Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)

Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » dom ott 19, 2014 9:30 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » lun dic 01, 2014 11:26 pm

Matteo Salvini: "Sul Sud abbiamo sbagliato tutto"

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... l-Sud.html

Molti analisti politici e commentatori (incluso il direttore di Libero Maurizio Belpietro) hanno sottolineato come per vincere Matteo Salvini dovrebbe conquistare anche il Sud, togliere l'etichetta del Nord al partito e convincere anche il Meridione che il suo partito non ha a cuore solo i problemi del Nord, non ha in agenda solo il federalismo, ma guarda con attenzione anche al Sud.

Il nodo del Sud - Oggi, lunedì primo dicembre, in un'intervista su Rtl il leader della Lega parla anche del Sud. E fa mea culpa. "Cosa mi ha fatto cambiare idea sui meridionali? Sono i fatti, probabilmente il Sud lo conoscevo poco, ho fatto e abbiamo fatto degli errori. Adesso sono stra-convinto che l'Italia o si salva tutta, da Nord a Sud, o non ce n'è per nessuno. Prima ci si risolleva tutti insieme dalle due emergenze, disoccupazione e immigrazione", poi si parla di autonomia e federalismo, "risposte che servono anche al Sud". Insomma Salvini apre al Meridione, "rinnega" le origini della Lega e ai suoi cavalli di battaglia sul federalismo.

Il presidente della Repubblica - E sulla partita del Quirinale, Salvini ha le idee chiare: "Quando Berlusconi mi ipotizza Giuliano Amato presidente della Repubblica a me vengono i capelli dritti sulla testa, Giuliano Amato è quello del prelievo forzoso sui conti correnti nel ’92, è quello dalle pensioni da decine di migliaia di euro al mese, è uno dei padri dell’euro e di questa Europa, e della Costituzione europea", ha detto in radio Salvini. "Sull’Europa, e lo dico da europarlamentare, non sono assolutamente disposto a mediazioni, perché questa Europa è irriformabile così come è, è da abbattere e ricostruire da capo in maniera più trasparente e fondata sul lavoro, non sulle banche, sui vincoli. Su questo Berlusconi deve decidere, non può stare un giorno qui un giorno là", ha aggiunto. Quanto a nomi di altri indesiderati per il Colle, Salvini esplicitamente presenta una short list: "Prodi e Veltroni". E, ironico prosegue: "Ci sono altri nomi per il Quirinale ma non li facciamo per non danneggiarli, perché se li fa la Lega durano 20 secondi". Si tratta, ha spiegato il segretario federale della Lega Nord, di "persone di alto profilo che vengono dal mondo delle imprese, delle professioni e dalla cultura. Mi piacerebbe un non politico, magari non eccessivamente schierato a sinistra".

Il futuro dei partiti - Per quanto riguarda il futuro dei partiti, Salvini è sicuro che tra sei mesi "alcuni partiti che ci sono oggi come Ncd non esisteranno più. E anche Forza Italia se non cambia decisamente non credo andrà molto lontano". Quanto a possibili alleanze nell’area del centrodestra, Salvini ribadisce di preferire "un cammino un po' più lungo" per il Carroccio, senza rischiare di dover "annacquare le proprie idee e la propria identità. «ossiamo crescere tanto come Lega, vediamo cosa succederà al centro-sud. C’è spazio per coinvolgere nuove persone che non hanno mai fatto politica, ma non dobbiamo montarci la testa, dobbiamo essere più umili di prima" Dai microfoni di Radio Padania Salvini ha dato appuntamento a sostenitori e militanti per domenica 14 dicembre: «il nostro obiettivo - spiega - è avere mille sedi in tutto il Nord, per coinvolgere nuove persone. Abbiamo bisogno di tanta gente".

