptialia (iugalia, OV.), cerimonie del matrimonio, QUINT.;
3 festa religiosa, solennità, misteri: stata sacra, le feste fisse, sacra non stata o conceptiva, le feste mobili, OV.; sacra Orphica, i misteri del culto orfico, CIC.; sacrum Cereris, i misteri di Cerere, HOR. Carm. 3, 2, 26; caelestia sacra, il sacro culto della poesia, OV.;
4 carattere sacro, santità: sacra regni, carattere sacro di re, TAC. Ann. 2, 65; sacra studiorum, la santità degli studi, TAC. Dial. 11;
5 proverbi: inter sacrum saxumque stare, stare tra la vittima e la pietra affilata = essere fra l'incudine e il martello, PL. e APUL.; hereditas sine sacris, eredità senza spese = aver vantaggi senza seccature, PL.
[cf. 1. sacer].
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 7:56 pm

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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 8:39 pm

Santo


https://it.wikipedia.org/wiki/Santo
Santo (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, sancire -un patto-, in quanto chi lo recede incorrerebbe a sanzione, proteggere con sanzione, ma anche stabilire per legge e quindi, nell'accezione originaria, ciò che è inviolabile, cioè sacro, in quanto protetto da una sanzione [più che in sé]; a sua volta da Sanco, il dio dei giuramenti; abbreviato, secondo l'uso più comune al singolare in s. oppure S., al superlativo in SS. - riferito a Gesù o a Maria -, e al plurale in ss. oppure Ss.) è attributo di un essere, oggetto o manifestazione che si ritiene essere correlato alla divinità. Nel significato moderno, il termine santo è utilizzato principalmente riferendosi a ciò che si ritiene inviolabile, in quanto consacrato da una legge religiosa, oppure venerato religiosamente, o considerato degno di venerazione.

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sancio, is, sanxi (sancii), sanctum (sancitum), sancire, 4 tr.,
rendere inviolabile per mezzo di consacrazione religiosa. Costr.: con l'acc. e l'inf.; oppure con ut o ne o quominus e cong.;
1 consacrare, rendere irrevocabile; sancire, decretare, stabilire: sancire legem, CIC. e a.; sancire iura, stabilire diritti consacrati da una legge, CIC.; foedus sanguine alicuius sancire, consacrare, suggellare un trattato col sangue di uno, CIC., LIV.; haec lex sanciatur, ut..., si stabilisca come norma inderogabile questa, di..., CIC.; habent legibus sanctum, uti..., hanno stabilito per legge, che..., CAES. B. G. 6, 20, 1; capite sanxit, si qui..., comminò la pena di morte se uno..., CIC. Att. 10, 1, 2; leges in quibus illa eadem sancta sunt, leggi in cui sono fissate le medesime disposizioni, CIC. Verr. 3, 123; lex sancit ne..., la legge proibisce di..., CIC.; nec, quominus id liceret, ulla lex sanxit, e nessuna legge proibì che..., CIC. ad Brut. 1, 5, 3; fide sanxerunt con infinitiva, con patto giurato stabilirono che..., LIV. 25, 8, 8; sanzionare, ratificare, confermare, approvare: sancire pacta, ratificare i patti, TAC.; conspirationem civitatum s. (confermare), TAC.; acta Caesaris sancire, ratificare gli atti di C., CIC. Att. 14, 21, 2; iureiurando ac fide sancire, sanzionare sotto la fede del giuramento, CAES.; sancire exilium alicuius (confermare legalmente), TAC.; aliquem augurem sancire, approvare uno come augure, CIC. Phil. 13, 12;
2 ordinare, regolare: purgatum sanxerat orbem, aveva purificato e ordinato il mondo, PROP. 4, 9, 73; stabilire, fissare: in rectis pravisque sanciendis, nel definire il giusto e ciò che è contro regola, CIC.; dedicare, consacrare: carmina s., STAT. Silv. 3, 3, 215; proibire, vietare, punire: incestum supremo supplicio sancire, punire l'incesto con la pena capitale, CIC. Leg. 2, 22; vim capite, avaritiam multa sancire, colpire con pena di morte la violenza, con multe l'ingordigia, CIC.
[cf. 1. sacer].

