Casta medica, malasanità e corruzione nella sanità pubblica

Casta medica, malasanità e corruzione nella sanità pubblica

Messaggioda Berto » mer lug 26, 2017 7:45 am

Sanità Milano, soldi ai medici dalle case farmaceutiche per ordini e assunzioni: 4 indagati
Praticamente 'a libro paga': denaro, regali, inviti ai convegni e 'premi' per i medicinali che poi riuscivano a piazzare. Queste le accuse dei Nas sulla gestione "illecita e clientelare" di una azienda ospedaliera
20 luglio 2017

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -171222815

Soldi dalle case farmaceutiche per prescrivere i farmaci 'amici', assunzioni pilotate di medici e paramedici e concorsi falsati, inviti a convegni ed eventi, regali: sono 4 gli indagati dopo le indagini dai carabinieri del Nas di Milano che hanno scoperto la gestione "illecita e clientelare" di una azienda ospedaliera, oggi Asst, agenzia socio sanitaria territoriale. Si tratta della Fatebenefratelli-Sacco, alla quale fanno capo anche gli ospedali Buzzi e Macedonio Melloni.

Dagli accertamenti dei militari, risulta che "alcuni tra medici e funzionari della struttura sanitaria, abusando delle loro funzioni di pubblici ufficiali, condizionavano alcuni concorsi pubblici, favorendo l'assunzione di medici e paramedici da loro prescelti per meri interessi personali; percepivano dalle case farmaceutiche somme di denaro come premio in cambio dell'incremento della prescrizione dei loro farmaci, nonché per finanziare le assunzioni. Il sistema corruttivo, inoltre - si legge nel comunicato dei Nas - prevedeva l'illecito finanziamento da parte delle case farmaceutiche di convegni scientifici, corsi di aggiornamento e borse di studio con enormi elargizioni di denaro, mascherate come sponsorizzazioni per l'attività di ricerca medica che, allo stato, non risulta svolta. Per nascondere i legami corruttivi, il denaro ottenuto veniva indirizzato verso alcune compiacenti società "provider di servizi" che formalmente organizzavano gli eventi, ma di fatto distraevano il denaro ottenuto dalle società farmaceutiche per ridistribuirlo nei conti correnti dei medici, ricompensati anche con beni di varia natura, cellulari, computer e altro.

Questa mattina i militari hanno notificato 4 avvisi di garanzia per accuse - a vario titolo - di corruzione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità, abuso d'ufficio, truffa e riciclaggio. La procura di Milano ha disposto 29 perquisizioni e 21 ordini di esibizione di documentazione eseguite nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze, Latina e Palermo.
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Messaggioda Berto » sab mag 12, 2018 3:08 pm

Blitz del Nas a Parma: in manette 19 medici e imprenditori farmaceutici
Rino Giacalone
2017/05/08

http://www.lastampa.it/2017/05/08/itali ... agina.html

C’è anche un luminare italiano della terapia del dolore tra gli arrestati nell’ambito di una maxi operazione del Nas di Parma che ha permesso di smantellare un presunto “sistema di corruzione e riciclaggio” che coinvolge aziende farmaceutiche italiane ed estere.

I numeri

Oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di 7 Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio) hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura di Parma per l’arresto di 19 medici e imprenditori. 75 gli indagati. Sigilli per due società di comodo che si sospetta siano state allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite. Sotto sequestro 470.000 euro. Eseguite 52 perquisizioni presso le abitazioni di professionisti e sedi di società e aziende farmaceutiche. I militari hanno passato al setaccio anche uffici dell’Università e dell’Ospedale Maggiore di Parma. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione dei reati di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.

Le accuse

Secondo l’inchiesta, denominata “PASIMASI”, Guido Fanelli, direttore della Rianimazione dell’azienda Ospedaliera Universitaria di Parma, già estensore tecnico della legge sulla Terapia del Dolore e titolare di una pluralità di incarichi a livello nazionale, era il perno del “sistema” corruttivo realizzato per incamerare somme di denaro e beni di ingente valore, attraverso, quello che i militari definiscono “l’asservimento delle relative funzioni pubbliche agli interessi commerciali di alcune case farmaceutiche”. Oltre a Fanelli sono ai domiciliari Massimo Allegri, 43enne dirigente della Seconda Anestesia, Ugo Grondell, 71 anni, membro del consiglio di amministrazione della società Atleco Medical Ab, Marcello Grondelli, 45enne, amministratore delegato dell’azienda Spindial Spa, e Giuseppe Vannucci, 66enne di Montechiarugolo, amministratore della società Appmed srl. Il rettore dell’ateneo parmigiano Loris Borghi è indagato per abuso d’ufficio. Il reato sarebbe legato al trasferimento al Maggiore di Allegri, stretto collaboratore di Fanelli.

