Pała e pało, piła, bail, baiła, paja

Re: Pała e pało, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » gio giu 04, 2015 9:02 am

Pała come fałexia


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... alexia.jpg

Paƚa, faƚexia, Falcone (Monfalcone), Fels
viewtopic.php?f=45&t=1285

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... onto-w.jpg

Pale de San Martin
http://it.wikipedia.org/wiki/Pale_di_San_Martino
Le Pale di San Martino (dette anche Dolomiti di Primiero e Gruppo delle Pale) sono il più esteso gruppo delle Dolomiti, con circa 240 km² di estensione, situate in maggior parte in provincia di Belluno ed in parte nel Trentino orientale.
Il termine Pala deriva dal nome che veniva utilizzato localmente per indicare le rive e i pendii erbosi situati alla base della catena. Per estensione andò poi a definire l'intero gruppo montuoso (???).

???

Cfr. co:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... la-396.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Pała e pało, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » gio giu 04, 2015 9:03 am

Pała pajoto d’altar e coadro e Pala come stela, lastra, lasta

http://it.wikipedia.org/wiki/Pala_(arte)
Una pala d'altare o ancóna è un'opera pittorica, o anche scultorea, di genere religioso che, come dice il termine, si trova sull'altare delle chiese o, qualora l'altare sia staccato dal muro, appesa alla parete di fondo del presbiterio. Le pale d'altare per la devozione privata erano dette altaroli ed erano di solito a due o tre valve e di piccole dimensioni.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... pajoti.jpg

http://www.lariointelvese.it/default.asp?sec=196


Immagine
...
4.2.3. La pala
...
Anche nelle stele sepolcrali nord-occidentali in lingua celtica (leponzia), infatti, il termine pala appare in una posizione di preminenza, seguito dal dativo del nome del defunto («stele posta per il – o in onore del – tale») [Tibiletti Bruno 1978, 163], ed ha quindi un significato del tutto vicino alla semantica del termine latino: non solo perché anche la stele, come la pala, si conficca nel terreno, e alla pala assomiglia nella forma, ma anche perché il suo uso triplice lapidario, scrittorio e rituale non può dissociarsi dagli altri sensi tipici della famiglia lessicale, rappresentati da pactum, da pagina, da pacare e da pagus.

Inoltre, mentre nella visione tradizionale si resta perplessi di fronte a un pala, supposto pre-IE, che tuttavia rappresenta un tema in -d che «rientra [...] come formazione nel tipo indoeuropeo», e si deve ricorrere a spiegazioni necessariamente alambiccate del normalissimo accusativo palare attestato nelle stele (che rappresenterebbe «l'accoglimento di una voce lessicale precedente con adattamento flessionale alla struttura linguistica sovrappostasi» [ibidem, 164-165]), nell'ambito della TC il tipo pala è tale e quale è in Latino, e rappresenta un semplice debito che i gruppi elitari leponzi hanno pagato alla cultura e alla lingua autoctone.

4.2.3. La pala
...
La separazione di lat. pala da un supposto pre-IE pala, che coinciderbbe invece con quello delle iscrizioni in lingua leponzia, e quindi con quello della toponomastica, è un esempio classico di pensiero che non segue più né le regole del buon senso né quelle del rigore scientifico, ma si lascia dominare dalla passione di dimostrare un teorema debole, e per farlo non esita ad ignorare l'evidenza dei fatti.
Anche nelle stele sepolcrali nord-occidentali in lingua celtica (leponzia), infatti, il termine pala appare in una posizione di preminenza, seguito dal dativo del nome del defunto («stele posta per il – o in onore del – tale») [Tibiletti Bruno 1978, 163], ed ha quindi un significato del tutto vicino alla semantica del termine latino: non solo perché anche la stele, come la pala, si conficca nel terreno, e alla pala assomiglia nella forma, ma anche perché il suo uso triplice lapidario, scrittorio e rituale non può dissociarsi dagli altri sensi tipici della famiglia lessicale, rappresentati da pactum, da pagina, da pacare e da pagus.
Inoltre, mentre nella visione tradizionale si resta perplessi di fronte a un pala, supposto pre-IE, che tuttavia rappresenta un tema in -d che «rientra [...] come formazione nel tipo indoeuropeo», e si deve ricorrere a spiegazioni necessariamente alambiccate del normalissimo accusativo palare attestato nelle stele (che rappresenterebbe «l'accoglimento di una voce lessicale precedente con adattamento flessionale alla struttura linguistica sovrappostasi» [ibidem, 164-165]), nell'ambito della TC il tipo pala è tale e quale è in Latino, e rappresenta un semplice debito che i gruppi elitari leponzi hanno pagato alla cultura e alla lingua autoctone.
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Re: Pała e pało, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » gio giu 04, 2015 3:23 pm

