Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » gio lug 11, 2019 8:28 pm

Torino, denunciate studentesse per rogo manichini Di Maio e Salvini
Federico Garau - Sab, 13/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 87745.html

Arrivano le prime conseguenzeper gli eccessi della manifestazione studentesca svoltasi a Torino nella giornata di ieri. Denunciate due studentesse di 17 e 18 anni, attiviste del centro sociale Askatasuna

Arrivano le prime conseguenze per alcuni dei partecipanti alla manifestazione studentesca snodatasi per le vie del centro di Torino nella mattinata di ieri.

Nata originariamente come forma di protesta legata alle problematiche del sistema scolastico ed universitario, a partire da quella relativa ai costi troppo elevati, si era tuttavia ben presto evoluta in un aperto dissenso nei confronti dell’attuale governo e delle politiche sull’immigrazione in modo particolare.

Il corteo, organizzato dal Kollettivo studenti autorganizzati, era partito da piazza Arbarello muovendosi per le vie principali del centro, fino ad arrivare in piazza Castello, luogo in cui si è celebrato l’episodio più increscioso. Due manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati infatti esposti dai manifestanti, divenuti bersaglio di lancio di uova, e poi dati direttamente alle fiamme.

Per il plateale gesto sono state colpite le due ragazze che hanno appiccato il rogo, rispettivamente di 17 e di 18 anni, attiviste del centro sociale di Torino Askatasuna. Per loro è scattata una denuncia, sia per vilipendio delle istituzioni che per l’accensione di un fumogeno.

“Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa”. Sono state queste le parole di condanna del gesto da parte del ministro dell’Interno, riportate da "TorinoToday", che fa riferimento anche ad un altro episodio avvenuto nella medesima piazza da parte di alcuni manifestanti. Erano state affisse su dei lampioni alcune immagini dei vicepremier, poi imbrattate di vernice rossa, a simboleggiare le morti in mare che vengono loro imputate per le politiche sull’immigrazione tanto contestate nei cortei.
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Messaggioda Berto » gio lug 11, 2019 8:29 pm

Salvini: "Tutti contro di noi: giornali, tg, radio, gente che non ha fatto una mazza per 20 anni". E attacca Fabio Fazio
di Gisella Ruccia | 14 ottobre 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... io/4692230

“Abbiamo ogni giorno tutti contro. Io non faccio il piangina, ma non c’è un Tg, non c’è una radio, non c’è un giornale, che, non dico che non esponga cose positive, ma che sia obiettivo“. È il duro attacco pronunciato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un incontro pubblico a Borgo Valsugana, una delle tappe del suo tour in Trentino Alto Adige, in vista delle prossime elezioni provinciali del 21 ottobre. Dal pubblico un elettore leghista nomina Silvio Berlusconi (“c’è il tuo amico Silvio”) e salomonicamente il leader leghista, tra le risate generali, risponde e sospira: “Eh, viva il centrodestra, viva l’alleanza del centrodestra, lunga vita”. Poi rincara: “Stavo pensando anche e soprattutto a chi prende denaro pubblico che dovrebbe informare. Ogni riferimento a gente come Fabio Fazio è puramente casuale. Non vorrei fare nessun riferimento a chi fa politica prendendo due spiccioli, perché lui prende poco di stipendio, eh. Prende, più o meno, quello che tutti noi che siamo in questa stanza prendiamo. Però, va bene, io non sono invidioso, non sono geloso, non sono rancoroso e quindi buon per lui. Ci lavoreremo“.
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » gio lug 11, 2019 8:30 pm

I tweet e il pressing per la nomina. Il caso Siri è anche caso Salvini
Marco Lillo
2019/04/19

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... ni/5122112

Il ruolo del vicepremier - L’indagine sul sottosegretario leghista fa luce su conflitti di interessi e rapporti di Arata con un imprenditore legato, secondo i pm, a Messina Denaro

L’indagine per corruzione sul sottosegretario Armando Siri chiama in causa le responsabilità politiche di Matteo Salvini. Siri è accusato di avere messo a disposizione del suo amico Paolo Arata sia la sua funzione politica di senatore sia quella di sottosegretario alle infrastrutture, in cambio della promessa o dazione di 30 mila euro. Salvini poteva non sapere della presunta mazzetta ma doveva conoscere l’attività imprenditoriale dell’uomo al quale ha affidato la stesura del programma della Lega sull’energia. A Arata – secondo i giornali – Salvini voleva affidare niente meno che la guida dell’Autorità Indipendente dell’energia.

Ora non può dire che non conosceva il suo doppio mestiere perché Arata – mentre si spendeva per modificare le leggi grazie a Siri e al suo peso nella Lega – era un imprenditore del settore delle energia e dei rifiuti, non in segreto ma alla luce del sole. Questo rende indifendibile Salvini a prescindere dal fatto che il ministro non sapesse nulla degli affari segreti di Arata con il re dell’eolico siciliano Vito Nicastri, legato secondo i pm al boss Matteo Messina Denaro.

Per capire quanto sia imbarazzante politicamente questa storia per Salvini bisogna partire da tre tweet del vicepremier. Il 16 luglio del 2017 il segretario federale della Lega Nord rilanciava sui social con hashtag #Arata il video dell’intervento dell’ex parlamentare di Forza Italia al convegno della Lega Nord all’hotel Best Western di Piacenza.

Arata in quell’intervento, postato da Salvini su Youtube non faceva mistero di essere un imprenditore del settore energia. Le condivisioni e i like dei tweet non arrivano a 70, numeri infimi per il bulldozer del web. Però il messaggio giungeva chiaro a chi doveva sentirlo: quell’ex parlamentare ormai 69enne di FI è l’uomo dell’energia di Salvini, colui il quale ha steso il programma del partito sull’energia. Il manager che, al primo giro di nomine nel luglio 2018, doveva finire alla presidenza dell’Autorità dell’Energia, Arera. La classica volpe a guardia del pollaio. Ad Arata i pm contestano di essere il prestanome di un imprenditore come Vito Nicastri, legato al boss Matteo Messina Denaro, di qui l’aggravante di tipo mafioso, cioé l’ex articolo 7 ora divenuto 416 bis n.1.

Al di là della questione penale però l’inchiesta pone una questione politica grande come una casa.

Salvini poteva non sapere di Nicastri ma avrebbe dovuto sapere che l’uomo al quale ha affidato il programma della Lega sull’energia controlla molte società che si occupano di energia in Sicilia. A Salvini sarebbe bastato fare le visure camerali sul web per scoprire che Arata e i suoi familiari controllano la Etnea Srl titolare di un impianto di energia eolica a Calatafimi-Segesta, in provincia di Trapani; poi la Solgestra Srl, che vuole costruire, con l’ostilità del M5s, due impianti per il trattamento dei rifiuti, a Calatafimi e Francofonte, provincia di Siracusa. Mentre con altre due società (Ambra Energia e Bion) Arata vuole fare un paio di campi foto-voltaici e con la Solcara punta a far nascere impianti di biogas.

Il problema di Matteo Salvini è che oggi il leader della Lega fa il ministro dell’interno e non può attribuire con leggerezza a un tipo così le politiche energetiche del partito. Chi realizza campi di energia eolica nel trapanese non dovrebbe avere voce in capitolo nelle norme in materia. Possibile che Salvini non sapesse nulla delle manovre di lobby di Arata e Siri a Roma? Possibile che non sapesse nulla dei legami imprenditoriali e politici di Arata in Sicilia?

La società dell’uomo scelto da Salvini per il settore energia in fondo non si chiama Monte Rosa srl ma Etnea Srl e questa inchiesta svela il mutamento genetico della Lega. L’uomo di Salvini nell’energia – per i pm – va a braccetto con il re del vento in Sicilia al quale hanno sequestrato un patrimonio di 1,3 miliardi perché ritenuto legato a Matteo Messina Denaro.

A leggere le carte dei pm sembra che la Lega sovranista non si faccia solo eliminando la secessione dallo statuto ma anche avviando una fattiva integrazione economica con la Sicilia più profonda.

E già perché Nicastri non è solo ‘il re dell’eolico’ come lo definisce lo stesso Arata. Ecco il ritratto che ne fa il pm Guido nel suo decreto di sequestro: “Condannato in via definitiva per i reati di corruzione e truffa aggravata, commessi in relazione a iniziative imprenditoriali nel settore delle rinnovabili, a Nicastri è stata applicata, nel 2012, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, nonché quella reale della confisca di un ingentissimo patrimonio, accumulato illecitamente”.

