Dio, Deus, Divos, Deivos, Theos, Zeus, Jove, Giove, Javhè

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Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 10:29 am

Cairn

http://it.wikipedia.org/wiki/Cairn
In molte lingue, i cairn sono indicati da parole collegate al loro aspetto antropomorfo. In lingua italiana, ad esempio, sono chiamati "ometti" i cairn usati come segnavia, specialmente sulle Alpi. La tedesco e olandese usano rispettivamente i termini Steinmann e Steenman ("uomo di pietra"). La lingua inuit prevede la parola inunguak ("imitazione di una persona") per quelle forme di inuksuk volte a rappresentare una figura umana.
...
I cairn a camera sono monumenti funebri, costruiti prevalentemente durante il Neolitico, costituiti da un cairn dotati di una camera interna, generalmente di pietra. Alcuni cairn a camera sono anche tombe a corridoio.
In genere, la camera è più ampia di una cassa funebre, e contiene un maggior numero di sepolture, consistenti in ossa scarnificate o inumazioni (cremazioni). Molti di questi cairn erano posti presso insediamenti abitati, di cui costituivano i "cimiteri".


I cairn de Mel e de Soviso

Çimitero de Mel (BL)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... omlech.jpg

Çimitero megałetego de Soviso, ani del rame (VI)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 160028.jpg

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Carnac
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Armenia Caucaxo
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... aucaxo.jpg

Kurgan Altai
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Altai.jpg

Tonba de giganti (Sardigna)
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... iganti.jpg

Sepoulture megałeteghe e vikinghe Xvesia
https://plus.google.com/photos/10582899 ... 68/albums/


Cfr. co:

Stupa
http://it.wikipedia.org/wiki/Stupa

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... d_Fuji.jpg

Dall'India lo stupa si diffonde in tutta l'Asia sud-orientale, in forme e modi diversi, ed in età contemporanea anche nell’Occidente. Nel Sud-Est asiatico viene chiamato chedi (dal sinomino in lingua pāli); in Sri Lanka dagoba (dal sanscrito dhatu- elemento, o componente, o reliquia + garbha - repositorio); o tope (dal indiu top, derivato dal sanscrito stūpa, una grande quantità).
Lo stupa è forse il più antico monumento religioso; in origine era una tumulo di sabbia o terra, spesso marcato da sassi di colore blu chiamato cairn per coprire le reliquie del Buddha. Dopo la morte del Buddha, il corpo fu cremato e le ceneri furono sepolte sotto otto stupa, con altri due stupa intorno all’urna e le altre ceneri. Altri stupa, come quelli a Sarnath e Sanchi (India settentrionale), sembrano abbellimenti di tumuli più antichi. Nel III secolo a.C., dopo la conversione al buddhismo, l’imperatore indiano Aśoka ordinò che gli stupa originali venissero aperti e che le ceneri del grande Buddha fossero distribuite tra i mille stupa.

Stupa e cairn
http://it.wikipedia.org/wiki/Stupa e http://it.wikipedia.org/wiki/Cairn

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... erland.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 10:34 am

Stełe ejisiane
http://flickrhivemind.net/Tags/osiris,stela/Interesting
https://www.flickr.com/photos/24729615@ ... 0668201404

