Libertà e protezione per Tommy Robinson

Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:16 pm

Libertà e protezione per Tommy Robinson l'eroe europeo anti nazismo maomettano
viewtopic.php?f=25&t=2782


https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... cation=ufi


Chi è l'uomo bannato a vita da Twitter e cosa ha fatto per meritarlo
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
DENIS MCWILLIAMS

https://www.agi.it/estero/bannato_vita_ ... 2018-03-30

Twitter ha bannato per sempre Tommy Robinson, il co-fondatore di English Defence League (Edl), un gruppo inglese che “guida la lotta contro l’islamizzazione globale” e “difende i diritti umani, la democrazia e la legge”, come recita il sito ufficiale.

Il motivo? Ha violato le norme del social network in materia di “condotte d’odio”. La Bbc riporta che il suo account era già stato sospeso più volte, l’ultima delle quali a inizio marzo. Quattro mesi fa era scomparsa anche la spunta blu che certificava l’autenticità del profilo. Il suo account, @TrobinsonNewEra, aveva 413 mila follower. Ma chi è davvero Tommy Robinson?

Il fondatore poi “redento”

L’uomo, che in verità si chiama Stephen Yaxley-Lennon, è nato a Luton, Regno Unito, il 27 novembre 1982. L’uomo aveva abbandonato l’Edl già nel 2013, dopo averlo creato il 27 giugno del 2009. Robinson si era insomma fatto da parte, spiegando che temeva “i pericoli dell’estremismo di destra”, come aveva scritto la Bbc.

Non aveva però rinnegato le sue idee: aveva detto basta alla sua vicinanza al movimento, ma aveva ribadito la “necessità di contrastare l’ideologia islamista”, anche se “non con la violenza ma con idee migliori, democratiche".

Chi è l'uomo bannato a vita da Twitter e cosa ha fatto per meritarlo


Una manifestazione a Hyde Park in sostegno di Tommy Robinson

La sua pagina di Wikipedia lo descrive come “attivista di destra”, ma la sua seppur breve carriera lo ha già visto protagonista in diverse situazioni. Oltre alla parentesi Edl, Robinson ha fondato nel 2010 la European Defence League, un gruppo che racchiude diversi movimenti simili a quello britannico. È poi entrato poi a far parte del British Freedom Party, un partito di estrema destra nato nel 2010 e scomparso appena due anni dopo, a dicembre 2012, diventandone leader.


Il carcere

Non solo politica, nel curriculum di Tommy Robinson c’è anche un’altra passione dalle tinte piuttosto accese. Quelle blu e arancioni del Luton Football Club, la squadra di calcio della sua città e per la quale Tommy fa il tifo. C’è di più: secondo la Bbc, il soprannome scelto dall’uomo (che, come detto, in verità si chiama Stephen), è dovuto a un hooligan – la frangia più facinorosa del tifo inglese – dei Men in Gear (Mig), un gruppo di supporter del Luton.

Questo accanito sostenitore si chiamava proprio Tommy Robinson. Il 24 agosto del 2010, Robinson – quello che è stato bannato da Twitter, cioè Stephen – fu coinvolto in una rissa da stadio. L’episodio gli costò la squalifica, per tre anni, da eventi calcistici. E negli anni a seguire ebbe anche modo di finire in carcere in diversi momenti.

Una volta, a fine 2011, trascorse tre giorni in carcere per una dimostrazione contro la Fifa, la Federazione calcistica internazionale, e poi ancora un altro periodo di reclusione per essere entrato negli Stati Uniti in maniera illegale.

Un mutuo da galera

Dopo l’addio all’Edl, Robinson ha attraversato altri guai: a gennaio 2014 è stato condannato a 18 mesi di carcere per frode relativa a un mutuo. A novembre, in anticipo sulla data prevista originariamente, è uscito di prigione. Le polemiche sul personaggio non si esauriscono comunque qui: lo scorso 19 giugno twittò poco dopo l’attacco a Finsbury Park a Londra, quando Darren Osborne si lanciò con un furgone su un gruppo di fedeli musulmani nei pressi di un luogo di culto uccidendone uno.

