Università di Francoforte
Gerhard Dilcher
FORMAZIONE DELLO STATO E COMUNE CITTADINO NEL SACRO ROMANO IMPERO
http://www.dirittoestoria.it/3/Memorie/ ... tadino.htm SOMMARIO: – I. Il comune come forma costituzionale. – II. Leghe tra città e Impero. – III. Conclusioni – comune cittadino e stato.
La Hansa però non era originariamente una lega tra città, ma piuttosto, in maniera simile alla gilda, una associazione di mercanti che si univano per viaggi commerciali più lunghi, soprattutto per viaggi per mare[27].
Già nel secolo XII abbiamo una Hansa dei mercanti tedeschi che vanno soprattutto da Colonia in Inghilterra, e abbiamo un'associazione di quei mercanti che vanno da Lubecca e altri posti dei Baltico sull'isola di Gotland e in Russia.
Inizialmente c'erano dunque più Hanse nei commerci via Mar del Nord e via Baltico che concorrevano fra di loro. Solo verso il 1280 i diversi gruppi di mercanti si unirono in una Hansa generale. Questa comprendeva i mercanti sulle grandi distanze delle maggiori città portuali delle coste del Mar dei Nord e dei Mar Baltico e le più importanti città commerciali dell' entroterra. Essi trattavano con i re d'Inghilterra e di Danimarca, i conti di Fiandra ed altri principi sulle questioni riguardanti il commercio e sui relativi privilegi. Misure che prendevano i mercanti della Hansa contro quelle città o quei principi che non aderivano ai loro desideri erano il divieto di commerciare e il boicottaggio. A partire dal secolo XIV le Hanse concorsero con i merchant adventurers inglesi. Nell'ambito di questi confronti sull'ordinamento dei commercio marittimo, la Hansa si trasformò lentamente da associazione di mercanti in lega tra città. Ciò fu relativamente facile perché in queste città sul mare il consiglio comunale non era composto da un patriziato di stampo aristocratico, bensi dal ceto mercantile elevato, che dominava in tal modo sulla città. Pertanto a partire dalla metà dei secolo XIV nacquero le diete anseatiche quali organi deliberanti. Le diete, alle quali partecipavano le città o meglio i grandi mercanti, emanavano delibere formali (i concordati anseatici)[28] e applicavano l'esclusione o il boicottaggio come sanzioni. A partire dall'inizio del secolo XV si costituì un sistema giuridico-politico composto da circa 70 città anseatiche e da circa 100 città che intrattenevano rapporti di cooperazione con la Hansa. L' associazione si definiva “Deutsche Hanse", comprendeva però anche città scandinave come Stoccolma e città polacche come Cracovia. Suddivisioni regionali completavano il sistema....
II. – Leghe tra città e Impero
Come abbiamo già accennato, i comuni cittadini diffusi sia al Nord che al Sud non potevano allargare al paese nessun ordinamento politico secondo il principio repubblicano da essi sviluppato e diventare di conseguenza diretti precursori dello stato di diritto e costituzionale borghese del secolo XIX. Abbiamo già detto che in Italia avviene un capovolgimento in una forma di governo monarchica, un governo di cosiddetti tiranni, come venne accennato da Bartolo ed in seguito presentato da Machiavelli nel “Principe”. Attraverso la forma monarchica di stato, le città più forti dell'Italia centro-settentrionale acquisirono la forza per creare stati territoriali, che erano tuttavia in numero limitato e in forte concorrenza tra di loro. Mi sembra comunque molto utile osservare che all'interno degli stati cittadini italiani permangono forme originarie della costituzione sviluppata dal comune[13], come il concetto di cittadinanza, la legislazione statutaria, le cariche civiche, un consiglio comunale. In Germania invece le città mantengono invero una costituzione comunale, cioè repubblicana, ma non riescono a diventare un reale centro di potere politico; anche i territori civici in dotazione di alcune città come Berna, Ulma o Norimberga, hanno un'estensione relativamente limitata.
