Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)

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Messaggioda Berto » dom dic 01, 2013 2:07 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » dom dic 01, 2013 8:12 am

Giallo ad Alessandria: ucciso il prestanome di Belsito
http://www.lindipendenza.com/giallo-ad- ... di-belsito


Un truffa milionaria: i Bossi e Belsito verso il processo
http://www.lindipendenza.com/un-truffa- ... l-processo


di REDAZIONE

Quaranta milioni di finanziamento pubblico alla Lega, i rimborsi elargiti al partito sulla base dei rendiconti al Parlamento del 2008 e 2009, sono contestati dalla procura di Milano a Umberto Bossi come ‘truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche’.

La truffa sarebbe stata messa a segno in concorso con lo scomparso segretario amministrativo Maurizio Balocchi per il rendiconto dell’esercizio 2008 e con l’allora tesoriere leghista Francesco Belsito per il 2009 e 2010. Bossi e gli altri indagati secondo l’accusa avrebbero ingannato i presidenti di Camera e Senato.

Della famiglia di Umberto Bossi – scrive il Corriere della Sera – finiscono nel mirino dei pm Robledo-Pellicano-Filippini 15 spese, tra le quali 1.583 euro di lavori edili nella casa di Gemonio, altri 13.500 e 20.000 euro in due assegni rubricati «casa Capo lavori», ancora 81.000 euro di lavori edili ma per la casa di Roma, 9.000 euro per il ricovero di un figlio, 160 euro per un regalo di nozze, 26.000 euro di capi d’abbigliamento, 2.200 euro di gioielli, 1.500 di cure dentistiche. A Renzo Bossi sono contestati 145.000 euro in 20 spese, fra l’altro per 12 multe, due cartelle esattoriali, l’assicurazione dell’auto, e l’acquisto (77.000 euro) del titolo di laurea albanese presso l’Università Kristal di Tirana. A Riccardo Bossi 157.000 in 48 pagamenti, fra l’altro per 23 multe, 5 riparazioni d’auto in carrozzeria, altrettanti leasing o noleggi di vetture, l’abbonamento a Sky, spese del veterinario, rate dell’Università dell’Insubria, canoni d’affitto di casa, spese di mantenimento della moglie e debiti personali. Rosy Mauro avrebbe abusato dei soldi dei cittadini per 99.000 euro, la maggior parte dei quali (77.000) per comprare una laurea in Albania a una persona a lei legata, Pierangelo Moscagiuro: in più per lei restano non giustificati un assegno da 16.000 euro e uno da 6.600 euro prelevati dal conto del partito.

Infine, Belsito si vede contestare 2,4 milioni in 209 pagamenti per acquisti da Louis Vuitton, dal fiorista, in enoteca, in ristoranti e bar e rosticcerie, negozi di elettronica e serramenti e articoli sportivi, armerie, bonifiche antintercettazioni, fatture del telefono e della luce, multe e cartelle esattoriali, ma soprattutto moltissimi prelievi in contanti e spese sostenute per persone a lui vicine. La Procura chiude anche il filone d’inchiesta sulle bizzarre operazioni estere, nemmeno tutte riuscite, di Belsito. E gli contesta l’ipotesi di «appropriazione indebita» per 5,7 milioni di euro, dei quali 1,2 spediti il 28 dicembre 2011 da un conto genovese della Lega alla società Krispa Enterprices di Paolo Scala presso la Bank of Cyprus (850.000 euro restituiti nel febbraio 2012), e gli altri 4,5 bonificati due giorno dopo su un conto di Stefano Bonet alla Fbme Bank in Tanzania, che li respinse perchè difettava la documentazione allegata (la somma è poi rientrata nel febbraio 2012). I due imprenditori Scala e Bonet sono indagati per ricettazione.

”Finito (forse) con Berlusconi e Ruby, adesso il tribunale di Milano riprende a ‘occuparsi’ di Bossi e della Lega. Ma si’, dai, i processi ai mafiosi e assassini possono attendere”. Lo scrive su Facebook Matteo Salvini, segretario della Lega lombarda. “Giudici eletti dal popolo e l’indipendenza, unica via”, aggiunge.

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione nell’indagine sui conti della Lega, per Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi che era accusata di appropriazione indebita per finanziamenti ricevuti dal partito in relazione alla scuola ‘Bosina’ della quale era amministratrice di fatto, e per avere utilizzato altro denaro ricevuto dal Carroccio per finalita’ personali. I pm nel chiedere la sua archiviazione osservano che i contributi per la scuola, che sono stati effettivamente versati, rientrano nell’ambito di quelle spese “ricollegabili anche indirettamente a una finalita’ di promozione e aggregazione verso l’attivita’ del partito” che, secondo la Procura, non sono censurabili penalmente. Identico discorso, spiegano i magistrati milanesi, si puo’ fare anche per le somme stanziate a favore della Guardia padana, del Sindacato padano e del Movimento giovani padani. L’accusa per la Marrone di avere usato soldi del partito per finalita’ personali, “non ha trovato riscontro”, anche se “non si puo’ escludere che delle somme corrisposte per la scuola in denaro contante, la Marrone possa aver profittato a titolo personale”.

