Stàła, stìa, stabio, tabià, staxo, stanberga, maxo, malga

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Messaggioda Berto » mer lug 30, 2014 6:51 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer lug 30, 2014 6:52 am

Maxo, Maxon, Maxio, Maxi, Maxer, Maxera, Maxerà, mansio, maison, demain/domain (demanio/dominio), maniero, Manero, Masaria, transumansa, transumare/transumanare

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » gio lug 31, 2014 1:45 pm

Stodigarda, stodegarda, stòa, ...

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Messaggioda Berto » gio lug 31, 2014 2:05 pm

Stanberga, tamber, tamer, berg, berger, albergo, ber, ger, gar, gare, garages

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Re: Stàła, stìa, stabio, tabià, staxo, stanberga, maxo, malg

Messaggioda Berto » mer giu 08, 2016 9:59 pm

Da, town, tuin, tun, tuie, zun, dun, zaun, din, dinas, dunum, oppidum, dannum, danum, ...

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OR 2 ESEMPI DI STRATIGRAFIA LESSICALE CELTICA
da pagina 537 a pagina 573

4.1. Prestiti che il Celtico condivide con altri gruppi linguistici
Divido questi prestiti sia per campo semantico che per area, e distinguo anche i prestiti panceltici da quelli di area parziale.

4.1.1. Agricoltura

Prestiti a diffusione panceltica

1) «Campo seminato recintato, giardino»:

C e l t i c o: antico irlandese e irlandese gort «campo (seminato a grano)», antico irlandese lubgort «giardino» (luib «pianta»), bretone liorz «giardino», gallese garth «campo recintato, orto, giardino», bretone gara «recinzione, siepe», antico irlandese garda, irlandese harrdha, gallese gardd «giardino»;
G e r m a n i c o: antico alto tedesco garto «giardino», tedesco Garten, inglese yard «corte, cortile», ecc., antico islandese garðr, ecc.;
L a t i n o: hortus «orto» [Buck 8.12, 8.13];
S l a v o: russo gorod, ucraino horod «città», antico slavo gradъ «città, giardino» ecc.;
B a l t i c o: lit.uano gardas «siepe, recinzione»;
A l b a n e s e gardh «siepe» [Vasmer s.v. gorod] ecc.

Come abbiamo visto in ORI, questo tipo lessicale a vasta diffusione europea è un probabile prestito semitico, che in Celtico sarà stato introdotto dalla LBK germanica.
Notiamo che il suo sviluppo semantico è identico a quello della sequenza di tedesco Zaun «siepe», nederlandese tuin «giardino, orto», inglese town «città», celtico dunum «forte», ma occupa un’area più vasta.
Sarà probabilmente più antico e risalirà, in ultima analisi, al complesso del Neolitico balcanico e all’introduzione dell'agricoltura in Europa.
...


Prestiti a diffusione celtica limitata

1) «Campo coltivato recintato»:

l’area celtica conosce due termini, di cui uno, più antico, è quello panceltico sopracitato, e l'altro, presumibilmente più recente, esclusivamente b r i t t o n i c o: gallico caii «cancelli», gallese cae «siepe, campo recintato», gallese meridionale «campo», medio bretone quae «siepe di biancospino», bretone kae «recinzione, siepe», Léon «terrapieno, massicciata, sponda, scarpata»; breton caiou (pl) «muro di protezione» [Le Dû, com. pers.].
Di qui poi il senso di «sponda marittima o fluviale rinforzata, diga», che si diffonde in una vasta area: francese quai, inglese quay, nederlandese kaai, tedesco Kai [Kluge-Seebold];
G e r m a n i c o: antico alto tedesco hag «villaggio», medio alto tedesco hac «biancospino, recinto» [Lewis e Pedersen 1961, 29]; antico alto tedesco hecka, anglosassone hecg, inglese hedge, tedesco Hag, Gehege, nederlandese haag (cfr. top. Den Haag), inglese haw, svedese hage, francese haie (top. La Haie, Hague);
L a t i n o: caul(l)ae (< *ca(h)ole) «stazzo per pecore, recinto sacro».
L'origine viene cercata nel PIE *kagh- «fassen, einfassen» [IEW 518].
...