La situazione è davvero insostenibile per il ministro dell’interno. Per i pm, in passato una parte dei soldi guadagnati dal giro di imprese legate a Nicastri finivano proprio al boss: “Il concorso di Nicastri all’associazione mafiosa è stato colto nell’aver sviluppato un’attività speculativa su terreni agricoli con il contributo, e in favore, di appartenenti al sodalizio mafioso, facendo loro guadagnare somme di denaro, in parte destinate anche al latitante Matteo Messina Denaro”.

Per il pentito Giuseppe Sucameli, dal 2006-2007 Nicastri si vanta di potere sviluppare i suoi affari anche grazie “all’appoggio ‘dell’amico di Castelvetrano’”, cioè Matteo Messina Denaro.

Nemmeno dopo l’arresto di Nicastri, Paolo Arata ha cambiato registro. Lui e il figlio Francesco, anche lui indagato, “infatti, non hanno avuto alcuna esitazione a proseguire un rapporto societario di fatto con il detenuto Nicastri, architettando molteplici escamotage per consentire una continua, ed a volte anche diretta, interlocuzione con il re dell’eolico”. Per i pm “Arata ha trovato interlocutori all’interno dell’Assessorato all’Energia della Regione Siciliana, tra tutti l’Assessore Pierobon, grazie all’intervento di Gianfranco Miccichè, a sua volta contattato da Alberto Dell’Utri (fratello di Marcello)”. secondo i pm Arata sarebbe andato anche a chiedere una intercessione sulla Regione a Calogero Mannino. Al Fatto Alberto Dell’Utri dice “Arata mi ha chiamato come ex parlamentare di Forza Italia, amico di mio fratello, e mi ha chiesto di essere messo in contatto con Gianfranco Miciché”. Il presidente del consiglio regionale di FI conferma: “l’ho incontrato un paio di volte e mi ha parlato dell’opposizione che c’era a qualche suo progetto, mi ha chiesto di essere messo in contatto con l’assessore Pierobon, cosa che ho fatto”. Mannino dice: “mi è venuto a trovare a Palermo ma non ho fatto niente per lui. Lo avevo conosciuto come dirigente dell’Icram, un ente che si occupa di ambiente, quando ero ministro dell’agricoltura della Dc, 30 anni fa”. Tutti e tre dicono che Arata non si presentava come leghista ma come ex politico di Forza Italia interessato agli affari dell’energia in Sicilia.

Ecco perché il caso Siri è imbarazzante per Salvini. Perché rivela che dietro la patina del Governo del ‘cambiamento’ il sistema, da Milano alla Sicilia, dalla Lega a Forza Italia, dal 1994 al 2019, resta sempre lo stesso. Armando Siri è accusato di avere usato il suo potere per concordare interventi normativi in favore di chi gli prometteva soldi. Il vero problema però non è la presunta mazzetta da 30 mila euro. Il problema è che la Lega di Salvini si è dimostrata penetrabile come il burro agli interessi privati dell’impresa di Arata e (per i pm) anche di Vito Nicastri, famoso in tutto il mondo come il re dell’eolico vicino a Matteo Messina Denaro. Di questo non deve rispondere Siri. Di questo deve rispondere il ministro dell’interno che deve dare la caccia a Messina Denaro: Matteo Salvini.




Marco Travaglio
FQ 20 Aprile

Chiamiamo le cose con il loro nome. Nel breve volgere di una settimana, il vicepremier Matteo Salvini ha, nell’ordine:

Ha delegittimato il premier Giuseppe Conte, impegnato in una difficilissima mediazione diplomatica sulla guerra in Libia, facendo incontri paralleli con rappresentanti libici e non;

impartito direttive sulla panzana dei “porti chiusi” ai vertici militari e costringendo lo Stato Maggiore della Difesa a spiegargli con un’inedita nota scritta la corretta linea gerarchica Quirinale-Palazzo Chigi-Difesa-Esercito, escluso dunque il Viminale;

tentato di commissariare i sindaci di tutta Italia con una sgangherata direttiva ai prefetti che ne aumenta i poteri in caso di non meglio precisate “denunce” di “illegalità” (escluse, immaginiamo, quelle dei leghisti);

aggredito con assalti quotidiani la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, fino alla ridicola richiesta di dimissioni per il ridicolo “caso” montato da ridicoli giornali (tutti) sul bilancio farlocco dell’Ama, bocciato dal collegio sindacale e da tutte le istituzioni preposte a valutarlo, dunque sacrosantamente respinto dal Campidoglio;

difeso a spada tratta la permanenza al governo del pluri-impresentabile sottosegretario Armando Siri, che ha patteggiato 1 anno e 8 mesi di carcere per bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ed è di nuovo indagato per presunte tangenti da un socio occulto del prestanome di Messina Denaro, in cambio di una norma su misura per una sua società;

annunciato il no della Lega a una misura già concordata in Consiglio dei ministri per la fine della gestione commissariale del debito di Roma (13 miliardi di buco accumulati dagli anni 50 al 2008 dalle giunte di pentapartito, di sinistra e di destra, e dirottati in una bad company da B. e Alemanno, cioè da FI, An e Lega), che farà risparmiare ai romani e al resto degl’italiani centinaia di milioni rinegoziando gl’interessi con le banche.

Questa escalation di smargiassate e gaglioffate da guappo di cartone ha un solo nome: crisi di governo.“È fattuale”, come direbbe il Feltri di Crozza.

Qui siamo ben oltre le punzecchiature fra alleati, le sparate propagandistiche (come l’irrealizzabile Flat Tax) e le rivendicazioni delle proprie specificità tipiche delle campagne elettorali nei sistemi proporzionali. Quella di Salvini è una lucida e cinica strategia per schiacciare il partito di maggioranza relativa, i 5Stelle, mentre si riprendono anche mediaticamente il ruolo loro affidato dagli elettori il 4 marzo 2018.

Il vicepremier sabota sistematicamente il governo. Straccia il contratto di programma. E distrugge quel poco di buono che potrebbero ancora a fare i giallo-verdi per affermare che l’Italia è cosa sua e mascherare il suo nervosismo.

Da un mese l’avanzata della Lega nei sondaggi s’è fermata, anzi molti la danno in discesa. E lo scandalo Siri, che poi è lo scandalo Arata, dimostra plasticamente i virus introiettati da quel vecchissimo partito finto-nuovo che è la Lega imbarcando il peggio dell’Ancien Régime e del Partito degli Affari, dalla Sicilia in su.

Arata, sul Carroccio, non l’ha portato la cicogna: l’ha portato Salvini. Gli ha fatto scrivere il programma leghista sull’energia in barba al suo clamoroso conflitto d’interessi; ha tentato di piazzarlo all’Authority per l’Energia; gli ha fatto sistemare da Giorgetti il figlio Federico (amico di Bannon) al Dipartimento programmazione economica, gli ha regalato un potere abnorme che lo autorizzava a sponsorizzare Siri come sottosegretario e poi a commissionargli una norma ad (suam) aziendam.

Ora, nel tentativo disperato di dirottare altrove l’attenzione generale, Salvini chiede in combutta col Pd la testa della sindaca eletta dal 67% dei romani, con l’aiuto della stampa amica e di quella finto-nemica.

Purtroppo per lorsignori, la Raggi non ruba.

E più escono le sue chat e le sue conversazioni, più si scopre che dice in privato ciò che dice in pubblico. Ma ancora una volta viene usata da tutti come arma di distrazione di massa: dalla Lega per nascondere Arata e Siri; dal Pd per far dimenticare Zingaretti indagato per finanziamento illecito, la giunta umbra dei concorsi truccati e tante altre vergogne; da Forza Italia per occultare Forza Italia; e dai giornaloni (anche de sinistra) per fare pari e patta tra il finto scandalo Ama e i veri scandali dei vecchi partiti.

Il 16 maggio 2018, in una leggendaria diretta Facebook, Salvini magnificava “le bellezze di Roma” e aggiungeva entusiasta: “E non ci sono buche, almeno qua dove sono io!”.

Una ridicola captatio benevolentiae al futuro alleato di governo, con cui stava trattando per il Contratto: possibile che scopra le buche un anno dopo, quando sono pure diminuite per la partenza di molti cantieri stradali?

È chiaro come il sole che Salvini vuole arrivare alle Europee con i 5Stelle sotto le scarpe, pronto a mollarli subito dopo per andare al più presto alle elezioni anticipate. La sua ascesa si sta esaurendo e attendere altri mesi, per un bulimico da social e da sondaggi come lui, sarebbe esiziale.

Se non ufficializza ancora la crisi, è solo perché non saprebbe come spiegare agli italiani la caduta di un governo col 60% di consensi che, senza alternative, getterebbe l’Italia nel marasma in un momento tanto delicato.

