Arrestati quattro primari : tangenti e malasanità a Milano10 aprile 2018
http://www.medicinapiccoledosi.it/medic ... a-a-milano Vi ricordate l’inchiesta sul primario Norberto Confalonieri? Sembra che finalmente siamo arrivati alla fine. Vi lascio alla lettura di questi articoli dal Giornale e dal Fatto.
Se non lo avete ancora fatto, consiglio di leggere questo articolo che racchiude diverse chicche sulla malasanità negli ultimi anni.
Niente di nuovo sul fronte occidentale insomma.
Quattro primari sono stati arrestati questa mattina a Milano nell’ambito di un’inchiesta che riguarda la sanità in Lombardia. L’indagine, coordinata dai pm di Milano Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella, ha portato anche all’arresto di un dirigente e di un imprenditore titolare di una azienda specializzata in apparecchiature mediche. Secondo l’accusa i primari si sarebbero accordati con le ditte coinvolte nell’indagine per ordinare alcune forniture in cambio di presunte tangenti e di presunti regali. La vicenda ha preso il via dopo l’inchiesta avviata su Norberto Confalonieri, ex priamario del Pini Cto, finito in manette lo scorso anno.
Nell’ordinanza che è stata emessa dal gip Teresa De Pascale, vengono ricostruite le assegnazioni delle forniture di protesi ortopediche e di apparecchiature mediche sia al Galeazzi che al Gateano Pini, due tra i più noti ospedali di Milano. Tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta c’è anche Paola Navone, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto. Sempre ai domiciliari, è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia del Pini-Cto dell’Unità chirurgia ricostruttiva – revisione protesica.
Quote della società – di cui erano soci occulti – e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Avevano questa forma le tangenti pagate da un imprenditore versate a quattro primari e un direttore sanitario che in cambio favorivano l’acquisto dei prodotti – soprattutto ortopedici – delle società di un imprenditore di Monza. Senza contare i regali come una borsa Louis Vittuon, neanche tanto gradita, o un cesto natalizio da almeno mille euro contenenti culatello e salmone. Medici non solo “corrotti” ma “imprenditorializzati” li definisce il gip di Milano, Teresa De Pascale, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare parlando di un “sistema” e di “palese conflitto di interesse”.
Gli arrestati. Indagine partita dopo l’arresto di Norberto Confalonieri
Ed è per questo che questa mattina i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno arrestato per l’Istituto Ortopedico Pini-Cto, Paola Navone, direttore sanitario, Giorgio Maria Calori, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa e Carmine Cucciniello, direttore dell’Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi, Lorenzo Drago direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò responsabile di chirurgia ricostruttiva. Tutti ai domiciliari, mentre per l’imprenditore Tommaso Brenicci, il gip ha disposto il carcere. L’accusa per tutti è di corruzione così come contestata dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Teresa De Pascale ricostruisce le assegnazioni di forniture di protesi ortopediche e apparecchiature mediche al Galeazzi e al Gaetano Pini, che sono i due più importanti ospedali milanesi specializzati in ortopedia. Il secondo è interamente pubblico, mentre il primo è privato convenzionato e fa parte del gruppo San Donato della famiglia Rotelli che l’aveva rilevato dal gruppo Ligresti dopo il tracollo seguito all’incendio della camera iperbarica alla fine degli anni novanta. La nuova inchiesta è partita dall’indagine su Norberto Confalonieri, ex primario del Pini Cto, arrestato lo scorso anno.
Le partecipazioni nelle società dell’imprenditore
Sei le società su cui ha hanno indagato le Fiamme Gialle: la Absool medica srl, Orbital High Tecnologies srl, Eon Medica srl, Bio-Cores rl, Kubik Medical srl, e 41 srl (il cui capitale sociale è ripartito tar Eon Medica, Best Patient, Life, Biomed Device, Flame). Gli investigatori hanno scoperto per esempio che che la Best Patient è riferibile alla moglie Romanò, mentre la Flame è riconducibile a Drago e che Matteo Cucciniello, risulta a sua volta “aver percepito – scrive il gip nell’ordinanza – redditi da società riconducibili a Brenicci”. Tra il 2012 e il 2014 l’ospedale Pini avrebbe acquistato prodotti per 2 milioni e 861mila euro. Soldi facili a quanto pare. “Il Pini è l’ospedale più facile del mondo … perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!”. E infatti il nosocomio, secondo le indagini, garantisce mediamente il 59% dei ricavi ottenuti negli ultimi anni dal gruppo Brenicci. Dopo la presentazione di un esposto e l’arresto di Confalonieri gli indagati era consapevoli che potevano essere intercettati e quindi le conversazioni – anche se ormai gli inquirenti ne avevano collezionato diverse auto-accusatorie – si sono esaurite. Ma “spenti i telefoni si sono moltiplicati gli incontri” scrive il giudice.
