L'etnorasixmo contro i veneti:Toscani, Balàso, Formej, Steła

L'etnorasixmo contro i veneti:Toscani, Balàso, Formej, Steła

Messaggioda Berto » mer feb 04, 2015 6:37 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » mer feb 04, 2015 6:55 pm

Oliviero Toscani insiste: «L'alcolismo è nel vostro Dna»

Il fotografo nella bufera per le frasi sul «popolo di ubriaconi» «In Italia si dà più peso alle stupidaggini che alle cose serie»

http://www.gazzettino.it/NORDEST/PRIMOP ... 1262.shtml

di Paolo Calia
TREVISO - Ci prova Oliviero Toscani a fare retromarcia con il Gazzettino. Definendo i veneti «popolo di ubriaconi» l'ha sparata grossa. E ai veneti le sue parole non sono piaciute per nulla. Alcuni hanno deciso perfino di denunciarlo. E se il suo intento era quello di fare dell'ironia, in pochissimi l'hanno colta.

«Saranno mica questi i problemi per voi veneti - parte subito sulla difensiva - sinceramente non pensavo proprio che una cosa detta in un ambito ironico e dissacrante come la Zanzara potesse avere questo effetto. Ma ormai in Italia va così: si dà più peso alle stupidaggini che alle cose serie».

«Alla Zanzara tutto è nato da una mia affermazione su Salvini. Ho detto che ogni volta che lo sento alla radio o alla televisione mi sta sulle palle anche il suo accento, lombardo come il mio. E poi ho fatto una fotografia dei dialetti di varie parti d'Italia». E tra le decine di dialetti da cui attingere ha pescato, guarda un po’, il veneto: «Senta, non è una cosa così clamorosa dire che il veneto, nel suo dna atavico, ha una parlata strascicata, dolente, da alcolizzati. Insomma è così!».

«Ma insomma - riparte - volete negare che questo legame ci sia? Vuole che le tiri fuori le statistiche di inizio Novecento quando ai bambini veneti si dava il vino fin da piccoli? Ma poi non dimentichiamo che tutto questo l'ho detto in un contesto come la Zanzara, ironia pura. Se dicevo che i veneti sono tutti sobri, e non toccano il vino ​ho l'impressione che si sarebbe arrabbiata ancora più gente. Mi scuso con chi non ha capito l'intento ironico. Ho ricevuto messaggi di tante persone arrabbiate, ma anche di chi mi ha fatto i complimenti perché, nell'ironia, un po’ di verità c'è. E sa cose le dico? Chiederò scusa scrivendo un libro con tutti gli insulti ricevuti dai veneti, mettendo nomi e cognomi».
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » mer feb 04, 2015 6:55 pm

Se łi muxlim łi copa 10 omani par na cargadura de Maometo (e łi cata anca coalke matuco kel ghe da raxon), cosa ghemo fa farghe naltri veneti a sto ensemenio, kel ga ofexo 4milioni de veneti? Ghemo da cavarghe la pełe co ła ronkołeta da bruscar łe vixełe, ghemo da dargheło a coełi del'ISIS ke łi ło entercołe par benin, ghemoi da xlongarghe e engroparghe ła łengoa, ghemo da portarlo en te on xoo e lasarlo łigà na setimana anseme co on goriła en calor kel se ga ciapà sensa femena (come ente la canson de De Andrè)?
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » mer feb 04, 2015 7:55 pm

Oliviero Toscani, il vino e i Veneti: sete di....fama!
https://www.youtube.com/watch?v=EFzPiXj ... e=youtu.be


IL VENETO SECONDO OLIVIERO TOSCANI
https://www.youtube.com/watch?v=lWocD7wLMWg
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » gio feb 05, 2015 8:41 am

El crinto e Balàso.

https://www.facebook.com/natalinobalasz?fref=nf

Mi fa un po' ridere Oliviero Toscani che generalizza dicendo "i veneti" come se esistessero categorie regionali. I veneti bevono, i liguri sono tirchi, i siciliani sparano. Si, fa ridere l'eccesso, ma d'altronde è di eccessi che si nutre la trasmisssione "la zanzara", in cui non contano tanto i contenuti quanto l'emotività con cui vengono espressi.
Ma mi fanno ancor più ridere tutti i veneti che, indignati, vogliono crocifiggere Toscani reo di sputare sul piatto dei Benetton e di chissà quali offensive affermazioni. Se qualcuno generalizza, beh, è approssimativo, il problema ce l'ha lui, non tu. Nessuno può offenderti se non ti offendi tu. Questi tempi di permalosità, di suscettibilità, di reazioni indignate per una stronzata stanno accecando anche le menti più sveglie.
E adesso mi bevo un bicchiere di Clinto, che è anche proibito.


