Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana
Inviato: sab feb 03, 2018 10:43 pm
Il suicidio della cultura occidentale
Adriano Angelini Sut
Conversazione con Giulio Meotti
03/02/2018
http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... ccidentale
Giulio Meotti è giornalista del Foglio e autore di diversi libri di approfondimento politico e geopolitico. “Il suicidio della cultura Occidentale. Perché l’Islam radicale sta vincendo”, pubblicato da Lindau, è il suo ultimo lavoro.
ADRIANO ANGELINI SUT: Partiamo dal titolo, drammatico se vogliamo. E’ davvero così? Tu dici, l’Occidente è ancora forte militarmente ma si è suicidato culturalmente. Ma questo vuol dire una sua schizofrenia interna. E come se ne esce?
GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.
AAS: Perché hai dedicato l’apertura del libro al Festival Burning Man che si svolge ogni anno in Nevada?
GM: Perché l’edonismo è la nuova religione contemporanea e il Burning Man lo celebra senza imbarazzo. Lo spiega bene D.F Wallace nel suo capolavoro, “Infinite Jest”. In occidente sta sorgendo una enorme “classe inutile” dedita soltanto a coltivare il piacere fisico ed emotivo. Ci siamo ubriacati di piacere e di diritti che non sappiamo più nemmeno perché difenderli quando finiscono sotto attacco. Ma come faranno i transumanisti a convincere un miliardo e mezzo di musulmani a dedicarsi alla felicità, all’orgasmo e alla pace dei sensi? E’ lo scontro fra l’Occidente transumanista che vuole costruire qui il suo paradiso e una antica religione che persegue la beatitudine nell’aldilà delle 72 vergini, fra l’“Homo Deus” e la soumission, fra la società del piacere eterno e la civiltà della vita eterna, fra l’edonista e il martire. E’ una obsolescenza culturale che ha partorito un essere umano dal ventre molle, che rifugge dalle sue responsabilità storiche. È la Spagna di Zapatero, che dopo le stragi di Atocha si ritira dall’Iraq e si getta nelle braccia di un nichilismo spaventoso.
AAS: Oggi i paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sembrano gli unici ad aver compreso appieno il pericolo islamista e hanno dato non solo una forte stretta all’immigrazione proveniente dai paesi a rischio radicalizzazione ma al suo interno le destre che si rifanno alla tradizione cattolica sembrano aver riconquistato posizioni (alcune frange, c’è da dire, con posizioni antisemite piuttosto discutibili e pericolose). Per questo, la solita sinistra salottiera, tramite i suoi giornali à la page, li accusa di xenofobia e razzismo. Tu credi che anche l’Italia, uno dei paesi più esposti all’immigrazione, dovrebbe seguire il loro esempio?
GM: Il nucleo di Visegrad si fonda sull’identità, sulla riscoperta delle radici e su una certa sfrontatezza post-comunista allergica al pensiero unico, ieri di Mosca e oggi di Bruxelles. Non vedo questi meccanismi in atto in Italia. Noi siamo un grande bacino di indifferenza. Paradossalmente la battaglia si gioca nei paesi più islamizzati, come la Francia, dove ancora resistono sacche di rivolta intellettuale, nei giornali, nei libri, nella politica, persino fra i cattolici.
AAS: Mi ha colpito, nell’introduzione, l’affermazione dell’ex ministro dell’Istruzione polacca, Ryszard Legutko, che riporto: “L’analfabetismo culturale non ha aperto le menti delle nuove generazioni; al contrario, le ha chiuse a un livello difficile da immaginare anche mezzo secolo fa. La nostra libertà è notevolmente diminuita ma noi, avendo accettato senza riflessione la retorica prevalente, riteniamo che sia cresciuta. L’uomo nuovo non tollera alcun dissenso.” Ecco, io sono molto d’accordo su questo e anche preoccupato. Che mi dici delle nuove generazioni?
GM: I millennials sono i “fiocchi di neve”, una generazione placida e comica che non sa più perché democrazia, stato di diritto, capitalismo e cultura occidentale siano meglio delle alternative. Vogliono “spazi sicuri” che li mettano al riparo dalla concorrenza delle idee. Vivono in una nicchia orrenda di luoghi comuni e di pensiero debole ma che è fortissimo nell’industria culturale.
AAS: Io sono convinto di una cosa. Il nostro stile di vita si difende con l’ordine pubblico e il blocco totale dell’immigrazione e, lì dove serve, qualche bel regime change in stile neocons nei paesi che Trump ha giustamente definito shithole; davanti a noi (e questo è il mio parere) non abbiamo affatto persone ragionevoli e accomodanti, ma eredi dei conquistatori arabi dei secoli scorsi, il cui DNA non è mai cambiato; in una sorta di drammatico stallo evolutivo. Tu pure fai riferimento al fatto che il nostro stile di vita lo difendiamo a chiacchiere. Ci ricordi qualche bell’esempio di chiacchiera?