Spetta dunque ai 5Stelle e al premier Conte rompere gli indugi, evitare altri compromessi al ribasso e sfidare Salvini a viso aperto: o libera il governo dalla presenza inquinante di Siri (e la Lega, se può, dei vari Arata), vota la norma taglia-debito di Roma e riprende a collaborare lealmente (sempreché conosca il senso dell’avverbio) con i partner che s’è scelto 10 mesi fa, oppure è lui ad aprire la crisi.

E sarà lui a dover spiegare ai fan perché, fra l’Italia e gli Arata, sceglie i secondi.



Salvini è all'apice ma davanti al burrone
Marcello Veneziani
19 aprile 2019

http://www.marcelloveneziani.com/artico ... al-burrone

Avanti il prossimo. Giù nella scarpata ci sono le icone semoventi di Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Matteo Renzi, per dire solo dei più noti e dei più recenti. Ora il primo in alto, davanti al precipizio, nel cono di luce, è Matteo Salvini e tutti gli occhi sono puntati su di lui e sull’orologio che segna il suo tempo, per vedere quanto dura, se ci sono segni e scricchiolii sinistri, se comincia a scivolare pure lui nel burrone.

È inesorabile la macchina dell’oblio e del rigetto che macina leader, li brucia, li consuma e poi li vomita, li spara in cielo e poi ricadono in terra, per una misteriosa forza di gravità che coincide con la precarietà, tramite overdose. La parabola dei leader è veloce, la loro esposizione mediatica è la causa del loro folgorante successo e pure del loro precipitoso declino. È una legge inesorabile della politica senza fondamenti, della leadership emozionale. La cosa più terribile è che non lasciano traccia, le scie dei rimpianti durano poco e poi restano a una minoranza scarsa, sempre più scarsa. È irripetibile il loro momento d’oro, le stesse cose che una volta conquistavano consensi e perfino entusiasmi, diventano a un certo punto insopportabili cliché; basta, non ne possiamo più di quel repertorio, quella faccia, quella voce. A volte fiducie immeritate si risolvono in sfiducie esagerate. Ma quando entri nel ciclo dei consumi mediatici di leader e di parole, tutto è liquido meno la legge che governa il ciclo, che invece è ferrea, inesorabile.

Salvini rischia grosso a questo punto, e gli va detto anche – e vorrei dire soprattutto – da chi pensa che, al momento, sia il leader preferibile, migliore, o “meno peggio”. Ha raggiunto il tetto dei consensi virtuali e della condivisione, per la sua capacità di intrecciare messaggi a forte valenza simbolica, linee largamente condivise di una ideologia emozionale, capitalizzando l’odio che converge contro di lui. L’odio polarizza, genera spartiacque tra chi detesta e chi ama o finisce con l’amare il leader detestato, offeso, massacrato. Salvini usa bene l’effetto di ritorno dell’odio che raccoglie, in un’operazione martirio che in un paese di derivazione cattolica funziona sempre.

Salvini parla chiaro e dice quel che la gente vuol sentirsi dire, offre obbiettivi simbolici, non potendo offrire grandi risultati pratici. E riesce a far giungere alla gente un messaggio: io vorrei realizzare quella rivoluzione che voi aspettate e che vi ho promesso, ma non ho i numeri per farlo, ho un alleato che non è d’accordo, anzi mi ostacola. Ergo, datemi più forza ed io sarò in grado di farlo. Dunque riesce a coltivare il malessere presente, l’onda d’indignazione verso la sua demonizzazione, ma anche l’orizzonte d’attesa della gente.

Ma poi avviene un passaggio misterioso, repentino, dapprima implicito e poi clamoroso, e il sostegno inverte direzione. Accadde a Matteo Renzi e tutti lo citano come il Precedente da Manuale. Qui le interpretazioni divergono: ci sono quelli che catalogano gli errori compiuti da Renzi per spiegarne il cambiamento di fortuna, così radicale e così repentino; e ci sono quelli che invece sostengono l’ineluttabilità della legge che governa i media, il potere e le opinioni della gente; quella fatale, inarrestabile parabola da cui è impossibile sottrarsi. Tra le due versioni propendo per una soluzione-matrioska: la prima spiegazione, specifica e personale, è dentro l’altra, generale se non epocale. Nell’epoca dell’effimero tutto è effimero, nell’epoca dei consumi tutto è oggetto di consumo, nell’epoca del presente assoluto e tirannico, tutto passa in fretta e diventa passato.

Ma questa considerazione di ordine generale non può consegnarci al puro fatalismo dell’abbandono. Allora provo a dire: ma non è che il problema è la stoffa di cui sono fatti questi leader, ovvero il materiale di cui sono composti i loro successi? Non si presentano, sin dall’inizio, con la loro forza-limite di cavalcare l’onda emotiva del momento come yogurt con la scadenza scritta sulla fronte? E allora implicito viene il suggerimento: e se qualcuno provasse la via diversa, se uno provasse a far seguire agli appelli estemporanei i disegni duraturi, se qualcuno provasse a lasciar traccia ad agire non solo sulla cresta dell’onda ma in profondità? So quanto sia difficile, in un’epoca del genere, e so quanto sia veramente ardito riuscire a usare l’appeal dell’istantaneo emotivo come una buccia che però protegge un midollo di sostanza. Ma è l’unica possibilità di non finire rapidamente e inopinatamente di proiettarsi nel futuro e di restare in piedi. Legarsi a idee, temi, prospettive che non passano. Temi grandi, decisivi, epocali e culturali, che riguardano le civiltà, i popoli, la storia, la forza delle idee e le cose che durano. Scommessa difficile ma è l’unica che si può opporre alla rapida obsolescenza della merce-leader.

Pensaci Salvini, anche se sei stretto tra le elezioni europee, l’Iva, il marasma e l’assedio generale. Pensaci, anche se ti trovi tra un alleato presente che è il concorrente futuro e un alleato passato che vuol farsi futuro. Sei lì, in alto, il primo sulla vetta, e ricevi spinte da dietro e incitazioni dal basso. Difficile restare lì a lungo, bisogna cambiar gioco, cambiare posizione, muoversi a lato, guardare in alto. Pensaci, Matteo, se ne sei capace.




I pm: "Nelle carte su Siri non ci sono intercettazioni sulla tangente"
Sergio Rame - Gio, 25/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 84500.html

Gli inquirenti spiegano alla Verità che certe intercettazioni non trovano riscontro nei fascicoli dell'inchiesta su Siri: "Sono tutte false"

"Questa operazione ci è costata 30mila euro". Nella vulgata di una certa stampa questa frase sarebbe stata pronunciata da Paolo Arata al figlio Francesco.

Nel loro immaginario si riferirebbe ai soldi versato ad Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture ora indagato per corruzione, per modificare i provvedimenti legislativi e sarebbe stata catturata da una cimice della Dia. Peccato che, come rivela oggi la Verità, l'intercettazione sia completamente falsa. Non esiste. "Quelle frasi non ci sono nel fascicolo", ha assicurato un inquirente ai microfoni del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

Nel mirino delle toghe c'è l'emendamento (mai approvato) che avrebbe dovuto fare "retroagire" l'attivazione dei finanziamenti stanziati per alcuni progetti legati alle energie rinnovabili, in modo da permettere anche a una delle società di Vito Nicastri di ottenere i fondi. L'imprenditore di Alcamo (Trapani) è da un anno agli arresti domiciliari, ma anche da casa avrebbe continuato, tramite un familiare, a manovrare per fare affari. Al centro dell'inchiesta ci sarebbe, appunto, una presunta tangente da 30mila euro che Arata aavrebbe appunto consegnato a Siri in cambio di una norma da inserire nel Def e che avrebbe consentito di ampliare i finanziamenti per il settore del mini eolico retrodatando la concessione al momento della costituzione di alcune società dell'imprenditore Vito Nicastri, il "re dell'eolico". Prova cardine di questa mazzetta, a detta di alcuni, si sarebbe appunto un'intercettazione che però, secondo quanto riportato dalla Verità, non esisterebbe da nessuna parte.