Non possiamo tuttavia accontentarci di questa osservazione. Dobbiamo invece prendere in considerazione un fenomeno che ha trasformato le città in un fattore politico ordinatore importante, le ha poste al livello di imperatore, re, principi e aristocrazia: le leghe tra città. Qui si associano spesso molteplici città, formulano le loro mete politiche e le raggiungono in parte in modo pacifico, in parte con la forza delle armi, diventando così importanti fattori della politica. L'apice di questo movimento si ha durante il periodo degli imperatori Svevi, con la prima e la seconda Lega lombarda nell'Italia centro-settentrionale[14] e con la Lega renana in Germania dopo la morte di Federico II. Per il nostro tema non possiamo dunque evitare di analizzare questo fenomeno e di domandarci come mai la potenza associata delle città non solo non si afferma, ma si esaurisce quasi da solo in Italia nel tardo Medioevo, in Germania al più tardi al principio dell'età moderna, dunque dopo il 1500.
Alla Lega lombarda è giustamente dedicata una relazione durante questo simposio. Ma io me ne devo occupare, anche se brevemente, perché essa rappresenta uno dei punti culminanti della mia tematica.
La prima Lega lombarda rappresenta l'origine e il modello di tutte le leghe fra città. Che cos’era successo? L'imperatore Federico Barbarossa, in quanto sovrano potente e carismatico, vuole riaffermare i diritti dell'Impero sull'Italia centro-settentrionale alla dieta di Roncaglia del 1158[15], Inoltre vuole ristabilire lo stato giuridico dei Salii del principio del secolo, cioè una sovranità sulla città concessa dall'impero, nella quale il comune dei cittadini e i magistrati eletti da loro non vengono presi in considerazione.
Questa pretesa viene perfino convalidata dai giuristi, i quattuor doctores che provengono dalle città dell'Italia centro-settentrionale, in particolare da Bologna, essa viene raccolta in una legge sui diritti del re, le regalie, e congiunta alle prerogative dell'Impero romano- bizantino dell'epoca di Giustiniano, di stampo quasi assolutistico. I legati delle città danno la loro approvazione, perché non vogliono contestare l'appartenenza all'Impero e non vogliono porsi contro il diritto. Solo la realizzazione di questa pretesa giuridica apre loro gli occhi. Essi si richiamano successivamente alla consuetudine che nel frattempo è subentrata, la consuetudo che ha fondamento giuridico, alla prescrizione dei diritti imperiali in contrasto con questa e al loro diritto di resistenza alla repressione delle posizioni giuridiche conquistate dai comuni.
Non ho bisogno di esporre qui le lotte esasperate, le faziosità anche tra le città lombarde, il crudele assedio e la distruzione di Milano, il capovolgimento della situazione con la battaglia di Legnano. Però devo accennare alla nuova situazione giuridica venutasi a creare con la pace di Costanza del 1183[16].
La pace di Costanza porta con sé ciò che si è già delineato nelle Fiandre e nella Francia orientale con il privilegio particolare dei conte di Fiandra e del re francese[17] e adesso viene consolidato tramite un contratto tra molteplici città e il più alto potere dell'Occidente, quello imperiale: il riconoscimento del comune come legittima associazione di cittadini, il loro autogoverno tramite magistrati eletti e l'ampia autonomia dei loro ordinamento giuridico.
Tale riconoscimento viene inserito nella federazione dell'impero in un modo già precostituito con il sistema feudale: da un lato con l'affidamento ai magistrati, da parte dell'imperatore, dei diritto di banno; dall'altro con l'introduzione nel giuramento dei cittadini e degli abitanti di una dichiarazione di fedeltà all'imperatore e all'Impero.
Ciò maschera solo faticosamente il carattere rivoluzionario di questo avvenimento fatto notare da Max Weber, e cioè che una grande associazione di uomini eserciti su se stessa la sovranità collettiva, uomini che, come registra scandalizzato lo zio di Federico Barbarossa, il vescovo Ottone di Frisinga, sono di condizione inferiore, inferioris conditionis, ed esercitano il disprezzato lavoro manuale, contemptibilium eciam mechanicarum artium opifices.
Nell'aristocraticissimo mondo del potere dell'alto Medioevo, per mezzo della formazione del comune e dell'unione di più comuni in una lega, il comune stesso era penetrato come un'associazione direttamente legata all'Impero e perciò in una posizione simile a quella dei principi[18]. Poiché la pace di Costanza non era solo un importante documento della costituzione del regno italico, ma era stata inserita dai giuristi nel testo dei libri feudorum e quindi dello ius commune, la si può definire come un documento costituzionale europeo, che conteneva il riconoscimento del comune cittadino come legittima forma costituzionale.