Esaminiamo ora la sequenza semantica «recinto» «orto» «villaggio» «fortezza» dal punto di vista dell’autodatazione. Essa corrisponde, esattamente, alla sequenza di sviluppo reale, ricostruita dagli archeologi europei per una vasta area nordeuropea, sulla base di una ricchissima documentazione: in quest’area i primi insediamenti neolitici avvengono con la recinzione di un orto famigliare, seguita dal raggruppamento di diverse famiglie in un villaggio.

In seguito, gli archeologi osservano in tutta Europa l’inizio di fortificazioni di difesa dei villaggi neolitici, probabilmente causate dal sovrappopolamento delle prime aree di insediamento e dalle conseguenti tensioni intertribali. Molto spesso, i nuovi villaggi vengono ora edificati sulla cima di alture, attorno a cui vengono poi aggiunte anche fortificazioni. Si tratta quindi di un processo tipico del Neolitico, e la sequenza semantica è perfettamente corrispondente, come del resto dovremmo aspettarci, alla sequenza reale. Ma se aspettiamo che gli IE si separino nell’età del Rame, dopo il Neolitico, come possiamo spiegare la sequenza?
Per eliminare la contraddizione, occorre liberarci dall’orizzonte cronologico catastrofista e accettare l’ottica della Teoria della Continuità: se la sequenza è neolitica, e nel Neolitico le lingue IE sono già separate, lo sviluppo da Zaun a tuin, da tuie a town, e da town a dunum, avviene localmente, e in tempo reale.
La fase «fortezza», inoltre, raggiunta solo dal Celtico, si lascia più facilmente interpretare come prestito, anche se la questione meriterà uno studio più approfondito.

Questa analisi viene rafforzata dall'esistenza di sviluppi simili in altre aree, con materiali lessicali diversi.
Ne vedremo ora altri esempi.

3.5. Il passaggio da «recinto» a «luogo portuale» in area celto-germanica

In parte simile a quella precedente è la famiglia lessicale celto-italo-germanica, che Pokorny (518) raggruppa sotto la radice *kagh- *kogh-, il cui significato primordiale non è stato ben studiato, e comprende latino caulae «recinto, ovile, cancellata», cōlum «colatoio, staccio, filtro», cohum «cavità del gioco dell’aratro», incohó «cominciare, dar mano», tedesco Hag, Hecke «siepe», antico danese hoge «pascolo recintato», danese have «giardino», inglese haw «bacca, recinto, siepe, giardinetto», inglese hedge «siepe», antico islandese hagi «terreno da pascolo», antico alto tedesco hag «centro abitato» e i suoi affini germanici (fra cui toponimi del tipo Den Haag «L’Aia» in Olanda, e moltissimi altri del tipo Hagen in Germania, e del tipo Haie in Francia del Nord); antico bretone caiou «siepe», gallese cae «siepe», cornico «siepe», medio bretone kae «siepe», gallese caü «recintare», bretone kea «recintare» ecc., gallico (glosse) caii «recinti, cancelli».

Il tipo celtico, penetrato nell’area nord-germanica, dà adito al termine portuale (in origine fluviale) che appare in nederlandese kaai, tedesco Kai, danese kai, svedese kaj, inglese quay, francese quai «banchina, molo, lungofiume».

Bertoldi [1947, 96 ss.] sottolineava giustamente le «origini rurali» di questa famiglia lessicale, senza rendersi conto, per il solito problema cronologico, che «origini rurali» per una famiglia ricostruita di fatto non può significare che Neolitico. Nell’età dei Metalli, infatti, si muovono ormai solo potenti superstrati, e si introducono importanti mutamenti strutturali in sistemi linguistici oramai stabili da due decine di millenni.
Ora, la presenza di questa famiglia lessicale nel mondo celto-germanico, proprio dove esiste anche la famiglia di Zaun/dunum, conferma che Germanico e Celtico erano già separati dal resto dell’IE, e uniti da stretti rapporti in questo periodo. Non mi soffermo sul problema degli ulteriori collegamenti di questa famiglia occidentale col lessico PIE (protoindeuropeo).

