A difesa dei diritti umani dei cittadini italiani ed europei

A difesa dei diritti umani dei cittadini italiani ed europei

Messaggioda Berto » gio lug 05, 2018 8:06 pm

Migranti, Fico predica accoglienza e difende i confini aperti
Ivan Francese - Gio, 05/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 49140.html

Il presidente della Camera in visita in Puglia sposa le parole del Presidente della Repubblica in difesa della libera circolazione introdotta da Schengen

Il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico torna ad attaccare, sia pur indirettamente, il ministro dell'Interno Matteo Salvini e la politica del governo lega-stellato in fatto di immigrazione.

Nella giornata di ieri, in visita in Puglia al festival «Il libro possibile» a Polignano a Mare, la terza carica dello Stato ha pronunciato parole assai dure contro quei governi che chiudono i confini e ha ribadito l'importanza del valore dell'accoglienza.

Lo spunto è arrivato da un commento alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha parlato di "irresponsabilità" da parte di quegli Stati europei che continuano a violare, nella prassi, le leggi sulla libera circolazioni introdotte dal Trattato di Schengen.

"Condivido pienamente quello che ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e credo che l’Austria non possa pensare di chiudere le proprie frontiere - ha detto Fico senza timore di usare termini anche forti contro Vienna - la nostra Europa si fonda anche sullo Schengen, ed è una politica scellerata quella austriaca che in questo momento ha anche la presidenza dell’Unione europea".

Quindi una stilettata ai fan duri e puri della chiusura dei confini agli immigrati senza se e senza ma: "Credo che l'immigrazione deve essere un qualcosa che venga accolto, però l'accoglienza deve essere sinonimo di integrazione. Perché se non c'è integrazione c'è miseria e c'è insicurezza sociale"



Migranti, Mattarella: "Irresponsabile mettere a rischio Schengen". La Commissione Ue: "Berlino e Vienna ci consultino"
Il capo dello Stato: "Non cedere all'emotività, gli arrivi nel Mediterraneo sono diminuiti dell'85 per cento". Il cancelliere austriaco Kurz: "Condividiamo con la Germania l'obiettivo di rimandare i migranti verso il Paese di primo ingresso". Il ministro dei Trasporti di Vienna: "Un disastro economico la chiusura al Brennero". A luglio e settembre controlli reintrodotti per 5 giorni. Fico, nuovo strappo: "Austria scellerata".
04 luglio 2018

http://www.repubblica.it/politica/2018/ ... -200830597

Una giornata di tensione e di scontro, in Europa, sul fronte dei migranti. Con l'allarme lanciato dal presidente Mattarella sulla tenuta di Schengen. Il richiamo della Commissione Ue a Germania e Austria: "Devono consultarci". Mentre Vienna e Berlino proseguono sempre più di pari passo su respingimenti e controlli alle frontiere.

MATTARELLA E I RISCHI PER SCHENGEN
Per il secondo giorno consecutivo il presidente Sergio Mattarella, in visita nei Paesi baltici, parla di immigrazione. E lo fa con toni preoccupati e fermi. "È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei", dice il capo dello Stato rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Tallinn sulla possibile chiusura dei confini dell'Austria come reazione all'arrivo di migranti. E precisa: "Vi sono molte cose che contrassegnano l'Ue e la sua storica integrazione ma due ne esprimono appieno l'anima: Erasmus e Schengen". Una difesa a spada tratta di quella libera circolazione sul territorio europeo che è uno dei capisaldi dell'Unione. Ma non basta. Mattarella chiede di non dare al fenomeno risposte emotive. E lo fa fornendo cifre precise: "Da metà del 2017 a metà del 2018 gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell'85%, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi di non cedere all'emotività". Come dire, non c'è alcuna emergenza in atto.

VIENNA: "D'ACCORDO CON BERLINO SUI RESPINGIMENTI"
L'invito all'equilibrio del capo dello Stato arriva mentre da Vienna il cancelliere Sebastian Kurz torna sulla politica dei respingimenti promossa in Germania dall'alleato Seehofer, ministro dell'Interno e grande rivale di Angela Merkel: "L'Austria - dice Kurz - condivide con la Germania l'obiettivo di respingere i migranti verso il Paese di primo ingresso dove sono stati registrati". In pratica, la linea che più può danneggiare l'Italia proprio da parte dei due politici - Kurz e Seehofer - considerati partner naturali di Salvini nell'Internazionale sovranista. "In ogni caso non chiuderemo alcun accordo che appesantirà la pressione sull'Austria", aggiunge Kurz. Insomma, Vienna non è disposta a pagare le conseguenze della stretta sui migranti decisa dal governo tedesco. Già ieri, d'altra parte, l'Austria aveva annunciato la blindatura dei confini al Brennero. E proprio sul Brennero, arriva l'allarme del ministro dei Trasporti austriaco, Hofer: "In termini economici, ripristinare i controlli al Brennero, sarebbe certamente un disastro". E stima una perdita "di cento euro per ogni camion" che sceglie un percorso alternativo.

Intanto l'Austria fa sapere che introdurrà i controlli alle frontiere con l'Italia - Brennero in particolare - e la Germania per cinque giorni a luglio, dal 9 al 13, e a settembre dal 17 al 21 ("si tratta di una misura programmata da tempo" e quindi "non in risposta alla Germania sulla problematica dei migranti", precisa un portavoce). Già domani Seehofer sarà a Vienna per incontrare il cancelliere Kurz. Mentre Luigi Di Maio torna ad attaccare la Francia, parlando di "Paesi che fingono di essere solidali e poi ci respingono gli immigrati a Ventimiglia e chiudono i porti. C'è tanta ipocrisia", ha detto il vicepremier.

FICO: AUSTRIA SCELLERATA, SERVE ACCOGLIENZA
A pochi giorni dalla visita a sorpresa all'hotspot di Pozzallo il presidente della Camera Roberto Fico in serata torna ad affondare sul dossier migranti, schierandosi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, puntando il mirino contro la possibilità che l'Austria chiuda il Brennero e prendendo indirettamente le distanze dalla strategia sui flussi di Matteo Salvini. E' ancora una volta il Meridione il "teatro" dove Fico decide di dire la sua. Ospite del festival "Il libro possibile", a Polignano a Mare, Fico attacca frontalmente il governo di Vienna. "Condivido pienamente quello che ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e credo che l'Austria non possa pensare di chiudere le proprie frontiere", spiega Fico, che non usa mezzi termini: "la nostra Europa si fonda anche sullo Schengen, ed è una politica scellerata quella austriaca che in questo momento ha anche la presidenza dell'Unione europea". Parole che ribadiscono la posizione europeista, e certamente più vicina alla sinistra, del presidente della Camera in fatto di migranti. Una posizione che, già nei giorni scorsi, ha visto più di un parlamentare M5S schierarsi con quello che, prima di diventare terza carica dello Stato, era il punto di riferimento degli ortodossi. E le parole di Fico sembrano andare anche dalla Puglia in una direzione opposta a quelle di Salvini. "Credo che l'immigrazione deve essere un qualcosa che venga accolto, però l'accoglienza deve essere sinonimo di integrazione. Perché se non c'è integrazione c'è miseria e c'è insicurezza sociale", spiega il presidente della Camera che in tarda serata parlerà di lavoro e reddito di cittadinanza, temi simbolo del programma del M5S e legati a doppio filo al decreto dignità appena varato.

LA COMMISSIONE UE, RICHIAMO A BERLINO E VIENNA
La Commissione Ue prova a frenare l'anarchia di regole in Europa, in materia di controlli ai confini. E ricorda che i governi di Germania e Austria dovranno "consultare" la Commissione europea, prima di adottare un accordo bilaterale per mettere in atto l'intesa raggiunta a Berlino tra la Cdu di Angela Merkel e la Csu di Horst Seehofer sui centri di transito e i respingimenti dei migranti. L'articolo 36 del regolamento di Dublino "prevede che gli Stati membri consultino la Commissione europea prima di concludere degli accordi bilaterali. Ed è in questo contesto che la Commissione verificherà e assicurerà la compatibilità" rispetto alla legislazione Ue, ha detto la portavoce dell'esecutivo comunitario, Natasha Bertaud.

