Corruzione italo veneta nel Veneto

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » sab mar 18, 2017 2:08 pm

Tangenti Mose: «A Orsoni oltre 180 mila euro in 5 giorni»
In tribunale a Venezia ricostruite le spese della campagna elettorale 2010 dell’ex sindaco candidato. Sequestrato file di un computer del Pd di Rubina Bon
16 marzo 2017

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... 1.15040369

VENEZIA. Quanto è costata la campagna elettorale di Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito nel processo Mose, per le comunali della primavera 2010? «L’ipotesi di budget ammontava a 437mila euro, poi riformato a 287mila. La cifra è cambiata per la modifica di alcuni voci di spesa quali la tipografia e gli spot in tivù», ha detto ieri in aula il commercialista veneziano Valentino Bonechi, citato come testimone dalla difesa dell’ex sindaco quale mandatario elettorale.

L’accusa. Ma per i pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, l’ipotesi è che il rendiconto ufficiale delle spese per la campagna elettorale si sia fermato a 287mile euro – tra le voci di spesa si leggono 62.700 euro per la consulenza comunicazione nazionale 60.415 euro per la tipografia, ma anche 1.100 euro per l’auto a noleggio per Orsoni – e che la quota restante sia stata pagata anche da Mazzacurati, come peraltro l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova aveva sostenuto nel memoriale consegnato alla Procura e come confermato anche il suo ex segretario Federico Sutto.

Testimoni. Ieri in tribunale era attesa la sfilata dei big citati come testimoni dalla difesa Orsoni, rappresentata dagli avvocati Carlo Tremolada e Francesco Arata, ma non si sono visti Gianni Letta, ex sottosegretario nell’era Berlusconi; l’ex ministro Corrado Passera, il professor Francesco Giavazzi e Luigi Bassetto, ex vicedirettore generale del Comune. Sono attesi il 3 maggio, mentre gli stessi difensori hanno rinunciato a sentire Luca Zaia, Giuseppe Casson e Claudio Orazio.

Un caso? Valentino Bonechi ai pm in aula non ha saputo dire se la differenza di costi della campagna elettorale fosse stata pagata in nero, né se il Pd avesse sostenuto spese non tracciate. A suo dire sia i 437mila che i 287mila euro erano un preventivo, mentre per la Procura i 287mila euro sono il consuntivo, a cui manca “l’aiuto” di Mazzacurati. «Dovevo pagare tutto con bonifico bancario, Orsoni era concorde con questa scelta di trasparenza. La mia preoccupazione era di non sforare».

Il conto. Il conto corrente per le spese elettorali era stato aperto il 12 febbraio 2010 al Banco San Marco «come indicato da Orsoni», ha ricostruito il commercialista, il primo bonifico entra il 17 febbraio: 5mila euro. «Orsoni era molto occupato con la campagna elettorale, ma era anche molto attento alle entrate sul conto. Ero preoccupato che non ci fossero entrate e Orsoni mi aveva detto di stare tranquillo, che sarebbero arrivati i soldi ma non mi aveva anticipato nominativi», ha ricostruito Bonechi. Erano i giorni tra il 18 e il 20 marzo.

Le date sospette. Il pm Ancilotto, carte alla mano, ha fatto notare come circa il 50% dei finanziamenti -oltre 180mila euro - sia arrivato negli ultimi 5 giorni di campagna elettorale a fine marzo. Soldi versati specie da aziende, in particolare da aziende nell’orbita del Cvn: 50mila euro dalla San Martino e ancora Clea, Cam e altre. Solo un caso? «Non c’era un codice etico sui finanziamenti graditi o meno», ha chiarito Bonechi.

Il partito. Nella penultima udienza, sentito come imputato, Orsoni aveva detto che per la campagna elettorale «il partito pensava a tutto» e ancora «Non ho mai ricevuto denaro da Mazzacurati». Citato come teste della difesa c’era anche Alessandro Maggioni, al tempo segretario comunale Pd, incalzato dalle domande dei rappresentanti della Procura in particolare sulle spese per le primarie di Orsoni. Il pm Ancilotto ha mostrato a sorpresa un file Excel (sequestrato durante le perquisizioni nella sede del Pd a Mestre a luglio 2013) creato il 22 dicembre 2009 e salvato per l’ultima volta il 5 febbraio 2010 con il budget di massima delle primarie che oscilla tra i 35 e i 65mila euro. L’autore che si visualizza nelle proprietà del file è Alessandro Maggioni. Il quale però ha negato
di aver materialmente redatto quel documento. «Gli aspetti economici erano in carico alla parte provinciale del partito». Salvo poi ammettere che «Avevo contribuito all’impostazione di quel documento a titolo personale».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » lun giu 05, 2017 3:15 pm

Scandalo Mose: tre anni dopo, tutti liberi i 35 arrestati - Regione
2017/06/04

http://mattinopadova.gelocal.it/regione ... 1.15442003

VENEZIA. Quattro giugno 2014: è la terza ondata di arresti, 35, da quando è scoppiato uno dei più gravi casi di corruzione in Italia, quello sulle tangenti del Mose. Un lavoro di indagine difficilissimo - vista la dimensione dello scandalo, la durata e gli intrecci - e per il quale la Procura veneziana ha schierato i suoi pm di punta.
Processo Mose, il pm Ancillotto: "Dicono che Baita e Mazzacurati mentono" In una pausa dell'udienza del processo sulle tangenti Mose, il pm Stefano Ancillotto riassume così l'andamento degli interrogatori degli imputati: "Sostengono che le accuse di Baita e Mazzacurati sono false" http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... hfnvveel-1
Com’è finita: tutti liberi. Che hanno fatto i 35 arrestati? Tutti liberi. Mazzacurati si è ritirato nella sua villa in California e soffre di demenza, ma ha avviato un’azione legale contro Cvn per chiedere i compensi mancanti; Baita scrive libri sulla corruzione e gira le librerie facendo il pienone; Minutillo vive tra Veneto e Toscana e si sta curando per alcuni problemi di salute.
Galan, primo giorno da uomo libero: "Mai chiesto nulla in cambio di un provvedimento" Primo giorno di Giancarlo Galan da uomo nuovamente libero. L'ex presidente della Regione Veneto si presenta di buon mattino in caserma a Bastia di Rovolon, dove risiede ora, per firmare la fine degli arresti domiciliari dopo il patteggiamento per tangenti nella vicenda Mose. Ai giornalisti rilascia una sola dichiarazione a muso duro: "In tanti anni di politica non ho mai chiesto nulla in cambio dell'adozione di un provvedimento, di una delibera, di un qualsiasi atto amministrativo" (video Nicola Cesaro)