6.5 Armi e guerra

1) Il nome celtico della «fortezza», «villaggio sopraelevato fortificato», tipico dell’età del Ferro, rappresentato dal gallo latino dūnum, antico irlandese dūn, antico gallese din, gallese dinas [Buck 20.35; 263], non è penetrato nelle aree vicine come nome comune, ma si è diffuso come toponimo in -dunum in area germanica e latina.


Capitolo diciassettesimo
La stabilizzazione del quadro geolinguistico europeo come stadio III di «Homo loquens»

4.2. Il presunto nome PIE del «luogo recintato» e dell'«orto»

Il secondo esempio concerne la famiglia di termini che Pokorny (442, 444) raggruppa sotto le radici *ĝher- e ĝherdh- «prendere» «collegare, recintare»:
ittita gurtas- «fortezza», tocario B kercīye (pl.) «palazzo», antico indiano gṛhà- «abitazione», avestico gәrəða «abitazione di esseri magici», albanese garth «area recintata», greco khórtos «luogo recintato», gallese garth «recinto», latino hortus «orto», osco húrz, gotico gards «casa, cortile», antico islandese garðr, aglosassone geard «recinto, cortile», antico slavo gradъ «cittadina, castello, giardino», lituano gardas «recinto», serbo croato grad «cittadina», russo «idem», górod «idem», ceco hrad «idem», polacco gród «idem» (ma anche «castello, fortezza») [Buck 1949, 5 19.157.

Come si vede, l’insieme di significati che appare in questo gruppo è esattamente uguale a quello che abbiamo già notato nella sequenza Zaun tuin town dunum: «recinto» «orto» «città» e «fortezza».
Questo rende particolarmente interessante il sovrapporsi dei due insiemi in area germanica.
In ambito tradizionale, poiché la radice rappresentata da Garten ha una diffusione globale maggiore di quella di Zaun, essa appare come quella che, potrebbe meglio rappresentare un termine del vocabolario comune. Forse anche per questo Devoto ha visto in Zaun e affini uno sviluppo proveniente da una corrente non-IE, che si sarebbe sovrapposto in area occidentale a quella veramente PIE, rappresentata da *gherdh- (P. 442).
Se si prende in considerazione anche la radice *gher- «prendere» (ibidem), l’area si estende al greco kheír «mano», antico indiano hárati «prende» e simili.
Rispetto a questa radice forme come greco khórtos, latino hortus, tedesco Garten ecc. sarebbero formazioni participiali dal significato di «(territorio) preso» [DELL, s.v. hortus].

Tuttavia, anche gli specialisti ammettono che questo collegamento non è senza problemi: Kluge lo definisce «nicht unproblematisch» e afferma: «Die ganze Sippe weist lautliche Schwierigkeíten auf; die Möglichkeit von Substrateinfliissen ist nicht von der Hand zu weisen» [Kluge, s.v. Garten]. Un’altra questione su cui non mi soffermo è quella se i termini slavi designanti la «città» siano ereditari o presi in prestito dal Germanico (tesi rifiutata da Vasmer).

Per la TC, l’assunto di base per le famiglie lessicali pan-IE databili al Neolitico è che esse siano prestiti. Interno od esterno? Sia Linus Brunner [1969, 46 n. 206], nel suo panorama dei possibili rapporti ereditari fra IE e Semitico, sia Allan Bomhard [1984, 231 nr. 128] nel suo tentativo più sistematico di confronto, hanno incluso rispettivamente *gher- «greifen, fassen, umfassen, einfassen», e PAA *gyər, *gyar «to gird, enclose» nel loro elenco di radici comuni alle due famiglie, con numerosi termini semitici collegabili. Brunner ha identificato la possibile fonte di Garten e hortus nell’ugaritico hrnq «frutteto», Bomhard in altre forme.

