Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołeghi

Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołeghi

Messaggioda Berto » sab giu 21, 2014 8:57 pm

Etnorasixmo antiveneto a Thiene ?

A ła Festa dei Popołi, de Thiene, xe stà negà a on s-ciapo de veneti de parteçipar come Popoło Veneto a sta festa; se trata de caxo de rasixmo antiveneto, da parte de tałiani ?

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Thiene. Casarotto ai venetisti: 'Un polverone sulla Festa dei Popoli, ora abbassiamo i toni'

http://www.thieneonline.it/cronaca/thie ... 6Xj75R_uSo

Un invito deciso e fermo ad abbassare i toni dopo giorni di polemiche accese, a volte furiose. Arriva dal sindaco di Thiene Giovanni Casarotto, che ha preso carta e penna nel tentativo di chiudere le diatribe in corso sul tema dell’indipendenza del Veneto.
E per farlo rispolvera una locuzione latina di Virgilio, “Paulo maiora canamus”, che letteralmente vuol dire “cantiamo di cose un po’ più elevate”, ma che in pratica significa “parliamo di argomenti più elevati, più seri”.

Ma prima di passare a questi argomenti, Casarotto vuol chiarire alcuni punti.
“Ritengo sia venuto il momento di dire ad alcune forze politiche di abbassare i toni – scrive il sindaco di Thiene -, toni che in questi giorni hanno superato, a mio giudizio, la soglia del dialogo democratico e ciò indipendentemente dal fatto che tutti, in democrazia, hanno il diritto di manifestare le proprie idee, purché vengano espresse in maniera corretta.

Mi riferisco al polverone che è stato sollevato in occasione della Festa dei Popoli. A questo proposito, come è già stato segnalato dai responsabili e cioè che la manifestazione viene da loro ogni anno organizzata in maniera autonoma ed indipendente dal Comune, sottolineo che la Festa dei Popoli è un percorso articolato che, per quanti vi partecipano, prevede una serie di incontri di formazione e preparazione, un percorso che viene fatto all’insegna dell’accoglienza e del rispetto reciproco, della ricerca di ciò che unisce e non di ciò che divide, per favorire l’integrazione e la pacifica convivenza tra le diversità Comunità presenti nel nostro territorio.

Ora mi è difficile credere che possano incarnare questo spirito e questi ideali Movimenti i cui aderenti indossano una maglietta con la scritta ‘Veneto is not Italy’, oppure che alcuni di essi vogliano veramente portare avanti idee di serena e pacifica convivenza dal momento che, come ben noto alle cronache, stavano costruendo un, seppur rudimentale, carro armato. Per non parlare di certi volantini, anonimi, che incitano chiaramente alla violenza, come quelli che sono stati distribuiti ieri in giro per la città”.

“Quanto poi alle mie affermazioni, secondo cui ad oggi non esiste uno Stato del Veneto indipendente – prosegue Casarotto -, mi pare di poter dire che il fatto stesso che la Regione Veneto abbia in questi giorni approvato una legge per indire un referendum propositivo per l’indipendenza del Veneto mi dia ragione.

A questo proposito merita ricordare che su questo tema si è già espresso il Consiglio Comunale di Thiene nella seduta del 25 giugno 2013, che a maggioranza ha approvato un Ordine del Giorno che invita sia la Regione Veneto, sia lo Stato Italiano, sia l’Unione Europea ad impegnarsi nell’ottica di una maggiore autonomia locale e di federalismo, che mantenga però l’unità nazionale, in quanto ‘alle sfide della globalizzazione non si risponde con le piccole patrie ma con l’esercizio dell’autonomia responsabile nei territori e con il pieno compimento del progetto Europa, una vera e propria “rivoluzione post-nazionale” che conduca all’unione federale Europea’ (dalla delibera consiliare n. 83 del 25/6/2013).

E su questa linea mi conforta anche la presa di posizione di Confindustria, espressa attraverso le parole del Presidente Provinciale Giuseppe Zigliotto”.