sancte, avv. con comp. e sup.,
1 in modo sacro, inviolabilmente: tutius sanctiusque, in modo più sicuro e più sacro, LIV.;
2 santamente, religiosamente; scrupolosamente; lealmente, fedelmente, onestamente: sancte iurare, fare un sacro giuramento, PL.; sacellum sanctissime colere (tenere in somma venerazione), NEP.; aliquid sanctissime (scrupolosamente) observare, CIC.; sanctissime se gerere, comportarsi irreprensibilmente, CIC.
[sanctus + -e].

sanctesco, is, ere, 3 intr., purificarsi, ACC. 163 [sanctus + -esco].

sanctificatio, onis, f.,
santificazione e per metonim. luogo sacro, oggetto sacro, Eccl.
[santifico + -tio].

sanctificator, oris, m., santificatore, AUG. [santifico + -tor].

sanctificium, ii, n., santificazione, Eccl. [santifico + -ium].

sanctifico, as, avi, atum, are, 1 tr., santificare, consacrare, Eccl. [sanctus + -fico].

sanctificus, a, um, agg., santificante, Eccl. [sanctus + -ficus].

sanctiloquus, a, um, agg., che parla santamente, PRUD. e a. [sanctus + loquor + -us].

sanctimonia, ae, f.,
1 santità, carattere sacro: ad deorum religionem et sanctimoniam demigrare, essere assunto al culto e alla santità degli dèi, CIC. Rab. perd. 30; sanctimonia nuptiarum, sacra cerimonia delle nozze, Rhet. Her.;
2 innocenza, purezza, castità: priscae sanctimoniae virgo, vestale di intemerata castità, TAC. Ann. 3, 69
[sanctus + -monia].

sanctimonialis, e, agg.,
consacrato a Dio: sanctimonialis mulier e sost. f. sanctimonialis, is, monaca, AUG. e a.
[sanctimonia + -alis].

sanctimonialiter, avv., santamente, Cod. Iust. [sanctimonialis + -ter2].

sanctimonium, ii, m.,
1 santità, AUG.;
2 martirio, CYPR.
[sanctus + -monium].

sanctio, onis, f.,
1 sanzione (pena): legis sanctio, l'articolo della legge contenente la sanzione penale, CIC. Verr. 5, 149; iacere inritas sanctiones, rimanere senza effetto le sanzioni, LIV. 4, 51, 4;
2 sanzione; clausola (in un trattato, foederis s., CIC.)
[sancio + -tio].

sanctitas, atis, f.,
1 santità, inviolabilità, carattere sacro: sanctitas regum, CAES. in SUET., s. tribunatus, CIC., il carattere sacro dei re, del tribunato; templo sanctitatem tribuere, concedere a un tempio il diritto d'asilo, TAC. Ann. 3, 62, 3; pietà verso gli dèi, sentimento religioso: religionum sanctitates, pratiche religiose, CIC. Nat. deor. 2, 5; deorum et hominum sanctitates omnes (ogni decoro), CIC. Sen. 34;
2 probità, dirittura morale, integrità; purità, castità: sanctitate (con disinteresse) bellum gerere, NEP. Lys. 4, 1; singularis ducis s., il singolare ritegno del comandante, FLOR.; innocentia et sanctitate laetari, compiacersi dell'innocenza e della probità, PLIN. Pan.; matronarum sanctitas, l'onorabilità delle matrone, CIC.; sanctitatem dominae tueri, difendere (= proclamare) la purezza della padrona, TAC. Ann. 14, 60; pietas et sanctitas (e la purezza di costumi), CIC.;
3 Santità, titolo dei Vescovi, Eccl.
[sanctus + -tas].

sanctitudo, inis, f.,
santità, carattere sacro, inviolabilità: s. fani, QUADRIG.; s. sepulturae, CIC. e a.; integrità
[sanctus + -tudo].

sanctor, oris, m., istitutore di leggi, TAC. [sancio + -tor].

sanctuarium, ii, n.,
1 santuario, Eccl.;
2 archivio segreto di un sovrano, PLIN.
[sanctus + -arium].

sanctulus, a, um, agg., santerello, HIER. [sanctus + -ulus].

