Varianse rełijoxe de ancò, seincreteixmi

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Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 10:01 am

Varianse rełijoxe de ancò, seincreteixmi
viewtopic.php?f=24&t=1520


http://www.samorini.it/doc1/sam/sam-altrove.pdf

http://www.cesnur.com/movimenti-profeti ... l-vegetale

L’Unione del Vegetale

movimenti profetici iniziati nei paesi in via di sviluppo Unione del Vegetale (União do Vegetal)
(In Italia esistono solo persone in contatto individuale con il centro internazionale)
E-mail (internazionale): udv@fortalnet.com.br
URL (internazionale): http://www.udv.org.br

Insieme alla Barquinha – nome con cui è popolarmente noto il Centro Espirita e Culto de Oração Casa de Jesus Fonte de Luz, fondato nel 1945 presso Rio Branco da Daniel Pereira de Mattos (1888-1948), influenzata dall’umbanda e oggi divisa in sei branche rivali dopo la morte del fondatore – e alle Chiese del Daime, la terza principale branca del movimento di riscoperta degli enteogeni amazzonici è l’União do Vegetal (UDV), fondata da José Gabriel da Costa (“Mestre Gabriel”, 1922-1971).

Il movimento propone una storia mitica delle sue origini secondo cui la UDV risalirebbe ai tempi di Salomone.
Un discepolo di Salomone, Caiano, avrebbe ricevuto dal re il settimo segreto della natura, relativo al tè enteogeno oaska, cioè la ayahuasca.
Caiano avrebbe da allora iniziato a reincarnarsi nella storia, e la UDV avrebbe conosciuto nella storia periodi di rivelazione e di occultamento, svelandosi da ultimo nelle civiltà precolombiane del Perù, con i cui eredi sarebbe venuto in contatto Mestre Gabriel – non casualmente, perché egli era a sua volta la reincarnazione di Caiano – nel 1942 nella Bolivia amazzonica, in modo del tutto indipendente da Raimundo Irineu Serra, con cui peraltro condivideva l’attività originaria di lavoratore nel faticoso campo dell’estrazione della gomma. Dopo un periodo di preparazione, Mestre Gabriel fonda – ma per i seguaci piuttosto rifonda, perché le origini dimenticate sarebbero, come si è visto antichissime – la UDV a Porto Velho, nello Stato brasiliano di Rondônia. Il nome, “Unione del Vegetale” deriva dall’unione dell’arbusto e della foglia che entrano nella composizione della oaska. Mestre Gabriel incontra opposizioni ed è perfino arrestato, ma il gruppo si consolida e si diffonde.
Alla sua morte, nel 1971, si determinano divisioni e scismi, oggi parzialmente sanati.
Nel 1981 José Joaquim Andrade Neto, intorno cui si è raccolta la maggioranza dei seguaci di Mestre Gabriel, “ricostruisce” la UDV, considerando irreversibile la decadenza del gruppo originario. Sotto la sua guida, la (nuova) UDV acquisisce uno statuto legale a Campinas, nello Stato di San Paolo, e diventa la più grande religione della ayahuasca in Brasile.
Anche i problemi legali sono risolti: la UDV è particolarmente attiva nell’interagire con la commissione governativa che nel 1996 legalizza la ayahuasca in Brasile e continua a sponsorizzare studi internazionali sulla bevanda e i suoi effetti condotti, in particolare, tramite lo “Hoasca Project” della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, sotto la direzione, con altri, del dottor Charles S. Grob, del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California a Los Angeles. In Italia non esiste una presenza organizzata, anche se ci sono persone in contatto con il centro internazionale. La UDV è stata menzionata in trasmissioni televisive contro le “sette” sulla base dell’esperienza di una signora romana il cui ex-marito sarebbe stato in contatto con un sacerdote cattolico brasiliano, ora allontanato dall’Italia, a sua volta asseritamente in contatto con la UDV.

