Migranti, Fico predica accoglienza e difende i confini aperti
Ivan Francese - Gio, 05/07/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 49140.html
Il presidente della Camera in visita in Puglia sposa le parole del Presidente della Repubblica in difesa della libera circolazione introdotta da Schengen
Il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico torna ad attaccare, sia pur indirettamente, il ministro dell'Interno Matteo Salvini e la politica del governo lega-stellato in fatto di immigrazione.
Nella giornata di ieri, in visita in Puglia al festival «Il libro possibile» a Polignano a Mare, la terza carica dello Stato ha pronunciato parole assai dure contro quei governi che chiudono i confini e ha ribadito l'importanza del valore dell'accoglienza.
Lo spunto è arrivato da un commento alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha parlato di "irresponsabilità" da parte di quegli Stati europei che continuano a violare, nella prassi, le leggi sulla libera circolazioni introdotte dal Trattato di Schengen.
"Condivido pienamente quello che ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e credo che l’Austria non possa pensare di chiudere le proprie frontiere - ha detto Fico senza timore di usare termini anche forti contro Vienna - la nostra Europa si fonda anche sullo Schengen, ed è una politica scellerata quella austriaca che in questo momento ha anche la presidenza dell’Unione europea".
Quindi una stilettata ai fan duri e puri della chiusura dei confini agli immigrati senza se e senza ma: "Credo che l'immigrazione deve essere un qualcosa che venga accolto, però l'accoglienza deve essere sinonimo di integrazione. Perché se non c'è integrazione c'è miseria e c'è insicurezza sociale"
Migranti, Mattarella: "Irresponsabile mettere a rischio Schengen". La Commissione Ue: "Berlino e Vienna ci consultino"
Il capo dello Stato: "Non cedere all'emotività, gli arrivi nel Mediterraneo sono diminuiti dell'85 per cento". Il cancelliere austriaco Kurz: "Condividiamo con la Germania l'obiettivo di rimandare i migranti verso il Paese di primo ingresso". Il ministro dei Trasporti di Vienna: "Un disastro economico la chiusura al Brennero". A luglio e settembre controlli reintrodotti per 5 giorni. Fico, nuovo strappo: "Austria scellerata".
04 luglio 2018
http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... -200830597
Una giornata di tensione e di scontro, in Europa, sul fronte dei migranti. Con l'allarme lanciato dal presidente Mattarella sulla tenuta di Schengen. Il richiamo della Commissione Ue a Germania e Austria: "Devono consultarci". Mentre Vienna e Berlino proseguono sempre più di pari passo su respingimenti e controlli alle frontiere.
MATTARELLA E I RISCHI PER SCHENGEN
Per il secondo giorno consecutivo il presidente Sergio Mattarella, in visita nei Paesi baltici, parla di immigrazione. E lo fa con toni preoccupati e fermi. "È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei", dice il capo dello Stato rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Tallinn sulla possibile chiusura dei confini dell'Austria come reazione all'arrivo di migranti. E precisa: "Vi sono molte cose che contrassegnano l'Ue e la sua storica integrazione ma due ne esprimono appieno l'anima: Erasmus e Schengen". Una difesa a spada tratta di quella libera circolazione sul territorio europeo che è uno dei capisaldi dell'Unione. Ma non basta. Mattarella chiede di non dare al fenomeno risposte emotive. E lo fa fornendo cifre precise: "Da metà del 2017 a metà del 2018 gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell'85%, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi di non cedere all'emotività". Come dire, non c'è alcuna emergenza in atto.
VIENNA: "D'ACCORDO CON BERLINO SUI RESPINGIMENTI"
L'invito all'equilibrio del capo dello Stato arriva mentre da Vienna il cancelliere Sebastian Kurz torna sulla politica dei respingimenti promossa in Germania dall'alleato Seehofer, ministro dell'Interno e grande rivale di Angela Merkel: "L'Austria - dice Kurz - condivide con la Germania l'obiettivo di respingere i migranti verso il Paese di primo ingresso dove sono stati registrati". In pratica, la linea che più può danneggiare l'Italia proprio da parte dei due politici - Kurz e Seehofer - considerati partner naturali di Salvini nell'Internazionale sovranista. "In ogni caso non chiuderemo alcun accordo che appesantirà la pressione sull'Austria", aggiunge Kurz. Insomma, Vienna non è disposta a pagare le conseguenze della stretta sui migranti decisa dal governo tedesco. Già ieri, d'altra parte, l'Austria aveva annunciato la blindatura dei confini al Brennero. E proprio sul Brennero, arriva l'allarme del ministro dei Trasporti austriaco, Hofer: "In termini economici, ripristinare i controlli al Brennero, sarebbe certamente un disastro". E stima una perdita "di cento euro per ogni camion" che sceglie un percorso alternativo.
