Scuola: unire elementari e medie, ritorno al prof prevalente e rientro dei docenti al Sud. Così la Lega vuole riformarla
Matteo Salvini ha illustrato l'ambizioso programma (di complessa realizzazione) già presentato in campagna elettorale dal responsabile Istruzione, Mario Pittoni. Riforma dei cicli, smantellamento della Buona scuola, graduatoria per le maestre magistrali tra le proposte del Carroccio
di CORRADO ZUNINO
14 marzo 2018
http://www.repubblica.it/scuola/2018/03 ... -191252526 ROMA - Ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini, in conferenza a Strasburgo ha parlato anche di scuola e università. E ha annunciato una riforma dei cicli scolastici: “Uniremo elementari e medie, introdurremo il prof prevalente”, ha detto. Programma ambizioso, il più ambizioso tra quelli presentati dai partiti. Di complessa realizzazione.
· IL MAESTRO-PROF PREVALENTE
La Lega, attraverso il suo responsabile federale all’Istruzione, Mario Pittoni, in campagna elettorale ha dettagliato la riforma possibile: unificazione di cinque anni di primarie e tre anni di medie inferiori in un unico ciclo. Per queste otto stagioni di studio sarà introdotto il cosiddetto “maestro e professore prevalente”. Il professore prevalente, uno soltanto, si occuperà delle materie principali (italiano, storia, geografia, scienze) e seguirà la classe per tutta la durata degli studi. Sarà affiancato dagli insegnanti delle materie specifiche (matematica, lingue, discipline sportive, discipline artistiche, musica). Chiuse le elezioni, lo stesso senatore Pittoni sembra meno sicuro della fattibilità della riforma dei cicli ribadita ieri a Strasburgo da Salvini: “E’ un’idea e non sarà calata dall’alto. Ci stiamo lavorando, ma prima di tutto dobbiamo rimettere la macchina organizzativa del ministero che oggi è ingessata”.
· IL RIENTRO DEI DOCENTI AL SUD
La seconda proposta forte è quella di attivare tutti gli strumenti a disposizione per riavvicinare i docenti al loro territorio. “Continuità didattica” e “continuità affettiva” devono avere la stessa valenza, dice Salvini. Si lavorerà al superamento dell’attuale sistema di reclutamento. Il principio da cui si parte è che gli stipendi degli insegnanti italiani – 1.250 euro netti il mese, considerando quello d’ingresso - non sono adeguati per gestire affitti e trasferte lontane.
· CONCORSI CON DOMICILIO PROFESSIONALE
La Lega vuole tornare ai concorsi su base regionale (non più nazionale): “Il candidato orienterà la scelta sulla regione dove concorrere, lo farà sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili”, spiega Pittoni. “Un candidato bravo di in una regione dove i bravi sono tanti potrebbe essere spinto a iscriversi nella regione vicina, che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro. A quel punto gli iscritti nell’altra regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità”. Lo dice ancora Pittoni.
· VIA LA CHIAMATA DIRETTA
La Lega vuole togliere dall’istruzione italiana la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che, seguendo la Buona scuola renziana, possono scegliere gli insegnanti di cui ha bisogno l’istituto all’interno di un bacino predefinito (la convocazione è impropriamente detta “chiamata diretta”). Introdotta con la Legge 107, la chiamata dei presidi è stata sempre contestata da un blocco importante di docenti.
· PRECARI, NIENTE PIÙ STOP DOPO 36 MESI
La Lega vuole abrogare la regola che prevede che dopo 36 mesi da precario, senza assunzione definitiva, il docente non possa proseguire nell’insegnamento. È l’interpretazione, quest’ultima, data dal Governo Renzi nel 2015 alla decisione della Corte di giustizia europea di sanzionare lo sfruttamento dell’insegnamento non stabilizzato: comma 131 della Buona scuola. “Vogliamo restituire il sonno a decine di migliaia di precari”, ancora Pittoni. Per i docenti non abilitati la Lega vuole riattivare i Pas (Percorsi abilitanti speciali), oggi superati dalla Buona scuola. Il ministero ora guidato da Valeria Fedeli su queste questioni ha previsto una serie di concorsi ad hoc, per abilitati e no.
