Il diritto di difendersi e la rivolta

Il diritto di difendersi e la rivolta

Messaggioda Berto » gio ott 23, 2014 9:41 pm

Defendarse entel sistema talian lè on delito, par la casta taliana el çitadin el ga da esar inerme e subir ...

Sparò ai due zingari:
«È un tentato omicidio»
Ricorso accolto, non fu eccesso colposo di legittima difesa E le vittime chiedono i danni
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... o_omicidio

ARSIERO. Ermes Mattielli torna a processo. Ma questa volta per rispondere del tentato omicidio volontario dei nomadi Blu Helt e Cris Caris. L'ha stabilito ieri il gup Gerace accogliendo la richiesta del procuratore Cappelleri ed ha fissato l'inizio al 20 gennaio.
È un caso, quello che coinvolge il rottamaio Mattielli, 61 anni, invalido civile di Arsiero, assai noto.
La sera del 13 giugno 2006 l'artigiano, esasperato dai continui furti, sparò ai due ladruncoli. In primo grado, a Schio, era stato condannato ad un anno per lesioni, ma il procuratore aveva presentato ricorso in Appello. E i giudici di secondo grado avevano accolto l'istanza dell'accusa pubblica e privata - con il procuratore generale Calogero e l'avvocato di parte civile Andrea Massalin - e avevano riqualificato l'ipotesi di reato. Un tentativo di omicidio dei due giovani che avevano cercato di rubare nel deposito di Scalini di Arsiero, e che erano stati colpiti da 14 colpi di pistola dalla vittima del furto. Ai due nomadi erano stati inflitti 4 mesi. (...)

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... aliani.jpg

"A so tristo e contento de sti comenti" parké łi conferma ke ła xente no ła ghin pol pì del rasixmo e de l'opresion dei singani:
http://www.ansa.it/lombardia/notizie/20 ... 6abf8.html
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » dom nov 16, 2014 9:51 pm

Come ca semo ridoti naltri veneti a caxa nostra, cogna scuminsiar a pararli via, fora da la nostra tera.

Autista autobus aggredito a Treviso in via Roma, il video, oggi 15 novembre 2014
VIDEO - Conducente dell'autobus viene aggredito dai passeggeri

L'episodio, sabato, intorno alle 12, in via Roma a Treviso. All'origine della rissa, due biglietti non pagati. Il video è stato postato su Facebook

http://www.trevisotoday.it/cronaca/auti ... -2014.html

Autista autobus aggredito a Treviso in via Roma oggi 15 novembre 2014


TREVISO - Lo hanno inseguito, accerchiato e malmenato. È successo in via Roma, sabato mattina. Vittima, il conducente di un autobus. Qualcuno ha ripreso l'assalto, pubblicando su Facebook un video sconcertante: da un lato l'autista, in mezzo alla strada, che tentava di arretrare; dall'altro l'assedio di circa trenta persone inferocite, lanciate all'inseguimento, tra pugni e spintoni.

LE CAUSE DELLA RISSA. All'origine della rissa, che si è scatenata sabato intorno alle 12, pare vi fossero due biglietti non pagati. Due passeggeri sarebbero saliti a bordo privi di titolo di viaggio valido. Il conducente avrebbe chiesto alla coppia di "portoghesi" di scendere dal mezzo. Una reazione che avrebbe scatenato, a sua volta, quella dei circa trenta passeggeri che lo hanno aggredito con una rabbia incredibile.

MOM. "Abbiamo segnalato più volte quella zona come area a rischio - commenta il presidente di Mom Giulio Sartor - per problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Non molto tempo fa un altro nostro operatore era stato vittima di un'aggressione. Noi cerchiamo di garantire il meglio per i nostri utenti, vorremmo allo stesso modo che chi si occupa della sicurezza ci tutelasse, monitorando in particolare quest'area. Intanto in stazione stiamo provvedendo ad installare delle telecamere da collegare con il comando della polizia municipale".

Mi faria on sioparo de almanco diexe dì, de tuti i mexi pioveghi e pretendaria on polisioto armà so ogni vetura.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » sab feb 07, 2015 10:30 am

NEL VICENTINO UN BENZINAIO SPARA AL RAPINATORE. I GIUDICI LO INDAGANO PER ECCESSO DI LEGITTIMA DFESA, IL PAESE E' CON LUI."E' UN EROE", DICONO, VOI COME LA PENSATE?

https://www.facebook.com/salvosottile/p ... 75/?type=1

Salvo Sottile

A Nanto c’è Ulisse che fa il sindaco, c’è don Diego che fa il parroco e, da ieri, fra i paesani più popolari c’è anche lui: Graziano Stacchio, professione benzinaio, una vita dedicata al suo distributore, alla famiglia e a quel fucile da caccia con il quale ama girare fra i boschi cercando caprioli.
Martedì sera l’ha imbracciato per spaventare cinque rapinatori che stavano assaltando la vicina gioielleria Zancan armati di mazze e kalashnikov. Stacchio ha sparato alle gambe di uno di loro e l’altro, un giostraio di 41 anni, è fuggito.
L’hanno trovato morto dissanguato duecento metri più in là, a bordo della sua macchina.