Gli scontri in piazza - Salvini poi fa un'analisi della situazione politica di questo momento. "L’economia sta condannando Matteo Renzi tra un mese sarà anche peggio". Ne è convinto Matteo Salvini. "Quando hai un tasso di disoccupazione come questo, rischia di mettere in ballo la coesione sociale: rischiamo veramente gli scontri di piazza se vanno avanti con il Jobs act e le riforme di cui la gente non interessa nulla", ha proseguito il segretario federale della Lega Nord, rispondendo ai giornalisti a margine della conferenza sulla macro-regione alpina. "Stanno giocando col fuoco e noi cerchiamo di spegnerlo - ha proseguito Salvini - La riforma elettorale se la balocchì Renzi. Non ci appassiona, non è la priorità del Paese".
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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » dom dic 07, 2014 8:13 am

Mafia, appalti e tangenti: 37 arresti a Roma. Indagato Alemanno, in carcere anche ex Nar

viewtopic.php?f=22&t=278

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http://www.lastampa.it/2014/12/02/itali ... agina.html

Maxi-operazione di carabinieri e Finanza. Il ministro Alfano: «L’inchiesta è solida». A capo della cosca Massimo Carmianti, il “Nero” di “Romanzo criminale”. Sequestrati beni per 200 milioni di euro. Nei guai politici locali e consiglieri regionali

Un collaudato e redditizio patto di ferro tra mafia e politica a Roma, non a caso definito dagli inquirenti «Mafia capitale». L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è indagato per associazione mafiosa e, per lo stesso reato, in manette è finito, tra gli altri, l’ex terrorista nero Massimo Carminati, «il Nero» di Romanzo Criminale (personaggio di spicco nella banda della Magliana è accusato anche dell’omicidio Pecorelli) interpretato al cinema da Riccardo Scamarcio. Saltano subito all’occhio questi due nomi nella maxi operazione della Procura e dei carabinieri del Ros di Roma, con Massimo Carminati ritenuto al vertice dell’associazione mafiosa. La prima, in assoluto, di connotazione esclusivamente romana.


I NOMI ECCELLENTI

Nel complesso gli arrestati sono 37, tra cui anche l’ex ad dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, oltre a una serie di «eccellenti» indagati. Ma l’aspetto più inquietante è la scoperta di un sistema mafioso per l’aggiudicazione di appalti pubblici con il coinvolgimento di funzionari e politici del Comune di Roma e della Regione Lazio. I Ros hanno perquisito il Campidoglio, la Regione e diverse abitazioni private tra cui quella dell’ex sindaco Alemanno. Hanno ricevuto un avviso di garanzia anche il consigliere regionale Pd Eugenio Patanè, quello Pdl Luca Gramazio, e il presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti.


COME AGIVA LA “CUPOLA” DELLA CAPITALE

È stato, insomma, individuato un sodalizio mafioso da anni radicato nella capitale con diffuse infiltrazioni nel mondo imprenditoriale per ottenere appalti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, anche per quanto riguarda i campi nomadi e i centri di accoglienza per gli immigrati. I reati ipotizzati sono associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati ancora. L’indagine è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Michele Prestipino e dai sostituto Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Contestualmente all’operazione «Mafia capitale», la Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro di beni per oltre 200 milioni di euro, in applicazione di un decreto firmato dal Tribunale di Roma.


IL CAPO ERA CARMINATI

Intercettazioni telefoniche, pedinamenti e una proficua e altamente professionale attività investigativa ha consentito di smascherare uno scandalo tra mafia e politica di dimensioni inimmaginabili. Che risale, peraltro, a molti anni fa. Si legge infatti nell’ordinanza del gip Flavia Costantini: «E’ difficile stabilire esattamente il tipo di collegamento tra l’odierna organizzazione mafiosa riconducibile a Massimo Carminati e il substrato criminale romano degli anni ottanta, nel quale essa certamente affonda le sue radici. Esistono indiscutibili corrispondenze sul piano soggettivo e sul piano oggettivo». E ancora: «Sul piano soggettivo Mafia Capitale si è strutturata prevalentemente attorno alla figura di Massimo Carminati, il quale ha mantenuto e mantiene stretti legami con soggetti che hanno fatto parte della Banda della Magliana o che comunque le gravitavano intorno».