Robinson scrisse che “la moschea attaccata ha una lunga storia nel creare terroristi e jihadisti radicalizzati, promuovendo odio e segregazione”. Due giorni più tardi, il 21 giugno, sarebbe uscito un libro, scritto proprio da Tommy, intitolato “Perché i musulmani uccidono per l’Islam”. Non era la prima opera dell’uomo: già nel 2015 aveva pubblicato un testo dal titolo “Nemico dello Stato”. Se quest’ultimo era un’autobiografia, il testo del 2017 prometteva di spiegare perché “l’Islam è una religione di guerra e conquista”.


Una carriera da cronista

Non solo libri. Robinson scrive anche per The Rebel Media, un progetto editoriale canadese di estrema destra. Uno degli ultimi contributi arriva dall’Italia: è un reportage da Roma, dove l’uomo ha avuto screzi con alcuni migranti nei pressi della stazione Termini.

Ma l’ultima volta che Tommy è finito sulle pagine dei giornali è stata domenica scorsa, quando si è presentato a Londra al celebre Speaker’s Corner in Hyde Park per leggere un discorso scritto da Martin Sellner, il leader di Identitäre Bewegung Österreichs, il movimento nazionalistico di estrema destra austriaco. Sellner, insieme alla fidanzata Brittany Pettibone, era stato fermato all’aeroporto di Luton, senza così poter raggiungere Londra dove avrebbe dovuto parlare.

Alcuni gruppi hanno protestato sostenendo che sia venuta meno la libertà di espressione. Mentre sul suo profilo Facebook – quello è ancora aperto – Robinson parla di diritti violati, su Twitter è nato l’hashtag #IamTommy. Ma non tutti la pensano così. Il Guardian ha scritto che “il discorso d’odio conduce alla violenza” e che quindi, forse, “il diritto a un palco (da cui parlare, ndr) non è assoluto”.
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:17 pm

GB, Tommy Robinson arrestato e condannato a 13 mesi di carcere
EUROPA UE, NEWS sabato, 26, maggio, 2018
Gino Quarelo

http://www.imolaoggi.it/2018/05/26/gb-t ... di-carcere

Il giornalista Tommy Robinson è stato nuovamente arrestato mentre documentava, fuori dal tribunale, i processi alla gang islamiche che sarebbero responsabili dell’84% degli stupri di minori in UK. Con un processo immediato è stato condannato a a 13 mesi di carcere.

L’imam riformista @Imamofpeace: Abbiamo tutti opinioni diverse su Tommy Robinson. Ma ciò che mi fa male è vedere la sinistra celebrare il suo arresto, piuttosto che condannare i media che ignorano il processo ad una gang che ha stuprato quasi 100 donne, alcune di 11 anni.

Wikileaks parla dell’ordine del tribunale UK che vieta a tutti i media di parlare dell’arresto di Tommy Robinson. Pure i giornali di destra hanno rimosso gli articoli. È il più colossale scandalo della recente storia inglese. Siamo allo stato di polizia di Orwell 1984.

Gli stupratori sono a piede libero e minacciano Robinson fuori dal tribunale.



Regno Unito, arrestato Tommy Robinson: oppositore delle gang di stupratori
L’incredibile vicenda giudiziaria di Tommy Robinson, ex leader della English Defense League arrestato nel Regno Unito per uno stream di fronte a un tribunale
Claudio Pieretti - Gio, 31/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/reg ... 34591.html

È passato perlopiù sottotraccia, in Italia, l’arresto sommario dell’attivista anti-islamico e giornalista indipendente Tommy Robinson, fondatore ed ex leader del movimento English Defense League (Edl).

Robinson è stato prelevato a forza dalla Polizia del Regno Unito venerdì scorso, 25 maggio, all’esterno di un tribunale a Leeds, mentre raccontava via streaming l’ennesimo processo ai membri di uno dei gruppi di stupratori seriali – perlopiù di origini pakistane - che per decenni hanno molestato e violentato, torturato e talvolta ucciso, decine di migliaia, forse addirittura un milione di minori britannici. Le autorità e i media britannici hanno deliberatamente ignorato quest’inferno per oltre trent’anni, in nome del superiore interesse della convivenza multiculturale. Dieci anni fa, però, proprio la Edl di Robinson ha contribuito in maniera determinante a far deflagrare lo scandalo, che oggi è tristemente simboleggiato da Rotherham: una cittadina dove le cosiddette “grooming gangs” (“bande di adescatori”) hanno stuprato almeno 1.400 minorenni. Per questa sua scomoda e rumorosa testimonianza, Robinson è divenuto sin dal 2009 un nemico pubblico dello Stato, e un bersaglio della schiacciante forza coercitiva delle autorità britanniche.