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... isiane.jpg


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ernich.jpg

Steła de Metternich
http://it.wikipedia.org/wiki/Stele_di_Metternich
La stele di Metternich è una stele magico-medica che fa parte della collezione egizia del Metropolitan Museum of Art di New York. Risale alla XXX dinastia egizia, attorno al 380-342 a.C., durante il regno di Nectanebo II. Non si conosce la provincia originaria della stele.
La stele appartiene ad un gruppo di stele noto come "Cippo di Horus" o 'Stele di Horus sui coccodrilli'. Questo genere di stele era utilizzato per proteggere gli antichi egizi dagli animali pericolosi come coccodrilli e serpenti. La stele di Metternich, detta anche Stele magica, è una delle più grandi e complete di questo genere.
È stato ipotizzato che durante il regno di Nectanebo II, un sacerdote di nome Esatum abbia viaggiato fino al luogo di sepoltura del tori di Mnevis a Eliopoli. Qui notò certe inscrizioni che trovò interessanti, ordinando di copiarle su un grande blocco di pietra. Fu così creata la stele, e fu eretta per molti anni, finché Alessandro Magno non sconfisse i Persiani in Egitto portandola ad Alessandria d'Egitto.
Per oltre 2000 anni si persero le tracce della stele, finché fu scoperta in un muro scavato in un monastero francescano. La stele fu portata all'attenzione del principe Metternich nel 1828 grazie a Mehmet Ali, re d'Egitto, prima di venire acquistata dal Metropolitan Museum of Art, dove per molti anni fu nota come stele di Metternich.

La stele è formata da un grosso blocco di pietra (un plinto) unito ad un blocco più piccolo superiore con la cima arrotondata. Misura 92x33 centimetri. Quest'opera è costruita con un enorme blocco di granito grovacca. La stele si è ben conservata, con pochi segni visibili.

Sulla parte superiore della stele è raffigurato il disco solare che identifica Ra, il dio del sole dell'antica religione egizia. A destra ed a sinistra di Ra si trovano quattro babbuini. A sinistra dei babbuini si trova il dio messaggero Thot, mentre a destra c'è il faraone regnante, Nectanebo II, che si inchina verso Ra.

La parte principale dei rilievi è separata dalla parte superiore da cinque righe di geroglifici. Il centro della stele raffigura Horus bambino di fronte ai coccodrilli. Sopra la sua testa si trova la faccia di Bes, protettore dei neonati e del parto. Horus tiene in una mano un serpente ed uno scorpione, e nell'altra un orice ed un leone.

A sinistra di Horus si trova Re'Horakhty, combinazione dei due dei del cielo Horus e Re, su un serpente. I due sono incorniciati da due simboli divini. Completamente sulla sinistra del rilievo si trova Iside su un serpente, ed alla sua sinistra la classica dea avvoltoio del sud. A destra si trova di nuovo il dio Thot su un serpente, ed alla sua sinistra la dea serpente del nord. Sopra gli dei si trovano gli occhi di Horus, il sole e la luna.

Il resto della stele è coperto di geroglifici, anche sui lati. Questi geroglifici raccontano le storie degli dei e le loro esperienze con animali velenosi. Vi sono anche numerose maledizioni ed incantesimi per diversi tipi di malattie causate dagli animali.

Un'altra cosa interessante della stele si trova nella parte superiore del retro. Un uomo alato rappresenta il dio solare demoniaco Harmeti. È in piedi davanti ai nemici, animali diabolici chiusi in un cerchio per evitarne la fuga.
La funzione principale della stele di Metternich era la cura magica dai veleni, soprattutto quelli degli animali. L'acqua veniva fatta scorrere sulla stele e raccolta, per poi essere bevuta dalle persone intossicate. La persona si sarebbe identificata col bambino Horus, che aveva sofferto le stesse pene. Durante questo processo venivano recitati riti religiosi.

I primissimi incantesimi della stele sono relativi ai rettili e ad altre creature pericolose. Il più importante era il demone serpente Apopi, nemico di Ra per il quale rappresenta il diavolo. L'incantesimo obbligava il serpente a perdere la testa e ad essere arso in pezzi. La seconda metà dell'incantesimo avrebbe obbligato il serpente a vomitare, e mentre il sacerdote pronunciava l'incantesimo anche la persona malata avrebbe vomitato, liberando il suo corpo dal veleno.

Il successivo incantesimo era diretto ai gatti. Il gatto conteneva un po' di un dio o di una dea, ed era in grado di distruggere qualsiasi tipo di veleno. L'incantesimo chiedeva a Ra di aiutare il gatto quando ne aveva bisogno.