«Questa cosa non mi aiuta certo…una cosa che esce proprio adesso e mi lascia sconcertato»: lo ha detto all’ANSA Umberto Bossi, commentando la notizia della chiusura delle indagini a suo carico. Bossi in particolare fa riferimento al rinnovo della segreteria della Lega, che lo vede candidato, in programma il 7 dicembre. «Dire che io avrei imbrogliato lo Stato… proprio adesso… – ha aggiunto Bossi – Diciamo che mi sconcertano i tempi». «Credo che la cosa si riferisca al fatto che io come segretario ho firmato i bilanci – ha concluso il presidente della Lega che sabato prossimo sfiderà Matteo Salvini nella corsa alle segreteria del Carroccio – ma francamente resto sconcertato».
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » ven dic 13, 2013 9:10 pm

Belsito: “Soldi in nero a tutti, da Calderoli a Cota fino a Salvini”. Loro: Balle!

http://www.lindipendenza.com/belsito-so ... loro-balle


di REDAZIONE

Partiamo con l’articolo che http://www.lastampa.it riporta oggi: “Più che sassolini, sono pietre quelle che Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, si toglie dalle scarpe durante una decina d’interrogatori, resi tra il maggio e il luglio scorso, ai pm della procura milanese che indagavano sui finanziamenti al Carroccio. Non dimentica nessuno «il nano»: dai politici agli imprenditori. E impallina, oltre allo scontato Umberto Bossi – che, si scopre, spende 500 euro pure per iscriversi a un sito di poker on line – personaggi tutt’ora in vista della Lega, da Tosi, il sindaco di Verona, a Cota, attuale presidente della Regione Piemonte, dal neo segretario Matteo Salvini al sempiterno Roberto Calderoli. E si capisce che, nonostante sia stato chiuso un pezzo d’inchiesta, le indagini non sono ancora concluse, visto che buona parte dei verbali di Belsito sono completamente omissati.

Uno dei più esplosivi è datato 29 maggio. Spiega Belsito che quando ad esempio ricevette 300 mila euro dal suo socio d’affari Bonet, l’uomo con cui mise in piedi il pasticcio dei fondi in Tanzania, «30 mila euro li ho versati a Calderoli che era ben consapevole che provenivano da affari che avevo concluso con Bonet. Di fatto questi soldi dati a Calderoli andavano a compensare le sue donazioni al partito. Altri esponenti di spicco facevano donazioni al partito…». Ma poi se li facevano restituire, «in nero», dal tesoriere. «Dal 2009 ho sempre restituito in contanti i soldi che Calderoli versava, compensando le sue donazioni. Anche Reguzzoni ho pagato personalmente in nero: 15 mila euro per donazioni che avrebbe dovuto fare alla Lega e che invece aveva trattenuto per sè. Cota, quando era capogruppo, prendeva denaro in nero da Balocchi (l’ex tesoriere prima di Belsito, defunto, ndr), non so quantificare le somme, personalmente ho constatato che aveva un negativo sui versamenti che doveva effettuare al partito. Personalmente ho pagato delle sue spese giustificate con fatture; una ricordo che si riferiva a un’autovettura. Il compenso delle spese era pari a circa 50 mila euro che pagai con bonifici in parte verso la Lega Piemonte e in parte verso fornitori indicati da lui…». Prosegue Belsito: «Anche a Zaia (ex ministro e presidente del Veneto) abbiamo pagato delle fatture ma non ricordo gli importi. Balocchi mi diceva che teneva un contabilità parallela, in cui segnava le somme in nero agli esponenti della Lega, carte rimaste probabilmente alla moglie… Mi era stato detto che da sempre gli imprenditori portavano denaro in nero al partito e che questi rapporti erano intrattenuti principalmente da Giorgetti…».


Belsito non risparmia nessuno. Nemmeno il neo segretario Matteo Salvini. «Il nero che gli imprenditori versavano veniva utilizzato a volte per la campagna elettorale e veniva gestito senza passare dalle casse del partito. Ad esempio ricordo che Bonomi, in quota Lega per la Sea (la società che gestisce Linate e Malpensa, ndr) diede in contanti 20 mila euro a Salvini, circostanza che mi venne riferita dalla Dagrada (segretaria di via Bellerio, ndr). Quindi Salvini per sanare i suoi obblighi di oblazione verso la Lega intendeva girare al partito questa somma, cosa che non mi risulta sia avvenuta». Secondo Belsito, per la raccolta fondi ogni parlamentare aveva la sua specialità: «Ad esempio Maroni (“Maronui” nel verbale, ndr) si occupava delle telecomunicazioni». Ed ecco risultare un finanziamento di Telecom da 100 mila euro. «Nel settore sanitario Salvini aveva voluto la nomina della dottoressa Cantù», diventata capo delle Asl a Milano. Mentre nel settore bancario «le nomine erano gestite principalmente da Calderoli e Maroni. Ma la lista dei «donatori» è lunga: da Caltagirone e Nerogiardini, fino alla Siram che avrebbe versato un milione di euro «a tale Cavaliere della lega del Veneto legato a Tosi e Maroni».

Era davvero un bengodi. «Il nano» racconta di 100 mila euro versati sui conti personali di Bossi e moglie Manuela Marrone ma anche di 300 mila euro pagati «in modo non ufficiale e parte per contanti» per la «scuola Bosina», della sciura Bossi. Dice Belsito di non avere mai consegnato denaro in contante al senatur ma «in alcuni casi di aver ripianato il rosso di alcuni suoi conti personali, 48 mila euro presso la Bpl e altri 6-7 mila euro presso un’altra banca».

Al figlio Riccardo sarebbero arrivati 100 mila euro per le carte di credito e l’agognata scuola Cepu. E, dulcis in fundo, ben 90 mila euro furono spesi per l’istruzione di Riccardo, del «Trota» e di Moscagiuro, il capo scorta dell’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro: tre belle lauree in Albania. E se non ci fosse stata l’inchiesta, «vi era un’altra laurea da acquistare a Londra per Renzo, che venne concordata per 130 mila euro, dei quali circa 70-80 mila euro effettivamente pagati…»”.