Pała come palia, paglia, paja

http://it.wikipedia.org/wiki/Paglia

La paglia (latino palea) è quel prodotto agricolo costituito dai culmi (i fusti dei cereali) alla fine della maturazione della pianta.
Balle di pagliaPuò essere considerata come un sottoprodotto dell'agricoltura, perché è ciò che rimane dei cereali dopo la trebbiatura, una volta che la granella è stata raccolta. I principali cereali cosiddetti "a paglia" sono: grano tenero, grano duro, orzo, avena, riso, miglio, segale e farro.
Normalmente la paglia, se viene raccolta, viene compressa e imballata da appositi macchinari in ballette prismatiche (parallelepipedi lunghi circa 90 - 120 cm) o in rotoballe cilindriche (con diametro variabile dai 120 ai 200 cm), con densità di compressione da circa 90 kg/m3 a 180 kg/m3.
È formata da cellulosa, lignina, cere, minerali e silicati, per questo motivo si decompone lentamente, ma è comunque necessario tenerla al riparo della pioggia, possibilmente in luogo aerato, per evitare lo sviluppo di muffe.
Pila di balle protette da un telo
Fascine di paglia di riso. La paglia ammonta a circa la metà della biomassa aerea di un raccolto di orzo, avena, riso, segale o frumento.
Spesso la paglia oggi non viene raccolta, quando non risulta conveniente economicamente. In questo caso viene interrata con le lavorazioni di preparazione del terreno per la successiva coltura, contribuendo ad aumentare la sostanza organica del terreno.

http://en.wikipedia.org/wiki/Straw
http://de.wikipedia.org/wiki/Stroh
http://pl.wikipedia.org/wiki/S%C5%82oma
http://hu.wikipedia.org/wiki/Szalma
http://da.wikipedia.org/wiki/Halm
http://gl.wikipedia.org/wiki/Palla
http://fr.wikipedia.org/wiki/Paille
http://lv.wikipedia.org/wiki/Salmi
http://tr.wikipedia.org/wiki/Saman_balyas%C4%B1

http://xref.w3dictionary.org/index.php?fl=it&id=49476


http://www.etimo.it/?term=paglia
Immagine


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-paja.jpg


Paja
dictionary "straw" # translate "straw"
http://xref.w3dictionary.org/index.php?fl=en&id=49476

afrikaans strooi
belarusian салома
bulgarian слама
catalan palla
czech sláma stéblo slámy brčko maličkost
welsh gwelltyn
danish halm
german Stroh Streu Halm
greek άχυρο
english straw
spanish paja
estonian õled
persian نی
finnish olki
french paille
irish tuí
galician palla
croatian slama
hungarian Szalmából
indonesian jerami
italian paglia strame
lithuanian šiaudų šapas
latvian salmu
macedonian слама
malay jerami
maltese tiben
dutch stro
norwegian halm
polish słomy
portuguese palha
romanian pai
russian солома
slovak slama
slovenian slama
albanian kashtë
serbian слама
swedish halm
swahili majani
filipino dayami
turkish saman
ukrainian солома
vietnamese rơm
yiddish שטרוי
hebrew קש

chinese (china) 稻草
chinese (taiwan) 稻草
thai ฟาง
japanese わら
korean 빨대
hindi भूसे
arabic القش




Pavera, paneli, panocia, pan, ....

pavera nel veronese è la serice, una qualità d’erba palustre; serviva per legare le canne dei graticci.

pavio, granella; el pavio nel riso, riso sporco; nelle risaie le mondine pulivano il riso dalle erbe infestanti che crescevano nel’acqua assieme al riso; pavio perchè erba d’acqua, palustre-lacustre.
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Re: Pała e pało, piła, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » gio giu 04, 2015 9:02 pm

Pałanca e pałankin, bałança e biłançin, palco e balcon


palanca
pala/palo + anca (punta, punta a curva)