Venerdì scorso, dunque, Robinson è stato arrestato in diretta Facebook, di fronte agli schermi di decine di migliaia di suoi follower, con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Trascinato di fronte a un giudice in assenza del suo avvocato, Robinson è stato sommariamente condannato a 13 mesi di reclusione per oltraggio alla corte, e prontamente trasferito nel penitenziario di Hull. Il giudice che ha convalidato il suo arresto, reso esecutivo in appena cinque ore, si è premurato poi di censurare la stampa nazionale, intimando con un’ordinanza di non dare copertura alla vicenda. I media britannici hanno frettolosamente rimosso i primi resoconti, e sono tornati ad occuparsi del caso solo alcuni giorni più tardi. A onor del vero, il 35enne Robinson era consapevole dei rischi che correva esercitando la sua libertà di espressione: l’attivista era già stato arrestato e condannato lo scorso anno, a Canterbury, sempre fuori da un tribunale, e sempre per aver tentato di accendere i riflettori su un processo a carico di un gruppo di stupratori musulmani. Quanti conoscono i trascorsi giudiziari di Robinson hanno accolto senza sorpresa la notizia del suo arresto. Si tratta infatti dell’ultimo capitolo di una incredibile odissea giudiziaria in corso da un decennio, durante la quale le autorità britanniche hanno sottoposto Robinson e la sua famiglia ad abusi e violenze che lui stesso ha raccontato in libro e in una recente videointervista. Durante i suoi precedenti soggiorni nelle patrie galere, Robinson è sopravvissuto in almeno due occasioni a tentativi di omicidio da parte di detenuti islamici, cui le autorità giudiziarie e carcerarie del paese lo avevano deliberatamente consegnato.

Dalle parole del giudice Heather Norton, che lo scorso anno ha condannato Robinson dopo il suo arresto a Canterbury, emerge una peculiare concezione dei diritti fondamentali: “Questo processo non riguarda la libertà di parola o di stampa, né il legittimo giornalismo o la correttezza politica”, aveva affermato Norton. “Si tratta di giustizia, di assicurare che un processo possa essere portato a termine in maniera giusta ed equa, si tratta di tutelare il principio dell’innocenza sino a prova contraria”. Il giudice Norton si riferiva alla presunzione d’innocenza degli stupratori seriali, minacciati a suo dire da uno streaming fuori da un’aula giudiziaria. Eppure, come sottolinea Bruce Bawer, del think tank Gatestone Institute, il Regno Unito garantisce a quei soggetti “il pieno diritto a un giusto ed equo processo; il diritto a scegliere e farsi rappresentare da un avvocato; il diritto a disporre di tempo sufficiente a preparare il loro caso, ad essere scarcerati su cauzione tra le singole sessioni processuali”. Nessuno di questi diritti è stato concesso a Tommy Robinson. Peggio: è ben noto come le autorità britanniche facciano poco o nulla per proteggere le testimoni dei medesimi procedimenti dalle famiglie estese dei loro violentatori. Folle di uomini e donne in hijab sono solite riunirsi indisturbate fuori, e talvolta addirittura all’interno degli edifici dei tribunali britannici proprio per intimidire le vittime. Questa situazione ha portato i ricercatori della Bath University, autori di uno studio in materia, ad avvertire che nel Regno Unito i diritti delle vittime di stupro sono "quasi subordinati" a quelli dei loro aguzzini.
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:17 pm

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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:18 pm

I popoli del mondo si rivoltano contro il nazismo maomettano (e le sue mostruosità incivili e disumane: Maometto, Islam, Corano, Sharia) - orrore e terrore politico religioso.

viewtopic.php?f=188&t=2702
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:19 pm

Denuncia singola e collettiva della dottrina politico religiosa islamica, del suo orrore e terrore, della sua violazione dei Diritti Umani Universali
viewtopic.php?f=188&t=2042

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa e il Mondo
viewtopic.php?f=188&t=2374

Islam e islamici dove sta il problema?
viewtopic.php?f=188&t=2709

Il maomettismo o nazismo maomettano e i maomettani sono una minaccia per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667

