Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » ven gen 17, 2014 9:06 pm

Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria - (łe strade no łe xe na envension dei romani)
viewtopic.php?f=49&t=415

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BMVFk/edit
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » dom gen 19, 2014 7:10 pm

Vago, vado, guado, viajo, via, weg, cal, aller, andar, yamda
viewtopic.php?f=45&t=129

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dIbG8/edit
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Berg, Berga, Berger
viewtopic.php?f=45&t=104
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... htdTA/edit

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Yurta (ger in mongolo e yam in samoiedo e yaranga en ciukci)
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lfaU0/edit

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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » mer lug 09, 2014 9:44 pm

Maxo, Maxon, Maxio, Maxi, Maxer, Maxera, Maxerà, mansio, maison, demain/domain (demanio/dominio), maniero, Manero, Masaria, transumansa, transumare/transumanare

viewtopic.php?f=45&t=971

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /maneo.jpg
Manxaxum/manzazun en acadego lè on posto de sosta.

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Riflessi linguistici dello sviluppo culturale in Italia; cap. XX
Ociàr p. 859 OR 2 Mario Alinei

4.3.1. Inizio dell’allevamento stanziale e del sedentarismo residenziale: maneo > mansio

Può sembrare triviale, ma il passaggio da maneo «rimango» a mansio e *mansum nel senso di «residenza stanziale (di animali)», già attestato in latino (cfr. «pecorum mansio», «mansio equorum» [DELL]), e presente quasi ovunque nei dialetti attuali, sarebbe impossibile senza il passaggio graduale dalla mobilità logistica al sedentarismo.
Questa motivazione non può quindi in alcun caso essere proiettata in un ambito romano o medievale, ma ha bisogno del Neolitico per acquistare un senso.
Per la documentazione, oltre al francese maison «casa», si notino per lo meno dalmatico mošun(a) «ovile», pugliese masunu, bergamasco trentino veronese mazon «pollaio», comasco mazon «malga», valtellinese mazon «fienile», logudorese masone «grossa mandria», campidanese mazoni «stalla per pecore, capre, maiali», ecc. [BEW 5311]; rumeno mas «ovile», trevigiano bellunese mas, gardenese mes «fattoria», linguadocico guascone catalano aragonese mas «fattoria» etc. [REW 5322].


Paderno - pad, path, padden, Pfad, padanu, pateo, pista
viewtopic.php?f=45&t=1063

I veci trodhi de ła tranxumansa entel Veneto çentral
http://www.isvroma.it/public/pecus/rosada.pdf

Montegan/Montecan/Monticano, Montà, Montata e Dexmontà
viewtopic.php?f=45&t=975
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun set 22, 2014 9:57 pm

Vic-/vig- e vec/veg, beg

viewtopic.php?f=45&t=1024
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun set 22, 2014 9:58 pm

Vago, vado, guado, viajo, via, weg, cal, aller, andar, yamda, sentu, sentiero, semita, chemin, camin, traget, troed, treide, troxo, trames, ...
viewtopic.php?f=45&t=129
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dIbG8/edit

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Troxi/trodhi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BMVFk/edit

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Camin e Camino - (cammano e cammino - chemin e semita)
viewtopic.php?f=44&t=1025
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun ott 13, 2014 8:56 pm

Cal, całe, całà, càła, calle, callis, caill, ...

viewtopic.php?f=44&t=1083
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun gen 18, 2016 7:14 am

Troxi de legno so łe pałù entel IV miłegno v.C.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -track.jpg

Sweet Track
http://it.wikipedia.org/wiki/Sweet_Track
La Sweet Track è un'antica strada rialzata nell'Inghilterra sudoccidentale presso i bassopiani del Somerset Levels. Databile a 6000 anni fa, quindi agli inizi del Neolitico, è una delle più antiche strade del mondo e una delle più antiche in legno del nord Europa.

