Migranti, Seehofer: «Mi dimetto» Governo Merkel col fiato sospesoAndrea Nicastro
02 luglio 2018
https://www.corriere.it/esteri/18_lugli ... df4b.shtmlL’ansia da migranti, il confuso Consiglio Europeo di settimana scorsa e la nuova durezza italiana fanno scricchiolare la Grande coalizione di Angela Merkel e le fondamenta stesse dell’Unione Europea. Vecchio di soli tre mesi, domenica notte, il governo tedesco si è trovato a fronteggiare le dimissioni del ministro dell’Interno Horst Seehofer (rifiutate per ora come inaccettabili dal capogruppo del partito nel Bundestag, Alexander Dobrindt) e il rischio di perdere l’appoggio dei cugini bavaresi della Csu.
Frau Merkel
Al ministro Horst Seehofer non piacciono i risultati ottenuti da Frau Merkel in Europa. Avrebbe voluto un accordo per respingere i migranti alle frontiere e, in base agli accordi di Dublino, rispedirli nei Paesi di primo approdo. La Merkel non ha voluto (o potuto) imporlo anche all’Italia da dove arriva un gran numero di illegali residenti in Germania. «I risultati del Consiglio europeo non sono affatto equivalenti alle nostre proposte di respingimenti alla frontiera» è stata la replica irrituale del ministro alla sua Cancelliera. La frattura era consumata. In un discorso dai toni drammatici Seehofer ha parlato fino a tarda sera ai compagni di partito di “coerenza”, di “nessun risultato” da parte della Cancelliera per poi fare appello anche all’emotività: «Non posso assumermi la responsabilità della morte di Susanna». Si riferiva a una quattordicenne stuprata e uccisa da un profugo iracheno che ha riempito la cronaca nera tedesca.
«Situazione seria»
«La situazione è seria» ha ammesso Merkel. La Cancelliera ora può sperare che la Csu abbandoni il suo leader Seehofer continuando ad appoggiarla in sede nazionale. In caso contrario, potrebbe virare a sinistra imbarcando nell’esecutivo i Verdi o andare a elezioni anticipate. La Cancelliera ha pagato caro alle ultime politiche la sua politica migratoria e la difesa della coesione europea. A ottobre Seehofer avrebbe dovuto affrontare le elezioni regionali e teme il peggio. Secondo i sondaggi, l’estrema destra di AfD, Alternativa per la Germania, fa breccia nel suo elettorato soprattutto con lo slogan «basta migranti». Se il grosso della Csu decidesse di restare nell’alleanza di Berlino sarà anche perché Angela Merkel resta in Baviera la leader più popolare di chiunque altro.
Il «masterplan»
Da mesi il ministro dell’Interno lavorava a un masterplan per cambiare la politica migratoria nazionale. Esame super accelerato delle domande, rimpatri massivi e, all’articolo 27, respingimenti automatici ai confini dei migranti già registrati in altri Paesi dell’Unione. In sostanza tutto il peso del flusso migratorio sui Paesi del fronte Sud: Spagna, Italia e Grecia. Così Merkel si è spesa con i 16 leader europei per trovare almeno accordi bilaterali. La Spagna del socialista Pedro Sanchez e la Grecia dell’ex ribelle Alexis Tsipras hanno accettato di riprendere i migranti registrati nei loro porti e poi arrivati in Germania. L’Italia del governo pentaleghista ha detto no. Altri che la Cancelliera aveva citato come disponibili l’hanno smentita con dichiarazioni assai poco diplomatiche sintomo di relazioni deteriorate. Sono Praga, Budapest e Varsavia.
Niente accordo con Roma
«Un accordo con Roma non era possibile — ha spiegato Merkel ieri in tv —. L’Italia vuole prima ottenere una riduzione dei migranti che arrivano sulle sue coste e ha l’impressione di essere stata a lungo abbandonata a se stessa». Merkel cerca di evitare «atti unilaterali che vadano a detrimento di — Paesi — terzi». Teme un effetto domino con Austria, Italia e il gruppo di Visegrád che chiudono i confini per evitare i migranti respinti da Berlino. Sarebbe la fine della libera circolazione nell’Ue, il ritorno delle frontiere interne, punti di Pil persi per tutti. Tra Merkel e Seehofer non è in gioco soltanto il governo di Berlino.