Apostati dell'Islam, eroi dell'umanità
viewtopic.php?f=188&t=1922

Il tempio o la casa della libertà e della non credenza, della ragione e dello spirito universale dedicata a Ipazia, a Giordano Bruno, a Girolamo Savonarola, a Arnaldo da Brescia, a Oriana Fallaci, a Magdi Allam, a l'eretico Cristo, a tutti gli apostati e gli eretici morti per le loro idee e la nostra libertà.
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Libertà di parola, di pensiero, di critica, di spiritualità e di religione
viewtopic.php?f=141&t=2503
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:19 pm

Ingiustizia rapida: Il caso di Tommy Robinson
Bruce Bawer
29 maggio 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12403 ... y-robinson

Ho messo piede a Londra per la prima volta quando avevo vent'anni e la scarica di adrenalina che mi ha invaso è durata per tutta la settimana della mia permanenza. Mai, negli anni successivi, nessun altro posto ha avuto un impatto enorme su di me – né Parigi né Roma. Sì, Roma è una culla della civiltà occidentale, e Parigi un centro della cultura occidentale – ma la Gran Bretagna è il luogo in cui i valori dell'anglosfera, soprattutto la dedizione alla libertà, hanno assunto piena forma. Senza la Gran Bretagna, non ci sarebbe stata nessuna Dichiarazione d'Indipendenza americana, nessuna Costituzione americana.

Negli ultimi anni, ahimè, la Gran Bretagna ha derogato al proprio impegno a favore delle libertà. I critici stranieri dell'Islam, come lo studioso americano Robert Spencer, e per un certo periodo, anche il parlamentare olandese Geert Wilders sono stati banditi dal paese. Ora, un importante critico dell'Islam, Tommy Robinson, è stato ripetutamente vessato dalla polizia, mandato in prigione con rapidità sommaria dai tribunali e lasciato senza protezione dagli agenti penitenziari che hanno consentito ai detenuti musulmani di picchiarlo fino a fargli perdere i sensi. Chiaramente, le autorità britanniche considerano Robinson un piantagrane e non vorrebbero altro che vederlo rinunciare alla sua battaglia, lasciare il paese (come Ayaan Hirsi Ali ha lasciato l'Olanda) o essere ucciso da un jihadista (come è accaduto al cineasta olandese Theo van Gogh).

Venerdì 25 maggio, come qui riportato, la saga di Tommy Robinson si è arricchita di un nuovo capitolo. I poliziotti britannici lo hanno arrestato in una strada di Leeds dove, nel suo ruolo di giornalista partecipativo, stava trasmettendo in diretta sulla sua pagina Facebook un video dall'esterno di un tribunale. Dentro quell'edificio, diversi imputati erano sotto processo per una presunta appartenenza a una "banda di pedofili" – un gruppo di uomini, quasi tutti musulmani, che hanno violentato sistematicamente bambini non musulmani, centinaia, per anni o decenni. Circa diecimila utenti di Facebook in tutto il mondo hanno assistito in diretta all'arresto di Robinson.

Nella foto: Poliziotti trascinano via Tommy Robinson (al centro) da una strada di Leeds, in Inghilterra, dove, nel suo ruolo di giornalista partecipativo, stava trasmettendo in diretta sulla sua pagina Facebook un video dall'esterno di un tribunale. (Fonte dell'immagine: TommyRobinson.online video screenshot).

La polizia ha prontamente trascinato Robinson davanti a un giudice, e senza essere assistito dal suo avvocato è stato sommariamente giudicato e condannato a 13 mesi di reclusione. È stato poi portato nel carcere di Hull.

Nel frattempo, il giudice che lo ha condannato ha anche ordinato ai mass-media britannici di non parlare del suo caso. I quotidiani che avevano già pubblicato articoli sul suo arresto sono stati rapidamente fermati. Persino i comuni cittadini che avevano scritto del suo arresto sui social media hanno rimosso i loro post per paura di condividere il destino di Robinson. Tutto questo è accaduto lo stesso giorno.

Un processo illegale e poi un obbligo di silenzio. Nel Regno Unito, gli stupratori godono del diritto a un equo e completo processo, del diritto di farsi assistere da un legale di loro scelta, del diritto di disporre di tempo sufficiente per preparare il loro processo e del diritto di essere in libertà provvisoria tra le sessioni del processo. Tuttavia, tali diritti non sono stati garantiti a Tommy Robinson.