COINVOLTI TOSI E CAVALIERE
Belsito, Enrico Cavaliere rispondeva a Tosi e Maroni - L’ex presidente del Consiglio regionale del Veneto, Enrico Cavaliere, indagato per corruzione per una presunta mazzetta da 850mila euro che avrebbe ricevuto insieme all’ ex manager dalla Siram Claudio Boni, faceva parte di una “cordata” della Lega e “rispondeva a Tosi, a Maroni, che erano i suoi diretti superiori”. Lo ha affermato lo scorso 15 luglio l’ex tesoriere Francesco Belsito, indagato nell’inchiesta sui conti della Lega. Proprio sulla base di questa dichiarazione, la Procura ha aperto una nuova inchiesta che ha portato la Guardia di Finanza ad effettuare delle perquisizioni 27 novembre a carico dello stesso Cavaliere.

LE REAZIONI DI VIA BELLERIO
Maroni,fango ancorato a passato da domenica non ci riguarda – “Da domenica possiamo dire che abbiamo veramente girato pagina: questo fango qui rimane ancorato al passato”. Cosi’ Roberto Maroni commenta le ultime rivelazioni di Francesco Belsito. “Da domenica guardiamo al futuro e tutte queste le vogliamo dimenticare perche’ non fanno piu’ parte della storia della Lega”, ha aggiunto il segretario uscente della Lega Nord, in un’intervista a ‘Radio Padania’. ”Non c’entra la magistratura sono i giornali che raccontano la versione di questo personaggio che non merita neanche che si citi il nome suo nome, un personaggio che dice le cose che dice, che inventa, perche’, essendo indagato, puo’ dire quello che vuole non si puo’ anche agire legalmente nei suoi confronti”, prosegue Maroni. Il riferimento e’ ai verbali degli interrogatori dell’ex tesoriere del Carroccio che risalgono a maggio e filtrati tra ieri e oggi. Nelle ricostruzioni giornalistiche, Belsito sostiene che Matteo Salvini abbia incassato soldi in nero e che Luca Zaia e Flavio Tosi fossero a conoscenza dei soldi arrivati a un esponente veneto da una societa’ francese. “Io non mi preoccuperei, certo dà fastidio: uno si incazza ho sentito stamattina che i nostri sono incazzati, pero’ quello e’ il personaggio, purtroppo e’ stato imbarcato, per fortuna ce ne siamo liberati”.

Salvini, da Belsito tutte palle, pronto a querela - “Non ho parole, per quello che mi riguarda sono palle. Da qui alle europee di maggio sara’ tutti i giorni cosi’”. E’ quanto ha affermato Matteo Salvini, in un’intervista a ‘Radio Padania’, commentando i verbali di Francesco Belsito, in cui l’ex tesoriere della Lega Nord, tra le altre cose, sostiene che il segretario ‘in pectore’ del Carroccio si sia intascato in passato soldi destinati al partito. “Palle, palle, palle. Quelle di Belsito sono solo palle. Non so cosa faranno Zaia e Cota in merito alle accuse di Belsito di aver preso tangenti, so quello che faro’ io. Sono pronto a fare una bella querela”, aveva detto in precedenza a ‘Telelombardia’. “Mi domando che affidabilita’ possono avere le parole di Belsito, certo anche noi leghisti dovevamo accorgerci prima della persona con cui avevamo a che fare”.

Pini, Carroccio vittima dei raggiri di Belsito. Basta Fango - “Solo in un paese malato di falsi scoop si puo’ dar credito a un bugiardo e mettere in dubbio il buon nome di persone la cui serieta’ e onesta’ e’ dimostrata ogni giorno. Chi conosce bene Giorgetti, Zaia, Tosi, Salvini, Maroni e tutti gli altri infangati da questo folle non puo’ far altro che augurarsi che venga seppellito da una valanga di querele e condanne. Non so chi muova questo strano personaggio o se sia tutta farina del suo sacco, ma la Lega e’ vittima dei suoi raggiri, non certo complice. Basta fango”. Lo dichiara Gianluca Pini, vicepresidente della Lega Nord a Montecitorio, a proposito delle dichiarazioni di Francesco Belsito pubblicate oggi da alcuni quotidiani.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » dom dic 15, 2013 10:37 pm

Ke oror sti tre fanfaroni ciava padani!


Salvini a Torino: “Recuperiamo ex leghisti”. Bossi: “Fronte comune”

http://www.lindipendenza.com/salvini-a- ... nte-comune


di REDAZIONE
Matteo Salvini è stato eletto per alzata di mano segretario federale della Lega dal congresso straordinario del Carroccio in corso a Torino.

”Ci sono tanti ex leghisti da andare a recuperare. Se a maggio chi almeno una volta nella vita ha votato Lega ci darà una possibilità possiamo fare la rivoluzione, se a maggio facciamo il boom è l’inizio della fine dell’impero”, ha detto nel suo discorso Salvini.
Ma è chiaro: “La Lega vince se fa la Lega”. “Negli ultimi anni abbiamo dovuto mediare, usare pazienza, ma la democristianeria in Italia non paga, la mediazione la lasciamo a qualcun altro”.
Il segretario prende di mira la moneta unica: ”L’euro è un crimine contro la nostra umanità e prima salta l’euro prima posso rioprendere la battaglia per l’indipendenza, quindi prima vivere, prima ammazzare il mostro”.
”Siamo pronti a disubbidire, la Padania è pronta a disubbidire, abbiamo centinaia di sezioni pronte a essere centri di lotta e di controinformazione”, afferma quindi Salvini. ”Oggi c’è un’adunata silenziosa di una comunità che vuole essere indipendente ed è pronta a disubbidre e a rischiare, ma non con il volto coperto”. ”Non ci fermiamo fino all’indipendenza”, ha poi aggiunto non appena eletto segretario tra standing ovation dei delegati presenti in sala, sulle note del ‘Va’ pensiero’ di Verdi.