Il prestito rifletterebbe dunque il contributo delle popolazioni asiatiche sud-occidentali alla diffusione del Neolitico in Europa.
Qualunque sia poi il rapporto fra le due famiglie linguistiche, genetico o di Sprachbund, non pare dubbio che l’ipotesi del prestito afroasiatico per la nozione specifica dell'«orto» risolverebbe il complesso problema della sovrapposizione delle due sequenze in area germanica e allo stesso tempo della datazione delle due sequenze al Neolitico.





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A proposito dell’ipotesi etimologica di Garda fatta derivare dal germanico *wardon (DELI: osservare, stare in guardia[;)] da cui guardare/vardar, guardia/guardian ecc. (attestate sia nel latino tardo che in italiano che nelle altre lingue/dialetti nord-italiani),
riporto quanto scritto nei dizionari etimologici del Semerano:

Ward (inglese) custodire, stare in guardia;
tedesco warten = custodire;
intr. aspettare, Warte (guardia);
anglosassone weardian (custodire), etc.

Fu ipotizzata l’origine da indoeuropeo *wer (percepire), confrontare inglese ware (v.) tedesco wahren;
confrontare francese garde, garder, spagnolo e provenzale guarda, guardar;
confrontare anglosassone *hlāfweard > hlāford (custode del pane).

La base originaria richiama ugaritico e accadico ḫarādu (custodire, to wake up, to be alert, to keep watch), ḫardattu (alertness), ḫardu (in guardia, wachsam): per w- < ḫ confronta walk.

Ware (inglese) essere cauto, guardarsi, beware: stare in guardia, wahren (tutelare), bewahren (custodire);
anglosassone warian, antico alto tedesco bi-warōn, antico sassone waron, antico frisone waria, antico nordico vara, medio alto tedesco war (attenzione), gotico wars (cauto): viene postulata una radice *wer (percepire).

Accadico barûm, semitico brī (guardare, to look upon, to watch over, to inspect).
Della stessa base di inglese warn, tedesco warnen (mettere in guardia) con suffisso *nōn, *nēn.

War (inglese) guerra;
medio inglese wa(r), warre; più antico werre (come nel latino prima-vera), antico frisone settentrionale werre, variante dell’antico francese guerre, italiano guerra, antico alto tedesco werran (portare confusione), veneto goera:
war richiama basi corrsipondenti a accadico wârum (avanzare contro qualcuno); confrontare con ebraico ‘ārā (offendere, distruggere) ; v. tedesco Krieg da base semitica: ebraico e aramaico grī: accadico garû, ebraico gārā (essere ostile, guerra).
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Re: Stàła, stìa, stabio, tabià, staxo, stanberga, maxo, malg

Messaggioda Berto » gio giu 09, 2016 7:21 am

Yard
https://en.wikipedia.org/wiki/Yard_%28land%29
A yard is an area of land immediately adjacent to a building or a group of buildings. It may be either enclosed or open. The word comes from the same linguistic root as the word garden and has many of the same meanings.
A number of derived words exist, usually tied to a particular usage or building type. Some may be archaic or in lesser use now. Examples of such words are: courtyard, barnyard, hopyard, graveyard, churchyard, brickyard, prison yard, railyard, junkyard and stableyard.

The word "yard" came from the Anglo-Saxon geard, compare "garden" (German Garten), Old Norse garðr, Russian gorod = "town" (originally as an "enclosed fortified area"), Latin hortus = "garden" (hence horticulture and orchard), from Greek χορτος (hortos) = "farm-yard", "feeding-place", "fodder", (from which "hay" originally as grown in an enclosed field). "Girdle," and "court" are other related words from the same root.[2]
Portable cattle yards
In areas where farming is an important part of life, a yard is also a piece of enclosed land for farm animals or other agricultural purpose, often referred to as a cattleyard, sheepyard, stockyard, etc. In Australia portable or mobile yards are sets of transportable steel panels used to build temporary stockyards.[

Pen
https://en.wikipedia.org/wiki/Pen_%28enclosure%29
A pen is an enclosure for holding livestock. The term describes multiple types of enclosures that may confine one or many animals. Construction and terminology vary depending on the region of the world, purpose, animal species to be confined, local materials used, and cultural tradition. Pen or penning as a verb refers to the act of confining animals in an enclosure.