L’ex governatore Giancarlo Galan si dedica a tempo pieno alla figlia, o almeno così assicura, mentre il suo commercialista Paolo Venuti ha visto scadere lo scorso 20 maggio la sospensione dall’Ordine. L’ex vicedirettore Cvn Teresa Brotto ha ottenuto dal giudice una sentenza che dichiara illegittimo il suo licenziamento.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » sab giu 17, 2017 9:15 pm

Corruzione, 16 arresti. Operazione della Finanza di Venezia
Quattordici in carcere, due ai domiciliari: imprenditori, dirigenti e funzionari pubblici, professionisti, e dirigenti privati
16 giugno 2017

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... 1.15496163

VENEZIA. Quattordici ordinanze di custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari per vicende legate a corruzione sono state eseguite dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia. I provvedimenti riguardano persone legate al mondo dell'imprenditoria, dirigenti e funzionari pubblici, professionisti e dirigenti di aziende private. Posti sotto sequestro 440mila euro ritenuti frutto dell'attività corruttiva. I particolari dell'operazione saranno resi noti in mattinata in procura a Venezia.

Le indagini, coordinate dalla procura lagunare, hanno riguardato, secondo quanto si è appreso, una serie di episodi legati a presunti accomodamenti di irregolarità fiscali.
Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi sull'operazione della Gdf Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi parla della corruzione e dell' "emersione di episodi contatenati tra loto e frutto di accordi taciti e non scritti, un modus operandi che è necessario accertare"guarda l'aggiornamento
Coinvolti nell'operazione delle fiamme gialle, in esecuzione di ordinanze emesse dal gip di Venezia, in particolare persone legate al mondo imprenditoriale in Veneto, specie tra Venezia e Verona, e dirigenti pubblici. Le indagini però si sono estese anche in altre regioni, come la Sicilia.
Alberto Reda, comandante provincale della Guardia di Finanza Il comandante della finanza Reda: "Le categorie professionali devono evitare il ripetersi di episodi di corruzione" (video Carlo Mion)guarda l'aggiornamento

Tra gli arrestati: Elio Borrelli, Christian David e Massimo Esposito (Agenzia delle Entrate), due ufficiali della Guardia di Finanza, Vincenzo Corrado e Massimo Nicchinello, un giudice tributario della Commissione regionale, Cesare Rindone, due commercialisti di Treviso e Chioggia, Tiziana Mesirca e Augusto Sartore. E ancora: Paolo Maria Baggio, Aldo Bison, Fabio Bison (ai domiciliari), Giuseppe Milone, Pietro Schneider, Paolo Tagnin, Albino Zatachetto.

Fra gli arrestati una serie di imprenditori del gruppo Bison di Jesolo (costruzioni); di Cattolica assicurazioni, della Baggio di Marghera e un produttore di prosciutti friulano, Pietro Schneider.

La corruzione, vale a dire il pagamento di soldi, regalie o assunzioni di amici e parenti (soprattutto i figli di alcuni funzionari pubblici), è emerso venerdì mattina in conferenza stampa, serviva per addolcire le verifiche fiscali della Guardia di Finanza e per limitare al minimo quanto gli imprenditori dovevano versare al fisco una volta contestata l'evasione.

L'indagine nasce da una costola delle intercettazioni sul Mose.


http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... -168265169



Venezia, 16 arresti tra imprenditori, dirigenti pubblici e ufficiali Gdf: regali in cambio di sconti sulle sanzioni fiscali
di Giuseppe Pietrobelli
16 giugno 2017

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/0 ... li/3663746

L’onda lunga dello scandalo Mose torna a sommergere la laguna. Ma stavolta le dighe mobili alle bocche di porto non c’entrano nulla. E neppure la ragnatela di potere e di interessi messa in piedi dall’ingegner Giovanni Mazzacurati. E’ un’altra storia di soldi e di tangenti, di regali e favori, ma questa volta ruota attorno ai controlli fiscali e ai modi per evitare sanzioni. A scoprirli sono stati i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Venezia che si erano insospettiti perché in alcune intercettazioni telefoniche dell’inchiesta Mose erano emerse pressioni per la nomina di dirigenti dell’Agenzia delle Entrate. A che scopo? Chi ne beneficiava?

Le domande sono diventate spunti investigativi che hanno aperto nuovi filoni, con altre intercettazioni telefoniche. Si è così arrivati a ricostruire un quadro complesso di interessi illeciti sull’asse Venezia-Verona, partendo dall’Agenzia delle Entrate del capoluogo lagunare. L’inchiesta ha messo a fuoco il pagamento di somme di denaro a pubblici ufficiali, la consegna di regali molto costosi e una promessa di assunzione da parte di privati, per avere in cambio sconti nelle sanzioni pecuniarie riguardanti evasioni fiscali. Il pubblico ministero veneziano Stefano Ancilotto ha chiesto e ottenuto dal gip 16 misure cautelari (due ai domicialiri). Sono state eseguite dalla guardia di finanza nella notte.

