El jardin-orto del disco de Aoronso

El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Berto » mer mar 25, 2015 8:58 pm

El jardin-orto del disco de Aoronso
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La femena entel disco ła pararia ver łi memi stivałi de ła xovane orante de Este:
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-Este.jpg

La femena de Caldevigo: orante, dea, shamana/sacerdòta (sacerdòsa, sacèrsa o saçerdotesa) ?
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Serci o diski de bronxo veneteghi:
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Muxeo de Oronso (Auronzo)
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Berto » mer mar 25, 2015 9:00 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Berto » mer mar 25, 2015 9:34 pm

Cfr. co łi jardini de Adon

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... adonie.jpg

Adon
http://it.wikipedia.org/wiki/Adone_(mitologia)
Adone (in greco antico Άδωνης, oppure: Άδωνις) è una figura di origine semitica, dove era oggetto di un importante culto nelle varie religioni legate ai riti misterici. È relativamente assimilato alla divinità egizia, Osiride, al semitico Tammuz e Baal Hadad, all'etrusco Atunnis e anche al frigio Attis, tutte divinità legate alla rinascita e alla vegetazione.
Soprattutto nell'attuale Siria, era identificato come Adon, stesso termine di Adonai, il Signore ebraico (nome utilizzato al posto del Tetragramma YHWH impronunciabile dai devoti).
Alcuni mitologisti hanno pensato che Balder è da leggere come una sua personificazione nella mitologia germanica, associato a sua volta al Baal fenicio.

Come spiega James Frazer in Il ramo d'oro, opera per ampia parte dedicata al mito di Tammuz, «il culto di Adone fu praticato dalle genti semitiche di Babilonia e Siria e i Greci lo presero da loro agli inizi del settimo secolo avanti Cristo. Il vero nome della divinità era Tammuz: Adone è semplicemente il nome semitico Adon, “signore”, un titolo onorifico con il quale i fedeli si indirizzavano a lui. [ … ] Nella letteratura religiosa babilonese Tammuz appare come il giovane sposo o amante di Ishtar, la grande dea madre, incarnazione delle energie riproduttive della natura».
Adone è una delle più complesse figure di culto nei tempi classici. Egli ha assunto numerosi ruoli in ogni periodo. Simboleggia la giovanile bellezza maschile ma anche la morte ed il rinnovamento della natura. Dal suo sangue crebbero gli anemoni e ad essi Adone viene associato.

http://en.wikipedia.org/wiki/Adonis


Adonie
http://it.wikipedia.org/wiki/Adonie
Le Adonie avevano luogo in primavera oppure in estate. Nel primo caso, i riti ricordavano e rappresentavano il dolore per la scomparsa di Adone e tosto la gioia per il suo ritorno; nel secondo, i vari aspetti della vita vissuta in compagnia di Afrodite e bruscamente troncata dalla morte. Cadevano in primavera le Adonie di Biblo (in Siria) e di Atene; in estate, quelle di Antiochia e di Alessandria. Di queste ultime ci offre una descrizione vivace e particolareggiata (per il tempo di Tolomeo Filadelfo), il XV idillio di Teocrito: si portavano in processione le immagini di Adone e di Afrodite, circondate da simboli di ogni specie della lussureggiante natura estiva e dai cosiddetti giardini di Adone; il canto magnificava la gioia dell’amore delle due divinità ma ricordava l’appressarsi dell’ora fatale della separazione ed augurava il ritorno di Adone l’anno venturo.


Così Marcel Detienne commenta la sua opera:
«un’interpretazione che ha avuto solo l’audacia di sistematizzare la decifrazione dei miti, già largamente avviata dagli stessi Greci, in opere parallele e spesso concomitanti rispetto alla maggior parte di questi racconti mitici».


http://www.sololibri.net/I-Giardini-di- ... arcel.html

In questo studio lo storico francese elabora un codice vegetale attraverso il quale decifra il mito di Adone ma anche le vicende mitiche affini o in antitesi rispetto ad esso, individuando una serie di opposizioni concettuali che costituiscono la griglia di valori entro cui viene a definirsi la società greca.
Il codice interpretativo utilizzato per isolare e analizzare i componenti del mito, concepito nell’ambito dello strutturalismo di Claude Lévy-Strauss dalla cui ricerca antropologica Detienne è profondamente influenzato, gli permette di ricostruire l’articolato contesto etnografico della Grecia classica del quale fanno parte elementi della realtà economica, tecnica, religiosa ma anche conoscenze botaniche, mediche ed eortologiche.
Nel mondo greco, dal V al IV sec. a.C., tutte queste discipline si organizzano in una serie di opere che vanno dal Corpus Hippocraticum, frutto delle elaborazioni della scuola medica di Ippocrate, alla Historia plantarum di Teofrasto. I Giardini di Adone rappresentano un percorso alla ricerca dei significati di un modello mitico che attraverso la figura del bell’adolescente amato dalle dee, nella cui vicenda la componente celeste e quella ctonia risultano unite strettamente, a partire dalla contesa del neonato tra Afrodite e Persefone fino alla sua morte prematura, consente di decifrare molte delle categorie di pensiero che stanno alla base della società greca antica. Adone diviene il personaggio centrale che dà avvio a una storia delle sostanze aromatiche la cui posizione nella cultura mitica e rituale dei Greci si inserisce nei rapporti tra l’Alto e il Basso, la sfera divina e quella umana, che orientano la vita quotidiana dei cittadini nell’ambito religioso. Sebbene la dissezione dicotomica del racconto mitico e l’interpretazione seccamente razionalistica di alcuni elementi rischino talora di orientare l’analisi a un eccessivo rigore meccanicistico, questo lavoro mostra la possibilità di esplorare le civiltà antiche partendo da aspetti considerati normalmente secondari, come in questo caso il collegamento stabilito tra la qualità delle piante e la loro presenza nella narrazione mitologica.
La via degli aromi indicata da Detienne consente dunque di individuare nei miti presi in considerazione una serie di quadri interpretativi condivisi e di cogliere i nessi che la mentalità greca stabiliva tra le stagioni, l’attività agricola, la classificazione e la funzione delle piante, gli aromi, i profumi e l’eros; così la storia della Menta, pianta aromatica che si associa all’amore e alla morte, in quanto amata da Ade, richiama la vicenda di iynx, il torcicollo, il quale oltre ad essere il secondo nome della menta è anche un uccello e uno strumento magico e indica pure la seduzione esercitata dalla pantera, un animale ricordato dalla tradizione perché in grado di diffondere profumi con cui caccia le proprie prede; così il mito delle Lemniadi che per il loro cattivo odore perdono la capacità di sedurre gli uomini e per questo vengono ripudiate, e le riflessioni svolte dall’autore a proposito della dysosmìa che caratterizza le donne alle Tesmoforie e l’uso degli aromi nel contesto lascivo delle Adonie; infine l’analisi dell’impiego della mirra e dell’incenso e la loro caratterizzazione nell’immaginario greco che ne colloca la coltura nel periodo della Canicola, lo stesso in cui vengono fatti fiorire gli effimeri giardini di Adone, cioè quando si verifica il maggiore squilibrio tra il secco e l’umido che ha forti ripercussioni anche nel rapporto erotico tra l’uomo e la donna.
Marcel Detienne, superando le decontestualizzazioni frazeriane e gli eccessi di un positivismo che ottunde i significati peculiari attribuiti dagli antichi alle proprie rappresentazioni, ha il merito non solo di elaborare un’opera complessa dal punto di vista dell’ampio lavoro compiuto sulle fonti, tanto da farne uno scritto di per sé interessante per ciò che chiamiamo genericamente erudizione ma riesce anche a tracciare attorno a questi dati una cornice concettuale che contribuisce a ristabilire i pregi del metodo comparatista se, come in questo caso, lasciato operare all’interno di un’area culturale ben definita e della quale di volta in volta vengono forniti gli estremi cronologici e chiarite le modalità attraverso cui si è manifestata ed ha avuto seguito una determinata idea.

Titolo originale: Les jardins d’Adonis
Introduzione di J.-P. Vernant
Traduzione di Letizia Berrini Pajetta
Einaudi, 1975

http://www.contusu.it/leggende-e-tradizioni/365

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -adone.jpg

El Ramo de Oro paxena - 532
http://brsbiblio.altervista.org/portale ... %27Oro.pdf
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Re: El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Sixara » gio mar 26, 2015 1:03 pm

I dàtoli :D
Ke bòni! A ghi n ò scoerto on tipo mai visto prima : i è asè boni, nò come cuei ca te magni solo par nadàe, i vien da Jerico, i se ciama datteri Mejoul - datteri reali. E difati ke i è king size.. bòni,bòni.
Intaresante cueo ca scrive M.Detienne : penso anca mi ke pa la decifrazione dei miti a ghe vorìa (anca) on codice olfattivo-gustativo oltre ke cognitivo. Dele volte indove ca no te rivi col raxonamento a te ghe rìvi pa altre vie e cuea de le spèzhie, de i aromi lè ona.
Si-si : a te te magni on dàtolo Mejoul e te se vèrze el pensiero. :D
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Re: El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Sixara » gio mar 26, 2015 1:35 pm

Berto ha scritto:La femena entel disco ła pararia ver łi memi stivałi de ła xovane orante de Este:

Parké a ghe vòe i stivài pa ndare te l òrto :D
( meti ca sia piovesto come ieri-oncò, come fèto ndare te l òrto... a te ghe vòe i stivài)
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Re: El jardin-orto del disco de Aoronso

Messaggioda Berto » mar apr 14, 2015 12:13 pm

Shamanexeimo, mistiçixmo, estaxi, sostanse psicotrope
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Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamanexemo e coxmołoja shamana
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