Teoloja de i viventi

Teoloja de i viventi

Messaggioda Sixara » mer feb 18, 2015 9:44 am

Teoloja de i viventi
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Teologia degli animali el s intitola on bel libretìn de la serie Uomini e profeti, Morcelliana, 2007, indoe ke G.Caramore la intervista P. de Benedetti, docente de Giudaismo, so la costion de na posìbile Teologia de i viventi. De tuti i viventi - òmeni e bestie - ke Dio el ne ga creà dopo 'ver creà el mondo e le bestie.
E, secondo le So intenzhion, la creatura omàna la dovea èsare el mejo de l Creato, ke la dovea custodirlo nò solo ke soggiogarlo e dominarlo... ma savemo po' come ke i è ndà le robe.

Mi penso ke naltri - èseri omàni - a semo propio la desperazhion, la deluxion granda de Dio.

Cuà se parlava de l Tsà 'ar ba' alé chayyìm: la soferenzha de le creature viventi
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtopic.php?f=24&t=18&start=110
...
Siamo circondati da un'impresa di degradazione, crudeltà e sterminio che può rivaleggiare con ciò di cui è stato capace il Terzo Reich, anzi, può farlo apparire poca cosa al confronto, poiché la nostra è un'impresa senza fine, capace di autorigenerazione, pronta a mettere incessantemente al mondo conigli, topi, polli e bestiame con il solo obiettivo di ammazzarli.
John Maxwell Coetzee, La vita degli animali, 1999
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Berto » gio feb 19, 2015 4:00 pm

El paragon col Terso Raik lè masa scontà kel perde de senso, a ghè stà ki ke ga fato ben de pexo, par somexo i romani, no parlemo dei comounisti pò e de l'ixlam.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Sixara » gio feb 19, 2015 5:48 pm

Bè insoma el sarà anca scontà ma l è la prima roba ca te vièn mente co te raxoni de lager - fabrike de la morte pa i viventi , animali o omàni ke i sia. Te sto caxo a semo drìo fare el paragon co la vicenda de i ebrei e mi el me pare bastanzha calzhante, sibèn paradosale ( e provocatorio). A semo so n piano leterario-artistico de l raxonamento e filoxofico-relijoxo - ètico dirìa.
Nol m è vegnù n mente solo ke a mi el paragon ma - prima de mi e co pì granda autorità - a Singer, Coetzee, a Chagall e kisà coanti altri. Lori nol ghè paresto cusì scontà.
Ciapemo Marc Chagall par ex.
ke tel '47 e fa el so Il bue scuoiato a do àni de distanzha da l 45 : " il rosso del sangue dell’animale risulta quasi insostenibile alla vista, la tragedia ebraica è ancora vivissima nella memoria è ancora una ferita aperta. Quel gigantesco animale scuoiato è un monumento a sei milioni di vittime innocenti; come è scritto nell’ Ecclesiaste “Veramente, la sorte degli uomini e la sorte degli animali è la stessa sorte. Come muoiono questi, così muoiono quelli. Tutti hanno un soffio vitale e in nulla l’uomo è superiore all’animale perché tutto è vanità.” In questo dipinto vediamo lo stretto legame dell’autore con le sue radici: sullo sfondo le case innevate di Vitebsk sembrano una apparizione dolce e irreale come il ricordo; il nonno del pittore sta volando con un coltello insanguinato in ,mano, sopra di lui una candela, simbolo di pace domestica sembra promettere una felicità futura; i galli cantano l’arrivo dell’alba, portatrice di speranza per qualcosa di positivo."
http://laura.bassi.free.fr/works/totalitarismo/marc_chagall.htm

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"Una sola altra volta Chagall aveva rappresentato in modo tanto esplicito il tema del sacrificio, nella “Crocifissione bianca” del 1938. Questo quadro fu un primo urlo di dolore e di compassione per i connazionali perseguitati. Il dipinto è ad alte valenza simbolica: la Sinagoga infiammata, Vitebsk distrutta, la Torah ( la legge divina letta nella sinagoga) gettata a terra e nel fuoco, il vecchio che scappa salvando il rotolo sacro. C’è poi un chiaro richiamo al tema cristiano della Crocifissione. Nella tela chagalliana tuttavia non è Gesù ad essere crocifisso, ma un ebreo, come denota il perizoma, un mantello rituale ebraico."

