Nativi del Nordamerica ed antiamericanismo moderno
Alcune precisazioni per sfatare, anche in modo che molti troveranno antipatico,
parecchi luoghi comuni sul rapporto "pellerossa e visi pallidi".
di Fabio Bozzo
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Una delle leggende storiografiche maggiormente radicate è quella secondo cui i cosiddetti indiani dei territori che oggi compongono Stati Uniti e Canada, fino all'arrivo dei bianchi, vivessero felici in un Eden a contatto con la natura.
In nome dell'antiamericanismo la storiografia di sinistra ci ha sempre presentato i pellerossa come una sorta di hippies fricchettoni, mezzi nudi in nome dell'amore libero e perennemente "in botta" di droghe naturali. A sua volta la storiografia di estrema destra (altrettanto antiamericana di quella sinistroide) nobilita i pellerossa come fieri guerrieri un po' anarcoidi e sempre mezzi nudi, ma stavolta per mostrare muscoli e cicatrici (aggiungiamo che sul "machismo nudista" di parte dell'estrema destra ci sarebbe da approfondire qualche aspetto...).
Ovviamente si tratta di due immagini false e tendenziose, che tra l'altro non rendono giustizia alle popolazioni precolombiane del Nordamerica.
Visto che i lati positivi delle genti in questione sono stati esaltati a più non posso e mostrati ad nauseam da un cinema hollywoodiano agiografico ai limiti del ridicolo, cerchiamo di valutare onestamente anche gli elementi negativi. Per molti sarà un esercizio antipatico e fuori dagli schemi, ma proprio per questo da incastrare a buon diritto nelle caselle dell'obbiettività storica.
Partiamo dal presunto ecologismo dei pellerossa, contrapposto alle devastazioni dei cattivi uomini bianchi, tema su cui sinistra ed estrema destra hanno consumato fiumi di buon inchiostro e cattive parole. Per smontare questo argomento basti ricordare che le le Grandi Pianure americane divennero tali solo dopo l'arrivo dei precolombiani, prima erano enormi foreste boreali. Perché tale trasformazione? Perché gli antenati dei pellerossa attuarono per generazioni la cosiddetta agricoltura ad incendio: bruciare un tratto di foresta per renderlo fertile grazie alle ceneri, ricavarne un raccolto e poi...passare al tratto di foresta successivo. Il risultato di secoli di tale procedimento è che la parte centrale degli attuali USA si trasformò da rigogliosa foresta ad una steppa di tipo mongolo. Tale "agricoltura", del resto, è la stessa con la quale gli aborigeni hanno desertificato due terzi dell'Australia prima dell'arrivo dei bianchi.
Passiamo alla cosiddetta nobiltà guerriera dei nativi. Decenni di bugie ci hanno inculcato che, a fronte dei bianchi crudeli e traditori, gli indiani erano leali e rispettosi del nemico. Il colmo del ridicolo s'è raggiunto con la storia che lo scalpo sia stata una pratica che i nativi copiarono dagli spagnoli. Partiamo dal presupposto che la tortura era una pratica che i pellerossa applicavano a quasi tutti i prigionieri, così come lo stupro delle donne nemiche e la loro riduzione in schiavitù. Per citare solo un paio di esempi irochesi ed uroni spesso bastonavano a morte i prigionieri, mentre gli apache amavano cospargere i loro di pece e poi bruciarli vivi. I comanches invece solevano deturpare i visi delle donne che stupravano.
Spesso si è detto che tali crudeltà avvennero dopo il contatto coi bianchi, i quali trasmisero parte della loro malvagità capitalista ai pellerossa. Peccato che nel 1978, presso Crow Creek, nell'attuale South Dakota, sia stato scoperto un sito archeologico assai curioso. In breve si tratta di una fossa comune cerimoniale dove circa 500 pellerossa arikara, per lo più donne e bambini, vennero torturati, scalpati, mutilati e fatti a pezzi. Gli studi (Willey P., 1982, Osteology of the Crow Creek Massacre) datano tale scempio al 1325 circa, 150 anni prima dello sbarco di Colombo e 400 anni prima che i bianchi arrivassero in quella regione. Per chi volesse approfondire consigliamo anche Richard J. Chacon (2007) "The Taking and Displaying of Human Body Parts as Trophies by Amerindians".
