russare,
v. intr. ‘fare rumore, dormendo, con il respiro’ (sec. XIV, Fioretti di S. Francesco, G. Boccaccio, M. Villani).
Forse dal long. hruzzan (cfr., per la labilità di questa ipotesi e per la diffusione delle vc., G. Giacomelli in RD I [1975] 139-140).
ruggire,
v. intr. ‘urlare nel modo caratteristico, detto del leone e di altre belve’ (av. 1342, D. Cavalca), fig. ‘strepitare, gridare orribilmente, dell'uomo’ (sec. XIV, N. Cicerchia), fig. ‘rumoreggiare fragorosamente, detto di cose’ (1313-19, Dante),
v. tr. fig. ‘urlare a gran voce e in tono iroso, anche fig.’ (av. 1872, G. Mazzini).
Derivati:
ruggente,
part. pass. e agg. ‘che ruggisce’ (1350-75, Guido delle Colonne volgar.: De Blasi Libro 97; anni ruggenti ‘quelli compresi tra il 1920 e il 1929, così detti per la febbrile corsa al benessere’: 1962, B. Migliorini nel Corriere della Sera, 29 lug.),
ruggito,
s. m. ‘atto del ruggire’ (1640, Oudin), ‘voce del leone’ (av. 1311, Giordano da Pisa, o, se si ritiene es. sospetto, perché prob. creato da F. Redi, sec. XIV, S. Gregorio Magno volgar.), ‘urlo rabbioso o sdegnato’ (av. 1625, G. B. Marino), ‘strepito, fragore’ (av. 1530, I. Sannazaro).
Lat. rugire (attestato soprattutto, ma non esclusivamente, con riferimento ai leoni), che ha qualche riscontro in altre lingue indeur., non necessariamente ad esse collegato, perché una base elementare ru-, riproducente voci di animali, potrebbe sorgere indipendentemente in lingue diverse. Ne der. il s. rugitu(m). Anni ruggenti: così (the roaring years o, meglio, the roaring twenties: 1930) è stato chiamato negli U.S.A. il decennio 1920-1929, “caratterizzato dalla irrompente vitalità che seguì immediatamente il primo dopoguerra. All'origine della metafora ingl. è l'espressione simile the roaring forties [1883] ‘i ruggenti quaranta’, riferita alle zone tempestose dell'oceano fra 40° e 50° di latitudine nord, e poi, con estensione scherzosa, alle strade più animate, fra la 40 a e la 50 a, di New York” (Less. univ.).
ruttare,
v. intr. ‘emettere rutti’ (sec. XIV, Seneca volgar. e Esposizione di Salmi),
v. tr. fig. ‘dire volgarità, ingiurie’ (1718, B. Menzini), lett. ‘eruttare’ (sec. XIV, Guido delle Colonne volgar.).
Derivati:
rutto,
s. m. ‘aria proveniente dallo stomaco che viene fatta uscire rumorosamente dalla bocca’ (1350 ca., Crescenzi volgar.; ma a Genova, sec. XIII, Anonimo genovese: ruto).
Lat. ructare, iter. di *rugere (ricavabile dal comp. erugere), di orig. indeur., col s. verbale der. ructu(m).
ronfare,
v. intr. fam. ‘russare forte’ (1341-42, G. Boccaccio, secondo una nuova lettura, che ripristina un verbo poi sostituito con russare: A. E. Quaglio in LN XIX [1958] 106), est. ‘fare le fusa, detto del gatto’ (1598, Florio).
Da una base onomat. ronf-, che, assieme all'analoga ronfl-, è ampiamente diffusa in tutto il mondo romanzo. Altra ipotesi (dal fr. ant. ronchier, ritoccato onomatopeicamente) in Paideia XII [1957] 16 (G. Alessio).
rauco,
agg. ‘che ha voce roca per raucedine, infreddatura o altro’ (1481, C. Landino; l'es. di Giordano da Pisa, che i vocabolari riportano, va considerato un falso del Redi), ‘basso, quasi soffocato, detto della voce’ (av. 1468, M. Savonarola), est. ‘debole, fioco, detto di suono’ (1581, T. Tasso).
Derivati:
raucedine,
s. f. ‘alterazione della voce per infiammazione delle corde vocali’ (1550, P. Mattioli; invenzione del Redi è l'es. del sec. XIV, Libro della cura delle malattie riportato dai vocabolari).
Vc. dotta (vi corrisponde il pop. ròco: V.), lat. raucu(m), parola di natura espressiva, dipendente da ravis ‘arrocamento’ attraverso *ravicus. Lat. tardo (sec. V d.C.) il der. raucedine(m).