Intanto domani è attesa la manifestazione degli Indipendentisti veneti, alla quale prenderà parte anche il leader Lucio Chiavegato.
La partenza del corteo è prevista per le 10,30 dal piazzale della Stazione, corteo che arriverà in piazza Chilesotti, dove si terrà il comizio finale.
di redazione Thiene on line



Thiene. La Commissione Festa dei Popoli: 'Il Comune non c'entra, venetisti fuori per nostra decisione'

http://www.thieneonline.it/politica/ite ... 6XQypR_uSo


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“Non sparate sul Comune di Thiene. Non è del Comune la responsabilità della programmazione e della gestione della Festa dei Popoli. Se gli Indipendentisti non sono entrati è soltanto per decisione del Comitato Organizzatore. Scelta dettata esclusivamente da questioni burocratiche. La politica in questa vicenda non c’entra affatto”. Loro lo scrivono con altre parole ma sono questi
i concetti di base che il Comitato Organizzatore della Festa dei Popoli ha ritenuto opportuno mettere nero su bianco, dopo quattro giorni di polemiche, accuse e prese di posizione in merito all’accesso alla Festa negato ai venetisti. Con l’intento proprio di spazzare via dal tavolo della discussione ogni possibile strumentalizzazione politica. E ricordare, come infatti spiegano alla fine del loro comunicato, testualmente, che “…dal 2010 la Commissione coinvolge al suo interno anche cittadini stranieri affinché la festa sia sempre più DEI popoli e non PER i popoli. Malgrado le sue radici, la Commissione Festa dei Popoli è un organismo aconfessionale e apartitico, un organismo che si confronta con le persone in quanto uomini e donne, abitanti del Pianeta, al di là dei punti di vista che ognuno ha il diritto di avere”. Quando si dice parlar chiaro. Mentre per sabato prossimo resta in programma la manifestazione proprio degli Indipendentisti, che partirà alle 10,30 dalla Stazione ferroviaria per finire con un comizio in piazza Chilesotti.
Ma torniamo all’inizio del documento, quel comunicato sostenuto dall’autorevolezza di 20 firme che merita d’esser letto fino alla fine proprio come un contributo alla chiarezza, per una corretta ricostruzione di quanto accaduto. “Alla luce di quanto stiamo leggendo sui media, in merito alla presenza di un gruppo di appartenenti al movimento indipendentista veneto alla Festa dei Popoli di domenica 15 giugno 2014, riteniamo doveroso che si dia voce anche a chi la festa la pensa, la organizza, la prepara, la gestisce, ne assume i costi, ossia la Commissione Festa dei Popoli”.
“Rifiutiamo l’affermazione – scrivono gli organizzatori, che sottolineano in neretto i passaggi che evidentemente ritengono indispensabili - con cui alcuni ci hanno definito ‘organizzazione che risponde alla giunta del sindaco Giovanni Battista Casarotto e dell’assessore Maurizio Fanton’. Siamo nati prima dell’attuale Giunta e auspichiamo di poter continuare ad esistere anche dopo. Tutte le edizioni della Festa dei Popoli (quest’anno siamo arrivati alla 5ª), sono state possibili grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale a mettere a disposizione gratuitamente spazi ed attrezzature.
Nonostante il colore diverso delle due amministrazioni, la Festa dei Popoli ha sempre trovato accoglienza
nell’Amministrazione del Comune di Thiene e il Sindaco, in carica nelle varie edizioni, ha sempre accettato di presenziare e offrire un saluto nella cerimonia di apertura. Il fatto che dal 2012 il Sindaco guardi con maggiore simpatia alla Festa dei Popoli e che un sostenitore della Commissione Festa dei Popoli abbia assunto anche il ruolo di Assessore, ha sicuramente reso più agili alcuni iter burocratici, dato maggior
visibilità all’evento e maggior coraggio ai membri della Commissione, tutti esclusivamente volontari”.

“La preparazione, organizzazione, gestione, copertura dei costi della Festa – precisano i firmatari - continua, però, ad essere a totale ed esclusivo carico della Commissione Festa dei Popoli. Come ogni manifestazione che si rispetti, anche la Festa dei Popoli si è data, e continuerà a darsi, delle regole al fine di garantire la buona riuscita dell’evento; regole che di anno in anno la commissione modifica, rettifica, integra.

Tra queste, c’è l’obbligo di iscriversi e non soltanto per chi chiede un gazebo, ma anche per quei Popoli che danno la disponibilità solo per la sfilata del mattino: ogni bandiera, quindi ogni Paese, deve partecipare a un pomeriggio di formazione e preparazione, presentare una scheda di iscrizione in cui indicare anche i dati della persona di riferimento per quell’etnia o gruppo.
Niente nella festa è lasciato all’improvvisazione, in considerazione dei grandi numeri e dell’eterogeneità delle presenze. In questa edizione 2014, ad esempio, abbiamo avuto la presenza anche di due realtà che hanno chiesto e ottenuto il permesso di volantinare iniziative che la Commissione ha ritenuto idonee e in sintonia con la Festa.