IL PAPA: "UNA MESSA PER I MIGRANTI"
Sul fronte della solidarietà, il Papa torna a far sentire la sua voce. Venerdì prossimo, 6 luglio, alle 11 Francesco celebrerà una Messa per i migranti nella Basilica di San Pietro. La messa coincide con il quinto anniversario della visita di papa Francesco a Lampedusa (8 luglio 2013). "Sarà un momento di preghiera per i defunti, per i sopravvissuti e per coloro che li assistono. È prevista la presenza di circa 200 persone, fra i quali rifugiati e persone che se ne prendono cura", spiega il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke. La nave della Ong Open arms è intanto arrivata a Barcellona con 60 migranti tratti in salvo nel mare della Libia. "Ma la chiusura dei porti", dice il fondatore della Ong catalana, Oscar Camps, è costata 360 vite".


Mattarella: "Irresponsabile mettere a rischio Schengen". Austria: "Chiusura Brennero disastro economico"
4 luglio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ta/4469788

Il fenomeno della migrazione “non può essere gestito da un Paese soltanto”. Sergio Mattarella lo ha detto martedì, a Riga, dopo aver incontrato il presidente della Repubblica di Lettonia, Raimonds Vejonis. E lo ha ribadito oggi, a Tallinn, a fianco della presidente della Repubblica di Estonia, Kersti Kaljulaid. Ma il Capo dello Stato italiano ha anche sottolineato come l’idea di chiudere i confini non sia “razionale ma risponde a emotività subita o suscitata. La responsabilità politica – ha aggiunto – richiede razionalità e governo comune della questione. È possibile, c’è il dovere di farlo”. “È poco responsabile” mettere a rischio Schengen, quindi “la libertà di movimento degli europei”, ha detto il presidente della Repubblica.

Il monito di Mattarella è arrivato dopo l’annuncio del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, di voler “proteggere i confini meridionali” dall’arrivo dei migranti. Un effetto a catena dovuto all’accordo sui movimenti secondari raggiunto in Germania tra Angela Merkel e il suo ministro dell’Interno Horst Seehofer. La cancelliera per salvare il suo governo ha accettato l’istituzioni di centri di transito al confine con l’Austria e il respingimento alla frontiera dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue con cui Berlino non abbia un accordo bilaterale, come nel caso dell’Italia.

Vienna ha annunciato che dovrà reagire. “Non sappiamo ancora se la coalizione” in Germania “sarà d’accordo” sulle misure annunciate, il ministro dei Trasporti austriaco Norbert Hofer. A bloccare tutto potrebbe essere infatti un veto dei socialdemocratici. Ma nel caso in cui l’intesa tra Cdu e Csu ricevesse il via libera, in Austria garantiscono che ci sarebbe un effetto domino anche sull’Italia. E in termini economici, ripristinare i controlli al Brennero, “sarebbe certamente un disastro“, ammette Hofer, che stima un costo aggiuntivo di “cento euro per ogni camion” che sceglie un percorso alternativo.

A monitorare la vicenda c’è anche Bruxelles. La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha infatti sottolineato che “il regolamento di Dublino prevede che gli Stati membri consultino la Commissione europea prima di fare accordi bilaterali”, come Cdu e Csu hanno concordato di fare per applicare la politica sull’asilo, “e in questo contesto la Commissione verificherà che le intese rispettino la normativa europea”. Bertaud ha poi ribadito che la Commissione “sta seguendo da vicino la questione” tra Berlino e Vienna.

E anche il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, dopo le tensione del vertice tra i 28 leader dei Paesi europei, con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva minacciato di voler chiudere le frontiere, ammonisce: “Fare un accordo con i Paesi di Visegrad per l’Italia è una cosa che va contro l’interesse italiano, perché l’interesse italiano è quello di rinforzare le frontiere esterne, non chiudere le frontiere interne. Mi auguro quindi che non si commetta questo errore da parte italiana”. Un appella alla razionalità condiviso da Sergio Mattarella che da Tallin ha voluto sottolineare come “da metà del 2017 a metà del 2018 gli sbarchi attraverso il Mediterraneo, in Italia, sono diminuiti dell’85%, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, razionalità senza cedere all’emotività“.

Marrarella: "Parlare di confini da chiudere non e' razionale"

Poi Mattarella è tornato sull’incontro di Bruxelles: “Il suo esito è stato incoraggiante perché il Consiglio europeo ha assunto la consapevolezza che il problema è complessivamente dell’Unione, non dei singoli componenti. E che va risolto condividendo le responsabilità“. “Non era quella la sede per decisioni operative ma era la sede per indicare criteri – ha sottolineato il Capo dello Stato – naturalmente occorrerà poi dar loro concretezza con delle decisioni operative e sono convinto che vi siano possibilità per raggiungerle concordemente e positivamente”. Poi, il riferimento, non casuale, allo spazio di libera circolazione dei cittadini europei, bersaglio dei politici euroscettici: “Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione, ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei”.

Mattarella: Riaffermare solidità Nato, è pilastro di stabilità e pace



Alberto Pento
Schengen prevede la libera circolazione dei cittadini e non dei clandestini, dei criminali, dei terroristi maomettani. Fanno più che bene i paesi come l'Austria a chiudere le frontiere con l'Italia che non da alcuna garanzia in merito.


Accordo di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_di_Schengen

Convenzione di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Schengen

Acquis di Schengen
https://it.wikipedia.org/wiki/Acquis_di_Schengen




Schengen, il tesoro dell'Ue Scambi per 3mila miliardi
Roberto Fabbri - Gio, 05/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 48990.html

Bruxelles ha stimato il valore annuo dell'accordo Limitarlo potrebbe costare 230 miliardi in dieci anni

Se c'è una cosa che impressiona a proposito dei costi (in ogni caso enormi) che avrebbe il ritorno a un'Europa pre-Schengen, con dogane, passaporti e burocrazie varie, è la difficoltà di calcolarli.

Questo non deve sorprendere, perché gli elementi da considerare sono numerosi e di varia natura: si va dal ritorno dei controlli alle frontiere per persone e merci, con relative perdite di tempo che significano perdite di denaro con danni fortissimi per il trasporto merci su strada e la fine sicura del concetto di «spedizione rapida» all'interno dello spazio europeo, alle ricadute negative sul turismo, danneggiato dall'inevitabile contrazione dei viaggi intraeuropei provocato da scomodità e dilatarsi dei tempi. Per non parlare dei costi dei controlli sui cittadini che vivono in un Paese e lavorano in un altro, con la certezza che il lavoro transfrontaliero ne risentirebbe. Ma soprattutto, sarebbe logico attendersi una crescita dei prezzi dei beni importati, anche questi difficili da calcolare ma presumibilmente compresi tra l'uno e il tre per cento: insomma, a pagare sarebbero i consumatori.

Proviamo a vedere qualche cifra. Si stima che il libero scambio di beni entro lo spazio Schengen valga circa 2800 miliardi di euro l'anno, e che solo le spese per la sua eventuale sorveglianza danneggerebbero l'economia Ue per 5-18 miliardi. Nel prossimo decennio (stime dell'Europarlamento) abolire Schengen costerebbe tra 100 e i 230 miliardi di euro. Due anni fa, quando la pressione combinata della crisi migratoria e del terrorismo islamico indussero otto Paesi dell'area Schengen, tra cui Francia e Germania, a reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere, la Bertelsmann Stiftung stimò in una forbice molto ampia, compresa tra 470 e 1400 miliardi di euro, le perdite economiche nella Ue per il decennio 2016-2025: la fondazione tedesca calcolò perdite certe (immaginando un aumento dei prezzi dell'1% indotto dal ritorno delle barriere) per la Francia di 80 miliardi, Germania di 77, e per l'Italia di 49. Ma nel caso più pessimistico (prezzi su del 3%), le cifre si sarebbero logicamente triplicate.

