Casta clerical rełijoxa

Casta clerical rełijoxa

Messaggioda Berto » dom dic 15, 2013 6:50 am

Casta clerical rełijoxa
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http://chartitalia.blogspot.it/2007/09/ ... preti.html

I costi della casta dei preti

Si fa tanto parlare dei costi della casta politica: si pubblicano libri, si mobilita la Confindustria con il suo presidente Monteprezzemolo, ci sono campagne di stampa orchestrate dai media nazionali, e sinanche un ex-ottimo comico ora pessimo politico. Mentre è proibito parlare della casta delle gerarchie ecclesiastiche e dei suoi costi colossali. Ci ha provato Curzio Maltese in uno strepitoso articolo comparso su Repubblica.

I dettagli potete vederli nell'articolo citato. Qui ci limitiamo a riportare le conclusioni in estrema sintesi. La casta politica sembra che ci costi sui 4 miliardi di euro all'anno. Ecco invece la lista dei costi dei preti: 1 milardo di 8 per mille (ai cui misfatti abbiamo dedicato una intera serie oltre un anno fa), 650 milioni di stipendi per gli insegnanti di religione (cattolica, ovviamente), 700 milioni prelavati da soldi pubblici per convenzioni su scuola e sanità gestite da preti. Altri 250 milioni per eventi vari quali i viaggi del papa e Grandi Eventi. E poi ce la lunga sfilza di esenzioni fiscali, al centro di una inchiesta della Unione Europea: tra i 400 e 700 milioni di euro per mancato versamento di ICI, 500 milioni le esenzioni Irap/Ires ed altre imposte, 600 milioni di elusione per il turismo cattolico (40 milioni di viaggi di pellegrini). Totale: oltre 4 miliardi di euro. Nè più nè meno che per il costo di mantenimento della classe politica.

Solo che questa è eletta da tutti e, se pure con tutti i limiti che sappiamo, soggetta a qualche forma di controllo. Mentre la Chiesa rappresenta a mala pena il 30% degli italiani. E senza alcuna possibilità di controllo.

"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Indovinate di chi è questa citazione? La soluzione si trova nell'articolo citato.



L'otto per mille
https://it.wikipedia.org/wiki/Otto_per_mille
L'otto per mille (spesso abbreviato in 8xmille) è la quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF, che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazioni dei redditi, fra se stesso e le confessioni religiose che hanno stipulato un'intesa. È stata introdotta dall'art. 47 della legge n.222 il 20 maggio 1985, in attuazione dell'Accordo di Villa Madama del 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, nella qualità di rappresentante della Chiesa Cattolica. La norma stabilisce gli ambiti nei quali i soggetti beneficiari dell'otto per mille possono impiegare i fondi ricevuti, nonché il meccanismo di calcolo di tale quota.

I contribuenti non sono tenuti ad esercitare obbligatoriamente l'opzione per la destinazione dell'otto per mille. Tuttavia, anche l'otto per mille del gettito fiscale di chi non effettua una scelta o di chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi viene ripartito tra i soggetti beneficiari, in proporzione alle scelte espresse (mediamente il 42,73% dei contribuenti hanno espresso una scelta tra il 1990 e il 2007) e salvo rinuncia unilaterale dei medesimi.
Nel 2014 la Corte dei Conti ha rilevato che i fondi destinati alle religioni sono “gli unici che, nell'attuale contingenza di fortissima riduzione della spesa pubblica in ogni campo, si sono notevolmente e costantemente incrementati”. “Nel corso del tempo, il flusso di denaro si è rivelato così consistente da garantire l'utilizzo di ingenti somme per finalità diverse”, dando così vita “a un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana”.
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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » dom mar 23, 2014 8:34 am

Arnaldo da Brèsa

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http://it.wikipedia.org/wiki/Arnaldo_da_Brescia
Arnaldo da Brescia (Brescia, 1090 – Roma, 18 giugno 1155) è stato un religioso bresciano.
Fu un riformatore religioso caratterizzato da notevole eloquenza e forte avversione per l'istituzione tradizionale ecclesiastica. I punti fondamentali del suo radicale programma di riforma, da collegarsi alle idee del movimento milanese dei Patarini, erano: la rinuncia della Chiesa alla ricchezza e il suo ritorno alla povertà evangelica, l'abbandono del potere temporale, la predicazione estesa ai laici, la non validità dei sacramenti amministrati da un clero non degno, la confessione praticata tra fedeli e non ai sacerdoti.

