Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Berto » mar mag 03, 2016 9:18 am

Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Bufała, bufa, bufo (buffa, buffo)

Messaggioda Berto » mar mag 03, 2016 9:18 am

???

https://it.wikipedia.org/wiki/Bufala

Il termine bufala può indicare in lingua italiana un'affermazione falsa o inverosimile. Può perciò essere volta a ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto. In alcuni casi si prefigura il reato di truffa, nel caso in cui l'autore, o gli autori, procurino per sé o per altri un ingiusto profitto a scapito delle vittime.

Secondo il Vocabolario della Crusca, "bufala" deriva dall'espressione "menare per il naso come una bufala", ovvero portare a spasso l'interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l'anello attaccato al naso. Secondo Giorgio De Rienzo, invece, la parola deriva dal dialetto romanesco, e sta ad indicare, in analogia all'animale, una "persona ottusa e rozza". Il vocabolo potrebbe però anche derivare dalla bufalata, una festa senese o fiorentina dove venivano fatte correre le bufale, occasione, secondo il Vocabolario della Crusca, per giostre, tornei e mascherate.
Un'altra possibile etimologia è quella dall'espressione "pescare a bufala", ovvero la pesca con due tartane che tirano una sola rete[4], tecnica di pesca difficile e che, in caso di errori, può portare a risultati disastrosi. Una possibile interpretazione del significato si può collegare al termine "buffa" ovvero folata o soffio di vento (buffare = soffiare) e pertanto derivabile in senso figurato da un qualcosa che viene comunicato tramite un soffio di vento, perciò senza solide basi, sicuramente falso.[senza fonte] Nel tempo, (sempre ipoteticamente) l'etimologia di questa parola si sarebbe via via trasformata, perdendo una "f" e acquisendo il fonema "la" alla fine, tipica della pronuncia dialettale toscana (base della moderna lingua italiana).[senza fonte]

L'etimołoja de ła Kademia de ła Crusca lè na bufała.
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Re: Bufała, bufa, bufo (buffa, buffo)

Messaggioda Berto » mar mag 03, 2016 9:20 am

Cfr. co:

http://www.etimo.it/?term=buffa
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http://www.etimo.it/?term=buffo
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http://www.etimo.it/?term=buffone

http://www.etimo.it/?term=buffare
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http://www.etimo.it/?term=bufera
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http://www.etimo.it/?term=beffa
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http://www.etimo.it/?term=beffare
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bluff

https://it.wikipedia.org/wiki/Bluff

Il cosiddetto bluff (dall'inglese to bluff, ingannare; in italiano simulazione, dissimulazione) è un atteggiamento tenuto da un giocatore durante una partita, un gioco o una competizione di qualunque altro tipo che lo veda contrapposto ad uno o più avversari, tendente ad indurre in errore un avversario, impedendogli di capire quale sia la propria situazione di gioco, per esempio facendo credere di essere in una situazione migliore di quella reale, o viceversa.
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Sixara » mer mag 04, 2016 6:41 pm

Mi, par mi, gà ke fare co kel buxiaron de l Bafometto.
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Berto » mer mag 04, 2016 7:07 pm

Sixara coalke volta fa la seria.
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Sixara » mer mag 04, 2016 7:55 pm

Sì Alberto, cuàlke olta :

Un caso emblematico (che si ripropone in termini più o meno analoghi per Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone) è quello di papa Silvestro II (999-1003), al quale Guglielmo di Malmesbury attribuì la diabolica creazione di una testa d'oro parlante che, chiamata a consulto, mormorava segreti consigli: uno strumento nel quale bisogna forse riconoscere le prime machines soufflantes a forma di testa umana con le quali si andava sperimentando la forza espansiva dell'aria riscaldata (White, 1963).

Automi

Cosèle le machines soufflantes - le màkine supianti - a forma de testa ( de Turko parlante)? Tipo el Bafhomet, kel buxiaro de kel contabàle de kela màscara ca t inbròja e ca te tòe n jro = buffone.
Te meto anca la facìna veryhappy, cusì te ghe taxi :D
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2016 2:54 am

Sixara, forse a te ghè raxon.


Però ???

Bafometo

L'interpretazione etimologica

Ma forse è proprio nell'interpretazione etimologica del nome Baphomet che possiamo imbatterci negli spunti più intriganti e probabilmente verosimili. Un dato certo è che lo storpiamento antico francese di Mahomet sia documentato nel corso del processo iniziato nel 1307. Egualmente attestato è il nome baphometéries - o anche baphoméries - per le moschee presenti in territorio francese in epoca medievale. Lo scrittore di tematiche sufi Arkon Daraul (pseudonimo di Idries Shah) ha poi ipotizzato un'origine dall'arabo abu fihama(t) 'padre della comprensione', reso probabilmente come bufihimat nell'idioma dei Mori iberici. Più antica la teoria dell'illuminista e massone settecentesco Friedrich Nicolai, che ricostruirebbe Baphomet dal greco baphe (immersione) e metis (saggezza). Infine piena di fascino è certamente la tesi di Hugh Schonfield, fra i primi studiosi dei manoscritti esseni di Qumran. In The Essene Odyssey, Schonfield ha applicato l'antico sistema crittografico denominato « sequenza athbas » - procedimento cabalistico (della temurah, esegesi basata sull'anagramma delle lettere) presente già nella Bibbia e consistente nell'uso dell'ultima lettera dell'alfabeto ebraico in luogo della prima, della penultima per la seconda, ecc. - a Baphomet, trascritto in ebraico - da destra a sinistra - taw, mem, waw, pe, beth: ha ottenuto così 'alef, yod, pe, waw, sin: vale a dire (sempre leggendo da destra a sinistra) il gr. Sophía.
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Berto » gio mag 05, 2016 3:01 am