Considerato che oggi i tre quarti del trasporto merci in Europa avvengono su strada (circolano circa 60 milioni di camion l'anno), perder tempo in fila alle dogane significherebbe, secondo calcoli della Commissione Europea del 2016, costi aggiuntivi minimi di 1,7 miliardi di euro, e massimi superiori ai 7 miliardi. Tra i Paesi più colpiti ci sarebbero la Germania, l'Olanda e la Polonia, ma l'associazione degli autotrasportatori belgi calcolò 180mila euro persi ogni giorno.

Facile immaginarsi (ma difficile calcolarne il costo o le ricadute sulle nostre comode abitudini) cosa comporterebbe la fine di Schengen per il trasporto di merci deperibili come frutta e verdura, magari con tre o quattro dogane da passare per raggiungere un Paese del nord partendo da uno del caldo Mediterraneo. Ma anche il comparto turistico soffrirebbe enormemente. La Commissione calcola che il rallentamento del traffico dovuto ai controlli di frontiera farebbe perdere 13 milioni di pernottamenti, il che si traduce in 1,2 miliardi di euro andati in fumo (ma se si imponessero anche dei visti i danni potrebbero decuplicarsi). A perderci di più sarebbero le mete turistiche di seconda fascia, che sono quelle che i grandi tour operator internazionali taglierebbero per prime allo scopo di ottimizzare i tempi: il turista danaroso che viene da lontano continuerebbe ad andare a Parigi e a Venezia, ma a Budapest e a Copenaghen probabilmente ci andrà molto di meno.


Alberto Pento
Difendere Schenghen comporta controllare uil territorio e impedire che i clandestini, i migranti regolari non cittadini europei, i rifugiati accolti nei vari paesi possano liberamente circolare nei paesi europei.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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A difesa dei diritti umani dei cittadini italiani ed europei

Messaggioda Berto » ven lug 06, 2018 8:37 am

Non farti prendere/sorprendere acriticamente dai "buoni sentimenti dell'istinto, dell'ideologia, della carità, dell'umanità",
prima pensa, rifletti, soppesa, valuta per bene i rischi, le incertezze, le conseguenze, le implicazioni, i costi;
non sempre è un bene aiutare il prossimo che appare come bisognoso di soccorso e di aiuto;
a volte credendo ingenuamente e stupidamente di fare del bene potresti in realtà farti del male e fare del male alla tua famiglia e al tuo paese, magari irrimediabilmente.
Spesso questo prossimo bisognoso è in realtà un prossimo criminale che potrebbe derubarti, ferirti, ridurti in schiavitù, ucciderti.



La realtà oltre la demagogia e la paura
05/07/2018
Deputata Pd-responsabile minori, docente universitaria
https://www.huffingtonpost.it/vanna-ior ... t-homepage

Il 18 giugno il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato un censimento su base etnica dei rom in Italia, raccogliendo consenso in larga parte di un'opinione pubblica sempre più arrabbiata, risentita e assuefatta alla cattiva informazione. Ebbene, neanche un mese dopo questo chiaro pronunciamento di odio antizigano, il Consiglio regionale della Lombardia con una mozione ha dato mandato alla giunta di procedere al censimento di rom, sinti e caminanti presenti sul territorio.

Un atto di matrice razzista e demagogica. Come altro si potrebbe definire una rilevazione dei cittadini su base etnica? Una schedatura che evoca terribili pagine del nostro passato a partire dalla circolare dell'8 agosto del 1926 con cui il governo Mussolini ordinò l'epurazione dal territorio nazionale delle carovane di zingari oppure la schedatura dei cittadini ebrei che ottant'anni fa fu il primo passo verso l'approvazione delle leggi razziali che resteranno una vergogna indelebile per il nostro Paese.

Il censimento su base etnica dei rom viola le norma a partire dall'articolo 3 della Costituzione che stabilisce: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" ma anche una serie di norme internazionali che vietano il trattamento di dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, a partire dalla Convenzione europea dei diritti umani. Tra l'altro l'Italia è uno dei paesi della Ue in cui abitano meno rom, la maggior parte di essi sono di nazionalità italiana e molti di quelli che non lo sono hanno un permesso regolare.

Questo ultimo dato apre una questione più complessa e importate. Ancora una volta, come notava in un bell'articolo sul Foglio, Claudio Cerasa, prevale il divario tra la percezione e la realtà: l'opinione pubblica che deve cominciare a "saper distinguere un fatto per quello che è, e non per quello che sembra, e stanare senza pietà la demagogia vuota di chi non ha altro strumento per governare un paese se non quello della paura". Ma qual è la possibilità che hanno i cittadini di informarsi in modo non distorto? E quale la volontà della politica di veicolare dati corretti, ispirati al principio di realtà e di proporre un'etica del linguaggio che non spinga i cittadini (elettori) all'odio e al rancore anche quando non ve n'è alcuna ragione?

Le fake news sui bimbi morti soccorsi nel mare davanti alla Libia ci dicono che erano bambolotti, frutto di una messinscena buonista ordinata da Soros per creare pietà e riempire l'Italia di schiavi. E questo ripeteva un'intervista di una donna a Pontida. Come è possibile che la verità dei post e dei tweet abbia inquinato in modo così pericoloso il dibattito pubblico, mettendo in discussione principi basilari di umanità e di rispetto per l'altro?

C'è un sentimento che oggi si sta largamente diffondendo nel Paese: quello del "padroni in casa nostra" che crede di essere invaso, che odia il prossimo suo, che crede che i migranti vivano in alberghi di lusso mentre gli italiani muoiono di fame, che vorrebbe armarsi di pistole per difendere la roba sua, che vorrebbe deportare i rom il più lontano possibile, che è disposto a vedere morire gente in mare senza provare pietà, ma saziando la propria rabbia. Ma spesso quel popolo è lo stesso che vuole difendere le nostre radici cristiane e applaude un leader mentre agita il Vangelo.

Quel popolo allora dovrebbe conoscere le nostre radici della cultura occidentale. Poiché già nell'Iliade (canto XI) Omero ci raconta di Patroclo che, nell'infuriare della battaglia, salva Euripilo ferito perché "n'ebbe compassione" e dice "non lascerò te così sofferente". Buonista anche Omero? E magari si dovrebbe anche far sapere che nel Vangelo c'è la parabola del samaritano che era un uomo semplicemente normale che incontra un altro uomo ferito e malmenato e, senza tanti perché, "si prese cura di lui". Non passa oltre. Non si volta dall'altra parte. Semplicemente "lo vide". La demagogia e la disinformazione ci impediscono di vedere.



Finto ferito rapina in strada automobilista
Cristina Bonfatti
2016/11/15

http://www.trc.tv/news/cronaca/2016/11/ ... omobilista

Ha finto di essere rimasto ferito in un incidente per rapinare un automobilista. E’ accaduto ieri pomeriggio a Piacenza.

Ha finto di essere rimasto ferito in un incidente per rapinare un automobilista. E’ accaduto ieri pomeriggio a Piacenza. Un 42enne del posto stava guidando il suo furgone in via Bubbia quando vicino a un sottopassaggio che attraversa la tangenziale ha visto un uomo disteso a terra, incosciente e con accanto uno scooter rovesciato. L’autista piacentino ha subito pensato a un incidente ed è corso verso il ferito per prestargli aiuto e chiamare i soccorsi. Ma appena sceso dal furgone ha sentito un oggetto premuto contro la schiena, mentre una persona – che la vittima non aveva visto prima perchè probabilmente nascosta vicino alla strada – ha detto di consegnare il portafogli. Per il 42enne, che temeva di avere puntata contro una pistola, non è rimasto che ubbidire e ha gettato a terra il portafoglio con dentro 120 euro. Il falso ferito nel frattempo ha “ripreso” conoscenza, si è alzato ha preso il bottino ed è scappato assieme al complice sulle scooter, ovviamente funzionante, e senza targa. Ora sull’accaduto indagano i carabinieri.


Arrestato per rapina il truffatore che fingeva di essere stato investito
Truffava ignari automobilisti facendosi consegnare piccole somme di denaro dopo aver finto di essere stato colpito durante le manovre di parcheggio. La polizia l'ha identificato dopo l'ennesima messinscena nel posteggio del Barilla Center
21 marzo 2015

http://parma.repubblica.it/cronaca/2015 ... -110122482

Arrestato per rapina il truffatore che fingeva di essere stato investito
La polizia è riuscita a incastrare il truffatore dei finti investimenti stradali, arrestato per rapina: si tratta di Emanuele Caracciolo, 45enne di origini palermitane.