GM: I concerti al Bataclan di Sting, le candele, gli orsacchiotti, gli slogan come “Je suis Charlie”, le veglie, le marce, i fiori, le dichiarazioni altisonanti come “non cederemo al terrore”. Sono manifestazioni di una cultura del rimorso e della disfatta in cui, di fronte al massacro islamista, non abbiamo niente da contrapporre. Siamo fermi alla caccia alle cellule terroristiche, siamo diventati bravi in questo, ma la guerra si vince ideologicamente. E quella la stiamo perdendo.
AAS: Un’ultima riflessione. Con l’immigrazione islamica in Europa ritorna l’antisemitismo che sembrava sconfitto dopo il Nazismo. Carl Lagerfeld, il noto stilista tedesco, nel novembre scorso ha giustamente affermato che questo tipo di immigrazione è un affronto alle vittime dell’Olocausto, accusando le folli politiche di accoglienza messe in pratica dal governo tedesco di Angela Merkel. Tu racconti molto bene quanto sta avvenendo non solo in Germania, ma soprattutto in Francia. Ti faccio una domanda provocatoria. Davvero queste politiche immigrazioniste sono legate soltanto al nostro ridicolo senso di colpa che ci spinge ad aprire le braccia perfino ai nostri carnefici, oppure alle semplici necessità pratiche di forza lavoro, o c’è dell’altro?
GM: Forza lavoro e pensioni sono soltanto delle scuse. All’origine della crisi migratoria c’è l’incapacità occidentale di “tenere duro”, di non cedere alle sirene di un facile umanitarismo che serve, politicamente, soltanto a produrre consenso a buon mercato. E c’è l’idea di sinistra che vede nell’immigrato il nuovo proletariato. Hanno perso tutto, dal comunismo alla classe operaia. Restano loro soltanto le minoranze, culturali e religiosi. E la vecchia decostruzione della cultura di matrice post-marxista.
Soumission, la Francia di Macron – Italia Israele Today
2 febbraio 2018
Giulio Meotti
http://www.italiaisraeletoday.it/soumis ... -di-macron
Di recente, ad Abu Dhabi, i membri della vittoriosa squadra nazionale israeliana di judo sono stati costretti a salire sul podio senza inno e bandiera. Pochi giorni dopo, il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato ad Abu Dhabi, dove ha denunciato coloro che dicono che “l’Islam costruisce distruggendo gli altri monoteismi”. Macron non ha alzato un sopracciglio in merito all’antisemitismo e al razzismo mostrato dalle autorità degli Emirati Arabi. E ha semplicemente elogiato l’Islam in un paese che punisce con la morte quei musulmani che si convertono al Cristianesimo o che professano l’ateismo.
Alla base navale francese di Abu Dhabi, l’8 e il 9 novembre, rivolgendosi ad alcuni uomini d’affari, Macron ha insistito sull’importanza dell’alleanza con gli Emirati Arabi Uniti (EAU) come “partner essenziale con cui condividiamo la stessa visione della regione e ovvi interessi comuni”. Tale effusione sembra più del solito linguaggio della diplomazia. Macron mostra ora una empatia e un impegno strategico per il mondo arabo-islamico. Quest’affermazione è un preludio alla sottomissione?
Lungi dal difendere i valori giudaico-cristiani sui quali è fondata la Francia, l’Occidente e l’Europa stessa – come le libertà individuali, la libertà di espressione, la separazione tra Chiesa e Stato, nonché l’uguaglianza davanti alla legge – il presidente Macron di recente si è lanciato in un panegirico sull’Islam davanti ai dignitari arabi-musulmani.
Il 7 dicembre, Macron si è recato in Qatar; l’anno prossimo, visiterà l’Iran e si tratterebbe del primo viaggio di un capo di Stato francese nella Repubblica islamica dal 1971. A Doha, Macron e il Qatar hanno firmato contratti per circa 12 miliardi di euro. E lì, in un paese che ha promosso apertamente l’antisemitismo nella fiera internazionale del libro di Doha, Macron ha ripetuto di disapprovare la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele.