”C’è un linciaggio vergognoso contro la Lega – attacca – da parte di giornalisti italiani e romani. Non chiediamo giornalisti che parlino bene della Lega ma, senza fare liste di proscrizione, dal prossimo appuntamento chi dimostra obiettività morale entra al nostro congresso, gli altri possono uscirsene a calci in c… perché di pennivedoli non abbiamo bisogno”.
E poi: ”Da qui a maggio non ci può essere una virgola interna fuori posto, da domani le segreterie dovranno essere luoghi d’incontro, di dibattito, di scontro, se serve, ma fuori, per quanto mi riguarda, una virgola che esce per ‘sputtanare’ qualcuno, quello è fuori, di quelle persone non c’è più bisogno”.
”Prima sconfiggere il duplice nemico, Roma e Bruxelles, poi discutiamo di tutto, ma prima vinciamo o quanto meno proviamo a vincere. Da qui a maggio ci tireranno dietro di tutto, ci saranno indagini, arresti, ci saranno infamie, quindi dobbiamo difenderci gli uni con gli altri quando c’è da difendere qualcosa. Se qualcuno usa male un centesimo di euro si accomodi fuori”.

Attacco anche all’ipotesi di misure per svuotare le carceri: “Se a Roma provano a portare in discussione l’indulto o l’amnistia, quelli non escono da Camera o Senato perché i delinquenti devono stare in galera”. E aggiunge: “E’ uno Stato criminale quello che permette a questa gentaglia di riuscire e rifare da capo. E’ brutto dirlo? Siamo brutti. Preferisco essere brutto e cattivo che coglione”, prosegue.
Nel corso del congresso è intervenuto il presidente federale del partito ed ex segretario, Umberto Bossi: ”Occorre fare fronte comune al centralismo europeo e con gli altri Paesi abbiamo un nemico in comune, l’euro, pero’ avere un nemico in comune non vuol dire avere destino comune: gli altri popoli europei uscendo dall’euro recuperano la loro sovranita’ nazionale, noi non vogliamo recuperare la sovranità italiana, noi siamo per la sovranita’ padana, costi quel che costi”.
Il segretario uscente della Lega Roberto Maroni, in avvio di lavori, aveva spiegato il suo gesto: ”Le mie dimissioni, che ho firmato poco fa, non sono una rinuncia ma un atto d’amore bisogna capire quando è il momento di fare certe cose e trovare le persone giuste”.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » lun dic 16, 2013 8:54 am

Salvini: non ci fermeremo fino all’indipendenza. Da oggi si attendono fatti

http://www.lindipendenza.com/salvini-no ... dono-fatti

di GIANLUCA MARCHI

Ieri per la Lega è cominciata l’era di Matteo Salvini con abbondante ricorso alle parole e agli slogan delle origini per cercare di fermare un declino ritenuto ineluttabile da tanti osservatori. La sfida è difficilissima, ma Salvini sembra avere intenzione di giocarla fino in fondo. Incoronato dal congressp federale, riunito a Torino per ratificare il voto delle primarie, il neo segretario ha fatto ampio ricorso alla tradizione leghista per rilanciare il movimento. Dal ritorno a Pontida, la «nostra casa», ai toni duri della prima ora; dall’invocazione della Padania, e della sua indipendenza, al ritornello di «Roma ladrona». Con una spruzzata di antieuropeismo che va cavalcando da qualche tempo.

«Perchè la Lega, per vincere e tornare ad essere forza di maggioranza – è la tesi di Salvini – deve fare la Lega». Basta quindi alle mediazioni, agli accordi e alle trattative nei palazzi. «Abbiamo provato per vent’anni a cambiare le cose da Roma, ora la Lega fa la Lega», osserva il successore di Roberto Maroni, eletto per alzata di mano dai 522 delegati a una settimana dalle primarie vinte con l’82% delle preferenze contro un ‘mostro sacrò come Umberto Bossi. Un giovane di 40 anni, anche se con una lunga militanza nel Carroccio, contro la storia della Lega. E proprio in virtù di quella storia Salvini strizza l’occhio ai moderni “forconi” – «dei lord rispetto agli assassini di Bruxelles» – e si butta nel tentativo di ricompattare il partito, lasciandosi alle spalle le divisioni interne e le polemiche sulle inchieste giudiziarie. Anche questa sarà un’operazione tutt’altro che semplice.

«Non ci fermeremo fino all’indipendenza», sono le prime parole pronunciate dopo l’elezione, mentre oltre 5 mila persone provenienti da tutta Italia per il congresso della svolta intonavano il Va Pensiero e sventolavano la bandiera con il Sole delle Alpi. E’ una prospettiva impegnativa, molto condivisa dalla base, ma poco digerita da molta parte della dirigenza che si è insediata negli ultimi anni: Flavio Tosi, ad esempio, cosa ne pensa, visto che ha sempre negato la possibilità di perseguire l’indipendenza? Salvini dovrà spazzare via anche non poche contraddizioni interne per essere credibile e soprattutto dimostrare che le sue non sono solo parole per ridare entusiasmo a un esercito un po’ scoraggiato. Noi, nel nostro piccolo, saremo qui a valutare passo dopo passo, senza alcuno sconto se quanto detto ieri si discosterà dai fatti. E cominceremo con valutare il reale impegno della Lega affinché in Veneto si faccia di tutto per svolgere il referendum per l’indipendenza, primo passo per esportare l’iniziativa nelle altre regioni. Vedremo se lo slogan del congresso di ieri, “Il futuro è indipendenza”, è veramente sentito oppure uno specchietto per le allodole…

«Chi arresta un nostro sindaco senza motivo deve cominciare ad avere paura – tuona Salvini -, chi attacca senza motivo la nostra gente deve cominciare a vergognarsi. Non è una minaccia ma un impegno». La parola «rivoluzione», non viene pronunciata, ma aleggia nell’aria, accanto agli striscioni che chiedono la secessione e a quelli che invocano «il muro» per il Nord. «La Padania è pronta a disubbidire: abbiamo migliaia di sezioni pronte a essere centri di lotta e di controinformazione», sostiene Salvini. Che attacca frontalmente i giornalisti «pennivendoli», «privi di obiettività morale» e autori di «un linciaggio vergognoso e schifoso» contro la Lega.

