Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

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Messaggioda Sixara » sab gen 24, 2015 7:59 pm

Fate l'humour, non la guerra :D
Humour/Amour Amore - Amor...

Fémo l umore/amore nò la guèra - el dixe el Rabìn francexe Marc Alain Ouaknin tel so la Bible de l'humour juif, parké
" L'umorismo non è solo un gioco, un gioco di parole o di senso o, perlomeno, non soltanto. E' un'arma, un'arma efficace per costruire la pace, guidando l'Uomo verso la comprensione dell'Altro Uomo ed entrambi verso considerazioni diverse dall'essere i soli a possedere la verità".

Elora :
Qual'è la definizione di un "ebreo" ?
Uno a cui racconti una storiella e lui la sa già e la racconta meglio!
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » dom gen 25, 2015 5:42 pm

Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » lun gen 26, 2015 9:31 pm

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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » mar gen 27, 2015 8:58 pm

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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Sixara » mer gen 28, 2015 3:57 pm

:D :D
Bravo: zherkemo de darghe on contorno a sta roba de la 'satira'. Kele 2 imajni lì ca te ghè méso no le ofende l 'idea' - dixen - de omosessualità o islamismo. I è cusì esajerate, surreali ke uno ( islamico o omosessuale) nol pòe identificarse co kele raprexentazhion lì.. sarìa n ofexa a la so intelijenzha, mi credo, de sentirse ofexo :? o nò?
Lè evidente ke l muxlìm de la prima foto lè finto, cusì come l òmo sentà so la pankina :D vestìo da spoxa..
altra roba sarìa se i fùse 'veri', a vojo dire de cojonarli pa come ke i se veste o so le so abitudini riguardo a l consumo de alcol o manco( ma nò parké no se pòe farlo - parké no ghe sarìa gnente da rìdare..)
Anca cuea de charlie lè bòna, fàzhie ( visti i tenpi) ma bòna, altra roba ( e altri tenpi) a jera par ex. la copertina de l Male co na foto de Aldo Moro e soto la scrita : Scusate, ma di solito vesto Marzotto. Catìva, màsa catìva : a jera i oltimi jorni de l secuestro e se saeva zà come ke la sarìa ndà finire. "Cattìva, cattivissima, cinica, al punto dell'inumano... ma dirompente e coraggiosa, come deve essere la satira", i dixe Gino e Michele, autori de satira te on intervista a Il Fatto Quotidiano del lunedì de l 26.1.
De satira no xe mai morto nisùn e nisùn ga da morirghe : Aldo Moro i lo ga copà le BR ( e i so amighi democristiani pardedrio), ke cuei sì i faxea solserio nò la satira ke la skerzha senpre e màe no la fà.
Ke podopo la sia maleducata e anca catìva de le olte - eh bè la ghe stà anca cuea.
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » mer gen 28, 2015 10:08 pm

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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » mer gen 28, 2015 11:06 pm

Facebook si arrende: censura illustrazioni di Maometto in Turchia

Il social network di Mark Zuckerberg, dopo aver rifiutato ogni bavaglio alla libertà di pensiero, occulta i contenuti grafici sul Profeta

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/fac ... 86944.html

“Facebook è sempre stato un posto dove le persone di tutto il mondo potessero condividere i propri pensieri e valori.

Noi rispettiamo la legge in ogni Paese, ma non permetteremo mai che uno Stato o un gruppo di individui decidano dittatorialmente cosa la gente possa (o non possa) condividere. Non lascerò mai che questo avvenga su Facebook. La mia volontà è di costruire una piattaforma in cui si possa parlare liberamente, senza aver paura della violenza”. Lo scriveva, sul suo social network, Mark Zuckerberg , l’indomani dell’attentato a Charlie Hebdo.

Oggi, a tre settimane di distanza da quel post – concluso enfaticamente con “#jesuischarlie” –, Facebook si arrende all’ingiunzione di un tribunale di Ankara, che ha intimato al social di censurare alcune immagini di Maometto ritenute offensive. La credibilità di Zuckerberg come integerrimo paladino della giustizia è durata poco.

