Il diritto di difendersi e la rivolta

Il diritto di difendersi e la rivolta

Messaggioda Berto » ven feb 07, 2014 10:24 pm

Don Marino, ecco il prete che invita a fare lo sciopero fiscale

http://www.lindipendenza.com/don-marino ... ro-fiscale


Ma allora, bisogna o no pagare le tasse? E’ un dovere pagarle, visto anche il danno grave che procurano allo Stato Italiano gli evasori fiscali?

La dottrina cattolica ricorda che vi sono tasse giuste, che vanno pagate sotto pena di peccato mortale e di reato penale, tasse ingiuste che si possono evadere senza peccato e senza reato e, addirittura, tasse intrinsecamente e direttamente perverse, cioè direttamente contrarie alla legge divina che debbono essere non pagate anche col rischio della propria vita.
Concretamente, la tassa giusta non deve superare circa il 10% – 20% del salario.
Papa Ratzinger affermava, in una udienza generale, che “il buon cristiano è anche un buon cittadino e perciò comprende la necessità di fare fronte agli oneri fiscali, per quanto gravosi e sgraditi possano apparire”.
Io non sono d’accordo!

https://www.youtube.com/watch?v=lcHxo9DK5rY
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Re: El dirito a defenderse e la revolta

Messaggioda Berto » gio feb 20, 2014 10:59 pm

Caro “diritto di resistenza”, ti scrivo e mi appello al tuo buon cuore
http://www.lindipendenza.com/caro-dirit ... buon-cuore


di CLAUDIO FRANCO

Leggendo le discussioni dei Padri Costituenti sul tuo inserimento o meno nella nostra Costituzione, come 2° comma dell’art.54, “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”, mi sono reso conto di una cosa: era naturale, non potevi essere incluso nella Carta “più bella del mondo”. Mai la classe dirigente italiana ha considerato i cittadini come soggetti degni di fiducia e considerazione. Né nelle Commissioni della Costituente, né nel Parlamento attuale. Coerentemente con questa visione, quella stessa Assemblea ci ha negato la democrazia diretta, una partecipazione più attiva alla vita politica, e ci ha negato una maggiore responsabilità del nostro agire e delle nostre decisioni, con l’autogoverno e il federalismo. Ci ha invece regalato uno Stato centralizzato, una minima possibilità di controllo del potere e una scarsissima rilevanza dei cittadini presso le classi dirigenti.

Nonostante la tua lunga tradizione, dal tomismo alla Magna Charta, ai pensatori monarcomachi a Locke con il suo “appello al cielo”, nonostante la tua presenza nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America (“Allorchè una lunga serie di abusi e di torti […] tradisce il disegno di ridurre l’umanità ad uno stato di completa sottomissione, diviene allora suo dovere [ del popolo], oltre che suo diritto, rovesciare un tale governo”) e nella Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 (“Lo scopo di ogni società è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo.
Questi diritti sono la libertà e …

CONTINUA A LEGGERE QUI.
http://www.dirittodivoto.org/dblog/arti ... newsletter
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Re: El dirito a defenderse e la revolta

Messaggioda Berto » mar feb 25, 2014 8:55 am

Indipendenza e disobbedienza fiscale: la convention a Vicenza

http://www.lindipendenza.com/indipenden ... -tea-party

Mercoledì 12 Marzo ore 19.30 Teatro San Marco , contrà San Francesco 36100 Vicenza si terrà la convention dal titolo “La vita e la libertà’ vengono prima delle tasse e dello stato (ladro)”.

IN COLLABORAZIONE TRA:

TEA PARTY VENETO nasce dall’esperienza e dall’esempio del Tea Party Movement Statunitense che riunisce, sotto le bandiere della lotta al big government e alla socializzazione della società, milioni di persone ogni anno.

L.I.F.E., i Liberi Imprenditori Federalisti Europei, sigla che da oltre 20 anni difende gli interessi sul territorio di piccoli imprenditori e partite iva veneti, mai tutelati e difesi dalle associazioni di categoria nel momento dell’aggressione del Fisco, della Guardia di Finanza e di Equitalia. Il L.I.F.E è pioniere dello sciopero e della resistenza fiscale finalizzata all’abbattimento del sistema centralista italiano e parla regolarmente di queste tematiche sin dalla fine degli anni ’90.

9 DICEMBRE – Movimento a-partitico spontaneo di cittadini che lottano per il cambiamento dell’attuale sistema Italia, paese ormai ridotto sul lastrico e alle soglie della povertà

Proponiamo in Veneto, la DISUBBIDIENZA FISCALE in ogni città per manifestare contro l’eccessiva tassazione e promuovere la libertà di mercato. Siamo un movimento apartitico ma aperto anche a tutti quei rappresentanti delle istituzioni, locali e nazionali, che vogliano dimostrare pubblicamente, con la loro adesione, un impegno concreto nel promuovere le nostre idee e nel lottare a favore delle istanze di cui la protesta si fa carico.

La Riunione, rivolta a tutti i commercianti, artigiani, imprenditori, possessori di partita IVA e ai singoli interessati, ha lo scopo di INFORMARE su come attuare una DISOBBEDIENZA FISCALE e alle conseguenze giuridiche ed esattoriali di questo, anche e SOPRATTUTTO in virtù del fatto che in questo momento molte Aziende si trovano in difficoltà alla solvibilità dei contributi ed imposte che il nostro Stato ci impone.

Intervengono:
- Dott. Carlo Sandrin: Laureato in economia e finanza a Ca’ Foscari, ora master in Economic Integral Development alla Catholic Univeristy of America. Leader dei Tea Party Veneti
- Avv. Luca Azzano Cantarutti: Avvocato di Adria, leader indipendentista Veneto e promotore della legge 342 sull’indizione del referendum sull’indipendenza del Veneto.
- Don Marino Ruggero: parroco di Laverda di Lusiana e Mure di Molvena nel Padovano “paladino contro il fisco” nel suo bollettino parrocchiale.
- Dott.Gabriele Perucca: presidente della LIFE di Vicenza, responsabile Movimento 9 Dicembre della città di Vicenza
- Leonardo Facco: vice-direttore del quotidiano L’Indipendenza, autore, editore e positivo “estremista” del pensiero libertario.

-Andrea Polese, imprenditore di Gattinara che ha già iniziato sciopero fiscale insieme a tutte le partite iva del paese.

Tema serata “DISOBBEDIENZA FISCALE”
1) Non rubare-stato ladro
2) Disobbedienza fiscale, metodi e modi
3) Le tasse e lo Stato possono aspettare, viene prima la vita e la libertà
4) varie ed eventuali

Non c’è NESSUN OBBLIGO, se non la LIBERTA’ di partecipare ad una RIUNIONE informativa. Precisiamo inoltre che l’iniziativa è completamente priva di ogni azione politica e/o sindacale e/o associativa e priva di ogni corrente partitica.