L’intercettazione: “Non è che faccio il boss, comando io”

Terapia e formazione professionale possono diventare un business quando un superprofessore dirige “il centro hub del dolore più grosso d’Italia con 19mila interventi all’anno” e ha “la forza di spostare milioni di euro perchè con la forza scientifica tutti danno credito a ciò che scriviamo” . È quanto emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta. Per il pm Giuseppe Amara il luminare era il perno di un “sistema” ( “Non è che faccio il boss” si legge in un’altra intercettazione “sono io e basta, comando io, ho creato un sistema”) realizzato per incamerare somme di denaro e beni di ingente valore, attraverso, quello che i militari definiscono “l’asservimento delle relative funzioni pubbliche agli interessi commerciali di alcune case farmaceutiche”. “Io prendo i soldi da un e dall’altro” si legge ancora nella carte “in maniera uguale e paritaria, sono bravo a tenere i piedi in quattro e cinque scarpe”.

Ignari pazienti come “cavie”

Secondo il Nas, nelle strutture controllate da Fanelli (centri regionali di eccellenza nella trattazione della terapia del dolore) “venivano valorizzate e condotte sperimentazioni cliniche illegittime su ignari pazienti (con oneri a carico del SSN) e sviluppate ricerche e raccolte di dati strumentali ai fabbisogni delle industrie, soprattutto con finalità di promozione e divulgazione dei relativi prodotti farmaceutici, avvalendosi della collaborazione di un dirigente compiacente del Ministero della Salute”.

Congressi “ pilotati dalle case farmaceutiche”

Dalla indagini emerge che i congressi medici organizzati direttamente o indirettamente dal dirigente a titolo di ECM, in violazione delle disposizioni di legge, fossero di fatto pilotati e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire importanti quote di mercato attraverso la corruzione piuttosto che la leale concorrenza.

Yacht e appartamenti

L’afflusso di tangenti sarebbe stato mascherato tramite l’allestimento di una serie di attività commerciali fittizie e attraverso prestanome non direttamente riconducibili al medico. Soldi poi reinvestiti nella gestione di autovetture, yacht appartamenti e conti esteri protetti. Come nel caso nel caso dello yacht “PASIMAFI V” : seppur intestato ad una società di comodo manteneva a carico delle ditte coinvolte nel sodalizio criminale in disamina la gestione degli oneri di manutenzione ed implementazione tecnologica con acquisto diretto della strumentazione di bordo.
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Messaggioda Berto » sab mag 12, 2018 3:16 pm

Arrestati quattro primari : tangenti e malasanità a Milano
10 aprile 2018

http://www.medicinapiccoledosi.it/medic ... a-a-milano

Vi ricordate l’inchiesta sul primario Norberto Confalonieri? Sembra che finalmente siamo arrivati alla fine. Vi lascio alla lettura di questi articoli dal Giornale e dal Fatto.
Se non lo avete ancora fatto, consiglio di leggere questo articolo che racchiude diverse chicche sulla malasanità negli ultimi anni.
Niente di nuovo sul fronte occidentale insomma.

Quattro primari sono stati arrestati questa mattina a Milano nell’ambito di un’inchiesta che riguarda la sanità in Lombardia. L’indagine, coordinata dai pm di Milano Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella, ha portato anche all’arresto di un dirigente e di un imprenditore titolare di una azienda specializzata in apparecchiature mediche. Secondo l’accusa i primari si sarebbero accordati con le ditte coinvolte nell’indagine per ordinare alcune forniture in cambio di presunte tangenti e di presunti regali. La vicenda ha preso il via dopo l’inchiesta avviata su Norberto Confalonieri, ex priamario del Pini Cto, finito in manette lo scorso anno.