Il retorico inno alla libertà di stampa e opinione se n’è andato con il vento, scontrandosi con la realtà. La Bbc racconta infatti che Menlo Park, dopo un primo rifiuto ad insabbiare le pagine contestate, ha ceduto all’ultimatum della Corte, che ha minacciato di mandare offline Facebook in tutta la Turchia (dove, secondo le stime, gli utenti sono circa 40milioni). Una sorte peraltro già toccata a Twitter e Youtube.

E secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Facebook circa le domande di censura avanzate dai governi, nel semestre gennaio-giugno 2014, le richieste di restrizioni inoltrate da Ankara sono state 1893. È il secondo dato più alto, alle spalle dell’India (che tocca quota 4960).
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » sab gen 31, 2015 9:20 am

Skersa co i fanti ma làsa star i santi, justo!
Ma co i santi łi se fa fanti no łi xe pì santi
e prasiò łi va tratà da fanti.


Maometo lè on caxo de on santo kel se ga fato fante; anca S.Toni de Pava el jera on santo kel se ga fato fante ente ła persecousion e el stermegno dei catari.
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Sixara » sab gen 31, 2015 12:02 pm

S-ciopare dal rìdare :D
E l è Dio n Persona ke El lo fà...

Mentre l'annunciazione cristiana è notissima pochi hanno riflettuto sul tema dell'annunciazione ebraica.
Rispetto alla rappresentazione dell'annuncio dato dall'angelo a Maria, la scena non potrebbe essere più diversa : l'annuncio viene accolto con uno scoppio di risa. Abraham all'annuncio - portato dall'Arcangelo travestito da viandante - che egli, ormai centenario, avrà per congiungimento un figlio da sua moglie Sara, novantenne e da sempre sterile, scoppia a ridere. Sarah, in modo più ritroso , ride anche lei. E' lecito supporre che anche Dio ne abbia riso : a testimonianza di questo fatto rimane il nome che l'Eterno chiede loro di dare al neonato : Lo chiamerete Isacco, in ebraico, Itzkhak dal verbo tzakhak - ridere.
Questo scoppio di riso, non è appiccicato a posteriori all'evento : ne è parte costitutiva, come spiega il rabbino M.A. Ouaknin nella brillante prefazione al suo libro La Bible de l'humour juif : " Nella Bibbia ebraica si scrivono solo le consonanti - mentre le vocali vengono aggiunte durante la lettura - e a ogni consonante corrisponde una cifra. Questa equivalenza fra lettere e cifre si chiama Gematria. Rachi - commentatore della Torah- spiega così le lettere Y TS H Q :
Y - 10, sono le dieci prove sostenute da Abramo , ma anche i 10 anni trascorsi prima di avere un figlio da Sara.
TS - 90 l'età di Sara alla nascita di Isacco
H - l'ottavo giorno, il giorno della circoncisione
Q - 100 gli anni di Abramo alla nascita di Isacco
Per Rachi, l'esistenza di YiTS'HaQ, ovvero il significato del riso e di tutto il ridere futuro, risiede nella parola, nel gioco di parole, il witz, il motto di spirito. Il riso sarà, prima di tutto una 'esplosione di significati', uno smembrarsi della lingua per accedere alla parola.
Il gioco di parole, il giocare con le parole è un modo per reintrodurre vita e dinamismo all'interno della lingua e dell'essere che ha dimenticato come si vive e si gioisce. Il riso produce l'esplosione ( dei significati) quando nella parola viene introdotto un soffio, un movimento destabilizzante. Questo soffio allenta, libera i confini della parola, la schiude ad altre parole, ad altre frasi, la inscrive in contesti instabili. Impulsi, variazioni,stravaganze. Ci sono in questa esplosione di significati, degli scivolamenti senza fine che travolgono nel loro irrompere ogni staticità, ogni limite, ogni frontiera invalicabile. La nascita di Isacco è una grande burla, un joke che sfida la logica, che frantuma le consuetudini del pensiero e che proprio per quest ragioni, rende possibile la storia."
M.A.Ouaknin, cit. in M.Ovadia, L'ebreo che ride,1998, pp.10-12

