Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 10:05 am

Il mito europeo e occidentale della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 10:16 am

Prendo lo spunto da questo post di Niram Ferretti

È uscito ieri il nuovo libro di Giulio Meotti, "Il suicidio della cultura occidentale, come l'Islam radicale sta vincendo".

https://www.facebook.com/permalink.php? ... on_generic


"Le guerre finiscono con la vittoria o la sconfitta. L'11 settembre 2001 le frange radicali dell'islam hanno dichiarato guerra all'Occidente. Dopo diciassette anni di conflitti e attentati, che hanno causato la morte di 1500 europei, stiamo perdendo. Ci siamo ritirati dai fronti militari con la coda fra le gambe, ci siamo abituati all'orrore nelle nostre strade, abbiamo cantato Inshallah al Bataclan, abbiamo accettato che i nostri confini crollassero consentendo a milioni di varcarli, abbiamo tradito Israele e abbandonato i cristiani d'Oriente, abbiamo liquidato la tradizione giudaico-cristiana su cui l'Europa è fondata. La causa di tutto questo non sono soltanto gli islamisti asserragliati nei ghetti dell'«Eurabia», ma anche i relativisti, gli edonisti e i decostruzionisti. L'Occidente è ancora forte militarmente, ma si è suicidato culturalmente. Non pensiamo più che ci sia qualcosa per cui valga la pena lottare. Siamo arrivati stanchi alla sfida dell'islam radicale. Se non ritroveremo la volontà di difendere la nostra cultura e i nostri valori, la nostra civiltà finirà prima con uno schianto e poi con un lamento".



Gino Quarelo
Lo leggerò anch'io ma non condivido le premesse sul ritenere le tradizioni giudaico-cristiana e greco-romana come la base esclusiva e imprescindibile della nostra vita e della nostra cultura-civiltà occidentale. La civiltà umana, da sempre e ovunque è data dal contributo di tutti gli uomini di buona volontà e dalla loro perenne e incessante lotta per la vita, per la libertà, per la dignità e per un bene universale, valevole per tutti e da tutti riconoscito. Una lotta contro i mali, le condizioni avverse, i limiti, le restrizioni, le paure, i pregiudizi, i dogmi, le superstizioni, gli idoli, le false verità e le false credenze. Io personalmente non ho bisogno del mito greco-romano né della fede giudaico-cristiana mi basta credere nell'umanità, nel suo bene e nella sua libertà. Certo trovo elementi valevoli anche in queste tradizioni ma li trovo anche in altre precedenti, parallele o concomitanti che siano esse storicamente attestate e ricordate o meno ma non per questo inesistenti. I popoli d'Europa, d'Asia e di Africa non erano tutti trogloditi e non sono divenuti civili per merito di popoli presuntivamente eletti dagli Dèi o dal Dio come i greci, i romani, gli ebrei.

Niram Ferretti
Purtroppo le radici euganee, retiche, venetiche, ecc. ecc. così come anche gli influssi dell'Età del Ferro e di quella del Bronzo, non hanno costituito la civiltà occidentale nel suo assetto culturale fondante da tremila anni a questa parte. Il portato preistorico non centra nulla con l'assetto dell civiltà occidentale nella sua definizione socio politica e culturale. La civiltà occidentale si forma attraverso le forme greche del pensiero, il diritto romano, e il dato biblico giudaico. Non si tratta di pensarla come a uno pare. Si tratta di basarsi sulla storia e su dati di fatto incontrovertibili. Si tratta di conoscere la storia e non di esercitarsi nella fantastoria. Nessuno storico degno di questo nome ha mai sostenuto che l'Occidente, che dalla morte di Cristo fino a tutto il Medioevo è stato costituto dall'ordo cristiano, avesse un debito fondamentale con le radice etniche venetiche o laziali o campane. Cerchiamo di fare affermazioni sensate.


Gino Quarelo
Se mi permettete di dissentire dissento molto volentieri.
Caro Niram lei ha una "cultura" di massa sia pur universitaria, per taluni aspetti a me appare deficitaria anche se è laureato e ha studiato i classici e conosce il greco, il latino, l'ebraico.