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palanca 1,
s. f. ‘grossa trave o palo, in legno o metallo’ (pallanca nel lat. mediev. di Venezia del 1239: Sella Ven.; it.: av. 1411, Donato degli Albanzani), ‘sorta di riparo con grosse travi e terra, usato nell'antica fortificazione’ (1601, A. Tarducci), ‘tavola che serve da ponte volante tra un natante e la terra, o tra due natanti contigui’ (1531, M. Sanudo).
Derivati:
palanchino 1,
s. m. ‘barra d'acciaio con estremità a cuneo e a punta, usata come leva per rimuovere materiali rocciosi’ (1612, A. Falconi).
Lat. p(h)alanga(m), dal gr. phálanga, acc. di phálanx ‘tronco, bastone’, di etim. incerta.
Bibliografia:
G. Alessio, in Giornale italiano di filologia XXI (1969) 13-14, che però vede nella vc. it. una sovrapp. di planca alla vc. lat.

palanca 2,
s. f. ‘antica moneta italiana da un soldo’ (“così chiamano in Toscana il Soldo della lira nuova, o pezzo da cinque centesimi”: 1863, Fanf. Tosc.; “palanca, palancone, palanchetta: vive voci lombarde e venete per indicare le monete di rame”: 1905, Panz. Diz.).
Prob. sp. blanca (1438), propr. ‘bianca’ (n. di moneta), accostato a palanca 1. Però, la stessa apparente facilità della spiegazione non manca di porre problemi: il mutamento della cons. iniziale, l'inserzione della a, la tarda apparizione in it., la distribuzione geografica della vc., limitata alla Lombardia e al Veneto, sono tutti elementi che inducono R. Schlösser a concludere che la parola resta ancora di orig. sconosciuta (Festschrift Pellegrini 335).
Bibliografia:
G. Alessio, LN XIV (1953) 99.


Sabatini ColettiDizionario della Lingua Italiana

palanca
1 [pa-làn-ca] s.f. (pl. -che)
1 Grossa trave o tavola, in partic. quella usata per formare il piano di ponteggi e impalcature
2 mar. Passerella mobile che si appoggia tra il bordo di un galleggiante e la banchina o tra due galleggianti
dim. palanchino m. | accr. palancona
• sec. XV
palanca2 [pa-làn-ca] s.f. (pl. -che) region.1 Antica moneta di rame diffusa in Liguria, Toscana e Veneto
2 estens. Moneta; nel l. fam., al pl., denaro, soldi: fare le p.
a. 1863
palanchino[pa-lan-chì-no] s.m.• Sbarra d'acciaio usata come leva per spostare blocchi di pietra o altri carichi pesanti
sec. XVII

http://www.etimo.it/?term=palanca
Immagine

http://www.etimo.it/?term=palancola
Immagine



???
http://www.etimo.it/?term=palanchino
Immagine

http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 00x210.jpg
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... nchino.jpg


Immagine

planca, ae, f.,
asse, tavola, PALL.
[cf. 2. plaga; cf. gr. pláx].


Bałançin, biłançin, pałankin, zanpedon

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-acoa.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... apolis.jpg


palco e balcon

http://it.wikipedia.org/wiki/Palchi
http://it.wikipedia.org/wiki/Palcoscenico
http://de.wikipedia.org/wiki/B%C3%BChne_(Theater)
http://en.wikipedia.org/wiki/Stage_(theatre)
http://lt.wikipedia.org/wiki/Scena

http://www.etimo.it/?term=palco
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http://www.etimo.it/?term=balcone
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Baldakin

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... uccari.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Baldacchino
http://lamiastellina.altervista.org/lab.html
http://www.etimo.it/?term=baldacchino
Immagine
Immagine

???
http://www.etimo.it/?term=balaustro
Immagine



Le strutture rustiche

http://www.castellomasegra.org/saggi/Bracchi2.pdf

surselvano palàunca “soffitto della stalla, pavimento del fienile” (NVS 708) /
borm. palànca “chiusura fatta con pali divisi in due e messi per il lungo; travi della stalla”,
furv. “pavimento o soffitto imbastito di grosse travi”,
liv., sem. “grosse tavole del pavimento e del soffitto” (Longa 186), topon.
Palànga, Palancàna in Valdidentro, gros. palänca “trave per pareti o soffitti di case rustiche”,
palanscìn “sopralzo ricavato in un angolo della stalla, abitualmente sopra il recinto dei maiali”
(DEG 589), montagn. palànga “corrimano, parapetto in legno o in metallo” (Baracchi 78), dal lat. popol. *palanca, a sua volta dal gr. phálanga “trave” ??? (dal latin e dal grego ??? ah ah ah!) (REW 6455; DEI 4,2726; VEI 718); ???