È sbalorditiva la rapidità con cui l'ingiustizia è stata inflitta a Tommy Robinson. No, è più di questo: è terrificante. In varie occasioni nel corso degli anni, sono stato oggetto di minacce di violenza islamica: mi è stato puntato un coltello da un giovane membro di una banda e sono stato accerchiato da una folla di uomini bellicosi in djellaba all'esterno di una moschea radicale. Ma non è stato spaventoso. Questo è spaventoso – questa totale violazione delle libertà fondamentali britanniche.

In qualche modo, l'arresto fulmineo, il processo e la reclusione di Robinson non dovrebbero essere una sorpresa. "Da qualche tempo, è in atto una campagna per 'acciuffare Tommy' – o qualcosa di molto simile", mi ha detto sabato mattina una fonte nel Regno Unito, che chiamerò "L".

L'arresto di Robinson era in apparenza giustificato poiché egli era già stato condannato con pena sospesa. Nel maggio dello scorso anno, fu arrestato mentre si trovava davanti a un tribunale del Kent, dove un altro gruppo di imputati musulmani stava subendo un processo sempre con l'accusa di pedofilia e adescamento di minori. Anche quell'arresto era ingiustificato. Ma almeno Robinson fu condannato con sospensione condizionale della pena. Questa volta, presumibilmente, è stato stabilito che il semplice fatto di documentare il processo dall'esterno di un altro tribunale equivaleva a una violazione delle condizioni fissate per la sospensione condizionale della pena.

Il cinismo ufficiale è evidente. L. solleva un punto essenziale: spesso, quando si celebra un processo contro una di queste bande di pedofili, le famiglie allargate e gli amici degli imputati sostano davanti al tribunale per "importunare e intimidire" le vittime di stupro così come i loro familiari e sostenitori. "So di bambini di cinque anni che lanciavano sassi contro i familiari delle vittime", ha dichiarato L.

"Questa intimidazione da parte di questi gruppi implica anche andare a casa della gente per molestarla". L. ha perfino sentito parlare di testimoni d'accusa che hanno avuto bisogno della protezione della polizia per recarsi in bagno all'interno di in un tribunale. È superfluo ricordare che queste molestie e intimidazioni raramente sono segnalate e mai punite.

Tuttavia, un aspetto positivo di questa terribile serie di eventi è che ha richiamato l'attenzione di persone che avrebbero dovuto sorprendersi molto tempo fa. L. ha notato che molti dei suoi contatti su Twitter "hanno twittato che non appoggiano necessariamente Tommy in generale, ma sono rimasti sconcertati dal fatto che qualcuno che aveva documentato questi crimini [di adescamento di minori] sia stato arrestato". Alcuni dei suoi conoscenti, ha detto L., "sono allibiti e disperati". Sabato, migliaia di sostenitori di Robinson si sono radunati a Westminster. Ma queste proteste pubbliche cambieranno le cose? Un ex poliziotto britannico ha reagito all'arresto di Robinson realizzando un video in cui esorta i suoi compatrioti, non solo a protestare, ma ad unirsi al partito di Ann Marie Waters, For Britain, e ad agire a favore della libertà di espressione in Gran Bretagna, esattamente come ha fatto l'UKIP per far uscire la nazione dall'Unione Europea.

L. era in possesso di altre informazioni interessanti. Mentre Robinson viene punito per aver attirato l'attenzione sulle bande di stupratori musulmani, la Sikh Awareness Society, che ha altresì documentato i processi di questi pedofili, viene lasciata in pace. "Sono una mano santa," ha detto L., "perché dicono le cose come stanno, ma non subiscono le intimidazioni che gente come Robinson riceve". Ovviamente, la polizia britannica non oserebbe arrestare un uomo barbuto in turbante. L. ha inoltre menzionato il caso di un imam arrestato di recente dalla polizia e poi rilasciato dopo che "un gran numero di sostenitori ne ha chiesto il rilascio". Un poliziotto ha ammesso che l'imam era stato rimesso in libertà per evitare "rivolte in tutto il paese". L. ha sintetizzato l'attuale approccio delle autorità britanniche alla situazione islamica dicendo: "Hanno perso il controllo (...) e si limitano a dare battaglia a chi pensano faccia la benché minima polemica. Il bullo della classe ha terrorizzato l'insegnante, il quale preferisce punire i bambini vittime di bullismo".