Alberto Pento
Ma sto Balàso xabalosà no me par kel se gapie fato tanta maraveja ke li muxlin li se gapie cusì tanto enrabià, par do vignete so Maometo, da copar on mucio de omani ... o li muxlim li po enrabiarse e copar par gnente e li veneti nò, gnanca da dirghene 4 a sto xbocalon ensemenio da la boca larga cofà na trina (latrina).
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » gio feb 05, 2015 3:56 pm

Ultimatum di Zaia a Toscani: «Scuse pubbliche oppure lo denunciamo»
Il presidente della Regione fa la voce grossa col fotografo che ribatte: «Niente scuse, chi si è offeso ha la coda di paglia»

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PRIM ... 1641.shtml

VENEZIA - Il presidente del Veneto Luca Zaia chiede a Oliviero Toscani di fare delle pubbliche scuse «sincere e profonde» ai veneti, definiti dal fotografo "un popolo di ubriaconi e alcolizzati", o domani passerà all'avvocatura regionale le sue dichiarazioni affinché siano trasmesse alla magistratura competente.

"Egregio Signor Oliviero Toscani - dice Zaia in una lettera aperta rivolta al fotografo - ho letto le sue dichiarazioni sui Veneti che lei considera tutti 'ubriaconi'. Nell'immediatezza, le avevo chiesto di scusarsi pubblicamente, convinto come sono che a tutti debba essere concessa l'opportunità di rimediare a un errore. Apprendo invece che, non soltanto lei non ha provveduto a scusarsi, ma addirittura rilancia quelle incommentabili dichiarazioni ed, evidentemente per giustificarsi, fa appello al diritto di satira (ma Lei non faceva un altro mestiere?). Siccome non ho evidentemente avuto nei suoi confronti il dono della chiarezza, la invito nuovamente - prima che scadano le 48 ore - a rivolgere le sue scuse a tutto il popolo veneto senza se e senza ma, e soprattutto senza appellarsi di nuovo alla satira, perché la satira - quella vera, quella seria - gioca su tutt'altri accenti ed è molto, molto più raffinata e rispettosa".

"Pretendo - aggiunge Zaia - che le sue scuse siano profonde e sincere, capaci di rimarginare quella ferita che lei ha voluto infliggere a un intero popolo, in un gioco di tristi e non più originali provocazioni che contribuiscono sicuramente a far galleggiare nelle cronache e a imporsi nei titoli dei giornali, ma che lasciano perplessi e attoniti. Non soltanto ha lanciato accuse immotivate, ma in un crescendo di cattivo gusto ha coinvolto nella sua deprimente e penosa affabulazione nonni, padri, madri, generazioni di persone di cui noi veneti andiamo orgogliosi. Non solo quindi contro i viventi, ma anche contro i nostri cari che non ci sono più. Siamo un popolo avvezzo a fronteggiare povertà e difficoltà, sappiamo cos'è la temperanza e abbiamo come virtù principale una immensa pazienza. Ma la pazienza, prima o poi, lascia il posto all'orgoglio. Per cui attenderò pazientemente, per qualche ora ancora, le sue pubbliche scuse, poi domattina trasmetterò all'Avvocatura Regionale tutti gli articoli contenenti le sue dichiarazioni affinché le trasmettano alla magistratura competente".

Dal canto suo il fotografo non molla e non chiede scusa - dopo aver fatto una mezza retromarcia sul Gazzettino - e di nuovo ai microfoni della Zanzara su Radio 24 ribatte in veneto al governatore: «No ga gnente da far, benedetto, se si cura di una stupidata così. Ci rida sopra. E poi alzi la mano un veneto che non ha mai dato del terrone a un italiano del sud. Ditemi un veneto che non ha mai insultato un nero o un immigrato. Vi ricordate di Gentilini?».