Passiamo ai morti. Per decenni ci hanno raccontato che i bianchi abbiano attuato uno sterminio scientifico dei pellerossa del Nordamerica. Falso. La maggior parte degli indiani periti tra il 1492 ed il 1890 morirono a causa di malattie alle quali non erano immuni, ma che spesso uccidevano anche i bianchi. Non fu un atto deliberato, fu semplicemente una tragedia umanitaria che la scienza dell'epoca non poteva prevedere né prevenire. Ancora non è chiaro perché le patologie del Vecchio Mondo fossero più virulente di quelle del Nuovo, fatto sta che colera, vaiolo e morbillo (tra le altre) provocarono un'ecatombe. Gli amerindi dal canto loro passarono agli europei la sifilide. Se per quest'ultima malattia nessuno ha il diritto di incolpare i precolombiani il discorso deve valere anche per gli europei nel senso inverso.
Per quanto riguarda le guerre che gli indiani sostennero contro i bianchi bisogna ricordare che intere tribù vennero sterminate da altri popoli pellerossa, i quali si inserirono nelle lotte tra europei. Del resto se i bianchi francesi ed inglesi, piuttosto che inglesi e coloni americani, si combatterono tra loro risultano logiche le divisioni anche tra i pellerossa. Da ricordare che l'istituzione delle riserve indiane da parte degli Stati Uniti venne concepita per assegnare un territorio alle tribù sconfitte, con l'obbiettivo di civilizzarle nel senso occidentale del termine. Le guerre tra indiani invece, come visto, si concludevano con lo sterminio e la tortura degli sconfitti.
Concludiamo con qualche numero, freddo ed apolitico. Limitandoci solo gli USA i più recenti studi (Snow, D. R.,1995, "Microchronology and Demographic Evidence Relating to the Size of Pre-Columbian North American Indian Populations" e Bruce E. Johansen, 2006, "The Native Peoples of North America. Rutgers University Press") stimano il numero dei pellerossa "statunitensi" prima del contatto coi bianchi a circa due milioni e centomila persone. Tale numero progressivamente crollò. Secondo il censimento federale USA del 1890 i pellerossa erano 248.000. Da allora il loro numero è continuamente aumentato grazie alle cure moderne, alla maggiore istruzione ed all'inserimento dei nativi nel sistema sociale occidentale. Insomma grazie alla civiltà. Il risultato è che il censimento del 2010 ha registrato 2 milioni e 932.248 indiani purosangue, a cui vanno aggiunti altri 2 milioni e 288.331 persone di sangue parzialmente pellerossa. In breve oggi ci sono più indiani di quanti non ce ne siano mai stati. Ciò dimostra che in Nordamerica non vi stato alcun genocidio dei popoli precolombiani da parte dei bianchi, che avrebbero potuto attuarlo, ma semplicemente (e giustamente) non hanno voluto.
Commenti
Dante Jury Calzolari
Un'altra idiozia riguarda il commercio degli schiavi in USA. I bianchi non facevano schiavi uomini liberi ma comperavano schiavi dai capi tribù in cambio di collanine !! Liberia e uno stato dove gli africani di ritorno in Africa liberi avrebbero dovuto vivere liberi e civilmente. Visto come è finita ? Nessun africano intelligente è tornato in Africa... Ancora oggi in Africa esiste la schiavitù...
Marcello Placci
L'eterno mito del "Buon selvaggio" di rousseau che risalta sempre fuori...
Riccardo Martines
Interessante articolo che conferma in pieno ed argomenta in maniera completa alcuni miei interventi riguardo il cosiddetto genocidio dei nativi americani. Ho molto apprezzato, non solo la precisione, ma soprattutto la sintesi.