A venticinque anni, Arnaldo divenne canonico agostiniano e si trasferì a Parigi, dove ebbe come maestro Pietro Abelardo e dove lesse avidamente tutte le opere dei Padri della Chiesa. Al suo ritorno a Brescia, nel 1119, iniziò una serrata propaganda anticlericale, decisamente innovativa per i tempi: Arnaldo accusava il clero ed in particolare il vescovo di Brescia Manfredo, di possedere terre, di interessarsi di vicende politiche e di praticare usura, predicando il ritorno alla povertà evangelica, all'elemosina e alla solidarietà.
Nel 1139 le sue idee e quelle di Abelardo vennero giudicate eretiche dal Concilio Lateranense II e per tale motivo egli decise di lasciare l'Italia ed andare in Francia dall'amico Abelardo. Qui partecipò al Concilio di Sens del 1140, teatro della disputa tra Abelardo e Bernardo di Chiaravalle. Quest'ultimo prevalse ed ottenne dal re Luigi VII l'espulsione dalla Francia di Arnaldo. Questi allora si recò prima a Zurigo e poi in Boemia nel 1143, accolto dal legato pontificio Guido di Castello, futuro papa Celestino II.
Chiesto ed ottenuto il perdono da papa Eugenio III, Arnaldo tornò poi a Roma nel 1145 dove, con la cacciata del pontefice seguita alla rivolta del 1143, era stato istituito un libero comune retto da un senato oligarchico e da un patricius.

In tale situazione Arnaldo si gettò completamente nell'agone politico giungendo a fomentare con accalorati comizi le sue tesi anti-papali e rivoluzionarie, tese a fare di Roma un'entità politica nuova e sganciata dalla Chiesa; questo comportò la scomunica da parte del papa nel 1148, ma godendo del favore popolare, non fu mai perseguitato.
Fallita l'esperienza del libero comune, Arnaldo ed i suoi numerosi seguaci, detti arnaldisti, mossi dallo spirito antipapale, pensarono quindi di far rinascere uno stato imperiale a Roma e si rivolsero a Federico Barbarossa per convincerlo a scendere su Roma ed instaurarvi un potere laico opposto a quello del papa. Nel 1152 il papa Eugenio III riconobbe il Comune come entità politica, ma non poté godere a lungo della pace perché morì di lì a poco.

Dopo il brevissimo pontificato di papa Anastasio IV, divenne papa nel dicembre 1154 Adriano IV. Nel 1155 Adriano IV colpì d'interdetto Roma, in seguito all'assassinio di un cardinale, con la promessa di revocare la decisione solo se Arnaldo fosse stato esiliato dalla città. A questo punto la città si schierò contro Arnaldo e si sollevò contro il Senato. Arnaldo fu quindi costretto a fuggire da Roma e vagare come ospite di alcune potenti famiglie della campagna romana, tra cui il Visconte di Campagnano. Era qui ospite quando l'Imperatore Federico I Barbarossa, in Italia per essere incoronato, ordinò al Visconte la consegna di Arnaldo che fu quindi tradotto a Roma.

Probabilmente intorno al giugno 1155, ma non è certa la data esatta, Arnaldo venne condannato dal tribunale ecclesiastico all'impiccagione, ed il suo corpo fu arso al rogo mentre le sue ceneri furono sparse nel Tevere, per impedire che se ne recuperassero i resti mortali. Il reale capo d'accusa non fu la predicazione contro l'abuso delle ricchezze da parte del clero, contro il quale aveva combattuto ferocemente anche il suo nemico Bernardo di Chiaravalle, bensì il rifiuto assoluto del potere temporale del Papa e della Chiesa, che San Bernardo e gli altri avversari di Arnaldo consideravano «eresia».

La figura di Arnaldo da Brescia fu riscoperta dai giansenisti lombardi nel settecento e fu celebrata da Giovanni Battista Niccolini, nella tragedia a lui dedicata, come quella di un eroe anticlericale vittima di un imperatore tedesco. La cultura laica dell'Ottocento lo esaltò come un martire del libero pensiero, mentre la Riforma Protestante ne fa un suo antesignano.

Un suo mezzobusto si trova a Villa Borghese, accanto all'orologio.