Le indagini che hanno portato all'identificazione del malvivente sono scattate in seguito un fatto accaduto il 24 febbraio scorso: alle 19 una Volante è intervenuta nel parcheggio del Barilla Center perché un giovane aveva subito una rapina.
Il ragazzo ha raccontato agli agenti che poco prima, mentre stava parcheggiando, aveva sentito un tonfo: aperto lo sportello aveva visto un uomo steso a terra che lamentava dolori alla gamba dicendo di essere stato investito durante la manovra.

Pioveva a dirotto e il giovane ha fatto salire sulla sua auto il presunto ferito, che gli ha mostrato una cicatrice all'inguine dicendogli che a causa della caduta gli faceva molto male. Insospettito dalla messinscena, il ragazzo ha chiesto all'uomo di uscire dall'auto e per tutta risposta si è visto mostrare un paio di occhiali rotti con la richiesta di cinquanta euro per la riparazione. L'automobilista, sempre più convinto di essere vittima di una truffa, gli ha di nuovo intimato di scendere dall'auto e per tutta risposta lo sconosciuto ha estratto dalla tasca un coltello e gliel'ha puntato contro.

Prima gli ha chiesto dei soldi, ma vedendo che il giovane nel portafogli aveva solo 20 euro, gli ha intimato di andare al bancomat a prelevarne altri. La vittima gli ha fatto notare di non avere carte da usare nel bancomat e a quel punto il rapinatore è sceso dall'auto e si è allontanato sotto la pioggia.

Denunciato l'accaduto, gli investigatori dell'Antirapina hanno subito pensato a un noto pluripregiudicato, tossicodipendente e nullafacente che, da alcuni mesi

per racimolare soldi è solito buttarsi contro le auto in manovra nei parcheggi inscenando poi finti investimenti e inducendo gli ignari automobilisti a liquidare piccole somme di denaro per evitare l'intervento della polizia municipale.

La vittima ha riconosciuto il volto del sospettato e il gip Maria Cristina Sarli, su richiesta del pm Andrea Bianchi, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'indagato, che ora si trova in via Burla.


Motociclisti derubano il camionista che si ferma a soccorrerli.
Fingono l’incidente, scatta la rapina
L'Aquila
di PIETRO GUIDA 27 ottobre 2009

http://www.ilcentro.it/l-aquila/fingono ... -1.1389801

CARSOLI. Simulano un incidente stradale e rapinano un camionista. Il colpo, lungo la Tiburtina, è stato messo a segno da due motociclisti che sono riusciti ad accaparrarsi un bottino di circa mille euro. L’autotrasportatore è sceso per soccorrere i due, credendoli feriti, ma si è ritrovato di fronte a banditi armati. IL TRANELLO.

La rapina è avvenuta a pochi chilometri da Carsoli, all’altezza del bivio per la frazione di Tufo. I motociclisti hanno sorpassato il camion, in servizio per un’azienda di profilati del nucleo industriale di Avezzano, e qualche chilometro più avanti hanno preparato il tranello. Hanno quindi messo in scena l’incidente posizionando a terra la moto di grossa cilindrata. Uno dei due si è accasciato e l’altro ha finto di essere ferito. Il camionista, A.G.
, 32 anni, di Luco dei Marsi, quando è arrivato sul posto, dopo aver accostato il mezzo, è sceso per prestare soccorso ai due, credendoli feriti.

L’AGGUATO. A quel punto è stato aggredito. I motociclisti, armati, si sono fatti consegnare il portafogli con 700 euro e il telefono cellulare. Tutto è avvenuto nel giro di pochi secondi. L’autotrasportatore ha dovuto attendere l’arrivo di un automobilista per lanciare l’allarme.

UN PIANO STUDIATO. Il colpo è stato studiato nei particolari. Secondo quando accertato dagli investigatori, i rapinatori hanno ispezionato il tratto di strada compreso tra Carsoli e Tagliacozzo e scelto un punto e un orario (erano circa le 15) in cui la Tiburtina è poco trafficata. I due rapinatori forse hanno pensato che il camionista avesse appena consegnato un carico e fosse in possesso del denaro. Coì non era ma a quel punto si sono accontentati del portafogli e del telefono, per un totale di circa mille euro.

DUBBI SULL’ARMA. Sull’arma utilizzata per la rapina ci sono ancora punti oscuri. L’autotrasportatore ha infatti raccontato di non aver visto la pistola. E’ alquanto improbabile, però, che due banditi mettano in atto una rapina in strada senza un’arma. Su questo punto, infatti, i carabinieri stanno cercando di fare chiarezza e di ottenere maggiori indizi.

LE INDAGINI. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Sono stati istituiti posti di blocco nella zona e una vasta area è stata circoscritta.

Dei motociclisti, però, nessuna traccia. Con ogni probabilità hanno imboccato l’autostrada, visto che il casello è a pochi chilometri dal luogo dove è avvenuta la rapina. Il camionista, inoltre, non è stato in grado di vedere la targa della moto.

CRESCE L’ALLARME. Nella Marsica, nelle ultime settimane è cresciuto l’allarme criminalità. Sono state otto in meno di un mese le rapine avvenute sul territorio. I controlli da parte delle forze dell’ordine sono stati intensificati, soprattutto nelle ore notturne, ma gli episodi sembrano non arrestarsi. L’ultimo che ha visto agire due motociclisti stato quello ai danni di un benzinaio sulla superstrada del Liri.



Mamma e figlia aggredite e derubate Consoli: "Fatto grave da accertare"
2017/10/26

http://catania.livesicilia.it/2017/10/2 ... ate_436806

CATANIA - Un altro presunto episodio di violenza. Una storia atroce quella raccontata questa mattina sulle colonne de La Sicilia, che ha creato molta indignazione nell'opinione pubblica catanese.

Secondo la ricostruzione del quotidiano regionale che ha raccolto la testimonianza di un ex vigile urbano una donna e una figlia di sei anni sarebbero state rapinate e violentemente aggredite. I fatti sarebbero accaduti qualche giorno fa, intorno alle 18,30 del pomeriggio. La donna - secondo la ricostruzione - stava percorrendo una delle strade del rione Pigno dopo aver fatto shopping al centro commerciale Le Porte di Catania. All'improvviso si sarebbe abbattuta in un falso incidente. Uno scooter Liberty 150 sull'asfalto e accanto due ragazzi che si sarebbero finti feriti. La giovane mamma si sarebbe fermata per prestare soccorso ma i due giovanotti si sarebbero scaraventati su di lei strappandole anche i vestiti. A questo dopo aver schiaffeggiato la figlia di 6 anni le avrebbero derubate di 70 euro e delle colannina che la piccola portava al collo. Qualche minuto dopo attirato dalle urla delle vittima sarebbe arrivato l'ex poliziotto della Municipale che avrebbe chiamato i familiarie le avrebbe aiutate. La donna che abiterebbe nella zona non avrebbe voluto denunciare la rapina, sempre secondo il racconto dell'ex vigile urbano, perché spaventata da possibili ripercussioni.

Sia la polizia municipale che la Questura di Catania, contattati da LiveSicilia, non sanno fornire indicazioni utili sui fatti raccontati questa mattina su La Sicilia. Si sta procedendo ad effettuare le dovute verifiche. Quello che lascia un po' l'amaro in bocca è che i fatti non siano stati denunciati, soprattutto visto il coinvolgimento di un ex agente della polizia municipale. Quindi un uomo delle istituzioni. Per questo motivo, ancora una volta, dalla Questura tengono ad evidenziare l'importanza della denuncia dei cittadini, sia come vittime che come testimoni di un reato.

Anche il vice sindaco Marco Consoli esorta i cittadini a denunciare ed evidenzia che al momento non ci sono riscontri alla notizia. "Bisogna verificare la fondatezza di quanto riportato sul giornale - dice Consoli. L'episodio se accertato resta grave e mi fa rinnovare l'appello ai cittadini: denunciare sempre per non rischiare di essere involontariamente complici di questi fatti inqualificabili", dichiara.