E l và vanti Moni Ovadia a dire ke
Il ridere di sé e il ridere divino attengono alla dimensione del miracolo umoristico che apre alla Storia umana. Il miracolo nega l'esistenza del senso comune a favore del capovolgimento del significato, del prefigurarsi di ciò che si pensava impossibile. In sintonia con questa linea si costruisce l'umorismo ebraico. Il suo scopo è quello di esiliare l'arroganza delle certezze e di introdurre una dimensione imprevista, che stimoli la creazione di un nuovo pensiero consapevole della propria precarietà. L'umorismo ebraico appartiene ad una forma mentis irriducibilmente anti-idolatrica. la sua ambizione è quella di smascherare la violenza del pre-giudizio e di sculacciare la stupidità del mondo. Un possente corpus di insegnamenti sottostà al farsi dell'umorismo ebraico nel corso delle generazioni. Gli Ebrei ricevono con la rivelazione due Bibbie : la Torah che è scritta e la Torah che è orale, ovvero la raccolta del Talmud, libro non libro, risultato di secoli di discussioni di centinaia di Maestri che contiene tutti i pareri, quelli prevalsi come quelli emersi nel corso delle controversie. Il Talmud è il risultato del genio ermeneutico e dialettico ebraico, risposta dell'uomo alla parola divina. Lo studio del Talmud deve essere polemico e ha bisogno del confronto, ragione per la quale non è uno studio solitario ma necessita almeno di due persone che, con assillo, si critichino per dinamizzare il pensiero e la ricerca, per impedire che la sclerosi li irrigidisca.

Speremo ke l tègna!

I Maestri del Talmud si domandano : Cosa faceva Dio prima di creare questo mondo?. Creava mondi e li distruggeva, alla ricerca di un mondo che fosse buono in tutti i suoi aspetti.
Non era facile crearlo. Sembra, stando a quanto dicono i Maestri - che il nostro Mondo sia il risultato del ventottesimo tentativo e che, contemplandolo, l'Eterno sospirando abbia pronunciato le seguenti parole : Halevay sheyaamod!, che vogliono dire 'Speriamo che tenga!'.
Questa idea che l'Eterno abbia preso il rischio della Creazione, tentandola più volte, è grandiosa ed è il titanico compendio della decisione di creare l'essere umano con tutte le sue debolezze, libero.
L'impresa è pazzesca, il ridere di per sè salvifico. Noi tutti, forse desideriamo , quando sarà il momento, di ridere con Dio di tutta questa straordinaria follia. E dove se non in paradiso? Ma il paradiso degli ebrei dov'è?
Una storiella ebraica racconta di un pagano che voleva convertirsi all'ebraismo:
Si era recato da un rabbino, un grande Maestro del Talmud allo scopo di manifestargli le sue intenzioni e la sua perplessità sul cammino da compiere, viste le scarse informazioni sulla natura reale del paradiso nel pensiero ebraico. Il rabbino lo ascoltò e si rese disponibile a sciogliere anche il dubbio del pagano sulla realtà del paradiso ebraico. Vai a casa - gli disse e prepara tutto il necessario per un lungo viaggio. E così fu - più si allontanavano e più i luoghi si facevano impervi e inospitali : zone aride, deserti gelidi, foreste pietrificate, montagne aspre.. dopo tre settimane di cammino, il pagano sfinito protestò con il rabbino per la lunghezza e l'inutilità della marcia; il rabbino sospirando gli rispose che il raggiungimento del paradiso richiede pazienza e abnegazione. Bisognava proseguire il cammino.
Camminarono ancora e raggiunsero un luogo paludoso, avvolto da umori malsani. In quella landa spettrale, su piccoli atolli di terra erano appoggiate capanne traballanti dove all'interno, i grandi Maestri dell'Ebraismo, stavano su sgabelli instabili,chini su tavolacci precari dove erano appoggiati i rotoli della Torah.
Il pagano guardò incredulo il rabbino che - raggiante- disse 'Eccoci'.
Il pagano dimostrò tutta la sua rabbia e delusione : ' Voi ebrei dovete essere un popolo di dementi in libera uscita! Questo il paradiso? Questo luogo ripugnante?.. non posso credere che anche qui, in questo niente che tu chiami Eden, loro .. i vostri maestri, i santi .. siano ancora chini su quei rotoli, tutto il tempo!'
Il rabbino sbattè lentamente le palpebre con la sorniona lentezza di un gatto carico di molti anni, poi, con un impercettibile sorriso, disse : ' Si, è così. Solo che adesso finalmente capiscono quello che leggono.' :?