Per la Procura di Vicenza è doveroso indagare il sessantacinquenne benzinaio vicentino, una moglie e due figli, con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Per la gente del posto è inconcepibile. «Siamo tutti con te». «Hai fatto la cosa giusta». «Eroe». Una gara di solidarietà culminata con una raccolta di firme e la solenne promessa di Joe Formaggio, il sindaco di Albettone noto per dormire con il fucile accanto al letto: «Faccio le t-shirt e ci scrivo “Io sto con Stacchio”».
Domanda: cosa pensa il benzinaio di tutto questo? «Un uomo che uccide un altro uomo non possa essere considerato un eroe... non volevo uccidere», dice guardando l’asfalto. Siamo nel Vicentino ai piedi dei colli Berici. Stacchio ha già ripreso a lavorare in questa area di servizio che gestisce da cinquant’anni e che martedì sera è diventata un Far West.
inRead™ invented by Teads.tv

«Sono scesi da due macchine verso le sette di sera con i passamontagna - racconta -. Erano armati e hanno iniziato a picchiare sulla porta della gioielleria come barbari. Le macchine suonavano i clacson “è una rapina”, dicevano ma nessuno poteva fare nulla e ai banditi non importava: spaccavano tutto. Io a pensato a Genny, la commessa del gioielliere, che è per me come una figlia. Ho detto: starà morendo di paura. Allora sono intervenuto e ho urlato “andate via che arrivano i carabinieri”. Ma loro continuavano. Sono allora entrato in casa, ho preso la chiave dell’armadietto dove tengo il fucile e sono uscito. Erano ancora lì. Ho sparato un colpo in aria. L’uomo che faceva da palo ha risposto al fuoco e io ho tirato altre due volte sulla macchina vuota. Poi lui si è avvicinato a me, puntandomi con l’arma e gli ho tirato alle gambe e sono andati via». Fino a ieri sera gli altri quattro banditi erano ancora in fuga.

Mentre parla arriva Genny che lo abbraccia in silenzio con gli occhi lucidi. E arriva pure il gioielliere, Robertino Zancan, che per tutelare il benzinaio ha pensato addirittura di attribuirsi le colpe dichiarando agli inquirenti che a premere il grilletto era stato lui: «L’ho detto per tutelare Graziano, lui l’ha fatto per Genny. Gli ho anche messo a disposizione una squadra di legali per difendersi». Zancan ha deciso di chiudere per sempre il negozio: «Da oggi è finita perché non ne posso più: 2 rapine e un sequestro...».

Santo suito!

Forse łi jera singani (jostrari)? Ke oror ke bruta xente, ke sasini, łi xe pexo de l'Isis! Se i xe singani Ulise el ris-cia groso, parké i singani par ke łi gapie el dirito de robar, de rapinar, de copar, ... purpio come łi orsi, i leoni, i lovi, parké lè ła so nadura e coultura. Ulise el ris-cia anca de esar persegoesto par rasixmo contro na etnia/raça omana (i singani) ke ła ga łi memi diriti de łe bestie anca se łi xe omani, na bestia no la pol gnanca esar persegoesta, proçesà e condanà parké ła bestia ła xe enoçente par nadura, la ghe va drio al so istinto e l'omo nol ga el dirito de descremenarla. I singani anca se i xe omani i gode de łi diriti omani de tuti łi omani ma anca de coełi de łe bestie.

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... aliani.jpg



Rapina e sparatoria in gioielleria - Il bandito morto è un nomade vicentino
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 5357.shtml

Indagato il benzinaio. L’ipotesi di reato potrebbe essere l’eccesso colposo in legittima difesa. E il sindaco fa stampare t-shirt: «Io sto con Stacchio»

VICENZA È stato identificato il bandito rimasto ucciso ieri, martedì, nel tentativo di rapina ad una gioielleria nel vicentino.
Si tratta di un nomade 41enne, Albano Cassol, nato a Vicenza e residente nel campo di Fontanelle, nel Trevigiano.
Lo ha comunicato il Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. Il magistrato ha confermato inoltre l’inscrizione nel registro indagati, come atto dovuto, di Graziano Stacchio, il benzinaio che ha esploso alcuni colpi di fucile contro i banditi.

Un atto reso indispensabile - spiega la Procura - dall’esigenza di garantire la partecipazione e l’interlocuzione dei difensori dell’uomo agli accertamenti tecnici. Cappelleri precisa, in una nota, che «l’astratta ipotesi di reato che interessa Stacchio è quella di eccesso colposo in legittima difesa, ovvero nell’uso legittimo delle armi».

«Ma la situazione processuale - sottolinea il magistrato - sarà meglio determinata, sia sotto il profilo di configurazione giuridica che di effettiva responsabilità, solo all’esito delle indagini, che saranno compiute con ogni attenzione, obbiettività e diligenza». Quanto alle indagini in corso per l’esatta ricostruzione della dinamica della tentata rapina e del conflitto a fuoco, Cappelli evidenzia come esse si presentino complesse e articolate, e necessitino di molti accertamenti tecnici. Per questo, conclude il magistrato, «gli esiti non possono essere immediati».

Intanto il sindaco di Albettone, uno dei comuni vicini a Ponte di Nanto, ha fatto realizzare delle t-shirt in solidarietà con il benzinaio: «Io sto con Stacchio». Joe Formaggio, il sindaco vicentino che non ha mai fatto mistero di dormire «con il fucile sotto il cuscino», intende raccogliere in questo modo fondi da destinare al gestore della pompa di benzina, che per il suo gesto si trova ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Oltre alle t-shirt di solidarietà, Formaggio, con i sindaci di Barbarano e Nanto, ha avviato una raccolta di firme a sostegno del benzinaio.