Se tutti indistintamente possono visitare la Festa, pur attenendosi ad alcune regole come quella che vieta l’uso di qualsiasi sostanza alcoolica anche a scopo personale, SOLO chi ha chiesto autorizzazione può farlo al fine di far conoscere la propria associazione o gruppo, il proprio punto di vista su alcuni temi, eccetera”.

Poi il comunicato entra nello specifico della questione che riguarda i venetisti: “Il gruppo, quasi tutti adulti, di indipendentisti veneti aveva avuto il permesso di entrare purché senza bandiere, nel rispetto dei criteri sopra citati. Derogare, avrebbe creato un precedente, e legittimato, per il futuro, la presenza disordinata di gruppi o associazioni o imprese”.

Chiarito questo punto, fondamentale per una corretta ricostruzione di quanto accaduto, la Commissione parla un po’ della sua storia. Partendo dal 2008, quando nasce a Thiene il Coordinamento Missionario Vicariale: “Ne fanno parte i gruppi missionari parrocchiali e gruppi/associazioni laicali particolarmente attenti ai temi della mondialità. Tra queste anche l’Associazione A.S.A. onlus che, tra gli obiettivi statutari, ha quello di essere ponte tra la Diocesi di Padova e le missioni diocesane in Ecuador. A rappresentare A.S.A. onlus ci sono i soci Maurizio Fanton e Maria Novella Sacchetto, delegati anche dal Centro Missionario di Padova.

Nel 2009 il Coordinamento Missionario Vicariale fa propria l’affermazione assai diffusa “la missione ora è qui, con tutti gli stranieri che abitano i nostri territori” e avvia un percorso di formazione sul tema dell’immigrazione che culmina con la Festa dei Popoli, che torna dopo cinque anni, il 20 giugno 2010.

Il Coordinamento Missionario Vicariale affida la preparazione e organizzazione dell’evento a un gruppo di persone, la “Commissione Festa dei Popoli”, in rappresentanza del Vicariato, delle associazioni cattoliche (Azione Cattolica e Scout) nonché alcuni giovani che avevano organizzato la Festa del 2005. A.S.A. onlus, associazione iscritta al registro delle OdV della Regione Veneto, risulta essere capofila della Commissione, di conseguenza ne fanno parte anche i soci Fanton e Sacchetto”.
Fino al 2010, anno in cui la Commissione si allarga e coinvolge al suo interno anche cittadini stranieri.

Infine le venti firme. Le elenchiamo per completezza d’informazione: Michela Barbieri, Gianni Cavraro, Patricia Dalla Lasta, Elio Dall’Igna, Daniele Dal Maso, Samad Darmouch, Marcel Galatanu, Ouahiba Harrathi, Ghizlan Jaouad, Sadek Lahrache, Khemissa Mameni, Mariangela Mazzarano, Sara Pedemonte, Salwa Rahmouni, Joyce Ranieri, Maria Novella Sacchetto, Elisa Trevisan, Richard Vasquez, Habiba Zerifi, Michela Zuccollo.

di redazione Thiene on line


Sì sì sti kì łi me par purpio rasisti, falbi cristiani rasisti (col concorso de misionari catołego veneti), co l’agravo de esar rasisti contro ła so xente e de far na połedega coulturałe poco omana e poco cristiana, de bàsa coultura e tanto edeołojega.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » sab giu 21, 2014 9:54 pm

Thiene. Tutti contro Casarotto. Busetti e Busin :' Hai offeso la Regione Veneto'. Chiavegato:' Non voglio incontrarlo'

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http://www.thieneonline.it/politica/ite ... 6XiiZR_uSo

La determinazione degli indipendentisti veneti a non lasciarsi zittire non si è fatta attendere e una folla di trecento persone, gente comune e leader di partito, tra cui l'europarlamentare Mara Bizzotto e il deputato Filippo Busin, ognuno sventolando la propria bandiera della Serenissima Repubblica veneta, ha risposto per le rime alle recenti dichiarazioni polemiche del Sindaco di Thiene Giovanni Battista Casarotto, che negli ultimi giorni tramite i media aveva tentato di sedare gli animi e si era detto disposto al dialogo.

