Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » sab apr 23, 2016 9:38 pm

Stanberga, berg, berger, albergo, ber, ger, gar, gare, garages
viewtopic.php?f=44&t=1042

Immagine

stamberga,
s. f. ‘casa squallida e sporca’ (av. 1573, A. Allori).

La vc. è tradizionalmente ritenuta d'orig. longobarda: “La casa germanica era di tronchi d'albero commessi ad arte, oppure di legno e loto. Ma si può ritenere che in alcuni casi gl'invasori abbiano occupato le abitazioni di proprietari romani (e non romani ke li jera li pì) uccisi (poki), espulsi o fuggiti (mah?), e che, per quanto tradizionalisti, abbiano ben presto cominciato a edificare essi stessi case in muratura (???). Per indicare queste case (o anche, forse, quelle dei Romani e de li non romani ke li jera li pì e ke li gheva caxe e caxono de fraske e de pali) è stato coniato un termine composto da *stain ‘pietra’ e *berga ‘alloggio’: *stainberga (da compararsi coll'alto tedesco medio steinhus ‘casa murata’ e coll'alto tedesco antico steingadum [gadum, poi gadem, gaden ‘casa d'una sola stanza’, anche in composizioni onomastiche come Berchtesgaden, anticam. Berchtoldes gadem (...)]), da cui, con uno scadimento semantico (ke càso vol dir???) caratteristico di vari germanismi, il nostro stamberga ‘casa o stanza in cattivo stato’ (prime attestazioni note: XVI secolo, Agnolo Allori)” (A. Castellani, in SLI XI [1985] 166). Ma giustamente il VEI fa capire la difficoltà di ipotizzare un'orig. longobarda per una vc. attestata solo nel sec. XVI, e, visto che l'Oudin registra stamberga nel sign. di ‘taverna’, scrive: “Visto il significato di «taverna», ora estinto, stambèrga è forse stanza unita a albèrgo o a bèrgo (pist., lucch.) «albergo» (ID XIII 84), e infatti stambergare nella montagna pistojese vale o valeva «albergare», non «albergare in stamberghe (nel senso d'oggi)», come precisa il Petrocchi”. Pur rimanendo qualche dubbio sulla proposta del VEI, è certo che la tarda documentazione della vc. fa propendere per un'orig. it. della stessa o rende molto improbabile una der. diretta del longobardo (cfr. anche Alessio Postille); nò, n ła xe de orexene tałiana cfr. tanber/tamber, tamer e berg/berga/bergeria e el senso de onto e de “trato su a ła bona kel par mal fato” lè parké łe jera caxete o tuguri i ricovari par łe bestie.




Berg, Berga, Berger
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... htdTA/edit

Borgo Berga - voxe toponomastega çelta o xermana ?
viewtopic.php?f=45&t=1028

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rie-c1.jpg

http://www.etimo.it/?term=stamberga
Immagine


Maria Teresa Vigolo – Paola Barbierato, Convergenze cadorino-friulane in ambito toponomastico in “Atti del secondo convegno di Toponomastica Friulana, Udine, 22-23 novembre 2002, in Quaderni di toponomastica friulana, nn. 6-7 (parte I e II), a cura di F. Finco, Società Filologica Friulana, Udine 2007, pp. 343-379.

http://www.pd.istc.cnr.it/index2.php?op ... iew&gid=71

Sempre nell’ambito dei toponimi legati alla terminologia pastorale, possiamo citare i derivati dall’appellativo tamber che con le varianti tamerum / temerum è ricordato più volte nei Laudi, cfr. ad es. (a.1327) “quilibet qui destruet clausuras tambris dicti Comunis…” [CAN1327, art.53], (a.1365) “grearius debeat passere XLV fede et habeat XX libras caxei, et facere trasseam in tamere” [LOR1365, art.23], (a.1380 ?) “quilibet qui non aptaverit suum temerem antequam pecudes intervenirent in temeres; condemnetur in quinque sold. parv. [AUR1380, art.140].