Paolo Mauri
Sulla desertificazione dell'Australia avrei da obiettare: fonte? Perché i deserti, oltre che ad esistere a latitudini determinate per particolari condizioni di circolazione globale, hanno anche bisogno di condizioni locali macroscopiche (insolazione, tasso di evaporazione, altezza media falda, venti, tipologia del drenaggio superficiale ecc). Per il resto ottima ricerca. Germano D'Auria e Stefano Beccardi leggete!
Fabio Bozzo
prima dell'arrivo degli aborigeni l'Australia era divisa in tre macroaree vegetali: foresta pluviale nell'estremo nord, una sottile fascia erbosa centrale e foresta boreale al sudovest. L'agricoltura ad incendio ha creato l'enorme zona desertica centrale. Certo ci sono voluti secoli e secoli...
Paolo Mauri
D'accordo, ma c'è una fonte da consultare? Uno studio paleoambientale, almeno paleoantropologico.
Stéphane Maurice
Interessante,comunque debbo ricordare che i pellirossa non erano coltivatori ma cacciatori e raccoglitori, difatti una delle scuse utilizzate dai coloni per convincere la madre patria a lasciar loro carta bianca per acquisire territori da sfruttare,mentre le morti di malattia venivano provocate dagli europei scientemente,quando facevano gli scambi i coloni davano loro coperte infette!!! Per il resto si deve ricordare che molti pellirossa erano eredi delle culture precolombiane che erano penetrare in quei territori, quindi non c'era da attendersi riti pacifici ne miglior trattamento coi nemici!
Antonello Cervello
Stephane Maurice ma dai come le conservavano per gli indiani le coperte infette?? E quindi per i riti precolombiani ereditati andavano capiti e scusati da provetti storici e psicologi politicamente corretti!
Stéphane Maurice
Storia Verità non sarebbe la prima volta che le usavano,comunque liberi di crederci o meno,se volete potete continuare a pensare che gli europei fossero buoni e andati a portar loro i vantaggi del progresso,
Riccardo Martines
Io non capisco... A scuola mi hanno fatto tradurre il De Bello Gallico, ove Cesare racconta, per filo e per segno, la conquista della Gallia. Ebbene, ad ogni pie' sospinto, Cesare elenca con precisione i numeri dei nemici uccisi, feriti, presi prigionieri e fatti schiavi. Nessuno ha mai detto quanto fossero cattivi e perversi i romani. Lo stesso vale per quanto riguarda la guerra di Troia, o - che so? - le conquiste che hanno generato gli stati nazionali in Europa e in tutto il mondo. Le conquiste non sono mai state circostanze fondate su "posso entrare?" e "prego s'accomodi!". I barbari conquistarono Roma a forza di fendenti, frecce ed accettate... Certo i bianchi in America hanno fatto ciò che hanno potuto e voluto, questo è vero, tuttavia non si può certo affermare che i nativi americani, in particolare nel Nord, siamo stati particolarmente flessibili, pur con tutte le eccezioni.
Al Damar
Articolo farlocco e pieno di falsità. Una su tutte è che gli indiani delle pianure (Wyoming, Montana, Dakota ecc) non praticavano l'agricoltura. Erano nomadi e vivevano esclusivamente di caccia. Gli agricoltori stavano molto più a sud (Arizona, New Mexico ecc..).
Storia Verità
praticavano l'agricoltura DOPO che le foreste centrali vennero trasformate in grandi pianure. Inoltre le Grandi Pianure erano pressoché spopolate finché i nativi non appresero l'uso del cavallo dagli spagnoli arrivati dal Messico.