PIGNATONE: “OMERTA’ E ASSOGGETTAMENTO”

Mafia e politica che hanno fruttato fior di quattrini. Tutto grazie - come si legge nell’ordinanza - «al riferimento alla forza di intimidazione del vincolo associativo deve intendersi che l’associazione abbia conseguito in concreto, nell’ambiente circostante nel quale essa opera, un’effettiva capacità di intimidazione, sino ad estendere intorno a sè un alone permanente di intimidazione diffusa, tale che si mantenga vivo anche a prescindere da singoli atti di intimidazione concreti posti in essere da questo o quell’associato». L’inchiesta Mafia Capitale del procuratore Giuseppe Pignatone viene ben riassunta dal gip nell’ordinanza: «Le indagini svolte hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di una organizzazione criminale di stampo mafioso operante nel territorio della città di Roma, la quale si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivano per commettere delitti e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici».
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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » sab gen 03, 2015 6:23 pm

Wardè coel ke łi conta łi ensemenii de ła Łega par darghe contro a l’envaxion dei migranti da l’Afrega:

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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » ven gen 23, 2015 6:45 pm

Lettera dei 71 dipendenti Lega agli on. padani col futuro garantito. Bossi: aiutiamoli

20 Jan 2015

http://www.lindipendenzanuova.com/la-le ... -garantito


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 02x940.jpg

di BRUNO DETASSIS

“Il contratto di solidarietà chiesto dai dipendenti della Lega è una buona idea”. Umberto Bossi conversando con i cronisti a Montecitorio prova a sparigliare a suo modo. E butta là un po’ di luce dopo settimane di burocratici NO. Tanto che, alla vigilia del tavolo al ministero, i dipendenti hanno persino inviato questo, accanto alla lettera indirizzata a parlamentari e consiglieri regionali del partito. Leggiamo e restiamo in attesa.
Gentilissimi giornalisti, con la presente vi inoltriamo la Lettera aperta che abbiamo inviato ai nostri Parlamentari Lega Nord e Consiglieri Regionali.
Dubitiamo che la nostra trattativa, che si chiuderà il 21 gennaio presso il Ministero del Lavoro (via Fornovo 8, Roma), si concluda positivamente, ottenendo dalla Lega Nord i Contratti di Solidarietà come richiesto da noi lavoratori, R.S.A. aziendali e OO.SS nazionali.
Quindi vi invitiamo sempre il 21 gennaio davanti al Palazzo Montecitorio, alle ore 15.00 a ROMA, per informarvi dell’esito del Tavolo Ministeriale e rispondere a vostre eventuali domande.



Gentile Deputato/Senatore,

come probabilmente Lei saprà, lo scorso 27 Ottobre il Movimento ha deciso di avviare una procedura di licenziamento collettivo nei confronti della totalità dei suoi 71 dipendenti.

Tale decisione ci è arrivata come un “fulmine a ciel sereno”, poiché fino a qualche mese prima il Segretario Federale On. Salvini ci aveva più volte personalmente rassicurato sul fatto che NESSUN dipendente sarebbe stato licenziato; lo stato delle casse del Movimento avrebbe costretto i dipendenti ad affrontare qualche sacrificio dal punto di vista economico, ma la Lega Nord non avrebbe licenziato nessuno.

LA SMENTITA

Così non è stato: subito dopo averci fatto comunicare la “lieta novella” dagli avvocati della PriceWaterhouseCoopers, i nostri Dirigenti e lo stesso Segretario Federale si sono letteralmente volatilizzati nei confronti dei propri dipendenti, che chiedevano loro spiegazioni e magari una parola di conforto in una situazione di grave disagio professionale e umano, che andava inevitabilmente a ripercuotersi sulla famiglia di ogni lavoratore.
GLI INVISIBILI

Per i nostri Dirigenti, noi siamo di fatto diventati INVISIBILI, dei fantasmi che lavorano in Via Bellerio: ogni porta ci è stata improvvisamente sbarrata, dopo aver – nel caso di molti di noi – vissuto con loro oltre 20 anni, fianco a fianco.

Nessuno rispondeva alle nostre domande, nessuno ci riceveva, nessuno ci parlava: siamo stati lasciati allo sbando più totale, in assenza della minima informazione sul nostro futuro, mentre contemporaneamente il Segretario Matteo Salvini incontrava quotidianamente cassintegrati e licenziati di tutta Italia.