Il termine, che dal preromano *tamara (REW8546a) “rampollo”, “virgulto”, sarebbe poi passato al senso di “stanga”, si continua nel cad. tàmer (o tamar, tambro, tambar) “ricovero povero, a volte anche solo recinto, di carattere pastorale”, ampezz. taméi (arc.) “vecchio tugurio dei pecorai” e tamarìn “piccola capanna di ricovero per i pastori” (Croatto 203), friul. tàmar, tàmer “recinto a stanghe, a stecconata o a palizzata, che chiude i varii fabbricati che costituiscono la casèra.

Un tempo significava anche lo spazio, chiuso da stanghe, ove le mandre serenavano all’aperto, ciò che è in uso ancora in Valcellina” (NPirona 1168).

L’appellativo è alla base di molte forme toponimiche e ogni paese del Cadore ha una località con tale nome, cfr. ad es. Tambre d’Alpago, Tamèr, Tamarìl (S. Pell., NLVB 241),Tamaròz (Pellegrini, NLMC 88), cfr. inoltre più microtoponimi Tamer, Tamber nei Laudi: (a.1331) “apud fedaria de Ambrizola vel in campo de Post Forca de Tamaio” [AMB1331, art.51]; (a.1364) “infra per quemdam viale...et ferit in quodam Collo qui dicitur ad Tamer qui est in capite campi Nicolai de la Rigessa” [CAL1364, art.54]; (a.1365) “saltarii debeant habere tertiam partem omnium pignorum de montibus Loschi, et de Tamaris habeant dimidietatem” [LOR1365, art.9]; (a.1459-1664) “… est unus mansus nominatus Tamber” [FES1459-1664, art.1]; (a.1599) “usque ad rivum in loco ubi est Rade de Val, qui rivus labitur a Tamarì” [SOT1599, art.36], etc.

Altrettanto numerosi sono i toponimi friulani, cfr. più luoghi Tàmar, Tamaràt, Tamaróz (Frau, DTF 114-5), a Forni di Sopra Tàmar (Tàmaras) luogo che rappresenta un’antica attività di pascolo e Tamarat (Al Tamaràt) Tamariéi Tamarut (Al Tamarùt), Anziutti 163-4, cfr. inoltre Tamarut, casera ad ovest di Pesariis (Lamberti 148).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm


Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » mar apr 26, 2016 9:47 am

Sukah

https://it.wikipedia.org/wiki/Sukkot

Il termine Sukot (סוכות o סֻכּוֹת entrambi sukot), meglio Sukkot o Succot, si riferisce ad una festa di pellegrinaggio della durata di otto giorni, sette giorni in Israele (quindi fuori da Eretz Israel i giorni sono otto (cfr Calendario ebraico, Diaspora ebraica e Rosh Chodesh): i primi due e gli ultimi due sono di Yom Tov.
È conosciuta anche con i nomi di "Festa delle capanne", "Festa dei tabernacoli" e "Tabernacoli". Nell'Ebraismo è una delle festività ebraiche più importanti. Il termine fa riferimento, inoltre, ad una località di cui si parla nella Bibbia Ebraica.

La parola "sukoth" è il plurale della parola ebraica sukah che significa, per l'appunto capanna. Il termine sukah nel linguaggio comune indica proprio la capanna che viene costruita appositamente per la celebrazione della festa in ricordo del periodo "nel deserto" dopo l'Esodo biblico del popolo ebraico dopo essere stati in Egitto.