Intanto l'Austria fa sapere che introdurrà i controlli alle frontiere con l'Italia - Brennero in particolare - e la Germania per cinque giorni a luglio, dal 9 al 13, e a settembre dal 17 al 21 ("si tratta di una misura programmata da tempo" e quindi "non in risposta alla Germania sulla problematica dei migranti", precisa un portavoce). Già domani Seehofer sarà a Vienna per incontrare il cancelliere Kurz. Mentre Luigi Di Maio torna ad attaccare la Francia, parlando di "Paesi che fingono di essere solidali e poi ci respingono gli immigrati a Ventimiglia e chiudono i porti. C'è tanta ipocrisia", ha detto il vicepremier.
FICO: AUSTRIA SCELLERATA, SERVE ACCOGLIENZA
A pochi giorni dalla visita a sorpresa all'hotspot di Pozzallo il presidente della Camera Roberto Fico in serata torna ad affondare sul dossier migranti, schierandosi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, puntando il mirino contro la possibilità che l'Austria chiuda il Brennero e prendendo indirettamente le distanze dalla strategia sui flussi di Matteo Salvini. E' ancora una volta il Meridione il "teatro" dove Fico decide di dire la sua. Ospite del festival "Il libro possibile", a Polignano a Mare, Fico attacca frontalmente il governo di Vienna. "Condivido pienamente quello che ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e credo che l'Austria non possa pensare di chiudere le proprie frontiere", spiega Fico, che non usa mezzi termini: "la nostra Europa si fonda anche sullo Schengen, ed è una politica scellerata quella austriaca che in questo momento ha anche la presidenza dell'Unione europea". Parole che ribadiscono la posizione europeista, e certamente più vicina alla sinistra, del presidente della Camera in fatto di migranti. Una posizione che, già nei giorni scorsi, ha visto più di un parlamentare M5S schierarsi con quello che, prima di diventare terza carica dello Stato, era il punto di riferimento degli ortodossi. E le parole di Fico sembrano andare anche dalla Puglia in una direzione opposta a quelle di Salvini. "Credo che l'immigrazione deve essere un qualcosa che venga accolto, però l'accoglienza deve essere sinonimo di integrazione. Perché se non c'è integrazione c'è miseria e c'è insicurezza sociale", spiega il presidente della Camera che in tarda serata parlerà di lavoro e reddito di cittadinanza, temi simbolo del programma del M5S e legati a doppio filo al decreto dignità appena varato.
LA COMMISSIONE UE, RICHIAMO A BERLINO E VIENNA
La Commissione Ue prova a frenare l'anarchia di regole in Europa, in materia di controlli ai confini. E ricorda che i governi di Germania e Austria dovranno "consultare" la Commissione europea, prima di adottare un accordo bilaterale per mettere in atto l'intesa raggiunta a Berlino tra la Cdu di Angela Merkel e la Csu di Horst Seehofer sui centri di transito e i respingimenti dei migranti. L'articolo 36 del regolamento di Dublino "prevede che gli Stati membri consultino la Commissione europea prima di concludere degli accordi bilaterali. Ed è in questo contesto che la Commissione verificherà e assicurerà la compatibilità" rispetto alla legislazione Ue, ha detto la portavoce dell'esecutivo comunitario, Natasha Bertaud.
IL PAPA: "UNA MESSA PER I MIGRANTI"
Sul fronte della solidarietà, il Papa torna a far sentire la sua voce. Venerdì prossimo, 6 luglio, alle 11 Francesco celebrerà una Messa per i migranti nella Basilica di San Pietro. La messa coincide con il quinto anniversario della visita di papa Francesco a Lampedusa (8 luglio 2013). "Sarà un momento di preghiera per i defunti, per i sopravvissuti e per coloro che li assistono. È prevista la presenza di circa 200 persone, fra i quali rifugiati e persone che se ne prendono cura", spiega il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke. La nave della Ong Open arms è intanto arrivata a Barcellona con 60 migranti tratti in salvo nel mare della Libia. "Ma la chiusura dei porti", dice il fondatore della Ong catalana, Oscar Camps, è costata 360 vite".