Al Damar
Certamente non erano zone densamente popolate, ma esistono siti archeologici che testimoniano la presenza di " pellerossa" ben prima del 1492, nelle aree delle Black Hills(Wyoming, Montana). Erano nomadi, ma seguivano sempre gli stessi sentieri periodicamente, e hanno lasciato tracce permanenti. E prima del cavallo si muovevano a piedi usando i cani come animali da soma
Al Damar
E chi avrebbe trasformato le foreste in pianure? Le fonti grazie
Romano Campagnolo
Storia Verità è vero, ma bisogna anche risalire un po' indietro, a migliaia di anni prima. All'origine delle trasmigrazioni glaciali, inter e trans-glaciali, attraverso o accanto alle Aleutine, dalla Siberia all'Alaska e poi al Canada, ecc. non passarono solo gli umani, ma anche i cavalli. Ne sono stati trovati scheletri dai paleontologi in vari siti. Solo che i nativi non intuirono l'utilità dell'addomesticamento (come invece accadde in Africa ed Eurasia), ma, data la loro attività prevalente di caccia, raccolta ed agricoltura primordiale, preferirono mangiarseli come facile preda, sino alla loro estinzione. Gli spagnoli rappresentarono la loro seconda chance e colsero l'occasione!
Fonti: l'ultimo che ho letto, Jared Diamond, che non è uno scienziato, ma pur sempre uno stimato divulgatore; in alcuni capitoli del suo ultimo lavoro parla proprio di ciò. https://it.wikipedia.org/wiki/Armi,_acciaio_e_malattie
Altra fonte il Museo Nazionale di Città del Messico che dedica un'intera grande sezione paleontologica a questi argomenti, con date, carte, percorsi, flussi, ecc.
Al Damar Romano
Campagnolo tutto giusto
Andrea Cavallini
Claude Levy Strauss racconta di come gli autoctoni del Brasile utilizzassero, ancora negli anni 30, un'agricoltura del tipo mordi e fuggi che aveva portato alla deforestazione di una gran parte dei territori da lui visitati. Probabilmente i nativi americani avevano "tecnologie" simili.
Tommaso Labarile
Articolo di dominella Trunfio. Come se io scrivessi un pezzo sulla fusione nucleare...
Simone Colzani
Certi massacri dei nativi amerindi mi ricordano quelli biblici, con YHWH che ordina ai suoi accoliti lo sterminio di tutti i nemici, tranne le donne senza figli. Pure i Celti, come narra Cesare, non andavano per il sottile con i prigionieri di guerra, bruciandoli come sacrificio per gli dei. In tempi più moderni, gli Etiopi di Menelik attuarono il massacro sistematico dei loro vicini (e anche di qualche sventurato italiano) con modalità molto simili a quelle riportate, ma certa storiografia ricorda parzialmente la disavventura coloniale italiana ...
Stefano Pasinato
Fatemi capire, la conclusione è che in pratica dovrebbero ringraziare chi li ha invasi.
Riccardo Martines
L'errore che spesso noi facciamo è quello di decontestualizzare i fatti storici, guardandoli con la nostra mentalità del XXI secolo. Il mondo, nei millenni, è sempre stato un continuo sovrapporsi di invasioni e dominazioni, l'unica differenza tra l'antichità ed i tempi più moderni la fa solo la comunicazione, tanto di chi ha vinto, quanto di chi ha perso.
Mario Ricco
Alcune precisazioni : gli amerindi furono sterminati dalle epidemie portate dai colonizzatori, che a loro volta erano sopravvissuti alla grande peste del quattordicesimo secolo. L'immunità nasce dal contatto con gli animali e dalla domesticazione, senza gli animali, che sono quelli che ti passano le malattie, il sistema immunitario è piu debole. Fonte Jared Diamonds , armi acciaio malattie. Seconda precisazione : l' uso del fuoco come landscape design per la caccia e riforestazione, è accertato per le popolazioni amerinde. La quantità di CO2 sparsa nell' atmosfera dagli incendi è stata rilevata e analizzata ed è causa della microglaciazione tra alto medievo e inizi della etè moderna. Fonte Scott , against the grain
Alessandro Costantino
Niente di piú e niente di meno dell'ennesima scureggia revisionista. Gli USA sono nati sulla base di un genocidio. E questo é un dato inequivocabile. Il resto, selvaggio buono o cattivo, ecologista o meno, sono puttanate irrilevanti. Anche se per assurdo gli indiani d'america fossero stati tutti dei criminali pedofili cannibali, ció non vuol dire che la pulizia etnica perpetrata dai pallidoni non sia stato un orribile crimine contro l'umanitá.