Germania, l'accordo sui migranti salva il governo ma è un problema per l'Italia. Vienna: "Proteggeremo i confini a sud"3 luglio 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ud/4467030L’accordo sui movimenti secondari dei migranti tra Angela Merkel e Horst Seehofer salva il governo tedesco ma è un problema per l’Italia. I tre punti con cui la cancelliera e il ministro dell’Interno bavarese hanno chiuso la crisi politica che era arrivata a un passo da far saltare la maggioranza a Berlino prevedono l’istituzione di centri di transito per riconoscere i richiedenti asilo già registrati in un altro Paese e rimandarli indietro, tramite accordi bilaterali come quelli firmati con Grecia e Spagna. Ma per chi come l’Italia un’intesa con la Germania non ce l’ha e non la vuole, significa che i migranti passati dal nostro territorio verranno bloccati al confine con l’Austria, con la conseguenza prevedibili e già annunciata da Vienna di attuare a loro volta “misure per proteggere i nostri confini meridionali”. Tradotto, la probabile chiusura del Brennero.
In realtà il “buon compromesso“, come lo ha definito la Merkel, raggiunto tra lei e il leader della Csu deve essere ancora approvato dall’altro partner della coalizione. I socialdemocratici della Spd sono rimasti alla finestra durante la crisi sui migranti ma ora potrebbero intervenire per mettere nuovi paletti. Andrea Nahles, la nuova leader del partito, ha già condannato i “tentativi di ricatto” di Seehofer e affermato che “la Csu sta paralizzando Germania ed Europa”. “Ci sono ancora molti interrogativi da chiarire”, ha detto la stessa Nahles dopo la notizia dell’accordo raggiunto. Dell’intesa i tre partiti della coalizione torneranno a parlare dalle 18 nella sede della cancelleria. E i giovani socialdemocratici, guidati da Kevin Kuehnert, spingono per un chiaro “no” all’ipotesi di istituire centri di transito.
Ma cosa prevede il compromesso che secondo Merkel tutela “lo spirito dell’Unione europea e, allo stesso tempo, intraprende passi decisivi verso il controllo dei movimenti secondari“? Si partiva dalla volontà di Seehofer – il casus belli della crisi – di respingere direttamente ai confini tedeschi i richiedenti asilo già registrati in altri Paesi. Dopo il colloquio di lunedì sera, mediato dal presidente del Bundestag, Wolfgang Shaeuble, è stata raggiunto l’accordo. In pratica è una rigida applicazione del Trattato di Dublino, vuole “limitare i flussi secondari che minacciano Schengen” e riguarda poco più di 18mila persone dall’inizio dell’anno.
Il testo è stato riassunto in tre punti. Innanzitutto al confine tra Germania e Austria sarebbe attuata una nuova politica, per garantire “che sia impedito ai richiedenti asilo le cui procedure di asilo sono responsabilità di altri Paesi dell’Ue di entrare” in Germania. E’ la premessa che fa da cappello alle due misure successive. Alla frontiera saranno istituiti centri di transito, dove i migranti saranno obbligati a restare: da qui, i richiedenti asilo saranno poi rimandati direttamente nei Paesi che sono responsabili delle loro domande, quindi quelli di primo approdo, previo consenso degli Stati coinvolti sulla base di accordi amministrativi. Quelli che la Merkel ha stretto con Madrid e Atene, ma che sono in dirittura d’arrivo anche con altri Paesi dei Balcani. Per trattenere i profughi in zone neutre, Berlino dovrà adottare un espediente giuridico simile a quello che esiste da anni negli aeroporti, “la finzione del non-arrivo“. Perché in base alle leggi internazionali – su cui Merkel ha sempre mantenuto il punto – chiunque metta piede nel Paese, ha comunque diritto a una richiesta di asilo. Così quelle norme verrebbero aggirate.
Poi c’è il terzo punto, quello che inguaia l’Italia: nel caso questi accordi con Paesi terzi non potessero essere raggiunti, le persone sarebbero comunque respinte al confine “sulla base di un accordo con l’Austria”. Una notizia che a Vienna non è stata accolta con troppo entusiasmo: il cancelliere Sebastian Kurz, il vice Heinz-Christian Strache e il ministro degli interni Herbert Kickl hanno dichiarato di attendere un rapido chiarimento da Berlino. E “se questa dovesse essere la posizione del governo tedesco – si legge nella dichiarazione – dovremmo provvedere a mettere in piedi della misure per tutelare l’Austria e la sua popolazione e siamo pronti ad attuare misure per proteggere i nostri confini meridionali”. Senza un’intesa tra Roma e Berlino, l’Italia rischi quindi di trovarsi i respingimenti direttamente al Brennero. Sempre che nel frattempo non arrivi il veto all’accordo della Spd.