sanctus, a, um, agg. part. di sancio con comp. e sup.,
1 in senso religioso e politico, santo, sacro, inviolabile: sanctae arae, OV.; sancti ignes, i sacri fuochi (del sacrificio), VERG.; sanctum ius, diritto sacro e inviolabile, NEP.; in aerario sanctiore, nella parte più inviolabile del tempio, CIC. Verr. 5, 140; tribuni sancti (inviolabili) sunto, CIC. Leg. 3, 9; aliquem sanctum habere, ritenere uno inviolabile, CAES.; virgines sanctae, le Vestali, HOR.; sanctum aliquid et providum, qualcosa di sacro e di profetico, TAC. Germ. 8, 2; santo, sacro, venerando, augusto, divino: sanctissima vates, veneranda sacerdotessa, VERG.; sanctissimum consilium, il più venerabile consesso (il Senato), CIC.; sanctior et augustior eloquentia, forma di eloquenza più sacra ed augusta, TAC. Dial. 4, 2; sanctissimus Imperator, augusto, divino Imperatore, PLIN. e a.;
2 in senso morale, santo, pio, puro, virtuoso, onesto: illo nemo sanctior erat, nessuno era più austero di lui, CIC. de orat. 1, 229; homo sanctissimus, il più onesto degli uomini, CIC.; sanctissima femina, virtuosissima donna, APUL.; nihil veri nihil sancti, (in lui) né sincerità né rispetto per cosa alcuna, LIV.; sancta anima, anima pura, VERG.; manus sanctas (pulite, pure) habere, VAL. MAX. 2, 2, 8;
3 come partic., sancito, consacrato, stabilito: legem tulit diligentius sanctam, propose una legge sancita con più cura, LIV. 10, 9, 3;
4 sost. m. sanctus, i, un santo, Eccl.; pl. sancti, orum, i santi, i beati, Eccl.; sost. n. sanctum, i, cosa santa; tempio, santuario: in sancto quid facit aurum?, nel santuario che ci sta a fare l'oro?, PERS. 2, 69; sanctum e sancta sanctorum, la parte più interna del tabernacolo o del tempio, Eccl.

Sancus (Sangus), i, m.,
Sanco o Semone, dio umbro-sabino identif. con Ercole, chiamato anche Semo Sancus e Fidius Sancus, LIV., OV. e a.




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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 8:56 pm

Sanco o Semone (anche Sancus, Semo Sancus, Fidius Sancus), è stata una divinità arcaica romana protettrice dei giuramenti, di origine Sabina.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sanco

Di origine umbro-sabina (la provenienza sabina viene menzionata da sant'Agostino d'Ippona all'interno del De Civitate Dei, XVIII,19), venne associata a Zeus Pistios ed in seguito assimilata ad Eracle. Era considerato protettore dei giuramenti, e per questa ragione la sua radice etimologica si fa risalire al verbo sancire. Alcune parole (come "santità" e "sanzione"-per il caso di mancanza di rispetto dei Patti) hanno la loro etimologia nel nome di questo Dio. L'origine dell'attributo "Semone" è stata spiegata dai vari autori come derivante da: (1) "colui che presiede al tempo della semina e raccolto (dal verbo Serere, cf. il femminile semonia); (2) "colui che è oltre e superiore all'uomo" (se-Homo); (3) "semidio" (semi).