Pochi giorni dopo, alle Nazioni Unite, l’ambasciatore del presidente francese ha votato con i regimi arabi e islamici e questo è stato un brutale tradimento dell’unico alleato democratico dell’Europa in Medio Oriente: Israele. In una sola settimana, la Francia ha votato due volte a favore di risoluzioni promosse dai paesi arabi contro la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, prima al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e poi alla sua Assemblea Generale. Come ha detto il viceministro israeliano per la Diplomazia Michael Oren: “Le Nazioni Unite negano i legami di Israele con Gerusalemme”. Ma i legami di Macron con il mondo arabo islamico sembrano molto forti.
Tornato a Parigi, Macron ha accolto re Abdullah II di Giordania nel palazzo presidenziale e ha elogiato il ruolo di Amman di “guardiano” dei luoghi santi di Gerusalemme. Ma l’obiettivo del sovrano giordano è un altro. Come afferma apertamente, Abdullah II vuole impedire la “giudaizzazione di Gerusalemme” – il che significa combattere la sovranità israeliana sulla città santa.
Durante il suo recente viaggio in Algeria, Macron, il primo capo di Stato nato dopo la guerra di Algeria, ha definito i 132 anni di colonizzazione francese nel paese maghrebino come un “crimine contro l’umanità”.
Il presidente francese non ha avuto parole di orgoglio per ciò che i francesi hanno fatto o si sono lasciati alle spalle in Algeria. In un apparente gesto di riconciliazione, Macron ha detto di essere “pronto” a rimpatriare in Algeria i teschi dei combattenti algerini uccisi dall’esercito francese intorno al 1850, che sono esposti al Musée de l’Homme di Parigi.
È stato questo, dunque, il bilancio dei recenti viaggi frenetici di Macron nel mondo arabo: contratti sontuosi, parole di scuse agli islamisti, pentimento del passato coloniale francese e silenzio sull’antisemitismo e l’Islam radicale.
E intanto, in Francia, le autorità erano troppo impegnate a smantellare il retaggio giudaico-cristiano. Il Consiglio di Stato francese ha ordinato di recente la rimozione di una croce da una statua che raffigura Papa Giovanni Paolo II, in una cittadina della Bretagna, perché la croce avrebbe violato il principio di laicità.
Il Conseil d’État, la più alta corte amministrativa francese, ha stabilito che la croce violava una legge del 1905 che impone la separazione tra Chiesa e Stato. In seguito, lo stesso Consiglio di Stato ha decretato la demolizione del presepe allestito nella sala municipale della cittadina di Béziers.
Poi, l’inviato speciale di Macron, Stéphane Bern – il quale ha il compito di studiare i modi per salvaguardare il patrimonio francese – ha proposto di far pagare l’ingresso nelle cattedrali e nelle chiese francesi, come se fossero musei.
Qualche giorno dopo, però, il presidente francese Macron ha mostrato la disparità di criteri e la vuota retorica di questa “laicità”. Le autorità francesi hanno consentito ai musulmani della comunità locale di Clichy La Garenne, alla periferia di Parigi, di pregare in strada.
Per questo motivo un centinaio di politici e amministratori francesi hanno manifestato le loro proteste contro questa decisione. “Lo spazio pubblico non può essere occupato in maniera irregolare”, ha detto Valérie Pécresse, presidente del consiglio regionale dell’Ile-de-France.
È proprio questa la tragica impasse della pseudo “laicità” francese: consente le espressioni pubbliche della religione islamica in Francia, ma vieta quelle cristiane.
A Parigi, l’Arabia Saudita, un punto focale della politica estera di Macron, è impegnata in questi giorni a promuovere delle “iniziative culturali”.
L’Arabia Saudita è stata coinvolta nella ristrutturazione dell’Institut du Monde Arabe, di Parigi. Jack Lang, direttore dell’istituto, ha scoperto una targa di ringraziamento all’Arabia Saudita per la donazione di cinque di milioni di euro fatta dal regno saudita all’istituto.
Poi, nella cattedrale di Notre-Dame de Paris, il luogo di culto più importante per i cattolici francesi, si è svolto un evento insolito. Sotto le sue immense volte, un gruppetto di uomini con i tradizionali abiti sauditi ha ammirato le sculture lì presenti. La delegazione era guidata da Mohammed al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, nominato circa un anno fa a capo di questa organizzazione, con sede alla Mecca e dedita alla promozione dell’Islam nel mondo.
Come ha osservato il quotidiano La Croix “l’Arabia Saudita è uno dei paesi musulmani più conservatori del mondo. Nessuna religione all’infuori dell’Islam è riconosciuta lì. Il clero, se non islamico, non ha il diritto di esercitare pratiche religiose e la costruzione di luoghi di culto diversi dalle moschee è proibita”.