La denuncia del sindaco: “Preso a calci e pugni in strada da due finti feriti”
antonio e. piedimonte
2015/06/09

http://www.lastampa.it/2015/06/09/itali ... agina.html

Ha fatto il giro del web la foto di Edgardo Tiveron, sindaco di Corneliano d’Alba - 2000 abitanti in provincia di Cuneo a una decina di chilometri dalla capitale delle Langhe-, selvaggiamente picchiato per un cellulare e 50 euro. Il risultato: fratture al setto nasale, a uno zigomo, a una costola e una lussazione alla scapola.

Aggressione misteriosa

È successo sabato sera, mentre il primo cittadino, 54 anni, carabiniere in pensione, rientrava a casa da Torino dove aveva visto in tv la finale di Champions League. «Ero in auto e con me c’era anche un autostoppista a cui avevo dato un passaggio poco prima. All’altezza di La Loggia, ancora nel Torinese - racconta il sindaco -, abbiamo visto un uomo a terra e un altro che chiedeva aiuto. Neanche il tempo di scendere, che il finto ferito si è alzato. Ci hanno spinti a forza di nuovo nell’abitacolo e ci hanno portati in una stradina secondaria isolata, dove ci hanno buttati a terra e presi a calci e pugni, prima di portarci via quel poco che avevamo con noi, qualche decina di euro nel portafogli e i cellulari».

Secondo il racconto del sindaco, ancora sotto choc, dopo minuti sembrati ore, e dopo essere stati minacciati di non raccontare quanto accaduto, l’aggressione è improvvisamente finita e i due si sono dileguati a piedi nella notte. Le vittime, ferite, senza chiavi dell’auto prese dagli aggressori e senza telefoni, si sono messe a gridare in cerca di aiuto. A prestare i primi soccorsi un carabiniere non in servizio che passava con l’auto.

La rabbia su Facebook

«Una assurda bestialità, una violenza inaudita e gratuita – ha scritto Tiveron sfogandosi su Facebook e postando una foto che lo ritraeva in ospedale con il volto tumefatto, dopo le prime medicazioni (alcune ore dopo la foto è stata tolta dal social network) -. Sembravano stranieri, con accento dell’Est. Più gli ripetevo di non farci del male, che gli avrei dato ogni cosa, anche l’auto, e più colpivano». Il suo messaggio carico di rabbia e di accuse, e decisamente poco «istituzionale» sia nei toni sia nel contenuto, è stato condiviso centinaia di volte, tra parole di indignazione per l’accaduto e di solidarietà.

Le indagini

Ieri mattina, il sindaco della piccola comunità del Roero si è presentato in caserma a Moncalieri per sporgere denuncia e fornire particolari utili, dando il via alle indagini che cercheranno di fare luce sui punti ancora oscuri della vicenda e di risalire all’identità degli aggressori. Le due vittime hanno riportato fratture e abrasioni, ma sono state entrambe dimesse.
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Messaggioda Berto » sab lug 07, 2018 9:47 pm

"La tshirt rossa? Te la porto io": botta e risposta tra Salvini e don Ciotti
Francesca Bernasconi - Sab, 07/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 50220.html

Salvini: "Peccato non avere una maglietta rossa", ma don Ciotti risponde: "Te la porto io"

Matteo Salvini ironizza su Facebook, in merito all'iniziativa "magliette rosse", e immediata arriva la risposta di don Luigi Ciotti, ideatore della protesta.

Il fondatore dell'associazione Libera, che lotta contro i soprusi e le mafie in tutta Italia, aveva lanciato un appello, chiedendo alle persone di indossare, il 7 luglio, una maglietta rossa. L'obiettivo di "Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità" era quello di ricordare i bambini morti in mare e di sostenere l'accoglienza dei migranti. Un'iniziativa che si schiera, quindi, contro la politica di Matteo Salvini, che pochi giorni fa aveva annunciato una stretta nelle concessioni di protezione umanitaria.

Il ministro dell'Interno risponde all'attacco velato contro di lui con un post di Facebook, in cui scrive, nel post scriptum, che però non è passato inosservato di essere dispiaciuto perché "in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi".

La provocazione del titolare del Viminale non resta a lungo senza una risposta. Infatti, dalla piazza Immacolata di San Lorenzo a Roma, arriva la replica di don Luigi Ciotti. L'ideatore dell'iniziativa promette che gli porterà personalmente la maglietta al Viminale, qualora il leader leghista voglia accettare un incontro, aggiungendo che bsognerebbe organizzare un colloquio, "per metterci nei panni un pò degli altri perché importante è riflettere, porsi delle domande, anche nelle diversità".

Ora è il turno di Matteo Salvini: dato il botta e risposta di queste ore, adesso tocca a lui ribattere.


Gino Quarelo
Difendere la propria casa è il dovere di ogni padre di famiglia; difendere i confini del proprio paese e dei cittadini che lo hanno eletto è un dovere primario di un buon ministro degli interni. Nessuno ha il diritto di entrare in casa e nel paese degli altri.
Gli esaltati, irresponsabili e dementi dell'accoglienza scriteriata sono criminali.
I clandestini in tempo di pace vanno considerati come nemici al pari degli invasori militari in tempo di guerra.
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Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 6:44 pm

Ex radicali, ex comunisti, ex fascisti: tutti contro il nuovo
Riccardo Ruggeri
4 luglio 2018

https://www.nicolaporro.it/ex-radicali- ... o-il-nuovo

Noi élite dobbiamo prenderne atto: l’epoca di Giorgio Napolitano e dei suoi bravi è definitivamente chiusa, con l’ultima débâcle elettorale della “rossa” Toscana un ciclo politico si è fatto cipria. Diceva mio nonno, toscano: “I toscani durante il fascismo erano tutti “neri”, nella settimana del 25 aprile diventarono tutti “rossi. Si spostano in gregge”.

Ci accorgiamo solo ora che in quel (maledetto) autunno 2011, scegliendo il classico approccio che geneticamente ci appartiene (la sudditanza al breve termine), e non una vision strategica che ci manca da quando abbiamo abbandonato la meritocrazia e l’ascensore sociale, precipitando nel più bieco ceo capitalism, ci siamo messi fuori, se non dalla Storia, quantomeno dallo storytelling consolatorio nel quale da anni ci rotoliamo.


Il vecchio e il nuovo

Abbiamo rottamato i “comunisti” Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, il “vecchio” (e di certo era giusto così) ma abbiamo clamorosamente fallito nel selezionare il “nuovo”. Con Mario Monti, con Enrico Letta, con Matteo Renzi, con Paolo Gentiloni (quattro sfumature del nulla, politicamente parlando), abbiamo fatto lo stesso errore dei francesi con Emmanuel Macron: di giovane c’era solo l’età anagrafica, il piglio bonapartista, l’energia. Politicamente erano (sono) uomini fuori dal tempo, alla prima difficoltà si trasformano in acide zitelle. Come in fondo lo stiamo diventati noi, rovinati dal politicamente corretto dei radical chic. Noi élite dovremmo sempre ricordare il pericolo incombente di precipitare nel burrone: il nuovo III Secolo dopo Cristo ci attende.

Il bello è che la vita continua, se ne fotte di noi, dei nostri errori, delle nostre paturnie, è iniziato un nuovo ciclo, all’apparenza risibile, quello di due ragazzotti e di un professore vanitoso, tre uomini in barca, per non parlare del cane. Se con la loro gestione il mondo italico sarà meglio o peggio di quello vissuto, lo sapremo quando non potremo più fare nulla per modificarne il corso.

E qui sorge il problema per noi élite: dobbiamo cavalcare il “mostro penta-leghista”, quantomeno per controllarlo (come si converrebbe a élite serie), ovvero rimanere puri e duri, come consigliano i più talebani di noi? Prima di decidere, osservate però costoro: gratta gratta sono o ex radicali o ex comunisti o ex fascisti, tutti pieni di rancore verso il nuovo, verso il diverso. Li ascolto, leggo i loro pezzi o tweet, e non li riconosco più. Un tempo erano menti ironiche, gioiosamente eleganti, tolleranti, vederli così mi provoca, da un lato infinita tenerezza, dall’altro una grande tristezza. Com’è brutto invecchiare (politicamente) male.