Nell’ordinanza che è stata emessa dal gip Teresa De Pascale, vengono ricostruite le assegnazioni delle forniture di protesi ortopediche e di apparecchiature mediche sia al Galeazzi che al Gateano Pini, due tra i più noti ospedali di Milano. Tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta c’è anche Paola Navone, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto. Sempre ai domiciliari, è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia del Pini-Cto dell’Unità chirurgia ricostruttiva – revisione protesica.
Quote della società – di cui erano soci occulti – e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Avevano questa forma le tangenti pagate da un imprenditore versate a quattro primari e un direttore sanitario che in cambio favorivano l’acquisto dei prodotti – soprattutto ortopedici – delle società di un imprenditore di Monza. Senza contare i regali come una borsa Louis Vittuon, neanche tanto gradita, o un cesto natalizio da almeno mille euro contenenti culatello e salmone. Medici non solo “corrotti” ma “imprenditorializzati” li definisce il gip di Milano, Teresa De Pascale, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare parlando di un “sistema” e di “palese conflitto di interesse”.

Gli arrestati. Indagine partita dopo l’arresto di Norberto Confalonieri
Ed è per questo che questa mattina i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno arrestato per l’Istituto Ortopedico Pini-Cto, Paola Navone, direttore sanitario, Giorgio Maria Calori, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa e Carmine Cucciniello, direttore dell’Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi, Lorenzo Drago direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò responsabile di chirurgia ricostruttiva. Tutti ai domiciliari, mentre per l’imprenditore Tommaso Brenicci, il gip ha disposto il carcere. L’accusa per tutti è di corruzione così come contestata dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Teresa De Pascale ricostruisce le assegnazioni di forniture di protesi ortopediche e apparecchiature mediche al Galeazzi e al Gaetano Pini, che sono i due più importanti ospedali milanesi specializzati in ortopedia. Il secondo è interamente pubblico, mentre il primo è privato convenzionato e fa parte del gruppo San Donato della famiglia Rotelli che l’aveva rilevato dal gruppo Ligresti dopo il tracollo seguito all’incendio della camera iperbarica alla fine degli anni novanta. La nuova inchiesta è partita dall’indagine su Norberto Confalonieri, ex primario del Pini Cto, arrestato lo scorso anno.

Le partecipazioni nelle società dell’imprenditore
Sei le società su cui ha hanno indagato le Fiamme Gialle: la Absool medica srl, Orbital High Tecnologies srl, Eon Medica srl, Bio-Cores rl, Kubik Medical srl, e 41 srl (il cui capitale sociale è ripartito tar Eon Medica, Best Patient, Life, Biomed Device, Flame). Gli investigatori hanno scoperto per esempio che che la Best Patient è riferibile alla moglie Romanò, mentre la Flame è riconducibile a Drago e che Matteo Cucciniello, risulta a sua volta “aver percepito – scrive il gip nell’ordinanza – redditi da società riconducibili a Brenicci”. Tra il 2012 e il 2014 l’ospedale Pini avrebbe acquistato prodotti per 2 milioni e 861mila euro. Soldi facili a quanto pare. “Il Pini è l’ospedale più facile del mondo … perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!”. E infatti il nosocomio, secondo le indagini, garantisce mediamente il 59% dei ricavi ottenuti negli ultimi anni dal gruppo Brenicci. Dopo la presentazione di un esposto e l’arresto di Confalonieri gli indagati era consapevoli che potevano essere intercettati e quindi le conversazioni – anche se ormai gli inquirenti ne avevano collezionato diverse auto-accusatorie – si sono esaurite. Ma “spenti i telefoni si sono moltiplicati gli incontri” scrive il giudice.

Ai domiciliari la dirigente dell’Anticorruzione
“Il Piano Anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto” aveva detto Navone il 27 marzo 2017, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, dopo l’arresto di Confalonieri. “Abbiamo fornito alle autorità che ce l’hanno chiesta – aveva spiegato Navone, 60 anni, che è stata, tra le altre cose, anche responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) – la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato”. Navone venne anche sfiorata da un’inchiesta di una decina di anni fa che riguardava presunte falsificazioni di cartelle cliniche per rimborsi sanitari all’ospedale San Carlo. Quel processo si concluse con l’assoluzione degli imputati.