Quindi, le autorità cristiane francesi stanno aprendo i loro luoghi più sacri agli islamisti – come fanno con tutti. Questi sauditi, però, proibiscono ad altri di praticare la propria fede in Arabia Saudita. Questo è il “suicidio francese”, come avverte Éric Zemmour nel suo libro più famoso, Le suicide français.
Il principe ereditario saudita ha acquistato il mese scorso a un’asta di Christie’s il dipinto di Leonardo da Vinci “Salvator Mundi” per la cifra record di 450 milioni di dollari. Poi, gli Emirati Arabi Uniti hanno twittato che l’opera “sta arrivando al Louvre di Abu Dhabi”, di recente inaugurato da Macron. Cos’altro venderà del proprio patrimonio l’Europa?
Gino Quarelo
G.M. ha scritto:
GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.
Gino Quarelo
Alcune osservazioni:
La fede nella cultura occidentale per essere valida deve essere ragionevole, credibile, giusta, coerente, logica:
1) siamo sicuri che l'illuminismo europeo sia compatibile con il presunto umanesimo di matrice giudaico-cristiana?
2) siamo sicuri che vi sia compatibilità e che non vi sia invece contrasto e incoerenza tra l'illuminismo (...) e il il presunto umanesimo cristiano rappresentato dalla conflittualità tra le chiese cristiane e dalle posizioni assunte dalla Chiesa Cattolica con il suo Papa Bergoglio e con tutta una certa tradizione cattolica?
3) siamo sicuri che questa matrice giudaico-cristiana sia cosa coerente e buona e non invece incoerente e conflittuale?
4) siamo sicuri che il cristianismo sia veramente umanesimo? E non invece una idolatria deista o teista o idolismo, in cui l'uomo e la sua umanità/divinità naturali, responsabilità e libertà sono invece sacrificate a un idolo celeste umanizzato, sia pure in una forma apparentemente più umana di quella mostruosa di Maometto?
Gesù Cristo pare più un fanatico, un dio incarnato/salvatore/messia/redentore venuto a rapire/sequestrare l'uomo per portarlo altrove, nell'assurdo paradiso eterno cristiano, anziché ad aiutarlo a vivere meglio sulla terra attraverso ...
il suoi rappresentanti sulla terra, i suoi apostoli, i suoi preti consacrati paiono più negare l'umanità sulla terra per affermarne una utopica in cielo, specialmente quelli cattolici e trarre benefici, privilegi e rendite dalla loro intermediazione religiosa.
Per umanesimo si intende quel movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell’antichità nella loro quotidianità tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i "secoli bui" del Medioevo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Umanesimo_rinascimentale
5) non sono forse gli stessi cristiani o meglio le loro gerarchie religiose, in particolare Papa Bergoglio il capo dei cattolici romani, a mettersi contro l'Europa e l'Occidente ... e a favorire il totalitarismo maomettano, in nome della loro presuntuosa supremazia morale e religiosa del loro Dio (del loro dio o idolo, della loro interpretazione del divino) sull'Uomo naturale e universale e sull'umanesmo naturalmente spirituale (laico o non religioso) che ha già in sé Dio per dote naturale, supremazia da cui le gerarchie religiose traggono il loro potere sociale e politico sull'uomo e le loro rendite finanziarie ed economiche di intermediazione con la loro presunta verità divina?
Io posso avere fede solo nell'uomo, nella sua libertà, responsabilità, coerenza, giustizia, compatibilità con le leggi/il diritto/i valori/i doveri umani universali e naturali e perciò divini.
Altro umanesimo per me non è concepibile.
L'Europa e l'Occidente devono porre sul piatto del confronto/scontro interno ed esterno l' umanità, i suoi valori umani con i suoi doveri/diritti fatti di libertà, responsabilità, uguaglianza nella diversità, uguaglianza nella legalità, vera uguaglianza nella sovranità democratica, fraternità e solidarietà nella responsabilità (subordinando i diritti ai doveri poiché i diritti senza doveri non esistono se non laddove si ha la schiavitù dove gli uni hanno solo diritti e gli altri solo doveri), ... e alle religioni/chiese/organizzazioni-istituzioni religiose devono dire che nessuna di loro ha il monopolio di Dio e che pertanto il loro dio è solo il loro dio o idolo e non il Dio di tutti e universale e che possono essere accettate unicamente se rispettano, condividono e promuovono i valori/doveri/diritti umani universali e la vita e non la morte, la libertà e non la schiavitù; e che la divinità creatrice e vitale non può essere concepita altro che come animatrice, bene e servizio alla Creazione all'Universo a tutte le creature e all'uomo, generalmente fonte di vita e non di morte anche se a volte per i suoi imperscrutabili disegni ci da la morte con le carestie, i terremoti, le alluvioni, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, le epidemie, gli accidenti, le malattie, le nascite malriuscite.