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Pferch
https://de.wikipedia.org/wiki/Pferch
Bei einem Pferch (auch „Pförch“) handelt es sich um ein durch tragbare Zäune abgegrenztes, kleineres Weidestück. In ihm können zum Beispiel für die Nacht Schafe oder Ziegen zusammengetrieben, daher eingepfercht werden. Das einzelne, ursprünglich aus Flechtwerk gefertigte Zaunelement nennt man Hürde, im erweiterten Sinn auch den gesamten Pferch. Gelegentlich werden auch Paddocks als Pferch bezeichnet.
Hamarsrétt, Schafspferch auf der isländischen Vatnsnes-Halbinsel
In Island bestehen in vielen Gemeinden Schafspferche, in denen die Tiere im Herbst zusammengetrieben und auf die einzelnen Höfe aufgeteilt werden. Hierfür sind die aus Holz oder Steinen errichteten Pferche in meist unterschiedlich große Segmente unterteilt.

Corral
https://ca.wikipedia.org/wiki/Corral
Un corral, cortal o cort és un petit recinte tancat per acollir-hi animals domèstics. Els més comuns solen ser els destinats a porcs, vaques, ovelles i gallines. També se solen denominar corrals els recintes més amplis i sense sostre on s'alberguen cavalls o toros. Fins a la creació de les grans ciutats a causa de l'èxode rural, era molt comú que cada família tingués un corral prop del seu habitatge, on es produïen ous, llet i carn per al consum propi. Romanen elements comuns en el medi rural.

https://es.wikipedia.org/wiki/Corral
https://gl.wikipedia.org/wiki/Curral

Kraal
https://fr.wikipedia.org/wiki/Kraal
Un kraal (ou kraal en afrikaans, du portugais curral pour « enclos à bétail ») était au départ un hameau de forme circulaire avec une structure sociale stricte. Les kraals existaient principalement en Afrique australe. Ils étaient généralement entourés d’un rempart d’épines en forme de palissade.

Enclos
https://fr.wikipedia.org/wiki/Enclos
Un enclos est un espace de terrain entouré d'une clôture qui sert le plus souvent à contenir des animaux domestiques.

Wybieg
https://pl.wikipedia.org/wiki/Wybieg_%28rolnictwo%29
Wybieg – przeznaczone dla zwierząt ogrodzone miejsce przylegające do budynku lub kojca.
Wybieg umożliwia zwierzętom korzystanie z ruchu i przebywanie na świeżym powietrzu.
Wybiegi są zwykle mniejsze od okólników. Miewają utwardzoną nawierzchnię. Zwykle wyposażone są w poidła i sprzęt podający paszę lub karmę, czasem także w czochradła, daszki itp. urządzenia.

Kojec
https://pl.wikipedia.org/wiki/Kojec_%28zootechnika%29

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Eskorta
https://eu.wikipedia.org/wiki/Eskorta
Eskorta abereak gordetzeko esparru hesitua eta sabairik gabea da. Ohikoenak txerri, behi, ardi edo oiloak gordetzeko eta erabileraren arabera hainbat izen ezberdin izan ditzakete (txiten txitategia, ardien artegi, eta abar).
Herri txikietan ohikoa da etxearen ondoan eskorta bat izatea, bertatik arrautzak, esne eta haragia ateratzen dituztelako.

Karám
https://hu.wikipedia.org/wiki/Kar%C3%A1 ... A9prajz%29
A karám a magyar népi építészetben és a hagyományos állattartásban az állatállomány (sertés, juh, szarvasmarha, ló) egyben tartására, részben időjárás elleni védelmére szolgáló kezdetleges, csak falazatból álló, fedetlen építmény.