Poi punta il dito contro lo Stato «criminale» che vuole l’amnistia o l’indulto per i delinquenti e ‘sparà contro il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Uno che «gli imperi basati sul lavoro degli altri li sosteneva», mentre anziani come «Bernardo Caprotti (patron della Esselunga, ndr) hanno creato un impero che dà lavoro a tanta gente». In prima fila, ad ascoltare il discorso a braccio pronunciato da Salvini in maniche di camicia, ci sono i leader stranieri dei partiti ‘euroscetticì di Francia, Belgio, Olanda, Paesi Bassi, Austria e Svezia, uniti nel nome di una santa alleanza contro l’euro e l’Europa centralista. Ma l’ultimo monito del nuovo segretario federale è per i suoi militanti. «Da qui a maggio, se esce una virgola per sputtanare qualcuno, quello è fuori».
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » mer gen 01, 2014 8:00 am

Ke oror e ke skifo sto sanbelo de omo:

LEONI: BOSSI SI RICANDIDERA’ CONTRO MARONI. IL PARTITO E’ NOSTRO

«Bossi si ricandida, figurarsi se lascia la Lega. Aspetta solo l’ultimo minuto». Ne è convinto il senatore Giuseppe Leoni, cofondatore del Carroccio al fianco del Bossi dalla prima ora. «Il Capo tornerà – assicura in un’intervista a Il Fatto Quotidiano – ora osserva e aspetta il momento giusto. Ma senza di lui la Lega non esiste. All’ultimo, quando nessuno se lo aspetta, si candiderà». Per Leoni «una cosa è chiara a tutti: senza Bossi il partito non esiste. L’ho ricordato anche a Maroni l’altro giorno».

Quando Tosi ha avanzato l’ipotesi di fare a meno di Bossi se le accuse contro di lui risultassero fondate, Leoni ha alzato la cornetta per raccomandare a Maroni «di ricordare al sindaco di rileggersi lo Statuto perchè i fondatori della Lega sono divinità, come i santi per la Chiesa: non si possono toccare. Quindi si dia una regolata». «Ma Maroni mi ha garantito che lo aveva già chiamato – racconta Leoni – e che era tutto a posto, che gli ha detto di smetterla».

Ora, per il senatore del Carroccio, la priorità è ricostruire l’unità. Con l’ex ministro dell’Interno «stiamo cercando la quadra – assicura – poi potrà esserci la corrente di Maroni e quella di Bossi; potremo discutere, pensarla in modo diverso e confrontarci ma non dobbiamo dividerci: sarebbe un errore. Rimarremo uniti, riusciremo per forza». Del resto «è quello che chiede Bossi. Quindi – secondo Leoni – non ci sono molte altre strade da percorrere. A meno che non decidano di dare vita a qualche scissione o cose strane, ma non conviene a nessuno».

STEFANI TRASFERISCE DUE MILIONI ALLE SEGRETERIE NAZIONALI PER IL TERRITORIO

«Come stabilito nell’ultima riunione del Consiglio Federale questo pomeriggio il Segretario Amministrativo della Lega Nord, on.Stefano Stefani, ha provveduto a trasferire due milioni di euro alle Segreterie Nazionali che avranno il compito, a loro volta, di distribuirli alle strutture territoriali del Movimento». È quanto si legge in una nota del coordinamento delle segreterie nazionali.

MARONI: PROPOSTA DI RIFORMA DEL PDL? IL TEMPO E’ SCADUTO

Roberto Maroni, su Facebook, boccia la riforma presidenzialista: «La Lega è sempre stata pronta a discutere di riforme, ma ogni caso per noi è indispensabile che assieme al resto ci siano anche: il Senato federale e il dimezzamento dei parlamentari. Purtroppo nessuna delle due è nei progetti sin qui presentati, quindi (per quanto ci riguarda) riteniamo ormai scaduto in questa legislatura il tempo per la Grande Riforma Costituzionale. Puntiamo sulla riduzione del numero dei parlamentari, sarebbe già una ottima cosa».


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Aero Club Italia: federazioni aeronautiche indignate per la nomina di Leoni

http://www.lindipendenza.com/aero-club- ... a-di-leoni

2 Agosto 2012
Immagine

di GUSTAVO VITALI

Le Federazioni Sportive Aeronautiche, firmatarie il presente documento, esprimono la loro più profonda indignazione e rammarico nell’apprendere la notizia che il Senatore Leoni ha provveduto ad inserire nel Disegno di Legge denominato “Spending Rewiew” un emendamento con il quale si auto rinnova per un ulteriore anno il mandato di Commissario Straordinario dell’Ente Pubblico Aero Club d’Italia.

Ricordiamo che il Senatore Leoni, già da oltre un anno e mezzo Commissario Straordinario dell’Ente, si è segnalato per essere stato incapace ad assolvere il mandato conferitogli, come deliberato dal Consiglio di Stato, per aver sprecato denaro pubblico nella gestione dell’ente, per aver compiuto atti che integrano l’abuso di potere, per aver distratto denaro pubblico compiendo azioni che sono state denunciate per peculato e truffa ai danni dello Stato.

E’ osceno (come scrive in data 28 u.s. Sergio Rizzo sul Corriere della Sera) che sia egli stesso ad aver promosso un emendamento ad personam, inserito nottetempo dalla Commissione Bilancio del Senato nel al D.L. Spending Review, auto-reiterandosi nel proprio mandato.

Maggior rammarico suscita il fatto che la proroga dell’incarico di Commissario Straordinario sia inserita in un decreto che dovrebbe prevedere un risparmio di spesa. Anziché assolvere in fretta al proprio mandato e permettere l’insediamento del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, che svolge gratuitamente le sue funzioni, viene reiterata per un ulteriore anno una carica che comporta compensi al Senatore Leoni così come previsto nel D.M. 17/12/2010 a firma del Ministro Matteoli.