Siamo stati quindi costretti a rivolgerci alle Organizzazioni Sindacali, che ci hanno fornito assistenza e supporto, anche e soprattutto morale, durante tutto l’iter della procedura.



I TAVOLI

In questo periodo si sono tenuti a Roma 3 Tavoli di mediazione tra i Sindacati e la Lega Nord, che però non ha purtroppo MAI modificato la proposta iniziale di licenziamento collettivo. E’ mancata la volontà del Movimento Lega Nord di venire incontro a 71 lavoratori LEGHISTI e alle loro rispettive famiglie.



SOLIDARIETA’, E’ FATTIBILE

Mercoledì 21 gennaio (quindi manca pochissimo) si terrà l’ULTIMO Tavolo presso il Ministero del Lavoro, per provare a trovare un accordo in extremis tra la posizione della Lega Nord e quella dei Sindacati, che chiedono per noi l’applicazione del “contratto di solidarietà” per 12 mesi: con questo strumento, la Lega Nord spenderebbe per i nostri stipendi meno della metà rispetto ad ora, in attesa di tempi migliori che pare possano giungere a breve.

Stando ai bilanci, che in questi mesi abbiamo potuto analizzare in maniera attenta, tale soluzione appare perfettamente fattibile (vedi investimenti in titoli, conti correnti bancari, immobilizzazioni finanziarie, erogazioni liberali da Parlamentari e Consiglieri regionali, proventi da tesseramento, ecc.).



DOPO L’INDIFFERENZA, LA STAMPA

Dopo essere stati in silenzio per oltre due mesi, sperando – evidentemente invano – che il Movimento decidesse di ascoltare i suoi dipendenti (che sono in grandissima parte Soci Ordinari Militanti), abbiamo deciso di far conoscere la situazione all’opinione pubblica e abbiamo quindi invitato la stampa per un colloquio. Era necessario arrivare a tanto? Sembra di sì, poiché a seguito di questo il Segretario Federale ci ha finalmente incontrato per ben due volte in una settimana, manifestando delle pur timide aperture nei confronti delle nostre richieste in previsione del Tavolo finale del 21 gennaio.

ARRIVA PIU’ ATTENZIONE

Durante questi due incontri il Segretario Federale si è probabilmente reso conto che il Movimento ha gestito l’intera vicenda con scarsa umanità e sensibilità nei confronti dei propri dipendenti, ma fino a che queste “aperture” non si concretizzeranno rimangono ovviamente solo delle belle parole.
Fatta questa lunga premessa, necessaria per meglio comprendere la situazione e il nostro stato d’animo, ci rivolgiamo a Lei per chiedere un Suo intervento presso la Dirigenza del Movimento, possibilmente ENTRO Mercoledì 21 gennaio, per difendere il nostro lavoro e la nostra dignità.

ULTIMO TAVOLO

Il Tavolo ministeriale FINALE si terrà Mercoledì 21 gennaio, quindi abbiamo POCHISSIMO tempo per provare a ricomporre la “frattura” e tornare a far regnare l’armonia in quella che tutti noi abbiamo sempre considerato qualcosa di molto simile ad una Famiglia.

Ci permettiamo inoltre di segnalarLe i seguenti articoli scritti nei giorni scorsi dalla “nostra” Stefania Piazzo, bravissima giornalista che – anche se non lavora più con noi – farà per sempre parte di quella Famiglia a cui abbiamo accennato poc’anzi.

Sono articoli che ci stanno ispirando e che ci aiutano a gestire al meglio questo momento di particolare tensione, sia professionale che soprattutto umana:
http://www.lindipendenzanuova.com/se-la ... -del-2014/
http://www.lindipendenzanuova.com/dipen ... ra-ancora/

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/01/ ... to/330819/

La ringraziamo in anticipo per il Suo interessamento, e Le inviamo un caro saluto.