Alla diffamazione da parte del clero della communio iurata quale coniuratio illegittima, veniva dunque tolto ogni fondamento. La Lega lombarda che aveva conseguito questo successo militare, politico e giuridico non era null'altro che il trasferimento del principio costituzionale del comune ad una associazione di più comuni: come il comune dei cittadini eleggeva i consoli, cosi i legati delle città eleggevano i rettori della Lega. Come il comune dei cittadini era unito attraverso il giuramento, così giuravano alleanza dapprima i consoli e poi le cittadinanze unite. Come la città aveva sviluppato una propria giurisdizione al posto dei missi vescovili e reali, così sorse una seppur blanda giurisdizione della Lega stessa. La Lega era dunque una forma giuridica come il comune, un'associazione fondata sul giuramento[19].
La Lega lombarda però fu forte solo in due periodi o situazioni: contro Federico Barbarossa e poi, dopo essersi ricostituita, contro Federico II, fino a quando cioè gli imperatori svevi minacciarono la libertà e la posizione giuridica delle singole città. Nel momento in cui venne meno la minaccia, venne a cadere anche la solidarietà delle città dell'Italia centro-settentrionale. Il cittadino rimase soprattutto cittadino della propria città, non di una lega, di una regione o addirittura di una nazione. L'identificazione dei cittadini, i loro interessi, si limitavano all'appartenenza alla città. Chi come Dante sentiva l'esigenza di una unità più ampia, doveva collegarla, in mancanza d'altro, all'Impero - un Impero che aveva il suo centro politico al di fuori dell'Italia ed inoltre si indeboliva sempre di più politicamente. L'organizzazione politica del paese tramite comuni equiparati nei diritti, legati l'uno all'altro, era destinata a non avere un futuro in Italia.
In Germania sembrò per un momento che le cose andassero diversamente. Nello stesso periodo in cui si formava la seconda Lega lombarda che, alleandosi con il papato, resisteva efficacemente all'imperatore Federico II, si facevano in Germania i primi tentativi di realizzare una lega tra città. Tuttavia in Germania i vescovi esercitavano ancora la sovranità sulla cittadinanza e questi vescovi non accettavano consoli liberamente eletti. Pertanto essi riuscirono ad ottenere dall'imperatore, con il famoso decreto di Ravenna dei 1232, la proibizione di coniurationes e colligationes, cioè di tutte le associazioni di cittadini e dei magistrati civici.[20] Il movimento comunale era però troppo avanzato perché alla lunga potesse essere represso. Dopo la morte di Federico II e il periodo di vacanza dell'autorità monarchica tedesca, le città dei territori che rappresentavano il nucleo dell'Impero, quelle lungo il Reno, si unirono in una Lega che diventava sempre più grande. Il loro scopo era quello di conservare, vacante imperio, pace e giustizia[21]. Si trattava dunque, come è stato formulato durante un recente convegno, non di una alleanza per opporre resistenza come la Lega lombarda, bensì di una alleanza per la difesa della costituzione del regno. Alle città interessava particolarmente la difesa delle vie commerciali che erano di importanza vitale, in particolare quelle lungo il Reno; la protezione contro l'abuso nei dazi, ma anche contro il blocco delle strade da parte dei nobili e contro le faide che stavano prendendo il sopravvento e che venivano utilizzate per ricattare mercanti e città[22]. Il movimento delle città era così potente, che vescovi, principi e piccola nobiltà si unirono alla Lega, per fronteggiare l' incombente anarchia. Un effetto collaterale di questa Lega per la difesa della pace, al posto dei re, era che la forma costituzionale comunale e i diritti così conquistati dalle città, ivi compreso quello di un consiglio liberamente eletto, non poteva più essere legittimamente messo in discussione, poiché sia i più alti principi dell'Impero che la piccola nobiltà si erano alleati alle città e avevano prestato il giuramento, riconoscendo così come legittima questa forma costituzionale, esattamente come era accaduto in precedenza in Italia con la pace di Costanza. Una conseguenza della motivazione di difesa della pace vacante imperío fu tuttavia che la Lega si sciolse nella discordia non appena fallì il tentativo di ripristinare un regno unitario con una doppia elezione nel 1257. Rodolfo d'Asburgo ed i successivi re tedeschi tentano poi di assumere nuovamente la difesa della pace promuovendo la pace territoriale. Cosa che tuttavia riesce solo in maniera incompleta durante il lungo periodo di indebolimento dell'autorità monarchica alla fine dei Medioevo, cioè tra i secoli XIV e XV. Principi e nobili giurano la pace territoriale solo per un tempo determinato, mantenendo le eccezioni per la faida cavalleresca. Così continua la situazione insostenibile che le vie commerciali delle città vengono bloccate e interrotte, i mercanti vengono derubati oppure devono pagare forti tasse per la scorta, non esiste nell'Impero il monopolio per l'uso legittimo della forza[23]. Qui contava il fatto che non esistevano territori comunali abbastanza grandi che confinassero l'uno con l'altro e che i principi non avevano ancora domato la piccola nobiltà facile alla faida. Il buon governo della città, così come rappresentato per l'Italia dagli affreschi di Lorenzetti nel Municipio di Siena, in Germania non era affatto in grado di garantire la pace, tramite la severa giustizia armata di spada, anche sul terrritorio oltre che nella città stessa.