La cosidetta civiltà occidentale è un insieme molto complesso non riducibile a quanto da lei scritto Niram Ferretti: "La civiltà occidentale si forma attraverso le forme greche del pensiero, il diritto romano, e il dato biblico giudaico." La sua interpretazione delle cose corrisponde soltanto a quanto sostiene gran parte della casta degli storici ma è ben altro dalla storia vera che è fatta di fatti e non di interpretazioni.
La storia non nasce in un determinato momento, la storia è un continuo e non va confusa con le interpretazioni spesso sbagliate e false degli storici condizionati dalla loro ignoranza, dalla loro presunzione, dai loro pregiudizi, dalle loro ideologie, dogmi, credenze, allucinazioni e paure.
Si pensi alle incoerenze incivili esistenti nell'occidente specialmente all'inciviltà italica con le sue forti radici romane e crsitiane; inciviltà che ha prodotto uno degli stati peggiori d'Europa.

Parlando o scrivendo e trattando di fatti:
io amo gli ebrei e Israele, riconosco i loro diritti ad esistere come ebrei e come Israele ma io non sono ebreo, sono veneto e il mio Israele è il mio Veneto. La storia degli ebrei non è la mia storia, io non sono discendente di Abramo, come Jahvè il Dio di Israele e degli ebrei non è il mio Dio, come non è il mio Dio l'ebreo eretico Cristo divenuto il Dio dei cristiani; io come uomo veneto e non ebreo non sento l'impulso e non ho alcun bisogno di credere nel Dio degli ebrei e in quello dei cristiani, io credo nel Dio naturale e universale di tutti gli uomini e di ogni creatura dell'universo e ci credo per dote naturale e non per rivelazione di qualche profeta.

Per quanto riguarda il diritto:
il diritto cosidetto romano è soltanto una delle componenti del diritto delle genti e dei popoli e della civiltà europea e occidentale. Esso non è un'invenzione romana, le fonti del cosidetto diritto romano si trovano nel diritto italico/europeo dei popoli preromani condiviso anche da altri popoli della penisola italica e del continente europeo tra cui i veneti.
Si pensi all'apporto del diritto etrusco nel cosidetto diritto romano; poi si pensi all'apporto del diritto germanico agli istituti europei conseguenti all'egemonia germanica in Europa, tra cui la democrazia comunale che non ci viene certo dall'ordinamento romano e dai classici greci.

Mi fermo per non farla troppo lunga.

Il dato storico vero è che questi elementi culturali, religiosi e politici (greco-romani e giudaico-cristiani) sono solo una parte di quelli che costituiscono le radici preistoriche e storiche. Io ad esempio sono veneto e ho anche radici etnico-culturali euganee, retiche, venetiche, celtiche, germaniche, slave, ed altre minori. A me pare semplicemente falso e demenziale ridurre tutto il portato preistorico e storico a questi quattro elementi: greco, romano, giudaico e cristiano. Io sono veneto non sono greco, non sono romano e non sono ebreo e ho forti radici venete (euganee, rete, celte) e germaniche (cimbre e longobarde) o vorreste negare anche questo? I miei avi non sono né Enea né Abramo, inoltre non sono più cristiano. Voi pensatela come vi pare.

Gentile Niram lei è un uomo come tutti, come tanti, con i suoi pregi e i suoi difetti, con la sua sapienza e la sua ignoranza. Anch'io sono un uomo come tutti e come tanti con qualche pregio e molti difetti, con qualche sapere e molta ignoranza. Non ho bisogno di gareggiare o di competere con lei, non ho bisogno di disprezzarla o di dimostrarmi superiore, non ho bisogno di metterla sotto o di batterla. Leggo volentieri i suoi articoli e i suoi saggi che spesso apprezzo, mi è simpatico e su tante cose mi trovo d'accordo, su altre meno. Mi stia bene e abbia per me lo stesso rispetto che io ho per lei.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 10:18 am

Permettetemi un'aggiunta a quanto già scritto sopra:

Gino Quarelo
Un conto sono le tesi scientifiche sostenute da argomentazioni e prove dimostrate, verificate e verificabili;
un conto sono le tesi storiche (o ipotesi o assunti storici) sostenute da interpretazioni dei fatti con selezione dei fatti stessi tra i tanti esistenti molti dei quali risultano sconosciuti e perciò non indagati e altri del tutto trascurati.
Nel sostenere questa tesi "La civiltà occidentale si forma attraverso le forme greche del pensiero, il diritto romano, e il dato biblico giudaico." prima si dovrebbe specificare per bene cosa si intende per "civiltà" e poi dimostrare che la presunta "civiltà occidentale" innanzi tutto sia "una" e che sia veramente civile.