Francesco Bonora – Roberto Marraccini – Franco Quaglia (RSA Lega Nord)
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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » lun feb 09, 2015 9:20 pm

Salvini contestato a Palermo, “Chiedo scusa al Sud per toni eccessivi”

http://www.imolaoggi.it/2015/02/08/salv ... -eccessivi

“Se abbiamo avuto toni eccessivi in questi anni sul Sud e i meridionali, chiedo scusa e cercheremo di evitare di ricadere negli stessi errori”. Felpa bianca con la scritta ‘Sicilia’, Matteo Salvini arriva a Palermo in un clima rovente con contestatori ad attenderlo sotto l’albergo (VIDEO), scritte sui muri inequivocabili e la giornata dell’Orgoglio terrone proclamata su Facebook per “respingere al mittente le politiche antimeridionaliste, razziste e conservatrici e della Lega Nord”.

“Sono anni che Salvini ci insulta, non lo vogliamo a Palermo. Noi non dimentichiamo”, gridarlo i palermitani radunati davanti all’Hotel delle Palme sventolando le bandiere giallorosse della Trinacria. “Noi non possiamo accettare l’arrivo di Salvini – dice Giacomo Conte – ci ha offesi per anni e adesso che ha bisogno dei voti dei siciliani viene qui. Noi diciamo no”.

Ma il leader del Carroccio cerca di smorzare i toni. “Io non ho attaccato i siciliani, ho sempre attaccato la cattiva politica. Se la Regione siciliana ha 20mila dipendenti evidentemente c’è un problema di gestione politica e di connivenza di un certo numero di cittadini. Pensiamo alle statistiche sui falsi invalidi, ovviamente non è tutta la popolazione ma una parte”.

E comunque, afferma, “se ci chiamano in migliaia vuol dire che il problema è la forma ma non la sostanza. La Sicilia potrebbe essere una miniera d’oro – sottolinea – invece ha avuto il tasso di disoccupazione più alto”.

E il leader leghista punta il dito contro la mafia “nemico pubblico numero uno”. “Dietro il business dei profughi – accusa – c’è anche la malavita organizzata, dietro gli appalti truccati c’è la mafia, chiunque puzzi di mafia, da qui al terzo grado di parentela deve ritenerci nemici, anzi chiederemo la collaborazione delle associazioni perché ci dicano i ‘sì e i ‘no’ giusti. Non mi interessa un voto in più da gente chiacchierata”.

La protesta anti-Lega era partita già da ieri quando Palermo si è svegliata con centinaia di scritte sui muri “Salvini topo di fogna, Palermo non perdona” e centinaia di manifesti affissi in tutte le zone per contestare il leader del Carroccio, “giunto qui, senza alcun equivoco, per far incetta di voti e dimenticando, dunque, tutti gli insulti rivolti ai Meridionali”. adnkronos
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Re: Casta padana (de i połedeganti talego padani)

Messaggioda Berto » lun mag 18, 2015 6:38 am

Così Bossi ha venduto simbolo delle Lega a Silvio Berlusconi
L'ex militante Rosanna Sapori ripete la sua denuncia: "Ci fu un'intesa ratificata da un notaio. Carroccio era a bancarotta"
10 Aprile 2012
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... g.facebook

Rosanna Sapori per avere denunciato la corruzione all'interno della Lega Nord ha pagato un prezzo molto salato. 53 anni, già consigliere comunale del Carroccio, membro del direttivo provinciale di Bergamo e celebre giornalista di Radio Padania vicinissima ai vertici del partito, dopo la denuncia è stata epurata. Ha lasciato sia la politica sia il giornalismo, e oggi gestisce una tabaccheria a Bergamo.

L'accordo segreto - La Sapori fu la prima a parlare di un presunto accordo segreto tra Bossi e Berlusconi che sarebbe l'origine di tutti i problemi del Senatùr. "Nel '95-'96 ci fu il ribaltone. In quella fase Bossi e altri, tra cui Borghezio - spiega in un'intervista al Corriere della Sera - accusavano Berlusconi di mafia. Berlusconi allora presenta delle querele miliardarie contro, Bossi viene condannato in ambito civile. Per cui arriviano al 2000 con tutte queste querele che devono essere pagate con maxi risarcimenti, con i giornalisti della Padania che non prendono lo stipendio da mesi". Insomma, spiega la Sapori, "è la bancarotta, la sede di via Bellerio pignorata".