Proprio Navone risulta protagonista di un altro filone investigativo sulla approvazione di un protocollo di intesa sulle infezioni dell’apparato osteoarticolare denominato Domino approvato dalla giunta lombarda. L’interesse degli indagati era quello di accreditare l’unità operativa di Calori come punto di riferimento regionale per “canalizzare” i pazienti verso il Pini. Un interesse mostrato anche da Romanò e Drago per il Galeazzi che avrebbero utilizzato prodotto il cui brevetto era riconducibile a Brenicci. Un piano però ha trovato grandissimi ostacoli, quello gli indagati definiscono “un nodo in Regione”, fino a quando il 13 marzo 2017 la Regione ha approvato il progetto.

Il medico “interventista” con il mutuo da pagare
Secondo il giudice il medico maggiormente coinvolto è Calori, che stando alle indagini, nonostante stipendio e tangenti, aveva una situazione finanziaria precaria in seguito a un mutuo per una ristrutturazione da 600mila euro. Per questo motivo aveva chiesto 150mila euro in prestito all’imprenditore che invece al telefono intercettato dice che vorebbe regalargliene 20-30mila. Un bisogno così forte di denaro che il medico, stando al racconto di due persone intercettate, avrebbe chiesto a un’anziana “morta di fame” 300 euro per una visita e 1200 euro per una consulenza e alla richiesta di poter pagare in due tranche il camice Calori avrebbe risposto: “Allora la perizia la prossima volta gliela farò in due tempi”. Le difficoltà di Calori spingevano il medico a essere più “intervenista” del necessario, secondo lo stesso collega Cucciniello, sottoponendo a intervento anche pazienti che non ne avevano bisogno proprio per poter guadagnare di più. Uan “inclinazione anche conessa alla continua ricerca di guadagno” ragiona il giudice. “Un delinquente vero” la definizione usata dall’altro medico raccontando all’imprenditore che Calori avrebbe detto a un paziente privato che doveva assolutamente operarsi per evitare un’amputazione. Un anestesista, ascoltato come testimone dagli investigatori, ha raccontato che Calori avrebbe voluto portare in sala operataoria un cardiopatico in assenza del cardiologo e quindi si era rifiutato scatenando la reazione del collega. Lo stesso Brenicci aveva un’opinione piuttosto bassa del chirurgo. Parlando con Cucciniello sbotta: “Che cazzo ti devo dire? Sinceramente però ti dico anche una cosa: che non è un mio amico… Che io conosco da trent’anni! Prende le stecche su quello che fa un altro“, e l’altro “Una merda spaziale”.

Il gip: “Occorre reprimere corruzione in maniera drastica ed efficace”
Nell’ordinanza il giudice per motivare il provvedimento sottolinea come “l’illegalità, la corruzione, il malaffare che permeano interi settori della Pubblica amministrazione, rappresentano un fenomeno dilagante e del pari sommerso sicché quando si riesce faticosamente a individuare – prosegue il giudice – i singoli episodi criminosi, scoverchiando la coltre di leggalità diffusa che salda i rapporti illeciti tra le parti, come riscontrato nel caso di specie, occorre reprimere siffatta forma di corruttela in maniera dastrica ed efficace”.




Tangenti sanità, sei arresti a Milano: ai domiciliari 4 primari di Pini e Galeazzi. Indagato anche ex magistrato
Sotto inchiesta anche il direttore sanitario dell'istituto ortopedico di via Quadronno. Nelle carte dell'inchiesta ricostruito il meccanismo corruttivo. Per Gustavo Cioppa, garante in regione della legalità, si ipotizza il reato di abuso d'ufficio e favoreggiamento
SANDRO DE RICCARDIS
10 aprile 2018

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -193468530

Nuova inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda. Questa volta sono finiti ai domiciliari per corruzione quattro primari (due dell'ospedale Galeazzi e due del Pini) e il direttore sanitario del Pini mentre un imprenditore è finito in carcere. E' indagato anche l'ex sottosegretario alla Regione Lombardia durante la giunta Maroni, il magistrato in pensione Gustavo Cioppa, che al Pirellone esercitava un ruolo di garante alla legalità. Per lui (che è stato anche procuratore della Repubblica di Pavia), i procuratori aggiunti Maria Letizia Mannella ed Eugenio Fusco e il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ipotizzano le accuse di abuso d'ufficio e favoreggiamento.