All’estero, anche la UDV, come le Chiese del Santo Daime, ha combattuto battaglie legali per essere autorizzata all’uso rituale della oaska, ottenendo successi di risonanza internazionale il 12 agosto 2002 presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del New Mexico e nel dicembre 2004 presso la stessa Corte Suprema, con un’ulteriore decisione positiva ottenuta ancora dalla Corte Suprema il 21 febbraio 2006. Questa decisione si basa su considerazioni di libertà religiosa e non su una riclassificazione del principale principio attivo della ayahuasca, la DMT, che la Corte Suprema continua a considerare vietato. Peraltro anche la sentenza del 2006 non ha risoltotutti i problemi, e nel 2010 la UDV e l’agenzia statunitense di controllo delle droghe, la Drug Enforcement Agency (DEA), hanno stipulato un accordo che prevede che l’importazione, il trasporto, l’imagazzinamento, la lavorazione e l’eventuale distruzione di residui dell’oaska avvengano sotto il controllo della DEA, la quale ha il diritto di inviare suo personale a controllare tutte queste attività, con il solo limite dell’esclusione degli agenti della DEA dalle cerimonie religiose. Come ha fatto notare l’antropologa Beatriz Caiuby Labate, questo accordo costituisce un precedente insieme favorevole e sfavorevole per altri gruppi religiosi che usano la ayahuasca. Favorevole, perché sia pure in un contesto controllato, ne ammette l’uso negli Stati Uniti, che pure continuano a non considerare vincolante l’interpretazione che nel 2001 il Consiglio Internazionale per il Controllo dei Narcotici delle Nazioni Unite ha dato della Convenzione di Vienna, secondo cui il relativo divieto della DMT non si estenderebbe alla ayahuasca, e ritengono dunque la ayahuasca vietata in linea di principio, salvo appunto specifiche esenzioni e accordi per motivi religiosi. Sfavorevole perché, mentre un’organizzazione strutturata e gerarchica come la UDV è in grado di interagire con la DEA all’interno di un accordo complesso, gruppi più piccoli e singoli sciamani ibero-americani che propongono i loro rituali negli Stati Uniti non avranno accesso ad accordi di questo genere e continueranno a rischiare pesanti conseguenze legali.

Chi si accosta alla ritualità della UDV provenendo dall’esperienza di una Chiesa del Santo Daime nota, in genere, un carattere meno “attivo” delle cerimonie, con lunghi periodi di silenzio e l’uso rituale delle chamadas, con funzioni simili a quelle di un mantra. La UDV insiste sul fatto che per preparare la oaska non è sufficiente una ricetta, ma il potere della bevanda sarà proporzionale al livello spirituale di chi ne guida la preparazione. Per questo, insiste anche su in insegnamento morale di carità e fraternità tra gli uomini, con echi delle origini spiritiste del movimento, anche se il nome completo originario, Centro Espirita Beneficente União do Vegetal (“Centro Spiritista Benefico Unione del Vegetale”) è stato cambiato sostituendo la parola “espirita” (spiritista) con “espiritual” (spirituale), in modo da sottolineare le notevoli differenze fra il movimento e il mondo spiritista brasiliano, dove peraltro anche altre organizzazioni fanno uso di ayahuasca.Come ha notato l’antropologa Sandra Lucia Goulart, la UDV è il risultato di una complessa ed eclettica elaborazione del suo fondatore, in cui entrano non soltanto lo spiritismo ma influenze massoniche, teosofiche e rosacrociane, dell’umbanda e anche di un certo cattolicesimo popolare brasiliano.