Alberto Pento
Da quello che mi sembra di sapere, che veramente so e non so, mi pare:
che i bianchi nell'America del Nord abbiano incominciato ad arrivare alla fine del 1400 (la scoperta convenzionale dell'America è datata nel 1492) e che per almeno 2, 2,5 secoli (1500-1600- parte del 1700) non vi siano stati grandi conflitti, grandi guerre, stermini e massacri (a parte il Massacro indiano del 1622), per lungo tempo i nativi pellirossa di allora non hanno avuto violenti moti di rigetto, non hanno respinto e sterminato i bianchi (migranti invasori), non si sono coalizzati tra loro per fare un fronte unico di resistenza per respingere/impedire ogni altro sbarco di migranti europei cacciandoli o sterminandoli (a parte il Massacro indiano del 1622 https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_indiano_del_1622 ).
Per almeno cento anni nella vasta e non del tutto abitata America del Nord, i migranti bianchi dall'Europa giunti nel corso dei secoli a decine di migliaia, abbiano colonizzato prevalentemente le coste e le aree interne raggiungibili navigando i grandi fiumi e convissuto quasi pacificamente con i nativi amerindi dell'entroterra.
Poi quando i nuovi venuti si sono ben insediati e sono cresciuti di numero, dopo almeno un secolo, è sorto/esploso il conflitto mal gestito da ambo le parti, tra i due "mondi civiltà" quella stanziale e moderna europea (agricola, artigianale/industriale, commerciale e intercontinentale) che si andava consolidanto e quella preistorica e nomadica amerinda con tutta la sua "naturalità" e tutti i suoi limiti antropologici, culturali, politici, rispetto all'evoluzione del resto del mondo rappresentato dai migranti/invasori/colonizzatori europei.
Sicuramente i bianchi europei hanno fatto prevalere prepotentemente la loro superiorità e talvolta abusato danneggiando i nativi pellirossa, qualche pecca ce l'hanno anche i nativi che non hanno saputo prima aggregarsi politicamente tra loro per formare un fronte unico e secondo perché non hanno saputo adeguarsi/integrarsi al nuovo mondo che si andava inesorabilmente formando;
poi va detto che anche i bianchi europei migrati nei secoli nell'America del Nord, come esseri umani hanno acquisito gli stessi diritti alla terra americana dei nativi giunti dall'Asia dopo dell'inizio della deglaciazione di Würm; certo sarebbe stato meglio se vi fosse stata una fusione/integrazione reciproca con meno conflitti, guerre e stermini, purtroppo ovunque al mondo le cose non sempre si sviluppano pacificamente.
Infine va ricordato che nell'America del Nord, in particolare negli USA sono giunti nei 2 secoli successivi (1800-1900) migranti da tutto il mondo, da ogni continente, da ogni paese della terra e di ogni colore, spinti dal sogno americano, dalla speranza, dalla miseria, dalla persecuzione (e anche attraverso la deportazione schiavista dall'Africa) e che gran parte di loro ha trovato buona vita. Oggi gli USA sono il più grande e potente paese del mondo, tra i più civili e democratici e in esso vi sono rappresentati e incarnati tutti gli uomini della terra.
Certamente è stato un processo lungo secoli, non privo di conflitti con spargimento di sangue, con prepotenze, abusi, ingiustizie, inutili ostilità e incomprensioni, però è stato anche un mondo nuovo che ha dato speranza e futuro a milioni di uomini di tutta la terra; questa è la storia della vita bellezza e non si può tornare indietro ma solo andare avanti e migliorare facendo tesoro degli errori del passato.