Ad Arnaldo è dedicato il Liceo Ginnasio Statale Arnaldo, liceo classico bresciano e il vicino Piazzale Arnaldo, dominato dal monumento a lui dedicato, opera di Odoardo Tabacchi nonché, a Roma, una porzione di Lungotevere, tra ponte Nenni e ponte Regina Margherita.

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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » sab apr 26, 2014 8:32 am

Papa Bergojo el vive ente n’apartamento de 70 m2;

El Cardinal Berton l’ex segretario de stado el vive so n’apartamento/atego de 700 m2.

http://lasentinella.gelocal.it/cronaca/ ... -1.9098149

Sta facendo il giro del mondo la notizia dell’attico di Palazzo San Carlo, a Roma, dove presto andrà ad abitare il cardinale Tarcisio Bertone, fino a sei mesi fa Segretario di Stato vaticano. Settecento metri quadrati che avrebbero mandato su tutte le furie Papa Bergoglio. Le Monde parla di un Papa furioso, El Pais riferisce che Bergoglio è rosso d’ira. Non è un mistero, infatti, che Papa Francesco abbia scelto come propria dimora Casa Santa Marta, un bilocale di appena 70 metri quadrati.



Bertone accusa gli altri cardinali: "Hanno case più belle della mia"
Sergio Rame - Ven, 01/04/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 41227.html

"Fosse per me potevo pure tornarmene al mio paese, però qui ho ancora del lavoro, del resto sono quarant'anni che presto servizio in Vaticano, e poi sarebbe come dargliela vinta a tutti quelli che mi attaccano".

L'indagine del Vaticano sul suo attico non lo scalfisce. Il cardinale Tarcisio Bertone non molla e, intervistato dal Corriere della Sera, rilancia addirittura: "Mi pare una manovra evidente per distogliere l'attenzione dal processo Vatileaks. Che altro motivo ci sarebbe per uscire adesso? Bertone fa sempre notizia". E a chi gli ricorda il brutto affare sul suo appartamento, lui dice che ci sono almeno "trenta cardinali che hanno case più belle" della sua.

"L'appartamento - dice - mi fu assegnato d'accordo col Governatorato e col Papa". E precisa: "Non è questione di grande o piccolo: era libero questo. Del resto le metrature degli appartamenti disponibili tendono ad essere ampie, ai tempi li facevano cosi. Ci sarà una trentina di cardinali che vive in appartamenti anche più grandi. D'altra parte che si può fare, ricavarne monolocali?". E ribadisce che, aldilà della metratura, "non c'è nulla di lussuoso", ma si è limitato a risanare "ambienti abbandonati". E poi, come ha già più volte spiegato, non ci vive da solo, ma con tre suore che lo aiutano e la segretaria. "Ci sono le camere per tutti, la biblioteca, l'archivio...", rivela il cardinale confermando di non aver saputo che la Fondazione Bambino Gesù si stesse adoperando per pagare la ristrutturazione. "Io stesso - dice al Corriere della Sera - ho cercato benefattori che pagassero la ristrutturazione di un appartamento che, lo ricordo, non è mio ma di proprietà del Governatorato. Poiché non se ne sono trovati, ho pagato di tasca mia, e salato, con i miei risparmi (300mila euro, ndr), solo dopo sono saltati fuori pagamenti ulteriori, si parlava di duecentomila e adesso vedo che sarebbero addirittura 422 mila euro, più del doppio - continua - di queste manovre, di questa filiera di pagamenti io non sapevo assolutamente nulla".

C'è, però, la questione della donazione di 150mila euro al Bambino Gesù. "Ho voluto fare una donazione volontaria per sostenere la ricerca sulle malattie rare - si difende - è vergognoso che alcuni continuino a parlare di 'risarcimento'. Io non ho restituito nulla perché non ho rubato nulla. La presidente dell'ospedale ha riconosciuto la mia estraneità, il cardinale Parolin ha detto che la questione è risolta - conclude - saranno altri se mai a dover rispondere, io non sono sotto indagine".
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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » mer mag 07, 2014 12:52 pm

Ła cexa catołego-romana e i romani sasini de l’ebreo Cristo

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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » mar giu 24, 2014 7:23 pm

Come il mondo antico è diventato cristiano

http://www.ereticamente.net/2011/09/com ... ntato.html


Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un’epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.