04 febbraio 2015

On gràsie e onore a sto sant'omo!

Immagine
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Seita kive:
Onore a Stakio (Stacchio)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 153&t=1418
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » gio feb 26, 2015 12:16 am

Condanna per il ladro che rubò in casa dell’ex pugile e finì ko al primo raund
25 febbraio 2015
http://www.catenaumana.it/httpwp-mep5agl7-373

I fatti risalgono al 2009 ma la vicenda è tornata di attualità perché dopo anni è arrivata la sentenza per uno dei più curiosi casi di cronaca degli ultimi tempi.


COSA ERA SUCCESSO - Non si aspettava certo di finire all’ospedale per le botte ricevute da quell’arzillo anziano. Brutta avventura per un ladro di 23 anni in Inghilterra. Il topo d’appartamenti ha tentato il colpo in una dimora di Botley, Oxford. Ne è uscito molto malconcio.

Gregory McCalium voleva fare un colpo rapido e “pulito” ma per sua sfortuna in case c’era Frank Corti, 72, ex pugile in pensione. Come racconta il Telegraph, l’uomo era a casa con la moglie quando McCalium, che tra l’altro abita proprio nelle vicinanze, ha fatto irruzione in casa, l’ha minacciato con un coltello e si è introdotto nell’abitazione.

Frank Corti, ex pugile in pensione ma ancora in ottima forma fisica, non ha perso la calma. Ha “semplicemente” tirato fuori dal suo repertorio un pugno micidiale che ha steso il ladro.

LA SENTENZA – “Ha avuto quel che si merita”, ha commentato il giudice che ha condannato il giovane per tentato furto aggravato. “In un primo momento quando ha estratto il coltello ho avuto paura – dice ora col senno di poi Corti (ex militare dei Royal Engineers di Sua Maestà durante la guerra in Nord Africa dal 1956 al 58) – Ma la mia vecchia formazione militare ha preso il sopravvento così gli è scattato un pugno, l’ho tirato più forte che potevo e lui è andato giù come un sacco. Se non puoi difendere quello che è tuo, in che mondo siamo?”


Sto ki lè on judego serio, come ke se deve, altro ke coeli taliani ke li se ga vendesto l'anema al diavolo
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » sab mar 07, 2015 11:18 pm

Stacchio: «Volevano candidarmi Rifiuto, non sono un predicatore» «Prego per il bandito che ho ucciso. La politica? Ho già la mia vita»
06 marzo 2015
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 8996.shtml

NANTO (Vicenza) «Sono sereno».

Come fa?
«La mia serenità è la coscienza pulita, la solidarietà che ricevo dalla gente è la mia forza. Ho avuto una vita meravigliosa, una famiglia stupenda e tante gioie. E poi prego».

Per chi prega?
«Anche per quel povero bandito. E prego perché i suoi complici capiscano che non possono andare in giro a spaventare le persone e che il denaro non li renderà mai felici».

La stessa divisa dell’Agip, lo stesso berretto di lana calato sulla fronte e le auto che si fermano a fare rifornimento. A Nanto, in apparenza, è rimasto tutto come quel 3 febbraio, quando una banda di nomadi ha tentato l’assalto alla vicina gioielleria di Roberto Zancan e lui, il benzinaio Graziano Stacchio, ha aperto il fuoco per farli fuggire e difendere la commessa barricata nel negozio. In realtà nulla è più lo stesso. Lo si capisce dai due poliziotti di scorta e dalle frasi degli automobilisti di passaggio. «Hai fatto bene», «Sto dalla tua parte». Qualcuno allunga un’offerta - «Per aiutarti a sostenere le spese legali» - visto che ora è indagato con l’accusa di eccesso colposo di legittima di difesa. E che l’aria sia cambiata, lo si intuisce anche dai giornali che raccontano dei residenti di un quartiere di Oderzo, nel Trevigiano, che hanno sparato ai ladri al grido di «facciamo come Stacchio» e riportano le frasi di Joe Formaggio, il sindaco di Albettone, che anche ieri ha tuonato: «Quelli che vanno in giro per le case a rubare e a picchiare donne di 90 anni per portare via le fedi, vanno ammazzati, basta con questo buonismo».

Ma il benzinaio la pensa diversamente. «Non voglio il Far West, prima di imbracciare il fucile bisogna pensarci dieci volte. Non si spara alle persone: la vita è sacra».

Lei però l’ha fatto.
«E non penso che riuscirei a farlo un’altra volta. Ma in quel momento c’era una ragazza in pericolo e io ho agito di impulso, il cuore mi scoppiava. Dovevo fare una scelta: scappare o reagire. Sono rimasto. Quelli erano banditi armati di kalashnikov. I ladri, invece, sono un’altra cosa: se nessuno è in pericolo di vita, la cosa giusta da fare è chiamare le forze dell’ordine. Se invece ci si limita a sparare un colpo in aria per impaurire i criminali, bè, allora è diverso…».