Il drappello degli arrestati è composto di diversi livelli. Al primo livello troviamo i dipendenti dell’amministrazione finanziaria (quelli ancora in servizio sono stati immediatamente sospesi,”pur nella speranza che possano dimostrare la propria innocenza”) come Elio Borrelli dell’Agenzia delle Entrate, oggi direttore provinciale Pesaro-Urbino che era in servizio a Venezia, Christian David responsabile delle verifiche e Massimo Esposito, già direttore dell’Agenzia di Venezia. Ci sono poi due ufficiali della Finanza, Vincenzo Corrado e Massimo Nicchinello. Spunta perfino un giudice tributario della Commissione regionale, Cesare Rindone.

Nel secondo livello troviamo alcuni professionisti che si occupavano di questioni fiscali: Tiziana Mesirca, commercialista di Treviso e Augusto Sartore, commercialista di Chioggia. Nel terzo livello ci sono gli imprenditori, che erano oggetto delle verifiche e degli accertamenti fiscali, che riguardavano il gruppo edile Bison di Jesolo, specializzato in costruzioni, Cattolica assicurazioni, la società Baggio di Marghera (logistica) e la società friulana Burimec, produttrice di sistemi di pesatura industriale. Si tratta di Paolo Maria Baggio, Aldo Bison, Fabio Bison (ai domiciliari), Giuseppe Milone, dal 2010 direttore amministrativo di Cattolica assicurazioni, Pietro Schneider (Burimec), Paolo Tagnin e Albino Zatachetto, ex dirigente Cattolica assicurazioni.

La Finanza ha sequestrato anche 440mila euro, che si ritengono provento dell’attività illecita. I filoni d’inchiesta sono numerosi. Il primo riguarda la supposta corruzione di un dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Venezia da parte di un imprenditore di Jesolo; quando il funzionario è stato trasferito, un suo collega è stato coinvolto al suo posto. Le tangenti pagate sarebbero pari a 140mila euro, per una riduzione dell’80 per cento di imposte (da 41 milioni dell’originaria pretesa di gettito a 8 milioni di euro effettivamente pagati) dovute da tre società dell’imprenditore jesolano in provincia di Venezia. I fatti sono accaduti tra il settembre 2016 e il maggio scorso. Secondo l’accusa i due funzionari avrebbero poi ricevuto 50mila euro da un commercialista di Chioggia per “accomodare” un accertamento tributario.

Un secondo capitolo riguarda la presunta corruzione di un finanziere e di un funzionario delle Entrate con la mediazione della commercialista trevigiana, per far ottenere benefici a una società immobiliare e a una ditta veneziana di trasporti. Soldi e regali per 40mila euro: questo il prezzo dell’accordo che aveva consentito di ridurre del 70 per cento (da 13 milioni di euro a 3,7 milioni di euro) l’importo del debito complessivo delle aziende interessate a una verifica fiscale. Il terzo filone riguarda l’aggiustamento delle pendenza della società assicuratrice di Verona. In questo capitolo entra in scena anche il giudice tributario con funzioni di “mediatore” (oltre a un finanziere e un funzionario delle Entrate). In questo caso i regali assommano a 20mila euro, in cambio il debito erariale scese da 8,8 milioni di euro a 2,6 milioni di euro. L’ultimo filone risale al 2015-16 e a un accertamento nell’azienda metalmeccanica di Buttrio Burimec. Coinvolto un secondo finanziere oltre al primo di Venezia. L’imprenditore avrebbe assunto il figlio di quest’ultimo. In cambio la verifica fiscale risultava poco approfondita.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » gio giu 29, 2017 9:46 pm

Venezia, l’accusa del processo Mose chiede in tutto 27 anni per gli imputati
Alberto Zorzi
LO SCANDALO
Sentenza prevista per settembre, con il rischio prescrizione. Il pm Ancillotto ripercorre in aula le tappe della maxi inchiesta

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... one=veneto


VENEZIA Ventisette anni e un mese di reclusione per gli 8 imputati del processo sulle tangenti e i finanziamenti illeciti del Mose. Sono le richiesta dei pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini al termine della requisitoria di giovedì mattina.

L’accusa ha chiesto 2 anni e 3 mesi per l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e 2 anni e 500 mila euro di multa per l’ex europarlamentare Lia Sartori, entrambi accusati di finanziamento illecito della campagna elettorale, con multe rispettivamente di un milione e mezzo milione; 6 anni per l’ex ministro Altero Matteoli e 5 per l’amico imprenditore Erasmo Cinque (con una confisca stratosferica da oltre 34 milioni di euro), 4 anni per l’ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva, 2 anni e mezzo per l’architetto Danilo Turato, 3 anni per l’imprenditore Nicola Falconi (tutti e cinque accusati di vari episodi di corruzione) e infine 2 anni e 4 mesi per l’avvocato Corrado Crialese (millantato credito).

Prima che i due magistrati affrontassero i singoli casi, il pm Ancilotto ha inziato con un rapido spaccato degli anni di inchiesta, spiegando quelli che, a suo avviso, sono ormai i punti fermi dell’inchiesta sul Mose, sorta con le verifiche fiscali alla coop San Martino nel 2009 e alla Mantovani alcuni mesi dopo: le frodi fiscali delle aziende, i fondi neri creati di conseguenza, quindi gli episodi di corruzione di pubblici ufficiali e politici già oggetto di patteggiamenti, tra cui quelli dell’ex governatore Giancarlo Galan, dell’ex assessore regionale Renato Chisso, dell’ex generale della Finanza Emilio Spaziante, dell’ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta.

«Il sistema è stato ricostruito nei dettagli e la ricostruzione ha tenuto, tanto che, oltre ai patteggiamenti, le imprese hanno pagato oltre 40 milioni di sanzioni fiscali», ha ricordato il rappresentante dell’accusa. «L’istruttoria, nella rituale dialettica per far emergere la verità processuale, ha pienamente dimostrato la fondatezza delle ipotesi delittuose» ha aggiunto il pm Buccini.