Mattarella: "Irresponsabile mettere a rischio Schengen". Austria: "Chiusura Brennero disastro economico"
4 luglio 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ta/4469788
Il fenomeno della migrazione “non può essere gestito da un Paese soltanto”. Sergio Mattarella lo ha detto martedì, a Riga, dopo aver incontrato il presidente della Repubblica di Lettonia, Raimonds Vejonis. E lo ha ribadito oggi, a Tallinn, a fianco della presidente della Repubblica di Estonia, Kersti Kaljulaid. Ma il Capo dello Stato italiano ha anche sottolineato come l’idea di chiudere i confini non sia “razionale ma risponde a emotività subita o suscitata. La responsabilità politica – ha aggiunto – richiede razionalità e governo comune della questione. È possibile, c’è il dovere di farlo”. “È poco responsabile” mettere a rischio Schengen, quindi “la libertà di movimento degli europei”, ha detto il presidente della Repubblica.
Il monito di Mattarella è arrivato dopo l’annuncio del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, di voler “proteggere i confini meridionali” dall’arrivo dei migranti. Un effetto a catena dovuto all’accordo sui movimenti secondari raggiunto in Germania tra Angela Merkel e il suo ministro dell’Interno Horst Seehofer. La cancelliera per salvare il suo governo ha accettato l’istituzioni di centri di transito al confine con l’Austria e il respingimento alla frontiera dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue con cui Berlino non abbia un accordo bilaterale, come nel caso dell’Italia.
Vienna ha annunciato che dovrà reagire. “Non sappiamo ancora se la coalizione” in Germania “sarà d’accordo” sulle misure annunciate, il ministro dei Trasporti austriaco Norbert Hofer. A bloccare tutto potrebbe essere infatti un veto dei socialdemocratici. Ma nel caso in cui l’intesa tra Cdu e Csu ricevesse il via libera, in Austria garantiscono che ci sarebbe un effetto domino anche sull’Italia. E in termini economici, ripristinare i controlli al Brennero, “sarebbe certamente un disastro“, ammette Hofer, che stima un costo aggiuntivo di “cento euro per ogni camion” che sceglie un percorso alternativo.
A monitorare la vicenda c’è anche Bruxelles. La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha infatti sottolineato che “il regolamento di Dublino prevede che gli Stati membri consultino la Commissione europea prima di fare accordi bilaterali”, come Cdu e Csu hanno concordato di fare per applicare la politica sull’asilo, “e in questo contesto la Commissione verificherà che le intese rispettino la normativa europea”. Bertaud ha poi ribadito che la Commissione “sta seguendo da vicino la questione” tra Berlino e Vienna.
E anche il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, dopo le tensione del vertice tra i 28 leader dei Paesi europei, con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva minacciato di voler chiudere le frontiere, ammonisce: “Fare un accordo con i Paesi di Visegrad per l’Italia è una cosa che va contro l’interesse italiano, perché l’interesse italiano è quello di rinforzare le frontiere esterne, non chiudere le frontiere interne. Mi auguro quindi che non si commetta questo errore da parte italiana”. Un appella alla razionalità condiviso da Sergio Mattarella che da Tallin ha voluto sottolineare come “da metà del 2017 a metà del 2018 gli sbarchi attraverso il Mediterraneo, in Italia, sono diminuiti dell’85%, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, razionalità senza cedere all’emotività“.
Marrarella: "Parlare di confini da chiudere non e' razionale"
Poi Mattarella è tornato sull’incontro di Bruxelles: “Il suo esito è stato incoraggiante perché il Consiglio europeo ha assunto la consapevolezza che il problema è complessivamente dell’Unione, non dei singoli componenti. E che va risolto condividendo le responsabilità“. “Non era quella la sede per decisioni operative ma era la sede per indicare criteri – ha sottolineato il Capo dello Stato – naturalmente occorrerà poi dar loro concretezza con delle decisioni operative e sono convinto che vi siano possibilità per raggiungerle concordemente e positivamente”. Poi, il riferimento, non casuale, allo spazio di libera circolazione dei cittadini europei, bersaglio dei politici euroscettici: “Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione, ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei”.
Mattarella: Riaffermare solidità Nato, è pilastro di stabilità e pace
Alberto Pento
Schengen prevede la libera circolazione dei cittadini e non dei clandestini, dei criminali, dei terroristi maomettani. Fanno più che bene i paesi come l'Austria a chiudere le frontiere con l'Italia che non da alcuna garanzia in merito.