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(Dèso no stà dirme : Ma Jexù el jèra ebreo! A semo drìo tratare de sinboli : Jexù in croxe l è el sinbolo pì alto de l cristianeximo ke l se fonda sol so sacrificio. Ma Chagall el ghe mete tuta na sinboloja ebraica tornovia de la croxe e parfìn indòso al Cristo. Tel 38 le robe el le vedea te on modo, tel 47 te naltro. Tel 47 el ghe mete el bò al posto de l cristo. Na bestia sacrificà, ke ormai el paragon el se podea fare solo ke co le bestie.)

Doncue on testo provocatorio, cueo de Coetzee ke l parla par boca de Elizabeth Costello :
"Andare troppo per il sottile, affermare che il paragone non regge, che Treblinka era, per così dire un assunto metafisico dedito a null'altro che alla morte e all'annientamento, mentre in fondo l'industria della carne macellata è dedita alla vita ( dopo tutto essa non riduce le proprie vittime in cenere, una volta morte, né le seppellisce; al contrario le squarta, mette i pezzi in frigorifero e li impacchetta per bene affinché possano essere consumati nelle nostre confortevoli abitazioni) è una ben magra consolazione per le sue vittime, esattamente come sarebbe stata una magra consolazione - vogliate scusare il cattivo gusto di quanto segue - per i morti di Treblinka chieder loro di giustificare i propri assassini solo perché il grasso dei loro corpi serviva a fabbricare sapone e i capelli a riempire materassi."
(J.M.Coetzee, La vita degli animali, Adelphi,2000,pp.30-31).

Scuxè el catìvo gusto de parlar de ste robe cuà, ma le ghè, le ghè stà, le continua èsarghe.
Naltra roba : a pàre - pararìa - ke col gràso de i ebrei no i ghése fato el saon, dixemo le robe come ke le stà. Però i stramàsi co i so cavej sì, cuei pare de sì.
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Re: Teoloja de i viventi:Kreupelhout

Messaggioda Sixara » ven feb 20, 2015 7:57 pm

La soferenzha de i omàni, de le bestie, de le piante... tuto el Creato l è el me pròsimo :
" ed è sempre più mio prossimo quanto più aumentano due elementi : la sensibilità nei suoi vari gradi, fino alla consapevolezza, e la dipendenza da me nel bene e nel male."
Come ca dixe i maestri del Talmùd anca n àlbore l è el me pròsimo, parké anca n àlbore el sofre : " Strappa un albero prima del suo tempo - dice un maestro ebreo - e questo albero emetterà un grido che va da un capo all'altro del mondo, ma che l'uomo non è in grado di udire; più ho coscienza del mio prossimo, più si fa forte l'esigenza di un'etica reciproca."

Berlinde De Bruyckere, artista belga, te l edizhion pasà de la Bienale d Arte de Venèzhia la ghea méso n mostra n òpera granda, n tuti i sensi
http://www.klatmagazine.com/art/biennale-arte-2013-diario-13-belgio/10002

Kreupelhout la jera intitolà
e còsa ca vòe dire Cripplewood a ghe lo ghea scrito propio J.M.Coetzee, da on cao a kelaltro del mondo :

Le sue sculture esplorano la vita e la morte – la morte nella vita, la vita nella morte, la vita prima della vita, la morte prima della morte – nella forma più privata e più inquietante. Esse portano l’illuminazione, ma l’illuminazione è tanto oscura quanto profonda».
J.M. Coetzee, comunicato stampa, 25 Gennaio 2013
...
In questa installazione l’artista continua a realizzare a grandezza naturale corpi animali o umani; ma l’opera in questa occasione è un enorme olmo sradicato, nodoso e annodato, fuso in una massa di tronchi e di rami dalla somiglianza inquietante con muscoli, tendini ed ossa del corpo umano. Tra i rami dell’albero, soffici cuscini, coperte e stracci sono utilizzati per lenire e confortare questo corpo abbandonato.
Gli stampi che l’artista usa per la realizzazione dell’opera sono dipinti con una cera di varie tonalità di rosso e di blu (colori che l’artista utilizza per le riproduzioni del corpo umano) e riempiti con spessi fogli di cera bianco latte, Fragili calchi di alberi e di rami sono distesi orizzontalmente e disposti come un informe mucchio di muscoli ed ossa: un gigante corpo venato e carnoso rivela sottilmente i suoi lividi e le sue cicatrici.
La metamorfosi da uomo ad albero, e vice versa, è tangibile ma non ancora completata.