Una larga parte è stata incentrata sulla difesa dell’attendibilità dei grandi accusatori, da Giovanni Mazzacurati a Piergiorgio Baita, da Claudia Minutillo a Niccolò Buson, da Pio Savioli a Federico Sutto e Stefano Tomarelli. «E’ inutile nascondersi che questi soggetti hanno confessato non tanto per un pentimento morale, ma per interesse processuale - ha ammesso Ancilotto - ma le loro dichiarazioni sono state tutte coincidenti. Mazzacurati? Tantissimi testi, dal suo medico ai figli e a chi lavorava con lui, hanno spiegato che nel 2013, quando fece quelle dichiarazioni, era assolutamente lucido».

L’ipotesi, adombrata da molte difese, che Mazzacurati si sia tenuto per sé buona parte dei soldi? «E’ inverosimile - ha concluso il pm - bisognerebbe ipotizzare che alcune delle principali imprese italiane, coinvolte nel Cvn, fossero talmente incompetenti da farsela fare sotto il naso». Dopo i pm sono iniziate le discussioni delle parti civili. Sono già state fissate altre 5 udienze per le difese, la sentenza è prevista per l’inizio di settembre, ormai alla soglia della prescrizione per molti episodi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 3:41 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 3:42 pm

Caso dei vigili e del sindaco di Cortina: condanne e assoluzioni



Cortina, vigili si tenevano soldi delle multe 25 indagati, c'è anche sindaco Franceschi
BELLUNO
3-giugno-2014

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 6843.shtml

Indagine della Finanza, l'accusa è di peculato e di condotta omissiva. Un agente non aveva versato nulla per quattro anni. Il Comune: «Scioccati dal tempismo della notizia»

La guardia di finanza di Belluno ha denunciato per peculato 19 tra appartenenti alla polizia locale e funzionari del Comune di Cortina d'Ampezzo per essersi appropriati del denaro delle multe negli ultimi 10 anni. Ma nell'indagine risulta indagato anche il sindaco «esiliato» Andrea Franceschi assieme ad altri cinque, tra dirigenti ed un ex assessore. Sono così complessivamente 25 le persone coinvolte nell'inchiesta del Procuratore Francesco Saverio Pavone.

L'indagine del Nucleo di Polizia Tributaria è nata da una segnalazione che ha poi trovato riscontro negli accertamenti sull'attività di riscossione delle sanzioni pecuniarie che ha interessato quasi tutto il Corpo dei vigili cortinese, comprendendo anche chi è andato in pensione e coloro che hanno svolto il servizio stagionalmente. I finanzieri hanno scoperto che era pratica diffusa di vari vigili di trattenersi le somme riscosse in contanti, pur in presenza dell'obbligo di versarle sul conto corrente del Comune a scadenze prestabilite: il regolamento comunale prevede, infatti, che tali somme debbano essere versate immediatamente, qualora superino la soglia di 516,46 euro (il vecchio milione di lire), o comunque trimestralmente.

Vari agenti, invece, non hanno versato tempestivamente le somme riscosse, sottraendole, a volte per mesi o per anni, alle casse del Comune. I finanzieri hanno acquisito, presso gli uffici del Comando Polizia Locale di Cortina d'Ampezzo, tutti i verbali e i relativi documenti contabili, nonché tutta la contabilità relativa agli incassi detenuta presso l'Ufficio Economico Finanziario del Comune. L'analitica ricostruzione effettuata dai militari, per ogni mese e per ogni agente, ha permesso di accertare, ad esempio, che un agente per quasi quattro anni non aveva mai effettuato alcun versamento, arrivando progressivamente a «tenersi in tasca» una somma di quasi 7.000 euro. In alcuni casi è stato riscontrato che gli agenti hanno restituito, dopo molto tempo, le somme indebitamente trattenute, riversandole al Comune direttamente dai propri conti correnti personali. La Finanza bellunese ha così segnalato all'autorità giudiziaria anche la condotta omissiva di amministratori, dirigenti e funzionari del Comune di Cortina, i quali, pur essendo stati formalmente informati dall'Ufficio Ragioneria di tali ripetuti ammanchi dalle casse comunali, non hanno proceduto a denunciare i responsabili.

Anche Andrea Franceschi, il sindaco di Cortina d'Ampezzo «esiliato» in un altro comune da oltre un anno su provvedimento della magistratura bellunese nel quadro di un'altra inchiesta, risulta indagato assieme ad altri cinque, tra dirigenti ed un ex assessore, nell'indagine della Gdf di Finanza di Belluno che ha portato alla denuncia per peculato di 19 vigili urbani per il mancato versamento delle multe nei tempi previsti per legge. Sono così complessivamente 25 le persone coinvolte nell'inchiesta del Procuratore Francesco Saverio Pavone. Oltre a Franceschi - che in realtà non svolge più le funzioni di primo cittadino da quando è stato «allontanato» dal suo comune - nel registro degli indagati figurano l'ex assessore al Patrimonio Marco De Biasi, l'ex segretario generale Agostino Battaglia, l'attuale segretario generale, Luisa Musso, e due ex responsabili del servizio economico-finanziario del Comune ampezzano.