Io credo che la spiegazione di ciò sia complessa, richiamando una serie di fattori che hanno agito come concause, ma non sia assolutamente un mistero (i misteri, nei limiti del possibile, lasciamoli a chi ha “fede”).
Per prima cosa, occorre notare che il cristianesimo è venuto a inserirsi al momento opportuno in una crisi che aveva origini più remote. Il punto chiave è che all’interno dell’ecumene circum-mediterraneo “romano” l’elemento romano-italico era da tempo in declino demografico, e tu certamente mi insegni (1) che nessuna istituzione può reggere a lungo quando viene a mancare l’elemento umano che l’ha prodotta.

Occorre tenere presente che Roma si è trovata coinvolta in una serie interminabile e quasi continua di guerre prima dentro la Penisola italica, poi fuori dalla stessa, fin dall’età repubblicana.

Gli effetti economico-sociali di questa situazione sono abbastanza noti: l’economia antica era un’economia essenzialmente agricola. Gli effetti di questa situazione erano completamente diversi sulla piccola proprietà terriera a conduzione familiare e sulla grande proprietà.

La piccola proprietà contadina gestita da aziende a conduzione familiare, quelli che oggi chiameremmo “coltivatori diretti”, veniva a trovarsi in difficoltà crescenti per l’assenza del capofamiglia che ne era anche la principale forza lavoro. La grande proprietà se la cavava molto meglio perché poteva contare su lavoro servile, non solo ma si presentava sistematicamente la possibilità di allargarsi acquistando a prezzi stracciati i fondi dei piccoli proprietari indebitati.

Tutto il periodo delle guerre civili, dai Gracchi all’affermazione del principato, è la lotta fra piccoli proprietari indebitati e grandi proprietari che si stanno trasformando in latifondisti.

Le richieste costanti della parte plebea sono la cancellazione dei debiti e la distribuzione di terre ai veterani (quest’ultima troverà accoglimento solo in epoca bizantina, e probabilmente la sua soddisfazione fu determinante nel consentire a Bisanzio di sopravvivere per altri mille anni).

Quali sono gli effetti demografici di questa situazione? L’estensione del latifondo e la progressiva scomparsa della piccola proprietà contadina comportarono il passaggio dall’agricoltura intensiva all’agricoltura estensiva e alla pastorizia, cioè a una brusca diminuzione della redditività della terra per unità di superficie, oltre che a un sempre più ampio ricorso al lavoro servile, mentre i contadini espulsi dalle campagne in genere non avevano scelta se non di inurbarsi, entrare a far parte di quelle plebi urbane che vivevano perlopiù di espedienti e che gli imperatori cercavano di tenere buone dando loro “panem et circenses”.

In questo passaggio dalla campagna alla città, la fecondità delle famiglie cala bruscamente perché non c’è più l’incentivo a mettere al mondo figli che rappresentino braccia utili per il lavoro dei campi. Nel frattempo, il posto di costoro sulla terra viene preso sempre più dalla manodopera servile, ossia da un’accozzaglia di stranieri provenienti da ogni angolo del Mediterraneo.

E’ importante tenere presente anche il calo di redditività della terra, che comporta una politica di sempre nuove guerre e conquiste per procurarsi il necessario ad andare avanti. Man mano che lo stato romano si allarga includendo sempre più componenti allogene, l’elemento romano-italico si diluisce.

In età imperiale l’agricoltura italica era così poco remunerativa che il grano necessario per sfamare una popolazione crescente veniva quasi interamente dall’Africa e fu la conquista dell’Africa romana da parte dei Vandali di Genserico a determinare a tutti gli effetti il collasso dell’impero romano d’Occidente.

Che cosa i Romani stavano inglobando, cosa era entrato a far parte dello stato romano sempre meno romano? Certamente, l’inclusione di altri elementi europei, Veneti, Celti, Illiri, non poteva essere un fatto di per sé negativo, ma c’era soprattutto l’Oriente (e l’Africa del nord) “ellenistico”, che tra l’altro rappresentava le maggiori risorse economiche e il maggior peso demografico, ed è qui che il cristianesimo si incisterà per iniziare la sua diffusione.

