L'oracolo Jerion e l'ixla de Eritia:Egetora, aimo, eik, goltanos, louderobos
viewtopic.php?f=164&t=900Mego dona.s.to a.i./nate.i. re.i.tiia.i. pora.i. / e.getora. r.i.mo.i. ke lo/.u.deroboshttps://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RwUkU/edit
Egeria e
Jerion (etimoloja del filologo Xuane Semeran)
???
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... reitia.jpghttp://veneto-tradizioni-storia.blogspo ... cation=ufiARA VOTIVA DEDICATA AD APOLLO DI ABANO - (Adeptus/Apollini/v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito). Unica iscrizione votiva attestante il culto di Apollo nella zona termale aponense euganea. Apollo venerato in quest’ambito per la sua particolare virtù di “allontanare i dolori” era associato al Numen tutelare della fonte termale, il venetico Aponus.
Già a partire dalla metà del I sec.a.C. quando oramai la Venetia era entrata completamente a far parte dello stato romano, la zona termale euganea cominciò ad assumere importanza sempre più rilevante ed il primitivo centro religioso paleoveneto , compreso fra il colle di San Pietro Montagnon ed il colle Castello iniziò a svilupparsi maggiormente soprattutto verso est ovvero Montegrotto ed Abano. Il centro iniziò ad assumere connotati non solo religiosi e cultuali ma anche residenziali e funerari, con intensa attività edilizia durante la quale vennero costruiti numerosi centri termali e residenze private. L’area più antica del centro termale aponense rimase tuttavia il cuore pulsante e spirituale dei colli Euganei fra l’area di Montegrotto ed il Montagnonne, la “Fons Aponi”, ovvero la Fonte di Apono, nume tutelare delle fonti ribollenti che diedero per tradizione tramandataci da Claudio Claudiano “i natali ad Antenore”. Le fonti termali euganee vennero considerate sacre e salutifere dall’età paleoveneta più antica, luoghi di culto salutari e profondamente legati alla religiosità pagana dei Veneti e degli Euganei. Accanto all’antichissimo culto delle acque termali ed ad altri culti ad esso collegati dei quali possediamo solamente testimonianze epigrafiche, di particolare importanza religiosa connessa al potere salutifero delle acque termali vi fu l’istituzione oracolare legata al mitico “demone” infernale Gerione ed al suo uccisore, Eracle. Nella zona sottostante e vicina alla chiesa parrocchiale di S.Pietro Montagnon sono state ritrovate delle “sortes oracolari” ed un’iscrizione murata nella sacrestia della chiesa dei S.S. Pietro ed Eliseo testimonia l’esistenza di una struttura oracolare presente nella zona aponese dalla funzione strettamente legata al “daimon Gherion”.
Svetonio accenna ad una sosta di Tiberio presso il “fons Aponi” per consultarne l’oracolo gerioneo ed il poeta Claudiano in un suo carmen scritto appositamente per descrivere la bellezza ed i culti religiosi della zona, accenna alla presenza di solchi incavati da Ercole sulla roccia che venivano mostrati ed onorati ancora al suo tempo. La saga erculea narra che l’eroe dopo aver ucciso in Spagna un mostro tricorpore di nome Gerione si diresse e superò le Alpi, poi seguendo la costa tirrenica arrivò nel Latium dove avrebbe affrontato il mostro Caco, dopociò raggiunse la Sicilia. La zona di “fons Aponi” pertanto risulterebbe decisamente estranea a questa versione della leggenda del percorso di Eracle attraverso le terre di Hesperia, Saturnia Tellus, l’Italia, tuttavia questa circostanza secondo Luciano Lazzaro è dovuta all’eccezionale diffusione che l’antica saga dell’eroe “italico” ebbe sino a diventare una sorta di “vulgata mistica”. Non sorprende la presenza di un importante culto tributato al leggendario Gerione nella zona termale aponese poiché il mostro (in questo caso divenuto Numen Tutelare e Genius Locii) assumeva carattere di eroe abitatore della zone infere dalle quali attraverso spiragli e spelonche, comunicava con i mortali e necessitava di tributi ed offerte. Gerione venne dipinto nella “Tomba dell’Orco” a Tarquinia e posto accanto ad Ade e Persefone, inoltre anche Virgilio ne sottolineò la natura infernale ed alla sua “forma tricorporis umbrae” mentre Orazio lo ricorda come “Ter amlus Geryon” parlando delle piaghe infernali. Come in altri casi, il culto di una divinità Triforme nel Veneto è ben documentato con la presenza di Hekate e della stessa “ Dea Veneta” Reitia, inoltre Eracle era associato alla figura di Apollo e di Ermes, come i Dioscuri alla figura del Timavo (altro Numen protector locii). La natura stessa del luogo termale inoltre esplica la presenza di un oracolo legato a questo culto infero e ctonio: le acque fumanti, le colline vicine fra loro e gli anfratti della roccia erano il luogo adatto per l’insediamento del Nume oltre che per le Divinità dell’Oltretomba e della Morte ma anche un Dio legato alla potenza benefica delle acque salutifere fuso con lo stesso numen tutelare delle fonti il venetico Aponus in un unione che faceva risaltare l’eterno contrasto fra morte e vita, morbo e salute ma anche fra il calore delle acque vulcaniche che poteva uccidere ma se sapientemente e ritualmente utilizzato, portava alla guarigione. Convivenza di elementi contrari e tremendi. In Gallia il demone Gerione veniva rappresentato come divinità acquatica collegata spesso con il dio Vulcano il quale era venerato anche nella zona Euganea definita da Cluadiano “ Regio Vulcanica”. L’origine del culto a Gerione ed ad Eracle nella zona paleoveneta di “fons Aponi” potrebbe essere ricondotta (secondo il Ciaceri) all’importazione in Italia Settentrionale da parte dei soldati di Dionigi di Siracusa che arrivarono ad Adria nel momento di massima espansione siracusana i quali inoltrati nella terraferma, alla visita dell’oracolo ad un eroe locale, Aponus, credettero che non si trattasse altro che Eracle e del culto tributato a Gerione. Recentemente il Braccesi ha sottolineato che in tutta l’area patavina sono attestati numerosi miti di origine greca (a differenza di altre zone d’Italia settentrionale) primo fra tutti il mito di Antenore il leggendario Troiano fondatore di Padova ma anche quello di Diomede presente alle foci del Timavo e quello di Eracle come “eroe mitico” della zona euganea. Le recenti testimonianze archeologiche hanno dimostrato che l’origine del culto tributato a Gerione risultò da una sovrapposizione ad un culto locale, infatti le popolazioni paleovenete che abitavano la zona di “fons Aponi” avevano da lungo tempo un oracolo collegato alle acque termali ed alla loro potenza. I Veneti antichi avevano sviluppato una forma di religiosità molto raffinata e legata indissolubilmente all’acqua e quando essi vennero a contatto in forma maggiore con la cultura greca e romana vollero dar lustro alle loro antiche e potenti istituzioni religiose fondendo nel culto oracolare tributato al Numen locale Aponus con quello che Greci e Romani riservavano a Gerione. Si tratta di un culto collegato ad un substrato greco che solo successivamente venne assimilato alla leggenda di Eracle. Questo è il classico esempio di un’interpretatio di una divinità strettamente locale.
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On ligo el ghè dovaria esar anca co sta voxe grega riferia a Ermete Trixmejsto:(Hermete Trixmejsto el jera dito:
ēgḗtōr/ēghḗtōr onéirōn = guida de li sogni ???)
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