Buona parte della stele è coperta di inscrizioni che raccontano storie, come quelle già descritte che parlano di veleni e cure. La più famosa è la storia di Iside e dei Sette Scorpioni. Questa storia occupa la maggior parte della stele, e fa riferimento soprattutto ai disturbi legati ai veleni.
Iside era la madre di Horus, ed assieme a suo padre Osiride governava il mondo dei vivi. Osiride fu ucciso dal fratello Seth, geloso del suo potere. Quando Iside e Nefti lo scoprirono, riportarono in vita Osiride con l'uso della magia. Seth era arrabbiato ed uccise di nuovo Osiride, spezzandone il corpo in molte parti e spargendone i resti per tutto l'Egitto. Osiride divenne quindi faraone dei morti e dell'oltretomba, mentre il mondo dei vivi non era governato da nessuno.
Seth era contento, pensando che sarebbe diventato il faraone dei vivi, ma non sapeva che Iside era incinta del figlio di Osiride. Egli sarebbe diventato faraone dei vivi per diritto di nascita. Dopo che Iside ebbe dato alla luce Horus, si pensò che il bambino sarebbe diventato faraone dei vivi, ma ancora una volta Seth scoprendolo divenne furioso.
A questo punto sulla stele inizia il vero incantesimo. Seth fece avvelenare il bambino da uno scorpione, spesso associato col serpente demone Apopi. Iside fu incredibilmente addolorata dalla morte del figlio, e chiese aiuto a Ra. Egli inviò Thot, il quale riportò in vita il figlio. A partire da questo momento Ra diventa un difensore di Horus, come avrebbe fatto il padre Osiride se fosse stato in vita.
Horus visse, ed in seguito si scontrò con Seth per decidere chi sarebbe stato il faraone dei vivi. Durante il combattimento Seth strappò un occhio a Horus vincendo la battaglia. È da qui che nasce la simbologia dell'occhio di Horus. Seth divenne di nuovo faraone dei vivi. Iside non poteva stare a guardare, dato che suo figlio era il re di diritto. Si recò nell'oltretomba travestita, in cerca di Seth. Gli disse che qualcuno cattivo aveva rubato al figlio qualcosa che era suo di diritto. Seth ordinò di rimediare al problema, non sapendo a chi si stava riferendo. Iside si mostra a Seth ed egli tenta di ritrattare, ma Ra fa da testimone nominando Horus faraone dei vivi.
La maggior parte della stele parla di come Horus fu avvelenato e curato. Gli antichi Egizi utilizzavano la stessa cura per le persone comuni. I malati avrebbero avuto al loro interno lo spirito di Horus, e quindi potevano essere curati allo stesso modo di Horus stesso. Le storie riportate su questa stele, soprattutto quella di Iside e Horus, sono tra le più complete ritrovate sui monumenti.
La stele magica è uno degli artefatti più impressionanti del Metropolitan Museum of Art. Non solo si tratta di un'opera d'arte, ma funse anche da ricettario medico in epoca egizia.
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Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 10:38 am

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Re: Dio, Deus, Divos, Deivos, Theos, Zeus, Jove, Giove, Javh

Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 11:13 am

Anche le lapidi tombali sono da inserire in questa variegata tradizione religiosa universale

https://it.wikipedia.org/wiki/Lapide
L'utilizzo di una stele, così come è chiamata la lapide in un contesto di archeologia, è una delle forme più antiche di arte funeraria. Originariamente la lapide coincideva con il coperchio della bara o con la bara stessa. Alcune bare del XVIII secolo includevano delle piccole lapidi che indicavano la posizione dei piedi del defunto.
Lapidi con piccole lapidi ai piedi della tomba
Le lapidi nei cimiteri sono punto di riferimento per esprimere il lutto e il ricordo del defunto. A tal proposito la lapide viene utilizzata anche dopo la cremazione e in questo caso può assumere il nome di placca.