J.M. Coetzee e Berlinde De Bruyckere hanno a lungo ammirato l’uno il lavoro dell’altra, come risulta dalla pubblicazione a quattro mani ‘All Flesh’ del 2012. De Bruyckere rilegge l’intera opera di Coetzee, selezionando citazioni ed estratti che le appartengono e riarrangiandoli in accordo con i temi connessi alla sua opera. L’artista ha selezionato particolari delle proprie opere combinandoli con frammenti di testi che ha poi successivamente inviato a Coetzee. “Per mezzo di questa comunicazione, il rapporto tra il suo lavoro ed il mio è diventato sempre più chiaro”, afferma. “L’uccisione di animali, la tranquillità, il dolore, l’importanza delle ferite e delle cicatrici…in tutti i miei lavori le sue parole sono sottilmente presenti”.

L'importanza delle ferite e delle cicatrici :
Nel suo romanzo ‘Age of Iron’, Coetzee scrive: “We do not stare when the soul leaves the body, but veil our eyes with tears or cover them with our hands. We do not stare at scars, which are places where the soul has struggled to leave and been forced back, closed up, sewn in…”. De Bruyckere vede queste affermazioni come descrizione di quello in cui crede: ”Io ricucio l’anima all’interno, e non gli permetto di scivolare via. Rivelando le cicatrici, coltivandole. Questo è il momento della mia creazione, quando l’uomo cessa di esistere”.

A ghe so stà vedarla, tel padilion de l Beljo, l òpara de la De Bruyckere

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la zente la ghe jrava intorno, silenzhioxa o calke mormorio. A ghe jèra scuro, i muri i jera maron-scuro e da kel luxernario coerto co n telo grezo a vegnea poca luxe, a parea de stare te na tonba.
Me ga volesto na stìmana pa ciaparme on fià da l inpresion ke la me ghea fato.
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Berto » ven feb 20, 2015 8:17 pm

Pì ke degno sto filon!

Sixara ha scritto:(Dèso no stà dirme : Ma Jexù el jèra ebreo! A semo drìo tratare de sinboli : Jexù in croxe l è el sinbolo pì alto de l cristianeximo ke l se fonda sol so sacrificio. Ma Chagall el ghe mete tuta na sinboloja ebraica tornovia de la croxe e parfìn indòso al Cristo. Tel 38 le robe el le vedea te on modo, tel 47 te naltro. Tel 47 el ghe mete el bò al posto de l cristo. Na bestia sacrificà, ke ormai el paragon el se podea fare solo ke co le bestie.)


Scuxa Sixara ma Chagall el se gheva purpio dexmentegà o forse nol ghe gheva mai pensà sù ben o forse nesun el ghe lo gheva mai sigà forte ente le rece ke Cristo el jera n'ebreo. El ga fato na sciantina de travegolamento. Sinboli o no sinboli ke difarense ghè, Cristo el jera n'ebreo eretego e basta e anca par el crestianexemo el jera n'ebreo. Chagall Chagall! El crestianexemo no lè altro ke na variansa de la tradision ebraega o no?

El sagrefar o sagrefiço el se fa co łe bestie o 'nimałi tra cu l'omo, co łe devenedà o co ojeti ke łi raprexenta o encarna come par somexo l'eocarestia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Sixara » ven feb 20, 2015 8:43 pm

I è artisti e i ga na vixion artistica de le robe, nò storica.
I è artisti: i dòpara le arte ke i gà, ke i conose mejo : la scritura, la pitùra, la scultura... se fa na sintexi co n òpara d arte de l to pensiero, de l to raxonamento.
Volumi e volumi de robe scrite ca te te sì leto e po dopo te te fermi davanti n òpera d arte e ... là! Ca te capìsi tuto :D
A so drìo lèzare l oltimo libro de Corona - I òmeni fredi - a propoxito .
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Berto » ven feb 20, 2015 8:55 pm

Deso ke se arenta ła Pascoa me par ke el sagrefarse de Cristo Dio e Omo el se xmegnołe co ła resuresion.
La morte ła perde de valor co ła resuresion, me par ke ła resuresion ła canvie ła traxedia de ła croxe ente na farsa, coeła de ła tonba voda.
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Re: Teoloja de i viventi:Kreupelhout

Messaggioda Berto » ven feb 20, 2015 8:59 pm

Sixara ha scritto:La soferenzha de i omàni, de le bestie, de le piante... tuto el Creato l è el me pròsimo : " ...