Le autorità credono che perpetuare questo genere di ingiustizia mantenga la pace. Se fossi uno di loro, non ne sarei così sicuro. Coloro che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta a Westminster erano furiosi. Quanti altri cittadini britannici condividono la loro rabbia? L. si è detta preoccupata del fatto che l'estate in Gran Bretagna possa rivelarsi calda. Be', forse è un'ottima cosa.

Per quanto ci provi, non riesco proprio a capire perché nessuna personalità britannica si è fatta avanti per mettere in discussione i maltrattamenti inflitti a Tommy Robinson e abbia difeso la libertà di espressione.

L'establishment britannico è composto unicamente da un branco di codardi? Lo sapremo presto, se non lo sappiamo già.

Bruce Bawer è l'autore del nuovo romanzo The Alhambra (Swamp Fox Editions). Il suo libro While Europe Slept (2006) è stato un bestseller del New York Times e finalista del National Book Critics Circle Award. Tra gli altri suoi libri, A Place at the Table (1993), Stealing Jesus (1997), Surrender (2009 e The Victims' Revolution (2012). Nato a New York, vive in Europa dal 1998.
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:20 pm

La Gran Bretagna maltratta, incarcera e lascia martirizzare la sua gente per difendere questa gente:

Gran Bretagna, simpatizzante dell'Isis confessa: piano per colpire il principino George
SIRIA GUERRIERI
2018/05/31

http://www.repubblica.it/esteri/2018/05 ... -197857637

Su un canale online criptato vicino allo Stato islamico, il 32enne britannico Husnain Rashid avrebbe progettato un attacco terroristico ai danni dell'erede al trono, il primogenito di William e Kate

"Sì, volevamo colpire il principino George". Husnain Rashid, presunto jihadista affiliato all’Isis, si è dichiarato colpevole nel processo che lo vede alla sbarra per aver progettato di far uccidere il piccolo primogenito di William e Kate. A otto giorni dall’inizio del dibattimento, il 32enne, un britannico di fede islamica residente a Nelson, nel Lancashire, ha presentato alla suprema corte britannica una dichiarazione di colpevolezza, unita alla richiesta di patteggiamento.

Su Rashid pende l’accusa di essere l’ideatore di una chat segreta dello Stato Islamico, in cui invitava i lupi solitari a compiere attacchi contro obiettivi-simbolo della Gran Bretagna. Un canale criptato su Telegram denominato “Mujaheddin solitario”, su cui Rashid, secondo la procuratrice Annabel Darlow, preparava strategie per attacchi terroristici. Compreso un piano finalizzato a colpire il figlio maggiore di William e Kate: il progetto prevedeva che il piccolo erede al trono venisse rapito, o ucciso, all’uscita dall’asilo.

Il piccolo George, che compirà 5 anni a luglio, dallo scorso settembre ha iniziato a frequentare la scuola materna di Thomas's Battersea, a sud di Londra. Sul canale criptato online Rashid aveva pubblicato l'indirizzo esatto dell'asilo, insieme alla foto del principino sovrapposta alle sagome di due jihadisti incappucciati. Con l’invito a colpire la famiglia reale.

Di fronte ai giudici del tribunale di Woolwich Crown Court, a Londra, il supporter del Califfato si era inizialmente proclamato innocente. Oggi però il cambio di strategia. Ora le accuse dovranno essere interamente riformulate, vista la dichiarazione di colpevolezza dell’imputato. La nuova udienza si è conclusa con una richiesta di patteggiamento dell’imputato, che rischia in ogni caso la pena dell’ergastolo.
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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:20 pm

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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:21 pm

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Re: Libertà e protezione per Tommy Robinson

Messaggioda Berto » mar giu 12, 2018 9:37 am

Bande di stupratori: Una storia accaduta nella verdeggiante contea dell'Oxfordshire
Douglas Murray
11 giugno 2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12497 ... ori-oxford

Dall'arresto di Tommy Robinson, il 25 maggio scorso, "le bande di pedofili asiatici" tornano a fare notizia. Ciò ha riacceso un dibattito sulla questione se le vittime ottengano giustizia e se i perpetratori l'abbiano avuta.