Tetzacualli
https://nah.wikipedia.org/wiki/Tetzacualli

Kancha
https://qu.wikipedia.org/wiki/Kancha
Kancha icha Kurral (kastilla simimanta: corral) nisqaqa qinchawan, rumiwanpas, ch'ampawanpas, k'aspiwanpas, kichkawanpas huk wichq'asqa allpam. Kanchapiqa uywatam wichq'anchik, kaqtaq qinchapi chakrakunatapas hark'anchik.

Cotețul
https://ro.wikipedia.org/wiki/Cote%C8%9B
Cotețul este o construcție special amenajată în gospodăria țărănească pentru adăpostirea animalelor mici precum păsările de curte (găini, rațe, etc), a porcilor, câinilor, etc. Cotețele sunt în general construcții simple din lemn.

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Ağıl
https://tr.wikipedia.org/wiki/A%C4%9F%C4%B1l
Ağıl, koyun ve keçi sürülerinin geceleyin barındığı, üstü açık, çevresi çit ya da duvarla çevrili yer. Genellikle yerleşim yerlerinin uzağında, kurak bir yanaçta, güneye bakan yönde kurulur. Kışlık ağılların üzeri saz ya da kiremitle örtülür. Böyle kapalı olanlara daha çok mandıra denir.
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Re: Stàła, stìa, stabio, tabià, staxo, stanberga, maxo, malg

Messaggioda Berto » gio giu 09, 2016 8:28 am

Malga

https://it.wikipedia.org/wiki/Alpeggio
L'alpeggio è l'attività agro-zootecnica che si svolge in montagna durante i mesi estivi. Con il termine malga o alpe si fa riferimento all'insieme dei fattori produttivi fissi e mobili in cui avviene l'attività di monticazione (una fase della transumanza): terreni, fabbricati, attrezzature, animali, lavorazione del latte prodotto.

https://it.wikipedia.org/wiki/Maggengo
Viene chiamato maggengo lo sfalcio del fieno o del foraggio che aveva luogo in pianura durante il mese di maggio:
nel caso di un prato stabile si tratta del primo sfalcio, effettuato nella prima metà di maggio, a cui seguono lo sfalcio agostano e il terzuolo. Il maggengo rappresenta in questo caso circa la metà della produzione dell'intera annata.
nel caso di una marcita si tratta invece del terzo sfalcio, infatti secondo la tradizione, il primo taglio aveva luogo a fine febbraio, il secondo in aprile, il terzo a fine maggio (detto appunto maggengo), il quarto a fine luglio (agostano), il quinto a fine agosto (terzuolo), il sesto all'inizio di ottobre e l'ultimo tra novembre e dicembre. Il maggengo era lo sfalcio più redditizio, che apportava circa un quarto della produzione annuale di foraggio.


malga
[màl-ga] s.f. (pl. -ghe)
http://dizionari.corriere.it/dizionario ... alga.shtml
1 Pascolo alpino in cui si tengono gli animali d'estate
2 Costruzione rustica di pietre e di legno adibita ad abitazione per i pastori nel periodo estivo, comprendente anche la stalla per le bestie e la casera per la lavorazione del latte SIN baita
a. 1885

http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=malga
malga
[màl-ga] n.f.
m
pl. -ghe
(region. sett.) pascolo alpino estivo | costruzione rustica dei pascoli alpini estivi, che in genere comprende l’abitazione temporanea dei pastori, la stalla e la casera
Etimologia: ← voce dial. alpina, di orig. preromana. ???

http://www.treccani.it/vocabolario/malga
malga s. f. [voce dei dialetti alpini, di origine preromana]. – 1. a. Pascolo tipico delle Alpi orientali italiane, e in parte di quelle centrali, dove soggiornano gli animali, spec. bovini, durante l’estate. b. Il fabbricato, o il complesso di fabbricati, di legno o misti di legno e muratura, che si trovano sul terreno del pascolo per il ricovero del bestiame, il deposito del latte e degli attrezzi, e l’alloggio temporaneo del personale. c. Nella zona dell’altopiano di Asiago, sinon. di casera (nel sign. 1). 2. Anticam., sinon. di mandria.

http://www.terrazzani-zoanno.org/Dalaun ... dedint.htm
Etimologia: malga da accad. *wel(mel) casa e *gab elevazione, cima a dial. *malga casa costruita in alta montagna di solito oltre i 1800 - 2000 m.