· GRADUATORIA PER LE MAESTRE MAGISTRALI
Per le maestre diplomate che rischiano di non poter più insegnare dopo una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato, la Lega individua la soluzione in una modifica legislativa che estenda anche a queste il principio della “graduazione”, oggi previsto solo per la scuola secondaria. La questione riaccenderebbe lo scontro con le storiche Gae infanzia, laureate e in parte non ancora stabilizzate perché stralciate dal grande piano di assunzione della Legge107. Abilitati dell’infanzia e della primaria andranno inseriti in un elenco che diverrà una sorta di terza gamba rispetto alle graduatorie ad esaurimento e a quelle di merito del concorso 2016. “Sarà così da un lato riconosciuta e valutata positivamente l'abilitazione conseguita in percorsi accademici selettivi e dall’altro riconosciuta la valenza del servizio prestato”.
· SEVERITA’ NEL GIUDIZIO SUGLI STUDENTI
Ripristino del valore educativo della bocciatura. “Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, prima che degenerino”, dice Pittoni: “Ben vengano strumenti normativi e legislativi idonei a supportare chi fatica, ma senza rinunciare all'effetto deterrente della ripetizione dell'anno”.
· PIU’ POTERI ALLE REGIONI
Oggi esistono accordi particolari – pre-intese – del governo con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le Regioni, se la Lega avrà la guida del governo e del ministero dell’Istruzione, godranno di maggiore autonomia sul piano organizzativo.
LETTERA A SALVINIdell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante
https://www.facebook.com/gruppodifirenz ... 3819534550 Premettiamo che, come associazione di docenti, non nutriamo alcuna ostilità per la Lega e consideriamo con la massima obbiettività e altrettanto interesse ogni proposta riguardante la scuola che da essa proviene, così come quelle provenienti da ogni altro partito. Per la verità non ci aveva convinto il leader Salvini quando aveva ritenuto di ripetere la nota litania dei tre mesi di vacanza che renderebbero gli insegnanti una categoria di privilegiati bramini. Quanto ha da poco dichiarato in un consesso europeo, però, costituisce un approccio più serio, e merita pertanto un commento articolato. Ci riferiamo, in primo luogo, alla proposta di unificare scuola elementare e media di primo grado.
In proposito, ci chiediamo perché mai ogni partito che si affaccia (o che si prepara ad affacciarsi) nelle ovattate stanze del MIUR esordisca con l’intento di modificare l’architettura dei cicli scolastici. A sommesso parere dell’AESPI si tratta di un approccio sbagliato, simile a quello di chi, intendendo edificare un palazzo, principia l’opera innalzando la struttura portante ma omettendo le fondazioni. E le fondazioni sono gli insegnanti e il loro lavoro, come ben comprese l’autore dell’unica vera riforma della scuola italiana, quel Giovanni Gentile che non si sognò di rimaneggiare l’architettura dei cicli istituiti dalla legge Casati, ma valorizzò il profilo professionale dei docenti considerandoli il vero centro motore dell’istituzione, e pensando la lezione – proprio quella “lezione frontale” che oggi suscita il disprezzo dei didattologi – come il cuore di tutto ciò che a scuola si fa.
Ma lasciamo il glorioso passato e veniamo al precario presente. E proviamo, noi dell’AESPI, a porgere a Salvini e al responsabile scuola della Lega Mario Pittoni qualche domanda e qualche modesta indicazione che vada al di là di una superficiale, per quanto suggestiva, ristrutturazione.