I primi tre sono coinvolti anche nell'inchiesta sugli appalti, sempre della Gdf, che aveva portato nell'aprile 2013 all'arresto del sindaco Franceschi con l'accusa di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, violenza privata e abuso d'ufficio. A Franceschi, un mese dopo, il Tribunale del riesame di Venezia, aveva revocato la misura degli arresti domiciliari stabilendo però il divieto di dimora nel Comune. L'attuale indagine è scaturita analizzando la mole dei documenti sequestrati dai finanzieri ai quali è giunta, tra l'altro, una segnalazione del presunto peculato. I militari hanno accertato che in più occasioni alcuni dipendenti della ragioneria del Comune di Cortina avevano informato «dell'andazzo illecito» anche con alcune e mail fin dal 2008. Per questo Franceschi e gli altri cinque sono indagati per condotta omissiva. I vigili urbani, che avevano ignorato la sollecitazione della Ragioneria, devono invece rispondere di peculato. Coinvolto è l'intero corpo di polizia municipale attualmente in servizio, quattro agenti in totale, ma anche quelli assunti come 'stagionalì e coloro che hanno già lasciato la divisa. In tutto sono 19. Tra questi ci sono l'attuale comandante, Ines De Biasi, e il suo predecessore, Nicola Salvato.

Nel pomeriggio la nota del Comune: «All’Amministrazione non risultano ammanchi nelle cifre percepite dalle contravvenzioni. Se così fosse, avremmo proceduto per primi alla segnalazione. Siamo, perciò, stati colti di sorpresa dalla notizia e dal numero dei provvedimenti annunciati. Ancora nel pomeriggio di oggi, però, non risulta al Comune alcuna comunicazione ufficiale, né è pervenuta voce o notizia dei provvedimenti giudiziari annunciati. Rimaniamo convinti che chi si comporti in maniera scorretta debba risponderne, ma in attesa di conoscere dettagli concreti, confermiamo la nostra fiducia in vigili e funzionari. Se esistono responsabilità individuali, i responsabili ne risponderanno di persona. Non possiamo, però, che rimanere increduli e scioccati dal tempismo della notizia. Oggi Cortina d’Ampezzo presenta la sua candidatura alla Federazione Internazionale e non riusciamo a capire perché sia stata resa nota proprio oggi la notizia di un indagine che, per quello che ci risulta, non ha ancora prodotto comunicazioni ufficiali. E’ un rischio incredibile per la candidatura se i nostri concorrenti decideranno di sfruttarla a fini propagandistici. Ai fini dell’indagine bisognava renderla pubblica proprio oggi? Il giorno esatto della candidatura? Ancora ci chiediamo il perché».


Si trattenevano i soldi delle multe assolti i tredici vigili di Cortina
Federica Fant
Il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio. Per il giudice non si tratta di peculato
26-novembre-2016

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 0372.shtml

BELLUNO Erano accusati di peculato per aver trattenuto, per un certo periodo, i soldi delle multe, ma il gip di Belluno ha prosciolto (perché il fatto non sussiste) i tredici agenti della Polizia Locale di Cortina d’Ampezzo. Hanno tirato un sospiro di sollievo i vigili coinvolti nell’inchiesta che venne a galla nel 2014, grazie alla segnalazione di due persone, la cui firma non era, però, leggibile. A finire in procura, quella volta, furono i verbali delle infrazioni al Codice della strada della Regina delle Dolomiti: l’ipotesi di reato, che era stata era quella di peculato sui proventi delle multe. Vennero indagati l’ex comandante Nicola Salvato (foto), 45 anni, quella attuale Ines De Biasi, 60 anni, e undici colleghi, in servizio tra il 2003 e il 2012: Alessandro Di Leo, 40 anni, Dino De Betta, 54 anni, Stefano De Bona, 49 anni, Giovanni Del Longo, 34 anni, Lorenzo Fenzi, 41 anni, Christian Silla, 39 anni, Patrick Sommacal, 37 anni, Laura Zardini, 53 anni, Mauro Canaider, 45 anni, Andrea Nenz, 40 anni, ed Elio Zandegiacomo Mistrotione, 42 anni (difesi dagli avvocati Paolo Zaglio, Francesca De Michiel, Massimo Antonelli, Massimiliano , Cristiana Riccitiello, Alvise Antinucci e Alfrida Bearzotti).

La procura, dopo aver chiuso le indagini aveva chiesto il loro rinvio a giudizio. Durante gli accertamenti e le perquisizioni della Guardia di finanza di due anni fa, non emersero appropriazioni indebite, ma l’usanza di trattenere i soldi per un certo periodo di tempo dentro a contenitori invece di versarli tempestivamente alla tesoreria del Comune entro il trimestre di riferimento o almeno entro la fine dell’esercizio finanziario, come prevede tut’ora il Regolamento comunale del 1991. Nel Regolamento si legge che il denaro deve essere versato ogni tre mesi oppure al raggiungimento di un milione di lire (equivalenti a 516 euro attuali). Non può essere versato oltre la fine dell’anno di gestione. Le indagini erano collegate al procedimento, che ha già visto a processo (assolvendoli) per omessa denuncia l’allora sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi, il segretario generale Agostino Battaglia e l’assessore al Patrimonio Marco De Biasi.

I tre sono vennero assolti perché il fatto non sussiste dal giudice Elisabetta Scolozzi, per la quale non era stato commesso alcun reato. Nel caso dei vigili urbani di Cortina d’Ampezzo, le Fiamme gialle quantificarono le somme trattenute, agente per agente. Gli avvocati di Nicola Salvato ieri hanno giustificato il motivo per cui l’allora comandante fece un bonifico dal suo conto corrente a quello della Tesoreria del Comune: «Quando arrivò in banca si accorse che mancavano poco meno di 50 euro, probabilmente aveva fatto male i conti con il resto di una multa, allora anziché effettuare un nuovo prelievo fece direttamente un bonifico», ha spiegato Paniz a margine dell’udienza. Particolarmente animato anche il collega Antinucci: «Nessuno si è trattenuto neanche un centesimo, hanno solo ritardato nel versare quanto ricavato dalle multe».