Il Cav: "Tu mi cedi il simbolo" - E così succede che "Berlusconi dice: Ok, io per vincere ho bisogno di questo qua, non ci sono balle... perché nei sondaggi la Lega Nord era determinante (...). Siamo nel 2000. Le elezioni sono nel 2001, però Berlusconi i sondaggi li fa già dal 2000. In quel momento la Lega è indebitata, rischia di chiudere tutto... Berlusconi dice: ok, gli do i soldi, ritiro le querele - che erano già grossi soldi -, le congelo, però tu mi cedi il simbolo, cioè tu non ti puoi più presentare, se non sono io a dirti di sì, con questo simbolo. Lui non compra gli uomini, ma la titolarità del simbolo".

"Si sono venduti" - In sostanza, conclude la Sapori, in base a quest'intesa "tu puoi fare un accordo politico che dice che noi ci presernteremo insieme, ma siccome io non mi fido di te, tu mi cedi la titolarità del simbolo, che era di Bossi, della moglie, di Leoni". La cessione, aggiunge, "è stata fatta da un notaio: me ne parlò anche l'amico Daniele Vimercati. Mi disse: Rosanna, si sono venduti".
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Re: Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)

Messaggioda Berto » gio mag 28, 2015 6:53 am

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Re: Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)

Messaggioda Berto » mar giu 23, 2015 5:56 am

"Giornalisti animali, dovete morire": le minacce del sindaco in Brianza

Giacinto Mariani, sindaco uscente della Lega a Seregno: «Schifosi, non siete persone». Il suo successore, Forza Italia, applaude. Gli elettori esultano: «Bravo». Così vicino a Monza il centrodestra festeggia la vittoria di domenica
di Fabrizio Gatti

http://espresso.repubblica.it/attualita ... a-1.217057

Nel suo ultimo giorno da sindaco, Giacinto Mariani, l'uomo di Matteo Salvini in Brianza, minaccia di morte i giornalisti di Infonodo.org, un blog locale di inchieste. Lunedì sera Mariani, a fine mandato come sindaco di Seregno e fresco di rielezione per la Lega, riceve i sostenitori in una sala del Comune. E fa gli auguri al suo successore e alleato, Edoardo Mazza, Forza Italia, appena uscito vincitore dal ballottaggio di domenica contro il candidato del Pd. È presente anche Fabrizio Sala, assessore regionale a Expo 2015.

Poco dopo Mariani, abbracciato al nuovo sindaco, parla davanti alla telecamera di un'emittente locale: «Spero che il sito anonimo che è andato via questa sera muoia perché se lo merita», dice riferendosi a Infonodo e al collaboratore Michele Costa, che si era appena allontanato. Risuonano applausi e grida: «Bravo». «La città di Seregno ha dimostrato che non ha bisogno di falsità, di cattiverie, di atti anonimi... Basta con le cattiverie, spero che le opposizioni la smettano di rifarsi a siti anonimi gestiti da animali, da banditi, da ladri e da schifosi».

Ancora applausi e grida dei leghisti e degli elettori del centrodestra presenti: «Bravo». «Perché queste persone devono morire», insiste Giacinto Mariani: «Queste persone non sono degne di essere chiamate persone». La Brianza che l'ha votato, in sottofondo, è in delirio: «Giacinto, Giacinto, Giacinto...».

Anche Edoardo Mazza, il sindaco appena eletto, sempre accanto a Mariani, lo guarda, sorride e applaude. Dicono già che Mariani sarà il suo fido vicesindaco, o forse addirittura il sindaco ombra. I due, pur appartenendo a Lega e a Forza Italia, hanno più volte dimostrato sintonia. Nel 2014, durante la campagna per le europee, Giacinto Mariani, sindaco leghista di Seregno e candidato (ma non sarà eletto), gira il suo spot elettorale nel bar-panetteria di Antonino Tripodi, in piazza Vittorio Veneto 5, a pochi passi dal municipio.