B.: Tra le fonti primarie, si potrà partire dal libro-intervista all’attuale leader, opera di una nota presentatrice televisiva brasiliana che fa parte del movimento: Danielle Rodrigues, Misterios e Encantos da Oaska, Editora Sama, Campinas 1998. Altre fonti primarie: Wânia Milanez, Oaska, o Evangelho da Rosa, Editora Sama, Campinas 19983; Joaquim José de Andrade Neto, Um Conto de Tolstoi à Luz da Oaska, Editora Sama, Campinas 1999. Da un punto di vista antropologico cfr. Sandra Lucia Goulart, “The Religious Matrices of the União do Vegetal”, in Beatriz Caiuby Labate – Edward MacRae (a cura di), Ayahuasca, Ritual and Religion in Brazil, Equinox, Londra – Oakville 2010, pp. 107-133; e Sérgio Brissac, “In the Light of Hoasca: An Approach to the Religious Experience of Participants of the União do Vegetal”, ibid., pp. 135-160. Sull’accordo con la DEA del 2010, cfr. B. C. Labate, “Paradoxes of Ayahiasca Expansion: The UDV-DEA Agreement and the Limits of Freedom of Religion”, Drugs: Education, Prevention and Policy, vol. 19, n. 1 (2012), pp. 19-26.
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Re: Varianse rełijoxe de ancò, seincreteixmi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 10:02 am

Ognon del Vejetal

http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_del_Vegetale

L' Unione del Vegetale (in portoghese: União do Vegetal, Centro Espírita Beneficente União do Vegetal o UDV) è una religione cristiana basata sull'uso dell'Ayahuasca) - il vegetale a cui allude il nome del gruppo religioso - in un programma di evoluzione spirituale basata sulla concentrazione mentale e sulla ricerca della conoscenza di sé. Tra le religioni ayahuasca brasiliane la UDV è caratterizzata dal suo impegno all'espansione organizzata, dall'autorità centralizzata e dalla legittimazione statale.
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Re: Varianse rełijoxe de ancò, seincreteixmi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 10:03 am