L'unico a finire in cella è l'imprenditore che è titolare di una ditta specializzata nel settore delle apparecchiature sanitarie, i medici, invece, sono agli arresti domiciliari, mentre il magistrato è indagato. L’inchiesta nasce dall’indagine che lo scorso anno ha portato in carcere il primario del Pini, Norberto Confalonieri, recentemente rinviato a giudizio.

Quando il chirurgo Calori "inventò un'infezione per operare un paziente"

Gli arrestati. Tra gli arrestati c'è anche Paola Navone, direttore sanitario dell'Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto, fiore all'occhiello della sanità milanese. Sempre al Pini è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia, unità chirurgia ricostruttiva - revisione protesica e Carmine Cucciniello, direttore del dipartimento di ortopedia. Gli arrestati del Galeazzi, invece, sono Lorenzo Drago, direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò, responsabile del centro di chirurgia ricostruttiva. In merito all'inchiesta, l'ospedale Galeazzi dichiara "la propria estraneità alla vicenda ed esprime piena fiducia nella magistratura". L'imprenditore, infine, è Tommaso Brenicci, presidente della Eon medica srl di Monza che si occupa di apparecchiature elettromedicali.

Il meccanismo corruttivo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’imprenditore e i due primari del Galeazzi erano insieme soci di una società che aveva il brevetto di una sorta di medical detector, un macchinario per l’individuazione delle infezioni ossee. I due dirigenti medici lo hanno introdotto al Galeazzi. E successivamente, tramite il primario di Ortopedia del Pini, Giorgio Maria Calori, che era socio di Brennici in altre società, anche di diritto estero, è stato introdotto anche al Pini. I medici si prodigavano anche in studi scientifici e pubblicazioni in cui si esaltavano le qualità del macchinario. Un conflitto di interessi che ha portato oggi agli arresti.

"Al Pini non ci sono gare, se sei amico...". "Il Pini è l'ospedale più facile del mondo! (...) perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!": secondo l'ordinanza d'arresto, si esprimeva così l'imprenditore Brenicci al telefono senza sapere di essere intercettato parlando della "scarsa trasparenza e legalità nelle pubbliche forniture dell'Istituto Ortopedico Cto-Pini" di Milano.

Il medico e la borsa per la moglie: "La Vuitton ce la regalano". "La Vuitton non ti piace? (...) Stefi è possibile che me lo regalino (...) e allora c.... non mi rompere i co.....!". Così il chirurgo Calori si rivolgeva alla moglie che lo rimproverava per una borsa di lusso che le aveva regalato "evidenziando la necessità di essere parchi e limitare le proprie spese voluttuarie". Emerge dall'ordinanza d'arresto e da un'intercettazione nella quale il medico faceva, però, capire alla consorte "come si trattasse di un regalo ricevuto" da lui da altre persone.

Il cesto di Natale da mille euro e gli altri favori. La promessa di uno stage per la figlia in una delle società dell'imprenditore Brenicci, un cesto di Natale da 1000 euro e il pagamento spese per un congresso a Parigi e uno in Alto Adige. Sono le 'utilità', come scrive il gip nell'ordinanza, percepite da Paola Navone, direttore sanitario del Cto-Pini per introdurre all'Istituto ortopedico il dispositivo per la diagnosi di infezioni articolari commercializzato dallo stesso imprenditore.

Navone e il piano anticorruzione in tv. Il direttore sanitario del Pini era tra i firmatari del 'Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell'illegalità 2016-2018'. Il 27 marzo, dopo il rinvio a giudizio di Confalonieri, la dirigente interveniva alla trasmissione televisiva 'Porta a Porta' e assicurava: "Il Piano anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto". "Abbiamo fornito alle autorità che ce l'hanno chiesta - aveva aggiunto l'ex responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) - la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato".