1) Sono consapevoli, i dirigenti della Lega, che in moltissime classi, soprattutto degli istituti professionali e tecnici, l’indisciplina è tale che l’attività didattica è sostanzialmente impossibile, e che pertanto NON viene svolta? Che migliaia e migliaia di ore di non lezione vengono spese tra urla, insulti e accorate quanto vane reprimende? Che spessissimo questo stato di cose, di per sé esiziale, sfocia in atti di vera e propria violenza, fra gli studenti e contro gli insegnanti? Le cronache sono piene di questi fatti, che appartengono ormai alla quotidianità di quasi ogni istituto. Sanno altresì che moltissime scuole sono luoghi di spaccio e consumo di stupefacenti? Si rendono conto che in classi siffatte la promozione e la bocciatura vengono decise sulla base di considerazioni che nulla hanno a che vedere con il rendimento, ma di natura diciamo così socio-familiare? Bene, è evidente che questo stato di cose non può essere modificato accorpando elementari e medie o grazie a similari alchimie, ma piuttosto eliminando il famigerato “Statuto delle studentesse e degli studenti” di matrice berlingueriana e istituendo un sistema disciplinare meno farraginoso, più rapido e rigoroso, tale da costituire un efficace deterrente per chi scambia la scuola per una palestra di boxe.
2) Sanno essi che il docente trascorre buona parte della propria vita professionale non a insegnare, non a leggere e documentarsi, ma a compilare moduli, siano essi cartacei che elettronici? Immaginano che questo genere di espletamenti avvilisce e disamora della propria professione chi l’ha scelta essenzialmente perché interessato alla cultura e al rapporto umano? Ebbene, se lo sanno operino per la traslazione di TUTTE le procedure burocratiche al personale di segreteria, riservando agli insegnanti le sole incombenze didattiche.
3) A proposito, hanno mai sentito parlare della cosiddetta “didattica per competenze”? Estraiamo dal web la seguente illuminante definizione: “La competenza è una dimensione della persona che, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare”. Il buon intenditor capisce subito che la definizione significa tutto e niente, e che la predetta “didattica” consiste nella somministrazione di dosi massicce di aria fritta. Bene, vogliano per cortesia restituire al “programma” e alla “nozione” le dignità perdute, lasciando le “competenze” alle follie didattistiche figlie, o almeno nipoti, della pedagogia deweyana?
4) Si sono chiesti gli addetti al settore scuola della Lega la ragione del proliferare presso gli studenti di disturbi di varia natura che autorizzano i consigli di classe a predisporre programmazioni facilitate e conseguenti promozioni automatiche? Non è per caso in corso quella che vorremmo chiamare la “medicalizzazione dell’asino” la quale, mentre deresponsabilizza insegnanti e alunni spostando in altro ambito il trattamento di questi ultimi, produce un notevole indotto in termini di occupazione? E nei casi in cui le varie “dis” (-lessia, -grafia, -calculia, ecc.) avessero fondamento, non sarebbe utile interrogarsi sulle metodologie didattiche in uso presso le scuole elementari, per verificare se le radici di queste pandemie non risiedano nei primi anni di scolarizzazione?
5) E infine, considerato che la Lega ha giustamente a cuore il tema dell’identità, hanno mai dato un’occhiata gli esperti di scuola di questo partito alle antologie scolastiche, segnatamente quelle scuole medie e del biennio delle superiori? Sono pressoché scomparsi, in nome dell’accoglienza e dell’inclusione, gli autori italiani. Fra romanziere sudafricane, sufi mediorientali e poeti amerindi, s’innabissa e scompare la nostra letteratura, che pure annovera qualche discreto scrittorello.
Ecco, Aespi consegna alla Lega queste modeste osservazioni e auspica che questo partito, reduce da una vittoria elettorale cui più di qualche insegnante ha certamente contribuito, voglia mettere mano a quelli che sono i veri punti nevralgici del sistema scolastico, tralasciando operazioni di pura facciata.
Il Presidente Angelo Ruggiero
Il responsabile della Comunicazione Alfonso Indelicato
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