Adriano Angelini Sut
Conversazione con Giulio Meotti
03/02/2018
http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... ccidentale
Giulio Meotti è giornalista del Foglio e autore di diversi libri di approfondimento politico e geopolitico. “Il suicidio della cultura Occidentale. Perché l’Islam radicale sta vincendo”, pubblicato da Lindau, è il suo ultimo lavoro.
ADRIANO ANGELINI SUT: Partiamo dal titolo, drammatico se vogliamo. E’ davvero così? Tu dici, l’Occidente è ancora forte militarmente ma si è suicidato culturalmente. Ma questo vuol dire una sua schizofrenia interna. E come se ne esce?
GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.
AAS: Perché hai dedicato l’apertura del libro al Festival Burning Man che si svolge ogni anno in Nevada?
GM: Perché l’edonismo è la nuova religione contemporanea e il Burning Man lo celebra senza imbarazzo. Lo spiega bene D.F Wallace nel suo capolavoro, “Infinite Jest”. In occidente sta sorgendo una enorme “classe inutile” dedita soltanto a coltivare il piacere fisico ed emotivo. Ci siamo ubriacati di piacere e di diritti che non sappiamo più nemmeno perché difenderli quando finiscono sotto attacco. Ma come faranno i transumanisti a convincere un miliardo e mezzo di musulmani a dedicarsi alla felicità, all’orgasmo e alla pace dei sensi? E’ lo scontro fra l’Occidente transumanista che vuole costruire qui il suo paradiso e una antica religione che persegue la beatitudine nell’aldilà delle 72 vergini, fra l’“Homo Deus” e la soumission, fra la società del piacere eterno e la civiltà della vita eterna, fra l’edonista e il martire. E’ una obsolescenza culturale che ha partorito un essere umano dal ventre molle, che rifugge dalle sue responsabilità storiche. È la Spagna di Zapatero, che dopo le stragi di Atocha si ritira dall’Iraq e si getta nelle braccia di un nichilismo spaventoso.
AAS: Oggi i paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sembrano gli unici ad aver compreso appieno il pericolo islamista e hanno dato non solo una forte stretta all’immigrazione proveniente dai paesi a rischio radicalizzazione ma al suo interno le destre che si rifanno alla tradizione cattolica sembrano aver riconquistato posizioni (alcune frange, c’è da dire, con posizioni antisemite piuttosto discutibili e pericolose). Per questo, la solita sinistra salottiera, tramite i suoi giornali à la page, li accusa di xenofobia e razzismo. Tu credi che anche l’Italia, uno dei paesi più esposti all’immigrazione, dovrebbe seguire il loro esempio?
GM: Il nucleo di Visegrad si fonda sull’identità, sulla riscoperta delle radici e su una certa sfrontatezza post-comunista allergica al pensiero unico, ieri di Mosca e oggi di Bruxelles. Non vedo questi meccanismi in atto in Italia. Noi siamo un grande bacino di indifferenza. Paradossalmente la battaglia si gioca nei paesi più islamizzati, come la Francia, dove ancora resistono sacche di rivolta intellettuale, nei giornali, nei libri, nella politica, persino fra i cattolici.
AAS: Mi ha colpito, nell’introduzione, l’affermazione dell’ex ministro dell’Istruzione polacca, Ryszard Legutko, che riporto: “L’analfabetismo culturale non ha aperto le menti delle nuove generazioni; al contrario, le ha chiuse a un livello difficile da immaginare anche mezzo secolo fa. La nostra libertà è notevolmente diminuita ma noi, avendo accettato senza riflessione la retorica prevalente, riteniamo che sia cresciuta. L’uomo nuovo non tollera alcun dissenso.” Ecco, io sono molto d’accordo su questo e anche preoccupato. Che mi dici delle nuove generazioni?
GM: I millennials sono i “fiocchi di neve”, una generazione placida e comica che non sa più perché democrazia, stato di diritto, capitalismo e cultura occidentale siano meglio delle alternative. Vogliono “spazi sicuri” che li mettano al riparo dalla concorrenza delle idee. Vivono in una nicchia orrenda di luoghi comuni e di pensiero debole ma che è fortissimo nell’industria culturale.
AAS: Io sono convinto di una cosa. Il nostro stile di vita si difende con l’ordine pubblico e il blocco totale dell’immigrazione e, lì dove serve, qualche bel regime change in stile neocons nei paesi che Trump ha giustamente definito shithole; davanti a noi (e questo è il mio parere) non abbiamo affatto persone ragionevoli e accomodanti, ma eredi dei conquistatori arabi dei secoli scorsi, il cui DNA non è mai cambiato; in una sorta di drammatico stallo evolutivo. Tu pure fai riferimento al fatto che il nostro stile di vita lo difendiamo a chiacchiere. Ci ricordi qualche bell’esempio di chiacchiera?