L'ex magistrato e il progetto Domino. Infine, scrive il gip De Pascale, per aumentare il bacino di utenza dei pazienti e potenziare l'uso del dispositivo al Cto-Pini, Navone e Calori si sarebbero rivolti all'ex magistrato Cioppa affinché intercedesse presso l'assessore al Welfare Giulio Gallera e il direttore generale del settore per ottenere dal Pirellone l'approvazione del 'Progetto Domino' che nel marzo 2017 accreditava il reparto diretto dallo stesso Calori come punto di riferimento regionale per il trattamento delle infezioni articolari. Per questo Calori avrebbe ricevuto, dall'imprenditore, oltre a una borsa di Vuitton per la figlia, il pagamento delle spese sostenute per partecipare a convegni, per una intervista televisiva in Rai, un contratto di consulenza come 'opinion leader' per una società tedesca e anche 30mila euro, come prestito infruttifero, per sostenere parte delle spese per aver acceso un mutuo per un importo di 1 milione e 350 mila euro.

L'esposto di un anonimo finito agli atti. "All'interno dell'azienda Pini-Cto vengono spartiti soldi pubblici in modo clientelare, che dovrebbero servire invece per il bene della popolazione (...) le ditte fornitrici sono sempre
le stesse ed i regali per alcuni primari e la direttrice sanitaria sono sempre più costosi". A mettere nero su bianco queste accuse è stato un anonimo che nel febbraio 2017 ha presentato un esposto "contenente accuse di clientelismo" all'interno dell'ospedale. Denuncia che è finita agli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di sei persone, tra cui la direttrice sanitaria del Gaetano Pini Paola Navone.
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Casta medica, malasanità e corruzione nella sanità pubblica

Messaggioda Berto » sab mag 12, 2018 3:36 pm

Protesi di bassa qualità in cambio di tangenti: 21 indagati tra medici e imprenditori
Jessica Signorile
14 settembre 2017

http://www.today.it/cronaca/tangenti-pr ... monza.html

Ventuno persone indagate tra rappresentanti, medici di base e chirurghi, oltre venti perquisizioni in corso e cento uomini della Guardia di Finanza impegnati tra Monza, Milano, Lecco, Como, Bergamo, Varese, Torino, Bologna, Rimini e Salerno.
Un'indagine complessa e vasta quella condotta dagli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza che ha portato alla luce un giro di corruzione che ha colpito il settore della Sanità.


Gli arresti

L'inchiesta, denominata "Disturbo" dal nome in codice con cui i rappresentanti di una società monzese che commercializza protesi, la Ceraver Italia, chiamavano il denaro corrisposto ai medici o agli ortopedici coinvolti per ottenere favoritismi nell'acquisto di prodotti, ha portato all'esecuzione di ventuno misure cautelari. Cinque persone, tra cui tre medici chirurghi specialisti in ortopedia, un responsabile commerciale della società e un agente di zona, sono stati raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere e risultano indagate a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Altre nove persone, sei medici chirurghi e tre medici di base convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale, sono state raggiunte dalla misura degli arresti domiciliari, altri sei medici di base risultano essere stati sospesi dall'attività e un agente di commercio intermediario della Ceraver è stato colpito dal provvedimento di obbligo di dimora nel comune di residenza.


Le accuse

I soggetti coinvolti, rappresentanti della società, agenti di zona, medici di base e chirurghi ortopedici, devono rispondere a vario titolo delle accuse di associazione per delinquere, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, una società monzese attiva nella commercializzazione di protesi medicali sarebbe riuscita, tramite l'attività posta in essere da un responsabile commerciale e agenti di commercio, a convincere chirurghi operanti in strutture private convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale ad acquistare per gli interventi prodotti e protesi della società stessa, tramite il pagamento di un "disturbo", cioè di una somma in denaro concordata e di altre varie forme di remunerazione tra cui cene, regali, viaggi e biglietti aerei. Oltre ai medici chirurghi risultano coinvolti nel giro di corruzione anche diversi medici di base grazie ai quali i venditori, attraverso il reclutamento nel bacino di pazienti dei medici di famiglia, riuscivano ad ampliare il numero di persone da sottoporre a interventi chirurgici, attingendo anche a pazienti provenienti da fuori regione per i quali venivano create delle vere e proprie "corsie preferenziali" poichè gli interventi per i soggetti extra-regionali non sono sottoposti a tetti di spesa imposti dalla normativa regionale.