Fu costruita dagli abitanti dei pendii delle Polden Hills inizialmente per collegarsi a due isolotti sabbiosi, uno dei quali forniva legname alla popolazione e conteneva terre coltivate. L'altro isolotto invece, denominato Westhay Island, si ipotizza comprendesse anche un insediamento umano oltre, in aggiunta, terreni di pascolo.
Il camminamento è stato scoperto nel 1970 da un operaio, Raymond Sweet, mentre eseguiva un lavoro di pulizia dei canali di drenaggio che attraversano le torbiere dei Somerset Levels.
I primi emigranti continentali iniziarono a trasferirsi in Gran Bretagna intorno al 4000 a.C., ed essendo per lo più agricoltori, cercarono terre idonee per la coltura ed i Somerset Levels si dimostrarono un luogo adatto in quanto ricco di risorse di selvaggina, di pesci, di suini selvatici e di materiali, come le canne, e di alberi da disboscare per il legname.
Per realizzare il camminamento vennero abbattuti alberi grandi, quali il querce, il frassino, l'olmo, che venivano lavorati fino a trasformarli in tavole.
La costruzione era basata su una guida formata da tronchi collocati in fila sulla superficie dell'acquitrino aventi la funzione di struttura di sostegno, da pioli piantati nel terreno per consentire che ogni coppia formasse una "X", e infine dalle tavole che costituivano la base del camminamento che erano incastrate tra i due bracci superiori dei pioli. La base era sopraelevata di circa mezzo metro rispetto alla guida e aveva una larghezza di trenta centimetri e tagliava due file di alte canne.
Gli archeologi hanno effettuato studi multidisciplinari dell'ambiente, e analizzando i residui della flora e della fauna, sono riusciti a scoprire che gli abitanti praticavano una forma di silvicoltura e che vigeva già allora l'abbattimento selettivo che consentiva la rapida crescita dai ceppi rimanenti. I ritrovamenti di resti di scarabei ha fornito agli specialisti le indicazioni sul clima dell'epoca neolitica, che prevedeva temperature più basse di circa tre gradi rispetto ad oggi in inverno, e temperature più alte di circa tre gradi in estate. Le informazioni fornite dai pollini hanno consentito di capire la conformazione dei boschi (querce, olmi, frassini e tigli) e dei sottoboschi (noccioli e agrifogli). L'acquitrino pullulava di giunchi e canne oltre alla ninfee, e prosperavano girinidi e grossi ragni pirata.
Tra i reperti ritrovati vi sono gli utensili utilizzati all'epoca, quali le schegge, per il legno, per le canne, per le piante e per le pelli. Inoltre sono state rinvenute anche punte di frecce, probabilmente utilizzate per la caccia, oltre a ceramiche, cocci e oggetti di legno, quali zappe, spatole, manici e spilloni levigati utilizzati forse come ornamento.
http://en.wikipedia.org/wiki/Sweet_Track


A Ockenhausen vicino a Leer, dove sono stati scoperti i resti di una strada rialzata sopra una palude, della lunghezza di circa un chilometro, composta da ben 13.000 assi di querciaLe prime tecniche di base sembrano appartenere, pertanto, all'esperienza palafitticola e terramaricola, antecendenti all'invasione romana della Germania Magna. Si tratterebbe di costruzioni risalenti addirittura del IV millennio a.C.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pontes_longi
I pontes longi erano delle strade in legno costruite dai Romani su terreni paludosi o acquitrinosi, famose soprattutto per essere state impiegate nel corso dell'occupazione romana della Germania sotto Augusto. Questo genere di strade sembra esistessero già nel nord della Germania fin dal VII secolo a.C. I Romani appresero queste tecniche dalle genti celto-germaniche del nord-europa e le utilizzarono per la conquista della Germania Magna.
Di questo genere di costruzioni esistono resti archeologici nella Germania del Nord, datati sin dal VII secolo a.C., alcuni secoli prima che queste terre fossero invase dai Romani: vedasi il sito di Ockenhausen vicino a Leer, dove sono stati scoperti i resti di una strada rialzata sopra una palude, della lunghezza di circa un chilometro, composta da ben 13.000 assi di querciaLe prime tecniche di base sembrano appartenere, pertanto, all'esperienza palafitticola e terramaricola, antecendenti all'invasione romana della Germania Magna. Si tratterebbe di costruzioni risalenti addirittura del IV millennio a.C.
I Romani inizialmente utilizzarono un sistema di sopraelevazione delle strade rispetto al terreno in Italia. La prima operazione consisteva nel segnare il percorso da realizzare con dei piloni, successivamente lo spazio fra di essi era riempito con grandi quantità di pietre, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude.
Nelle province il metodo di costruzione differiva lievemente in quanto nel corso della prima fase di conquista le costruzioni dovevano essere sia stabili che rapide da realizzare, per meglio penetrare nei territori di recente acquisizione: In questo caso i piloni e l'intera struttura erano fatti con tronchi d'albero: i cosiddetti pontes longi.
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun gen 18, 2016 7:15 am