Questo stato di cose comportò che in Germania le leghe tra città perdurassero o si rinnovassero per tutti i secoli XIV e XV. Una funzione di guida la svolgevano in questo le città "imperiali". Ma la differenza tra una città "imperiale" e una città forte, privilegiata, ma non direttamente dipendente dall'Impero era ancora così poco accentuata che anche altre città potevano unirsi a queste leghe. In Svevia, dunque nella Germania sud-occidentale ricca di città "imperiali" fino alla fine dell'Impero, abbiamo una lega tra città nel 1331, rinnovata nel 1349 da 25 città "imperiali", e una lega di 14 città nel 1376[24]. Gli scopi di queste leghe non erano solo l'imposizione della pace territoriale e la lotta contro la nobiltà cavalleresca, ma anche la conservazione della loro libertà politica e della loro influenza politica.
Esse si opponevano alla formazione aggressiva di un territorio politico, cioè alla creazione di uno stato da parte dei duca di Württemberg-Svevia, e si opponevano al pignoramento di città imperiali, della loro posizione giuridica e dei loro privilegi, da parte dei re in favore di principi e nobiltà. Nel 1381 la Lega sveva si associò alla rinnovata Lega renana così che qui si delineò la possibilità di un ordinamento politico sulla base di un'associazione tra città. Ma dopo aver ottenuto nel 1377 una vittoria sul duca di Württemberg, le città subirono una pesante sconfitta nella cosiddetta guerra delle città del 1388. Se in seguito il potere delle città sveve fu spezzato, la causa era data anche dal fatto che le loro mete politiche erano piuttosto passive ovvero difensive. In questo senso esse ebbero perfino successo alla fine. Pace e sicurezza sulle strade vennero propugnate come programma da re e principi, e quasi tutte le città sveve poterono mantenere per sé fino alla fine dei vecchio Impero la loro posizione giuridica, la diretta dipendenza dall'Impero.
Qualcosa di simile lo possiamo verificare nella Lega tra le dieci città imperiali dell'Alsazia, città fondate per lo più dagli imperatori svevi[25]. Anche qui si tratta di conservare la pace territoriale e di mantenere lo status di città imperiali. Anche qui abbiamo, come nella Lega lombarda, ma anche in quella renana e in quella sveva, diete formali, cioè un'organizzazione ed un ordinamento giuridico della Lega stessa. Nel 1354 lo stesso imperatore Carlo IV difende la lega, ma poi la scioglie. Però le città la rinnovano e nel secolo XV ottengono l'assicurazione da parte dell’imperatore Sigismondo che esse non verranno mai vendute o date in pegno. Questa Lega rappresenta una specie di struttura dell'Impero alla frontiera occidentale fino all'epoca moderna e solo con la pace di Westfalia del 1648 viene sciolta dietro pressione della Francia. L'Impero, che non diverrà mai un vero stato, può esistere benissimo con leghe tra città come sotto-struttura. Dobbiamo quindi chiederci come mai dopo il 1500 la formazione di leghe si verifichi solo in via eccezionale.