Setring
https://nn.wikipedia.org/wiki/Setring
Setring, seterbruk eller seterdrift (òg med -æ-) er husdyrhald med bruk av sommarbeite så langt borte frå garden at buskapen ikkje kan drivast att og fram kvar dag. I norsk samanheng viser dette som regel til å flytta dyra til seter eller støl.
Setring skil seg frå anna fjellbeite med di at dagleg produksjon av mjølk og andre produkt er flytt med. Det er difor naudsynt med hus for drift og tilhald for ei budeie.

https://no.wikipedia.org/wiki/Setring


https://sv.wikipedia.org/wiki/F%C3%A4boddrift
Fäboddrift, eller fäbodväsen, är drivning av mjölkboskap till sommarbete vid en fäbodvall, antingen i en skog eller vid ett fjäll i Skandinavien. Boskapen förs till vallar eller ängar en bra bit från, eller relativt nära, den egentliga jordbruksbygden för att beta under sommaren. Den kultiverade jorden användes i stället för att odla grödor och vinterfoder. En fäbodvall är en samling byggnader, såsom stugor, fähus och kokbodar, som vanligen tillhör bönderna i en särskild by.





???

Cfr. co:

Malva (altea)
malvaroxa (jeragno roxà)
malper (sorbo de monte)
malgarita (margherita)



Erba galega

http://www.inerboristeria.com/galega-officinalis.html
Galega officinalis a cosa serve? La pianta Galega Officinalis le cui proprietà secondo la tradizione si esprimono con un'azione favorevole sulla secrezione lattea, molto probabilmente per un miglioramento dello stato circolatorio della ghiandola mammaria e quindi del suo trofismo. Per questo motivo la galega rientra nella formulazione di tisane e preparazioni galeniche atte a promuovere la secrezione lattea.

http://www.erbeofficinali.org/dati/q_sc ... rba=GALEGA


Erba, grass, fen/fieno, forajo/foraggio/fuotar
viewtopic.php?f=31&t=1712

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Erba-c.jpg


Mélèze
https://fr.wikipedia.org/wiki/M%C3%A9l%C3%A8ze
Mélèze est un nom vernaculaire ambigu en français. On appelle « mélèze » divers arbres des régions tempérées de l'hémisphère nord. Ils font partie de la famille des Pinaceae. Ils atteignent facilement 20-45 mètres de haut. Le mélèze perd ses aiguilles en automne et en hiver, a une masse volumique de 600 kg/m3 et c'est un bois mi-dur et hétérogène avec l'aubier apparent. Il est très apprécié en menuiserie, charpente et utilisé dans la construction de chalets.

https://fr.wikipedia.org/wiki/M%C3%A9l%C3%A8ze_laricin
Le mélèze laricin ou mélèze d'Amérique (Larix laricina) est un conifère du genre Larix de la famille des Pinaceae. C'est le plus dense des résineux d'Amérique du Nord1.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Larix_decidua

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ze-223.jpg


Sorgo, sajina, mełega (mełica)
viewtopic.php?f=31&t=1673

Mejo (Miglio)
https://it.wikipedia.org/wiki/Panicum_miliaceum

Pomi, mełe, pomełe, pomi de tera, (papa, patata)
viewtopic.php?f=31&t=1629

http://www.lombardiabeniculturali.it/ae ... 0000001865
ṡtasunada (agg.): matura (riferito alla mèlga, cioè al mais)
mèlga (s. f.): mais
melegàs (s. m.): gambi del granoturco
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Stàła, stìa, stabio, tabià, staxo, stanberga, maxo, malg

Messaggioda Berto » ven giu 10, 2016 8:13 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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