surselvano
pantùn “assito che serve da letto per le bestie” (NVS 712), engadinese pantun “pavimentazione nella stalla per le bestie ”, Brusio puntùn “canaletto di scolo” (Tognina 193), poschiavo pontón “scolatoio delle stalle” (VDC 196), “rigagnolo che esce da acque stagnanti di casa” (VDC 196) / bormese pontón “assito dove riposano le bestie” (Longa 203), livignese pontón “pavimento delle poste per le bestie” (Tognina 193), piatt. puntón “zanella della stalla”, anno 1647: fu ritrovata una canale nella stalla, qual serve per ponton... quella canale che ho miso per ponton nella stalla (QInq), front. pónt “pavimento rialzato in legno nella stalla su cui stanno i bovini” (Cossi 66), gros. pónt “pavimento delle poste della stalla situato fra la greppia e il fosso di scolo del colaticcio” (DEG 646), tiran.
puntunàl “pavimento di legno sul quale riposa il bestiame da stalla; è sollevato dal terreno alcuni
centimetri”, dal latinp pons, pontis nell'accezione allargata di “tavolato di legno”, con suffisso accrescitivo ??? (REW 6649); surselv. dutgal “fossatello” (NVS 310: da dutg “ruscello”, lat. ductum “condotto,
canale”, REW 2789) / liv. dogàl, morign. dugàl “zanella della stalla”;

Ponton, ponte, punta, punton, piantone, pianta, planta, piantar, ...

...
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Re: Pała e pało, piła, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » ven giu 05, 2015 9:13 am

Pica, picon

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 4881_0.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 300243.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 300244.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 3%B1as.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Picca
La picca è un'arma inastata costituita da una punta metallica di varie forme e fogge montata su un'asta di legno (preferibilmente frassino), della lunghezza variabile tra i 4 e i 6 metri, il cui uso crebbe dal XII secolo in poi. La sua comparsa sui campi di battaglia sconvolse le formazioni di cavalleria che si infrangevano su queste lunghe e potenti armi, mentre un gran numero di uomini, anche poco addestrati, popolò gli scontri dell'epoca. Coloro che portano la picca si chiamano "Picchieri".
L'origine della picca si può fare risalire all'incirca al 3800 a.C., adottata prevalentemente dagli eserciti delle potenze che si affacciavano sul mare Egeo. La stessa parola impiccagione deriva dalla diffusa pratica di infilzare sulla punta delle picche le teste mozzate dei nemici sconfitti. Nonostante questa remota origine, il più significativo impiego della picca nell'epoca antica è certamente rappresentato dall'utilizzo da parte degli eserciti macedoni della "sarissa", un'arma del tutto simile alla picca che veniva impiegata nella tipica formazione a falange. Le tattiche macedoni consentirono ad Alessandro Magno di conquistare, in circa dieci anni, l'immenso Impero persiano, sconfiggendo ogni esercito che tentò di ostacolarlo.
La falange rimase la formazione distintiva di combattimento di tutti i regni ellenistici e perse il suo predominio tattico soltanto quando l'esercito romano, con la sua flessibilità basata sulla legione, non la sconfisse ripetutamente. La picca avrebbe quindi conosciuto una fase di declino, per poi ricomparire come arma negli eserciti del Tardo Impero e dell'Impero Bizantino, in corrispondenza dell'abbandono delle precedenti tattiche romane.


http://www.etimo.it/?term=picca
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http://www.etimo.it/?term=pica
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http://www.etimo.it/?term=piccare
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http://www.etimo.it/?term=piccante
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ponxare/sponxare
http://www.etimo.it/?term=pungere
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http://www.etimo.it/?term=pungia
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http://www.etimo.it/?term=punta
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... us-516.jpg
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Re: Pała e pało, piła, bail, baiła, paja

Messaggioda Berto » ven lug 10, 2015 12:37 pm

Marangon, marangona, mara (marra)
viewtopic.php?f=44&t=88
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