A tal fine propongo alcune domande riflessioni, a cui se ne potrebbero aggiungere tante altre:

1) Civiltà è ciò che produce prevalentemente il bene e il bene per tutti o lo è anche ciò che produce il male per tanti o di molti?
2) Alla luce della realtà odierna di paesi e stati che sono la più diretta discendenza del mondo greco e romano come la Grecia e l'Italia che si palesano tra i più falliti e indebitati, incivili e ademocratici, corrotti e irresponsabili, pieni di parassiti e di bugiardi, di mafiosi e di furbi, ... questa loro realtà si può considerare civiltà e ci può chiedere se l'eredità che hanno ricevuto sia stata veramente una eredità civile?
3) Come mai l'Italia e lo stato italiano che sono i più romani, cristiani (cattolico romani), (e sindacalisti e socialisti e comunisti) dell'occidente sia anche il paese/stato peggiore e più incivile?
4) È stata civiltà o inciviltà l'invasione romana di tanti paesi tra cui Israele con la sottomissione degli ebrei, il loro parziale sterminio, la loro parziale dispersione, l'uccisone dell'ebreo Cristo, la distruzione di Gerusalemme e la persecuzione prima dei cristiani e poi degli ebrei che continua ancora oggi?
5) Vi è qualche somiglianza tra gli storici che sostengono questa tesi sulla civiltà occidentale con gli storici maomettani e paramaomettani che sostengono come l'Islam e la sua espansione/diffusione militare e imperiale sia stata un faro di civiltà, di spiritualità, di cultura e di scienza, e quindi un bene per l'umanità?
6) La storia non è propriamente una scienza esatta: non lo è né quando interpreta solo alcuni fatti; non lo è nemmeno quando si fa cronaca e trascura una parte dei fatti.




Andrea Sacchi ha scritto:
mah io che taglio i concetti con l'accetta penso semplicemente che se Odino e Manitù non hanno lasciato il segno, un perchè ci deve essere.

Gino Quarelo scrive:
Anche l'idolo Allah con il suo profeta Maometto ha lasciato e sta lasciando un segno profondo.
Io sono un uomo e nella mia singolarità e libertà di pensiero posso assumermi come ipotetico rappresentante di tutta l'umanità nella sua diversità, non conformità e varietà di pensiero, mi permetto di dire che a prescindere dai segni che hanno lasciato e che lasciano le credenze in Jahvè e Cristo io non condivido minimamente queste credenze e credo invece che non si tratti di Dio ma di interpretazioni umane di Dio e quindi di Idoli né più né meno come Odino e Manitù; che poi mi sia più simpatica l'interpretazione ebraica di quella cristiana non trasforma l'ebraismo in una non idolatria e quindi nella vera spiritualità naturale e universale.
Si indaghi su cosa sia dovuto il conformismo religioso nel mondo e lungo la storia.



Gino Quarelo
Per condividere ciò non occorre essere comunisti, io non sono né comunista, né fascista, né nazista:
https://www.youtube.com/watch?v=HyQGzpZVZPk
Calvino incontra l'Uomo di Neanderthal parte 1

Andrea Sacchi
la mia considerazione prescinde dalle mie convinzioni religiose (inesistenti tutto sommato), però non si può negare che in occidente ci sono marker religiosi ben precisi e hanno influenzato tutto: dagli usi e costumi al diritto.

Gino Quarelo
Sicuramente, io certo non lo nego, però non sono gli unici a formare l'insieme degli usi, dei costumi e del diritto delle genti di un'area geografica regionale o continentale. E poi vanno considerate anche le radici di questi marker che spesso sono più estese di quello che possono sembrare e che sono comuni anche ad altre culture e religioni e popoli e anche diverse da quel preciso marker religioso che pare essere l'ultimo portatore.

Andrea Sacchi
ma molte sono peculiari e differenziano

Luca Berardi
"popoli presuntivamente eletti dagli Dèi o dal Dio come i greci, i romani, gli ebrei." Quindi la nascita del diritto, la scienza, le innovazioni tecnologiche, l'evoluzione dei diritti civili e la separazione tra Stato e Religione dove sarebbero avvenuti se non in Occidente ?

Gino Quarelo
Non solo in occidente e con il contributo di tanti.