Siamo costernati nell’assistere a logiche appartenenti al peggior utilizzo della politica esclusivamente diretta a favorire se stessi e al mantenimento della propria carica, in spregio ai principi di gestione democratica della cosa pubblica, e con l’aggravante che ciò sia posto all’interno di provvedimenti di un Governo tecnico che dovrebbe migliorare l’Italia e costituire un segnale di svolta all’esito del fallimento di un precedente Governo politico il cui Presidente più volte è stato censurato proprio sull’asserito presupposto di tutelare sé stesso con leggi “ad personam”. Quanto oggi denunciato è stato oggetto di ampia censura sui maggiori quotidiani nazionali quali ad esempio “Il fatto Quotidiano” e “La Stampa” che ieri ha pubblicato la notizia, addirittura, in prima pagina con autorevole articolo a firma di Mattia Feltri.

Le Federazioni Aeronautiche firmatarie chiedono fermamente che l’emendamento in questione venga immediatamente ritirato e che finalmente il Governo intervenga, come richiesto da autorevoli esponenti di entrambe le Camere del Parlamento, nominando un Commissario individuato in persona capace a svolgere il chiaro e semplice mandato, infruttuosamente ad oggi affidato al Senatore Leoni con D.M. 17/12/2010, al fine di cancellare questo inaccettabile vulnus alla serietà che dovrebbe contraddistinguere la sua azione.

Comento==============================================================================================================================

Il Lucumone
2 Agosto 2012 at 10:11 am #
La missiva, del 30 Luglio 2012, è indirizzata:
Ai Ministeri Sorveglianti l’Aero CLub d’Italia – Loro sedi.
E’ firmata da:
Federazione Italiana Volo Libero
Federazione Italiana Paracadutismo Sportivo
Federazione Italiana Aeromodellismo
Federazione Italiana velivoli storici ed amatoriali

Le accuse da anni mosse a Leoni non sono né italiote, né centraliste, né stataliste e neppure politicamente inquadrabili: riguardano esclusivamente il malgoverno del Club!
La Lega, dopo Milosevic, le finanziarie, il Credieuronord, il villaggio Skipper, i quattrini in Tanzania…e più e più …ci ha regalato anche questo!
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » ven gen 10, 2014 6:32 pm

La Lega di Salvini scende in… autostrada. Prove tecniche di disobbedienza civile

http://www.lindipendenza.com/lega-autos ... gia-gratis

di GIANMARCO LUCCHI



La Lega Nord targata Salvini si cimenta con la sua prima prova di protesta popolare e scende letteralmente in strada, anzi in autostrada. Il Carroccio invita invita alla “disobbedienza civile” contro il “furto” dei rincari dei pedaggi autostradali (l’assurdo è stato toccato nel tratto Padova-Venezia, dove il pedaggio dal 1° gennaio è passato da 70 centesimi a 2 euro e 80). Organizzata dal Movimento giovani padani, che la pubblicizza sui social network con l’hashtag ‘#iononpago’, l’iniziativa prevede presidi e volantinaggi, domani mattina, nei pressi di una trentina di caselli autostradali del Nord. “Non paghero’ il casello e, con me, lo faranno altri cittadini incazzati”, annuncia il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, in una nota. “Il Nord ha gia’ pagato, ora tocca agli altri”, continua. Salvini sara’ presente, alle 11, probabilmente accompagnato da Roberto Maroni, alla barriera di Gallarate per mettere in atto lo ‘sciopero del pedaggio’.

Il tema e’ stato sollevato ieri dal deputato leghista, Nicola Molteni, che, rivolgendosi nel corso del question time nell’aula di Montecitorio al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha messo sul banco degli imputati “il grande raccordo anulare o la Salerno-Reggio Calabria”. “I cittadini del Nord – ha affermato Molteni – sono stanchi di pagare pedaggi e subire aumenti per permettere ai cittadini del Sud di viaggiare gratis. Francamente da un ministro lombardo come Lupi ci aspettavamo di piu’ non la passiva accettazione di un rincaro del pedaggiamento in Lombardia dell’11%”. “I lombardi pagano tre volte di piu’ di tutti gli altri, un esempio su tutti: la Milano-Como, 30 km di strada che costano ai cittadini 8 euro per andata e ritorno. Questo per sovvenzionare – ha accusato – l’eterna incompiuta Salerno-Reggio Calabria. Dal 1964 a oggi abbiamo speso per quella strada 7 miliardi di euro e per concluderla mancano ancora 58 km che costeranno altri 3 miliardi”.
La protesta sara’ concentrata in Lombardia, Friuli, Piemonte ed Emilia-Romagna. In Lombardia – spiega il coordinatore federale dei Giovani padani, Matteo Mognaschi – i presidi si terranno all’ingresso dei caselli autostradali di Gallarate (Varese, A8), Fino Mornasco (Como, A9), Gropello Cairoli (Pavia, A7), Melegnano (Milano, A1), sull’A4 uscita Brescia centro, oltre alla barriera di Sesto San Giovanni (svincolo per la A4) e due caselli nel Bergamasco. Volantinaggio anche alle uscite in corrispondenza degli outlet di Serravalle (Alessandria), Fidenza e Castel Bolognese, con lo slogan – spiega Mognaschi – ‘Niente saldi, il Nord paga il doppio’.