Una favola 1.0

Come invito alla riflessione politica su noi élite, vi racconto una favola 1.0, un’esperienza, trigenerazionale, alla Fiat. Ai tempi di mio nonno, operaio alle Ferriere Fiat, Giovanni Agnelli, quando capì che Benito Mussolini sarebbe rimasto a lungo al potere, pur disprezzandolo personalmente, si arruffianò, al punto da essere nominato Senatore del Regno. Ebbe mano libera per fare ciò che voleva, divenne ricchissimo. Ai tempi di mio papà, operaio al Lingotto, il professor Vittorio Valletta, capito che l’Italia sarebbe finita sotto il tallone americano, divenne un super atlantista. Fece così della Fiat una macchina che pisciava quattrini come fosse lava (lui però morì povero. Chapeau!). Ai miei tempi, operaio a Mirafiori, capito che il potere sarebbe stato del catto-comunismo montante, l’Avvocato Gianni Agnelli sentenziò: “Ciò che va bene per la Fiat, va bene per l’Italia”. Divenne il Re d’Italia, molto più potente delle Istituzioni repubblicane elette. Quando la Famiglia (reale) capì che tutto quello che c’era da raccattare era stato raccattato, convinsero il Pd locale (fu facile, bastò un paio di partite di scopone) che per Torino era molto meglio essere una città della cultura che del business industriale. In una notte, nera come la pece, se ne andarono, con tutto il “know-how” e il “futuro” di centinaia di migliaia di torinesi. Anni dopo furono solo più visti a qualche partita di Champions, intabarrati per il freddo o per la vergogna non si sa. Divennero ricchissimi e colti, però in dollari americani e Torino, specularmente, povera e incolta. Gli applausi scroscianti delle élite colte nostrane al loro indirizzo attraversarono l’oceano e si spensero, come un eco, nelle terre dei Grandi Laghi.

Che fare? Io non vi posso aiutare, delle élite sono una minoranza della minoranza, oltre tutto vivo negli interstizi, sono ai margini del campo da gioco. Mi diverto, in verità molto, con un Var artigianale che mi sono costruito: quasi nulla mi sfugge, e lo annoto, parte lo pubblico, parte no. Vedete voi cos’è giusto fare. Io sono vecchio, quindi sto con i giovani, sempre e comunque.

Mi deluderanno? Non lo credo, il mondo è loro. E poi, confessiamolo, peggio di noi è difficile fare: il testimone della staffetta che passiamo loro è marcio, e neppure lo sappiamo. Comunque su con la vita, lei è nel giusto, e vince sempre.
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Messaggioda Berto » dom lug 08, 2018 6:44 pm

Migranti: in 106 a Messina accolti da magliette rosse. Salvini: 'Chiederò stop navi internazionali'
2018/07/08

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 8a072.html

Centinaia di persone con le magliette rosse, che aderivano all'iniziativa promossa ieri da Libera, Anpi, Arci e Legambiente a favore dell'accoglienza migranti, hanno accolto ieri sera a Messina la nave militare irlandese Samuel Beckett con a bordo 106 migranti approdata nel molo Norimberga.

Le operazioni di primo soccorso sono state coordinate dalla Prefettura di Messina, con la collaborazione di Capitaneria, forze dell'ordine, Croce Rossa e associazioni di volontariato. Tra i migranti 93 uomini, 11 minorenni e due donne, una delle quali incinta. Da primi riscontri sembra che il primo soccorso sia avvenuto in zona Sar libica nella notte fra il 4 e il 5 luglio, poche ore dopo che il gommone era partito da Garabulli.

Il pattugliatore irlandese, dopo aver effettuato il soccorso, ha chiesto a Roma il permesso di sbarcare i migranti, e dal Viminale è arrivata l'indicazione di Messina.

"Dopo aver fermato le navi delle Ong, giovedì porterò al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta italiana di bloccare l'arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali attualmente presenti nel Mediterraneo. Purtroppo i governi italiani degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è cambiata e cambierà". Lo rende noto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini che la prossima settimana partecipera' al primo vertice dei ministri degli interni Ue nel corso del semestre a presidenza austriaca.
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Messaggioda Berto » lun lug 09, 2018 4:34 am

La volontaria della Seefuchs: “Abbiamo ubbidito agli ordini e lasciato morire centoventi migranti”
25 Giugno 2018
Cateriana Pasolini

https://rep.repubblica.it/pwa/intervist ... /?ref=fbpr
Il racconto di Giulia: “Ci siamo allontanati da un gommone in difficoltà per rispettare il codice di condotta delle ong. Da quella notte ho gli incubi: dovrebbero arrestarci non perché vogliamo salvarli, ma per non esserci opposti”.
ROMA - "Ho ancora gli incubi e i sensi di colpa per quella notte. Quando 120 persone su un gommone sono probabilmente morte annegate avendo la salvezza vicina, dopo aver attraversato deserti e violenze. C'era infatti una nave mercantile che pur sapendo non si è mossa, c'eravamo noi della Seefuchs, ma il coordinamento della capitaneria italiana a Roma non ci ha dato ordine di andare in soccorso. E noi abbiamo ubbidito, sbagliando. La mattina dopo un giubbotto galleggiante ...

Mario Capalbo
I nuovi Boia chiudono le porte, il dialogo, alla vita, per un vanto che puzza solo di perbenismo intetessato.........gia parlo di tutta la politica italiana , nessuno escluso....
https://www.facebook.com/partigiano.com ... 1122866764


Gino Quarelo
Mi dispiace tanto ma non possiamo assolutamente farci carico di questa gente. Io avrei gli incubi se fossero arrivati qua. Io non ho assolutamente e non sento minimamente alcun obbligo verso questa gente, anzi: qui non vi è spazio, non vi sono risorse, non vi è lavoro, non vi è speranza, è pieno di milioni di disoccupati, di poveri, di disperati e di debiti e poi non possiamo farci invadere da gente che poi dovremmo mantenere a vita, tra cui molti incompatibili, criminali e nazi-maomettani che ci portano la morte e la guerra in casa. La mia umanità mi dice che dobbiamo difenderci e resistere in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo a questa invasione. Se non si fermano continuerebbero ad arrivare e per noi sarebbe la fine. Difendiamo la nostra vita, il nostro paese, la nostra gente, la nostra libertà, grazie Salvini, sei stato eletto per occuparti dei tuoi concittadini e non di altri a discapito, danno e spese di chi ti ha eletto!
Chi non pensa alla propria gente è un demente o un criminale.
Potevate sempre andare a soccorrerli e a riportarli in Libia o in qualche altro porto dell'Africa.
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Messaggioda Berto » mar lug 10, 2018 1:54 am

I dementi irresponsabili e fanatici cristiano-comunisti


Il digiuno e la protesta dei preti di strada contro il Governo sui migranti: "Salvare vite è il primo dovere"
2018/07/09

https://www.huffingtonpost.it/2018/07/0 ... a_23477597

Preti di strada, missionari e suore vogliono manifestare il loro dissenso rispetto alle politiche migratorie del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del Governo. E per domani hanno indetto una "giornata di digiuno di giustizia in solidarietà coi migranti". Si raduneranno a mezzogiorno davanti alla basilica di San Pietro. Per dieci giorni poi saranno in piazza a Montecitorio, dove terranno un presidio.

L'iniziativa è stata promossa da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, da monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, da suor Rita Giaretta di "Casa Ruth" di Caserta, da padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita' del Sacro Convento di Assisi. Tra gli organizzatori anche don Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze, che al fattoquotidiano.it ha dichiarato: "Le scelte del governo sono incompatibili con il Vangelo e con la Costituzione. Difendiamo il principio di umanità con le armi che abbiamo: il nostro corpo".