GM: I concerti al Bataclan di Sting, le candele, gli orsacchiotti, gli slogan come “Je suis Charlie”, le veglie, le marce, i fiori, le dichiarazioni altisonanti come “non cederemo al terrore”. Sono manifestazioni di una cultura del rimorso e della disfatta in cui, di fronte al massacro islamista, non abbiamo niente da contrapporre. Siamo fermi alla caccia alle cellule terroristiche, siamo diventati bravi in questo, ma la guerra si vince ideologicamente. E quella la stiamo perdendo.
AAS: Un’ultima riflessione. Con l’immigrazione islamica in Europa ritorna l’antisemitismo che sembrava sconfitto dopo il Nazismo. Carl Lagerfeld, il noto stilista tedesco, nel novembre scorso ha giustamente affermato che questo tipo di immigrazione è un affronto alle vittime dell’Olocausto, accusando le folli politiche di accoglienza messe in pratica dal governo tedesco di Angela Merkel. Tu racconti molto bene quanto sta avvenendo non solo in Germania, ma soprattutto in Francia. Ti faccio una domanda provocatoria. Davvero queste politiche immigrazioniste sono legate soltanto al nostro ridicolo senso di colpa che ci spinge ad aprire le braccia perfino ai nostri carnefici, oppure alle semplici necessità pratiche di forza lavoro, o c’è dell’altro?
GM: Forza lavoro e pensioni sono soltanto delle scuse. All’origine della crisi migratoria c’è l’incapacità occidentale di “tenere duro”, di non cedere alle sirene di un facile umanitarismo che serve, politicamente, soltanto a produrre consenso a buon mercato. E c’è l’idea di sinistra che vede nell’immigrato il nuovo proletariato. Hanno perso tutto, dal comunismo alla classe operaia. Restano loro soltanto le minoranze, culturali e religiosi. E la vecchia decostruzione della cultura di matrice post-marxista.
Soumission, la Francia di Macron – Italia Israele Today
2 febbraio 2018
Giulio Meotti
http://www.italiaisraeletoday.it/soumis ... -di-macron
Di recente, ad Abu Dhabi, i membri della vittoriosa squadra nazionale israeliana di judo sono stati costretti a salire sul podio senza inno e bandiera. Pochi giorni dopo, il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato ad Abu Dhabi, dove ha denunciato coloro che dicono che “l’Islam costruisce distruggendo gli altri monoteismi”. Macron non ha alzato un sopracciglio in merito all’antisemitismo e al razzismo mostrato dalle autorità degli Emirati Arabi. E ha semplicemente elogiato l’Islam in un paese che punisce con la morte quei musulmani che si convertono al Cristianesimo o che professano l’ateismo.
Alla base navale francese di Abu Dhabi, l’8 e il 9 novembre, rivolgendosi ad alcuni uomini d’affari, Macron ha insistito sull’importanza dell’alleanza con gli Emirati Arabi Uniti (EAU) come “partner essenziale con cui condividiamo la stessa visione della regione e ovvi interessi comuni”. Tale effusione sembra più del solito linguaggio della diplomazia. Macron mostra ora una empatia e un impegno strategico per il mondo arabo-islamico. Quest’affermazione è un preludio alla sottomissione?
Lungi dal difendere i valori giudaico-cristiani sui quali è fondata la Francia, l’Occidente e l’Europa stessa – come le libertà individuali, la libertà di espressione, la separazione tra Chiesa e Stato, nonché l’uguaglianza davanti alla legge – il presidente Macron di recente si è lanciato in un panegirico sull’Islam davanti ai dignitari arabi-musulmani.
Il 7 dicembre, Macron si è recato in Qatar; l’anno prossimo, visiterà l’Iran e si tratterebbe del primo viaggio di un capo di Stato francese nella Repubblica islamica dal 1971. A Doha, Macron e il Qatar hanno firmato contratti per circa 12 miliardi di euro. E lì, in un paese che ha promosso apertamente l’antisemitismo nella fiera internazionale del libro di Doha, Macron ha ripetuto di disapprovare la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele.
Pochi giorni dopo, alle Nazioni Unite, l’ambasciatore del presidente francese ha votato con i regimi arabi e islamici e questo è stato un brutale tradimento dell’unico alleato democratico dell’Europa in Medio Oriente: Israele. In una sola settimana, la Francia ha votato due volte a favore di risoluzioni promosse dai paesi arabi contro la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, prima al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e poi alla sua Assemblea Generale. Come ha detto il viceministro israeliano per la Diplomazia Michael Oren: “Le Nazioni Unite negano i legami di Israele con Gerusalemme”. Ma i legami di Macron con il mondo arabo islamico sembrano molto forti.