Gino Quarelo
Il diritto non è una esclusiva dell'occidente, tanto meno la scienza e le innovazioni tecnologiche. L'evoluzione dei diritti civili e la separazione tra stato e chiesa è avvenuta non tanto ad opera della cultura religiosa giudaio-cristiana ma a prescindere da essa e a volte anche contro.
Molta scienza e innovazione tecnologica occidentale è di origine preistorica non romana e non greca, a volte anche celtica e germanica.


Niram Ferretti
Sono avvenuti solo in Occidente nella forma che conosciamo. Unicamente in Occidente e in virtù del pensiero greco, dell'apporto romano e cristiano. Il resto è fuffa. La separazione tra stato e chiesa è un portato unicamente dovuto al cristianesimo, chiaramente statuito dai Vangeli. Per favore basta con queste affermazioni completamente prive di basi storiche. Sì, sono stati gli uomini preistorici ha creare la polis e la civitas così come il diritto, è cosa nota. Così come i celti e i germanici hanno dato vita alla grande fioritura architettonica, filosofica e religiosa dell'Occidente. Quando i celti e i germanici si nutrivano di ghiande, ad Atene scolpivano Fidia e Prassitele e Platone e Aristotele insegnavano le forme essenzilai del pensiero occidentale. Ma lei su che testi si è formato?

Gino Quarelo
Niram a volte mi fa sorridere. Ora vado a dormire, le risponderò un'altra volta.

Niram Ferretti
Si vada a dormire. Quello che lei scrive qui è semplicemente grottesco, parla di cose che non conosce, ma chi glielo fa fare? Ma lei con chi ha studiato storia mi perdoni? Con Braccobaldo? Mi citi un autore, un testo sul quale si è formato. Non ho mai letto in vita mia una tale serie di schiocchezze una dietro l'altra.

Luca Berardi
"Per favore basta con queste affermazioni completamente prive di basi storiche." Parla lei che non conosce minimamente l'argomento :-)
I nativi d'America e i popoli centro e sud-americani pre-colombiani neppure conoscevano la ruota e secondo lei li possiamo paragonare alla cultura Cristiano-ebraica dell'Occidente?
"Il diritto non è una esclusiva dell'occidente," ma lo sa cosa è il Diritto Romano? Gli "altri" sono arrivati moooooolto dopo :-)


Niram Ferretti
Speriamo che a un certo punto non spuntino i rettiliani...

Luca Berardi
Sicuramente deve essere un "pastafariano"


Gino Quarelo
Gentilissimi, eccomi a voi dopo una notte di buon riposo, sperando di farvi cosa gradita.

Veniamo al dunque:

1) la parola, il pensiero, il far di conto, la filosofia, il canto e la poesia non sono sono invenzioni greche e romane ma appartengono all'esperienza umana universale e si sono formate lungo milioni o centinaia di migliaia di anni e da sempre accompagnano gli uomini e le loro comunità;
2) nemmeno la religiosità e gli dei sono invenzioni greche e romane ma appartengono all'esperienza umana universale;
3) l'arte della trecciatura delle erbe e dei rami e della tessitura della canapa, del lino, del cotone, della lana, della seta, i sandali, gli zoccoli, le scarpe, gli stivali, le braghe, le tuniche, i cappelli, le vesti in generale non sono invenzioni o innovazioni dei greci e dei romani;
4) l'allevamento e l'agricoltura, con la bonifica dei terreni, il loro livellamento, il terrazzamento sui pendii, l'irrigazione tramite canalizzazioni, l'aratura, la concimazione e tanto altro di connesso non sono invenzioni greche e romane;
5) la costruzione di ripari, case, edifici pubblici in legno, pietra, mattoni crudi e poi cotti, non sono invenzioni greche e romane; nemmeno le terme e forse nemmeno i teatri sono innovazioni greco-romane;
6) la costruzione di strade (e dell'impianto viario ortogonale delle città), di ponti, di acquedotti. di argini, di canali navigabili, di mura delle città non sono invenzioni greco-romane;
7) la terracotta o ceramica non è invenzione greco-romana;
8) la metallurgia del rame, dello stagno, del bronzo, dell'argento, dell'oro, l'arte della ferramenta per le varie attività umane e dell'oreficeria (vedasi quella scita) non sono invenzioni greco-romane;
9) la domesticazione e la cavalcatura dei cavalli, la ruota e i carri non sono invezioni greco-romane;
10) l'arte della navigazione e l'invenzione del remo e della vela non sono invenzioni dei greci e dei romani;
11) i numeri (sia quelli detti romani che gli altri detti arabi ma che in realtà sono indiani), l'aritmetica, la matematica, la geometria, l'astronomia, l'architettura, la medicina e la chirurgia (il bisturi, le erbe, le piante e i funghi come la canapa e l'oppio), la misurazione del tempo (il calendario), la speculazione filosofica non sono invenzioni dei greci e dei romani;
12) la poesia, la musica, il canto, la scultura, la pittura, i mosaici non sono invenzioni dei greci e dei romani;
13) la scrittura, l'alfabeto, i libri e la carta non sono invenzioni greco-romane;
14) le istituzioni sociali e politiche delle genti, delle comunità nomadi e stanziali, delle città e delle loro confederazioni, dei regni e degli imperi, le leggi pubbliche non sono innovazioni greco-romane;
come non lo sono l'arte di amministrare e governare le genti e le città e quella di combattere;
probabilmente nemmeno la repubblica e la democrazia sono invenzioni greco-romane;
15) la scienza in generale non è invenzione o innovazione dei greci e dei romani;
16) quello che appartiene più che altro ai greci e ai romani e al periodo della loro egemonia politico-culturale è soltanto lo sviluppo di tutte o di parte di queste facoltà e attività umane, con qualche miglioramento e piccole o grandi innovazioni che spesso non provenivano nemmeno da greci e da romani ma da altri popoli connessi commercialmente o politicamente e militarmente sottomessi.