Il virgolettato inventato non è un caso isolato. Negli ultimi tempi gli assalti si ripetono ciclicamente. Tanto che, parlando con la Verità, uno degli inquirenti fa presente che la sensazione avvertita in procura è che sia "un modo per spingere" il lavoro della magistratura in un serto senso. Dietro certi articoli ci sarebbero, dunque, "spinte e contro spinte". "Ma - avvertono - quello di alcuni giornali non solo è stato uno scatto in avanti, è stato un salto nel burrone".
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Messaggioda Berto » gio lug 11, 2019 8:31 pm

Busta con proiettile inviata al "duce Salvini"
2019/07/11

https://www.thesocialpost.it/2019/07/11 ... kmeLpekikE

Una busta è stata indirizzata a Matteo Salvini, all’interno la presenza di un proiettile. La busta è stata trovata ieri al centro meccanografico di Poste Italiane di Sesto Fiorentino. Sulla busta l’indirizzo era composto con ritagli di giornale ed era quindi indirizzata al “Ministro duce, Matteo Salvini, Camera, Roma“.

La busta con proiettile

Una volta intercettata la busta, sul posto sono intervenuti gli artificieri dell’Arma dei carabinieri. La lettera è stata ispezionata fino a scoprire all’interno un proiettile calibro 22 avvolto in carta stagnola. Sul caso indaga la Polizia.


Le parole di Salvini

“Oltre 100 minacce di violenza e di morte contro di me da quando sono ministro“, scrive Matteo Salvini su Twitter questa mattina postando anche una foto della busta. “Evidentemente le parole di odio di certa sinistra convincono certe menti malate, ma sicuramente non mi fanno paura. Anzi, mi fanno ancora più forza e voglia di combattere criminali di ogni genere“.

Appena due mesi fa, anche al sindaco Chiara Appendino era stata indirizzata una busta contenente un proiettile. Un minaccia, la seconda in pochi mesi, arrivata direttamente negli uffici del Comune. La stessa Appendino aveva raccontato sui social quanto accaduto: “Ieri è stata recapitata in Comune una busta indirizzata a me contente un proiettile. Non si sa chi sia il mittente né quali siano le motivazioni“. E ancora: “So però molto bene che questi tentativi di intimidazione non sortiscono alcun effetto e, anzi, spronano a continuare a svolgere il mio ruolo di Sindaca con la massima determinazione“.

Alberto Pento
Forza Salvini ma attento ai collaboratori, fai piazza pulita di quelli inaffidabili e pataccari.
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » gio lug 11, 2019 8:32 pm

Fondi russi alla Lega, Savoini: «Solo un incontro tra imprenditori, è una caccia alle streghe»

https://www.ilmessaggero.it/politica/fo ... 11200.html

Un fedelissimo di Salvini, di cui è stato anche portavoce appena Matteo è diventato segretario. Uno che ha tenuto i rapporti tra la Lega e il serbo Milosevic e quelli di Bossi con Heider e poi del Senatur con il turbonazionalista russo Zirinovskj. E non c'è incontro tra Salvini e Putin o putiniani - esempio: alla cena di Villa Madama nell'ultima visita di Vlad lui era tra i big - in cui Gianluca Savoini non sia presente.
Insomma, lei che sa tutto e che c'è sempre, il Carroccio i soldi li prende dai russi oppure no?
«Ma neanche per sogno!».

Soldi alla Lega da Mosca, la riunione nell'ottobre 2018 e quell'accusa per 65 milioni
Denaro russo alla Lega, scontro in Senato tra Casellati e il Pd

Dall'audio appena diffuso però non parrebbe?
«Mi sembra che solo di affari si sia parlato tra imprenditori russi e imprenditori italiani. Mi dispiace di smontare tutto questo giallo politico-affaristico, questo romanzo assurdo che è stato imbastito su quell'episodio. Un incontro segreto? Macché. Per caso, all'Hotel Metropole, all'ora di colazione, dopo la giornata precedente con il grande convegno di Confindustria a Mosca con tanta gente e anche Salvini, m'imbatto in alcuni imprenditori italiani e russi. E cominciamo a parlare di petrolio, di depuratori, di vigne in Toscana e in Piemonte che alcuni russi sarebbe intenzionati a comprare. Le sembrano temi così scottanti? Così scandalosi? La politica non c'entra un bel niente».


Ma lei non può negare che la Russia è sempre stata generosa con i partiti sovranisti, per esempio con la Le Pen.
«Quando qualcuno mi farà vedere un rublo o un dollaro proveniente dalla Russia nelle casse della Lega allora potremo ragionare su queste cose. Siccome mai nulla è stato trovato, perché proprio nulla c'è, è inutile parlare di queste balle. A me sembra tutto un killeraggio per colpire Salvini. Se il Pd e le altre opposizioni per contrastare la Lega si attaccano a queste cose, vuol dire che sono mesi male e noi possiamo dormire sonni tranquilli».

Chi erano gli altri due italiani presenti nell'audio?
«Saranno stati imprenditori. Le ripeto: c'è stato solo un incontro casuale. In cui la politica non c'entra nulla, i soldi alla Lega neppure e sono allibito che si sua montato un caso assurdo sul niente».

Ma lei a che titolo lavora per la Lega?
«Io non lavoro per la Lega, presiedo l'associazione Lombardia-Russia e ho rapporti con quel Paese da tanto tempo. Rapporti leciti e normali. Rapporti di lavoro. Poi, certo, sono leghista e sono amico di Matteo: è una colpa? Ormai sono spiato e seguito in tutto, come se fossi un mascalzone. E invece sono un libero cittadino che non fa niente di male. Dovrò mettermi a fare querele».

Il suo vero ruolo qual è?
«Quello di uno che sa quanto la Russia sia importante per l'Europa e quanto alla Ue convenga avere buoni rapporti con quel Paese. L'Europa ha sbagliato a lungo con la Russia, spero che ora la situazione cambi, perché noi abbiamo bisogno della Russia e la Russia ha bisogno di noi. Io, nel mio piccolo, costruisco un ponte di dialogo. Ma non sono il portavoce della Lega o un politico della Lega».

Un grande amico e consigliere di Salvini però lo è?
«Ci conosciamo da moltissimo tempo. Stavamo tutti e due a via Bellerio. Ma io non ho un ruolo politico. Sono solo iscritto alla Lega dal 1991 e credo molto nel nostro partito».

Ma perché il vostro partito, a corto di soldi, non doverebbe accettare quelli offerti dai russi?
«Perché non ho mai avuto sentore di offerte di questo tipo. Mi sembra un'assurda caccia alle streghe. Ma non ci sono le streghe. E non ci sono neanche i soldi in cassa. Le casse della Lega sono notoriamente vuote».
Nell'audio lei dice: «Il prossimo maggio ci sono le elezioni in Europa, e Salvini è il primo che vuole cambiare l'Europa».

Non possono suonare come una richiesta di aiuto queste parole?
«Proprio no. Ripeto: s'è parlato in maniera informale di possibili accordi commerciali, come si fa in tanti altri casi. E poi, questa storia di Salvini putiniano deve finire. La Lega è il primo partito italiano e ha rapporti con tutti, con Putin come con Trump. Non siamo dei soldatini russi o, peggio, dei prezzolati dei russi. Finiamola con la caricature e con le balle».


Lega-Russia, Savoini si difende: "Vogliono dare fastidio a Salvini". E attacca il M5S: "Anche loro hanno rapporti con Mosca
11 Luglio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ca/5316279

“Si tratta di un tentativo di dare fastidio a Salvini. Il M5S invoca trasparenza? Anche loro hanno rapporti con la Russia“. Giancarlo Savoini difende se stesso, la Lega e Matteo Salvini dopo la registrazione pubblicata da BuzzFeed dove il presidente dell’associazione Lombardia-Russia sembra concordare con alcuni emissari di Mosca un accordo per finanziare il Carroccio. “Denuncio chiunque mi attribuisca azioni illegali”, ha detto il collaboratore di Salvini, intervistato dal quotidiano Libero. “Hanno piazzato microfoni, intercettato, magari hanno anche mandato qualcuno a recitare una parte – dice il leghista – Però guardi, chi di dovere riuscirà a capire chi ha registrato, visto che questi vogliono solo rompere i coglioni a un esponente di governo, e allora ci sarà da ridere, soprattutto se il mandante è qualcuno che ha voluto creare ad arte questo casino“.

Appena pubblicato lo scoop di BuzzFeed, Salvini ha commentato a caldo che “la Lega non ha preso un rublo“. Non solo, interpellato da alcuni cronisti, il leader del Carroccio aveva lasciato intendere di essere pronto a querelare anche lo stesso Savoini: “Farò ciò che devo“, ha risposto lapidario. E forse anche per questo motivo il diplomatico leghista oggi difende a spada tratta il suo leader e il partito. “E’ evidente che si tratta di un tentativo di dare fastidio a Salvini”, dice Savoini a Libero, per poi rivelare: “Non so cos’abbiano detto” dal M5S, “anche loro hanno rapporti con la Russia. Anni fa, ad esempio, a Mosca ho conosciuto il sottosegretario Di Stefano (Manlio, ndr). Ma è una corsa normale quando si vuole cooperare bene a livello internazionale”. E aggiunge: “Conosco Salvini da 25 anni e ogni tanto mi limito ad aiutarlo nei rapporti con Mosca“. Rapporti che durano dall’inizio dell’era post-sovietica: “Bossi voleva ampliare i rapporti internazionali a Est, e in Russia guardavano con interesse al suo progetto di creare la Padania“.