Domani, sabato, a Venezia ci sarà la manifestazione organizzata da Lega Nord e Fratelli d’Italia. L’hanno invitata. Ci andrà?
«No-no-no-no». (Si ritrae di un passo e incrocia le mani al pezzo, quasi volesse difendersi da qualcosa)

Non le piace la politica?
«Al contrario, confido molto nei politici: solo loro possono cambiare questo paese, garantendo alle forze dell’ordine il sostegno di cui hanno bisogno. La sicurezza non è né di Destra né di Sinistra, è un tema su cui tutti i partiti dovrebbero riflettere, invece di continuare a scaricarsi le colpe l’uno addosso all’altro. Anche se, a dirla tutta, c’è una cosa che non mi so spiegare...».

Cosa?
(Rimane in silenzio. Poi risponde, lentamente, pesando ogni singola parola) «Qui sono venuti i leader di molti partiti, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, il candidato alle regionali del Movimento 5 Stelle... Ma nessuno di centrosinistra si è fatto sentire».
Le dispiace?
«Non è che ci sia rimasto male, solo non ho capito perché non abbiano preso posizione su quanto è accaduto qui a Nanto. Serve un impegno da parte di tutti i partiti per sostenere maggiormente quei poliziotti e carabinieri che tutte le mattina si svegliano e si mettono in strada per difenderci. La nostra Italia ha bisogno di tre cose: istruzione, sanità e sicurezza».

Sembra un programma elettorale. Qualcuno le ha chiesto di candidarsi alle prossime elezioni regionali?
«Sì, ma non mi chieda di che partito».

Accetterà l’offerta?
«Ho detto di no: voglio rimanere fuori dalla politica. A 65 anni ho già la mia vita e il mio lavoro. Non voglio mettermi a fare il predicatore, non sarebbe giusto. E non mi va neppure di indirizzare, con la mia presenza in qualche lista elettorale, la scelta delle tante persone che in questi giorni mi sono state vicine».

Nei giorni scorsi qualcuno ha fatto recapitare dei proiettili indirizzati a lei e al gioielliere. Ha paura?
«Ho la mia teoria su quelle minacce: siamo in campagna elettorale».

Quindi non crede sia una vendetta dei nomadi?
«Nei campi nomadi ci sono anche buone persone, in mezzo a qualche “pazzerello”, ma hanno una coscienza pure loro: sanno che non volevo la morte di quel ragazzo». ???




Stacchio, i tormenti del benzinaio che uccise il rapinatore: "Non sparate in mio nome, basta con il Far West"

La procura l'ha indagato, per molti è un eroe ma lui dice: "Non sono un esempio da imitare, però qui la gente ha paura ed è facile perdere la testa"

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI 06 marzo 2015
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/0 ... 108878143/

VICENZA - Io sto con Stacchio (senza hashtag). Dentro il suo ufficio ordinato con vista sulle pompe di benzina e l'officina del servizio pneumatici. "Respiro gli attimi di quiete. Intanto metto in fila i pensieri". L'appuntamento con Graziano Stacchio è alle 15 e fuori c'è una pattuglia della Guardia di Finanza che "mi dà una mano". Dice: "Secondo lei ho i tratti del cow boy veneto?". Non sembra. Ma l'apparenza a volte inganna. "Sono allergico alla violenza, dono sangue da trent'anni, vado a caccia ma mai avuto il pallino delle armi". Il benzinaio che lo scorso 3 febbraio con un colpo di fucile ha steso il rapinatore rom Albano Casson durante l'assalto alla gioielleria "Zancan", eccola lì, a cinquanta metri, pesa le parole. Berretta grigia di lana e giubbotto antigelo con il cane a sei zampe, il marchio dell'azienda per la quale gli Stacchio di Ponte di Nanto prestano servizio da tre generazioni.

A che pensa?
"L'effetto mediatico mi ha stordito. Però davvero non possiamo vivere in un mondo che va in questa direzione. È storta. Non voglio rassegnarmi alla legge della giungla, al terrore, che lavori e torni a casa guardandoti alle spalle".

Lei ha sparato e ucciso un rapinatore. Per molti è un eroe.
"No, non sono un eroe né un modello da imitare. Né tanto meno un simbolo. Lo dico subito: la gente non deve sparare in mio nome, né in Veneto né in Sicilia. Solo l'idea mi fa paura. Non è che adesso ognuno si deve sentire autorizzato a sparare. Sennò che cosa facciamo, il Far West?".

A Oderzo l'altro giorno sono usciti coi fucili e hanno premuto il grilletto per un allarme ladri. Effetto Stacchio?
"Il problema è che la gente ha paura, sta perdendo la testa. Ci vuole un attimo. Il mio è stato un atto di istinto, di disperazione. Vorrei dire anche di umanità, perché quella ragazza (dentro la gioielleria, ndr ) era sotto scacco di cinque banditi armati di mitra. La volta prima era stata addirittura sequestrata. Quando quel rapinatore mi ha puntato l'arma addosso, ho mirato. Stando attento a non fare andare in giro colpi. Se i suoi complici l'avessero lasciato lì gli avrei messo subito un laccio emostatico, avrei provato a salvarlo. Ambulanza e via".

Lo avrebbe fatto davvero?
"Lo giuro sui miei figli e nipoti. La vita vale più di tutto. Sa quanti lacci ho messo qui davanti (indica lo stradone, via Riviera, che attraversa il paese)? Incidenti stradali. Uno aveva il femore fuori".