Preistoria e storia del diritto, fonti varie
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Niram Ferretti
Quarello lei fa grande confusione e parla di cose diverse da quelle di cui parlo io. Ho poco tempo a disposizione, lei ne ha sicuramente di più e può scrivere lunghi commenti. Mi limiterò a fare alcune brevi osservazioni e a concludere da parte mia. Nessuno se non un analfabeta ha mai affermato che le istituzioni sociali siano state inventate dai greci e dai romani e nemmeno l'agricoltura e nemmeno la cottura del cibo o la ruota. Le prime civiltà storiche si sono sviluppate nella valle del Nilo e in Mesopotamia lungo il Tigri e l'Eufrate. Con l'invenzione della scrittura si attua in Egitto e in Mesopotamia il paesaggio dalla preistoria alla storia. Quindi sì, i greci e i romani e gli ebrei erano già inseriti nella storia ed esisteva già la cottura del cibo, la ruota, la confezione degli abiti, esistevano già le abitazioni, le istituzioni politiche, le città, prima dei greci, degli ebrei e dei romani. Questo lo sa uno studente delle medie. Uno studente di liceo invece sa che gli ordinamenti politici più vari furono sperimentate in Grecia fra il V e il VII secolo, così come sa che è grazie ad Alessandro Magno che si ha si ha uno dei dei momenti più alti della cultura umana attraverso l'unione di Occidente e Oriente. Sa anche che in Occidente la filosofia nasce in Grecia e non tra i popoli primitivi del settentrione europeo, sa anche che fu durante l'impero romano che l'Occidente ebbe la più lunga, articolta e complessa forma di ordinamento politico e culturale della sua storia, così come sa che l'adozione da parte di Roma del cristianesimo sotto Costantino determinerà una delle più grandi rivoluzioni culturali dell'Europa, rivoluzione che darà forma a quel vasto complesso strutturale che le ha impresso la sua identità specifica, politica, economica e culturale fino alla fine del Medioevo nella sua forma di ordinamento cristiano, forma che attraverso varie crisi è proseguita fino alla Controriforma. Come ha scritto Christopher Dawson, "Dietro la forma sempre mutevole della civiltà occidentale esisteva unafede viva che dava all'Europa un sentimento chiaro di comunità spirituale, nonostante tutti i conflitti, le divisioni e gli scismi sociali che hanno contrassegnato la sua storia". Uno studente di Liceo sa questo e molte altre cose che lei evidentemente non sa. E' apprezzabile il suo sforzo di sapere ma lo è molto meno la sua profonda mancanza di competenza storica che le consentirebbe di non scrivere le amenità che scrive. Può solo correggersi in un modo, si dia una disciplina, si iscriva a una buona università alla facoltà di Storia e inizi a seguire i corsi, dando progressivamente gli esami necessari, Storia antica, Storia Medioevale, Storia Moderna, ecc. Il suo autoditattismo, lodevole sicuramente, l'ha però portata ad affastellare una serie di nozioni che mancano di coerenza e struttura, per questo sarebbe utile che lei studiasse con rigore seguendo dei corsi specializzati. Ne trarrà sicuramente grande giovamento e consentirà anche a me di non occupare il mio tempo a risponderle sulla mia bacheca.