Bisogna dire la verità su questo “ellenismo” che di “ellenico” aveva poco o nulla. Le campagne militari di Alessandro, misero nelle sue mani e in quelle dei suoi eredi l’impero persiano, la prima potenza multinazionale, di cui la Grecia-Macedonia risultava a tutti gli effetti un’appendice. Ben presto, elementi e cultura nativi avevano salito la gerarchia degli stati ellenistici, permeando facilmente il tenue velo rappresentato dall’esigua élite dei conquistatori ellenici. I centri importanti dell’ellenismo non sono in Grecia, anche Atene ha ormai un ruolo marginale, ma in Oriente, Antiochia e Alessandria.

Esiste un parallelismo tra le conquiste di Alessandro e l’espansione romana, sul quale sarebbe necessario riflettere: il passaggio improvviso o quasi improvviso dalla dimensione delle polis, delle città-stato (lo era anche Roma) all’impero universale senza praticamente passare per una dimensione intermedia di stato-nazione ritrovandosi con istituzioni che appaiono drammaticamente sottodimensionate alla nuova realtà.???

Una cosa che io trovo molto significativa, è che la lingua latina attecchì in Gallia e in Iberia, ma anche nella Dacia, l’ultima e più precaria conquista romana, ma l’unica terra in Oriente fuori da quel contesto “ellenistico” che del latino non ne voleva proprio sapere, mostrando in ciò, ma non soltanto in ciò, l’avversione e l’incompatibilità con tutto ciò che fosse autenticamente romano.

Oswald Spengler ne Il tramonto dell’Occidente ha parlato di una “civiltà arabo-magica” nascosta nell’età antica dalla presenza della civiltà classica, che sarebbe venuta allo scoperto in modo evidente soltanto con l’islam, ma che sarebbe esistita già molti secoli prima di Maometto. Personalmente, sono incline a dargli ragione, a ritenere che il mondo “ellenistico” sia stato solo annesso politicamente da Roma, ma rimaneva un mondo assolutamente non romano né romanizzabile.

Tanto per completare il quadro, poi in varie parti dell’impero esistevano i dediticii, popolazioni che si erano sottomesse spontaneamente a Roma, e ne avevano ricevuto l’equivalente di un semplice vassallatico, si amministravano con le loro leggi o le loro usanze, popoli che rimanevano avulsi dalla civiltà romana, spesso non comprendevano nemmeno il latino, e certo non avrebbero mosso un dito in favore della romanità.
Costantino con l’editto di Milano attribuì in prima battuta ai cristiani lo status di dediticii, con vari vantaggi come l’esenzione dal servizio militare.

Un sistema basato sul latifondo e il lavoro servile doveva portare per forza a un drammatico acutizzarsi delle differenze sociali e allo scollamento fra i popoli dell’impero e la classe dirigente e le istituzioni statali proprio quando la massiccia introduzione di schiavi rendeva la composizione etnica sempre più frammentata. A questo si aggiunge anche il fatto che i costi delle continue guerre (prima di conquista, poi guerre civili provocate dalla fragilità istituzionale dell’impero romano, dove la successione finiva per essere decisa dagli scontri armati fra le legioni) e del crescente, ipertrofico apparato burocratico, comportavano una fiscalità sempre più esosa.

Da qui, le frequenti rivolte contadine, dei bagaudi nelle Gallie, dei circellioni in Africa. Tra l’altro, nella rivolta africana dei circellioni (braccianti a giornata) si inserì il movimento dei donatisti (un gruppo cristiano radicale) fornendo, per così dire, il supporto ideologico, mentre la Chiesa ufficiale condannava l’eresia donatista rassicurando il potere imperiale e inaugurando un gioco delle parti che i cristiani avrebbero spesso ripetuto con consumata abilità nei secoli, mostrandosi rivoluzionari e conservatori a seconda delle circostanze, e approfittando destramente di tutte le opportunità per ingrandire il proprio potere.

Senz’altro questa situazione di crisi ha favorito a partire dal II secolo E. V. la diffusione delle cosiddette religioni soteriologiche, ossia predicanti una salvezza ultraterrena e/o consistente nella fuga dal mondo, nell’abbandono dell’interesse per la dimensione politico-sociale, della ricerca o dell’attesa di un redentore di un qualche genere.

La crisi della religione capitolina è da mettere prima di tutto in relazione con la rarefazione dell’elemento romano-italico che ne era, fuori discussione, il suo supporto naturale. All’epoca si sviluppa la “mitologia classica” ma è un’operazione letteraria realizzata appiattendo le differenze fra il pantheon capitolino e quello olimpico, e mi pare richieda anche una buona dose di scetticismo e/o un interesse puramente erudito per le credenze degli avi, e comunque riguardava solo gli strati sociali alti e acculturati.