Certo la scelta del sabato non sembra così aggressiva come sarebbe stata quella di un giorno feriale, con le prevedibili conseguenze sul traffico lavorativo. Sembra cioè il modo per tastare il terreno e sondare la portata della risposta popolare.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » mer gen 15, 2014 9:36 pm

Autostrade padane salassate. Razzisti! Ma le amministrano i leghisti

http://www.lindipendenza.com/il-salasso ... i-leghisti


di LEONARDO FACCO

Dicono che in Italia non ci sia limite al ridicolo. Vero, ma non è che in Padania (italianizzata sino al midollo) le cose vadano esageratamente meglio. Anzi, se si prende ad esempio la Lega Nord, un partito cresciuto a “bugie e Umberto Bossi”, nel quale ha fatto carriera Matteo Salvini, si trova la quadratura del cerchio!

Nei giorni scorsi, e lo abbiamo prontamente pubblicato, i leghisti hanno manifestato contro l’aumento dei pedaggi autostradali, bloccando per qualche minuto alcune corsie del casello di Gallarate. Strappando il biglietto del pedaggio, il neosegretario del partito (che non a caso a Gallarate stava in compagnia del “capo”) ha affermato: “E’ un Italia razzista contro il Nord”.

Affinché la cronaca sulla storia delle autostrade, e della relativa maggiorazione dei pedaggi al Nord, sia completa, i lettori devono sapere anche
-che il presidente della “Brescia- Verona- Padova” (tariffe + 1,4% dal 1 gennaio) è un tal Flavio Tosi, il leghistissimo sindaco di Verona.
-Alla presidenza della holding che controlla la concessionaria della Bs-Pd A4 (+ 5,7% l’aumento) siede invece un altro leghista, il signor Attilio Schneck.
-Le “Autovie Venete”, invece, hanno rincarato il pedaggio del 7%. Sapete da chi sono presiedute? Il Presidente è il leghista Matteo Piasente.
-Alla vicepresidenza c’è “nartro” suo collega di partito, Ivano Faoro.
-Infine, guida leghista anche per il passante di Mestre (+6,2% il salasso), dove spicca sior Tiziano Bembo.
Qualcuno ha chiesto le dimissioni dei fenomeni di cui sopra?

Aumenti e salassi? Prima il Nord, e ovviamente grazie ai “nordisti”! Ora, attendiamo che sull’organo di partito dei lumbard pubblichino tutti gli incontri pubblici degli amministratori delle varie autostrade da loro amministrate.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » ven gen 17, 2014 11:28 pm

La Catalogna gela Maroni, solo cortesia istituzionale

http://www.lindipendenza.com/la-catalogna-gela-maroni



di SALVATORE ANTONACI

I media e la politica catalana hanno reagito con un certo fastidio alla visita del Presidente della Regione Lombardia, nonché già Segretario Federale della Lega Nord, Roberto Maroni. Il profilo adottato dall’entourage del Presidente Màs è stato a dir poco prudente: incontro ufficiale sì tra i due statisti, ma nessuna conferenza stampa congiunta ad immortalare il post-evento. Poco sembra importare all’establishment locale l’apprezzamento espresso dagli alti vertici leghisti alla battaglia indipendentista condotta da un ampio settore del mondo politico catalano.

A dominare i commenti è una fredda cortesia istituzionale quando non l’aperta ostilità. Certamente sul lato sinistro dello schieramento partitico si ricordano le liaisons tuttora intrattenute da Via Bellerio con la Platforma por Catalunya, un movimento identitario ed anti-immigrazione il cui fondatore, Josip Anglada, è a propria volta un fervente ammiratore, non sempre corrisposto va aggiunto, del Front National francese. Guarda caso, la stessa Platforma ha qualche tempo fa rotto ogni indugio formale sulla propria natura filo-ispanista schierandosi risolutamente contro l’ipotesi separatista. Di qui l’ira di ERC e degli altri movimenti dell’indipendentismo repubblicano e progressista che hanno premuto per un annullamento dell’incontro.

Ma nemmeno sul lato opposto l’ambasciatore della Padania ha riscosso un trionfale successo: i moderati di CiU, partitone centrista con venature cristiano-sociali hanno preso le distanze in maniera inequivoca: “La Lega Nord non ha nulla a che vedere con la CiU, né tanto meno la Catalogna con la Padania” , si può leggere in un tweet del segretario generale Josip Antoni Duran i Lleida. Questo nonostante lo stesso abbia riconosciuta la legittimità del vertice tra Màs e Maroni; ma, per l’appunto, un’ammissione a denti stretti e non particolarmente entusiastica, ad essere eufemistici. L’alleanza tra Lega e Front National in vista delle vicine consultazioni europee non ha propriamente ben disposto gli animi dei democristiani catalani verso la prima.

A dare più di ogni altro il tono della musica suonata a Barcellona è un editoriale del più importante quotidiano catalano,”La Vanguardia”, voce storica della borghesia produttiva e non certo sospetta di radicalismo gauchista. Esordendo con un titolo quanto mai tranchant (“Una visita scomoda”), il giornalista Enric Juliana passa poi a descrivere, a suo parere, il motivo principale dell’inconciliabilità delle due realtà (catalana e leghista) : “Il catalanismo, con tutte le sue ramificazioni è una corrente politica e culturale con più di cento anni di storia, europeista, democratica e tollerante;la Lega non ha ancora compiuto 25 anni ed ha sentito l’esigenza di reinventarsi un passato medievale, nonostante siano state proprio le regioni industriali del nord a dare impulso al processo unitario italiano”. Seguono ulteriori considerazioni sulla natura e la prassi politica leghista nel corso dei decenni per arrivare ad una chiusa piuttosto velenosa nella quale si rammenta ai lettori il gesto eclatante del padre nobile dell’autonomismo catalano Jordi Pujol che, negli anni ’90, “si rifiutò di ricevere l’allora leader del Carroccio Umberto Bossi e sempre ne menò vanto”.
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Re: Casta padana

Messaggioda Berto » dom gen 19, 2014 6:52 pm

L’inventario di quel che c’è nel mondo autonomista-indipendentista

http://www.lindipendenza.com/liventario ... endentista


di GILBERTO ONETO

C’è grande agitazione nel mondo autonomista-indipendentista. Le discussioni e le liti raggiungono toni esagitati e troppo spesso sono costruite su fantasie, supposizioni ed emotività esasperate.