A chi la sta osannando forse importa di più che lei ha ucciso un rapinatore. Per di più immigrato. O no?
"Ho ricevuto molta solidarietà. Anche da immigrati. Africani, albanesi, gente per bene che abita qui ed è venuta a darmi una pacca sulla spalla. Poi ci si è messa di mezzo la politica ".

La disturba?
"Se è solidarietà no, se sono chiacchiere dico: non servono a niente. Il problema sicurezza va affrontato con serietà, rigore, buon senso. Senza demagogia e isterismi. Sembra quasi, a volte, che i ladri siano nel giusto. Che facciano bene a comportarsi così. Forse in molti delinquenti passa questo messaggio: se i primi a rubare sono i politici, perché non dobbiamo farlo noi? I politici non spara- no? Noi sì... La società va cambiata, a partire dalle scuole. Basta bullismo, violenza, furbizia. Non portano niente di buono ".

Non le chiedo se vota Lega perché non me lo direbbe. Ma Salvini l'ha eletta a eroe. E il 14 marzo a Vicenza lei sarà guest star della "Festa della sicurezza" (colore dei manifesti: verde e nero).
"La sicurezza è un tema che non ha colori. Dovrebbe essere di tutti, di destra di sinistra e di centro. Le persone che ho sentito più vicine sono quelle co- muni e gli alpini della mia associazione. Poi certo: se anche i politici mi esprimono solidarietà fa piacere. Solo della sinistra non si è fatto vivo nessuno ".

Teme le conseguente penali di quello che ha fatto?
"Non so, forse no. Mi sento a posto in coscienza. È stato un gesto disperato di difesa e autodifesa, non di offesa. Non sono un tipo violento, lo sanno tutti. Anni fa, dopo la seconda rapina (ne ha subite tre), un maresciallo dei carabinieri mi ha consigliato di comprare una pistola. Ho preso una 38 special Sauer, tedesca. Dopo tre mesi l'ho venduta. Troppo pericolosa. Spari e il colpo va. Non ha la precisione di mira che ha il fucile. Vado a caccia, ho il porto d'armi da quando ero giovane. Ma delle armi non me ne frega niente".

Un messaggio a chi dice che bisogna farsi giustizia da soli?
"Capisco che la gente oggi è terrorizzata. È cambiato tutto. E il punto non sono i rom o gli immigrati. Io non ce l'ho con loro. Molte sono persone bravissime. Ma se devi chiuderti in casa con gli allarmi e i catenacci, se mentre lavori ti entrano col mitra, capisco che uno possa perdere la testa. Lo Stato deve potenziare i mezzi delle forze dell'ordine. A volte mi sembrano talmente scarsi da potere fare poco. E poi bisogna lavorare sulle scuole, sull'educazione. Alla pace, al rispetto. Lo dice uno che ha sparato, è vero. Ma non l'ho fatto per aggredire. L'ho fatto perché in quel momento ero minacciato di morte, e quella ragazza anche".

Che cosa le è dispiaciuto di più in questa vicenda?
"Che sia morta una persona. Se i suoi complici me lo avessero permesso avrei provato a salvarlo. Ma non hanno avuto rispetto nemmeno per la sua vita".
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » sab mar 28, 2015 10:53 pm

Anziana massacrata per rubarle gli anelli: "Guardate cos'ha fatto il bastardo"

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/anziana ... 4863.shtml

Sabato 28 Marzo 2015, 08:59

MESTRE - Alla fine ha deciso di divulgarle. Le foto che ha scattato alla madre massacrata dalla "belva" che l’ha seguita come una preda per poi aggredirla in casa e rubarle pochi soldi e qualche gioiello.
«La gente deve vedere come l’ha ridotta perché solo così si rende conto di cosa è stato capace di fare quel bastardo che si è accanito contro un’anziana di 85 anni».

A parlare è Moreno Semenzato, uno dei figli di Cecilia Zaccello, pestata a sangue nel suo appartamento di via Aleardi, martedì scorso all’ora di pranzo. Il delinquente con ogni probabilità l’ha pedinata dalla vicina Pam dove si era recata a fare la spesa, e una volta aperta la porta di ingresso l’ha spinta dentro colpendola senza pietà: fratture alle costole, al viso, alle dita delle mani, rotte per strapparle gli anelli.
Ha smesso solo quando Cecilia è svenuta. Una volta soccorsa, le sue condizioni erano talmente critiche che i medici l’hanno dovuta ricoverare in terapia intensiva, da dove è uscita solo ieri. «Ora è stata trasferita in reparto - continua Semenzato - ma è ancora scossa e continua a ripetere che quando chiude gli occhi se lo vede davanti. Ma che motivo aveva di ridurla così? L’ho già detto e lo ripeto per una bestia del genere la galera non basta».
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:43 am

Sei anni di galera per aver sparato al ladro. E il ministro si dimentica di dargli la grazia

Antonio Monella ha sparato a chi lo rapinava ed è in cella da dieci mesi per leggi imbecilli. La domanda di grazia è ferma nel suo ufficio: tuteli le vittime, non i criminali
Vittorio Feltri - Gio, 30/07/2015

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 56774.html

Caro ministro Andrea Orlando,

mi rivolgo a lei, responsabile del dicastero Giustizia, per segnalarle un caso talmente assurdo da lasciare basiti, pur consapevole che in Italia la legittima difesa non è mai abbastanza legittima e sempre eccessiva.