A livello popolare, invece, si può dire “tutto fa brodo”: si riscoprono e si diffondono gli antichi culti misterici, nascono il neoplatonismo e il neopitagorismo che valorizzano i cascami mistici del pensiero di Platone e di Pitagora, ma soprattutto tanta mistica, tanto magismo orientale: il culto isiaco dall’Egitto, poi mitraismo, manicheismo, zoroastrismo, gnosticismo e chi più ne ha più ne metta.

In tutte queste tendenze emerge qualcosa che è esattamente il contrario dello spirito romano: uno spirito servile, femminile, infantile che si inginocchia davanti a una figura-feticcio per impetrare la redenzione: Iside, Orfeo o Cristo non fa molta differenza.

Il romano è a livello etico prima di tutto l’uomo in piedi davanti agli uomini e davanti agli dei, con lo sguardo sereno e il ciglio asciutto davanti alla vita e davanti alla morte. “Et facere et pati fortiter romanum est”, “Che accada quello che può, io farò quel che devo”, che non ha bisogno di essere né consolato né redento.

Non è certamente un caso che fra tutti questi culti, quello che si affermò di più nell’ambiente militare fu quello di Mithra, infatti fra di essi era probabilmente il meno svirilizzato e il meno svirilizzante; certo, non si può nemmeno fare il paragone fra esso e il culto di Cibele, “grande madre” orientale, officiato da sacerdoti castrati e vestiti da donna.

Questi culti hanno dissodato il terreno al cristianesimo, non solo perché il cristianesimo riciclerà parecchie delle loro concezioni, ma perché crearono la mentalità del “fedele” psicologicamente dipendente da una divinità-feticcio da cui si aspetta “la salvezza”.

Rispetto a tutti questi culti, il cristianesimo aveva però un vantaggio che alla lunga si rivelerà determinante: un’organizzazione gerarchica ben strutturata e ramificata, con un’efficienza “militare”, e che controllava strettamente la vita dei fedeli (E’ ben noto l’episodio di “san” Pietro che uccise o fece uccidere i coniugi Anania e Zaffira per non aver versato interamente alla comunità cristiana il ricavato della vendita di un campo).

A partire dal III secolo gli imperatori avevano ben compreso che era necessario ricostruire l’unità religiosa dell’impero, anche perché solo da essa poteva venire la legittimazione del potere imperiale. I Severi e Aureliano tentarono di instaurare un culto solare. Diocleziano mirò alla divinizzazione della stessa figura imperiale. Costantino mirò a utilizzare il cristianesimo (a cui non credeva) per il medesimo scopo.

Come è successo che questa fede nata dal tronco del messianesimo ebraico, dallo spirito di rivolta antiromano, e poi divenuta il catalizzatore di tutti i ribelli e i malcontenti, vista fin allora come un pericolo e conseguentemente perseguitata, ha finito per essere vista come la soluzione della crisi spirituale dell’impero?

Una risposta interessante e probabilmente valida, l’ha data uno studioso rumeno, Vasile Florescu. Certamente è paradossale, ma è un fatto che negli anni della Cortina di Ferro, l’anticlericalismo comunista consentiva di esprimersi su queste tematiche con maggiore libertà di quella di cui “godiamo” nel “libero” Occidente:
“Lo stato gigantesco ed eccessivamente centralizzato si trovava ad avere bisogno di un nuovo tipo di impiegato, di un impiegato che fosse maestro di calcolo e di tachigrafia e non stesse a guardare indietro verso la libertà civile perduta. Il funzionario di vecchio tipo formatosi attraverso gli studi letterari dominati dalla retorica e capace di parlare bene, citare filosofi e poeti, di pensare in fondo con maggiore profondità, non può più soddisfare le esigenze di un’epoca in cui la magistratura si trasforma in burocrazia. Tale funzionario poi, sempre per la sua formazione di vecchio stampo, tende a rimpiangere il periodo delle libertà repubblicane, e non è certo questo che può cattivare la fiducia dell’imperatore. I dirigenti cristiani si sono accorti per tempo di questa situazione.