La polemica, nata a causa del divieto da parte degli organizzatori della Festa dei popoli a far entrare i venetisti con le bandiere della Serenissima, inizialmente, sembra, senza polemiche di partito, ha assunto invece in questi giorni i colori del diverbio politico e, coinvolgendo il Sindaco Casarotto, che si è detto estraneo all'episodio scatenante la polemica, ha dato apparentemente senza volerlo il "la" ai venetisti per tenere sempre viva l'attenzione sullo spirito independentistico del popolo veneto, che reclama il proprio diritto, tra polemiche di ogni genere, all'autodeterminazione,

Con la bandiera avvolta sulle spalle come uno scialle ha sfilato con il corteo anche l'ex sindaco di Thiene Marita Busetti, proprio lei che ha voluto far nascere la Festa dei Popoli, che ha avuto inizio infatti nel terzo anno del suo mandato, il 2010. "Sono qui perché ritengo che sia stata offesa la Regione Veneto", ha dichiarato mentre il corteo raggiungeva la meta, "la bandiera del Veneto è appesa fuori dai comuni e dalle scuole, ma qui accettano meglio la bandiera del Perù che quella nostra. Il vero problema è che la rifiutano a prescindere, e questo secondo me non è dignitoso".

Durante il comizio, in pieno centro a Thiene, il primo ad intervenire è stato il promotore del referendum telematico sull'indipendenza del Veneto Gianluca Busato, che ha parlato di "parole sprezzanti dell'Amministrazione di Thiene, che non è ben consapevole che quella che hanno rifiutato è la bandiera di una nazione, e non di un partito. Rifiutando di lasciarci entrare hanno offeso anche le nostre famiglie. Siamo arrivati al punto che oggi ci è impedito anche di sognare. Vogliamo solo una vita dignitosa ed essere rispettati per quello che siamo. In questa situazione di grave rischio abbiamo l'opportunità di trovare un nuovo futuro come nazione. Il grido parta da Thiene. Ritroviamo la nostra dignità attraverso percorsi pacifici, all'ombra della nostra bandiera".

La battaglia contro il pericolo della snobistica sottovalutazione del fenomeno dell'indipendentismo veneto dei media e contro quella che è vista come una vera e propria arroganza dello Stato Italiano i venetisti la stanno combattendo anche fuori dai confini nazionali e che c'è tra di loro anche chi promuove la causa veneta fuori dall'Italia. Nel suo intervento il leader dell'associazione Free Veneto, Luca Polo, ha infatti portato l'esempio della sua esperienza nell'Università catalana dove, ha riportato con orgoglio, "la Serenissima è considerata la madre della democrazia moderna, mentre qua non ti riconoscono nemmeno come popolo. Ma noi lo siamo, e deve essere chiaro a tutti che non faremo nemmeno un passo indietro."

Gianluigi Setti di Veneti indipendenti ha ricordato alla platea e a quei politici "non presenti" che "colleghi ben più illustri già molti anni fa avevano visto quello che adesso questi non vogliono vedere. Cossiga scrisse un progetto di legge dove affermava che in Italia ci sono due nazioni senza stato, e questi sono i Veneti ed i Sardi. Qui in piazza tutti vedete il grande leone di pietra, ma il Sindaco non lo considera. Noi siamo un popolo, ma siamo anche una civiltà. Perfino a Pechino, grazie agli antichi rapporti con il Veneto, sventola la bandiera del Veneto, mentre noi ce ne vergogniamo".

A sottolineare di nuovo l'assenza del sindaco Casarotto che molti si aspettavano di trovare per un confronto definitivo ci si è messo anche il Responsabile direttivo di Veneto stato Ruggero Ziliotto: "Speravo veramente ci fosse il Sindaco, per un dialogo aperto, ma per ribadirgli comunque che noi siamo veri secessionisti, tuttavia crediamo in uno stato ottenuto pacificamente, non con le guerre o con l'inganno come quello in cui viviamo."

Anche Filippo Busin reclama la presenza del Sindaco: "Se fosse qui gli direi di ricordarsi più spesso che il Veneto è un grande popolo. Libertà e identità sono il nostro motto. L'Italia non ce la farà a farci abbassare la testa".