???
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Re: El dirito a defenderse e la revolta

Messaggioda Berto » mar mar 04, 2014 10:55 pm

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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » ven mar 14, 2014 7:30 pm

Da Vicenza: disobbedienza fiscale - Pubblicato 14 marzo 2014 | Da daniele

http://www.life.it/da-vicenza-disobbedi ... #more-4590

Il dibattito di Vicenza del 12 marzo 2014 con tema unico la disobbedienza fiscale , ha messo in evidenza i diritti fondamentali dell’essere umano dal punto di vista filosofico, morale e del diritto moderno.

L’essere umano non può ritrovarsi a trascorrere una vita meccanica scandita dai tempi dettati dalla tecnocrazia, una vita da autòmi che a comando si mettono in moto, producono e, sempre a comando si fermano quando il programma lo prevede.

La presenza dell’uomo in questa terra non può essere regolata da meccanismi e norme che prevedono la negazione della libertà individuale, della famiglia e della felicità, per creare esseri meccanici privi di emozioni, di ideali e di progetti: senza futuro, cioè schiavi.

Lo Stato italiano ha oltrepassato da tempo tale limite e con l’imposizione fiscale, che non trova eguali al mondo per la sua gravità, sta portando a termine l’insano progetto schiavista.

A comando l’economia è finita a rotoli: manca il lavoro, mancano i soldi, sempre di meno ce ne saranno e i problemi economici prendono il sopravvento nella vita di ognuno di noi. Chi non resiste allo stress si suicida mentre tutti gli altri si trovano a combattere senza sosta, giorno per giorno, contro il disagio per non saper più garantire ai figli e al consorte un’esistenza decorosa.

La struttura base della società Veneta, la famiglia, prima si incrina e poi si sgretola.

Il tutto avviene mentre lo Stato non allenta minimamente la sua morsa e continua, come un torchio, a stritolare di tasse i Veneti per strizzarne sempre più ricchezza e convertirla beffardamente in sprechi.

Che fare contro questa bestia stato?

Ucciderla! Per farlo bisogna affamarla e poiché la bestia si alimenta con le nostre tasse è lì che bisogna agire.

Come?

Non pagare alla scadenza stabilita ma farlo, in ritardo, entro un anno usufruendo del “ravvedimento operoso” previsto dalla legge e che prevede per il ritardato pagamento delle tasse l’applicazione di un allettante tasso di interesse del 3% (il vs consulente saprà certamente informarvi).

Gli altri, più impavidi, possono bloccare i pagamenti aspettando, anche qualche anno fino all’eventuale accertamento e accettando i rischi che le norme italiane prevedono e che qui trovate http://www.life.it/imposte-e-tasse-pagare-o-non-pagare/

Da oggi questa sarà la via pacifica da seguire fino alla fine, perché la nostra sopportazione è finita e perchè ce lo impongono le leggi naturali della sopravvivenza.

Nessuno può, né deve permettersi di negare all’individuo i suoi diritti fondamentali, tanto meno lo Stato che, sorto come “organizzazione dei cittadini” dovrebbe essere, in quanto tale, garante assoluto di tali diritti.

Ma se lo Stato arriva a tanto significa che ha perso le sue caratteristiche fondamentali; si è trasformato in una entità diversa da quella originaria diventando “il nemico” dei cittadini e, in particolare, nemico intransigente e dispotico dei Veneti .

Contro un nemico che non prevede alcun accordo o patto non resta che un’alternativa: combatterlo e vincerlo.

Solo la nostra vittoria potrà garantire una qualità di vita ora inimmaginabile ma che era quotidianità nella repubblica dei nostri Padri: la Repubblica Veneta.

Daniele Quaglia
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 1:12 pm

El rejsta veneto Olmi lè drio far on film so la prima goera mondial:

el ga dito ke no ghè gnente de "Grande" ente la goera e sto film el trata de on reparto ke se ge rebelà e revoltà contro.

'Torneranno i prati', Olmi in trincea per raccontare la "Grande Guerra" (no ghè gnente de grande el ga dito Olmi)

Immagine

Asiago (Vicenza), 14 mar. (Adnkronos/Cinematografo.it) - Torneranno i prati, e torna la Prima Guerra Mondiale: è il nuovo film di Ermanno Olmi. Nel centenario del primo conflitto mondiale, riprese sull'Altopiano dei Sette Comuni, nel cast Claudio Santamaria, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni, soggetto e sceneggiatura dello stesso Olmi, produzione Cinema Undici e Ipotesi Cinema con Rai Cinema, siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani, e, promette il regista 83enne, ''la pace della montagna diventa un luogo dove si muore: tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto, e poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento''.


Otto settimane di riprese, due trincee ricostruite a Val Formica e Val Giardini, tre milioni e 200mila euro di budget. ''Il miglior modo di celebrare il centenario - dice Olmi - è capire perché è successo: noi oggi siamo a una vigilia che rischia di assomigliare molto a quella della Prima Guerra Mondiale con conseguenze devastanti: la celebrazione deve essere 'voglio capire perché', perché non succeda un'altra volta''.
''Negli anni '80 storici austriaci e italiani sono stati incaricati di raccontare la Prima Guerra Mondiale, ma viene buono che quel scriveva Raymond Chandler 'Sapeva veramente tutto, ma solamente quello', perché non conoscono direttamente la realtà di cui vanno parlando. Io ho letto, riletto libri di testimoni diretti della guerra, come il mio amico Mario Rigoni Stern, Gadda, Lussu, Weber e altri: pagine di straordinaria sensibilità percettiva nel cogliere quelle sfumature che lo storico di professione non può avere. Ma oltre a questi autori, che hanno vissuto ma anche metabolizzato quegli eventi nello scrivere i loro romanzi, ho letto pagine di anonimi: c'era il nome in fondo, ma era quello di chi non ha nome. La verità l'ho trovata lì. Allora, chi scrive la storia? Quella ufficiale gli intellettuali, quella reale coloro che non hanno parola''.
Tra le testimonianze dirette, lo stesso padre di Olmi e Toni il Matto, un pastore che combatté sull'Altopiano: ''Nel '14-'15 in Italia sono successe cose vergognose, si sono mercanteggiate le condizioni di convenienza: se entrare o meno in conflitto, se schierarsi con gli austriaci o non belligerare, ma casa Savoia, sempre distratta nei confronti della storia, ha ritenuto più conveniente legarsi alle nazioni che avevano bisogno di mercati in Europa, l'Austria-Ungheria, un po' come oggi la Merkel. Fate questo lavoro, storici, e vedrete - tuona il regista - quanti fatti vergognosi di cui dobbiamo arrossire e abbassare il capo''.
Dunque, l'urgenza di questo film, 'Torneranno i prati', ambientato nell'autunno del 1917, ''il preludio di Caporetto, il preludio della disfatta: racconto di come dagli alti comandi vien l'ordine di trovare un posizionamento per spiare la trincea avversa: si finisce accoppati, ma l'ordine è arrivare là''. Probabilmente lo vedremo alla Mostra di Venezia, per ora Olmi rivela una battuta sintomatica del film che definisce 'onirico': ''Dopo una disfatta, tutti tornano a casa loro e dopo un po' tornerà l'erba sui prati''. La trincea è un avamposto, un caposaldo italiano sull'Altopiano e, continua il regista, ci sono ''due personaggi che fanno prevalere la propria coscienza sulle esigenze militari dei comandi superiori: disobbediscono, e la disobbedienza è un atto morale che diventa eroicità quando la paghi con la morte. Uno è un alto ufficiale, l'altro il solito anonimo soldatino il cui nome non significa nulla: entrambi hanno la coscienza di disobbedire. Nel processo, Eichmann sosteneva 'Abbiamo obbedito a un ordine', ma no: non ci sono ordini, quando un ordine è un crimine''.
E Olmi affonda: ''Sui monumenti che ancora oggi ritraggono gli alti comandanti, bisognerebbe scrivere sotto criminale di guerra''.
'Torneranno i prati' è profondamente radicato nella cittadina di Asiago che il maestro Ermanno Olmi ha scelto per vivere e si inserisce a buon diritto tra le iniziative promosse dalla presidenza del Consiglio per il centenario della I Guerra Mondiale. Il film, che nel cast annovera Alessandro Sperduti e Claudio Santamaria, dovrebbe arrivare nelle sale nel prossimo autunno.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » lun mar 17, 2014 8:17 am