Vigili urbani, due condanne per 99 euro
La Corte dei Conti sul caso delle multe depositate in ritardo: gli agenti dovranno pagare gli interessi persi dal Comune di Cortina di Irene Aliprandi
20 dicembre 2017

http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/ ... 1.16258206

CORTINA. Novantanove euro di interessi. Si è concluso con due condanne, quattro dichiarazioni di irregolarità contabile e una di regolarità, il procedimento aperto dalla Corte dei Conti nei confronti di sette agenti della polizia municipale di Cortina. La vicenda è quella che vide coinvolto praticamente l’intero corpo dei vigili urbani, stagionali compresi, in servizio a Cortina nell’arco di dieci anni fino al 2013. Diciannove persone indagate in sede penale con l’accusa di peculato, indagine che si chiuse con un non luogo a procedere e il proscioglimento di tutti gli agenti finiti sotto la lente di ingrandimento della procura di Belluno. Fu proprio la procura a segnalare il caso alla Corte dei Conti, per verificare se il comportamento degli agenti avesse causato un danno erariale alle casse del Comune di Cortina.

Il regolamento del Comune ampezzano prevedeva infatti che ogni vigile (nominato anche agente di riscossione) depositasse le somme riscosse in Comune a cadenza trimestrale, oppure quando la cifra riscossa superava i 516 euro (cioè il vecchio milione di lire, visto che il regolamento era in vigore da molti anni). Secondo l’accusa, mossa sia in sede penale che alla Corte dei Conti, i vigili però non erano così tempestivi nel deposito delle somme riscosse, allungando i termini di deposito a volte anche di molti mesi.

Sotto il profilo penale non sono stati ravvisati estremi di responsabilità a carico degli agenti, che sono stati tutti prosciolti, mentre per la Corte dei Conti in due casi sui sette analizzati le irregolarità hanno causato un danno erariale all’ente pubblico, nella misura degli interessi maturati dalle somme trattenute da ogni vigile oltre i termini del regolamento. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli agenti versavano le somme riscosse a fine anno.

La condanna più “pesante” è quella a carico di Christian Silla che dal 2010 al 2013 ha riscosso una somma complessiva pari a 2.989,40 euro, soldi che non ha depositato nei termini prescritti dal regolamento. La Corte ha calcolato che, sulla base dei ritardi, Silla va condannato al pagamento di interessi legali per 51,80 euro.

Di poco inferiore la cifra dovuta da Giovanni Del Longo, condannato al pagamento di 47,38 euro, sempre a titolo di interessi sulle somme tardivamente versate. Nel caso di Del Longo e Silla, oltre alla condanna vi è la trasmissione della sentenza alla procura regionale per l’accertamento di ulteriori profili di danno.

Anche nelle sentenze che riguardano
Ines De Biasi, Lorenzo Fenzi, Andrea Nenz e Nicola Salvato la Corte evidenzia come ci siano state irregolarità nella gestione contabile, ma di tale lieve entità da evitare sia la condanna che le spese di giudizio. L’unico ad essere risultato regolare è il caso di Stefano De Bona.



Cortina d'Ampezzo, 3 anni e mezzo all'ex sindaco: turbativa d'asta e minacce
di Giuseppe Pietrobelli | 22 novembre 2016

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/1 ... ce/3209996

Un appalto pilotato per favorire un imprenditore e minacce nei confronti del comandante dei vigili urbani. L’ex sindaco di Cortina d’Ampezzo, l’avvocato Andrea Franceschi, è stato condannato per turbativa d’asta e minacce a 3 anni e sei mesi di reclusione, con l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Nessuna attenuante gli è stata concessa, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste da altre due accuse, tentata violenza privata e abuso d’ufficio.

È giunto all’epilogo, con condanne per complessivi dieci anni di carcere, uno dei tanti filoni d’inchiesta che hanno sconvolto il centro dolomitico. L’ex vicesindaco Enrico Pompanin e l’imprenditore Teodoro Sartori sono stati condannati per turbativa d’asta rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e 2 anni e sei mesi. Responsabile di minacce al capo dei vigili, l’ex assessore all’edilizia Stefano Verocai si è visto infliggere 1 anno e 4 mesi, con la sospensione condizionale.

Il processo, che nel 2013 aveva portato Franceschi ai domiciliari, riguardava un appalto per il trattamento di rifiuti che secondo l’accusa era stato pilotato, grazie a un bando che avrebbe favorito Sartori. Le pressioni sull’allora comandante dei vigili Nicola Salvato, che oggi è in servizio a Venezia, avrebbero avuto lo scopo di limitare l’uso di etilometro e autovelox. I giudici hanno anche letto le motivazioni della sentenza, sottolineando come sia stata “provata la sussistenza di accordi collusivi” che avevano lo scopo di condizionare il bando rifiuti. E si sono soffermati su mail e lettere scritte tra Sartori e Franceschi con richieste esplicite da parte dell’imprenditore di ricevere incarichi o di gestire la raccolta dei rifiuti.

L’avvocato Franceschi ha postato una dichiarazione: “Sono stato condannato in primo grado. Sono incredulo. Posso capire che l’sms con cui dicevo al comandante dei vigili di togliere l’autovelox (a fronte di un aumento dei controlli di oltre il 3.000% sull’anno precedente) possa essere stato interpretato come una minaccia, ma essere condannato anche per un accordo che non ho mai fatto per indirizzare un bando è dura da digerire. I miei legali appelleranno la sentenza, ma per me e la mia famiglia questo non è certamente un momento facile da affrontare”.

Il procuratore Francesco Saverio Pavone ha usato parole misurate: “Non è che si sia soddisfatti dei risultati quando sono sfavorevoli all’imputato. Noi perseguiamo atti penalmente rilevanti, vuol dire che l’impianto accusatorio era corretto e sotto il profilo processuale anche esaustivo ai fini della responsabilità penale”.