Medici arrestati, le indagini

Le indagini sono iniziate in seguito a un esposto presentato da un dipendente operante all'interno del Policlinico di Monza che ha sollevato dubbi riguardo alla gestione dell'acquisto di protesi per interventi chirurgici all'interno della struttura privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale all'interno della quale qualcuno operava mettendo davanti alle esigenze terapeutiche dei pazienti il proprio personale interesse. Così, in seguito alla segnalazione, sono iniziati gli accertamenti che hanno portato il personale della Guardia di Finanza ad accedere ai dati relativi alla Sanità disponibili a livello regionale. I riscontri hanno evidenziato che in alcune strutture private convenzionate con il S.S.N. emergeva un numero elevato di pazienti sottoposti a interventi chirurgici per installazione di protesi, molti dei quali provenienti da fuori regione. Grazie alle intercettazioni telefoniche, ambientali e a servizi di osservazione e pedinamento gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l'attività indebita che coinvolgeva i rappresentanti, i medici chirurghi e i medici di base. Tra i chirurghi arrestati figurano due medici operanti per il Policlinico di Monza e la Clinica Zucchi.

Al centro del giro di corruzione che il Prucuratore di Monza, Dottoressa Luisa Zanetti, ha definito un vero e proprio "mercimonio della funzione pubblica" c'erano anche i medici di famiglia che rappresentavano un elemento strategico per l'ampliamento del bacino di pazienti da sottoporre ad interventi chirurgici, privilegiando il reclutamento di quelli provenienti da altre regioni proprio perchè le prestazioni nei confronti dei pazienti extra-regionali non sono soggette ai tetti sui rimborsi fissati dalla normativa regionale. Per aumentare il numero dei soggetti a cui impiantare le protesi, dietro il pagamento di un compenso illecito, i medici mettevano i loro studi medici a disposizione dei chirurghi ortopedici individuati dai venditori i propri ambulatori. In questo modo, i medici di famiglia, oltre a ottenere un compenso fisso dai venditori pari a circa 300 euro mensili, otteneveno dagli ortopedici una somma pari al 20 per cento circa di quanto corrisposto dal paziente.

I medici chirurghi inoltre oltre al "disturbo" in denaro ottenuto per il compiacente acquisto delle protesi da impiantare, percepivano, come previsto, una quota di partecipazione al "D.R.G.", spettante ai medici per le prestazioni sanitarie pubbliche eseguite e per ogni intervento eseguito associato all'impianto di protesi presso una clinica convenzionata con il S.S.N., che oltre a una base mensile prevede un corrispettivo che oscilla tra il 10 e il 15 per cento sul fatturato prodotto e rimborsato dal SSN per ciascun episodio di ricovero in convenzione che si aggira, nello specifico caso, tra gli 11 e i 13mila euro.
Ad aggravare le accuse nei confronti di alcuni dei medici chirurghi c'è anche il capo di imputazione relativo al falso in atti di ufficio in quanto, al fine di aumentare il numero di interventi e quindi di remunerazioni relative all'acquisto compiacente di protesi e di compartecipazione al D.R.G.,molti medici chiedevano a propri colleghi di attestare falsamente la propria presenza in sala operatoria come secondo operatore durante gli interventi di impianto di protesi, violando le disposizioni regionali che impongono la presenza di due chirurghi durante gli interventi.


Il commento del Procuratore Zanetti

"Questa indagine non criminalizza la classe medica" - ha spiegato il Procuratore di Monza, Luisa Zanetti in conferenza stampa inieme al Generale Paolo Kalenda, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Milano. "La classe medica, nella gran parte fedele, si dedica alla cura del paziente e per questo motivo la Sanità Italiana è conosciuta anche all'estero per la sua eccellenza al di là delle falle del sistema di cui questi esponenti sono esempio. Solo conoscendo queste falle possiamo evitare che restino sotto la sabbia e si estendano sempre di più".

La scelta delle protesi da impiantare da parte dei medici non rispondeva alle esigenze di salute dei pazienti ma era finalizzata all'ottenimento di denaro e favori da parte dei chirughi che rinunciavano alla imparziale discrezionalità che il ruolo prevede. Allo stato attuale non risultano dirigenti medici iscritti nel registro degli indagati operanti nelle strutture dove svolgevano la propria attività i chirurghi indagati.
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