La crisi fa esplodere il numero dei cittadini ladri per necessità

http://www.lindipendenza.com/la-crisi-f ... -necessita

“La crisi economica ha prodotto una ondata spaventosa di furti, rapine e scippi nel nostro paese, al punto da poter parlare di una vera e propria emergenza nazionale”. Lo afferma il Codacons, che ha messo insieme alcuni studi di settore dai quali emerge un quadro allarmante. “I numeri sui piccoli reati economici ci dicono che siamo di fronte ad una escalation di furti, rapine, scippi e taccheggi, che trova la sua causa nella crisi economica che ha colpito il nostro paese” – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi.

Dal 2010 al 2013 – sottolinea l’associazione dei consumatori - le rapine sono passate da 35mila a 44mila, piu’ di 120 al giorno, con un incremento del 25%; nello stesso periodo gli scippi sono passati da 14mila a 21mila (+50%); i furti in appartamento da 149mila a 246mila (+ 65%). Solo nei supermercati, la Coldiretti ci dice che piu’ di 3 miliardi di euro all’anno di merce viene rubata dagli scaffali. “E qui oggetto di furto e’ qualsiasi tipo di prodotto – spiega Rienzi – dall’abbigliamento ai profumi, dai salumi ai formaggi, passando per prodotti cosmetici e alcolici. Ma a cambiare e’ anche e soprattutto la tipologia di chi commette furti e rapine: non piu’ ladri di professione ma “ladri improvvisati. Si registra cioe’ un fortissimo incremento di cittadini che, vedendo ridotte le proprie capacita’ di acquisto a causa della crisi economica, decidono di ricorrere al furto come ultima possibilita’ per far fronte alle proprie esigenza di vita” – conclude Rienzi.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » mer apr 16, 2014 8:41 am

La Boje

http://it.wikipedia.org/wiki/La_Boje


La Boje è il nome con cui viene ricordato il moto contadino del periodo 1882-1885.


Origine della rivolta

Gli storici non sono concordi sul luogo ove ebbe origine la rivolta. Secondo alcuni la rivolta avrebbe avuto origine nel Mantovano, secondo altri nel Trevigiano. Secondo Vittorio Tomasin il luogo dove avrebbe avuto origine la rivolta è localizzato a Ceregnano, in località Pezzoli. A supporto della tesi di Tomasin c'è il fatto che la parola "la boje" - cioè [essa] bolle riferita alla pentola in ebollizione - fa parte del dialetto (lengoa prego!) veneto: "La boje, e de boto la va fora" (Bolle, e sta per traboccare).

A conferma ulteriore della tesi principe, risultata negli anni l'unica saldamente fissata da documenti storiografici, tuttora anziani della zona montagnanese (nel Padovano) continuano a trasmettere oralmente il detto "la boje" come esclamazione di giubilo o di disappunto.

Un'ulteriore conferma è data dall'uso consueto, nel gergo da caserma dei soldati di leva di stanza nel Friuli e zone limitrofe (tra cui il trevigiano), dell'espressione "la boje" per indicare una situazione difficile che stia per accadere (una ispezione del comandante, una missione in polveriera, etc.).

Cause della rivolta

Un altro motivo di supporto alla tesi di origine del moto in provincia di Rovigo, sta nel fatto che nel 1882 l'Adige aveva rovinosamente rotto gli argini allagando grande parte del Polesine mettendo in ginocchio l'Agricoltura. I braccianti non riuscivano a vivere con la bassa paga, mentre gli agrari si trovavano nell'impossibilità di concedere aumenti. Il problema si risolse negli anni successivi con la forte emigrazione verso il Sudamerica di numerosi braccianti.

Il processo di Venezia

Lo sviluppo maggiore dell’agitazione si ebbe nel mantovano, dove i contadini vennero organizzati in due Associazioni: la Società di mutuo soccorso tra i contadini della provincia di Mantova che operava principalmente nel circondario di Mantova e nel Basso mantovano fino all'Oltrepò, fondata dall’ingegnere Eugenio Sartori e l’Associazione generale dei lavoratori italiani diretta dall’ex garibaldino Francesco Siliprandi e dal contadino gonzaghese Giuseppe Barbiani, che operava principalmente nei territori al confine con il Cremonese. Entrambe le associazioni furono formalmente fondate nel 1884.

Lo sciopero durò parecchi mesi causando la reazione governativa. Nel marzo 1885 lo sciopero venne soffocato dall'intervento dell'esercito e circa 160 persone vennero arrestate, delle quali 22 furono rinviate a giudizio. Il Collegio di difesa era composto dall’avv. Giuseppe Ceneri, dall’avv. Ettore Sacchi, deputato cremonese della Democrazia radicale e futuro ministro e dal giovane avv. Enrico Ferri, già noto giurista mantovano.
La giuria popolare della Corte d’Assise di Venezia, con sentenza del 27 marzo 1886, assolse i ventidue imputati.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » gio mag 01, 2014 8:06 am

Intervista a Carlo Sandrin (Tea Party Veneto) il ‘Glenn Beck europeo’ (1° parte)

http://www.lindipendenza.com/intervista ... 2%B0-parte

Proponiamo su L’Indipendenza la prima parte dell’intervista in esclusiva rilasciataci via skype nei giorni scorsi da Carlo Sandrin (nella foto a sinistra), portavoce del Tea Party Veneto (TPV), su vari argomenti di stretta attualità e circa i suoi futuri progetti personali per il Veneto e la promozione della libertà. (Intervista a cura di Luca Fusari)

Luca Fusari: Ciao Carlo, innanzitutto grazie per averci concesso questa tua intervista.

Carlo Sandrin: Grazie a voi, vi ringrazio per lo spazio che mi concedete sulla vostra testata la quale è uno dei pochi spazi liberi di informazione e comunicazione in favore della causa dell’indipendenza del Veneto.