Gino Quarelo
Gentile Niram quanta stupidità e arroganza in queste sue risposte e quanta ignoranza e presunzione intellettuale e accademica:
Niram Ferretti io sono un uomo non sono un testo ambulante, la mia formazione è umana e non testuale, lei da come si esprime forse sarà più un testo ambulante che un uomo che ricava il suo sapere dall'insieme dell'esperienza della vita e non solo da qualche libro.
La sua formazione accademica e le sue due lauree non sono per niente una garanzia di credibilità.
La verità è vera perché è evidente ai più e un'ipotesi di verità è vera o perché gli argomenti a suo sostegno sono riconosciuti come veri e non perché lo afferma qualcuno a cui si crede per fede.

Il disprezzo del tutto ingiustificato che lei manifesta per i popoli diversi dai romani e dai greci e a loro contemporanei (come i celti e i germani e gli altri popoli italici) non le fa certo onore e non la rende più credibile, denota soltanto la sua limitatezza intelettuale e accademica e tutti i suoi pregiudizi umani, sociali, culturali.

Mi fa piacere che lei ammetta che quanto osservato sia da lei condiviso e che secondo lei sia condiviso anche da tutti gli studenti delle medie, dei licei e dai professori delle università.
Purtroppo e mi spiace tanto per lei gentile Niram, ma quello che afferma sulla conoscenza in Italia degli studenti delle medie e liceali e sulla conoscenza media universitaria, finanche degli storici accademici non corrisponde al vero;
la maggior parte degli studenti, degli universitari e dei professori non condivide affatto quanto da me osservato e da lei stesso condiviso (non potendolo negare data l'evidenza), la maggior parte è convinta che tutto o quasi faccia parte della vita quotidiana odierna, quindi anche la tecnologia (case, strade, ponti, metallurgia, navigazione, matematica, geometria, ...), gli usi e i costumi, le istituzioni sociali e politiche, la lingua, le tradizioni, tutte le arti, il diritto, la cultura e la civiltà in generale o in buona parte in Italia e in Europa siano un portato dei romani e i second'ordine dei greci.
La Mesopotamia e l'Egitto, nei libri di storia vengono trattati come casi a parte slegati dall'Europa come se non vi fosse invece uno strettissimo rapporto tra loro; i media in generale e particolarmente le TV seguono prevalentemente questa impostazione eurocentrica.
...

Gentile Niram le ricordo che il pensiero è una facoltà di tutti gli esseri viventi, di tutte le creature, anche degli animali e di tutti gli uomini nessuno escluso, nella specificità che è loro propria per dotazione naturale.
Tutti gli uomini pensano e il pensiero migliore è quello applicato alla fisica e alla umanistica più che alla speculazione metafisica, filosofica e religiosa; quello che migliora la vita dell'umanità e che è implicito e sta alla base dell'evoluzione scientifica e tecnologica delle società, dei popoli, delle civiltà e dell'intera umanità.
Sicuramente vi sono uomini e in alcuni momenti della storia anche popoli che pensano di più e meglio di altri e questo loro pensiero e ciò che da esso deriva in ambito scientico e tecnologico, umano, sociale e politico poi va a beneficio anche degli uomini e dei popoli loro vicini e in fine di tutta l'umanità, però stiamo attenti a non interpretare scorrettamente e ideologicamente (viziati da prevenzioni e pregiudizi) i dati storici:
vede, al tempo dei greci e dei romani non è che gli altri popoli o genti non pensassero, non producessero progresso ed evoluzione umana-sociale-intellettuale-politica, innovazioni scientifiche e tecnologiche, invece lei esprime la convinzione e la fissazione di certa tradizione eurocentrica che i greci e i romani abbiano pensato di più e meglio degli altri, e solo perché nei secoli del loro dominio o egemonia politico-culturale le loro lingue erano quelle maggiormente diffuse e utilizzate per scrivere libri che proprio in quel periodo l'evoluzione dell'alfabeto, che non è invenzione greca o romana e dell'arte/tenica della scrittura si andavano affermando e molti uomini vi si applicavano, anche non greci e non romano/latini.
Molto del pensiero fisico e metafisico elaborato nei testi classici in greco e latino ha radici nel pensiero non scritto di popoli e autori non greci e non latini.