Qui non tratteremo più le leghe simili, esistenti anche nei territori orientali dell'Impero, dove non ci sono città "imperiali" - cito (a titolo di esempio) le leghe in Brandeburgo e in Lusazia [26]. Esse confermano tuttavia che con il fenomeno delle leghe tra città ci troviamo di fronte a una struttura di base dell'Impero tedesco dei Medioevo, dopo che era stata riconosciuta la costituzione comunale al più tardi con la Lega renana del 1254. Resta ancora da ricordare la Hansa delle città dei Mar dei Nord e dei Mar Baltico.
La Hansa però non era originariamente una lega tra città, ma piuttosto, in maniera simile alla gilda, una associazione di mercanti che si univano per viaggi commerciali più lunghi, soprattutto per viaggi per mare[27].
Già nel secolo XII abbiamo una Hansa dei mercanti tedeschi che vanno soprattutto da Colonia in Inghilterra, e abbiamo un'associazione di quei mercanti che vanno da Lubecca e altri posti dei Baltico sull'isola di Gotland e in Russia.
Inizialmente c'erano dunque più Hanse nei commerci via Mar del Nord e via Baltico che concorrevano fra di loro. Solo verso il 1280 i diversi gruppi di mercanti si unirono in una Hansa generale. Questa comprendeva i mercanti sulle grandi distanze delle maggiori città portuali delle coste del Mar dei Nord e dei Mar Baltico e le più importanti città commerciali dell' entroterra. Essi trattavano con i re d'Inghilterra e di Danimarca, i conti di Fiandra ed altri principi sulle questioni riguardanti il commercio e sui relativi privilegi. Misure che prendevano i mercanti della Hansa contro quelle città o quei principi che non aderivano ai loro desideri erano il divieto di commerciare e il boicottaggio. A partire dal secolo XIV le Hanse concorsero con i merchant adventurers inglesi. Nell'ambito di questi confronti sull'ordinamento dei commercio marittimo, la Hansa si trasformò lentamente da associazione di mercanti in lega tra città. Ciò fu relativamente facile perché in queste città sul mare il consiglio comunale non era composto da un patriziato di stampo aristocratico, bensi dal ceto mercantile elevato, che dominava in tal modo sulla città. Pertanto a partire dalla metà dei secolo XIV nacquero le diete anseatiche quali organi deliberanti. Le diete, alle quali partecipavano le città o meglio i grandi mercanti, emanavano delibere formali (i concordati anseatici)[28] e applicavano l'esclusione o il boicottaggio come sanzioni. A partire dall'inizio del secolo XV si costituì un sistema giuridico-politico composto da circa 70 città anseatiche e da circa 100 città che intrattenevano rapporti di cooperazione con la Hansa. L' associazione si definiva “Deutsche Hanse", comprendeva però anche città scandinave come Stoccolma e città polacche come Cracovia. Suddivisioni regionali completavano il sistema.
La Hansa, in bilico tra un'associazione mercantile e una lega tra città, regola e controlla quindi il secondo spazio commerciale marittimo dei Medioevo europeo dopo il Mediterraneo, cioè il Mar dei Nord e il Mar Baltico, tra l'Inghilterra meridionale e le Fiandre a ovest e la Scandinavia, la Russia e i paesi baltici a nord, ed un bel pezzo delle vie commerciali della terraferma. La sua potenza commerciale fece sì che la Hansa costituisse un interlocutore più potente per principi e sovrani. Ma è anche già chiara la perdita di potere che sopravvenne allorché questi principi cominciarono ad annettere i territori sotto la loro egemonia, gettando così le basi di una propria politica commerciale. Con questa nuova costellazione in Inghilterra, nei Paesi Bassi, nei territori tedeschi, in Polonia e in Scandinavia comincia il lento tramonto della Hansa nei secoli XVI e XVII.
La Hansa mostra chiaramente come l' interesse comune ai mercanti di molte città di organizzare, privilegiare e proteggere il commercio marittimo possa fondare una lega che per parecchio tempo unisce molte città e che è nel suo campo più potente di re e principi. Ma l'unione poggia soltanto sull'interesse economico di questo omogeneo ceto mercantile, e non su una volontà politica egemonica. Nel momento in cui la sovranità politica, rafforzandosi nelle mani di re e principi, regna sui territori e sviluppa altre regole economiche, cioè il mercantilismo, la Hansa perde la sua forza come per magia, senza subire una sconfitta vera e propria[29].