Come mai con tanti maestri e filosofi, voi ebrei perdete tempo in cose così poco serie?. Ouaknin risponde in questo modo : l'ebraico definisce la malattia come la pesantezza dell'essere e la salute come la leggerezza. Volendone derivare una massima si può dire che ' ridere è guarire', anche se per mantenersi sani non si tratta di trasformare la vita ( da quella tragedia che è) in una farsa : vivere è difficile e vivere con humour ancora di più.
La logica tradizionale è lineare e causale : a causa corrisponde effetto e ad effetto corrisponde causa. E se provassimo a infrangere questa logica per tentare di percepire il mondo in altri modi possibili?
Il pensiero logico e razionale, è un pensiero che tende alla 'rivelazione' intesa come un processo che porta alla luce della ragione qualcosa che prima era nascosto: non concepisce il non-visibile e l'oscuro. Ciò che non si vede non esiste o per lo meno è meglio lasciarlo dov'è, al buio.
L'umorismo traccia il percorso inverso di quello dell'interpretazione, lavorando sul senso del senso, cioè sul non-senso, partendo proprio dall'ombra, dall'oscuro. L'umorismo non dice ma suggerisce, evoca, fa pensare e ri-pensare alle certezze che diamo come assolute. L'umorismo parte dal senso per approdare al nonsenso. E'demolizione, esplosione e rimessa in questione del senso. Senso come direzione non solo come significato : l'umorismo indica una direzione, imprime una spinta, permette all'uomo di mettersi in cammino, di superarsi e di andare verso terre sconosciute a lui stesso. Terre incognite. Il vero umorismo è incontro con l'etica, per questo, conclude Ouaknin, pensiamo che l'umorismo sia una modalità di pensiero sufficientemente nobile per essere preso in considerazione tanto dal maestro , quanto dal filosofo.

No stemo 'verghe paura de l non-senso : nò tuto se pòe capire, né spiegare. El senso de le robe el ciàpa vie traverse de le volte, stranbe le ne pare, senzha senso... ma solo ke n aparenzha.
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Re: Faites l'humour, pas la guerre : Ridemoghe su

Messaggioda Berto » mar feb 03, 2015 11:24 am

Hacker pro Isis su sito vini Pavia Manomessa homepage Centro regionale

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 502a.shtml

23:50 - L'immagine di un terrorista dell'Isis accanto a un bandierone nero con in sottofondo una colonna sonora composta da musiche arabe, colpi di cannone e salve di mitra. Questa la foto che ha preso il posto di quella abituale dei vigneti dell'Oltrepò Pavese e comparsa sull'homepage del sito del Centro di ricerca vitivinicola della Regione Lombardia di Torrazza Coste (Pavia). La manomissione, effettuata da un attacco hacker, è avvenuta l'1 febbraio.

Deso łi boni creistiani par no ofendar łi muxlim łi cavarà el vin da ła Mesa e nando vanti łi cavarà anca el Croxefegà (crocifisso). E basta magnar mas-cio!
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