Toscani rincara la dose: «Non devo chiedere scusa, non ho detto niente di male - aggiunge - Ci sono anche ricerche e statistiche. Il Veneto era una regione poverissima e l'unica ricchezza era la medicina, il vino e la grappa che si dava anche ai bambini per curarli. Un alcolismo atavico». «Chiedo scusa per loro - dice ancora Toscani ironicamente - per quelli che non hanno capito la satira». «Non penso di aver offeso nessuno - spiega ancora il fotografo - ho detto una cosa banale e scontata, un po' di senso di humor, dai. Una volta era un popolo che rideva, adesso hanno la coda di paglia. Forse si sono offesi perché quello che ho detto è un pò vero. Ho letto anche che dovrei sciacquarmi la bocca, sì ma col prosecco». Poi sul fatto che Toscani ha lavorato tanto tempo con aziende venete, il fotografo risponde: «Che storia questa. Ho lavorato e se non fossi stato bravo non mi avrebbero pagato. Li ho fatto diventare famosi, anche per prodotti in cui i veneti non sono forti. Ho lavorato seriamente, cosa devo ringraziare?».

E al contempo Toscani rilancia le sue posizioni su Twitter: "I veneti che si incazzano per quello che ho detto hanno la coda di paglia".
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » gio feb 05, 2015 11:06 pm

Verona, "veneti tutti ubriaconi", Toscani si scusa con Zaia. "Ma dentro di me confermo tutto"

"Come voi ho la naturale voglia di non pagare le tasse, di tenere tutto, di non essere solidali, di essere intolleranti, di mettere i cani da guardia". Il presidente veneto si riserva il dirito di accettarle dopo il sondaggio: "Per voi sono scuse queste?"

http://www.veronasera.it/cronaca/olivie ... -2015.html

Verona, "veneti tutti ubriaconi", Toscani si scusa con Zaia. "Ma dentro di me confermo tutto"

Queste "le considerate scuse ai veneti?". È la domanda-sondaggio che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha postato sui suoi profili Twitter e Facebook, invitando i suoi sostenitori a leggere la lettera inviatagli da Oliviero Toscani, ultimo capitolo della querelle aperta dalle dichiarazioni del fotografo-pubblicitario sui veneti "popolo di ubriaconi e alcolizzati". Zaia ha fatto sapere che deciderà se ritenerle scuse sulla base delle risposte che saranno date al suo "sondaggio" online. Intanto fioccano polemiche e querele. L'ultima, indirizzata a Toscani è quella che sarebbe stata depositata dell’Associazione culturale "Veneto Nostro - Raixe Venete". "Dopo le assurde quanto mai offensive opinioni sui veneti espresse nei giorni scorsi dal signor Oliviero Toscani - spiega una nota dell'associazione - annuncia un'azione legale con relativa richiesta danni".

In occasione di un'intervista radiofonica al programma "La Zanzara" su Radio24, il noto fotografo aveva più volte apostrofato i veneti come "tutti ubriaconi", "un popolo di alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri" e ancora "Poveretti i veneti, non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l'accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino". Ora l'associazione passa al contrattacco: "Di fronte a tante e gratuite offese abbiamo dato mandato al nostro avvocato di Padova di procedere con una richiesta danni" e tramite appello invita "tutti i propri iscritti, amici, simpatizzanti e, in generale, i veneti tutti a costituirsi parte civile in questa azione legale promossa da Raixe Venete".


LA LETTERA DI SCUSE DI OLIVIERO TOSCANI A LUCA ZAIA

Caro Signor Presidente,

Le scrivo con l’ansia e la fretta del Suo ultimatum di 48 ore che pende sulla mia testa. Deve riconoscere, Presidente, che persino le ingiunzioni dell’Isis lasciano 72 ore alla risposta. Premesso ciò, le dico che ho una cosa in comune con la lega: l’amore per le cose colorite. Sono leghista atavicamente, essendo lombardo. Ho anch’io, dentro di me, le due anime tipiche dei padani, che sotto l’illuminismo di Cesare Beccaria e Pietro Verri nascondono questo sentore del latte vaccino (che è l’alito della lega) e di quel localismo rurale che è fatto di terra, di cielo, di laghi, di nuvole, di paesaggio, di cibo, di vino; ma anche di naturale voglia di non pagare le tasse, di tenere tutto per sé, di non essere solidali, di essere intolleranti, di mettere i cani da guardia ai cancelli di ferro battuto della propria villetta a schiera, per azzannare chiunque sia diverso: “Va ben el mat in piaza, ma che non sia dea mia raza”.