Sanco era inoltre il Dio protettore dei voti nuziali, dell'ospitalità, della legge, del commercio e dei contratti in particolare. Alcune forme di giuramento sono state utilizzate nel suo nome e nel suo onore al momento della firma dei contratti e di altri importanti atti civili. Nel 446 a.C. fu costruito un santuario a lui dedicato a Roma, sul Quirinale, di fronte al tempio di Quirino e nei pressi della porta da cui prendeva il nome, la Porta Sanqualis. I sacerdoti chiamati bidentali, la cui esistenza è attestata da iscrizioni, sono stati specificamente collegati con il suo culto, dal momento che il fulmine che cadde dal cielo durante il giorno era condiserato come inviato da Dius Fidius, e una classe speciale di uccelli (sanquales) era sotto la sua protezione. Nel suo Santuario sul Quirinale, la cui fondazione veniva celebrata il 5 giugno, venivano mostrati il fuso e la conocchia di Tanaquil, la moglie di Tarquinio Prisco, che agli occhi delle matrone romane incarnava tutte le virtù muliebri. Dionigi di Alicarnasso (IV. 58) afferma che il trattato concluso tra Tarquinio Superbus e la città di Gabi fu depositato nel tempio di Sanco, di cui egli traduceva il nome in Ζεύς πίστοις. Poteva essere invocato solo sotto il cielo aperto, come testimonianza della natura di un Dio che operava alla "luce del giorno"; quindi un'apertura rotonda è stata fatta nel tetto del suo tempio attraverso cui le preghiere avrebbero potuto ascendere al cielo. Se veniva invocato in una casa privata, coloro che avessero pronunciato il suo nome si dovevano alzare in piedi sotto l'apertura interna detta compluvium. Si ipotizza che le sfere bronzee situate nel suo tempio, cui fa cenno Tito Livio (VIII. 20.8), potessero avere qualche connessione con questo, anche se possono essere state semplicemente simboli del potere eterno di Roma. Inoltre al dio era dedicato un altare nell'Isola Tiberina all'interno di una cappella, l'iscrizione sulla quale ha portato gli scrittori cristiani (Giustino Martire, Tertulliano, Eusebio) a confonderlo con Simon Magus, e a dedurre che quest'ultimo fosse stato venerato a Roma come un Dio. Il culto di Semo Sanco comunque non ha mai posseduto un'importanza rilevante a Roma. Il plurale "Semones" è stato usato di una classe di esseri soprannaturali, una sorta di divinità tutelare dello stato.


Salus
https://it.wikipedia.org/wiki/Salus
Salus era la divinità della Salute nella religione romana. Era la personificazione dello stare bene (salute e prosperità), sia come individuo, sia come Res publica. Era equiparabile alla divinità greca di Igea, benché avesse funzioni differenti.
La Salus era spesso rappresentata seduta con le gambe incrociate (posizione comune anche alla dea Securitas) ed il gomito appoggiato sul bracciolo di un trono. Spesso, la mano destra teneva una patera (piatto fondo usato nelle cerimonie religiose) per alimentare un serpente, che era avvolto intorno ad un altare. Il serpente si alzava e bagnava la testa fino alla patera. Ogni tanto la sua mano era aperta e vuota, facendo un gesto. A volte il serpente dirigeva il suo sguardo insieme alla dea Salus. A volte non c'era l'altare, ed il serpente era, quindi, avvolto attorno al braccio del suo trono.
Occasionalmente la Salus aveva una verga nella mano sinistra, con un serpente attorcigliato intorno ad esso; a volte la mano destra sollevava una figura più piccola femminile.
Più tardi, la Salus fu rappresentata in piedi, che dava da mangiare serpente. Questa divenne la posa più comune nel periodo imperiale: Salus in piedi che afferra saldamente il serpente sotto il braccio, orientandolo verso il cibo che porge su un piatto nell'altra mano. Raramente, Salus è rappresentata con un timone nella mano sinistra (indica il suo ruolo nel guidare l'imperatore attraverso una vita sana). Questo in realtà, apparteneva alla dea Fortuna.


SANCO

http://www.treccani.it/enciclopedia/san ... a_Italiana)

Enciclopedia Italiana (1936) di Nicola Turchi

SANCO. - Divinità italica, del ciclo di Giove, garante del giuramento, il cui nome intero è Semo Sancus Dius Fidius. Semo richiama i Semones del carme arvalico e i semunu dell'iscrizione di Corfinio, con significato agricolo relativo alla semina; Sanctus è in rapporto con sancire e sanctus, indigitazione del dio in quanto è garante del giuramento; Dius Fidius è un epiteto di Giove in quanto come divinità celeste è il custode dei giuramenti (cfr. Ζεύς πίστιος).
Sotto il nome di Fisos Sancios lo si ritrova anche nella religione degli Umbri (tavole eugubine che menzionano anche Iupater Sancios). Per questa sua prerogativa di garante dei giuramenti venne in appresso posto in relazione anche con Ercole (cfr. la invocazione mehercle! accanto a me Dius Fidius!).