Cfr. co:

Tucul
https://it.wikipedia.org/wiki/Tucul
Il Tucul è un semplice edificio a pianta circolare con tetto conico solitamente di argilla e paglia, tipico di molte regioni africane, in particolar modo dell'Africa orientale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » gio giu 09, 2016 8:39 am

Stàła (stalla), stìa, stabio, tabià, staxo (staggio), stanberga, tigore, maxo, malga, ...
viewtopic.php?f=44&t=1031
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » gio giu 09, 2016 8:42 am

Dacia, cottage, chalet

https://it.wikipedia.org/wiki/Dacia_%28abitazione%29
Le prime dacie in Russia cominciarono ad apparire durante il regno di Pietro il Grande. Inizialmente erano casette estive site in campagna che venivano date ai vassalli leali dallo zar. In russo arcaico, la parola dača significa qualcosa di dato ed è affine al latino data.

https://en.wikipedia.org/wiki/Dacha
The first dachas in Russia began to appear during the 17th century, initially referring to small estates in the country that were given to loyal vassals by the tsar. In archaic Russian, the word dacha means something given, from the verb "дать" [dat'] - "to give".


Allotment (gardening)
Bach (New Zealand)
Buitenplaats
Bungalow
Chalet
Cottage
English country house
Farmhouse
Holiday cottage
Summer house
Vacation property



• Allotment (gardening)
• Bach (New Zealand)
• Buitenplaats
• Bungalow
• Chalet
• Cottage
• English country house
• Farmhouse
• Holiday cottage
• Summer house
• Vacation property


http://www.etimo.it/?term=tegola
http://www.etimo.it/gifpic/14/71ba33.png




https://en.wikipedia.org/wiki/Cottage
Originally in the Middle Ages, cottages housed agricultural workers and their friends and families. The term cottage denoted the dwelling of a cotter. Thus, cottages were smaller peasant units (larger peasant units being called messuages). In that early period, a documentary reference to a cottage would most often mean, not a small stand-alone dwelling as today, but a complete farmhouse and yard (albeit a small one).
Thus, in the Middle Ages, the word cottage (MLat cotagium) denoted not just a dwelling, but included at least a dwelling (domus) and a barn (grangia), as well as, usually, a fenced yard or piece of land enclosed by a gate (portum). The word is probably a blend of Old English cot, cote "hut" and Old French cot "hut, cottage", from Old Norse kot "hut" and related to Middle Low German kotten (cottage, hut) . Examples of this may be found in 15th century manor court rolls. The house of the cottage bore the Latin name: "domum", while the barn of the cottage was termed "grangia".
Later on, "cottage" might also have denoted a smallholding comprising houses, outbuildings, and supporting farmland or woods. A cottage, in this sense, would typically include just a few acres of tilled land. Examples of this type included the Welsh Tŷ unnos or "house in a night", built by squatters on a plot of land defined by the throw of an axe from each corner of the property. Much later, from around the 18th century onwards, the development of industry led to the development of weavers' cottages and miners' cottages.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Cottage


https://fr.wikipedia.org/wiki/Chaumi%C3%A8re


https://en.wikipedia.org/wiki/Chalet
https://it.wikipedia.org/wiki/Chalet
Uno chalet /ʃa'lɛ/, o chalet svizzero, è un tipo di costruzione di casa tipico degli ambienti montani (specialmente alpini) in legno.
Webster's Dictionary definisce uno chalet "Una abitazione in legno con un tetto a spiovente e ampiamente a strapiombo con grondaia, comune in Svizzera e in altre regioni alpine". Il termine oggi può essere utilizzato per qualsiasi cottage e presentarsi costruito in questo stile.
Il termine deriva da chalet Arpitan termine proveniente dalla Svizzera e dalla Savoia. Questo termine, a sua volta, deriva dal latino medievale calittum, di dubbia derivazione. Alcuni lo fanno derivare da una parola indoeuropea cioè cala che significherebbe rifugio.
Nel Québec francese viene chiamato chalet anche una costruzione, specialmente in una stazione di sci, che non viene costruita nello stile classico dello chalet.
In molte Alpi molti chalet vengono utilizzati stagionalmente come aziende agricole.
I pastori che vi vivono vi producono burro e formaggio e li utilizzano come luogo di conservazione del formaggio.
In inverno, i prodotti col bestiame, sono portati a valle, lasciando, nelle stagioni fredde, inutilizzati gli chalet.
Vicino a piccole finestre degli chalet, vi sono piccole capanne dette Mazots dove venivano chiusi degli oggetti preziosi per il periodo inutilizzato degli chalet.

