“Un asse dei volenterosi per frenare gli sbarchi” Intesa nel trilaterale Italia-Austria-Germania
2018/07/12
http://www.lastampa.it/2018/07/12/itali ... agina.html
Un «asse di volenterosi» guidato da Austria, Germania e Italia per frenare le partenze dei migranti e gli sbarchi in Europa, in modo da far arrivare solo chi effettivamente fugge da guerre. È l’intesa raggiunta al termine di un incontro trilateraletra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e i colleghi Horst Seehofer (Germania) e Herbert Kickl (Austria).
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«Siamo vicini - ha detto Kickl - e andiamo d’accordo su cose molto importanti che riguardano il futuro dell’Europa. In una materia dove per molto tempo c’è stata mancanza di ordine vogliamo portarlo evitando che i migranti possano arrivare facilmente in Europa, a parte le persone veramente vulnerabili». Il 19 luglio, ha aggiunto, «ci incontreremo nuovamente a Vienna per continuare la collaborazione positiva e realizzare questo grande progetto». «Sarà una soddisfazione se le proposte italiane potranno diventare europee con una riduzione delle partenze, degli sbarchi, dei morti e dei costi. Se il modello italiano diventerà europeo è motivo di orgoglio», ha dichiarato Salvini al termine di un incontro trilaterale con i colleghi Horst Seehofer (Germania) e Herbert Kickl (Austria).
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Sono però ancora tanti i nodi da risolvere: da una parte Berlino, dove il bavarese della Csu, Seehofer,vuole rimpatriare i migranti nel loro Paese di primo ingresso (e quindi verso Italia o Grecia); ma anche a Vienna, dove il governo punta a sigillare i confini sud (con l’Italia) per limitare gli accessi e i movimenti secondari; l’Italia infine si concentra soprattutto sulla protezione delle frontiere esterne, per fermare gli arrivi dalla Libia. La riunione a tre di primo mattino ha prodotto una nuova dichiarazione di intenti, l’ennesima, che però sembra instradare un percorso da attuare già nei prossimi giorni: è previsto un incontro tecnico a tre il 19 luglio a Vienna. «Le cose - ha spiegato il padrone di casa Kickl - sono relativamente semplici: noi tre abbiamo convenuto che vogliamo fare ordine e inviare un messaggio chiaro che in un futuro non sarà possibile fare un passo sul suolo europeo, senza diritto alla protezione».
EDITORIALE La sfida dell’accoglienza tallone d’Achille del governo (di Andrea Malaguti)
Salvini è uscito soddisfatto dal vertice: «D’ora in poi i tre Paesi lavoreranno per ridurre le partenze, gli sbarchi e le morti. E l’Italia non rimarrà l’unico punto di arrivo dei migranti». Con questa strategia, Salvini - che chiede un cambio di marcia ma osserva comunque che «finalmente si sta lavorando sul serio al problema» - punta a una «riduzione dei problemi, dei costi economici e sociali di un’immigrazione non più sostenibile». Per Salvini le proposte italiane sono diventate modello europeo: «Limitare le partenze, sostenere la Libia e dare a Tripoli il diritto ai rimpatri e la ridistribuzione delle quote degli arrivi». Tutte le altre, per il vicepremier, sono questioni minori, compresi i movimenti secondari e la chiusura delle frontiere al Brennero. «Con i colleghi di Austria e Germani abbiamo affrontato il grande problema degli arrivi: se si riducono questi si risolvono anche i problemi minori interni tra le nazioni, potremo lavorare poi fra i popoli, come è nostra intenzione». E nell’agenda degli appuntamenti, Salvini ha in programma anche un incontro con il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb.
Anche Seehofer benedice l’«alleanza dei volenterosi»: sottolinea che «la questione di chi riceve asilo in Europa» non dovrebbe essere decisa dai trafficanti di esseri umani, ma da «governi democraticamente eletti» e torna a chiedere dei «centri per profughi fuori dai confini dell’Ue».
Il governo è in alto mare. Sui barconi parla a tre voci
Massimiliano Scafi - Gio, 12/07/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 52305.html
Salvini insiste per la chiusura dei porti, Moavero per la linea del Colle e i grillini tentennano. Conte sconsolato
Houston abbiamo un problema. Sentite che dice Matteo Salvini, ministro dell'Interno: «Li farò scendere dalla nave soltanto quando i dirottatori e i violenti saranno in manette.
Voglio sapere nomi e nazionalità. Quelli non sono profughi, ma delinquenti, e per loro non c'è un albergo ma la galera». Poi ascoltate Elisabetta Trenta, ministro della Difesa: «Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa, una famiglia che arriva a mettere un figlio sopra un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata». Tilt.
Contrasti? Macché. Crepe? Ma dove? No, non ci sono «screzi», né liti, assicurano da Palazzo Chigi, ma solo «ruoli diversi», perciò chi parla di due linee nel governo, sbaglia. A dire il vero sull'immigrazione le linee sono almeno tre. C'è quella nota, dura e al momento piuttosto popolare, incarnata da Salvini, che vuole «stroncare il traffico di esseri umani». Poi quella classica europeista, rappresentata da Enzo Moavero, molto ben visto a Bruxelles, che si muove di concerto con il Colle. E infine quella, a geometria variabile, dei ministri grillini: all'inizio appoggiavano senza troppi problemi le iniziative del Viminale, ora invece tra i 5s sta emergendo un diffuso malcontento. Il premier Giuseppe Conte, preso in mezzo, fatica a trovare il punto di caduta. Il presidente del Consiglio ha visto Salvini prima di partire per il vertice Nato di Bruxelles. «L'incontro è andato bene. A breve l'Italia prenderà iniziative per dare continuità alle decisioni del Consiglio europeo». Sarà così? Martedì ha tenuto banco il braccio di ferro tra Salvini e Danilo Toninelli. Il vicepremier leghista ha chiuso i porti anche alle navi italiane, impedendo alla Vos Thalassa di toccare terra. Il suo collega alle Infrastrutture però li ha riaperti, consentendo all'unità della Guardia costiera Diciotti di fare rotta verso Trapani. Polemiche, precisazioni e vertici si sono susseguiti per tutta la giornata. «Serve una linea di condotta unica, altrimenti ogni nuova nave di emigranti creerà una nuova emergenza», il commento sconsolato di Conte.
Infatti, passate poche ore, un'intervista della Trenta ad Avvenire riapre la spaccatura. «La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità», sostiene il ministro della Difesa. E ancora: «L'Italia non si gira dall'altra parte, non l'ha fatto e non lo farà. C'è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra e il diritto di arrivare e trovare un lavoro. L'apertura dei mari è una ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere». E Luigi Di Maio le dà ragione: «Non è immaginabile che chiudiamo i porti a una nave italiana».
Più tardi su Facebook la Trenta prova a circoscrivere: «Salvini ed io abbiamo sensibilità diverse. Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci contro. Mi dispiace deludervi, non ci riuscirete!». Chiamiamole «sensibilità» però resta il fatto che negli ultimi giorni la linea dura del Viminale è stata messa spesso in minoranza. «Non vorrei un altro titolo contro Salvini - dice ancora Di Maio -. Non si devono chiudere i porti, ma condivido tutte le perplessità su quanto accade nel Mediterraneo».