“Va chiarita una cosa – dice Savoini – Non era una riunione, io mi alzavo, andavo in giro, parlavo con tutti. Non ci siamo dati alcun appuntamento e non ho la minima idea di cosa dica la gente quando non ci sono. Chi lancia queste accuse ne dimostri la fondatezza, ma non ci riuscirà mai”. E poi: “Ma le pare poi che certi colossi mondiali abbiano bisogno di me per fare affari? Con tutti gli uffici che Eni ha nel mondo vuole che scelga la hall di un albergo in mezzo a decine di persone per trattare? Non scherziamo. Ho trovato alcune persone che avevo incontrato il giorno prima al convegno organizzato da Confindustria Russia e a cui aveva partecipato Salvini. Evidentemente anche loro avevano dormito lì”.

Sulla vicenda, è intervenuto anche Mario Borghezio, ex eurodeputato della Lega, che all’AdnKronos presenta un parallelo con un’altra recente spy-story: “La storia del Metropol è una vicenda simile a quella che ha portato alle dimissioni del sovranista austriaco Strache“. Per poi distinguere: “Lì c’era un video con il vicepremier di Vienna, qui non c’è Salvini, che infatti è stato netto, dicendo che lui non c’entra nulla e che querela tutti quelli che lo tirano in ballo“.



Procura Milano apre inchiesta sui fondi russi alla Lega. M5S ora chiede trasparenza
11 luglio 2019

https://www.huffingtonpost.it/entry/la- ... 3e482c34f1

Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia, è indagato nell’inchiesta che ipotizza una corruzione internazionale su presunti fondi russi alla Lega. La procura di Milano ha infatti aperto un’inchiesta sulla vicenda di Savoini e di presunti fondi russi dirottati illegalmente verso la campagna elettorale della Lega. L’ipotesi, secondo quanto si è appreso, è corruzione internazionale. Nello specifico i pm devono verificare se nella presunta compravendita di petrolio una parte del prezzo, oltre a quella che, stando alla registrazione audio pubblicata da BuzzFeed, doveva finire alla Lega, sia o meno arrivata a funzionari pubblici russi. I magistrati competenti hanno già sentito alcune persone. “Stiamo facendo accertamenti per capire se ci siano reati o meno”, ha affermato il procuratore di Milano Francesco Greco. L’audio nel quale si sente Savoini parlare con gli uomini del Cremlino è in possesso degli inquirenti già da prima che questa fosse pubblicata da Buzzfeed.

Sul tema intervengono anche i 5 stelle che, dopo aver tenuto un profilo basso per tutta la giornata di ieri, chiedono trasparenza. “Non è un momento di imbarazzo. Non è una storia che riguarda il M5s. Sono cose che noi guardiamo con distacco. Noi finanziamenti non ne riceviamo. Se ci sono dei profili di reato sarà la magistratura a dirlo e ci saranno immagino delle indagini eventuali. Chiediamo alla forza politica con cui governiamo molta chiarezza su quanto accaduto. Io credo che Salvini abbia detto ieri alcune cose: ci aspettiamo le azioni conseguenti. Se c’è un millantatore, va trattato da millantatore”, ha affermato Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato. A chi gli domanda se chiederanno le dimissioni di Salvini risponde: “Dimissioni o comunque chiedere a lui che chiarisca quello che è successo e perché lo ha fatto. È una situazione che va chiarita”.

E di millantatori parla anche Giancarlo Giorgetti: “C’è gente un po’ che millanta. Vale per tutti quelli che fanno politica. C’è in giro un sacco di gente che parla in nome e per conto del sottoscritto, chissà quante cose si inventa. Nel caso specifico a me sembra che qualche fanfarone le sparava grosse e qualcuno in modo opportunistico per chissà quali fini approfitta del fanfarone per gettare discredito su Salvini”.

Matteo Salvini, parlando in diretta su Facebook, afferma: “In Europa si distribuiscono poltrone a tutti tranne ai leghisti, il partito più votato d’Europa perché sono razzisti, populisti, prendono soldi in Russia, negli Stati Uniti, in Africa, in Groenlandia. Zero, zero. Chiunque dica il contrario mente sapendo di mentire. Siamo scomodi, mi è evidente. Siamo indagati, ascoltati e
Processati in italia e non solo. Sono e siamo minacciati quotidianamente con i proiettili”.

I capigruppo del Pd, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, annunciano che “nei prossimi giorni” di una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sui legami tra Lega e Russia. I 5 Stelle aprono a patto che riguardi i finanziamenti a tutti i partiti: “Votiamo sì a una commissione d’inchiesta sui finanziamenti a tutti i partiti, associazioni e fondazioni collegate. Dal Pd aspettiamo ancora i nomi dei componenti della commissione d’inchiesta sulle banche”, dichiarano fonti M5s, a proposto della richiesta del Pd di istituire una commissione d’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.

Il diretto interessato, intanto, definisce l’audio diffuso dal sito Buzzfeed sui presunti tentativi per ottenere dai russi finanziamenti illeciti per la Lega “mistificazione, inganno, falsità, mascalzonata”. Gianluca Savoini risponde così a chi gli chiede di spiegare l’incontro avuto all’hotel Metropol di Mosca con alcuni uomini del Cremlino il 18 ottobre 2018. Parlando a Repubblica e a La Stampa taccia la diffusione della registrazione come una “buffonata” orchestrata ad arte per colpire Matteo Salvini. “Finirà come il Russiagate”, insiste.

Non ci sta ad essere accusato di aver commesso illeciti, ma allo stesso tempo si offre come vittima sacrificale per proteggere Salvini. Si legge su Repubblica:

Il punto è che se serve un colpevole allora mi offro, anche se non ho fatto nulla. Salvini in questa vicenda non c’entra niente, non sa niente, ero io lì e non lui, se la prendessero con me. Dopodiché aggiungo che ogni partito sarebbe meglio guardasse a casa propria, tutti quanti a fare le verginelle. Se devono ridursi ad attaccare il vicepremier Salvini su questo significa che siamo messi molto male”.

Il leghista mette in dubbio il contenuto dell’audio, non gli sembra che quelle parole siano state pronunciate da lui:

Non mi riconosco nella mia voce né nei discorsi che faccio, ci sono un sacco di rumori; è comunque io ero lì insieme ad altra gente, c’erano dieci-quindici persone, non so neanche bene di cosa parlassero.

È convinto che il caso esploso dopo la pubblicazione dell’audio finirà nel nulla e chiede a Buzzfeed di “tirare fuori le prove”. Quanto a lui, assicura di occuparsi solo di cultura. Si legge su La Stampa:

Non so nemmeno la differenza tra diesel e benzina. Io come presidente dell’associazione Lombardia - Russia mi occupo di cultura. Io ero a Mosca per incontrare persone legate ai musei, volevano organizzare una mostra di quadri, attività comuni tra il Bolshoi e la Scala di Milano. Deve essere chiara una cosa: io sono un leghista dai primi anni ’90, conosco Salvini da 25 anni, ma non sono un suo emissario, non ho nessun mandato a trattare alcunché per conto della Lega.



Lega: associazione Savoini è in sede via Bellerio
2019/07/11

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 7b5a7.html

Si trova nel quartier generale della Lega la sede dell'associazione LombardiaRussia, di cui è presidente Gianluca Savoini. Per l'esattezza l'indirizzo riportato nello statuto dell'associazione è via Colombi 18, una traversa della sede del Carroccio nel quartiere di Affori. Nessuna insegna sulla porta e sul campanello nè un citofono con il nome dell'associazione. Le finestre sovrastanti sono tutte con le tapparelle abbassate. Fino ad un paio di anni or sono quello di via Colombi era la portineria della sede della Lega e l'ingresso utilizzato in occasione del consiglio federale, al quale oggi si accede da via Bellerio, e al primo piano vi era la sede delle associazioni della Lega.