Migranti, l'Austria alza il muro: "Proteggeremo i nostri confini"Franco Grilli - Mar, 03/07/
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 48031.htmlVienna ribadisce la sua posizione dopo l’accordo raggiunto in Germania
Nella notte il Cancelliere Angela Merkel e il suo ministro dell'Interno Horst Seehofer hanno raggiunto l'intesa sui migranti.
Un accordo che, se da un lato, salva di fatto il governo di Grosse Koalition in Germania, dall’altro introduce nuove restrizioni per l’ingresso dei profughi sul territorio tedesco. Con conseguenze, di rimbalzo, sull’Austria. Che potrebbe così subire un flusso maggiore di immigrati.
Bene, dopo quanto successo a Berlino, nella vicina Vienna hanno subito fatto sapere che il governo austriaco non ha alcuna intenzione di subire passivamente il fenomeno migratorio. Motivo per il quale potrebbe adottare subito misure per proteggere i propri confini, prevedendo evidentemente l'afflusso dei profughi respinti ai confini tedeschi: se l'accordo raggiunto la scorsa notte venissime convalidato dal governo tedesco,"dovremo adottare misure per evitare svantaggi per l'Austria e la sua gente", ha fatto sapere il governo austriaco.
Inoltre, l’esecutivo guidato da Sebatian Kurz si è anche detto "pronto a prendere misure per proteggere le frontiere meridionali, in particolare, quelli con Italia e Slovenia".
I migranti ridisegnano la geografia europea. Ue a un bivio: fine del progetto o rinascitaGaia Cesare - Mar, 03/07/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 47925.htmlProtagonista di una crisi epocale. L'incubo delle prossime elezioni europee
La poltrona della Cancelliera Merkel, fino a ieri grande madre e insieme grande burattinaia d'Europa, che trema sotto il peso di una sfida interna senza precedenti per la storica alleanza Cdu-Csu in Germania.
Le frontiere a rischio chiusura in Germania e Austria. Il Trattato di Schengen che vacilla. I porti vietati alle Ong in Italia. Il Cancelliere Kurz in Austria, al governo con l'ultradestra Fpö, che diventa presidente di turno dell'Unione europea e manda segnali divergenti: si propone come «mediatore» per «ridurre le tensioni» nell'Unione ma non smette di sottolineare che se Berlino dovesse chiudere le frontiere e avviare i respingimenti dei migranti al confine, anche Vienna farà lo stesso.
Intanto i sovranisti avanzano e preparano il grande assalto alle Europee del prossimo anno. Matteo Salvini, da Pontida, annuncia di essere già al lavoro per creare una «Lega delle Leghe», «che metta insieme tutti i movimenti liberi e sovrani». E anche se non lo dice apertamente, si candida a guidarla. Mentre dalla Germania, la destra xenofoba AfD propone al ministro dell'Interno italiano, al vicepremier austriaco Strache e al premier Kurz di lavorare insieme per creare una «fortezza Europa». Poi la Brexit, il dossier fino a ieri più scottante e «padre» della grande onda anti-europeista, che è quasi finito in secondo piano rispetto alla crisi migratoria, pur essendo sull'orlo del precipizio che potrebbe voler dire uscita della Gran Bretagna dall'Ue senza accordo: la Brexit più dura che si possa immaginare. Infine, last but not least, la guerra commerciale e politica che gli Stati Uniti a guida Donald Trump stanno facendo all'Europa, con il presidente Usa che ribadisce: il Vecchio continente è peggio della Cina, mentre The Donald sembra avvicinarsi a Vladimir Putin, che incontrerà il 16 luglio a Helsinki, con il rischio di un accordo che scavalchi la Nato.
L'Europa non ha mai subìto tanti scossoni come negli ultimi mesi. Il progetto di un grande continente unito e solido di fronte ai cambiamenti internazionali e all'avanzata dei giganti asiatici, vacilla sotto il peso dell'imponente questione immigrazione. Gli elettori hanno perso fiducia nelle istituzioni di Bruxelles e c'è chi paventa - è il finanziere e globalista ungherese George Soros - addirittura il rischio di una nuova pesantissima crisi finanziaria.
A nulla sembra essere servita l'affermazione di Emmanuel Macron in Francia, che aveva fatto presagire un rafforzamento del progetto europeo, pur nella sua sintesi limitata dell'asse franco-tedesco. E il vero scossone è arrivato proprio dall'Italia. Nonostante la sconfitta di Marine Le Pen alle presidenziali dell'anno scorso in Francia, i suoi fratelli-gemelli della Lega, fino a ieri apparentemente allievi dell'ex Front National (oggi Rassemblement National) hanno approfittato del passaggio offerto dal Movimento cinque stelle per farsi maestri e portavoce del principale malumore popolare che serpeggia in Europa.