Chi è Tripodi? È il nipote, attraverso la moglie, del boss della 'ndrangheta in Brianza, Candeloro Pio. Si legge di lui negli atti dell'operazione “Infinito”: «Oltre che legato da vincoli di parentela con appartenenti alla cosca, mantiene i contatti con numerosi associati», scrivono i carabinieri del Ros, anche se poi verrà assolto dall'accusa di appartenere alla 'ndrangheta. Dallo stesso bar-panetteria, poche settimane fa passa perfino la campagna elettorale del nuovo sindaco, Edoardo Mazza: si fa fotografare seduto ai tavolini con il vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani (che dirà poi di non sapere nulla sulla proprietà del locale). Insomma, Seregno è piena di bar e panetterie. Perché insistere con i Tripodi? «È una famiglia di Seregno come tutte le altre», risponderà Mariani dopo lo spot.

Nel 2013 il sindaco uscente si era trovato contro quasi tutto il gruppo leghista, che si era dimesso in blocco dal consiglio comunale.

Ma Matteo Salvini, allora responsabile per la Lombardia, sconfessò il partito locale che chiedeva trasparenza. E sostituì i dimissionari con i non eletti.

L'addio in blocco era stato deciso dopo la pubblicazione di un'inchiesta de “l'Espresso” : quando un socio del sindaco Mariani, Mario Barzaghi, allora vicepresidente della potente filiale di Confindustria in provincia di Monza, aveva sequestrato e minacciato di morte chi scrive, durante un'intervista. Barzaghi non aveva gradito le domande sui suoi affari con il sindaco, un ufficiale dei carabinieri e una testa di legno del clan dei casalesi al Nord. Per quell'episodio, l'ex vicepresidente di Confindustria e la figlia sono stati citati in giudizio dalla Procura di Monza per il reato di violenza privata. Reato commesso, secondo il pubblico ministero Donata Costa, «in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con violenza e minaccia».

Adesso ancora minacce di morte. Contro i giornalisti che non hanno mai smesso di scrivere. Lanciate pubblicamente dai due amministratori più importanti della provincia, uno parla, l'altro applaude, che promettono di guidare il centrodestra nei prossimi cinque anni. Minacce da gangster. Tra le ovazioni del pubblico. Anche la Brianza, ormai, è una terra di paura.
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Re: Casta padana (de łi połedeganti tałego padani)

Messaggioda Berto » lun nov 02, 2015 10:23 pm

Lega, nel processo per truffa su rimborsi Bossi chiama in causa Maroni e Salvini
L'avvocato del Senatur chiede al segretario di restituire 40 milioni che sono ancora nelle casse del Carroccio. E dalle carte depositate al tribunale di Genova, dove oggi riparte il processo, emerge che quasi 14 milioni non dovuti sono stati ottenuti dal partito dopo le dimissioni di Bossi
di F. Q. | 2 novembre 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... ni/2180287

Sale da 40 a 59 milioni il conto della truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali per la quale sono a processo a Genova Umberto Bossi e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito. Non solo: secondo Repubblica, carte inedite depositate dal Parlamento chiamano in causa anche Roberto Maroni, attuale presidente della Regione Lombardia, e l’attuale segretario del partito Matteo Salvini. E proprio a quest’ultimo, stando ai nuovi documenti, il Senatùr chiede ora di restituire 40 milioni che costituiscono il “corpo del reato” e che sono ancora nelle casse del Carroccio.

Il fatto è, scrive il quotidiano di Largo Fochetti, che una parte dei soldi non dovuti sono stati incassati dal movimento allora guidato da Bossi anche dopo le sue dimissioni per via dello scandalo. Quando gli sono subentrati prima Maroni e poi, nel dicembre 2013, Salvini, che si è anche costituito parte civile. Durante il loro mandato il partito ha ricevuto rispettivamente da Camera e Senato, sulla base di rendiconti falsi, 13 milioni e 820mila euro: nonostante i due leader sapessero della truffa, dunque, hanno continuato a incassarli e spenderli.

I documenti depositati nel processo genovese che riparte oggi rivelano che è proprio a Salvini che Bossi, tramite il suo avvocato Matteo Brigandì, chiede ora la restituzione di quei soldi “presenti nelle vostre casse”. Una richiesta sulla base della quale i giudici dovranno valutare innanzitutto se aver incassato i soldi oggetto di truffa allo Stato costituisca concorso nel reato, e poi se quei denari siano stati spesi. In quel caso potrebbe configurarsi addirittura la ricettazione.
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