Stele venetiche

‘Pigrafe ente xvare łengoe
viewtopic.php?f=43&t=232

‘Pigrafe en łengoa venetega:

Stele veneteghe, co cavaj, de Pava
http://picasaweb.google.it/pilpotis/Ste ... avaiDePava

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eraria.jpg



Stećak
https://it.wikipedia.org/wiki/Ste%C4%87ak
Stećak ([stetɕak]; plurale: Stećci [stetɕtsi]) è il nome che identifica delle pietre tombali monumentali risalenti al Medioevo che si trovano sparse in Bosnia ed Erzegovina e in alcune zone delle odierne Croazia, Montenegro e Serbia nelle zone che erano comprese nei confini del Regno di Bosnia. Ne sono stimate circa 60.000 in Bosnia ed Erzegovina e altre 10.000 nei paesi vicini.[1] Le pietre iniziarono ad apparire nel corso dell'XI secolo, per raggiungere la massima diffusione nel XIV e XV secolo, prima di scomparire sotto la dominazione ottomana. Si trattava di una tradizione della chiesa bosniaca per fedeli sia cattolici che ortodossi. Gli epitaffi riportati sulle pietre sono scritti in alfabeto cirillico bosniaco ("Bosančica" [bosaŋtʃitsa]). La più ampia collezione di Stećak si trova presso la città di Radimlja, in Erzegovina.


Stele
https://it.wikipedia.org/wiki/Stele
Per stele (al plurale stele)[1] si intende genericamente un monolito, di altezza solitamente inferiore al metro, che reca scolpita una delle facce con raffigurazione più o meno schematica della persona umana. L'azione di scolpire il monolito è di solito suggerita dalla originaria forma piatta.[2] Spesso le stele erano usate come cippo di confine e avevano in generale scopo commemorativo.
Largo utilizzo di stele è riscontrabile in culture e luoghi diversissimi: ne realizzarono gli Egizi, così come altre popolazioni del Vicino Oriente antico, e se ne trovano nell'antica Grecia, in Etiopia, in Cina (e in generale nell'Estremo Oriente, forse con qualche relazione con quelle d'Occidente). Del tutto indipendenti culturalmente risultano quelle mesoamericane (Olmechi e Maya).
Le stele preistoriche più significative sono quelle della valle del fiume Durance (Vaucluse) e sono ascrivibili alla cultura di Chassey (neolitico pieno europeo, diffuso nella Francia meridionale): in queste, lo stile è fortemente geometrico e le linee del volto si associano ad altre linee di valore non figurativo. A quelle della Vaucluse vengono spesso associate quelle dell'Hérault, che hanno una forma più tondeggiante e, presumibilmente, sono più tarde.
Esistono esemplari di stele in Spagna e Portogallo, ma un'associazione unica è quella di Sion, dove sono state recuperate stele con decorazione geometrica e stele-menhir.
Il termine "stele" viene usato anche per riferirsi ai menhir antropomorfi armoricani e ai megaliti della seconda età del ferro in Armorica.


Tofet
https://it.wikipedia.org/wiki/Tofet
Il tofet (o tophet) è un santuario fenicio-punico a cielo aperto, consistente in un'area consacrata dove venivano deposti e sepolti ritualmente i resti combusti dei sacrifici e dalle sepolture infantili.
Una zona ristretta dell'area era in genere occupata dalle installazioni per il culto (sacelli e altari). Molti cinerari erano accompagnati da stele con iscrizioni. Si trova di solito in un'area periferica della città, nei pressi della necropoli. Tofet sono stati rinvenuti a Cartagine, a Hadrumetum (oggi Sousse, in Tunisia), ed in altre città puniche dell'Africa settentrionale. In Italia sono presenti a Mozia e Solunto in Sicilia, e a Tharros, a Sulki (oggi Sant'Antioco), sul Monte Sirai (a Carbonia), a Nora e a Bithia, in Sardegna.


Khachkar
https://it.wikipedia.org/wiki/Khachkar
Un Khachkar ("Խաչքար" in armeno, che significa "croce di pietra") è un cippo funerario scolpito che si trova tipicamente in Armenia.
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