Cosicché, se un cittadino spara e uccide un bandito che stia rubando è un delinquente da sbattere in galera, mentre il farabutto abbattuto è una povera vittima, i cui familiari vanno risarciti.

In queste poche righe è riassunta la storia, simile a mille altre, di Antonio Monella, 55 anni, Arzago d'Adda (Bergamo), il quale è in carcere da circa 10 mesi, essendo stato condannato a 6 anni e 2 mesi per omicidio volontario, benché sia stato escluso il dolo intenzionale. E qui c'è subito da eccepire: se non c'è dolo intenzionale, come può esserci la volontarietà?

Le racconto alcuni particolari utili a comprendere a fondo la vicenda. Monella, incensurato, titolare di un'aziendina, aveva subito varie «visite» dei ladri, che notoriamente innervosiscono. O mi sbaglio? Il 5 settembre 2006, una banda di mascalzoni si accinge a rubargli la Mercedes. L'imprenditore, svegliato nella notte da un insistente scalpiccio, insospettivo si alza, si affaccia al balcone e vede i furfanti armeggiare intorno alla vettura. Afferra il fucile ed esplode un colpo.

Si sa che i pallini usciti dalla canna vanno dappertutto, e stavolta feriscono un ladro: Helvis Hoxa, 19 anni, albanese. Il quale ce la fa comunque a fuggire, insieme con i complici. Perde sangue e viene abbandonato dinanzi a un ospedale, dove muore. Monella si autodenuncia. Comincia la accidentata trafila giudiziaria. In breve. Condanna in primo, secondo e terzo grado. Sei mesi dopo la sentenza della Cassazione, scatta l'arresto. Egli ora è rinchiuso nel carcere di Bergamo. Nel frattempo, ha pagato una consistente somma per tacitare i familiari del defunto albanese; ed è stata inoltrata la richiesta di grazia, firmata da vari parlamentari e caldeggiata da un imprecisato numero di compaesani, parenti, amici tutti concordi nel definire il detenuto persona ammodo, stimata e riverita. Ma non succede niente, la pratica non va avanti.

Perché? Da mesi essa giace in un cassetto della sua scrivania, caro ministro, e ingiallisce nell'indifferenza, addirittura dimenticata da lei che, invece, avrebbe dovuto provvedere - in coscienza - a farla pervenire al Quirinale per la sigla del presidente, Sergio Mattarella. Se questa è la verità, se non esistono altri intoppi oltre alla sua distrazione motivata dai troppi impegni che l'assillano, la prego di dedicare dieci minuti a questa domanda di grazia, caldeggiandone l'approvazione.

Mi appello alla sua sensibilità: trascuri un attimo i bavagli, le intercettazioni e roba del genere e si adoperi allo scopo di restituire la libertà a chi non merita di ammuffire in cella, come il povero Monella, perseguitato dai banditi, il quale pertanto agì per esasperazione. Se poi, come credo, lei si appassionerà al tema della legittima difesa, maltrattata nel nostro Paese in cui la proprietà privata è equiparata al furto, promuova una iniziativa tesa alla revisione della legge in materia, attualmente orientata a punire gli onesti e a tutelare i criminali, parificandoli ai martiri. Tutto ciò è un controsenso indegno di una società civile. Si riesaminino le norme e si adeguino alla logica.

Un esempio. Mi scuso se sono costretto a citarmi. Una cinquantina di giorni orsono, un delinquente (con altri) è entrato nel mio alloggio, profittando della disattivazione dell'impianto d'allarme, e incurante delle telecamere, ha raggiunto la stanza da letto dove mia moglie dormiva e le ha sbattuto in faccia una torcia accecante. Poi, uditi dei rumori, ha tagliato la corda. Per fortuna ero fuori casa, altrimenti gli avrei sparato in base al principio che è meglio un brutto processo che un bel funerale. Un estraneo nel tuo appartamento, in piena notte, non è di sicuro animato da buoni propositi. Tu che fai? Premi il grilletto, vada come vada. E voi non la ritenete legittima difesa? Andate a nascondervi. Non è bello ammazzare neanche un grassatore, ma è ancora meno bello farsi aggredire da esso. Caro ministro, ci pensi. Firmi la grazia a Monella, subito, e si dedichi a scrivere una legge meno imbecille di quella in vigore.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » mar ago 11, 2015 8:55 pm

???
«Sono stato sgomberato da casa mia. I poliziotti difendevano gli abusivi»
9 agosto 2015
http://www.catenaumana.it/sono-stato-sg ... li-abusivi

La triste storia di Gianfranco Balzi, che ha tentato di rientrare nel suo appartamento vicino viale Forlanini: denunciato per violazione di domicilio dell’appartamento di sua proprietà

Milano, 21 gennaio 2015 – Sgomberato da casa sua dopo una telefonata alla polizia da parte degli abusivi che occupano il suo alloggio da un paio d’anni. Sì, avete letto bene. Ma non è finita. Dopo che le forze dell’ordine hanno allontanato e denunciato il legittimo proprietario dell’immobile, gli abusivi sono tornati tranquillamente nella casa da loro occupata illegalmente. Capita anche questo a Milano. È capitato pochi giorni prima di Natale a Gianfranco Balzi, 60 anni, milanese. È lui stesso a raccontare questa storia dai contorni assurdi: «Sono proprietario di un appartamento in via Bellosio 15, una traversa di viale Forlanini: 270 metri quadrati. La mia casa è stata occupata abusivamente un paio d’anni fa da una coppia: lui italiano, lei marocchina. In quel momento l’alloggio era vuoto, io abitavo altrove con la mia compagna. Ho fatto la denuncia di occupazione abusiva al commissariato di Polizia “Mecenate’’ nel novembre del 2013. Ma è successo poco o nulla. Le forze dell’ordine si sono recate nell’appartamento per identificare gli occupanti abusivi. Ma niente sgombero. Gli abusivi sono restati lì».