In tutto questo manca un elemento chiave. Qual è il prezzo che è stato pagato, che si sta pagando o che potrebbe essere pagato prima o poi da tutti quei funzionari pubblici che tacitamente o meno hanno consentito che queste atrocità dei giorni nostri continuino, non facendo niente per fermarle? I poliziotti, i politici, i dipendenti del consiglio e altri che hanno dimostrato di aver fallito tante volte non sono mai stati condannati al carcere per nessuna delle loro negligenze e forse contro di loro non sono mai state mosse delle accuse penali (e nemmeno accuse di mancata assistenza a persone in pericolo). Tuttavia, è lecito chiedersi se la vita di queste persone, i loro percorsi professionali o anche i loro piani pensionistici abbiano subito anche minimamente gli effetti del loro comprovato fallimento nel far fronte a una delle maggiori piaghe della Gran Bretagna. Stiamo parlando degli stupri di massa di ragazzine perpetrati da adulti spinti (tra le altre cose) dal razzismo, dalla religiosità, dalla misoginia e dal disprezzo di classe.

Forse la carriera professionale successiva allo scandalo delle bande di pedofili di un solo funzionario pubblico potrebbe contribuire a rispondere a questa domanda. Il suo nome è Joanna Simons. Nel 2013, era direttore generale del consiglio della contea dell'Oxfordshire. Fu lei che pilotò il programma di "assistenza sociale" del consiglio per quasi un decennio: vale a dire per tutto il periodo in cui furono perpetrati gli stupri di massa delle ragazzine del posto (successivamente oggetto di un'indagine denominata "operazione Bullfinch"). Tra gli atti di barbarie che sono stati compiuti da uomini del posto erroneamente definiti di origine "asiatica", c'è anche la marchiatura a fuoco sulla pelle di una delle minori di una lettera "M". M sta per "Mohammed" e il Mohammed in questione voleva che la gente sapesse che questa ragazza "apparteneva" a lui e in quanto tale era di sua proprietà.

Altre, delle centinaia di vittime, hanno subito orribili abusi. Molte erano affidate alle cure dei servizi sociali. Tra le storie emerse dal caso giudiziario del 2013 all'Old Bailey c'era quella di una ragazza che era stata drogata e violentata da una banda di uomini. La giovane era riuscita a fuggire e a chiamare un taxi che la condusse alla casa famiglia in cui viveva. Il personale della struttura si rifiutò di pagare la corsa del taxi, pertanto il taxista riportò la ragazza all'indirizzo dell'abitazione da dove era appena fuggita e una volta lì la banda la stuprò di nuovo. Non si tratta di un episodio da incubo avvenuto in un paese lontano, o in una città del nord dell'Inghilterra che i mass-media londinesi raramente raggiungono, ma di una storia accaduta nella verdeggiante contea dell'Oxfordshire. I genitori di alcune delle ragazze abusate hanno raccontato di aver costantemente cercato di dare l'allarme in merito a ciò che stava accadendo alle loro figlie, ma che si sono visti chiudere in faccia ogni porta da parte dello Stato.

Oxfordshire, in Inghilterra. (Fonte dell'immagine: Pixabay)

Dopo che dal processo penale all'Old Bailey emersero particolari come quelli riportati sopra, la Simons realizzò un video che fu pubblicato online dal consiglio della contea dell'Oxfordshire. Negli ultimi cinque anni, meno di 2 mila persone hanno visto questa apologia di 48 secondi. Ma merita un pubblico più ampio. Nel video, la Simons guarda nella telecamera e si scusa con le persone che il consiglio ha tradito, il che la dice lunga sul comportamento che ha prevalso per anni in Gran Bretagna. Dalla prima immagine all'ultima, tutto suona come falso. Il tono e il contenuto del video lasciano credere che la signora Simons si scusi per un ritardo nella locale raccolta dei rifiuti o per i ritardi nella fornitura di sale antigelo da spargere sulle strade in presenza di condizioni meteorologiche avverse. Niente di tutto questo corrisponde all'orrore – l'orrore puro e inimmaginabile – di ciò che è accaduto nella pittoresca e rigogliosa contea dell'Oxfordshire, patria della famosa università di Oxford, la città delle "guglie da sogno".