Un'associazione "culturale apartitica ma con idee molto precise" che "si possono riassumere in tre parole: Identità, Sovranità, Tradizione" e che "ha per scopo far conoscere la Russia e la sua attualità per quel che sono, dando le notizie che gli altri censurano e smontando le menzogne quando sarà il caso". E' quanto si legge sul sito di LombardiaRussia, l'associazione di cui è presidente Gianluca Savoini, giornalista ex portavoce di Matteo Salvini che a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega. Il presidente onorario dell'associazione è invece Alexey Komov, 44 anni, ambasciatore del Congresso Mondiale della Famiglia (WCF) all'ONU e tra gli ospiti al recente congresso di Verona, mentre Claudio D'Amico, ex parlamentare della Lega, è il Responsabile Sviluppo Progetti dell'associazione che "non ha scopo di lucro e deve considerarsi, ai fini fiscali, ente non commerciale" con tutte le cariche elettive gratuite. Vladimir Putin è senza dubbio il punto di riferimento dell'associazione nata nel 2014 e al presidente russo è dedicata una sezione del sito con i suoi discorsi: "Il mondo attuale, perso in un delirio mondialista, è la negazione del mondo tradizionale come noi lo abbiamo conosciuto e la Russia pare oggi l'unico baluardo e l'unico faro verso cui guardare con speranza", si legge. Obiettivo di LombardiaRussia è quindi "progettare e realizzare eventi e iniziative culturali di ogni genere, dalla conferenza sulla geopolitica energetica alla festa russa, collaborando con le varie associazioni di cittadini russi presenti in Lombardia, sul territorio nazionale ed extra nazionale".



Le manovre pro-Putin dell’estrema destra: tutti gli audio dell’incontro tra Savoini e i russi
2019/07/10

https://www.globalist.it/politics/2019/ ... 44078.html

Oltre alle già citate manovre politiche di tutti i gruppi di estrema destra europei per asservirsi alla Russia di Putin e distruggere la Ue, nell'audio registrato all'Hotel Metropol che mostra una trattativa avvenuta tra Gianluca Savoini e uomini del Cremlino per ricevere dei finanziamenti alla Lega (da dimostrare) si parla anche di accordi commerciali che riguardano l'Eni e compagnie petrolifere russe: di seguito tutti gli audio, in cui si sente anche un uomo del Cremlino dire che "non appena i documenti tecnici saranno pronti saranno consegnati al 'Deputy Prime Minister', ossia il Vicepremier (Salvini?)"

"Abbiamo Eni, che sarà dalla parte italiana, abbiamo le compagnie petrolifere russe dalla nostra parte, e abbiamo due compagnie nel mezzo. La banca, tu sei la Banca, e una compagnia russa che firmerà il contratto con la banca".

LE SUORE DI CLAUSURA DEL PD E I RUBLI
Niram Ferretti

Dunque grande scandalo perchè la Lega avrebbe preso soldi da Putin. Si scandalizza il PD, che quando era PCI percepiva regolarmente fondi da Mosca, al tempo in cui l'Unione Sovietica rappresentava la minaccia più concreta per la sicurezza occidentale.

Zingaretti, il fratello di Montalbano, intima "Chiarire subito!". Quando si è virtuosi dalla nascita non si possono ammettere finanziamenti occulti che peraltro non sono stati dimostrati.

Ora, alcune cose da dire, a scanso di equivoci, lo sanno anche i sassi che Putin ha una particolare affinità con i partiti cosiddetti sovranisti, in quanto sarebbero avversi all'Europa unita che la Russia ha tutto l'interesse sia unita il meno possibile. E il fatto che soldi arrivino nelle casse della Lega, se ci arrivano, come in quelle del Rassemblemant National di Marine Le Pen (giusto un esempio), può stupire solo le anime belle, ma molto belle, come Matteo Renzi, il rottamatore che fu, il quale dichiara: "O questa è una fake news o questo è uno scoop clamoroso. Usare il petrolio russo per finanziare la Lega? Sarebbe pazzesco. L'unico che può chiarire è Salvini: deve chiarire lui, subito".

Renzi, dovrebbe pensare di più ai suoi genitori, soprattutto al babbino suo prima di stracciarsi le vesti per presunti finanziamenti illeciti.

Non è da meno, Andrea Romano: "Oggi emergono nuove e decisive prove sulle manovre orchestrate dalla Lega di Salvini per avere dalla Russia di Putin finanziamenti illeciti da usare in campagna elettorale. Salvini non può più tacere: dica la verità agli italiani su quanti soldi ha ricevuto illecitamente da Mosca e come ha usato quei soldi".

Sì, Salvini dica la verità.

"Ventitré milioni e 300 mila dollari in sette anni. Dal '70 al '77 questa è la cifra versata dai sovietici ai comunisti italiani, secondo quanto si ricava dal "rapporto Impedian numero 122" del dossier Mitrokhin. Ventitrè milioni di dollari, con un andamento irregolare negli anni, corrisposti nel giardino della villa dell'ambasciatore dell'Urss a Roma nelle mani, in una prima fase, di Anelito Barontini, funzionario del partito e uomo al quale Armando Cossutta, che sovraintendeva al flusso finanziario delegava le delicate funzioni".

Cito da un vecchio articolo di "La Repubblica", oggi uno dei principali quotidiani forsennatamente antisalviniani. Ma si sa, i propri peccati non assolvono quelli altrui, solo che bisognerebbe avere un pochettino di pudore, giusto un pochettino prima di stracciarsi le vesti a proposito di soldi illeciti, il cui arrivo nelle casse della Lega deve essere, ovviamente, dimostrato.

E di nuovo, anche se lo fosse, rappresenterebbe sicuramente un fatto su cui riflettere, ma niente di cui rimanere basiti. A meno di non essere, come Zingaretti, Renzi e Romano, suore di clausura.




Denaro russo alla Lega, scontro fra Pd e Casellati. La presidente: "Non parliamo di pettegolezzi"
Francesca Bernasconi - Gio, 11/07/2019 - 11:52

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... zgKTACxEFc

I dem chiedono l'audizione del ministro dell'Interno in Senato, poi accusano la Casellati: "Parole gravissime, non è super partes"

Scontro in Senato tra il Pd e la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

I senatori dem, infatti, hanno chiesto la convocazione in Aula del ministro dell'Interno Matteo Salvini, per chiarire le notizie circa i rapporti di Gianluca Savoni, responsabile per la Lega dei rapporti con Mosca, con emissari russi, per la negoziazione di un presunto accordo finanziario.

La questione è stata sollevata in Aula dal senatore Alan Ferrari, che ha ricordato come il Pd abbia rivolto tre interrogazioni al vicepremier, senza mai ottenere una risposta. La Casellati ha respinto le richieste dei dem: "Qui siamo in Senato e non possiamo discutere liberamente di questioni che non hanno nessun fondamento probatorio", ha specificato il presidente. Poi, la Casellati ha aggiunto: "Qui parliamo di fatti che abbiano una giustificazione. Qui al Senato abbiamo ammesso le interrogazioni su tutti gli argomenti, purché basate su un fatto probatorio. È inammissibile che il Senato discuta di 'cosidette inchieste giornalistiche'". Poi, ha concluso: "Le vostre interrogazioni, che io ho letta una per una, usano il condizionale e non fanno riferimento a fatti. Per me la richiesta è inammissibile".

Immediata la reazione dei senatori Pd, primo fra tutti il capogruppo dem, Andrea Marcucci, che ha commentato: "Le parole della presidente Casellati in aula sono gravissime. Intanto esprimono dei giudizi sulle opinioni dei parlamentari e questo è inaccettabile, definiscono 'chiacchiericcio' rivelazioni di stampa sulla Lega che hanno una rilevanza internazionale". A detta del senatore, il presidente del Senato non sarebbe più super partes, ma avrebbe attuato una gestione di parte: "Si tratta di un atteggiamento gravissimo che impedisce al Pd, ma anche agli italiani, di sapere la verità su questa vicenda. Salvini dice che non ha nulla da nascondere? Allora la presidente Casellati consenta che il ministro venga in aula a riferire nel dettaglio questa vicenda. Noi saremo soddisfatti e il Paese avrà trasparenza e chiarezza".