Sanco aveva in Roma un tempio sulla pendice orientale del Quirinale (collis Sanqualis: la porta locale del recinto serviano si chiamava appunto Sanqualis) dedicato nel 466 a. C. (la dedica cadeva il 5 giugno; cfr. Ovidio, Fasti, VI, 213 seg.), di cui sono note due particolarità rituali che bene si addicono a una divinità, del giuramento: aveva cioè una parte del tetto scoperchiata per la visione immediata del cielo; conservava nell'interno dei dischi di rame (orbes ænei) simbolo del disco solare e che ricordano l'analoga urfeta (=orbita) del rituale umbro. Nel tempio venivano custoditi i trattati. Nell'orto attiguo alla chiesa di san Silvestro sul Quirinale si rinvennero epigrafi relative al dio. La più importante (però di ignota provenienza, scoperta nel 1879) è incisa su una base che sosteneva una statua del dio in figura di Apollo (di tipo arcaico che richiama quello del Didimeo di Mileto scolpito da Kanachos, che doveva avere un fulmine nella sinistra) ed è dedicata "Semoni Sanco sancto deo Fidio" dalla "decuria sacerdotum bidentalium" (Corp. Inscr. Lat., VI, 30.994), collegio sacerdotale addetto alla disciplina fulgurale e che per ciò appunto aveva la custodia del tempio di quel dio "qui foedera fulmine sancit" (Verg., Aen., XII, 200). Statua e base si trovano ora nel Museo Vaticano. Nell'Isola Tiberina si trovava un altro santuario del dio, noto per l'errata attribuzione che gli apologisti cristiani (Giustino, Apol., I, 26; Tertull., Apol., 13) fecero di esso a Simon Mago, tratti in inganno dall'iscrizione dedicatoria.
C. L. Visconti, in Studi e documenti di storia e diritto, II (1881), p. 105 seg.; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912; F. Altheim, Römische Religionsgeschichte, I, Berlino 1931; per la relazione tra Semo e i Semones, v. M. Nacinovich, Carmen Arvale, II, Roma 1934, p. 8 seg.; A. Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford 1929, p. 469 seg.


Esculapio e la medicina, nell’Isola Tiberina

http://www.accademiasalute.eu/wp-conten ... ulapio.pdf

...

Molti furono i santuari o “Asclepei” edificati in suo onore ed ancora più numerosi i luoghi di accoglienza per i malati che venivano preparati a ricevere i suoi medicamenti.
I primi “Asclepei” venivano costruiti, non a caso, in luoghi riparati dai venti, circondati da estesi boschi e sempre in prossimità di una fonte o di un pozzo di acque sorgive: caratteristiche che ben legano con l’idea di salubrità che quei luoghi dovevano possedere.
Solo più tardi si pensò di edificarli come veri e propri templi contornati da portici ed abitazioni che accogliessero gli ammalati.
I malati vi arrivavano dopo un vero e proprio pellegrinaggio e, prima di venir sottoposti ai segreti metodi di cura, volontariamente si sottoponevano a riti liturgici, preghiere, digiuni ed offerte sacrificali.

La medicina che Esculapio esercitava era completa e si fondava sulla guarigione non solo del corpo, ma anche dello spirito.

Il metodo di cura si basava sul “rito d’incubazione”.
“In-cubare” significa “giacere dentro un luogo sacro o tempio” e, quando si parla di tempio, ci si riferisce anche ad uno spazio intimo, segreto, da ricercare nel proprio cuore.
Questo procedimento, insieme alla taumaturgia ed all’ipnomagnetismo curativo era stato praticato, già da epoche antichissime, sia in Egitto che in India; in seguito fu utilizzato dagli Esseni del Mar Morto, da Gesù Cristo, dai suoi Apostoli e dai santi Cosma e Damiano.

I malati dopo essere stati sottoposti a quei riti di purificazione, passavano la notte nel tempio e qui cadevano in un sonno spontaneo (o provocato dai
sacerdoti stessi) durante il quale appariva loro Esculapio o i suoi messaggeri, con i suggerimenti per la cura da seguire.
Al mattino i Sacerdoti o Asclepiadi, interpretavano quei sogni enunciando la diagnosi ed i medicamenti necessari.