Santo Daime

http://it.wikipedia.org/wiki/Santo_Daime

Il Santo Daime o Chiesa del Santo Daime è una pratica religiosa sincretica fondata negli anni trenta nello stato amazzonico dell'Acre da Raimundo Irineu Serra (conosciuto anche come Mestre Irineu), un umile seringueiro (operaio che estrae il lattice dall'albero del caucciù), e poi diventata un movimento diffusosi in tutto il mondo negli anni novanta.[...]
Mestre Irineu nasce nel nordest brasiliano quattro anni dopo la Legge Aurea del 1888 con cui la Principessa Isabella abolisce definitivamente la schiavitù in Brasile. Cresce in una famiglia cattolica e all'età di 12 anni, attirato dal boom delle piantagioni di caucciù, si imbarca sul Rio delle Amazzoni per raggiungere l'ovest brasiliano e "arruolarsi" presso la città di Rio Branco, capitale dello Stato dell'Acre, nei cosiddetti "soldati della gomma": i seringueiros appunto che venivano mandati nella foresta vergine per raccogliere il lattice del caucciù per la produzione della gomma.
Proprio grazie alla sua professione entra in contatto nella regione di confine tra il Brasile, la Bolivia e il Perù con alcuni sciamani della foresta amazzonica che fanno uso della bevanda sacra di origine millenaria denominata Ayahuasca.
Irineu bevve la ayahuasca, e sperimenta una serie di visioni trascorrendo 8 giorni in solitudine nella foresta. Mentre osserva la Luna durante una sessione con l’Ayahuasca, a Mestre Irineu appare avvicinandosi una figura femminile incoronata in cui riconosce la Vergine Maria. La Regina, quella notte, gli rivela e gli affida la missione di costituire un movimento religioso che potesse riscattare, dopo secoli di soprusi, la profonda spiritualità dei popoli della Foresta Amazzonica alla luce e in unione con gli insegnamenti cristiani.
Irineu Serra cominciò a guidare delle cerimonie spirituali usando la ayahuasca. Molte persone malate arrivavano da lui per ottenere la guarigione, perché non potevano permettersi le cure mediche o perché non avevano trovato giovamento nella medicina ufficiale.
Il movimento religioso del Santo Daime è una dottrina cristiana sincretica, basata sugli insegnamenti universali cristiani con enfasi alla lettura dei Vangeli in armonia e unione con tradizioni culturali, folcloristiche e religiose indigene di origine millenaria.
Incorpora elementi di varie religioni o tradizioni spirituali, come cattolicesimo popolare, spiritismo kardecista, animismo africano e sciamanesimo sudamericano. Il nucleo cristiano è combinato con altri elementi, come l'enfasi sulla gnosi e la responsabilità personale, il riconoscimento del valore della natura (il sole, la luna e le stelle), così come il simbolo totemico del 'beija-flor', il colibrì. Anche gli esseri spirituali dello sciamanesimo indigeno amazzonico e deità del pantheon africano come Ogum e Iemanja sono incorporati nella dottrina.
In generale il Santo Daime promuove uno stile di vita sano in conformità con il motto di Mestre Irineu "armonia, amore, verità e giustizia", così come altri valori dottrinali chiave, come amore, carità e fraternità umana, forza, umiltà e purezza di cuore.
La religione, che la maggior parte dei praticanti anziani chiama Dottrina di Mestre Irineu, si basa poco su testi scritti.
Essa propone un "lavoro spirituale" ("trabalho"), che ha come obiettivo quello di raggiungere l'auto-conoscenza e l'unione con Dio: i suoi insegnamenti si apprendono con l'esperienza, cantando degli inni che celebrano gli eterni valori dell'amore, dell'armonia e della forza con immagini poetiche e metaforiche.
La natura del "trabalho" a volte è personificata e identificata come 'Juramidam', un nome rivelato a Irineu nella sua esperienza visionaria, che significa, letteralmente, "Dio (jura) e i suoi soldati (midam)".
Ayahuasca in lingua quechua significa "liana delle anime" e identifica un decotto di piante della foresta: una pianta rampicante legnosa, la liana Banisteriopsis caapi, unita ad altri ingredienti. In modo più specifico il termine indica la pianta principale utilizzata per la sua preparazione: lo jagube, una liana appunto, che da terra sale verso il cielo e simboleggia nella tradizione una sacra scala che unisce il piano terrestre a quello divino.
L'ayahuasca viene chiamata in molti modi: Hoasca, Ayahuasca, Yage e Caapi, e, nel caso della culto fondato da Mestre Irineu, Santo Daime (o semplicemente Daime). È ritenuta sacra per tutte le etnie e tribù appartenenti al bacino amazzonico, dove viene utilizzata da migliaia di anni come bevanda sacramentale all’interno dei rituali religiosi sciamanici di queste popolazioni. In molte regioni è ancora una medicina comune usata per trattare vari alimenti e anche per i suoi effetti inducenti visioni.
Contiene il composto psicoattivo dimetiltriptamina (DMT), comune ad altre piante di tutto il Sudamerica. La DMT viene prodotta naturalmente nel cervello umano durante la fase REM ed è rilasciata in grandi quantità al momento della morte, ma, se ingerita, di solito viene digerita dallo stomaco ed è necessario un inibitore della monoamino ossidasi, in questo caso armina e armalina, per permettere alla DMT di raggiungere il cervello, presente anch'esso in alcuni degli ingredienti dell'ayahuasca.
Nella Chiesa del Santo Daime, dove rappresenta un sacramento enteogeno, la mistura viene preparata usando solo la liana Jagube e la foglia dell'arbusto Psychotria viridis, conosciuta dai membri della chiesa come "Regina della Foresta," dalla figura apparsa al fondatore della chiesa durante una visione, figura che lo spinse a iniziare la religione.
Il tè viene preparato dai membri della chiesa con una cerimonia che dura una settimana, nel corso di una celebrazione chiamata "feitio". Si cantano degli inni e si beve il Daime mentre gli uomini battono la liana riducendola in polvere e le donne puliscono e scelgono le foglie. Per il modo molto specifico in cui preparano il sacramento e il modo molto specifico in cui lo usano, la bevanda non è chiamata "Ayahuasca" ma "Santo Daime". In alcune comunità ci sono distinzioni molto chiare e si dice "Ho bevuto il Santo Daime per venti anni, ma non ho mai assunto la Madre Ayahuasca".
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Re: Varianse rełijoxe de ancò, seincreteixmi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 10:04 am