LF: A proposito di informazione sappiamo che nelle ultime settimane stai realizzando vari video Youtube sul canale ufficiale del Tea Party Veneto dove denunci la mancanza in Italia di libertà nell’informazione. Qual è il tuo giudizio sulla comunicazione e il ruolo che essa può giocare per favorire la sensibilità indipendentista in Veneto?.

CS: Si, sul canale del TPV sto realizzando vari video, che invito tutti a condividere in rete e sulle varie piattaforme dei social network, al fine di rompere la censura promossa dallo Stato ladro italiano e dai loro media sussidiati circa la situazione della causa del popolo veneto per l’indipendenza del Veneto dall’Italia, quale risveglio delle coscienze e riaffermazione della voglia di libertà e di determinare da soli il nostro futuro. La viralità dei video è importante, così come lo è l’aspetto della comunicazione e e la mancanza di libertà in Italia, il che rappresenta un business enorme. C’è bisogno che la libertà passi attraverso i media, e le moderne tecnologie bypassano quelli tradizionali quali fonti da cui attingere informazioni.

LF: A tal riguardo nei tuoi video e a noi ci hai fatto riferimento a delle possibili future novità in tal senso, le puoi illustrare in anteprima per noi?.

CS: Certo, come ti ho detto quello a cui stiamo lavorando ha grossi potenziali, è necessario sopperire alla mancanza di informazione libera, ed è mia intenzione realizzare ed inaugurare, grazie a donazioni private di imprenditori veneti, una piattaforma d’informazione in lingua inglese ed italiana con podcast, video, articoli, non solamente focalizzata sulla causa veneta, ma più in generale alla causa della libertà in tutta Europa. Il TPV non vuole essere indipendentista solo focalizzandosi sul Veneto ma per tutte le regioni indipendentiste, dalla Lombardia, alla Sardegna, passando per la Scozia e la Catalogna, il Veneto è punto di partenza per una rivoluzione.

LF: In questo tuo progetto editoriale hai qualche modello a cui ti rifai e trai ispirazione?.

CS: Sicuramente mi ispiro a Glenn Beck, grazie al quale ho avuto modo di partecipare al suo talk show, ex presentatore di Fox News è un famoso importante comunicatore dell’area Tea Party e conservatrice americana, con il mio progetto punto ad ispirarmi al suo network The Blaze. Il progetto sarà basato sul fare business comunicando la verità, vi saranno investitori nel progetto il che genererà introiti pubblicitari d’advertising per auto-sostenersi, vi sarà una zona del sito liberamente consultabile e una in abbonamento con contenuti esclusivi.

LF: In un certo senso punti ad essere il ‘Glenn Beck europeo’?. Quale sarà la sede del sito, so che ora ti trovi all’estero, ma suppongo che sarà in Veneto, dato che vorrai seguire da vicino gli eventi, giusto?.

CS: Si, al momento mi trovo negli Stati Uniti per ragioni di studio, il progetto pur essendo dedicato anche al Veneto non avrà la sua sede in Veneto per ragioni di sicurezza, al fine di non venir censurato o chiuso dalle autorità italiane. Il progetto per ragioni logistiche e fiscali sarà situato fuori dall’Italia e dal Veneto occupato, questo però è irrilevante con le application mobile e il web i suoi contenuti e le reti dati saranno disponibili e accessibili ovunque.

LF: Il sito sarà un luogo di dibattito aperto a possibili contraddittori?.

CS: No, il sito non intende dar voce a tutte le molteplici voci del venetismo né ad alcun contraddittorio divergente, ma sarà invece un canale di divulgazione incentrato sulle idee di libertà, su quanto propone il TPV e il suo portavoce, in ogni caso come ho già detto si tratta di fare business comunicando verità. ???

LF: Certamente un simile progetto editoriale richiederà una redazione, sei in cerca di collaboratori nel progetto?.

CS: Chiunque vorrà contribuire nel progetto è il benvenuto, soprattutto chi è ambizioso e pensa in grande è bene accetto, non certo gli umili e i moderati.

LF: Avrete un target di riferimento come possibili vostri lettori e utenti?.

CS: In generale non abbiamo un target di utenti specifico dato che ci rivolgiamo a tutti coloro i quali sono interessati alle idee che proporrò, dunque ai cuori robusti. Si potrà diffondere i contenuti, video, gli articoli in rete, questo come già spiegato è importantissimo per poter dar viralità e visibilità al sito.

LF: Quale sarà la frequenza degli aggiornamenti e della disponibilità dei contenuti del tuo futuro network?.

CS: I contenuti saranno giornalieri come ci si attende da una piattaforma di comunicazione.

LF: Ha già un nome, un dominio e una data per la sua inaugurazione?.

CS: No, al momento è ancora tutto in working progress, il canale ufficiale del Tea Party Veneto sarà parte del network, e dato che è già operativo, al momento fungerà temporaneamente da interfaccia per il network e per i test tecnici.

LF: Ovviamente come tu hai detto, il punto di partenza verso la rivoluzione della libertà è il Veneto, tale territorio nelle ultime settimane è al centro delle cronache politiche e giudiziarie per le sue spinte indipendentiste. Tu stesso lo scorso 1° Aprile sei stato uno dei primi a rilasciare un commento entusiasta sul parere dato dalla commissione del Consiglio regionale del pdl 342 per l’indizione di un referendum in Veneto, i tempi per una sua approvazione definitiva paiono però procedere a rilento.

CS: Vi sono delle differenze tra la società veneta e le rappresentanze nel Consiglio regionale. I cittadini veneti non accettano più le logiche politicanti e puntano al diritto di poter votare per la loro indipendenza da Roma per poter pagare meno tasse. Purtroppo alcuni rappresentanti eletti puntano invece ad arricchirsi sulle spalle dei veneti, passando il loro tempo a vivacchiare sulla loro poltrona.

LF: Ritieni che i rappresentanti in Consiglio regionale non siano all’altezza del compito auspicato dal popolo veneto?.

CS: Purtroppo c’è chi specula retoricamente sulla causa veneta, chiedendo voti con l’obbiettivo di parassitare uno stipendio.

LF: Come giudichi Luca Zaia? Ritieni che sia sinceramente impegnato per la causa veneta, avrebbe potuto far di più per favorire un rapido iter sul pdl 342?.

CS: Zaia è il presidente della regione, ha delle responsabilità istituzionali, dunque se passa la risoluzione 342 può subire delle ritorsioni da parte delle autorità centrali italiane.

LF: Ha dunque paura di un commissariamento della regione o di finire in galera?.

CS: Anche. Il punto è che Zaia guarda ai prossimi 5 minuti non ai prossimi 125 anni, la sua è una visione personale a breve termine non orientata al futuro del popolo veneto, certamente teme per la sua incolumità e per l’intrusione poliziesco-giudiziaria dello Stato italiano nella sua vita, ma il cammino verso l’indipendenza è ormai avviato e prossimamente sarà un dato di fatto oltreché per i veneti anche per i lombardi ed altri popoli.