Infine l'atteso intervento del "patriota" Lucio Chiavegato, leader del movimento indipendentista veneto, acclamato dai suoi sostenitori che lo hanno seguito tra le cronache dell'inchiesta legata alla presunta secessione del Veneto che, sfoderando la consueta grinta del secessionista vecchio stampo, ha dichiarato alla folla che ha già avviato un procedimento legale per diffamazione contro il Primo cittadino di Thiene. "Sindaco, non pestarmi i piedi!", ha subito chiarito al grande assente Casarotto, "sono stato in carcere con altre 23 persone che non avevano fatto assolutamente niente! Se questa è la tua Italia, non è di certo la mia. Non posso certo passare sopra alle affermazioni che noi stavamo costruendo un carro armato. Il Sindaco dovrà assumersi le responsabilità di quanto afferma. La nostra bandiera non è stata lasciata entrare perché hanno paura, ecco la verità. Perché se questa bandiera qua raggiunge il potere, tu, Sindaco, dovrai andare a casa". E al possibile incontro con Casarotto Chiavegato ha risposto senza timore di essere travisato: "Il sindaco ci ha detto che ci riceverà, ma sono io che non voglio incontrarlo. Ci deve delle scuse, non sarà certo il Primo cittadino a fermare la nostra bandiera".

Marta Boriero
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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » dom giu 22, 2014 11:17 am

Somexe de la festa a Thiene

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =1&theater

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No saria mal sentir cosa ke pensa Amnesty so la descreminasion dei veneti a Thiene:

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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » dom giu 22, 2014 5:29 pm

Thiene. Festa dei Popoli. Fanton: 'Quelli di Veneto indipendente non erano iscritti, per questo non sono entrati'


http://www.thieneonline.it/politica/ite ... 6b0o5R_uSo

Non si placano le polemiche dopo il divieto d'accesso agli indipendentisti veneti che volevano partecipare alla Festa dei Popoli. Un episodio, che non ha rovinato una giornata che ha registrato un boom di presenze ieri a Villa Fabris, ma sul quale il sindaco Gianni Casarotto e l'assessore Maurizio Fanton ci tengono a fare chiarezza. Il primo a farlo stamattina è stato il primo cittadino, che premette: 'Il Veneto non è una nazione riconosciuta.

Per quello che so io l'Italia è solo una.
Nel caso venisse riconosciuta l'indipendenza della nostra regione, ne prenderemo atto.
Alla Festa dei Popoli c'era la presenza dell'Italia che era ben rappresentata, come lo Stato Tedesco e tutti gli altri, che si erano iscritti alla Festa, come era previsto per potervi accedere.
L'arrivo dei venetisti con tanto di bandiera è sembrata una provocazione.
Non è il caso di fare polemiche - ha concluso Casarotto - ma l'organizzazione si è adeguata. Ripeto, non mi risulta che il Veneto sia uno Stato, ma se questo dovesse accadere, anche lui avrà il suo spazio all'interno della Festa. Per ora non è così e quindi non aveva senso la loro presenza'.
Maurizio Fanton invece, cerca di sdrammatizzare e come è nel suo stile, già ieri ha teso una mano ai venetisti, spiegando loro che il mancato ingresso alla festa non era una discriminazione. Tutt'altro: ' Ieri sono arrivati con la bandiera del Veneto - ha spiegato - erano circa le 17, ed abbiamo detto loro di lasciare fuori le bandiere e di entrare come tutti gli altri visitatori. Invece, sono andati via. Il problema è che prima della Festa c'è stato un percorso organizzativo al quale loro non avevano preso parte. Ho già proposto di farlo il prossimo anno. Se faranno parte del comitato - ha concluso Fanton - sarà un modo per conoscerli meglio. Io voglio entrare in contatto con loro, capire le loro idee ed iniziare un cammino, che l'anno prossimo potrà conferire loro un ruolo attivo all'interno della Festa dei Popoli. Ieri, è stato sbagliato il modo in cui si sono presentati e chi non li ha fatti entrare ha fatto solo il suo dovere perchè il regolamento della Festa dei Popoli prevedeva un'iscrizione che loro non avevano fatto'.

di redazione Thiene on line

Ben làsar fora łi partiti, ma mal łàsar fora łi popołi.
Ma me par ke se fasa màsa confouxion tra stati, nasion, popołi, etnie, çitadinansa e ke ła festa pì ke “festa dei popołi” o “omani-comounedà-popoło-etnia” ła sipia pì na festa de łi “omani çitadini de on stato” e de łi stati co łe so bandere e edoloje de màsa.
Altro ke comounedà popoło co łe so speçefeçetà e carateresteghe etneghe, storego-naturałi, coulturałi, łengoesteghe e de costume.
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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » dom giu 22, 2014 6:13 pm

Ła storia dei veneti a Thiene ła xe paregna de coeła dei tibetani a Pava:

Vietata la bandiera tibetana alla Festa dei popoli
Tensione alla kermesse di domenica in Prato della Valle, l’organizzatore e i cinesi fanno rimuovere il vessillo e chiudere lo stand


http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.9264963

di Elvira Scigliano

La festa dei popoli in Prato della Valle
PADOVA. «Vietata» la bandiera tibetana alla XXIV edizione della Festa dei Popoli in Prato della Valle: esplode il caso. È quanto accaduto - stando alla denuncia resa pubblica su Facebook - domenica, giornata conclusiva dell’appuntamento dedicato ai diritti umani per la non violenza e il dialogo fra le culture. «Il presidente della Festa dei Popoli Emanuele Cendiaro, con un suo collaboratore e tre persone della comunità cinese (di cui uno faceva il traduttore) si sono presentati allo stand del centro buddhista tibetano Tara Cittamani e con fare molto ostile ci hanno detto di togliere la bandiera del Tibet», ha scritto ieri su facebook Massimo Tommasi, del centro buddista padovano «Cittamani».
Il fatto si è verificato, secondo quanto riferito, nell’Isola Memmia votata per due giorni al dialogo ed alla pace tra i popoli. Tommasi spiega: «A nulla sono valsi i nostri tentativi di dialogo e ricerca di soluzioni, siamo giunti perfino a proporre di esporre da noi anche la bandiera cinese a fianco di quella tibetana. Mentre parlavo con il presidente, una nostra amica ha ricevuto dal traduttore cinese una “velata minaccia” sul fatto di “non poter garantire il comportamento verso di noi dei molti cinesi che sarebbero arrivati nel pomeriggio”. Per non creare difficoltà all'organizzatore abbiamo tolto la bandiera, indossando, almeno, le magliette “salviamo il Tibet” e le sciarpe “free Tibet”. Tale richiesta ci è stata “concessa”. Ci hanno fatto togliere la bandiera, ma non possono fermare il pensiero». Mentre non ha passato il rigido “esame” cinese il poster del Dalai Lama, esposto perché il premio Nobel per la pace sarà a Livorno il prossimo 14-15 giugno.
Vista la situazione di minaccia incombente, il banchetto tibetano ha chiuso: «Siamo stati praticamente indotti a farli», spiega un altro esponente del Cittamani. «L’episodio si dimostra tanto più grave», sottolinea Marco Parolin, del centro, «perché eravamo alla Festa dei Popoli, dove siamo stati invitati come preghiera interreligiosa ben sapendo che siamo un centro di buddismo tibetano, va da sé che il Tibet è parte della nostra cultura e filosofia». Non basta. «Addirittura», aggiunge Tommasi, «dall'organizzazione della Festa ci era stato proposto di sfilare con la bandiera tibetana, proposta da noi rifiutata proprio per evitare la pur minima tensione. Invece ci è stato assegnato uno stand a pochi metri da quello della comunità cinese: questo fa pensare come minimo ad una “negligenza” da parte degli organizzatori. Tanto più che La Festa dei Popoli è patrocinata e parzialmente finanziata dal Comune di Padova, lo stesso che ha dato la cittadinanza onoraria al Dalai Lama ed esposto a lungo la bandiera tibetana nella sua sede istituzionale». Da parte sua l’organizzatore Cendiaro si limita a un breve commento: «Non voglio parlare, devo prima confrontarmi con il direttivo». Salvo poi precisare: «Ufficialmente non abbiamo obbligato nessuno a togliere la bandiera tibetana, c’è stato un confronto e, comunque, la richiesta non è stata ufficiale».

Axuro veneto e ouropeo - El Dalai Lama e ła bandera veneta
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... =drive_web
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https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... er=1&w=800

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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » lun giu 23, 2014 7:05 am

Ma ste asoçasion de cristian-catołeghi ke organixa sta “festa dei popołi” en ‘olta par łi paexi e łe çità, xełi al servisio de l’amor de Dio par l’omo o al servisio de łi stati e de łe so edoloje?
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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Sixara » lun giu 23, 2014 8:27 am

Berto ha scritto:Ma ste asoçasion de cristian-catołeghi ke organixa sta “festa dei popołi” en ‘olta par łi paexi e łe çità, xełi al servisio de l’amor de Dio par l’omo o al servisio de łi stati e de łe so edoloje?


La seconda ca te ghè dito. :D
( e finke l Vèneto nol deventa Stato co la so Ideoloja.. gnente da fare)
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Re: Rasixmo antiveneto a Thiene, da parte de cristian-catołe

Messaggioda Berto » lun giu 23, 2014 3:48 pm

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