Native American Church

http://en.wikipedia.org/wiki/Native_American_Church
http://it.wikipedia.org/wiki/Peyotismo

Il peyotismo (conosciuto anche come religione del peyote) è il culto praticato dagli aderenti alla Chiesa nativa statunitense. La religione peyotista è nata nello stato dell'Oklahoma, ed è la più diffusa religione indigena tra i nativi americani. Il peyotismo comprende l'utilizzo di un enteogeno, il peyote, un cactus privo di spine con effetti allucinogeni.
Il peyote era utilizzato nel territorio dell'attuale Messico ai tempi delle civiltà precolombiane per comunicare con il soprannaturale e anche come medicina. Alla metà del XIX secolo, l'uso del peyote si diffuse nell'area delle grandi pianure degli Stati Uniti, soprattutto tramite il popolo apache. Anche se i dati sono incerti, il peyotismo è praticato in più di 50 tribù native americane e probabilmente ha tra 100.000 e 300.000 aderenti.
Le credenze dei peyotisti variano considerevolmente da una tribù all'altra. Tra le varie credenze si possono citare: Gesù è considerato un eroe nativo americano, un intercessore per l'uomo oppure un guardiano spirituale; fede nella Bibbia; il peyote viene personificato in un dio e associato con Gesù. I peyotisti credono in un Dio supremo (il Grande Spirito) ma anche in numerosi dèi minori e spiriti. La "Via del peyote" esorta all'amore fraterno indiano (cioè al nazionalismo indiano), alla cura per la famiglia, all'auto-sostenersi con il lavoro, ed all'astinenza dall'alcool.
Il rito del peyote di solito inizia alle ore 20 di sabato e continua lungo tutta la notte. Il rituale comprende la preghiera, l'ingestione del peyote, i "canti del peyote", i rituali dell'acqua, e la contemplazione; termina domenica mattina con la colazione. Si ritiene che il rituale del peyote possa permettere la comunione con gli dèi e gli antenati e dare forza, fornire una guida e guarire. La guarigione può essere psichica o fisica, o entrambe.
I membri della Chiesa credono che l'ingestione comunitaria di peyote e le assemblee aiutino i partecipanti a raggiungere una giusta relazione con sé stessi e con Dio. Questo porta alla capacità di vivere una buona vita giorno per giorno. I membri della Chiesa hanno una fortissima consapevolezza della comunità. Una buona vita è considerata essere una che sia gentile e responsabile, e che, soprattutto, incarni l'amore. Molti nativi americani hanno aderito alla Chiesa e si sono affidati ad essa quando le loro vite sono state distrutte dall'abuso di droghe o alcool o da problemi famigliari.
Per quanto riguarda la disposizione d'animo e il modo ideale di comportarsi, la Chiesa nativa americana è affine a varie forme di cristianesimo, ma ha anche molte affinità con i valori di alcune forme di buddismo, ad esempio lo Zen. Il famoso studioso buddista Zen Daisetz Teitaro Suzuki scrisse che gli aspetti della vita sono: una vita di umiltà, una vita di lavoro, una vita di servizio, una vita di preghiera e gratitudine, ed una vita di meditazione. Tutto questo è molto vicino a ciò che la Chiesa nativa americana considera essere una vita giusta.
Il peyotismo ha affrontato molte vicissitudini legali. Nonostante ciò, è molto più difficile che un nativo americano peyotista sia perseguito rispetto ad un consumatore medio di droghe.
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