LF: Da quel che hai dichiarato, suppongo che il tuo interesse affinché il pdl 342 venga approvato sia inerente alla necessità che il Veneto voti un referendum ufficialmente riconosciuto, nonostante il successo di Plebiscito.eu. Come dovrebbe avvenire, in termini di procedura tale transizione e proclamazione della nuova Serenissima?. Oltre che sull’indipendenza il popolo dovrà in seguito votare anche sulla propria Costituzione?.

CS: Ritengo che il diritto di voto per un referendum d’autodeterminazione ufficiale sia indispensabile per avere una legittimità sul piano internazionale e per fugare ogni dubbio circa la volontà del popolo veneto. Circa l’assetto costituzionale, i cittadini veneti una volta che avranno votato in favore dell’indipendenza delegheranno ai loro rappresentanti eletti il compito di stendere i loro documenti istituzionali. In pratica bisogna seguire l’esempio statunitense: Dichiarazione di Indipendenza e approvazione da parte dei rappresentanti delegati di una Costituzione comprensiva del XIII° Emendamento.

LF: Il tuo approccio è molto americano credi che tale mentalità possa funzionare in Veneto?.

CS: Beh sul piano della comunicazione e in quanto presidente del Tea Party Veneto ritengo che se gli Stati Uniti dichiarassero il Veneto loro 51° Stato farei i salti di gioia. Non sono un venetista, non amo il folklore, la storia mi piace leggerla, ma poi io guardo al futuro, il quale non sarà come il passato anche in caso di indipendenza. ???

LF: A fronte degli scenari internazionali attualmente in svolgimento, ritieni che le Nazioni Unite e le istituzioni internazionali debbano interpretare un ruolo nella causa veneta? Le vedi favorevoli a tale secessione? Ritieni che un loro riconoscimento o appoggio possa risultare determinante?.

CS: Penso che contino soprattutto i veneti, se saranno in maggioranza per l’indipendenza l’Onu ne prenderà atto, in ogni caso non ci facciamo intimidire.

LF: Come giudichi la Lega Nord, aldilà del voto del pdl 342, ritieni che tale partito possa ancora risultare determinante come contributo per le sorti future di un Veneto indipendente?.

CS: La Lega Nord si batte per Roma indipendente dal Veneto.

LF: E’ una critica che rivolgi a Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta, al centro di polemiche e scandali?.

CS: A Tosi pongo queste domande: è vero che fa feste con i trans? Quanti giorni ha lavorato in vita sua?. In realtà Tosi è impegnato a ricostruire un Paese che non esiste, l’indipendenza del Veneto è ben altra cosa.

LF: Presumo che tu abbia seguito il botta e risposta tra la senatrice Laura Puppato, esponente veneta del PD, e alcuni commentatori del nostro giornale circa i temi dell’indipendenza del Veneto. Puppato è contraria all’indipendenza sostenendo di essere su posizioni federaliste, tu cosa ne pensi?.

CS: Laura Puppato fa dichiarazioni pornografiche. Il PD sono i degni rappresentanti della parte mediocre del Veneto.

Continua…

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Intervista a Carlo Sandrin (Tea Party Veneto) il ‘Glenn Beck europeo’ (2° parte)

http://www.lindipendenza.com/intervista ... 2%B0-parte

Proponiamo per L’Indipendenza la seconda parte (qua la prima) dell’intervista in esclusiva rilasciataci via skype nei giorni scorsi da Carlo Sandrin (nella foto a sinistra), portavoce del Tea Party Veneto (TPV), su vari argomenti di stretta attualità e circa i suoi futuri progetti personali per il Veneto e la promozione della libertà. (Intervista a cura di Luca Fusari)

Luca Fusari: Quanto ha influito l’arresto dei secessionisti e la vicenda del “tanko” nel rallentamento dell’iter del pdl 342?.

Carlo Sandrin: Gli arresti in relazione al tanko paradossalmente sono stati un indiretto favore fatto all’indipendentismo veneto. La magistratura e lo Stato italiano con tali arresti hanno inconsapevolmente fatto più di quanto finora era stato possibile fare negli ultimi anni: hanno unito tutti i litigiosi veneti attorno alla causa comune di un Veneto libero contro lo Stato italiano. Ovviamente questo non significa che ci stiano favorendo, anzi temo che non finirà qua.

LF: Cosa intendi dire?.

CS: Dico che lo Stato italiano farà di tutto per impedire che il Veneto non sia più schiavo di Roma.

LF: Alludi a possibili nuovi arresti, repressioni e ad altre forme di intimidazioni anche violente?. In un tuo video su YouTube hai paventato la possibilità che vi possa essere in atto una nuova “strategia della tensione” contro il Veneto.

CS: Si, ritengo che prossimamente possano esserci delle stragi orchestrate dallo Stato italiano in territorio veneto. Lo Stato italiano ha dimostrato già in passato di essere violento e liberticida, non rispettando gli individui e le loro libertà naturali ed economiche. Le stragi pilotate dallo Stato o da parti deviate dello Stato non sono mai state chiarite, pensiamo a piazza Fontana o all’uccisione di Aldo Moro, dunque è possibile che in ottica anti-secessionista possano accadere.

LF: Nel caso dovessero accadere di nuovo, come dovrebbe comportarsi e reagire la popolazione veneta?.

CS: I veneti e i liberi dovranno rispondere soltanto e solamente con manifestazioni pacifiche, con la democrazia e il rispetto di una condotta basata sulla nonviolenza, mai con la violenza fisica e verbale, qualunque cosa dovesse accadere. Non bisogna mai cadere nelle provocazioni o in reazioni, dato che è l’obbiettivo a cui mira lo Stato per poter poi reprimere a man bassa.

LF: A proposito di provocazioni e ricorrenze, nei giorni scorsi vi sono state polemiche da parte dell’ANPI nei confronti degli indipendentisti veneti sull’interpretazione del 25 Aprile e sul suo significato. Qual è la tua opinione su tali diatribe?.

CS: L’ANPI è una associazione di ex terroristi comunisti rossi i quali durante la seconda guerra mondiale combatterono contro le squadre fasciste di colore opposto ma di ideologia uguale. Si opponevano a un dittatore in nome di un altro dittatore. Le dichiarazioni dell’ANPI contro gli indipendentisti veneti sono paragonabili a quelle del cane Pluto sullo scudo spaziale. La festa italiana del 25 Aprile è una non festa italiana dato che si celebra una falsa liberazione la quale ha partorito la Costituzione più indecente del mondo e può essere celebrata solo da chi è decerebrato, ignorante, in cattiva fede o tutto questo.

LF: Alludi per caso a Giorgio Napolitano?.

CS: Giorgio Napolitano pensi ai carri armati in Ungheria, dato che ne dovrà rendere conto a Dio.

LF: Quindi ritieni che il 25 Aprile in Veneto debba diventare il giorno dell’orgoglio veneto contro l’Italia?.

CS: Chi viene in Veneto può vedere come tutti i giorni vi siano i gonfaloni e i simboli della Serenissima, quindi la festa di San Marco trascende la data sul calendario, dato che la festa dell’indipendenza avviene ogni giorno.