https://de.wikipedia.org/wiki/Chalet
Das Wort chalet (frz.; von lateinisch cala «geschützter Ort») stammt aus der französischsprachigen Schweiz und bedeutete ursprünglich Sennhütte. Der heutige Sprachgebrauch bezieht auch Ferienhäuser und -wohnungen mit ein.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » ven ago 26, 2016 9:18 pm

La “casa baraccata”: il primo regolamento antisismico d’Europa è dei Borbone
25 agosto 2016

http://www.vesuviolive.it/cultura-napol ... ei-borbone

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... pompei.jpg


Il territorio italiano e soprattutto quello dei paesi a ridosso della dorsale appenninica sono tra i più esposti al mondo ad attività sismica e da secoli hanno dovuto fare i conti con i terremoti e i danni da esso causati. Pochi sanno che le prime case antisismiche furono fatte costruire dai Borbone che redassero il primo regolamento antisismico d’Europa.

Tutto iniziò dopo il 5 febbraio del 1783, una data terribile per la Calabria e per il sud intero. Uno degli eventi più tragici della storia e un terremoto di un magnitudo elevatissimo, tra i più alti che l’Europa abbia mai visto. Le zone colpite furono quelle di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro che videro la morte di 30.000 persone. Il governo borbonico subito si mise all’opera per la ricostruzione emanando un regolamento antisismico, il primo della storia.

Questo prevedeva la costruzione di una muratura rinforzata da un telaio di elementi lignei “inventata” dall’ingegnere Francesco La Vega, definita poi nel corso dell’Ottocento “casa baraccata“. Questo sistema si basava sugli ultimi studi dell’ingegneria settecentesca e su una tecnica costruttiva antica già in uso in Calabria.

Ma l’ingegnere spagnolo come ideò questa tecnica antisismica? In realtà non si trattava di niente di nuovo, ci avevano già pensato gli antichi romani. Agli inizi del XVIII secolo Carlo III di Borbone decise di avviare un’intensa campagna di scavo ad Ercolano e successivamente a Pompei e Stabia. Le attività di recupero e lo studio dei reperti archeologici furono dirette dal 14 marzo 1780 proprio da Francesco La Vega. Durante queste operazioni l’ingegnere ebbe modo di osservare, proprio nelle città vesuviane, il cosiddetto Opus Craticium (opera a graticcio) cioè pareti intelaiate da elementi lignei.

Grazie all’impiego di questa soluzione, le costruzioni successive al 1738, tra le quali anche il Palazzo del Vescovo di Mileto (Vv), riuscirono a resistere anche ai terremoti più devastanti, come quelli che colpirono la Calabria nel 1905 e nel 1908 con magnitudo 6.9 e 6 della scala Richter. Così come le abitazioni turche (Hımış) costruite con la tecnica dell’intelaiatura lignea hanno sfidato il sisma del 1999.

La casa a graticcio o a traliccio
https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_a_graticcio
si basa su un metodo di creazione di edifici con intelaiature in legno collegate tra di loro in diverse posizioni. In tali edifici la struttura portante è costituita da una serie di travi in legno disposte orizzontalmente, verticalmente e obliquamente. Le travi rimangono a vista nella facciata dell'edificio quando la costruzione è stata completata, conferendo un particolare e caratteristico stile agli edifici di questo genere. Gli spazi fra le travi sono generalmente riempiti da particolari composti di legno e limo, da pietre o da laterizi, dunque da elementi non portanti. Pur essendo attestabile nelle più svariate epoche e in diversi continenti, si tratta di un modello considerato tipico soprattutto dell'Europa centrale, dove venne edificato dal Medioevo all'Ottocento (in tedesco Fachwerkhaus). Il principio fu applicato anche alle costruzioni di chiese in genere minori.