Finisce così la prima puntata giudiziaria di uno scontro tra Procura e Comune di Cortina che è cominciato quattro anni fa. La Procura non è stata tenera con l’ex sindaco e gli amministratori locali. La prima perquisizione risale al 2012, il provvedimento di arresto ai domiciliari è dell’aprile 2013. Franceschi era stato anche esiliato per un certo periodo da Cortina, i pubblici ministeri volevano impedire che mantenesse i contatti con gli amministratori del centro ampezzano.

Una prima vittoria per Franceschi era arrivata con l’assoluzione nel filone riguardante l’omessa denuncia per i soldi delle multe che i vigili si sarebbero trattenuti. Ma poi si sono aggiunte nuove inchieste, riguardanti un bando su misura per l’addetto stampa, una presunta diffamazione di un’ex dirigente ai Lavori pubblici, definita “dipendente Fantozzi”, una specie di “affittopoli” locale e i contributi pubblici al Consorzio Cortina Turismo. Alla fine Franceschi aveva gettato la spugna, dimettendosi dall’incarico nel luglio scorso. Anche se lo ha fatto per motivi personali.



Cortina, processo a Franceschi. Sconto di pena in Appello
18 gennaio_17

http://corrieredelveneto.corriere.it/be ... f7a1.shtml

BELLUNO Pena ridotta di 33 mesi all’ex sindaco di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi. Dopo oltre sei ore di camera di consiglio, i giudici della Corte d’appello hanno riformulato le sentenze di primo grado del processo all’ex sindaco di Cortina Andrea Franceschi (avvocati Antonio Prade e Gaetano Pecorella e Massimo Montino). L’accusa: aver manipolato, con l’aiuto del suo vice Enrico Pompanin (avvocati Domenico Carponi Schittar e Pierangelo Conte) , la gara d’appalto indetta dal Comune ampezzano per la gestione del servizio rifiuti, così da favorire un imprenditore a lui vicino (e pure candidato in una sua lista), Teodoro Sartori (avvocato Massimo Antonelli), minacciando insieme all’assessore Stefano Verocai (avvocato Michele Godina) l’allora comandante della polizia municipale Nicola Salvato affinché allentasse le maglie dei controlli sugli eccessi di velocità e le guide in stato di ebrezza, soprattutto a ridosso delle elezioni del 2012.

Riduzione della pena

Ridotta a soli 9 mesi la pena di primo grado (3 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta e minaccia a pubblico ufficiale) a Franceschi, ridotta a 8 mesi per Pompanin (2 anni e 8 mesi per la sola turbativa), all’imprenditore Sartori (condannato a 2 anni e 6 mesi per turbativa d’asta) la pena scende a 8 mesi, e scende a 4 mesi anche quella di Verocai (1 anno e 4 mesi per minaccia a pubblico ufficiale). La grande accusatrice, Emilia Tosi (avvocato Sandro De Vecchi), dovrà invece pagare le spese dell’Appello. Le repliche sono iniziate al mattino, poco dopo mezzogiorno i giudici si sono chiusi in camera di Consiglio per uscirvi solo verso le 19. Franceschi e Pompanin sono stati inoltre sollevati dall’onere di dover risarcire con 10 mila euro la dirigente dell’ufficio Lavori pubblici, Tosi, dalle cui rivelazioni partì nel 2011 l’indagine della procura dolomitica e della guardia di finanza. Entrambi erano già stati assolti, in primo grado, per la violenza privata (sulla dirigente) e per l’abuso d’ufficio ipotizzati dalla procura sempre nell’ambito dell’appalto sui rifiuti.

La conclusione

Insomma, la Corte d’appello ha dato una lettura totalmente diversa dal collegio bellunese, in cui è stata neutralizzata ogni pretesa dell’accusatrice dell’amministrazione Franceschi. Si chiude così, per ora, la vicenda politico-giudiziaria che sconquassò la Conca portando nel maggio del 2013 all’arresto di Franceschi (21 giorni a domiciliari) e poi al suo esilio dalla città per 500 giorni, confinato nella vicina San Vito di Cadore. Una vicenda che l’ex sindaco ha raccontato in un libro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » ven set 14, 2018 2:26 am

Richiesta di pena "alleggerita" per Luca Claudio: 5 mesi per l'ex "re delle Terme" il 12 settembre 2018
12 settembre 2018

https://www.padovaoggi.it/cronaca/luca- ... -2018.html

Il pubblico ministero “grazia” Luca Claudio riconoscendogli il merito di essersi sempre presentato in aula e di aver ammesso le proprie colpe. Almeno per quanto riguarda il processo che lo vede imputato per la maxi tangente nella gara di appalto per la ex discarica di Giarre. Come riporta la stampa locale, la condanna richiesta è di 5 mesi e 15 giorni. Si torna in aula a ottobre.

Le nuove accuse

L'udienza si è svolta lunedì. Sul banco degli imputati Luca Claudio, quattro volte sindaco di Abano e protagonista della Tangentopoli delle Terme, che lo ha proiettato in un iter giudiziario ricco di colpi di scena. Già in carcere dal giugno 2016 per una serie di tangenti per le quali ha patteggiato 3 anni e 11 mesi, nel novembre dello stesso anno riceve una nuova ordinanza di custodia cautelare per un appalto truccato e una bustarella da 280mila euro, peraltro mai incassata.

L'appalto truccato

Claudio è accusato di turbativa di gara nell'ambito dell'appalto da 2,8 milioni di euro per la bonifica della ex discarica di Giarre. Avrebbe manomesso la documentazione per far ottenere l'appalto alla ditta Pistorello, ricevendo in cambio i 280mila euro (la richiesta iniziale era di 500mila). A dirigere l'inchiesta il pm Federica Baccaglini, che lo scorso luglio ha chiamato a testimoniare l'ex consigliere comunale di Abano, Michele Galesso e l'ex direttore dell'Ufficio tecnico Maurizio Spadot. Le testimonianze e le intercettazioni hanno permesso di ricostruire la vicenda: Claudio avrebbe fatto pressioni su Spadot per far vincere Pistorello, manomettendo le buste delle altre ditte partecipanti alla gara. Pistorello ne è uscito vincitore per mezzo centesimo di euro. Confermato anche l'incontro tra l'ex sindaco e il numero uno dell'azienda vincitrice, occasione in cui avrebbero contrattato sull'ammontare della tangente.