LF: Alcuni nostri lettori e commentatori, quando sentono parlare di Tea Party Veneto associano tale associazione a torto o a ragione con il Tea Party Italia (TPI), dato che sei il leader del TPV ci puoi spiegare quali sono le differenze e quali i punti condivisi tra la tua associazione e quella italiana?.

CS: Il Tea Party nasce dall’esperienza e dall’esempio del movimento Tea Party statunitense che riunisce milioni di persone ogni anno sotto le bandiere della lotta al Big Government e contro la socializzazione della società. Il TPV è differente dal TPI ed ha le stesse razionali differenze e analogie al pari che con gli altri Tea Party esteri in giro per il mondo, ad esempio in Australia o negli Stati Uniti.

LF: Quindi il TPV non dipende dal TPI ed ha una propria autonomia organizzativa e decisionale?.

CS: Esatto, il TPV riguarda il Veneto non si interessa di parlare a nome dell’Italia, è una organizzazione non dipendente dal TPI. Il TPI ha il tricolore nel loro simbolo, noi abbiamo il leone marciano. Siamo un movimento veneto apartitico ma aperto anche a tutti quei rappresentanti delle istituzioni, locali e nazionali che vogliano dimostrare pubblicamente, con la loro adesione, un impegno concreto nel promuovere le nostre idee e nel lottare a favore delle istanze venete di cui il movimento di protesta e di proposta si fa carico.

LF: A proposito di proteste e proposte, sappiamo che tu e il TPV state proponendo la battaglia sulla disobbedienza fiscale anche attraverso il ravvedimento operoso, vi sono in programmi degli eventi o delle manifestazioni da tenersi in Veneto prossimamente?.

CS: In generale il TPV ha un suo calendario delle attività, al momento sono in costante definizione, dato che procede nella sua crescita di seguito ed iscritti. Abbiamo in programma la riproposizione dell’evento sulla disobbedienza civile e fiscale, Martedì 6 Maggio 2014 dalle ore 20.30, presso il cinema teatro San Pietro in via G. Matteotti 56 a Montecchio Maggiore (VI). Il titolo della convention sarà: ‘La vita e la libertà vengono prima delle tasse e dello Stato (ladro)‘. Il tema della serata vedrà vari interventi sul: non rubare-Stato ladro; disobbedienza fiscale metodi e modi; le tasse e lo Stato possono aspettare viene prima la vita e la libertà. Proponiamo in Veneto la disobbedienza fiscale in ogni città veneta per manifestare contro l’eccessiva tassazione e promuovere la libertà di mercato. Rivolta a tutti i commercianti, artigiani, imprenditori, possessori di partita IVA e ai singoli interessati, la riunione ha lo scopo di informare su come attuare una disobbedienza fiscale e alle conseguenze giuridiche ed esattoriali di tale atto, anche e soprattutto in virtù del fatto che in questo momento molte aziende si trovano in difficoltà circa la solvibilità dei contributi a causa delle imposte che lo Stato italiano ci impone. Preciso che non c’è nessun obbligo da parte dei partecipanti dell’evento se non la libertà di partecipare ad una riunione. Preciso inoltre che l’iniziativa è completamente priva di ogni azione politica e/o sindacale e/o associativa e priva di ogni corrente partitica.

LF: Giorgio Fidenato assieme a Leonardo Facco sono gli animatori del Movimento Libertario e sono da sempre vicini alla causa della disobbedienza fiscale e in favore dell’indipendenza del Veneto. Come giudichi i libertari italiani alla luce anche di talune polemiche presenti nell’area liberale?.

CS: Io non sono un libertario tendo più su posizioni conservatrici, ma ho grande stima e rispetto personale per Leo e Giorgio e per le loro idee e battaglie, personalmente ho intenzione di tesserarmi nel Movimento Libertario.

LF: Tra i partecipanti all’evento sulla disobbedienza civile e fiscale vi sarà anche un sacerdote, padre Marino Ruggero, qual è il tuo rapporto personale con la fede e qual è il tuo giudizio nei confronti della Chiesa cattolica alla luce delle prese di posizione in favore dell’unità d’Italia e contro la secessione del Veneto da parte di importanti esponenti della Conferenza Episcopale Italiana?.

CS: Dio ha creato gli uomini liberi, e ci ha mandato sulla Terra uomini straordinari come Don Marino Ruggero, purtroppo però non tutti sono come lui. Io sono un cristiano credente ma penso che lascerò la Chiesa cattolica, in quanto essere cristiani è in antitesi con l’essere cattolici. La Chiesa cattolica è una istituzione ormai secolare e poco spirituale, è catto-comunista e crede di essere l’unica depositaria del monopolio della fede. Individualmente credo troppo in Dio per credere anche alla Chiesa cattolica.

LF: Da credente, cosa rimproveri alla Chiesa cattolica?.

CS: Se si è credenti e divulgatori della parola di Cristo si crede in una visione giusnaturale in difesa dei diritti naturali individuali di proprietà, non si possono giustificare l’oppressione fiscale e l’unità d’Italia. Storicamente e teologicamente questo è in contrasto con la storia stessa della Chiesa cattolica e con il cristianesimo, ricordo che vi è un santo che rifiutò di fare il gabelliere, non c’è nessun santo famoso come pagatore di tasse.

LF: Ritieni quindi che la Chiesa cattolica e le diocesi venete refrattarie all’indipendenza non stiano capendo i veneti e le esigenze spirituali e materiali dei loro fedeli?.

CS: Si, reputano le pretese indipendentiste come infondate. Non comprendono che la causa dei suicidi di molti imprenditori veneti sono le tasse da pagare a Roma e all’oppressiva burocrazia. Il Vaticano e quelle diocesi, anziché essere vicine a molte famiglie venete disperate o in lutto, si preoccupano invece di aprire le porte delle loro canoniche per ospitare immigrati, il tutto in ossequio alle parole del papa. Tutto questo è contro gli interessi dei veneti e del buon senso. Noi del Tea Party Veneto con il nostro evento co-organizzato intendiamo invece dare una risposta concreta contro il dramma fiscale in favore della vita.


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Intervista a Carlo Sandrin (Tea Party Veneto) il ‘Glenn Beck europeo’ (3° ultima parte)

http://www.lindipendenza.com/intervista ... 2%B0-parte

Proponiamo per L’Indipendenza la terza ed ultima parte (qua la prima e la seconda) dell’intervista in esclusiva rilasciataci via skype nei giorni scorsi da Carlo Sandrin (nella foto a sinistra), portavoce del Tea Party Veneto (TPV), su vari argomenti di stretta attualità e circa i suoi futuri progetti personali per il Veneto e la promozione della libertà. (Intervista a cura di Luca Fusari)

Luca Fusari: Al momento però tu vivi negli Stati Uniti per ragioni di studio.

Carlo Sandrin: Si, dopo essermi laureato in economia e finanza a Ca’ Foscari, ora sto seguendo un master in Economic Integral Development alla Catholic University of America a Washington DC.