Serve perciò fare il punto, definire lo “stato dell’arte”, disegnare la mappa dell’esistente: l’inizio dell’anno è proprio il momento più opportuno per fare una sorta di inventario di quello che davvero c’è in magazzino prima di avventurarsi oltre.

Vediamo molto rapidamente che fieno c’è nella cascina del mondo autonomista-indipendentista: i partiti, le associazioni culturali, i mezzi di informazione, il mercato.

I partiti e le organizzazioni politiche. C’è innanzitutto la Lega che viaggia oggi fra il 2 e il 4%, che ha ancora una struttura capillare e molti militanti (che si stanno però disaggregando); la discrepanza fra i vertici e la base è abnorme: fra i militanti e i simpatizzanti ci sono anche incapaci che usano la testa solo per tenere separate le orecchie ma fra la dirigenza la proporzione è ribaltata ed è difficile non incontrare cadregari, opportunisti e ignoranti della più bell’acqua, il risultato di decenni di selezione del personale bossiana basata sui requisiti del leccaculismo e dell’incompetenza. Nonostante i cambi di autista, la Lega sembra ingessata, non riesce a reagire agli attacchi esterni e alle magagne interne, non riesce a trasmettere idee e sembra destinata a una lunga agonia.

Ci sono decine di altri partitini e movimenti tutti occupati a scindersi, a litigare e a imitare la Lega nel peggio; anche gli obiettivi territoriali tendono a disgregarsi in appeal e in dimensione: la sola virtuosa eccezione era rappresentata dall’Unione Padana prima che si facesse prendere dalla frenesia del cambio di nome e del restringimento degli orizzonti geografici.

Poi ci sono i partiti storici, appena migliori. Di ottima salute godono gli indipendentisti sudtirolesi e in forte crescita è il movimento a Trieste. Altrove vivacchiano: occitani, valdostani, trentini e sloveni tirano a campare avvelenati dalle loro frequentazioni italiane.

I collegamenti fra questi soggetti non esistono; tutti hanno l’aria incattivita, non si fidano gli uni degli altri e sono spesso più impegnati a far guerra fra di loro che non agli italiani. Rispetto alla vecchia gestione bossiana autoritaria e sgangherata ma unitaria, il panorama partitico è oggi sconfortante.

Le associazioni culturali vanno appena meglio nonostante abbiano tutte subito i contraccolpi negativi del calo di qualità della politica. I prodotti sono in generale buoni e tengono mobilitato un numero considerevole di teste pensanti e di persone normali. Anche qui però si paga un prezzo pesante al settorialismo ideologico e geografico. Se almeno l’associazionismo più vitale riuscisse a trovare forme di reale coordinamento si potrebbero riprendere i grandi spazi disponibili e anche supplire alle colpevoli carenze della politica partitante.

Nel mondo della comunicazione la situazione è davvero desolante ma, paradossalmente, più vitale che in altri settori. I mezzi leghisti sono dei costosi e inutili cadaveri che camminano con la sola parziale eccezione di Radio Padania che mantiene un discreto ascolto e che riesce a conservare qualche giornalista e conduttore di qualità però sommerso da un mare di banalità, stronzate, ufo, attentati alla sintassi e violenze all’intelligenza.

In giro, in varie redazioni, ci sono moltissimi autonomisti e indipendentisti, in larga parte ex leghisti, che potrebbero fare un lavoro più efficace se fossero motivati e in qualche modo coordinati.

C’è soprattutto il nostro quotidiano che, in un mare di rovine, è un piccolo-grande capolavoro che potrebbe davvero diventare qualcosa di più importante se tutti i soggetti fino a qui citati volessero assumere posizioni collaborative, e – almeno a livello di comunicazione – trovare forme di civile convivenza e dibattito.

Il solo elemento davvero positivo su cui si può contare è però il possibile mercato, l’immensa prateria di scontenti, delusi, arrabbiati, scoglionati e tartassati che non partecipa più, che si astiene alle elezioni, che vota per stanca abitudine o che cerca scorciatoie in sigle ribelliste senza contenuti.

La Padania è in condizioni disastrate; la sua economia è a rotoli, le sue prospettive grigie, è massacrata di imposte, schiacciata dalla burocrazia, dalla malavitosità e dal cattivo governo italiani; il tessuto sociale delle sue comunità si sta sfilacciando, la sua cultura si indebolisce, il senso di appartenenza si assopisce; è invasa da foresti sgomitanti e prepotenti che fra mezzo secolo saranno maggioranza. La gente è frastornata o distratta da cento sciocchezze, dalla televisione spazzatura al calcio. Paradossalmente proprio tutte queste magagne e il loro continuo acuirsi creano enormi possibilità di “mercato” per progetti davvero indipendentisti e per attori sinceri, preparati e onesti.

Il Paese si può salvare solo con una cura da cavallo: indipendenza dall’Italia, radicale pulizia da ogni clandestinità e criminalità, riduzione delle pubbliche competenze al minimo indispensabile, una robusta costruzione federalista, revisione di tutti i rapporti politici ed economici con l’esterno, rilancio deciso di ogni libertà di impresa.

Per farlo serve però una forte iniziativa che raccolga il consenso della maggioranza dei padani, rinfocoli le loro speranze e persegua il progetto senza compromessi né debolezze.

Quello che è stato sommariamente tracciato è l’inventario delle forze su cui può oggi contare un movimento del genere.

Ci sono un’idea e la tela: servono un disegno preciso, i colori e artisti capaci. Noi, su questo quotidiano, la nostra parte la stiamo facendo.

???
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