El prete Barea ( a propoxito la so fameja la vegnea da Castelfranco V. e la jèra rivà tel 1885 n Braxile) el porta la testimoniansa de uno de i primi coloni a Caxias. I Vèneti, dir el vero, no' i xe stà propio i primi: pararìa ke " l'onore della primazia" el saria de tre fameje de Olmate (Monza) Crippa, Sperafico e Radaelli, partìe da Italia tel 1875. I ghe metea tre mexi e òto jorni so na nave veliera rivare Rio de Janeiro e dopo da lì seguendo i fiumi i ndava indoe ke i li mandava.
El raconto del colono Pièro Tomaxi:
" Di giorno si lavorava con molta paura dei
bulgheri a gettar giù un pezzettino di bosco e a farsi sù on fià di casa e di notte qualcuno faceva la guardia."
I 'bulgheri' i sarìa i indios, poaréti ke no ghe jèra da verghe paura, ke zà i ghea sbandonà la foresta o i se jèra spinti pì n drento e comuncue no i ghe faxea del male nisùn, i jèra pacifici se, l dixe el Tomaxi, " ... però i bulgheri non ci hanno mai molestati e nemmeno li abbiamo veduti."
Insoma de jorno i laorava a butar zò on toketo de foresta e tirar-sù on fià de caxa.. el primo racolto ca xe vegnù su l è stà dopo 2 àni, e tel fra-tenpo i magnava i
pignoni ke sarìa i pignoli n braxiliàn
pinhao.
" Quando poi venne questo benedetto raccolto, ci siamo accorti che esso era disputato da molti pretendenti, tra i quali i cinghiali americani e le scimmie ... ma i più ingordi erano i papagalli che in folte nuvole cadevano sulla piantagione."
Elora 'sa faxeveli poaréti, parké no i ghe magnese el racolto? "...molti di essi, presi e ammazzati sul fatto, più di una volta ci hanno riempito le pignatte, proporzionandoci un brodo e una carne più che saporosa."
Anca i cinghiali i li parava via co l fògo o sparando de i colpi n aria " sul far della notte" co i rivava, ste bestie, da drento la foresta a la piantajon; calkedun el cascava te le bùxe ke i scavava par tèra longo i sentieri par indoe ca pasava ste bestie e lora i li ciapava e i li magnava.
Po' sa no bastase anca i sorxi ghe jèra : " In quantità da non credersi, essi uscivano da tutte le parti, ci rosero i cassoni,le scarpe,perfino i bottoni delle vesti, saltavano sù per il letto, sù per le gambe, sù per la tavola, ci disputavano il cibo, ci rubavano il sonno.
Eravamo costretti a mangiare col cibo in una mano e un bastone nell'altra. A caro stento e solamente combattendo delle notti intiere, sono riuscito a salvarmi 10 sacchi di granoturco."
Pa ndare " a prendere qualche articolo di prima necessità, si doveva camminare una giornata intiera, infangarci fino agli occhi ... Più di un povero colono dovette camminare mezze giornate con un sacco di grano sulle spalle per portarlo dove c'era qualche simulacro di molino. Ce lo siamo proprio meritato quel poco di benessere che oggi godiamo."
E ke spauràsi! " Metta giù nella sua storia che una notte mi sono imbattuto per istrada in una bestia feroce ( lui dice che era l'Orang-utan ma io credo che fosse il Tamanduà-bandeira), la quale alzatasi in piedi, mi tentò il colpo, ma grazia a Dio facendo uso del coltello e dello schioppo, sono riuscito ad averne ragione.
... Metta giù anche questa: Una notte eravamo già tutti a dormire sotto la nostra misera casupola. Tutto ad un tratto sentiamo i muli che soffiano e corrono come disperati. Poco dopo si ode un fracasso terribile, la porta della casa viene sfondata, vi entra precipitatamente il nostro cane e dietro di lui... LA TIGRE! Il cane si ripara sotto il letto e la tigre dietro, arriva a pigliarlo, lo trascina fuori e se lo porta nel bosco. Ah! padre, ci può essere spavento più grande di questo?."
Vabèn i cinghiali e i papagàli, e i sorxi e le sìmie ma... NA TIGRE, vojo dire.. na tigre.