LF: Conosci veneti o italiani che studiano nel tuo corso?.

CS: Ci sono quattro italiani, un veneto, e un trentino.

LF: Qual è la percezione del Veneto in America, ritieni che ci sia un interesse circa il plebiscito e sui temi dell’indipendenza della tua terra?.

CS: Storicamente il Tea Party nacque sulla disobbedienza fiscale, gli Stati Uniti sono un Paese nato da una secessione e macro-filosoficamente il popolo americano è interessato al plebiscito e alla riproposizione in Europa di tale loro percorso americano. Noi veneti stiamo facendo ciò che fecero loro, solo con qualche secolo di ritardo.

LF: Da veneto che vive in America, come giudichi la presidenza Obama e il futuro di quel Paese?.

CS: Gli Stati Uniti sono al momento governati da un comunista, ma sono fiducioso sul futuro. Nel 2016 i Repubblicani candideranno alla presidenza un esponente favorevole alla libertà.

LF: Da studioso di economia e leader del TPV come giudichi le ultime dichiarazioni di Plebiscito.eu e di Gianluca Busato sull’emissione di Titoli di Stato della Repubblica Veneta? Visti i precedenti leghisti, i Buoni del Tesoro di Pontida, e l’attuale debito pubblico italiano non credi che sia una mossa quantomeno discutibile?.

CS: No, tutt’altro mi pare una un metodo di raccolta fondi intelligente. In realtà si tratta di una proposta concreta per ottenere donazioni e fondi privati affinché le istituzioni della Repubblica Veneta possano operare, specie nell’attuale fase di transizione. Non c’è coercizione nell’emissione e nell’acquisto di titoli di Stato della Repubblica Veneta, tutto si basa su base volontaria.

LF: Come vedi l’economia del futuro Veneto indipendente?.

CS: Il Veneto ha grosse potenzialità date dal suo territorio e dal suo turismo, Venezia è conosciuta in tutto il mondo e certamente le sue bellezze, l’arte e la cultura possono contribuire a far crescere economicamente il Veneto creando un indotto e occupazione.

LF: Il contribuente di un Veneto indipendente quanto dovrebbe versare all’erario della Serenissima?.

CS: Il Veneto, una volta liberatosi dal giogo romano, avrà un regime fiscale agevolato e sarà un competitore mondiale assieme alla Svizzera per l’attrazione di capitali economici e degli investimenti. Dovrà dotarsi di una flat tax.

LF: Quindi quanto tasserà la rinascente Repubblica Veneta?.

CS: Beh, ti parlo a titolo personale e come leader del TPV, a mio avviso dovrà avere una tassazione sui beni di consumo bassissima. L’IVA al 10% sui beni generali e di lusso e il 4% sui beni alimentari potrebbero essere già ritenute alquanto eccessive e da contestare.

LF: Ovviamente con una pressione fiscale così bassa le funzioni e i servizi che la Serenissima dovrebbe erogare sarebbero limitati.

CS: Sicuramente verranno liberati parecchi monopoli pubblici con costi inferiori grazie all’apporto dato dai privati nei servizi. La Repubblica Veneta dovrà provvedere solo alla manutenzione delle strade e dei canali, alla sicurezza con un suo esercito leggero moderno ed efficiente, e ad amministrare la giustizia; in pratica uno Stato minimo nozickiano.

LF: In precedenza, nella tua critica alle diocesi venete papaline, hai criticato le loro politiche di accoglienza; qual è la tua posizione sul tema dell’immigrazione in ottica di un Veneto indipendente?.

CS: Un immigrato che entra in Veneto in cerca di lavoro deve avere un anno di tempo per trovarlo, scaduto tale termine qualora non abbia ancora un lavoro va mandato fuori dai confini della Repubblica.

LF: Cosa ne pensi dell’Unione europea e dell’euro? Un Veneto indipendente dovrebbe uscire da tali istituzioni sovranazionali?.

CS: L’Unione europea è un cesso partorito da dei burocrati e va cambiata; ritengo però che un futuro Veneto indipendente debba restare all’interno dell’Ue e nell’area monetaria dell’euro quale mercato comune europeo. Il patto di stabilità non ci riguarda, il debito strutturale di un Veneto indipendente sarebbe meno del 35-40%.

LF: In precedenza ti sei espresso assai criticamente verso i vertici veneti della Lega Nord, date le tue posizioni, cosa ne pensi del segretario federale Matteo Salvini e della sua campagna ‘No Euro’ intrapresa in giro per l’Italia?.

CS: Un Veneto indipendente può restare in Europa traendo vantaggi dall’Unione europea e dal sistema monetario dell’euro, la Lega cavalca il ‘no euro’ ma non ne capisce nulla. Non capisce cosa significa e a quali conseguenze comporterebbe se davvero si uscisse. L’ euro è una moneta forte e questo è un bene. Se però proprio si vuole uscire dall’euro, un Veneto indipendente può puntare solo in favore di una propria moneta veneta legata all’oro, la quale sarebbe stabile e non soggetta a politiche inflazioniste di svalutazioni competitive che altro non sono che ulteriori tasse indirette sul potere d’acquisto dei portafogli veneti. Salvini è troppo malvestito per essere un leader, non rappresenta quei canoni estetici che dovrebbero connotare un leader.

LF: Ti riferisci alla sua felpa romana? Quali dovrebbero essere i canoni per un leader?.

CS: E’ sufficiente guardare le mie felpe!.

LF: Hai forse intenzione di scendere in politica e candidarti a futuro leader della Lega Nord o della Liga veneta? Oppure intendi fare del TPV un soggetto politico per il Veneto?.

CS: Ma figurati!. Niente di tutto questo!. Non ho intenzione di fare politica italiana né di ridurre il TPV a un partito politicante ed elettorale in Italia o in Veneto. Il TPV è un movimento veneto apartitico e apolitico che intende divulgare principi, idee e valori fuori dal Palazzo, fuori dai giochi di poltrona e fuori dalle schede elettorali.

LF: Si avvicinano però le elezioni europee, come consideri tale consultazione elettorale?. Appurato che in vista del voto il programma della Lega Nord di Salvini non ti soddisfa e risulta antitetico alle tue idee e a quelle del TPV, c’è qualche candidato o partito che sostieni e che ritieni di suggerire di votare?.

CS: Le elezioni europee non sono il palcoscenico dove promuovere le istanze indipendentiste, certo è importante che vi siano persone che riconoscano il referendum d’indipendenza del Veneto anche in quella sede, ma non si va in Europa a far testimonianza o ad ottenere solo questo, tali elezioni sono invece un metodo per eleggere persone in grado di cambiare l’Europa. Sicuramente come TPV sosteniamo individualmente il vicentino Sergio Berlato candidatosi in Fratelli d’Italia (FDI), un candidato più credibile di Dudù. Onde evitare equivoci sottolineo come io e il TPV sosteniamo Berlato e non FDI, in quanto tale candidato ha dato prova di essere a favore del referendum per l’indipendenza del Veneto, impegnandosi a favore del taglio del budget comunitario e a favore del taglio di leggi e regolamenti comunitari.