Tornato a Parigi, Macron ha accolto re Abdullah II di Giordania nel palazzo presidenziale e ha elogiato il ruolo di Amman di “guardiano” dei luoghi santi di Gerusalemme. Ma l’obiettivo del sovrano giordano è un altro. Come afferma apertamente, Abdullah II vuole impedire la “giudaizzazione di Gerusalemme” – il che significa combattere la sovranità israeliana sulla città santa.
Durante il suo recente viaggio in Algeria, Macron, il primo capo di Stato nato dopo la guerra di Algeria, ha definito i 132 anni di colonizzazione francese nel paese maghrebino come un “crimine contro l’umanità”.
Il presidente francese non ha avuto parole di orgoglio per ciò che i francesi hanno fatto o si sono lasciati alle spalle in Algeria. In un apparente gesto di riconciliazione, Macron ha detto di essere “pronto” a rimpatriare in Algeria i teschi dei combattenti algerini uccisi dall’esercito francese intorno al 1850, che sono esposti al Musée de l’Homme di Parigi.
È stato questo, dunque, il bilancio dei recenti viaggi frenetici di Macron nel mondo arabo: contratti sontuosi, parole di scuse agli islamisti, pentimento del passato coloniale francese e silenzio sull’antisemitismo e l’Islam radicale.
E intanto, in Francia, le autorità erano troppo impegnate a smantellare il retaggio giudaico-cristiano. Il Consiglio di Stato francese ha ordinato di recente la rimozione di una croce da una statua che raffigura Papa Giovanni Paolo II, in una cittadina della Bretagna, perché la croce avrebbe violato il principio di laicità.
Il Conseil d’État, la più alta corte amministrativa francese, ha stabilito che la croce violava una legge del 1905 che impone la separazione tra Chiesa e Stato. In seguito, lo stesso Consiglio di Stato ha decretato la demolizione del presepe allestito nella sala municipale della cittadina di Béziers.
Poi, l’inviato speciale di Macron, Stéphane Bern – il quale ha il compito di studiare i modi per salvaguardare il patrimonio francese – ha proposto di far pagare l’ingresso nelle cattedrali e nelle chiese francesi, come se fossero musei.
Qualche giorno dopo, però, il presidente francese Macron ha mostrato la disparità di criteri e la vuota retorica di questa “laicità”. Le autorità francesi hanno consentito ai musulmani della comunità locale di Clichy La Garenne, alla periferia di Parigi, di pregare in strada.
Per questo motivo un centinaio di politici e amministratori francesi hanno manifestato le loro proteste contro questa decisione. “Lo spazio pubblico non può essere occupato in maniera irregolare”, ha detto Valérie Pécresse, presidente del consiglio regionale dell’Ile-de-France.
È proprio questa la tragica impasse della pseudo “laicità” francese: consente le espressioni pubbliche della religione islamica in Francia, ma vieta quelle cristiane.
A Parigi, l’Arabia Saudita, un punto focale della politica estera di Macron, è impegnata in questi giorni a promuovere delle “iniziative culturali”.
L’Arabia Saudita è stata coinvolta nella ristrutturazione dell’Institut du Monde Arabe, di Parigi. Jack Lang, direttore dell’istituto, ha scoperto una targa di ringraziamento all’Arabia Saudita per la donazione di cinque di milioni di euro fatta dal regno saudita all’istituto.
Poi, nella cattedrale di Notre-Dame de Paris, il luogo di culto più importante per i cattolici francesi, si è svolto un evento insolito. Sotto le sue immense volte, un gruppetto di uomini con i tradizionali abiti sauditi ha ammirato le sculture lì presenti. La delegazione era guidata da Mohammed al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, nominato circa un anno fa a capo di questa organizzazione, con sede alla Mecca e dedita alla promozione dell’Islam nel mondo.
Come ha osservato il quotidiano La Croix “l’Arabia Saudita è uno dei paesi musulmani più conservatori del mondo. Nessuna religione all’infuori dell’Islam è riconosciuta lì. Il clero, se non islamico, non ha il diritto di esercitare pratiche religiose e la costruzione di luoghi di culto diversi dalle moschee è proibita”.
Quindi, le autorità cristiane francesi stanno aprendo i loro luoghi più sacri agli islamisti – come fanno con tutti. Questi sauditi, però, proibiscono ad altri di praticare la propria fede in Arabia Saudita. Questo è il “suicidio francese”, come avverte Éric Zemmour nel suo libro più famoso, Le suicide français.