I giorni passano e le soluzioni non sono semplici, specie di fronte a un continente africano in mano a ditattori-squalo che, tra corruzione e mancanza di un vero know-how democratico, continuano a saccheggiare i loro Paesi e non smettono con le guerre fratricide. L'unica nota positiva, ma ancora non troppo lunga per far tirare un sospiro di sollievo, è il freno agli attentati terroristici.
L'Europa è a un bivio: fine del suo progetto ambizioso oppure inizio di una nuova era. E l'appuntamento delle Europee di giugno prossimo potrebbe decidere che strada intraprenderà il Continente.
Berlino e Vienna si coalizzano: "In 48 ore riportiamo i migranti in Italia"Claudio Cartaldo - Gio, 05/07/2018
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ber ... 49435.html L'incontro tra Seehofer e Kurz: "Se i rifugiati registrati in Italia o in Grecia dovessero essere trovati sul confine austro-tedesco, dovranno entro 48 ore saranno riportati nel primo Paese di ingresso"
Germania e Austria ci scaricano i migranti. E lo fanno dopo un incontro che, al momento, non porterà alla chiusura della frontiera al Brennero.
Ma che - parole del vicecancelliere Heinz-Christian Strache - "nulla può essere escluso". Le condizioni oggi non richiedono una stretta ai controlli, ma in futuro chissà.
Di certo oggi l'incontro a tre tra il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer (CSU), e i tre esponenti austriaci (il cancelliere Sebastian Kurz, il ministro dell'Interno Herbert Kickl ed il vice Cancelliere Heinz-Christian Strach) sembra allontanare le posizioni di Vienna e Roma. Già, perché se Seehofer ha fatto sapere ai colleghi che non intende farsi carico dei migranti che hanno fatto domanda d'asilo per la prima volta a Austria, lo stesso vale per Kurz. Il quale non vole certo aprire le porte ai profughi in arrivo dall'Italia.
"Se i rifugiati registrati in Italia o in Grecia dove hanno già presentato domanda di asilo dovessero essere trovati sul confine austro-tedesco, dovranno essere collocati in centri di transito ed entro 48 ore riportati nel primo Paese di ingresso", ha minacciato senza se e senza ma Sehhofer. Anche perché "Italia e Grecia sarebbero responsabili per tre quarti dei migranti al confine austro-tedesco". Tradotto: nessuna intenzione di non applicare il regolamento di Dublino, secondo cui - appunto - la responsabilità del singolo migrante ricade sul Paese di primo approdo. Certo, Kurz ha riconosciuto che "Italia e Grecia sono i più colpiti dagli arrivi via mare", Kurz ha sottolineato che "i maggiori problemi di integrazioni sono a carico di Germania, Svizzera e, in particolare, dell'Austria, in quanto Paesi di destinazione".
Lo scontro nei giorni sconti col governo italiano, in fonfo, era stato aspro. Kurz aveva annunciato di voler blindare il Brennero. Salvini gli aveva risposto che sarebbe stato un vantaggio per il Belpaese, visto che sono più quelli che dall'Austria cercano di approdare in Italia che viceversa. E lo stesso aveva fatto il ministro degli Esteri Moavero, ricordando a Vienna che nell'ultimo consiglio Ue i capi di Stato hanno sottoscritto un documento che dovrebbe riconoscere la questione migratoria come un problema da affrontare e risolvere a livello comunitario.
Dal canto suo il governo di destra dell'Austria gioca la carta della mancata integrazione degli immigrati come motivo valido per chiedere una stretta agli ingressi. Il vicecancelliere Heinz Christian Strache ha spiegato che "secondo le statistiche molte persone di altre culture e civiltà non vogliono integrarsi, non vogliono parlare la lingua" del Paese che li ospita e continuano ad adottare "comportamenti diversi come la disuguaglianza tra uomini e donne o i matrimoni forzati, ma allo stesso tempo - ha aggiunto - approfittano dei benefici del nostro sistema sociale: è qualcosa che non possiamo accettare".Esiste una soluzione? Sì, in teoria. Ovvero che Germania, Austria e Italia formino un asse per combattere l'immigrazione dall'Africa. Per ora, però, Kurz e Seehofer intendono raggiungere accordi con l'Italia per i respingimenti dei richiedenti asilo fermati alla frontiera austro-tedesca e che avevano fatto il primo ingresso in Italia (e Grecia). Resta da capire se dalle parti di Roma intendono chiudere un accordo.