I numerosi “ex-voto” restituiti dagli scavi archeologici attestano l’autenticità di quelle guarigioni; spesso le iscrizioni indicano la ricetta della medicina utilizzata mettendo in evidenza, per la semplicità della cura adottata, il mistero legato a quelle miracolose restituzioni di salute fisica e psichica.
I simboli adottati da Esculapio erano il bastone, il rotolo di libro, il fascio di papaveri, il gallo ed il serpente. Il rotolo di libro rappresenta la Legge Divina, la guida sicura da seguire;
i papaveri, simbolo del “sonno dello spirito”, recisi in modo da formare un bel fascio, diventano l’emblema di rinascita a nuova vita: esperienza ben espressa dalla figura del gallo, annunciatore del “nuovo giorno”.
Un significato particolare lo riveste il bastone con il serpente attorcigliato che Esculapio portava sempre con sé. Quel “sostegno” nodoso e possente diventò ben presto il sicuro emblema di cura e soccorso adottatoper contraddistinguere la vera Medicina.
Nell’antichità per Medicina s’intendeva la “Medicina Aurea”, rimedio che guarisce tutte le infermità del corpo e dell’anima, intesa come “dono” che Dio elargisce a chi ne è degno. I Filosofi ermetici attribuirono a quest’Arte la proprietà di ogni guarigione e ringiovanimento: il vero medico era l’Artista che dà inizio alle fatiche d’Ercole per portare a compimento la Grande Opera alchemica o Medicina Aurea.

Si dice che Esculapio risolvesse le malattie utilizzando tutte le risorse fisiche e metafisiche da lui acquisite e che lo facesse con leggeri toccamenti sulle parti malate del paziente, alitando poi su di queste. In breve tempo divenne talmente eccellente nell’“arte medica”da metterla a profitto dell’umanità, tanto da riuscire a riportare in vita il giovane Ippolito, figlio di Teseo: tutto il suo potere sembrava risiedere in quel serpente avvolto sul suo bastone (tirso o Caduceo) emblema adottato poi dalle farmacie di tutta Europa.

Il serpente, simbolo di insidia e seduzione operata dall’illusione cosmica (l’Uroboros dei Greci) in questo contesto diventa l’emblema di morte e di rigenerazione spirituale, aiuto insostituibile per poter esercitare la vera Medicina.
Nell’antica Grecia la fama di Esculapio risultò talmente grande, da far pensare che bastasse dormire in un santuario a lui consacrato per guarire da ogni malattia e fu proprio dietro a questa notorietà che anche Roma volle legare l’Isola Tiberina alle prodigiose qualità mediche della sua persona.
Secondo la tradizione romana il Tempio di Esculapio fu costruito dove già ne esisteva un altro, dedicato a Vediovis. Nel mito, il dio Vediovis, era assimilato ad Apollo, dio del Sole, della medicina e di tutte le arti, quindi il fatto di festeggiare Esculapio nello stesso giorno, consacrava maggiormente la sua grandezza di Medico.
I l Te m p i o s o rg eva n e l l a p a r t e meridionale dell’Isola vicino ad una fonte; ai suoi lati era stato edificato un portico destinato all’accoglienza dei malati e dei pellegrini, infine nella parte settentrionale si trovavano tre piccoli santuari dedicati a divinità che avevano a che vedere con il mondo agreste e con l’osservanza di giuramenti e promesse divine.



Suman (Monte Suman) - el monte sagro dei veneti – monte coxmego
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pOUG8/edit
viewtopic.php?f=24&t=125

Salus ???
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 9:06 pm

Confrontare con:

Sirona
https://it.wikipedia.org/wiki/Sirona_(mitologia)
Nella mitologia celtica Sirona era una dea delle guarigioni. Era associata con le acque termali. I suoi attributi erano i lupi e i bambini. A volte era raffigurata assieme ad Apollo Grannos o ad Apollo Borvo. Era particolarmente adorata presso la tribù gallica dei Treviri.

Borvo
https://it.wikipedia.org/wiki/Borvo
Nel politeismo celtico e lusitano, Borvo (chiamato anche Bormo, Bormanus, Bormanicus, Borbanus, Boruoboendua, Vabusoa, Labbonus o Borus) fu una divinità della salute associata all'acqua sorgiva gorgogliante.
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Re: Mistero, sacro/sagro, santo

Messaggioda Berto » dom mar 25, 2018 9:25 pm

Confrontare con la voce venetica "sainatei"

Sainatei (no se sa sel ga on ligo co Reitia)
viewtopic.php?f=164&t=857

Reitia
viewtopic.php?f=164&t=854

Reitia, porai, sainatei, vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lQMEU/edit
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