Tra gli aderenti anche Peppe Sini del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo che scrive: "Proprio mentre il ministro dell'Interno ed effettivo capo del governo pretende scandalosamente di estorcere al Presidente della Repubblica un impossibile abominevole avallo a una politica disumana e criminale, mi sembra necessario chiamare alla solidarietà con le vittime innocenti di una folle e scellerata omissione di soccorso, di una folle e scellerata persecuzione razzista. Il gesto nonviolento del digiuno raggiunga i cuori dei governanti italiani ed europei e li persuada a recedere dalle sciagurate, barbare, criminali decisioni che hanno reso il Mediterraneo un immenso cimitero. Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà. Salvare le vite è il primo dovere".



Alberto Pento
No grazie, il primo dovere di un ministro e di uno stato è occuparsi umilmente del suo paese e della sua gente e non invadere presuntuosamente le competenze di Dio e gli imperialismi demenziali delle idolatrie religiose.



I peggiori sono quelli che si servono degli ultimi o dei presunti ultimi per derubare e opprimere tutti gli altri, tra cui la loro stessa gente.
viewtopic.php?f=141&t=2706
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Messaggioda Berto » mar lug 10, 2018 2:03 am

Migranti, la procura anti Salvini: "Barconi? Non si vieta l'attracco"
Luca Romano - Lun, 09/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 51111.html

Il procuratore capo Spataro: "Se per assurdo un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi sul Po, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere"

Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro ha predisposto alcune direttive per la sua procura per rendere più efficace il contrasto dei reati "motivati dall'odio raziale e dalla discriminazione etnico-religiosa".

Tra le direttive del procuratore capo del capoluogo piemontese c'è anche un'indicazione chiara: "sveltire gli affari dell'immigrazione". Spataro si riferisce alle procedure che prevedono il riconoscimento o meno della protezione internazionale per chi ne fa richiesta dopo l'arrivo nel nostro Paese.

Spataro nel presentare il suo piano alla stampa di fatto anche dell'emergenza immigrazione e senza mai citare il Viminale ha parlato tra le righe anche della politica dei rispingimenti che il ministro Salvini ha messo sul campo nelle ultime settimane chiudendo i porti alle navi delle Ong che trasportano i migranti salvati nel Mediterraneo: "Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico. Se per assurdo un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi sul Po, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere. Se accadesse, tale comportamento sarebbe oggetto di una nostra indagine", ha affermato Spataro. "L’immigrazione è una questione che riguarda tutto il mondo.
Esiste il divieto di respingere un rifugiato verso luoghi in cui la sua vita possa risultare minacciata. Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico", ha affermato Spataro.

Poi il procuratore capo di Torino ha aggiunto: "L’immigrazione è una questione che riguarda tutto il mondo. Esiste il divieto di respingere un rifugiato verso luoghi in cui la sua vita possa risultare minacciata. Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico". E la linea di Spataro è stata condivisa anche dal procuratore generale Francesco Saluzzo: "Sono malamente impressionato per i comportamenti odiosi che si sono manifestati in quest’ultimo periodo, che incitano all’odio razziale nei confronti di soggetti stranieri provenienti soprattutto dall’Africa e dal Medio Oriente. Come se si dovesse comunicare alla gente che è arrivato il momento di passare al contrattacco. Questi comportamenti sono reati che devono essere perseguiti". Ma Saluzzo non si ferma qui e di fatto chiede più tutele per gli stranieri sul fronte legale: "Il cittadino straniero ha egualmente il diritto di essere tutelato nei confronti degli altri stranieri e direi ancora di più degli italiani. Nel senso che se si commettono dei reati nei confronti di uno straniero, non bisogna nè banalizzare nè dire ’beh, in fondo questi se la sono cercata'". Infine aggiunge: "L’individuo, se deve essere sanzionato, è perchè ha fatto qualcosa, non può essere soggetto ad ulteriori sanzioni che sono quelle dell’umiliazione, dell’aggressione verbale, del dileggio, del disprezzo per ragioni di provenienza o religiose. Questo è semplicemente inammissibile".
E alla procura di Torino risponde Salvini su Twitter: "Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra.
Bloccare i porti ai trafficanti non è un diritto ma un dovere. Se qualcuno la pensa diversamente può presentarsi alle elezioni e chiedere cosa ne pensano gli italiani".


Gino Quarelo
Anche ai rifugiati va posto un limite (vanno modificate e reinterpretate le leggi e le convenzioni internazionali per evitare abusi), come va posto un limite ai nazisti maomettani. È la volontà dei cittadini che conta non quella di minoranze castuali e presuntuose come quella di questo magistrato. I magistrati non possono cambiare la volontà dei cittadini che sono sovrani, altrimenti sarebbe sovversione e tradimento, passibili di arresto.
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Messaggioda Berto » mar lug 10, 2018 8:47 pm

Migranti, i preti sfidano Salvini: digiuno e presidio contro di lui
Sergio Rame - Mar, 10/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 51522.html

Preti di strada, suore e missionari in piazza contro Salvini: "Solidarietà ai migranti". Dieci giorni di digiuni e proteste tra il Vaticano e Montecitorio

Tutti contro Matteo Salvini. Non solo la sinistra e i radical chic. Adesso scendono in piazza anhe i preti "rossi", quelli comunemente chiamati "di strada", i missionari e le suore.

Per esprimere il proprio diessenso, come aveva annunciato ilGiornale.it nelle scorse ore, hanno organizzato una sorta di "digiuno a staffetta". Per dieci giorni scenderanno in piazza contro le politiche migratorie del ministro leghista, hanno iniziato oggi, a mezzogiorno in punto, con "una giornata di digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti" davanti alla basilica di San Pietro. Poi, per altri dieci giorni, saranno in pianta stabile davanti a Montecitorio dove terranno un presidio permanente.

I sostenitori dell'appello sono tutti uomini di Chiesa. Si va da padre Alex Zanotelli, che ha firmato a nome dei Missionari Comboniani, a monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, da don Alessandro Santoro, che ha sottoscritto per conto della Comunità delle Piagge di Firenze, a suor Rita Giaretta della Casa Ruth di Caserta. Ricordando quando papa Francesco ha sfidato le politiche restrittive della "Fortezza Europa" durante la Messa celebrata a Lampedusa per i 33mila immigrati morti nel Mar Mediterraneo, gli organizzatori hanno chiesto: "Avete mai pianto quando avete visto affondare un barcone di migranti?". Poi, richiamandosi anche al cardinal Gianfranco Ravasi che, durante il braccio di ferro tra Salvini e la nave Aquarius, aveva citato il Vangelo su Twitter: "Ero straniero e non mi avete accolto". "Le scelte del governo sono incompatibili con il Vangelo e con la Costituzione - ha spiegato don Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze, al Fatto Quotidiano - difendiamo il principio di umanità con le armi che abbiamo: il nostro corpo".

All'appuntamento di oggi in San Pietro (guarda il video) si è presentata davvero poca gente. E la protesta dei preti di strada è caduta nel vuoto. Ma i manifestanti andranno avanti a protestare contro Salvini anche nei prossimi giorni. "Proseguiremo a Montecitorio per testimoniare con il digiuno contro le politiche migratorie di questo governo - commenta padre Zanotelli - continueremo a digiunare per altri 10 giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14". "Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?", si chiede il prete secondo cui "il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati è anche il naufragio dell'Europa, e dei suoi ideali di essere la patria dei diritti umani". Accanto a padre Zanotelli, in San Pietro, c'era anche il vignettista Vauro Senesi. I due hanno letto le parole pronunciate in un'intervista da monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, in cui ha detto di essere pronto a "trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne".
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Messaggioda Berto » mer lug 11, 2018 10:41 am

Sbarchi, è lite con Toninelli e Salvini arresta i clandestini
Fausto Biloslavo - Mer, 11/07/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 51789.html

In 67 salvati dalla Vos Thalassa, poi rivolta e trasbordo sulla Diciotti. Ammutinati in arrivo, da definire il porto

E adesso i migranti, in gran parte illegali, si ribellano e minacciano di morte i marittimi italiani del rimorchiatore che li ha soccorsi, se non vengono portati verso le nostre coste.