In seguito, la Simons fu ospite di Emily Maitlis, presentatrice di Newsnight, storico programma della BBC. Alle domande della Maitlis, la Simons rispose non solo rinnovando le sue scuse per il fallimento del sistema, ma lanciando il messaggio rassicurante che lei e i suoi colleghi del consiglio dell'Oxfordshire avevano "imparato molto". Quando la Maitlis le chiese se pensava di rassegnare le dimissioni, la Simons rispose: "Mi sono posta delle domande molto difficili", ma "non darò le dimissioni perché sono fermamente convinta che noi dobbiamo fare tutto il possibile per debellare questi abusi". Quando la presentatrice le chiese come si sarebbe comportata se i familiari delle vittime avessero reclamato le sue dimissioni, la Simons ricorse a uno di quei belli espedienti politici che consistono nell'eludere la domanda, dicendo – in modo più incisivo di una risposta franca e diretta – che non avrebbe avuto alcuna intenzione di farlo anche se glielo avessero chiesto le vittime e i loro familiari.

Forse il suo desiderio di non lasciare l'incarico era dettato da altri motivi. Quando scattò l'operazione Bullfinch, la Simons percepiva uno stipendio annuale di oltre 196 mila sterline, prima che venissero inclusi altri benefici. Si rammenta che il salario medio annuo nel Regno Unito si attesta a poco più di 27 mila sterline. Lo stipendio annuale del premier britannico ammonta a poco meno di 150 mila sterline l'anno. E così per i suoi fastidi al consiglio della contea dell'Oxfordshire, la signora Simons percepiva uno stipendio considerevolmente più elevato di quello del primo ministro e sestuplicato rispetto alla retribuzione media nazionale.

Sebbene sia riuscita a non dimettersi nel 2013, le rivelazioni sono continuate. Un riesame dell'intero caso è giunto alla conclusione che gli assistenti sociali e la polizia già dal 2005 erano a conoscenza degli abusi di centinaia di ragazzine dell'Oxfordshire, ma non hanno indagato né li hanno considerati un crimine.

Nel 2015, il consiglio della contea dell'Oxfordshire decise di abolire il ruolo ricoperto dalla Simons, apparentemente per ridurre i costi. Questa decisione, presa dopo alcuni diverbi interni, fu poi annullata. La Simons finì per dare le dimissioni nel 2015, quando riceveva dal consiglio un compenso di 259 mila sterline. Ricordiamo che il prezzo medio delle abitazioni nel Regno Unito (220 mila sterline) è inferiore al compenso percepito dalla Simons. Pertanto, i risparmi di una vita impiegati dalla maggior parte della popolazione britannica nell'acquisto di una casa potrebbero ammontare a quanto guadagnato dalla Simons in un solo anno.

Molti potrebbero pensare che una persona del genere non torni a presentarsi in pubblico, approfitti del malloppo e sparisca. Ma la contea dell'Oxfordshire non ha fatto a meno della Simons per tanto tempo. Nel luglio 2017, l'organismo che si occupa della promozione del turismo regionale – "Experience Oxfordshire" – annunciò la nomina di Joanna Simons a direttore del proprio consiglio d'amministrazione. Un comunicato stampa che strombazzava la sua nomina affermava che l'esperienza della Simons nel consiglio della contea dell'Oxfordshire l'aveva resa idonea a ricoprire questo ruolo. La Simons si disse anche impaziente "di aiutare a promuovere questo luogo meraviglioso che è l'Oxfordshire per vivere, lavorare e fare turismo". L'ex presidente del consiglio d'amministrazione, un certo Graham Upton, dichiarò che la Simons apportava al C.d.A. la sua "vasta esperienza".

La signora Simons è solo una delle tante persone che, nel Regno Unito, per anni, hanno chiuso un occhio sugli stupri di massa ai danni di ragazzine della zona. Ma ovviamente queste persone non sono in prigione. Raramente, forse mai, vengono vilipese o addirittura menzionate nella stampa nazionale. La loro vita non è mai stata sconvolta. Non sono state perseguitate ad ogni passo. Piuttosto – a giudicare da Joanna Simons – queste persone sono state capaci di abbassare la testa per un po', incassare il colpo per poi riapparire. Se la Gran Bretagna intende rimediare all'onta di questa cultura di "bande organizzate di pedofili", dovrebbe iniziare cambiando il rapporto rischio/beneficio tra coloro che identificano questi crimini mostruosi e coloro che hanno dimostrato di averli insabbiati.

Douglas Murray è uno scrittore britannico, un analista e opinionista, che risiede e lavora a Londra, in Inghilterra. Il suo ultimo libro, The Strange Death of Europe: Immigration, Identity, Islam, è un best-seller internazionale.
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