Bufon

https://it.wikipedia.org/wiki/Buffone
Buffone è un termine col quale si indicava un giullare, molto spesso deforme, che nelle Corti aveva l'incarico di suscitare le risate dei Signori con facezie e scherzi.
Nel Medioevo in Italia esistono artisti che vanno nelle Corti e tentano di vivere con i loro spettacoli: essi formano le compagnie di "Joculatores". Nel secolo XV compaiono i monologhi buffoneschi, il "Mariazo" , recitato durante i matrimoni e lo "Gliommero", scioglilingua. Fino dal secolo XIV era diffusa la "frottola", la cui caratteristica era una narrazione di tipo umoristico che diverrà dialogata e teatrale nel XVI secolo. Nella Sacra rappresentazione ci sono i "Frammessi", con carattere comico - rusticano, perché sulla scena c'è riflessa la vita quotidiana, con la satira del contadino, per lo più ambientata in Toscana. In queste rappresentazioni si esibiscono i buffoni che mettono in scena figure di storpi, deformi, nani e talvolta lo sono essi stessi. In Italia lavorano nelle Corti, non hanno una carica ufficiale, perché svolgono anche altri lavori. Alcuni nomi di essi sono: Pietro Gonnella, alla Corte estense di Ferrara, il Barlacchi, Mastro Andrea, Zuan Polo (buffone a Venezia), Domenego Tajacalze (anch'egli buffone a Venezia), Antonio da Molino detto il Burchiello ed altri.
In Francia essere buffoni significava avere una vera e propria carica. In questo paese nacque il primo buffone riconosciuto, Geoffroy, che visse alla corte di Filippo V il Lungo (XIV secolo), e i buffoni mantennero la carica fino al 1662, anno in cui fu soppressa, anche se i buffoni rimasero operanti fino alla Rivoluzione. Questi buffoni vestivano abiti speciali.
Durante il Rinascimento italiano il genere comico-popolare si allarga e nelle città di Firenze e Venezia nascono compagnie teatrali. Ci sono dunque i buffoni e "cantimpanca" nelle Corti ed anche nelle case private, motivo per cui crescerà l'esigenza di avere un teatro.


El Torototela e el tote
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Re: Bufała, bufa, bufo, bèfa (buffa, buffo, beffa), bluff

Messaggioda Sixara » gio mag 05, 2016 1:24 pm

Nò, l etimoloja pì seria l è pò cuea de la raìxa puh de l supiàre, de l gonfiare (le masèle) de na bestia-òmo ke l sia. Cueo xe: supiàre, ca lo fàga el rospo o n òmo l è istéso, pa difendarse/ofendare stésa roba.
Però, vòto metare la me interpreta'zion :D
e 'lora, stà-tènto : la prima olta ke vièn fòra el baphomet l è tel verbale de l procèso ke i ghe fà i Tenplari e da indoe vegneveli? da oriente, e là i ghea sunà-su on poke de turcarìe e i se le gheva portà n Francia, e ghe gà piaxesto , le corti soradetuto, sta idea de l automa, on òmo-finto, on mèzo-busto pozà , sen'za ganbe, vestìo da Turco col turbante n testa, ke l ghea de i mecanixmi segreti ke te ghe domandavi e lu te dava la risposta... el te la spipolava, ca no se capiva gnente de cueo ke l dixea, ma jera mejo cusì, ke l dixea robe segrete anca lore, de mistero come...
Pò el baphomet, se propio voemo dirla tuta, el ghea anca i bàfi :lol: el jera on omèt co i bàfi e, scùxame, ma mi vago senpre vànti pa analoje, ghe entra anca i bàfi co l etimoloja de bufo-bufa, nò? Bàfi, bàbi-bàbio, xbésola, mento, labbra... bàtare el bàbio... na roba cusì.
E a la corte ki ghe jera ca ghe faxea pasàre el tenpo a i siori? El Buffone, ke l jera on òmo/ mèzo-òmo : on nano, o ke l ghea altri difèti da metare n mostra, on segnà-da-Dio, e propio par cueo ke l podea dire tuto cueo ke l volea, ke l li toea pal cu tuti, ma propio tuti, anca el Papa, par modo de dire, e no ghe capitava gnente lu, ke dezà ghe jera capità tuto cueo ke l signore a ghea mandà, e col parlava a parea senpre ke l dixese pa sker'zo, ma el faxea sol serio.
Anca màsa, ke l faxea sol serio: còsa vièn fora sa te lo lèzi a l incontrario co l alèf-bèt ... Taw-Mem-Waw-Pe-Bet ke l deventa Shin-Lamed-He-Ayin-Alef (sta cuà l è la justa scansion col canbio de posto a scalare)... sophia ke l è pò Hochmà, e co l Hochmà a ghè poco da sker'zare.
Però co la core'zion no vien pì fòra sophia... no sò còsa, però nò la sapien'za, naltra roba.
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