Ai domiciliari la dirigente dell’Anticorruzione
“Il Piano Anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto” aveva detto Navone il 27 marzo 2017, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, dopo l’arresto di Confalonieri. “Abbiamo fornito alle autorità che ce l’hanno chiesta – aveva spiegato Navone, 60 anni, che è stata, tra le altre cose, anche responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) – la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato”. Navone venne anche sfiorata da un’inchiesta di una decina di anni fa che riguardava presunte falsificazioni di cartelle cliniche per rimborsi sanitari all’ospedale San Carlo. Quel processo si concluse con l’assoluzione degli imputati.
Proprio Navone risulta protagonista di un altro filone investigativo sulla approvazione di un protocollo di intesa sulle infezioni dell’apparato osteoarticolare denominato Domino approvato dalla giunta lombarda. L’interesse degli indagati era quello di accreditare l’unità operativa di Calori come punto di riferimento regionale per “canalizzare” i pazienti verso il Pini. Un interesse mostrato anche da Romanò e Drago per il Galeazzi che avrebbero utilizzato prodotto il cui brevetto era riconducibile a Brenicci. Un piano però ha trovato grandissimi ostacoli, quello gli indagati definiscono “un nodo in Regione”, fino a quando il 13 marzo 2017 la Regione ha approvato il progetto.
Il medico “interventista” con il mutuo da pagare
Secondo il giudice il medico maggiormente coinvolto è Calori, che stando alle indagini, nonostante stipendio e tangenti, aveva una situazione finanziaria precaria in seguito a un mutuo per una ristrutturazione da 600mila euro. Per questo motivo aveva chiesto 150mila euro in prestito all’imprenditore che invece al telefono intercettato dice che vorebbe regalargliene 20-30mila. Un bisogno così forte di denaro che il medico, stando al racconto di due persone intercettate, avrebbe chiesto a un’anziana “morta di fame” 300 euro per una visita e 1200 euro per una consulenza e alla richiesta di poter pagare in due tranche il camice Calori avrebbe risposto: “Allora la perizia la prossima volta gliela farò in due tempi”. Le difficoltà di Calori spingevano il medico a essere più “intervenista” del necessario, secondo lo stesso collega Cucciniello, sottoponendo a intervento anche pazienti che non ne avevano bisogno proprio per poter guadagnare di più. Uan “inclinazione anche conessa alla continua ricerca di guadagno” ragiona il giudice. “Un delinquente vero” la definizione usata dall’altro medico raccontando all’imprenditore che Calori avrebbe detto a un paziente privato che doveva assolutamente operarsi per evitare un’amputazione. Un anestesista, ascoltato come testimone dagli investigatori, ha raccontato che Calori avrebbe voluto portare in sala operataoria un cardiopatico in assenza del cardiologo e quindi si era rifiutato scatenando la reazione del collega. Lo stesso Brenicci aveva un’opinione piuttosto bassa del chirurgo. Parlando con Cucciniello sbotta: “Che cazzo ti devo dire? Sinceramente però ti dico anche una cosa: che non è un mio amico… Che io conosco da trent’anni! Prende le stecche su quello che fa un altro“, e l’altro “Una merda spaziale”.
Il gip: “Occorre reprimere corruzione in maniera drastica ed efficace”
Nell’ordinanza il giudice per motivare il provvedimento sottolinea come “l’illegalità, la corruzione, il malaffare che permeano interi settori della Pubblica amministrazione, rappresentano un fenomeno dilagante e del pari sommerso sicché quando si riesce faticosamente a individuare – prosegue il giudice – i singoli episodi criminosi, scoverchiando la coltre di leggalità diffusa che salda i rapporti illeciti tra le parti, come riscontrato nel caso di specie, occorre reprimere siffatta forma di corruttela in maniera dastrica ed efficace”.
Tangenti sanità, sei arresti a Milano: ai domiciliari 4 primari di Pini e Galeazzi. Indagato anche ex magistratoSotto inchiesta anche il direttore sanitario dell'istituto ortopedico di via Quadronno. Nelle carte dell'inchiesta ricostruito il meccanismo corruttivo. Per Gustavo Cioppa, garante in regione della legalità, si ipotizza il reato di abuso d'ufficio e favoreggiamento
SANDRO DE RICCARDIS
10 aprile 2018
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -193468530 Nuova inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda. Questa volta sono finiti ai domiciliari per corruzione quattro primari (due dell'ospedale Galeazzi e due del Pini) e il direttore sanitario del Pini mentre un imprenditore è finito in carcere. E' indagato anche l'ex sottosegretario alla Regione Lombardia durante la giunta Maroni, il magistrato in pensione Gustavo Cioppa, che al Pirellone esercitava un ruolo di garante alla legalità. Per lui (che è stato anche procuratore della Repubblica di Pavia), i procuratori aggiunti Maria Letizia Mannella ed Eugenio Fusco e il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ipotizzano le accuse di abuso d'ufficio e favoreggiamento.
L'unico a finire in cella è l'imprenditore che è titolare di una ditta specializzata nel settore delle apparecchiature sanitarie, i medici, invece, sono agli arresti domiciliari, mentre il magistrato è indagato. L’inchiesta nasce dall’indagine che lo scorso anno ha portato in carcere il primario del Pini, Norberto Confalonieri, recentemente rinviato a giudizio.