Il presidente, poi, ha ribadito di aver agito secondo le regole, dato che le tre interrogazioni di cui parla il Pd sono state presentate a febbraio e a maggio scorsi, ma "sono tecnicamente inammissibili in quanto contenenti mere supposizioni e circostanze presumibili, tutte infatti coniugate al condizionale". Non c'è stata "nessuna posizione faziosa dal presidente del Senato", che ha metto in atto il Regolamento, secondo cui un'interrogazione può essere accolta solo con un "oggetto determinato". Per questo, le richieste del Pd erano state respinte.
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » lun lug 15, 2019 7:21 am

"Ma quale petrolio: Savoini alla Russia voleva vendere olio d'oliva"
Gianni Carotenuto - Dom, 14/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... MFkeMivL9w


In un'intervista al Corriere della Sera, l'interprete Irina Osipova sminuisce il caso dei presunti fondi russi alla Lega: "Ma quale petrolio: Savoini alla Russia voleva vendere solo dell'olio d'oliva. I 65 milioni? Solo fango contro Salvini"

Si allarga sempre di più il fronte degli scettici sul caso dei presunti rubli alla Lega.

Nelle stesse ore in cui lo scrittore e politico russo Eduard Limonov e l'ex ambasciatore Sergio Romano esprimono i loro dubbi su quanto sarebbe successo il 18 ottobre 2018 all'hotel Metropol di Mosca, arriva ora il parere di chi ha avuto modo di conoscere Gianluca Savoini: l'interprete italo-russa Irina Osipova.

Sentita dal Corriere della Sera, Isipova racconta la sua esperienza di traduttrice per Salvini in occasione delle due conferenze del segretario leghista al Parlamento russo e all'agenzia di stampa russa Tass. "La mia foto con Salvini, Savoini e Claudio D'Amico (membro della staff del vicepremier, ndr)? Fu scattata a Mosca dopo la conferenza di Salvini alla Duma. Io avevo fatto da interprete, mi aveva coinvolto Savoini. Non fu l’unica volta. Ad ottobre avevo fatto già da interprete, sempre chiamata da Savoini, per una conferenza di Salvini alla Tass". Secondo Isipova Salvini e Savoini "senza dubbio si conoscevano", visto che "parlavano in modo cordiale", ma di qui a immaginare chissà quale direttiva per Savoini nella riunione al Metropol, per la traduttrice ce ne passa.

"Savoini ai russi voleva vendere olio"

"Io so che Savoini non parla russo e sa sì e no due parole d’inglese. Di sicuro con la sua associazione Lombardia-Russia voleva realizzare scambi commerciali, culturali, insomma fare qualche soldino, a parte gli ideali filorussi. Mi ricordo che voleva portare a Mosca dei produttori d’olio d’oliva: altro che petrolio, lui voleva vendere l’olio ma dopo tante chiacchiere non riuscì nemmeno in quello". Per Isipova - fondatrice dell'associazione giovani italo-russi e candidata di Fdi a Roma nel 2016 - i presunti fondi per la Lega sarebbero "fango contro Salvini. Certa sinistra in Italia, penso al Pd, mal digerisce che lui le abbia tolto il potere".




Lo scrittore russo Limonov: "Il caso Russia-Lega? Un fake"
Gianni Carotenuto - Dom, 14/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 30jpz90xmA

A Repubblica lo scrittore russo Eduard Limonov sgonfia il caso dei presunti fondi russi alla Lega: "Salvini era assente all'hotel Metropol, quindi non gli si può rimproverare nulla. BuzzFeed? Ha già diffuso cose false sul Russiagate"

"I rubli alla Lega? Un fake di pessima qualità. BuzzFeed, che ha pubblicato l'audio, è una testata screditata: ha già pubblicato articoli sul Russiagate smentiti dallo stesso Robert Mueller.

E Salvini non era presente all'hotel Metropol, quindi non gli si può rimproverare nulla". L'intervista che lo scrittore e politico russo Eduard Limonov ha rilasciato a Repubblica smonta pezzo per pezzo la teoria dei fondi russi alla Lega. Nessuna trappola contro Salvini, secondo il 76enne Limonov, ma semplicemente un "fake che giova alle forze contro il rinnovamento in Italia e in Europa".


"Buzzfeed è screditata, Salvini non c'entra"

Proprio per il fatto di non essere un sostenitore del presidente russo, il parere di Limonov - tra i principali leader del blocco politico L'altra Russia e amico di Garri Kasparov, storico avversario del presidente della Federazione russa - va preso in seria considerazione. La sua idea è che il caso del presunto accordo sul petrolio nel quale doveva rientrare un versamento di 65 milioni di euro nelle casse leghiste in vista delle Europee 2019 sia una colossale montatura.

"Ho letto tutto. Che dire? Innanzitutto BuzzFeed che ha pubblicato l' audio è una testata screditata. Tradotta alla lettera, vuol dire 'nutrirsi di voci'. In passato ha pubblicato articoli sul Russiagate smentiti dallo stesso Robert Mueller. Come si può prenderla sul serio? Senza contare che Matteo Salvini - prosegue Limonov - non era presente a questo presunto incontro all'hotel Metropol, quindi non gli si può rimproverare nulla. I tre russi potrebbero essere chiunque, persino specialisti delle prese in giro...".


"Fake di pessima qualità"

Oltre a Savoini, all'incontro erano presenti tre russi tra cui Ilija Andreevich Jakunin. "Un ex deputato della Duma che non è mai stato in prima fila. Non conta niente e la sua implicazione non prova alcunché", spiega Limonov, il quale non si dice sorpreso sulla pubblicazione dell'audio incriminato. "Incidenti che possono capitare a chi - come Savoini, ndr - ha poca esperienza politica". Non una trappola, per il fondatore del Partito Nazional Bolscevico (poi messo al bando), ma "un fake di pessima qualità che giova alle forze contro il rinnovamento in Italia. Salvini - prosegue Limonov - è una forza nuova. L'anno scorso sono stato nella sua terra, la Lombardia, e ho conosciuto tanta gente. Mi hanno fatto tutti un'ottima impressione". Infine, sull'asse tra Lega, Fpö in Austria, Afd in Germania e Rassemblement National in Francia di cui Savoini ha parlato nel colloquio con i tre presunti rappresentanti del governo russo, aggiunge: "Tutto cambia: il vecchio non si vuole arrendere, il nuovo vuole vincere. Io sto sempre con il nuovo".




"Storia inverosimile, Mosca non tratta con i partiti"
Carmelo Caruso - Dom, 14/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... Pa_EQbsLxw

L'ex ambasciatore Sergio Romano: "Euroscettici pagati da Putin? Non credo, i russi fanno affari solo con gli Stati"

«Quando una vicenda di politica internazionale somiglia alla trama di un libro, la prima cosa da fare è esercitare l'arte del dubbio.

Non sempre quanto si legge in un libro è necessariamente accaduto». E però, è sempre un libro che si vende... «Ma rimane letteratura e in questo caso bisogna essere prudenti».

E dunque per Sergio Romano prima di cercare l'oro di Mosca, che sarebbe stato promesso alla Lega, è meglio dubitare delle notizie pubblicate dal sito BuzzFeed e non «prenderle per oro colato». Ambasciatore a Londra, Parigi e Mosca, editorialista del Corriere della Sera, Romano ha da poco compiuto 90, magnifici, anni, «che oggi mi permettono di dire che è visibile, in uno scenario infiammabile come quello italiano, l'interesse a sbarazzarsi di un avversario politico. Fino a quando non ci sono prove non credo che ci sia stato uno scambio di denaro fra la Russia e la Lega».

Ma c'è il negoziatore, Gianluca Savoini, che su alcuni giornali è descritto come il più abile tra i leghisti e in altri come il più goffo degli imbucati.

«L'unica cosa che si può dire è che è stato il presidente di un'associazione di amicizia italo-russa e che Salvini abbia smentito rapporti di altra natura con lui».

Uomini come Savoini vengono chiamati «mezzefigure». Le loro relazioni, le loro interferenze, sono solo «mezze millanterie»?

«Il mondo è pieno di figure che immaginano cose e che si lasciano prendere dall'immaginazione. Ma in politica non si può lavorare di immaginazione e io consiglio tutti, in Italia, di tenersi lontano da questo gioco».

Audio e foto dimostrerebbero che Savoini partecipava agli incontri con le delegazioni ufficiali russe e, dalle ricostruzioni, prometteva attenzioni in cambio di denaro. Non manca il petrolio, che serve a colorare la storia.

«Numerosi, tanto più in queste circostanze, sono gli uomini che creano bisogni e aspettative ma sempre in termini astratti. Che si sia verificato uno scambio è da dimostrare e al momento non mi sembra sia stato lontanamente dimostrato».

La cornice dell'incontro è quella dell'Hotel Metropol. Più che un albergo sembra una redazione editoriale che pubblica gialli. Avvocati, lobbysti, servizi...

«Conosco bene quell'hotel. Ma qui bisogna, a mio parere, interrogarsi sull'interesse dalla parte della Russia nel mettere fine alle sanzioni che hanno penalizzato la sua economia. E non solo la sua».