Purtroppo, da tanti anni, io non sono più completamente della Vostra “Razza”, deve capire che io ormai sono toscano di fatto, oltre che di nome, e sono sicuro che se avessi fatto questa battuta ai miei conterranei, saccenti e saputelli come siamo, mi avrebbero subito citato Baudelaire e il suo “Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre!”. Perché proprio così, siamo noi Toscani, sempre ubriachi di virtù, di poesia, di bellezza. E di vino. Però, il Vostro linguaggio, mi piace ancora, perché è eccessivo, iperbolico, espressionista, colorato; un linguaggio che morde e non accarezza, in una parola sola: un linguaggio, secondo me, atavicamente ubriaco. Quindi chiedo ancora scusa a Lei, che è il Presidente di tutti i Veneti astemi, degli alcolisti sobri e dei bevitori moderati per il linguaggio un po’ leghista che ho usato per fotografare i miei simpatici amici del Veneto.

Nella sostanza, però, dentro di me, confermo tutto. Perché c’è un rapporto forte tra territorio, aria, fuoco, odori, saperi e sapori, sapori veneti come la polenta, il fegato alla veneziana, il baccalà alla vicentina, risi e bisi, il risotto alla trevigiana, e le bolle acide del Prosecco, l’alcolicità dell’Amarone, la tossicità del Clinto, la bella incosistenza del Valpolicella, il tannino del Recioto di Soave, l’amarezza del Bardolino, l’asciuttezza del Pinot, il verdognolo del Verduzzo. Caro Presidente, ogni volta che La vedo, scorgo nella Sua faccia la gentilezza sotto l’asprezza, e l’asprezza sotto la gentilezza. Quindi, mi scusi e scusatemi. Sono sicuro che, questa volta, la Sua gentilezza e quella di tutti i Veneti prevarrà, sicuramente mi perdonerete, invece di perdere tempo, denaro, energia e simpatia nelle infinite vie legali. La ringrazio e ringrazio tutti i Veneti, sperando di incontrarvi presto per una fantastica bevuta alla salute dell’Italia Unita.


Ke ensemenio!
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Re: L'etnorasixmo del mona de Toscani

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 12:29 pm

Oliviero Toscani e le offese ai veneti - Un pasticcio geografico da risolvere con le scuse
A «La zanzara» su Radio24 ha detto: «I veneti sono un popolo di ubriaconi. Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri».
Il presidente del Veneto: «Chieda scusa»
di Beppe Severgnini

http://www.corriere.it/cronache/15_febb ... 7b1b.shtml

Si chiama Toscani, è lombardo e ha fatto incavolare i veneti: bel pasticcio geografico. A «La zanzara» su Radio24 - il programma dovrebbe chiamarsi «Il ragno», visto quanti ne cattura nella sua rete - ha detto: «I veneti sono un popolo di ubriaconi. Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri (...) Poveretti i veneti, non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino (...) Basta sentire l’accento: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino».

Perché lo ha fatto? Pensava di essere spiritoso. «Era una battuta divertente. Se gli unici a non divertirsi sono alcuni veneti, mi dispiace».
Divertente? Mettiamola così: il fotografo Oliviero Toscani è più bravo con gli occhi che con la lingua. E l’umorismo sballato è un’aggravante, non un’attenuante. Infatti, in Veneto, sono partite proteste, querele, class action, dichiarazioni politiche (quelle non mancano mai).

Significa che è vietato scherzare su nazioni, regioni, città? Certo che no. Vuol dire, come sostiene la correttezza politica, che «i caratteri dei popoli sono un’invenzione, ed esistono solo le persone»? Macché. Gli ambienti - la storia, la geografia, l’economia, la cultura - condizionano i comportamenti. Esiste un comun denominatore tedesco, come esiste un comun denominatore americano, russo, italiano. Chi lo nega è in malafede. E tra noi italiani esistono i lombardi, i toscani, i siciliani. I primi tendono all’entusiasmo, i secondi alla tattica, i terzi all’attesa. Come Berlusconi, Renzi, Mattarella.

Come riassunto dell’elezione del presidente della Repubblica, vi piace? O è banale? Be’, comunque nessuno s’è offeso: non a Milano, non a Firenze, non a Palermo. Per un motivo semplice: lombardi, toscani e siciliani mi piacciono. Mi piace il fatto che esistano italiani diversi. E s’è capito anche in poche righe.