Si tratta del modello architettonico tipico di diversi Paesi germanici e delle zone limitrofe. La casa a traliccio si è diffusa in zone e periodi storici in cui la scelta del materiale di costruzione era determinante e cadeva piuttosto sul legno che sulla pietra, sia per ragioni di reperibilità della materia prima, sia per tradizione culturale e tecnica. La tecnica è stata applicata sia in contesti urbani che rurali.

I precursori della casa a graticcio si trovano nei muri di Çatalhöyük, che risalgono ad oltre 8500 anni fa. In questo caso però gli elementi non sono in legno, ma in materiale derivato dal limo. Simili costruzioni, ma con una percentuale di legno man mano crescente, si trovano ad Alalakh, Micene e Tirinto. Il più antico esempio di casa a graticcio è quella di Ercolano che risale all'antica Roma. La tecnica del graticcio, prima di diffondersi alla costruzione di edifici, venne utilizzata nella realizzazione dei valli e delle fortificazioni note come murus gallicus.

È possibile che Tacito intendesse i precursori germanici della casa a graticcio quando scriveva delle case bianchissime con linee colorate nella sua opera De origine et situ Germanorum.

Sia come sia, è essenziale ricordare che questo tipo di casa comparve nella sua forma oggi conosciuta solo nel tardo Medioevo. I modelli di casa con intelaiatura a traliccio si orientarono a diversi schemi in epoca gotica, rinascimentale e barocca, per poi affermarsi a singhiozzo fino circa al 1900.

A partire dal Duecento si ritrovano costruzioni in Germania meridionale (Alsazia e Svizzera tedesca comprese); è questo il modello più vecchio, detto Fachwerk alemanno, che conobbe sviluppi formali successivi e che si estese verso il Nord mostrando una maggiore predisiposizione all'uso di elementi decorativi; nacquero così il modello più complesso del Fachwerk francone, diffuso soprattutto nelle zone centrali, e in seguito quello nuovamente semplificato del Fachwerk della Bassa Sassonia, più tipico della Germania settentrionale.[5]

A partire dal diciottesimo secolo il legname da costruzione era infatti diventato sempre più scarso. Ciò portò al rincaro delle costruzioni a graticcio. Neppure gli scarsi costi di manutenzione riuscirono a rendere ancora concorrenziali le costruzioni a graticcio, se paragonate ad altre tecniche di costruzione. Fu una ragione essenziale per la quale la Fachwerkhaus venne per il momento abbandonata; il cambiamento era però caratterizzato anche da una dimensione stilistica, tanto che si vollero nascondere sotto uno strato di intonaco le strutture a scheletro delle case preesistenti, nell'intento di dare agli edifici un aspetto che apparisse più sobrio ed al passo coi tempi di allora.[5]

Con la scoperta dei neostili, nell'Ottocento, la casa a traliccio riprese ad esser costruita.[5] Tradizionalmente si fanno risalire le ultime costruzioni a graticcio circa al 1900.

Il modello viene utilizzato anche oggi in casi speciali; tra l'altro, il principio di costruzione dell'intelaiatura a traliccio ha ispirato alcuni modelli di casa prefabbricata.[6]

Gli edifici giunti fino ai giorni nostri possono essere vecchi anche di secoli e secoli, dato che è relativamente facile smembrarli e sostituirne così le parti danneggiate.[4] Fino agli anni settanta del ventesimo secolo, si poteva dedurre l'età di una costruzione a graticcio solo valutando lo stile con cui essa era costruita. In seguito, grazie alla dendrocronologia fu possibile datare gli edifici in maniera quasi certa: si è quindi confermato che i più vecchi edifici conservati della Germania meridionale risalgono al tredicesimo secolo, mentre quelli della Germania settentrionale al quattordicesimo secolo.




Cfr. co ste vecie caxe veneteghe e venete

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oderso.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -legno.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » sab ago 27, 2016 5:08 am

Caxoni ołandexi
Giethoorn Netherlands-The Village without roads
https://www.facebook.com/naturefix/vide ... 3879497531
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta

Messaggioda Berto » sab ott 15, 2016 8:53 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a Etimoloja de moti o parole venete e no

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti

cron