LF: Carlo, siamo verso la fine di questa interessante intervista, devo però farti un’ultima domanda un po’ perfida. All’inizio di questa intervista ti sei scagliato contro l’informazione e i media tradizionali al fine di sostenere la nascita del tuo network online di comunicazione ispirato a quello di Glenn Beck; però a noi ci sono giunte delle voci che sostengono che potresti sbarcare anche nella tv catodica tradizionale. E’ vero o sono illazioni prive di fondamento?.

CS: Ebbene, vi confermo in anteprima tale indiscrezione. C’è la concreta possibilità che io possa avere uno spazio tutto mio anche sul piccolo schermo.

LF: Immagino non nella tv pubblica.

CS: Non nella tv pubblica di Stato italiana, suggerisco di fare zapping con speranza col telecomando in canali privati a copertura peninsulare.

LF: Come si concilierà tale tua presenza televisiva con il tuo nuovo network personale e con l’attività del TPV?.

CS: I due progetti comunicativi saranno distinti ma complementari ed integrati tra loro. La causa della libertà non deve porsi limiti e va comunicata con ogni mezzo di comunicazione. Il network online sul modello di The Blaze è una mia scommessa, un mio progetto di business personale, la mia presenza sul piccolo schermo è indipendente ad essa, ma ovviamente essa permetterà di poter favorire la conoscenza anche del primo. Al momento il canale Youtube è un piccolo step da cui sono partito, non è detto che la piattaforma e il broadcast eventualmente non possano collaborare tra loro quali prodotti informativi. Il canale Youtube del Tea Party Veneto, il progetto online e la trasmissione televisiva sono strade con le quali operare tale divulgazione di libertà. L’importante è comunicare lo stesso messaggio di verità facendolo giungere a più persone possibili.

LF: C’è una data per il tuo debutto in tv?.

CS: Al momento non posso dirti di più, però suggerisco a chi fosse interessato di seguire il canale ufficiale Youtube e il sito del Tea Party Veneto per maggiori informazioni su questa e su altre notizie relative all’attività svolta dal movimento.

LF: Grazie Carlo Sandrin per il tempo che ci hai dedicato.

CS: Grazie a te e a L’Indipendenza per l’intervista.

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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » gio mag 15, 2014 1:31 pm

Le armi e la paura di quelli che governano

http://www.lindipendenza.com/la-paura-d ... -governano

di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

Quando l’Arciduca di Toscana, chiamato affettuosamente Canapone, nel timore (tra l’altro risultato infondato), di sommovimenti interni, ha preso la carrozza e se ne è andato pacificamente, senza portarsi via un soldo. Tranquillo che, a parte il dispiacere, sarebbe vissuto mangiando del suo.

Proprio come gli attuali governanti italioti, i quali, nonostante si sia prossimi ad una rivolta, certamente non infondata, non accennano neppure ad andarsene a casa, poiché la maggior parte di loro sarebbe incapace perfino di zappare la terra. Si stanno trasformando quindi in oppressori aguzzini. Dopo essersi tirati fuori dai piedi gli Alpini, considerati pericolosissimi, hanno fatto la caccia ai possessori di armi, persino a quelli che tenevano in casa la spada del nonno. Sotto questi “strumenti ciechi di occhiuta rapina” è pericoloso perfino puntare un dito. Non si sa mai, il dito potrebbe essere carico!

Lasciano quindi da parte rapinatori ed assassini poiché anche se rappresentano una minaccia certa per i cittadini, non rappresentano nessuna minaccia per la loro “cadrega”. Non appena hanno sentore di fronda pericolosa scattano come molle per arrestare una ventina di persone, molte delle quali ho il piacere di conoscere, e che valuto incapaci di ammazzare una mosca. E le arrestano senza badare alle leggi e relativi regolamenti, redatti sotto loro precise indicazioni, infischiandosi di queste Norme e anche della logica. Si sono accaniti per il cosiddetto tanko, terribile concorrente dei Merkava, dei Leopard 2 e perfino degli Abrams.

Certo che se sono tutti come un ex ministro della difesa farebbero estrema fatica a fare una distinzione essendo per loro, come unica caratteristica quella di avere i cingoli o le ruote da trattore. Mezzo bellico così pericoloso che, dopo essere stato sequestrato a seguito della prima dimostrazione dei Serenissimi, è stato rivenduto con regolare asta pubblica e regolarmente acquistato dai veneti per ben 6000 euro. Ed eccoci al 25 aprile, festa secolare di San Marco.

I sinistri hanno tentato di accaparrarsi la piazza con la scusa che avrebbe ospitato la manifestazione organizzata dall’ANPI, ormai costituito da persone che, nella stragrande maggioranza (per pure ragioni anagrafiche ) la Resistenza non l’hanno mai vista. Purtroppo, i veneti che osano da secoli festeggiare San Marco hanno chiesto ufficialmente di recarsi nelle piazza antistante la basilica del Santo Patrono, per festeggiarlo. Apriti cielo! Pericolo di terza guerra mondiale! Non si sa mai che davanti a quel leone marciano , succedesse qualcosa di grave: “Soto la sata del leon no xe il Vangelo, ma xe…”

Continuiamo con le armi. Sono un vecchio cacciatore , ma posso capire l’atteggiamento degli animalisti che auspicano che si smetta di uccidere gli animali selvatici. Dissento tranquillamente, ma li capisco. Per lo Stato i cacciatori son ben di peggio: possiedono un’arma! Mentre loro vogliono avere ben salda in mano una mitragliatrice per falciare tutti (come è più volte accaduto) quei soldati o quei cittadini che non hanno nessuna voglia di farsi ammazzare per una qualsiasi ideologia sbandierata da capi che, per ogni evenienza, se ne stanno accuratamente a casa a farsi gli affari loro.

Pensate che nei giorni scorsi, sotto lo spauracchio della rivoluzione, essendo stata reperita una bomba (guerra 1915-18) in zona Adamello (che di bombe ed esplosivi vari è stato ed è tuttora pieno) si sono mossi interi reparti. La bomba è stata trovata in un terreno a proprietà ancora indivisa, talché uno dei familiari ha dovuto addossarsi l’intera colpa per evitare che il fratello ( che non è neanche cacciatore e quindi non possiede nemmeno una scacciacani), candidato alle prossime elezioni comunali fosse privato del diritto di candidatura. Siamo ormai alle regole della mafia applicate alla gestione di uno Stato definito (forse come sfottò) democratico.

D’altra parte per espressa volontà del PC e del PD (ennesima trasformazione del PC) l’aggettivo democratico viene applicato tutte le volte che la democrazia è stata esiliata: genitori “democratici”, medicina “democratica”, eccetera, eccetera. Andate avanti voi. Tranquilli, che non sbagliate! Per concludere, visto che stiamo parlando della festa di San Marco, ricordiamoci dei due marò del battaglione San Marco ignominiosamente abbandonati al loro destino da quei “signori” che continuano a parlare di patria (che scrivo volutamente con la P minuscola).
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