Accordo di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_di_Schengen
Convenzione di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Schengen
Acquis di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Acquis_di_Schengen
Schengen, il tesoro dell'Ue Scambi per 3mila miliardi
Roberto Fabbri - Gio, 05/07/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 48990.html
Bruxelles ha stimato il valore annuo dell'accordo Limitarlo potrebbe costare 230 miliardi in dieci anni
Se c'è una cosa che impressiona a proposito dei costi (in ogni caso enormi) che avrebbe il ritorno a un'Europa pre-Schengen, con dogane, passaporti e burocrazie varie, è la difficoltà di calcolarli.
Questo non deve sorprendere, perché gli elementi da considerare sono numerosi e di varia natura: si va dal ritorno dei controlli alle frontiere per persone e merci, con relative perdite di tempo che significano perdite di denaro con danni fortissimi per il trasporto merci su strada e la fine sicura del concetto di «spedizione rapida» all'interno dello spazio europeo, alle ricadute negative sul turismo, danneggiato dall'inevitabile contrazione dei viaggi intraeuropei provocato da scomodità e dilatarsi dei tempi. Per non parlare dei costi dei controlli sui cittadini che vivono in un Paese e lavorano in un altro, con la certezza che il lavoro transfrontaliero ne risentirebbe. Ma soprattutto, sarebbe logico attendersi una crescita dei prezzi dei beni importati, anche questi difficili da calcolare ma presumibilmente compresi tra l'uno e il tre per cento: insomma, a pagare sarebbero i consumatori.
Proviamo a vedere qualche cifra. Si stima che il libero scambio di beni entro lo spazio Schengen valga circa 2800 miliardi di euro l'anno, e che solo le spese per la sua eventuale sorveglianza danneggerebbero l'economia Ue per 5-18 miliardi. Nel prossimo decennio (stime dell'Europarlamento) abolire Schengen costerebbe tra 100 e i 230 miliardi di euro. Due anni fa, quando la pressione combinata della crisi migratoria e del terrorismo islamico indussero otto Paesi dell'area Schengen, tra cui Francia e Germania, a reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere, la Bertelsmann Stiftung stimò in una forbice molto ampia, compresa tra 470 e 1400 miliardi di euro, le perdite economiche nella Ue per il decennio 2016-2025: la fondazione tedesca calcolò perdite certe (immaginando un aumento dei prezzi dell'1% indotto dal ritorno delle barriere) per la Francia di 80 miliardi, Germania di 77, e per l'Italia di 49. Ma nel caso più pessimistico (prezzi su del 3%), le cifre si sarebbero logicamente triplicate.
Considerato che oggi i tre quarti del trasporto merci in Europa avvengono su strada (circolano circa 60 milioni di camion l'anno), perder tempo in fila alle dogane significherebbe, secondo calcoli della Commissione Europea del 2016, costi aggiuntivi minimi di 1,7 miliardi di euro, e massimi superiori ai 7 miliardi. Tra i Paesi più colpiti ci sarebbero la Germania, l'Olanda e la Polonia, ma l'associazione degli autotrasportatori belgi calcolò 180mila euro persi ogni giorno.
Facile immaginarsi (ma difficile calcolarne il costo o le ricadute sulle nostre comode abitudini) cosa comporterebbe la fine di Schengen per il trasporto di merci deperibili come frutta e verdura, magari con tre o quattro dogane da passare per raggiungere un Paese del nord partendo da uno del caldo Mediterraneo. Ma anche il comparto turistico soffrirebbe enormemente. La Commissione calcola che il rallentamento del traffico dovuto ai controlli di frontiera farebbe perdere 13 milioni di pernottamenti, il che si traduce in 1,2 miliardi di euro andati in fumo (ma se si imponessero anche dei visti i danni potrebbero decuplicarsi). A perderci di più sarebbero le mete turistiche di seconda fascia, che sono quelle che i grandi tour operator internazionali taglierebbero per prime allo scopo di ottimizzare i tempi: il turista danaroso che viene da lontano continuerebbe ad andare a Parigi e a Venezia, ma a Budapest e a Copenaghen probabilmente ci andrà molto di meno.
Alberto Pento
Difendere Schenghen comporta controllare uil territorio e impedire che i clandestini, i migranti regolari non cittadini europei, i rifugiati accolti nei vari paesi possano liberamente circolare nei paesi europei.