Cosa sto cercando di dire? Una cosa semplice. Mai parlare, mai scrivere, mai giudicare pubblicamente un popolo, se non gli vuoi bene. Mai scegliere l’umorismo se non sei certo di saperlo maneggiare. L’ironia è la sorella laica della misericordia; il sarcasmo, il fratello odioso dell’intelligenza. Una sintesi affettuosa è consentita, gradita e utile. Una generalizzazione acida è inopportuna, sgradita e insidiosa. Oliviero Toscani, che non è né cattivo né sciocco, dovrebbe averlo capito. Chieda scusa e finiamola qui. Ostrega!
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Re: L'etnorasixmo de kel mona de Toscani

Messaggioda Berto » gio feb 12, 2015 8:45 pm

Toscani endagà:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpg


Leje Mancino
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino

L'art. 1 ("Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi") dispone quanto segue: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, [...] è punito:

a) con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni."

L' art. 2 ("Disposizioni di prevenzione") stabilisce che "chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" come sopra definiti "è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da lire duecentomila a lire cinquecentomila." Inoltre lo stesso articolo vieta la propaganda fascista e razzista negli stadi, disponendo che "è vietato l'accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli" di cui sopra. "Il contravventore è punito con l'arresto da tre mesi ad un anno."

L'art. 4 punisce con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000 "chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni."
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Etnorasixmo contro i veneti: Toscani, Balàso, Formej

Messaggioda Berto » mer apr 29, 2015 8:40 pm

Il razzismo di Formigli contro i veneti (on ensemenio de napoletan)

"Piazzapulita" manda un servizio da Albettone, dove il sindaco ha ideato il "divieto di sosta" per i nomadi. È un bozzetto del veneto come Rambo compulsivo e fascista per natura. Una caricatura che scorda totalmente il concreto uomo d'impresa e di capannone, che ormai non regge più al saccheggio fiscale...

di Giovanni Sallusti

http://www.lintraprendente.it/2015/04/i ... o-i-veneti


Il razzismo si dice in molti modi, e quello fintamente cronachistico scelto da Corrado Formigli e dalla sua squadra ieri sera, a Piazzapulita, è persino peggiore di altri. Razzistico. Non si può chiamare altrimenti, il reportage mandato in onda durante il programma da Albettone, “profondo Veneto”, come direbbero Formigli e i suoi con indulgenza paternalistica (che poi è una delle tante maschere del razzismo). Il paesino in cui il sindaco Joe Formaggio, senz’altro sull’orlo del pittoresco, ma non è obbligatorio essere tutti pettinati e giornalisticamente corretti, piazzò davanti al municipio l’ormai celeberrimo, perché stigmatizzato in qualunque cenacolo radicalchic, divieto di sosta per i nomadi. Da lì parte un giro di interviste e di ritratti improvvisati, ma raccordati secondo le studiatissime regole letterarie del buon climax ascendente, che via via compongono “il” Veneto, il tipo (sub)umano del Veneto, come sparatore compulsivo, immaturo Rambo di provincia col colpo eternamente in canna, ontologicamente salviniano, dunque criptofascista, anzi fascista dichiarato e persino nostalgico dei campi nazisti. Selezione palesemente strumentale degli interlocutori che va a comporre un bozzetto indistinto che sfocia nella caricatura negativa. Che cos’è, se non un atto di razzismo? Intellettuale, ben girato, cesellato per piacere alla gente che piace, ma in quanto tale appunto profondamente razzistico verso l’umanità della serranda alzata e del fatturato striminzito.

Non è venuto nemmeno il sospetto, a Formigli e ai suoi giornalisti, che ci sia anche quel Veneto, anzi che quello sia il Veneto, e che il nostro sempre mancato riconoscimento generi poi anche il bozzetto, in un certo senso obblighi loro a inscenarlo? «Dormo con il fucile sotto il cuscino, perché finché lo Stato non ci protegge continuerò a tenere a casa delle armi», dice Joe Formaggio, e non lo dirà in italiano stilnovista, caro Formigli, ma è la traduzione nel linguaggio di Albettone delle tesi di John Locke, pensa, il padre fondatore del liberalismo. Lo Stato nasce per accordo volontario dei cittadini, che rinunciano a frammenti di libertà perché la libertà di tutti, e quindi quella di ciascuno, sia meglio tutelata che nello Stato di Natura. Se lo Stato viene meno a questa missione basilare, alla sua ragion d’essere e giustificatrice, siamo ripiombati nello Stato di Natura. E la percezione dei veneti è questa, caro Formigli, contano nulla le statistiche e il burocratese del Giornalista Collettivo (a cui costui non rinuncia nemmeno quando è sul posto, quando è sul luogo degli accadimenti), conta che in Veneto sta aumentando vertiginosamente la spesa per la difesa personale, e non sono tutti pistoleri, cari colleghi, spesso è quella gente di capannone che dopo aver dato il proprio sangue allo Stato durate il giorno, gradirebbe non vederlo scorrere la sera, causa latitanza di quest’ultimo.