Il principe ereditario saudita ha acquistato il mese scorso a un’asta di Christie’s il dipinto di Leonardo da Vinci “Salvator Mundi” per la cifra record di 450 milioni di dollari. Poi, gli Emirati Arabi Uniti hanno twittato che l’opera “sta arrivando al Louvre di Abu Dhabi”, di recente inaugurato da Macron. Cos’altro venderà del proprio patrimonio l’Europa?
Gino Quarelo
G.M. ha scritto:
GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.
Gino Quarelo
Alcune osservazioni:
La fede nella cultura occidentale per essere valida deve essere ragionevole, credibile, giusta, coerente, logica:
1) siamo sicuri che l'illuminismo europeo sia compatibile con il presunto umanesimo di matrice giudaico-cristiana?
2) siamo sicuri che vi sia compatibilità e che non vi sia invece contrasto e incoerenza tra l'illuminismo (...) e il il presunto umanesimo cristiano rappresentato dalla conflittualità tra le chiese cristiane e dalle posizioni assunte dalla Chiesa Cattolica con il suo Papa Bergoglio e con tutta una certa tradizione cattolica?
3) siamo sicuri che questa matrice giudaico-cristiana sia cosa coerente e buona e non invece incoerente e conflittuale?
4) siamo sicuri che il cristianismo sia veramente umanesimo? E non invece una idolatria deista o teista o idolismo, in cui l'uomo e la sua umanità/divinità naturali, responsabilità e libertà sono invece sacrificate a un idolo celeste umanizzato, sia pure in una forma apparentemente più umana di quella mostruosa di Maometto?
Gesù Cristo pare più un fanatico, un dio incarnato/salvatore/messia/redentore venuto a rapire/sequestrare l'uomo per portarlo altrove, nell'assurdo paradiso eterno cristiano, anziché ad aiutarlo a vivere meglio sulla terra attraverso ...
il suoi rappresentanti sulla terra, i suoi apostoli, i suoi preti consacrati paiono più negare l'umanità sulla terra per affermarne una utopica in cielo, specialmente quelli cattolici e trarre benefici, privilegi e rendite dalla loro intermediazione religiosa.
Per umanesimo si intende quel movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell’antichità nella loro quotidianità tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i "secoli bui" del Medioevo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Umanesimo_rinascimentale
5) non sono forse gli stessi cristiani o meglio le loro gerarchie religiose, in particolare Papa Bergoglio il capo dei cattolici romani, a mettersi contro l'Europa e l'Occidente ... e a favorire il totalitarismo maomettano, in nome della loro presuntuosa supremazia morale e religiosa del loro Dio (del loro dio o idolo, della loro interpretazione del divino) sull'Uomo naturale e universale e sull'umanesmo naturalmente spirituale (laico o non religioso) che ha già in sé Dio per dote naturale, supremazia da cui le gerarchie religiose traggono il loro potere sociale e politico sull'uomo e le loro rendite finanziarie ed economiche di intermediazione con la loro presunta verità divina?
Io posso avere fede solo nell'uomo, nella sua libertà, responsabilità, coerenza, giustizia, compatibilità con le leggi/il diritto/i valori/i doveri umani universali e naturali e perciò divini.
Altro umanesimo per me non è concepibile.
L'Europa e l'Occidente devono porre sul piatto del confronto/scontro interno ed esterno l' umanità, i suoi valori umani con i suoi doveri/diritti fatti di libertà, responsabilità, uguaglianza nella diversità, uguaglianza nella legalità, vera uguaglianza nella sovranità democratica, fraternità e solidarietà nella responsabilità (subordinando i diritti ai doveri poiché i diritti senza doveri non esistono se non laddove si ha la schiavitù dove gli uni hanno solo diritti e gli altri solo doveri), ... e alle religioni/chiese/organizzazioni-istituzioni religiose devono dire che nessuna di loro ha il monopolio di Dio e che pertanto il loro dio è solo il loro dio o idolo e non il Dio di tutti e universale e che possono essere accettate unicamente se rispettano, condividono e promuovono i valori/doveri/diritti umani universali e la vita e non la morte, la libertà e non la schiavitù; e che la divinità creatrice e vitale non può essere concepita altro che come animatrice, bene e servizio alla Creazione all'Universo a tutte le creature e all'uomo, generalmente fonte di vita e non di morte anche se a volte per i suoi imperscrutabili disegni ci da la morte con le carestie, i terremoti, le alluvioni, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, le epidemie, gli accidenti, le malattie, le nascite malriuscite.