El sejo (dito anca sałixo)
viewtopic.php?f=43&t=2158

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... l-sejo.jpg


Ente ła tera veneta a ghe jera strade sałixà xà secołi vanti ke nasese Roma.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4277864024

Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria
viewtopic.php?f=49&t=415


Strada salixà de Oderso VIII secoło v.C.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oareli.jpg


Oderso, Oderzo, Ovedercio, Opitergium
viewtopic.php?f=151&t=708

Strade de Este venetega, vanti de łi ani diti "romani"
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-Este.jpg

Este
viewtopic.php?f=151&t=706



Strade etruske

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rusche.jpg


http://www.archeobo.arti.beniculturali. ... o/area.htm

http://www.maat.it/livello2/geostor-etruria.htm


Le strade più antiche si basavano su alture e valli fluviali.
Erano poco più che mulattiere.
Ad esempio il sentiero del Cremera tra Veio e il Tevere o la valle del Treia nel territorio falisco.

Le strade di fondovalle non erano sempre percorribili a causa delle alluvioni e pertanto ebbero maggiore sviluppo le piste che correvano lungo le sommità.
Ad esempio la Via Flaminia attraverso l'ager veientanus e faliscus fino al bacino del Treia su di un altopiano. Da notare che il centro delle vie montane nell'Etruria meridionale non era Veio, ma l'area di Prima Porta a nord di Roma.

Il sistema viario etrusco subì dei cambiamenti significativi nel corso del VII secolo a causa dello sviluppo del commercio e della diffusione dei veicoli a due ruote.
Ad esempio la via tra Caere e Veio, che era adatta solo a far passare dei muli, venne completamente rifatta attenuando le pendenze ed eliminando le tortuosità per rendere il percorso più facile ai carri.

In presenza di ostacoli naturali si procedeva a imponenti opere di sbancamento.
Ad esempio lungo la via che collegava Falerii a Nepi venne fatto un taglio profondo 15 metri e lungo 200.

Le strade principali etrusche erano normalmente a due carreggiate, ognuna di circa 2 metri.
Si usavano cunette centrali o laterali.
Con l'usura si generavano dei solchi ed allora si doveva abbassare il livello della strada.

Gli etruschi costruivano sia ponti in legno che in pietra.

Per deviare corsi d'acqua o drenare delle valli ricorrevano a cuniculi.

Famosa la strada di Pietra Pertusa che collegava Veio con il Tevere, a nord di Prima Porta.
Costruita nel V secolo, dopo che Fidene era passata sotto il controllo di Roma, serviva a comunicare con Gabi e Preneste.
La strada è rettilinea, quattro valli vennero drenate con cuniculi per un totale di 4 chilometri, una galleria lunga 300 metri e larga più di 2 venne scavata alla profondità di 40 metri per attraversare l'altopiano della via Flaminia.

I Romani costruirono le loro vie, nel III e nel II secolo a.C., con il concetto attuale della autostrade: percorso rettilineo, minima pendenza, caratteristiche standard.