Molto del pensiero fisico e metafisico elaborato nei testi classici in greco e latino ha radici nel pensiero non scritto di popoli e autori non greci e non latini.

Gentile Niram mi permetta di farle osservare che quello che lei dice sull'Europa greco-romana e poi giudaico-cristiana esaltandola come la più grande delle rivoluzioni culturali è soltanto una sua interpretazione magari tradizionale e maggioritaria in ambito accademico italico e forse europeo (?) però si tratta solo di una interpretazione condivisibile o meno a cui si può benissimo opporre un'interpretazione diversa e meno esltante.

Mi permetta poi di osservarle come vi sia una certa differenza e non coincidenza tra la spiritualità e la religiosità e che sia un grossolano errore confonderle tra loro.
La spiritualità è naturale e universale, mentre la religiosità e una spiritualità condizionata dall'ideologia e dalla fede imposta o autoimposta. Si tratta di condizioni umane completamente diverse che generano atteggiamenti e comportamenti diversi da parte degli uomini e delle loro associazioni e istituzioni civili, religiose e politiche.

Quello che io osservo nella storia dell'Europa non è una pacifica, felice e armoniosa romanizzazione e poi cristianizzazione, piuttosto tutto il contrario; sia la romanizzazione che la cristianizzazione sono state imposte e mantenute con le armi (l'orrore e il terrore, con le fiabe sui miracoli, il conformismo/ricatto socio-politico-religioso e il timore dell'inferno) e la storia prima ha demolito la romanizzazione distruggendo l'impero romano e poi ha intaccato anche la cristianizzazione prima con il frazionarla in sette che si sono fatte la guerra per secoli (conflitti sui dogmi e sui poteri), poi a partire da qualche centinaio d'anni con la secolarizzazione, la laicizzazione, l'ateizzazione, la diversificazione religiosa e infine con l'aidolismo che contengono tutte o una profonda critica alla chiesa e al suo credo o la negazione della fede e dei suoi valori religiosi o l'accusa di idolatria.
È mia opinione che la storia sia stata e sia conflittuale e contradittoria in varia misura e tenda sempre verso una condizione progressiva di miglioramento di perfezionamento, di superamento dei conflitti, delle contraddizioni, dei limiti, a volte con qualche regressione. Ciò fa parte della "imperfezione" umana e della "imperfezione" della realtà, dell'esistenza e dell'esistente.
Lo sviluppo della scienza in epoca cristiana non sempre è stato causato, promosso o ha trovato sponda favorevole nella chiesa cristiana, nel suo clero e nelle sue credenze; spesso ha dovuto farsi largo con fatica, sacrificio e sangue.
Anche lo sviluppo sociale, la fraternità, la pietà, la compassione, l'uguaglianza della dignità umana non sempre hanno trovato appoggio presso i cristiani, si pensi all'antisemitismo, al clericalismo castuale (con le sue aberrazioni, parassitismo, abusi e prepotenze) che sta alla base della castualità italiana e della sua ademocraticità e inciviltà odierne.
Non so quanto la fede cristiana abbia contribuito al miglioramento umano se consideriamo la realtà culturale, economica, sociale, giuridica e politica dello stato italiano, delle sue caste o ceti o elites al potere, nonché dei comportamenti della "gente comune".



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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 11:10 am

Nel cercare di chiarire la questione della civiltà-inciviltà non sarebbe male tener conto di questi fenomeni:

Sarebbe forse questo l'esempio migliore della civiltà occidentale con le sue forti radici greco-romane e giudaico-cristiane?

Come si spiega il fatto che lo stato italiano e il paese Italia, siano il paese e lo stato più incivile, ademocratico, indebitato, mafioso, castuale, corrotto, male amministrato, regno dell'ingiustizia, pieno di parassiti, di ladri, di furbi, di irresponsabili, di assassini, con il maggior numero di poveri, di disoccupati ... dell'occidente pur avendo queste radici classiche e religiose, pur leggendo e studiando i classici in greco e in latino con i suoi eroei e guerrieri, filosofi, avvocati, statisti, imperatori, intelettuali e letterati, storici, scienziati; pur avendo il Papa e il suo clero modellato sugli apostoli di Cristo, con tutti i suoi santi, le sue madonne, le sue chiese e i suoi miracoli?