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-crua.jpg
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Re: Teoloja de i viventi

Messaggioda Sixara » sab feb 21, 2015 8:35 pm

Berto ha scritto:Deso ke se arenta ła Pascoa me par ke el sagrefarse de Cristo Dio e Omo el se xmegnołe co ła resuresion.
La morte ła perde de valor co ła resuresion, me par ke ła resuresion ła canvie ła traxedia de ła croxe ente na farsa, coeła de ła tonba voda.

Cusì te dixi... ma nò, el contrario forse o almanco, cusì i l à intendesta cuei ke ga scrito dopo la so morte.
A ghe jera bixogna de spiegarsela te na coalke maniera na morte cusì, de darghe 'senso' co la resurezhion. No lo sò : mi a ghe vedo on òmo xbandonà da tuti, da i so amighi par primi ke tel momento ke l ga pì bixogno de lori, pa pregare asieme, pa farse corajo i s indormezha... e lù, là te l orto par lù solo, ke l ciama so Pàre...
Abbà el lo ciama, pì volte, col ghe domanda de èsare sparagnà da kel càlexe amaro. Ma so la croxe el lo ciama Eloì - Dio.
Elì Elì lemà sabactàni (Ηλει Ηλει λεμα σαβαχθανει) : http://it.wikipedia.org/wiki/Aramaico_parlato_da_Ges%C3%B9

Salmo 22 (21) 
«Padre, che debbo dire: salvami da quest'ora?
Ma no: è per quest'ora che sono venuto!».
«Padre, non la mia volontà, ma la tua!».
 
2 Dio mio, Dio mio, perché,
ma perché mi hai abbandonato,
Dio mio assente e lontano !
Così piango nel mio lamento:

...
E tuti, tornovia de la croxe i dixe : Sènti-sènti ke l è drio ciamare el profeta Elia, vedemo se l profeta el core salvarlo, e intanto i ghe dava da bevare l axéo...
"Ma Gesù, dando un forte grido, spirò". (Mc 15, 34-37).

Còsa vòto - a ga vù pì conpasion i so conpagni, siben ke no i ghe n éa capio gnente gnanca lori.
Dognimodo : Dio - Kel Dio ke lù el ghe credea - nol voleva sacrifici, da dopo ke l ghea sparagnà Abramo e so fiòlo, el lo dixe nò? de tegnerseli i sacrifici ke nol s infaxea gnente, ke jera altro ke l volea da i òmeni.
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Re: Teoloja de i viventi: Gròpi e strùpi

Messaggioda Sixara » dom feb 22, 2015 12:21 pm

Kreupelhout l è parola pièna de soferenzha:

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Kreupelhout-Cripplewood, el legno storto - el scrive Coetzee - nol xe el legno morto, nol xe deadwood.
El legno storto, al contrario, l è legno vivo.
Anca el legno storto cofà tuti i àlbori, el tende i so bràzhi al sole ma, calcòsa drento la so jenetica, calke tara o veleno, a ghe strùpia i òsi.
Te la parola kreupelhout - legno storto - legno ingropà, a te senti on gròpo de significati :
(1) kreupel - kruipen storpio - strisciare - gruccia - crucia ;
(2) nodo gnocco - nocchiuto - annodato ;
(3) gnommero : 1. un groviglio ( una trappola); 2. crocchia ( nodo di capelli).

L àlbore ca crése storto : on roéjo ca no pòe indrìzharse, piegà, cucià; l àlbore ca ghe cavemo i rami pa farghene de le grùce pa cuei ca no pòe caminare drìti, i strùpi.

A ghè gròpi e gròpi : cuei razhionali, creà da la raxon omàna ca se pòe dexgroparli, e cuei ca catémo n natura - indissolubili - ca no se pòe dexgroparli. Par cuei no ghe xe soluzione e gnanca assoluzione. Gnente oplossing, nisùna redenzhion.

Storpio/Kreupel : parola ca no se pòe pì doparare tel lèsico civile de oncuò. Letera sporca, rimandà al mitente là da indoe ke la vièn : on mondo de tugùri, fogne descoèrte e careti tirà da cavali, e can rognoxi, magri famà .
Parola ca no se pòe pì dire - sopelia - ma
dal pasà, eco ke l vien fòra danovo - tel nostro luminoxo prexente - kel àlbore-strùpio, xlongando i so dei gropoloxi, ca pensavimo naltri de 'verlo sarà drìo le xbàre de na prexon.

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