A tal punto che deve intervenire la Diciotti della Guardia costiera con un elicottero della Marina militare in appoggio. Nonostante fosse arrivata anche la motovedetta libica Ras Jadir, che voleva riportare indietro tutti i migranti. Il risultato è che 67 persone (58 uomini, 3 donne e 6 minori) verranno sbarcati in Italia dopo aver scatenato una giornata di scontro politico nel governo fra il Viminale e il ministero dei Trasporti, che ha la competenza per la Guardia costiera. Solo uno dei migranti, di nazionalità yemenita, scappa dalla guerra, che travolge il suo Paese. Gli altri arrivati da Bangladesh, Nepal, Ghana, Pakistan, Palestina, Algeria, Marocco, Egitto, Ciad, la stessa Libia e Sudan difficilmente potranno ottenere asilo nel nostro Paese.

L'ennesimo episodio ambiguo sul fronte dell'immigrazione via barconi dalla Libia, che fa il gioco dei trafficanti. Vos Thalassa è un rimorchiatore d'altura battente bandiera italiana con 12 connazionali di equipaggio compreso il capitano. La nave ha un contratto per le piattaforme petrolifere Total a una cinquantina di miglia dalla Libia. Domenica i marittimi italiani prestano soccorso a un barcone in legno che rischia di affondare. E si caricano a bordo i 67 migranti avvisando la Guardia costiera libica e quella italiana.

Da Tripoli fanno salpare la motovedetta Ras Jadir per andare a prendere i migranti e riportarli indietro. Il rimorchiatore italiano fa rotta verso le coste libiche. Il comandante scrive: «Buonasera, alle 22 it la nave è partita per il punto d'incontro con la motovedetta libica». Però «alle 23 qualcuno dei migranti in possesso di telefoni e Gps ha accertato che la nave dirigeva verso Sud» e non a Nord in direzione dell'Italia. Sembra che un «naufrago» avesse anche una bussola. «È iniziato così uno stato di agitazione - si legge nell'allarmante messaggio - I migranti in gran numero dirigevano verso il marinaio di guardia chiedendo spiegazioni in modo molto agitato e chiedendo di poter parlare con qualche ufficiale o comandate». Il marittimo italiano «impaurito e accerchiato contattava il ponte via Vhf». Dalla plancia interviene il vice del comandante, ma «i migranti hanno accerchiato il primo ufficiale chiedendo spiegazioni e manifestando un forte disappunto, spintonando lo stesso e minacciandolo...». Nel sobillare l'ammutinamento si distinguono un ghanese e un sudanese, che aizzano gli altri. Alla fine gli italiani cedono: «Per tranquillizzare la situazione abbiamo dovuto affermare che verrà una motovedetta italiana» si legge nei messaggi.

I libici raggiungono il rimorchiatore a notte fonda. L'ammiraglio Ayoub Qassem, portavoce della Guardia costiera conferma: «Volevamo accompagnarli verso la costa, ma non c'è stato nulla da fare: le persone a bordo hanno continuato a protestare e a minacciare l'equipaggio, costringendo il rimorchiatore a dirigersi verso Nord».

Lunedì la società armatrice protesta per «non aver ricevuto ancora assistenza» 24 ore dopo il soccorso. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, chiarisce subito che i porti sono chiusi: «Nelle acque di ricerca e soccorso libiche intervengono i libici. Le navi delle Ong sono finalmente lontane dagli scafisti. Ora sto lavorando perché anche le altre navi, private o militari, non aiutino i trafficanti a guadagnare altri soldi». Però di fronte alla «situazione di grave pericolo per la sicurezza della nave e del suo equipaggio» italiano la Guardia costiera è costretta a intervenire con la nave Diciotti che trasborda i migranti. Per tutto il giorno si alza la tensione politica fra Salvini e Toninelli. Alla fine la Diciotti attraccherà oggi in Italia, i migranti verranno sbarcati, ma il ministro dei Trasporti garantisce che «i responsabili delle minacce di morte all'equipaggio della Vos Thalassa saranno fermati e arrestati».



Migranti, nave Diciotti diretta a Trapani. Salvini: "Chi ha aggredito deve andare in galera o nessuno sbarco"
11 luglio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... co/4484901

Nel giorno in cui Matteo Salvini prepara la riunione dei ministri dell’Interno Ue a Innsbruck, rimane aperto il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Dopo le tensioni e i successivi chiarimenti con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, la situazione per i 67 migranti a bordo non si è ancora sbloccata: nella notte l’imbarcazione ha proseguito la navigazione verso nord, senza ricevere l’indicazione del porto di sbarco dal Viminale. Ora è diretta verso Trapani dove dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Con Salvini che dice: “Non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti finiscano in galera“. Il riferimento è a due dei 67 migranti responsabili dei disordini sulla Vox Thalassa. Parole diverse da quelle usate in mattinata da Luigi di Maio a Omnibus su La7: “Non è immaginabile chiudere l’ingresso a una nave italiana”.

Il ministero dell’Interno parla all’uscita di Palazzo Chigi, dove ha incontrato il premier Giuseppe Conte proprio per preparare il vertice di Innsbruck. Il suo bilancio del faccia a faccia è un ribadire il fatto che nel governo “c’è una linea comune“, un modo anche per smentire le distanze con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta dopo la sua intervista ad Avvenire. In Austria Salvini avrà il compito di impostare con gli altri Paesi Ue il principio di condivisione dei flussi migratori con soluzioni operative condivise, riferiscono fonti del governo. “Rafforzare la sicurezza dei cittadini cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli“, riassume il vicepremier e leader della Lega al termine del vertice con Conte.

Salvini rivendica il fatto che “grazie al mio lavoro”, ci sono “dati buoni sugli sbarchi: 21mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. E quindi ribadisce la linea dura anche sul caso che ha creato tensioni nel governo, quello della nave Diciotti con a bordo 67 migranti, fatti salire dopo essere stati recuperati in mare dal rimorchiatore battente bandiera italiana Vos Thalassa in acque Sar di competenza libica. “Se su quella nave c’è gente che ha minacciato ed aggredito, non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese”, ha detto Salvini. Quanto ai tempi, “conto di andare a Innsbruck questa sera avendo risolto il problema“, ha chiuso il ministro.

I 67 migranti ora a bordo della nave Diciotti erano stati inizialmente salvati dalla Vos Thalassa, un rimorchiatore d’altura battente bandiera italana che fa servizio alla piattaforma petrolifera della francese Total. Dopo il recupero, si sono registrati i momenti di tensione a cui fa riferimento Salvini. Due migranti – secondo quanto racconta la Guardia Costiera italiana – hanno infatti avuto “atteggiamenti minacciosi nei confronti dell’equipaggio” della Vos Thalassa “all’arrivo in zona della Guardia Costiera libica“, preoccupati dalla possibilità di essere internati in Libia. E’ per questo che la Guardia Costiera ha deciso di mandare in zona la nave Diciotti

Un “problema”, per usare le parole di Salvini, che martedì ha creato tensioni tra Toninelli e lo stesso vicepremier leghista, intenzionato a non far sbarcare la nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Toninelli ha invece autorizzato l’attracco dell’imbarcazione. Un chiarimento e la situazione sembrava sbloccata, fino a questa mattina.

DI MAIO: “NAVE ITALIANA, BISOGNA FARLA SBARCARE”
“Non vorrei un altro titolo contro il ministro dell’interno”, ha specificato Di Maio parlando questa mattina alla trasmissione Omnibus su La7. E ha ribadito che con Salvini “condividiamo le stesse perplessità” rispetto alla situazione del Mediterraneo. E anche sulla gestione di questo tipo di emergenze il governo M5s-Lega, stando a Di Maio, ha una linea comune: “Prima viene la guardia costiera libica“, poi “interveniamo noi”, ma “se si tratta di una missione europea allora i migranti devono essere distribuiti nei vari Paesi”, ha spiegato. “I nostri porti – ha continuato – non sono chiusi, ma lo sono per quelle Ong che non rispettano regole“. Però Di Maio ha sostenuto la linea Toninelli sulla questione della Vox Thalassa e della nave Diciotti: “Se si tratta di una nave italiana, intervenuta in una situazione da chiarire, bisogna farla sbarcare. Non è immaginabile chiudere l’ingresso ad una nave italiana”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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