La Russia promette denaro ai partiti occidentali per ottenere in cambio la fine delle sanzioni?

«Non c'è dubbio che la Russia stia forzando per mettere fine a queste sanzioni. Se fossi russo lo capirei. Da parte loro c'è molta irritazione e rabbia. Così come non accettano che molti paesi dell'ex impero sovietico abbiano scelto di far parte della Nato. Ma c'è anche un'irritazione italiana».

Da dove soffia?

«Dalla Lombardia e dal Veneto. C'è una corrente di interesse da parte di medie industrie che dalle sanzioni sono state danneggiate. È un problema vero e il partito che ha difeso questi interessi è chiaramente la Lega».

Ieri la subalternità del Pci a Mosca, oggi le sfilate della Lega sulla piazza Rossa e ci fa impazzire il «maledetto» Limonov. Malati di Russia?

«Se c'è un Paese che ha sempre avuto rapporti positivi con la Russia, quello è l'Italia. Un rapporto cresciuto quando il Pci favoriva i viaggi dei giovani quadri. Numerosi sono stati i matrimoni fra italiani e russi. Abbiamo partecipato perfino ai piani quinquennali di Stalin».

A suo avviso è vero che la Russia sta cercando di costruire un'arca di partiti euroscettici con la Lega in testa?

«Non è verosimile. Per una semplice ragione: è vero che la Russia ha i suoi servizi che lavorano dietro le quinte ma, quando si tratta di forzare le relazioni, dialoga sempre e solo con gli Stati. La Russia non si fida dei singoli partiti italiani. Il loro pensiero è semplice: non si fanno affari seri se non fra Stati».
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » lun lug 15, 2019 7:24 am

SCELTE NECESSARIE
Niram Ferretti
13 luglio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063


La demonizzazione di Matteo Salvini da parte della sinistra, ha superato quella nei confronti di Silvio Berlusconi.

Da quando il leader leghista è al centro del sistema politico italiano, si è mossa una immane macchina del fango atta a imbrattarne la figura.

La stessa cosa è accaduta in Israele nel 2015 quando ha vinto Netanyahu, la stessa cosa in USA quando ha vinto Donald Trump.

In Italia la sinistra domina culturalmente dal dopoguerra e non ha nel suo DNA i geni democratici. A parole, solo a parole sono per l'alternanza, ma quando vince la destra non sono assolutamente disposti ad accettarlo.

La criminalizzazione di Salvini, Netanyahu, Trump ha come scopo quello di rappresentarli come esempi di leader fascisti, razzisti, retrogradi che si oppongono al meraviglioso andamento del Progresso di cui, solo a sinistra sarebbero detentori.

Ora, detto questo, alcune cose vanno però evidenziate. Matteo Salvini, a cui va la mia incondizionata simpatia per il modo in cui viene attaccato, deve sfrondare le file del partito da gente impresentabile.

Solo un mese fa, era seduto a Washington davanti a Mike Pompeo, il quale gli ha espresso chiaramente i desiderata americani. Nessun canale aperto con la Cina e con Mosca, grande, grande circospezione.

Il caso montato in questi giorni contro di lui, il presunto Russiagate all'Italiana, è una evidente operazione tesa a screditarlo ma, ciò nonostante, una decisione netta va presa. O si sta con Washington o si sta con Mosca.

Le simpatie personali per Putin vanno messe da parte. La politica internazionale e l'ordine degli assetti diplomatici non è un giochino per ruspanti. E' una cosa terribilmente seria.

Se Salvini vuole durare a lungo, meglio che capisca che l'asse con l'Amministrazione Trump gli fornisce una longevità assai maggiore di quella con Vladimir Putin, naturalmente, sempre che Trump venga rieletto. Ma, in ognicaso, nessuna amministrazione americana vedrà di buon occhio un'apertura troppo larga nei confronti del Cremlino.

Voltare le spalle alla più grande potenza del pianeta per l'Italia può solo significare grandi pene.

Liberarsi dei 5 Stelle è essenziale al fine di una politica saldamente atlantista. Ma non basta. Bisogna bonificare il proprio partito dai filorussi fantozziani alla Savoni e quindi rimettersi bene in carreggiata.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » mar lug 16, 2019 6:33 am

Luttwak, Lega: "Non è stato un complotto degli Usa"
Roberto Vivaldelli - Lun, 15/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... GSEaK2aQ8s

Intervistato da Libero, il politologo americano Edward Luttwak interviene sul caso Lega-Russia: "Chi parla di un complotto dagli Stati Uniti è un analfabeta politico, gli Usa si fidano di Salvini".

Edward Luttwak, esperto di politica internazionale e consulente strategico del Governo degli Stati Uniti, non è certo uno che le manda a dire.

Intervistato a Libero, il politologo americano interviene sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega e fa a pezzi l'ipotesi di un complotto ordito dagli Stati Uniti: "Chi parla di un complotto dagli Stati Uniti è un analfabeta politico. La Cia è molto efficiente e attiva nei film, ma nella pratica fa poche cose e pure male. L'intercettazione è italiana" afferma Luttwak, secondo il quale Washington non è affatto preoccupata dei rapporti fra Mosca e Matteo Salvini: "Qui a Washington riteniamo più probabile la caduta di un asteroide sul Pentagono piuttosto che l' uscita dell' Italia dalla Nato o un riposizionamento del vostro Paese nello scacchiere internazionale al di fuori del blocco Occidentale" osserva smontando l'assurda tesi di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, secondo il quale la Lega "mette in discussione alleanze e collocazione strategica dell'Italia in Europa nel Patto Atlantico".

Luttwak ne è sicuro: Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di mettere in discussione l'alleanza con gli Usa, e anzi, è molto gradito al governo americano: "Salvini è appena stato in Usa e il suo viaggio è andato benissimo - spiega a Libero il politologo - ha trasmesso l' immagine di un leader giovane e dinamico, con un futuro importante davanti. Un uomo concreto, che non si perde in discorsi astratti e condivide la linea di Trump di contrasto all' immigrazione illegale. Nessun bisogno per il leader leghista di promettere di rimanere nella Nato, visto dove si trova l'Italia neanche il vecchio Pci voleva un' uscita dal Patto atlantico, mentre politicamente e culturalmente Roma deve essere vicina agli States. Se poi il vostro Paese riuscirà a coltivare anche buoni rapporti diplomatici con la Russia, tanto meglio per voi. E poi sa una cosa? I legami strategici tra Italia e Stati Uniti sono così profondi che non sarebbero removibili neppure da cento Salvini determinati a farlo, figurarsi da uno che neppure lo vuole".

L'esperto di politica internazionale difende il leader leghista dagli attacchi della sinistra: "Da che è diventato il leader italiano più popolare e potente, Matteo è accusato di tutto dai propri rivali politici" spiega. "Quel che gli rimprovera la sinistra fondamentalmente è l'ambizione di voler far applicare la legge. Strano Paese il vostro [...] Avete una tendenza unica a fottervene della legge in nome di interessi personali o di famiglia, oppure di presunti atteggiamenti umanitari" sottolinea Edward Luttwak. Che non rinuncia a stuzzicare Gino Strada, fondatore di Emergency, che aveva già punzecchiato a gennaio durante una una puntata de La Zanzara su Radio 24: "Mi chiedo perché Gino Strada e compagni, se vogliono correre in soccorso dei poveri, vadano fino in Afghanistan e non vadano invece a sporcarsi le mani a Scampia. Forse perché la loro è una battaglia politica e non umanitaria?".

Di recente, Luttwak, noto per non avere peli sulla lingua e per la sua schiettezza politicamente scorretta, si è scagliato contro la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete e contro il giudice – il gip di Agrigento Alessandra Vella – che l'ha scarcerata, non convalidandone l'arresto in quanto la 31enne "ha agito per salvare vite umane". "In Italia evidentemente la legge è facoltativa. Se il ladro è simpatico, carino, un bel ragazzo, lo lasciamo andare, mentre la legge si applica solamente se la persona è antipatica…", ironizza l'economista ai microfoni de La Zanzara, su Radio 24, e prosegue così: "Questa signora tedesca era lì per caso con la sua barca? O ci è andata deliberatamente per prendere i migranti in pratica alleata coi trafficanti che li hanno messo a bordo delle barche? In tacita alleanza con i futuri sfruttatori di questi immigrati. Questa è una tacita congiura".
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Re: Aiutiamo, critichiamo, contestiamo il nuovo governo

Messaggioda Berto » sab gen 25, 2020 4:04 am

Crisi di governo, no a nuove elezioni e il nuovo governo, forza Salvini
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
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