Le richieste dell'accusa

A fronte del quadro accusatorio, il pubblico ministero ha chiesto una pena di 5 mesi e 15 giorni, che andrebbero ad aggiungersi alla condanna definitiva a 3 anni e 11 mesi patteggiata nel dicembre 2016 in seguito al primo processo per la Tangentopoli delle Terme.

Dichiarazioni inaspettate

A creare stupore in aula, le premesse del pm che riconoscono all'imputato “Gesti di grande umiltà”. Ferma restando la gravità delle accuse, Baccaglini ha sottolineato come, nel corso del procedimento, Claudio sia sempre stato presente alle udienze esponendosi in prima persona. A far pendere la bilancia verso una richiesta di condanna clemente, anche il lungo periodo trascorso in carcere dall'ex sindaco, protagonista di un valzer che lo ha portato a entrare e uscire di prigione a più riprese. Apprezzata anche la scelta di confessare le proprie colpe, arrivata dopo l'intervista che nel marzo 2017 lo ha fatto tornare dietro le sbarre. L'accusa sembra dunque sensibile all'apparente pentimento dell'imputato. La difesa potrà esprimersi il 5 ottobre, in attesa poi della sentenza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corousion tałiana entel Veneto - CVenesia Nova e Abano

Messaggioda Berto » sab ott 12, 2019 8:26 am

«Perizia falsa, fu un omicidio stradale». Svolta nel giallo dell’auto blu della Regione Veneto
Andrea Tornago 11 ottobre 2019

http://m.espresso.repubblica.it/attuali ... amcMgwlL4Q

Cesare Tiveron è morto in seguito all’impatto con un’auto blu della Regione Veneto e non per una «causa naturale». Per affermare quello che a prima vista potrebbe sembrare ovvio, di fronte a un incidente stradale che il 13 settembre 2016 a Padova è costato la vita a un agente immobiliare di 71 anni, c’è voluta tutta l’autorevolezza di un collegio di periti nominati nel corso dell’udienza preliminare dal giudice Elena Lazzarin: i professori Carlo Vosa, Pietro Tarsitano, Pascale Basilicata e Maurizio Santomauro dell’Università Federico II di Napoli e l’anatomopatologo Antonio Perna.

Chiamati a fare chiarezza su un sinistro che è diventato uno dei casi più intricati della storia giudiziaria veneta, i superperiti hanno ribaltato le conclusioni cui era giunto il professor Massimo Montisci, consulente del pm Cristina Gava e direttore dell’Istituto di Medicina Legale di Padova, per il quale l’incidente con l’auto blu che trasportava il massimo dirigente della sanità veneta, Domenico Mantoan, non era stato «causa o concausa» della morte dell’uomo.

Le conclusioni di Montisci erano state già contestate in modo autorevole dai consulenti della famiglia Tiveron, il medico legale Antonello Cirnelli e i professori Daniele Rodriguez e Gaetano Thiene, tanto da convincere il pm a non tenere conto del parere del suo stesso medico legale e a chiedere il rinvio a giudizio per omicidio stradale dell’autista della Regione Veneto, Giorgio Angelo Faccini, unico indagato in questa singolare vicenda.

Dalla superperizia disposta dal Gup di Padova emergono però altri rilievi pesanti sulla consulenza del professor Montisci, che risulta indagato in un’altra inchiesta della Procura di Padova per un presunto concorso in un falso ideologico nelle analisi antidroga per la commissione patenti: «Nessuna delle analisi chimico-tossicologiche descritte nella perizia - scrivono i consulenti del giudice - risulta essere stata realmente eseguita». E non ci sarebbe corrispondenza nemmeno tra i macchinari presenti nel laboratorio della Medicina Legale di Padova e quelli descritti nella consulenza consegnata al pm dal direttore dell’Istituto, tanto che secondo i periti del Gup le analisi indicate da Montisci non coincidono «in genere, numero e strumentazione impiegata» con quanto riscontrato durante la loro ispezione.

Circostanze gravi, che si uniscono al ritrovamento del pacemaker di Tiveron nello studio del professor Montisci nel corso di una perquisizione disposta nel luglio del 2018 dal pm Silvia Golin, che indaga sul caso patenti. Quel pacemaker, ritrovato conservato in una borsa di pelle a distanza di più di un anno dal deposito della consulenza, è «regolarmente funzionante» secondo i periti di Napoli ma le circostanze del suo rinvenimento avevano inquietato i famigliari di Tiveron, assistiti dagli avvocati Pietro Sartori, Vieri Tolomei e Francesca Tolomei.

Mentre la questione approda per la quarta volta in consiglio regionale: «Abbiamo depositato una interrogazione a risposta immediata rivolta direttamente al Presidente Zaia - rendono noto i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Leu), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto) - per sapere se sia a conoscenza o meno di procedimenti cautelari o disciplinari, di verifica o ispettivi, avviati o richiesti dall’Azienda ospedaliera di Padova nei confronti dell’attuale direttore di Medicina legale e Tossicologia».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Corruzione italo veneta nel Veneto

Messaggioda Berto » sab ott 12, 2019 8:32 am

Corruzione bancaria, Veneto Banca e Banca Popolare Vicentina

Banche venete e italiane, ruberie e depredazioni
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =165&t=224
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a Ençeveltà tałega, straji, połedega, caste, corusion

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron