Appello ai candidati, valorizzate la lengoa e la cultura veneta
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Valorizziamo il patrimonio linguistico e culturale Veneto. Cominciamo dalle nostre università. Con questo obbiettivo, abbiamo inviato una lettera aperta ai candidati rettori dell’università Ca’ Foscari di Venezia per proporre l’introduzione di corsi di lingua e cultura Veneta all’interno dell’offerta didattica di una delle più importanti università venete. Nella speranze inoltre, che altre università accolgano questa proposta. Una proposta che parla di opportunità e diritti, che vuole promuovere una lingua e una cultura per troppo tempo dimenticate e marginalizzate.
Abbiamo inoltre lanciato una petizione online per supportare questa causa. Vi chiediamo di sottoscriverla QUI
Riportiamo di seguito la nostra lettera aperta
“Ai candidati alla carica di Magnifico Rettore dell’università Ca’Foscari di Venezia da parte di un gruppo di studenti ed ex-studenti degli atenei Veneziani e Patavini raccolti sotto la sigla: Sanca/Sinistra Veneta Indipendentista“.
Gentili candidati,
Con la presente vorremmo portare alla vostra attenzione alcune riflessioni e proposte che desidereremmo prendeste in considerazione all’interno del vostro mandato di governo.
Una tematica locale, ma europea, una questione di diritti e di cultura. L’articolo due dello Statuto dell’Università Ca’ Foscari alla sezione “Missione dell’Università” sostiene la necessità di questa istituzione di concorrere allo “sviluppo civile, culturale e scientifico della comunità locale, nazionale e internazionale”. Soffermiamoci sul primo dei destinatari di questo sviluppo: la comunità locale. La Carta europea europea delle lingue regionali e minoritarie, così come concepita nel 1992, dichiara (art 7, punto c): “la necessità di un’azione risoluta per promuovere le lingue regionali o minoritarie al fine di salvaguardarle” in quanto, come sostiene il punto “a” del medesimo articolo, “il riconoscimento delle lingue regionali o minoritarie” è “l’espressione della ricchezza culturale” d’Europa. “La facilitazione e/o l’incoraggiamento all’uso orale o scritto delle lingue regionali o minoritarie nella vita pubblica e privata” è uno degli obbiettivi di questa carta, insieme a “la messa a disposizione di forme e mezzi adeguati di insegnamento e di studio delle lingue regionali o minoritarie a tutti gli stadi appropriati” (punto f) e “la promozione degli studi e della ricerca sulle lingue regionali o minoritarie nelle università o negli istituti equivalenti” (punto h).
Perciò ci rivolgiamo a voi in quanto crediamo che l’istituzione universitaria sia la prima a dover intervenire.
La lingua Veneta, oltre ad essere stata considerata meritevole di tutela da parte del consiglio d’europa nel 2003, riconosciuta dalla regione Veneto con la L.R. n. 8 del 13 aprile 2007 e dalla regione FVG con L.R. 5/2010, è inserita all’interno del Red Book of Endangered Languages prodotto dall’UNESCO. Di cosa parliamo quando parliamo di lingua Veneta? Non parliamo di quella “lingua nuova, chimerica, che non esitiamo a definire mostruosa, inesistente ed improbabile, composta musivamente con tessere di questa o di quella varietà, di questa o quell’epoca.” (Manlio Cortellazzo, Perché e come salvare i dialetti del Veneto, Schema n°5 – 1980), parliamo di una lingua multiforme e plurale, portatrice di un patrimonio immenso di quotidianità e vite locali, che non devono essere appiattite in un nuovo idioma artificiale. Una lingua che, seguendo un modello come quello norvegese o quello occitano, può ritrovare utilizzo nei più diversi ambiti del vivere e può diventare risorsa preziosa per il futuro. La nostra preoccupazione per la lingua non ha neanche a che fare con le abusate, e talvolta pericolose, pretese di riscoperta di un identità perduta, ben descritte da Maurizio Bettini in “Contro le Radici”, ma con il mettere a frutto un’eredità importante consegnataci dai nostri nonni e bisnonni, che sarebbero piuttosto inorriditi nel vedere come invece l’abbiamo lasciata alle ortiche, disinteressandoci della sua, sempre più veloce, erosione. Un’ eredità che, insieme a tante altre, mostra la natura della cultura veneta, fatta di incroci, apporti e dialogo tra le culture più lontane dell’Europa e del mediterraneo, vocazione di incontro e viaggio che sempre di più si rivela preziosa.
Pensiamo che il discorso sulla lingua che abbiamo introdotto nelle righe precedenti (e riproposto pochi giorni fa in un proposta di progetto) possa valere e dovrebbe essere esteso a tutti i campi della cultura veneta. Perché quindi non pensare, oltre all’apertura di un percorso verso l’istituzione di una cattedra di lingua e letteratura veneta (proseguendo nel solco aperto dall’accordo con la Regione Veneto siglato nel 2010), anche un corso di laurea in lingua e cultura veneta, che potrebbe formare coloro che vogliono occuparsi della valorizzazione e della diffusione di questo patrimonio? Un investimento per tutti! Esso potrebbe contenere oltre ai corsi di lingua e letteratura, quelli di storia delle tradizioni popolari,dialettologia, filologia romanza, glottodidattica, etnomusicologia, storia veneta, gestione e progettazione museale, geografia regionale e un attento sguardo alla cultura materiale attingendo agli ottimi corsi già presenti a Venezia e a Padova (e perché no, rivolgendo lo sguardo verso i conservatori e altre istituzioni). Nel resto d’Europa, quasi ovunque, sono arrivati prima di noi, basti pensare ai corsi attivati dalle università di Barcellona, Tolosa o dalle università scozzesi. Pensiamo sia giunto il momento di colmare questo gap.
D’altra parte, citando F.Vallerani, questo potrebbe contribuire anche a quella “rivalutazione del paesaggio ereditato, ma anche una maggiore conoscenza del proprio spazio vissuto” che sarebbe preziosa nel, non più rimandabile, processo di difesa dei nostri territori dal cemento che ormai è arrivato “oltre le siepi”. Un’occasione, inoltre, per riparare agli errori e ai torti a cui lingua e cultura Veneta sono stati costretti per troppo tempo. Lo chiede l’Europa, lo pone come obbiettivo l’ateneo veneziano e pare pure apprezzato dalla popolazione locale, come dimostrato dal successo dell’iniziativa del consenso informato in “dialetto veneziano” del Policlinico San Marco di Mestre.
In attesa di una Vostra risposta abbiamo lanciato una petizione online sulla questione, accessibile QUI.
Speriamo nel Vostro impegno nella salvaguardia di questo patrimonio di inestimabile valore durante il prossimo mandato e nell’augurare buona fortuna ad ogni candidato, Vi inviamo i nostri Cordiali saluti,
SANCA / Sinistra Veneta Indipendentista”
Anca sti toxati kive de ła sanca veneta, łi xe asè bravi a scrivar en tałian de ła łengoa veneta ma łi ło xe manco a scrivar en veneto de ła łengoa veneta.