Balzi, a quel punto, decide di fare tutto da solo. «Appena prima di Natale, ho approfittato di un momento in cui gli occupanti abusivi erano usciti, sono entrato nella mia casa, ho cambiato la serratura e mi sono chiuso dentro. Quando gli abusivi sono tornati e hanno visto la serratura cambiata, si sono infuriati, hanno preso a calci la porta. E hanno chiamato la polizia». Sì, gli abusivi hanno chiamato le forze dell’ordine. Sembra una barzelletta. «Sono arrivate due pattuglie, che mi hanno buttato fuori di casa, mi hanno perquisito, mi hanno denunciato e hanno consentito agli abusivi di tornare dentro casa mia. Mi hanno pure costretto a rimettere la vecchia serratura». Gianfranco Balzi è stato denunciato per due reati: «Violazione di domicilio ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. È assurdo: sono stato denunciato per la violazione del mio domicilio. Gli abusivi hanno sventolato un falso contratto di affitto, ma non potevano dimostrare di aver mai versato un euro. E i poliziotti mi hanno detto: “Anche gli abusivi hanno i loro diritti’’».

È proprio il caso di dire: oltre il danno, la beffa. Ma non è ancora finita. L’amministratore di condominio di via Bellosio continua a mandare al signor Balzi i bollettini delle spese per il riscaldamento centralizzato. Sì, perché è lui il proprietario dell’appartamento: «Finché ho potuto ho continuato a pagare il riscaldamento, ma a un certo punto ho smesso. E ora rischio di beccarmi delle ingiuzioni di pagamento». Un altro paradosso: del riscaldamento godono gli abusivi, ma a pagarlo dovrebbe essere il proprietario che non riesce più a tornare in possesso della propria casa. Capita anche questo a Milano. Sgomberato dalla propria casa, denunciato e pure inseguito dai creditori.
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Re: El dirito a defendarse e ła revolta

Messaggioda Berto » gio apr 21, 2016 6:30 am

E SE PRESTO GLI ITALIANI PRENDESSERO LE ARMI……????
da LIBEROQUOTIDIANO.IT 18 Aprile 2016
Il Bestiario
di Giampaolo Pansa

https://majanogossip.wordpress.com/2016 ... ro-le-armi

Quanti sono gli italiani che leggono l’Osservatore romano, il quotidiano della Santa Sede? Immagino pochi, nonostante sia un giornale ben fatto e sempre molto informato, grazie all’abilità professionale del suo direttore, Giovanni Maria Vian. Eppure in questi giorni si è discusso molto di un’intervista pubblicata dal foglio vaticano. A parlare era il vescovo cattolico Fragkiskos Papamanolis, il presidente dell’episcopato ellenico, uno dei dignitari che ieri hanno accolto Papa Francesco al suo arrivo nell’isola di Lesbo. Papamanolis gli avrà detto quello che aveva spiegato all’Osservatore romano? Penso di sì dal momento che in certi casi i preti, anche quelli più cauti, sanno andare giù duro.

Il vescovo in questione, un signore con un bel viso corredato da una barba bianca, ha rivelato che in Grecia la questione dei migranti nelle isole elleniche sta diventando molto pericolosa. Non c’è pace tra gli ulivi di quel territorio. I furti e i saccheggi nei negozi di alimentari si stanno moltiplicando. Una quota di profughi, esasperati dalle traversie incontrate e dalle condizioni disumane di vita nei centri di accoglienza, diventano violenti e si abbandonano a gesti deprecabili.

Come reagiscono i greci di Lesbo e delle altre isole? Si stanno armando. Un negoziante di articoli per la caccia ha dichiarato alla televisione ateniese di aver venduto nelle scorse settimane più fucili e munizioni che in un anno. Altrettanto allarmanti sono le notizie che arrivano da paesi europei lontani dalla Grecia. Venerdì Libero ha rivelato quando sta accadendo in Bulgaria. La tivù di Sofia ha dedicato un servizio a Dinko Valev, un giovanottone di 28 anni, definito «super eroe» perché con altri bulgari, armati come lui di fucile, pattuglia il confine con la Turchia.

Sono sintomi pericolosi di una tensione che l’arrivo continuo di profughi sta facendo crescere in Europa. Quanto ne sappiamo noi cittadini della Ue ancora al sicuro nelle nostre case? Poco o niente. Non ho trovato inchieste o studi che descrivano le conseguenze sui civili dello tsunami migratorio in atto. Anche libri importanti come L’assedio di Massimo Franco, pubblicato pochi giorni fa da Mondadori, volano alto e non si occupano di quanto succede in basso, nelle città, nei paesi, nelle strade. Dunque mi affido a quel che vedo e annoto nei miei taccuini. La prima sensazione è che, sotto il fastidio per la ciclopica transumanza, stia montando una rabbia pronta a esplodere.