Quando il chirurgo Calori "inventò un'infezione per operare un paziente"
Gli arrestati. Tra gli arrestati c'è anche Paola Navone, direttore sanitario dell'Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto, fiore all'occhiello della sanità milanese. Sempre al Pini è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia, unità chirurgia ricostruttiva - revisione protesica e Carmine Cucciniello, direttore del dipartimento di ortopedia. Gli arrestati del Galeazzi, invece, sono Lorenzo Drago, direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò, responsabile del centro di chirurgia ricostruttiva. In merito all'inchiesta, l'ospedale Galeazzi dichiara "la propria estraneità alla vicenda ed esprime piena fiducia nella magistratura". L'imprenditore, infine, è Tommaso Brenicci, presidente della Eon medica srl di Monza che si occupa di apparecchiature elettromedicali.
Il meccanismo corruttivo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’imprenditore e i due primari del Galeazzi erano insieme soci di una società che aveva il brevetto di una sorta di medical detector, un macchinario per l’individuazione delle infezioni ossee. I due dirigenti medici lo hanno introdotto al Galeazzi. E successivamente, tramite il primario di Ortopedia del Pini, Giorgio Maria Calori, che era socio di Brennici in altre società, anche di diritto estero, è stato introdotto anche al Pini. I medici si prodigavano anche in studi scientifici e pubblicazioni in cui si esaltavano le qualità del macchinario. Un conflitto di interessi che ha portato oggi agli arresti.
"Al Pini non ci sono gare, se sei amico...". "Il Pini è l'ospedale più facile del mondo! (...) perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!": secondo l'ordinanza d'arresto, si esprimeva così l'imprenditore Brenicci al telefono senza sapere di essere intercettato parlando della "scarsa trasparenza e legalità nelle pubbliche forniture dell'Istituto Ortopedico Cto-Pini" di Milano.
Il medico e la borsa per la moglie: "La Vuitton ce la regalano". "La Vuitton non ti piace? (...) Stefi è possibile che me lo regalino (...) e allora c.... non mi rompere i co.....!". Così il chirurgo Calori si rivolgeva alla moglie che lo rimproverava per una borsa di lusso che le aveva regalato "evidenziando la necessità di essere parchi e limitare le proprie spese voluttuarie". Emerge dall'ordinanza d'arresto e da un'intercettazione nella quale il medico faceva, però, capire alla consorte "come si trattasse di un regalo ricevuto" da lui da altre persone.
Il cesto di Natale da mille euro e gli altri favori. La promessa di uno stage per la figlia in una delle società dell'imprenditore Brenicci, un cesto di Natale da 1000 euro e il pagamento spese per un congresso a Parigi e uno in Alto Adige. Sono le 'utilità', come scrive il gip nell'ordinanza, percepite da Paola Navone, direttore sanitario del Cto-Pini per introdurre all'Istituto ortopedico il dispositivo per la diagnosi di infezioni articolari commercializzato dallo stesso imprenditore.
Navone e il piano anticorruzione in tv. Il direttore sanitario del Pini era tra i firmatari del 'Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell'illegalità 2016-2018'. Il 27 marzo, dopo il rinvio a giudizio di Confalonieri, la dirigente interveniva alla trasmissione televisiva 'Porta a Porta' e assicurava: "Il Piano anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto". "Abbiamo fornito alle autorità che ce l'hanno chiesta - aveva aggiunto l'ex responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) - la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato".
L'ex magistrato e il progetto Domino. Infine, scrive il gip De Pascale, per aumentare il bacino di utenza dei pazienti e potenziare l'uso del dispositivo al Cto-Pini, Navone e Calori si sarebbero rivolti all'ex magistrato Cioppa affinché intercedesse presso l'assessore al Welfare Giulio Gallera e il direttore generale del settore per ottenere dal Pirellone l'approvazione del 'Progetto Domino' che nel marzo 2017 accreditava il reparto diretto dallo stesso Calori come punto di riferimento regionale per il trattamento delle infezioni articolari. Per questo Calori avrebbe ricevuto, dall'imprenditore, oltre a una borsa di Vuitton per la figlia, il pagamento delle spese sostenute per partecipare a convegni, per una intervista televisiva in Rai, un contratto di consulenza come 'opinion leader' per una società tedesca e anche 30mila euro, come prestito infruttifero, per sostenere parte delle spese per aver acceso un mutuo per un importo di 1 milione e 350 mila euro.
L'esposto di un anonimo finito agli atti. "All'interno dell'azienda Pini-Cto vengono spartiti soldi pubblici in modo clientelare, che dovrebbero servire invece per il bene della popolazione (...) le ditte fornitrici sono sempre
le stesse ed i regali per alcuni primari e la direttrice sanitaria sono sempre più costosi". A mettere nero su bianco queste accuse è stato un anonimo che nel febbraio 2017 ha presentato un esposto "contenente accuse di clientelismo" all'interno dell'ospedale. Denuncia che è finita agli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di sei persone, tra cui la direttrice sanitaria del Gaetano Pini Paola Navone.