Mai che facciate una puntata su questo, sul dato che è il vero scandalo veneto. Venti-miliardi-venti di residuo fiscale. Non è il vostro burocratese, è la loro realtà, è il motivo per cui licenziano e chiudono e spesso rivolgono quei fucili contro se stessi, e a volte purtroppo premono il grilletto. Venti miliardi l’anno di tasse spremute da quei capannoni, che non ci ritornano in nessuna forma, nemmeno la più indiretta e welfaristica, sono letteralmente trafugati dal Veneto ogni anno, perché qualcun altro, magari un forestale in Calabria (lasciate stare il razzismo, cari razzisti, è purissima aritmetica: quella Regione ha il triplo delle guardie del Canada, la nazione delle Grandi Foreste) continui a campare con uno stipendio non guadagnato, non sudato, non meritato. Vi piace fare gli europeisti, esimi colleghi. Perfetto, giochiamo. La Catalogna ha un residuo fiscale attivo di circa 10 miliardi, la Baviera vede volatilizzarsi verso Berlino circa 3 miliardi. Entrambe le popolazioni la giudicano una rapina inaccettabile, tanto da chiedere forme spinte di autonomia, o addirittura l’indipendenza. Il Veneto è, insieme alla Lombardia, il grande granaio a disposizione del saccheggio della Repubblica, da quando esiste la Repubblica. Riflettete una buona volta su questo, andate oltre i bozzetti e le eccentricità personali, quando quel piccolo imprenditore che visibilmente lavora fianco a fianco coi suoi dipendenti (tra cui uno rumeno) vi dice «Ci hanno fatto diventare razzisti…» ascoltatelo, chiedetevi perché si sentono così, anche se sbagliassero, non saltate subito al busto del Duce custodito nell’ufficio personale, dove per definizione chiunque custodisce quel che gli pare.

Ancora, a proposito dell’endemico fascismo veneto (cinque veneti cinque fascisti, su, caro Formigli, non ti sei messo la mano sulla coscienza di fronte a una statistica palesemente bislacca rispetto a un onesto racconto del reale?): semplicemente, non esiste. O meglio, esiste solo nei vostri salotti, romani o milanesi che siano, non esiste in Veneto. Non solo ieri terra comprovata di Resistenza (un feticcio che non ci appartiene, ma che evidentemente anche per voi vale a giorni, e a luoghi, alterni), ma soprattutto oggi terra di veraci e anarchici istinti federalisti, autonomisti, dichiaratamente indipendentisti. Il Veneto è la Regione d’Italia più immune alla retorica dello Stato Nazionale, alla sua narrazione unitarista e alla sua pratica centralista, è la meno fascista di tutte. È, invece, una Regione di produttori e d’intraprendenti in proprio, che non ce la fa più a produrre e a intraprendere. E noi non solo non li capiamo, ma li costringiamo nella loro caricatura. Salvo quando c’è da riscuotere.

A ghè na beła difarensa tra el Veneto e Napołi tera nadal de sto Formej. A Napołi come a Roma i bruxa dal bon i canpi dei singani, entel Veneto ancora no ghe né stà bruxà ono. Me domando parké sto ensulso e gnorante napoletan rasista e tałian nol ghe dixe łe sue ai so parenti napołedani so conpareoti. Se pense ai sasinamenti ca ghè a Napoli ke łi xe almanco 10 'olte coełi ca ghè entel Veneto. Sto Formej lè on poro mona de tajan gnorante, cativo e veramente rasista, coverxarlo de merda vera e lasargheło drento on par de dì a saria poco.

Sasinamenti vołontari par rexon, dati ISTAT
http://noi-italia2010.istat.it/index.ph ... 100ind_pi1[id_pagina]=29&cHash=f0bf65667a
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