Di lavoro non ce n’è per tutti. Chi fa la spesa lamenta l’accattonaggio all’ingresso dei supermercati di gruppi sempre più folti di neri. Abbordano le signore chiamandole «mami» e pretendono una mancia, anche di un solo euro. Eppure non hanno l’aspetto dei mendicanti. Non di rado sfoggiano abiti buoni. Possiedono cellulari di ultima generazione o altre diavolerie elettroniche per chattare di continuo, senza smettere mai.

L’italiano qualunque si infuria quando sente parlare di emergenza. La convinzione sempre più diffusa è che l’arrivo dei clandestini durerà per anni, creando problemi difficili da risolvere. Il rebus è dove collocare questi migranti. I centri di accoglienza sono al collasso, così dicono quanti li dirigono. Il governo ha sollecitato i comuni a fare la loro parte. E il motivo, non dichiarato, è evidente.

Si comincia a parlare di requisizione degli alloggi sfitti. I sindaci dovrebbero indicare dove si trovino e a chi appartengano. L’augurio è che siano soltanto parole. Se accadesse davvero, vedremmo la rivolta anche degli italiani più miti. Con esiti che danno i brividi.

Mi pare di aver capito che l’uomo della strada non creda per davvero all’equazione «immigrati uguale terroristi». Ma a giudizio di molti, l’Austria fa bene a sbarrare i confini. Però il vero problema è un altro. I migranti sono quasi tutti giovani e in gran parte maschi. Invece noi europei siamo un insieme di popoli vecchi. Se iniziasse un’epoca di tensioni etniche, saremmo destinati a perdere. Qualcuno sostiene che stiamo già perdendo. Ed elenca i vantaggi che i clandestini ottengono. A scapito dei residenti, poiché il denaro non ci sarà per tutti.

Anche per questo motivo si va diffondendo una convinzione che sino a poco tempo fa non era di molti. Dice: il governo Renzi ha commesso l’errore fatale di non respingere sin dall’inizio i barconi che partivano dalla Libia in direzione dell’Italia. Bisognava minacciare di affondarli e, se necessario, farlo subito. Ci sarebbero stati dei morti? Pazienza, il medico pietoso uccide l’ammalato.
In casa nostra è prevalsa la carità dei cattolici, dei preti, dei vescovi e di Papa Bergoglio. Nessuno ha dimenticato la visita del Pontefice a Lampedusa e il suo invito ad accogliere tutti i clandestini.

«Adesso dovremo tenercela in casa, questa gente che campa alle nostre spalle!» impreca l’italiano qualunque. Il successo della Lega e soprattutto del suo leader, Matteo Salvini, nasce da questo umore acre. Tanti sono convinti che il leghismo muscoloso non andrà mai al governo. Ma questo non incrina il prestigio del leader in felpa da battaglia. Anche lui, come il bulgaro Dinko Valev, è considerato un super eroe. Se riempie le piazze, il motivo è soltanto questo, non il programma leghista che quasi nessuno conosce.

Del tutto opposto è il giudizio su Matteo Renzi, il premier. Se ascoltiamo quel che si dice di lui nei bar, in trattoria, sul treno e per strada, la sensazione è una sola: la sua popolarità sta calando con una velocità imprevista. A incrinarla è l’atteggiamento nei confronti delle ondate migratorie. Può essere possibile che il premier riesca a fermare la discesa dei consensi, però non sarà un esercizio facile.

I capi d’accusa contro di lui sono parecchi. È un cattolico, ragiona come un boy scout, non si metterebbe mai contro Papa Bergoglio. Ma è soprattutto un parolaio a vuoto, un fancazzista che si vanta di successi inesistenti. Anche le sue ultime uscite sembrano fatte apposta per irritare la gente senza potere. Renzi ha appena detto: «In Italia non c’è un’invasione in corso. I numeri degli sbarchi sono appena qualcuno in più rispetto all’anno passato».

Le cifre diffuse dai suoi uffici lo smentiscono. Il ministero dell’Interno rivela che negli ultimi tre mesi di questo 2016 sono sbarcati sulle coste italiane 24mila clandestini, il 25 per cento in più rispetto al primo trimestre del 2015. Soltanto negli ultimi tre giorni abbiamo accolto seimila migranti. E altri ne arriveranno.

Un signore anziano mi ha detto, infuriato: «Se Renzi non è in grado o non vuole impedire l’arrivo dei barconi, almeno ci racconti la verità. Non credo che il premier sia un bugiardo seriale. Del resto tutti i capi di governo mentono. Ma lui ha la menzogna facile. Credo che molti italiani se ne ricorderanno quando si andrà a votare per il nuovo Parlamento».

È una previsione esatta? Anche il Bestiario, nel suo piccolo, è tenuto a dire la verità. Il sottoscritto ritiene che le grandi masse abbiano la memoria corta. E il giorno che si apriranno le urne, in tanti andranno a votare per Renzi, per mancanza di avversari. Nel frattempo, lui avrà messo in piedi il suo gioco di prestigio più sopraffino: il Partito della Nazione. A impedirgli di stravincere può essere soltanto una grande disgrazia legata all’invasione dei clandestini. Nessuno se la augura. Ma è dietro l’angolo.
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