Si può fare un parallelo con quanto accaduto in Europa intorno all'anno zero dell'era cristiana:
nell'anno 9 d.C. l'espansione coloniale e imperiale romana nell''area continentale germanica fu fermata per sempre a Teutoburgo dal germano Arminio che avendo conosciuto per bene i romani e comprese le loro intenzioni espansionistiche, preventivamente organizzò la trappola di Teutoburgo dove l'esercito romano fu attirato, accerchiato e sterminato; evento che pose termine per sempre all'espansione colinial-imperiale romana a nord del Danubio e a est del Reno.
I pellirossa non fecero preventivamente altrettanto con i nuovi venuti bianchi dall'Europa che così questi poterono insediarsi e crescere acquisendo con il tempo e naturalmente gli stessi diritti nativi dei pellirossa che furono vinti dalla prorompente espansione coloniale e civile dei migranti europei, nei decenni e nei secoli naturalizzatisi americani.
Sullo sterminio per trasmissione di malattie o contagio epidemico che avrebbe ridotto grandemente le popolazioni native americane, all'arrivo degli europei, vi è da dire che anche gli europei, lungo i millenni sono stati sterminati da numerose epidemie e contagi portati da altri continenti, in particolare dall'Asia e dall'Africa, da migranti regolari, da migranti invasori, dalle navi,
si pensi:
http://www.nationalgeographic.it/scienz ... la-2350296
Peste di Giustiniano 542 d.C. 100 milioni di morti circa
Peste nera 1346/1350 d.C. 50 milioni di morti circa
Guerre indiane
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_indiane
Le guerre chickamauga furono una serie continua di conflitti che iniziarono con il coinvolgimento dei Cherokee nella rivoluzione americana e si prolungarono fino al tardo 1794. Chickamauga era il nome con il quale venivano identificate le tribù che seguirono il capo-condottiero Dragging Canoe verso sud-ovest nell'area dell'attuale Chattanooga, in Tennessee. I primi luoghi a essere soggetti agli attacchi indiani furono le colonie lungo i fiumi Watauga, Holston e Nolichucky, la vallata di Carter nel nord-est del Tennessee così come altri insediamenti nel Kentucky, in Virginia, in Carolina e in Georgia. La tipologia degli attacchi spaziava dalle piccole incursioni di qualche gruppo di guerrieri a vere e proprie campagne composte da 500 a oltre 1.000 combattenti.
Le campagne condotte da Dragging Canoe e dal suo successore John Watts vennero spesso condotte congiuntamente a quelle del nord-ovest. La risposta armata dei coloni vide la completa distruzione di villaggi cherokee anche in aree pacifiche, senza riportare comunque un elevato numero di perdite da ambo le parti. Le guerre continuarono fino al trattato di Tellico Blockhouse nel 1794.
Massacro indiano del 1622
https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_indiano_del_1622
Il massacro indiano del 1622 (anche conosciuto come il massacro di Jamestown) avvenne nella colonia della Virginia, di venerdì santo, il 22 marzo (calendario giuliano) 1622 (1º aprile nel calendario gregoriano). Circa 347 persone furono massacrate nell'attacco (quasi un terzo della popolazione inglese di Jamestown), uccise da una serie di attacchi a sorpresa coordinati dalla Confederazione Powhatan comandata da capo Opechancanough.
Jamestown costituiva uno dei primi insediamenti inglesi di successo nel Nord America del 1607, e fu la capitale della colonia della Virginia. Benché la stessa città di Jamestown fosse stata risparmiata grazie ad un tempestivo allarme dell'ultimo minuto, molti piccoli insediamenti erano stati fondati lungo il fiume James, sia a valle che a monte e su entrambe le sponde. Gli assalitori uccisero uomini, donne e bambini e bruciarono le case e i raccolti.
La città di Henricus costituiva una tra le più progredite delle piccole comunità che sostennero il peso maggiore degli attacchi, molte di esse furono abbandonate dopo i massacri.