A volte riutilizzarono tratti di strade etrusche, ma ebbero scarsa attenzione all'attraversamento dei centri etruschi, spesso le strade romane passavano in loro prossimità, ma non al loro interno.
La via Aurelia segue la costa tirrenica fino a Pisa passando in prossimità di Caere, Tarquinia, Vulci, Cosa, Vetulonia, Populonia. Venne costruita da Lucio Aurelio Cotta a partire dalla fine della prima guerra punica (241a.C.).
La via Claudia, che passa ad ovest del lago di Bracciano, porta a Tuscania, Saturnia e Roselle. Probabilmente venne costruita nel 183 a.C. contemporaneamente alla deduzione della colonia di Saturnia.
La via Cassia passa in prossimità di Veio, Volsinii, Chiusi, Cortona e Arezzo, prosegue verso Fiesole. Venne costruita nel 154 a.C. dal censore Caio Cassio Longino.
La via Amerina attraversa Tuder (Todi) e raggiunge Perugia.
La via Flaminia attraversa il territorio dei Falisci e poi quello degli Umbri, passa in prossimità di Narnia (Narni), Interamna (Terni), Spoletium (Spoleto), e prosegue verso Ariminum (Rimini).
La Flaminia venne costruita da Caio Flaminio nel 220 a.C.
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun gen 18, 2016 7:19 am

Strada negà ente ła lagouna de Venesia, strada veneta e no romana
viewtopic.php?f=177&t=2191


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... romani.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lagona.jpg

Dixem ke pì ke strada romana ła jera na strada veneta co resti de łi ani veneto-romani e diti a torto "romani".

Co xe stà fata sta strada tuta ła xona ła jera al suto, fora de l'acoa, xe stà dapò ke ła xe ndà soto acoa o parké se ga alsà el łiveło del mar o parké se ga xbasà ła tera o par n'anseme de ste do cauxe.
Forse sta strada ła ndava da Altin a Cioxa e xo verso el delta del Po.



http://venicewiki.org/wiki/Canale_dei_Marani
Il Canale dei Marani si trova in prossimità di Murano, nelle vicinanze del Faro, e prendendo la direzione delle Vignole finisce proprio alla confluenza del Canale delle Fondamenta Nuove, con il Canale la Bissa che costeggia proprio le Vignole.
Proseguendo verso la Bocca di Porto di San Nicoletto il canale diventa il Canale delle Navi, via privilegiata delle navi veneziane che entravano ed uscivano dall'Arsenale.
Per la velocità della marea che scava quotidianamente il fondale il canale è particolarmente profondo con batimetriche che variano da 4 mt in prossimità delle Bricole agli oltre 13 mt del centro del canale.


https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_della_Certosa
L'isola della Certosa (o, più semplicemente, La Certosa) si trova a nord-est di Venezia, distando meno di 250 metri da San Pietro di Castello e poco più di 500 metri dal Lido di Venezia. Un canale largo circa venti metri la separa dalle Vignole. La sua superficie è di circa 22 ettari. La zona sud è delimitata da mura perimetrali che la separano dalla zona nord di recente imbonimento. Fino al 1997 la porzione esterna alle mura, caratterizzata da un'ampia radura sabbiosa, è stata usata come poligono di tiro occasionale dal Reggimento Lagunari "Serenissima".


Lagoune e lagoustrie venete (pristoria e storia)
viewforum.php?f=177
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Re: Troxi veneti e d’Ouropa ente ła pristoria

Messaggioda Berto » lun gen 18, 2016 7:27 am

Ente ła tera veneta a ghe jera xa i ponti secołi en vanti de łi ani diti romani:

Ponti d’Ouropa
viewtopic.php?f=49&t=414



Ghevimo i cari co i cavałi secołi en vanti de łi ani diti romani, par far ndar i cari a ghe vołeva de łe bełe strade drento łe çità e fora tra na çità e tute staltre, no ghemo de çerto spetà ke rivàse i romane par farse łe strade sałixà:

Cavaj e càri veneti, na tradision milenara
viewforum.php?f=108



La nostra tera veneta ła jera abità da miłara de ani e ghe jera on mucio de xente co tante çità e contrà sparse dapoartuto, gnaona çità veneta lè sta fondà dai romani.

Na ‘olta, coanti omani ghe jera ente ła tera veneta?
viewtopic.php?f=49&t=361

Çità venete – gnanca ona fondà o nomà dai romani
viewforum.php?f=151
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