Come mai la Grecia odierna erede della Grecia antica e l'Italia di oggi erede di quella romana di ieri, con la sua capitale Roma la più indebitata, corrotta e parassitaria città della penisola e d'Europa?
Come mai gli altri paesi d'Europa con nessuna o minori radici greco-romane e con più o meno le stesse radici giudaico-cristiane sono invece più civili, democratiche, giuste e meno indebitate e corrotte dell'Italia e della Grecia?
Forse che le minori radici greco-romane, le riformate radici giudaico-cristiane protestanti e l'esitenza di radici celtiche, germaniche e pagane rendano migliori e più civili questi paesi, queste società, questi stati?

Se lo studio dei classici greco-romani, la dottrina e la pratica religiosa cristiana cattolica romana, nelle scuole, nei licei, nelle università, nei media, nelle chiese, ...
hanno generato operatori politici e religiosi, amministratori e burocrati, operatori professionali castuali, irresponsabili, corrotti, predatori e criminali che producono leggi, regolamenti e pratiche demenziali, incoerenti e incivili che danneggiano gran parte dei cittadini e abbruttiscono la società ...
mi chiedo se queste culture classica e religiosa abbiano fatto più del bene o del male?



I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
viewtopic.php?f=22&t=2587

Mostruosità italiane o italiche
viewtopic.php?f=196&t=2524
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 11:12 am

Nel cercare di chiarire la questione della civiltà-inciviltà non sarebbe male tener conto di questi fenomeni:


Sulla civiltà-inciviltà romana

Roma - il mito tra il vero e il falso
viewtopic.php?f=111&t=2355

I barbari romani: civiltà, inciviltà, massacri e resistenze
viewtopic.php?f=111&t=574
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 11:13 am

.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 11:16 am

Nel cercare di chiarire la questione della civiltà-inciviltà non sarebbe male tener conto di questi fenomeni:

Sulla civiltà-inciviltà maomettana

Questo è l'Islam o nazismo maomettano: idolatria, orrore, terrore e morte, da sempre:
viewtopic.php?f=188&t=2705

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526

Scienza e tecnica islamiche (di area islamica)
viewtopic.php?f=188&t=2016
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0147022373

Il Corano e la scienza
viewtopic.php?f=188&t=2188


Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede
viewtopic.php?f=141&t=2657

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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 12:34 pm

La storia non è propriamente una scienza esatta: non lo è né quando interpreta solo alcuni fatti; non lo è nemmeno quando si fa cronaca e trascura una parte dei fatti.



Non siamo discendenti di Abramo e dei romani o di Enea
viewtopic.php?f=195&t=2570

Non ho nulla contro gli ebrei che amo profondamente come uno dei popoli più umani ed eroici della terra e non ho nulla nemmeno contro gli antichi romani, è che io non sono né ebreo né romano e pertanto non vi è ragione alcuna che io assuma la loro storia come se fosse la mia. Mi parrebbe poco dignitoso appropriarmi delle storie degli altri rinunciando alla mia, qualunque essa sia stata nel bene e nel male.
La mia umanità e quella della mia gente non è da meno di quelle ebraica e romana.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 12:40 pm

La spiritualità non viene all'uomo dalla religione, da alcuna religione ma è una dotazione naturale di tutti gli uomini, come il ragionare e il pensare, il parlare e la lingua, il sentire e l'emozione, la fraternità e il diritto.
La religiosità invece è la spiritualità naturale condizionata dalla religione che è una ideologia variabile storicamente, geograficamente, etnicamente che gli uomini hanno elaborato nelle loro comunità e con cui hanno rivestito, formato/deformato, interpretato la spiritualità naturale.
La spiritualità ci viene da Dio, la religione ci viene dagli uomini, nessuna religione viene all'uomo da Dio.



Idolatria e spiritualità naturale e universale
viewtopic.php?f=24&t=2036

La grande presunzione degli idolatri cristiani
viewtopic.php?f=199&t=2625

Spiritualità e religiosità non sono la stessa cosa
viewtopic.php?f=24&t=2454

Perché non sono cristiano
viewtopic.php?f=199&t=2689

Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede
viewtopic.php?f=141&t=2657

Umanizzazione e incarnazione di Dio
posting.php?mode=post&f=24


Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom gen 21, 2018 12:43 pm

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