Le dichiarazioni di fedeltà all’ordine costituito – “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” –, gli inviti rivolti agli schiavi perché restassero alle condizioni in cui si trovavano – “I padroni sono di Dio” – miravano ad uno scopo ben precisato.
L’editto del 313 che eleva il cristianesimo al rango di religione ufficiale è il risultato di un’abile infiltrazione nei quadri dell’apparato statale a livello basso e medio e, insieme, dei ripetuti, ostinati tentativi di tranquillizzare gli imperatori” (2).
In poche parole, a un sistema totalitario servono uomini totalitari, e i cristiani lo sono.
Costantino non era cristiano, sebbene presiedesse il concilio di Nicea che doveva definire i caratteri dottrinali della nuova fede che per lui era semplicemente un instrumentum regni come il culto solare per i severi e aureliano. è leggenda, probabilmente inventata, che si sia fatto battezzare sul letto di morte, o ciò può essere stato fatto quando non era più cosciente. egli però non si avvide che non ci si poteva servire del cristianesimo, ma solo servirlo.

Dopo Costantino e il tentativo di restaurazione di Giuliano, arriva Teodosio che è ormai uno strumento nelle mani dei cristiani, in particolare del vescovo sant’ Ambrogio. Questo imperatore-pupazzo che la Chiesa orientale ha addirittura canonizzato compie quello che è forse l’atto più infame di quasi due millenni di storia: l’editto di Tessalonica del 380 E. V. con il quale il cristianesimo diventa religione ufficiale dello stato romano e continua a perseguire i culti degli avi come un delitto passibile della pena di morte.

La vera cristianizzazione dell’impero comincia con Tessalonica, perché fino ad allora, nonostante tutti i fattori di crisi che abbiamo visto, non era cristiana più di un terzo della popolazione in Oriente e meno di un sesto in Occidente, e fu una “conversione” ottenuta con la più brutale delle violenze, una gigantesca operazione di stravolgimento dell’anima dei popoli dell’ecumene circum-mediterraneo che trova un paragone (debole, tra l’altro) forse solo nell’opera di sovietizzazione della Russia compiuta da Stalin.

Il terrificante supplizio a cui era stata sottoposta la povera Ipazia è stato solo un piccolo antipasto dell’orgia di violenza scatenata sotto il segno mortifero della croce: i culti pagani furono non solo proibiti, i sacerdoti e i fedeli che osavano resistere furono massacrati, i templi furono profanati trasformandoli in stalle, postriboli e chiese cristiane; gli inquisitori di Teodosio nella loro furia arrivarono addirittura a “giustiziare” bambini che avevano giocato con i frammenti delle statue degli dei abbattute.

Questa è una parte della nostra storia che gli storici ufficiali, quelli stessi che enfatizzano le persecuzioni pagane contro i cristiani si guardano bene dal raccontare.
Lo storico greco Vlasis Rasias l’ha fatto mettendoci sotto gli occhi una realtà che molti vorrebbero restasse sconosciuta, nel libro La distruzione dei templi.

Quello che segue è un estratto del libro di Rasias apparso sul sito della Congregazione degli Ellenici:

“Anno 314 – Immediatamente dopo la sua piena legalizzazione, la chiesa cristiana attacca i pagani: il concilio di Ancirra denuncia il culto della Dea Artemide.
Anno 324 – L’imperatore Costantino dichiara il cristianesimo come l’unica religione ufficiale dell’impero romano. In Didima, in Asia minore, viene saccheggiato l’oracolo del Dio Apollo e i sacerdoti pagani vengono torturati sino alla morte. I pagani vengono allontanati dal Monte Athos e sono distrutti tutti i templi greci del luogo.
Anno 326 – L’imperatore Costantino, seguendo le istruzioni di sua madre Elena, distrugge il tempio del Dio Asclepio in Aigeai, in Cilicia e molti templi della Dea Afrodite in Gerusalemme, Afaka, Mambre, Feniciea, Baalbek, ecc.
Anno 330 – L’imperatore Costantino ruba i tesori e le statue dei templi pagani della Grecia per decorare la Nuova Roma, Costantinopoli, la nuova capitale dell’impero.
Anno 335 – L’imperatore Costantino saccheggia molti templi Pagani dell’Asia Minore e della Palestina e ordina l’esecuzione per crocifissione di “tutti i maghi e indovini”. Viene martirizzato il filosofo neoplatonico Sopatrus.
Anno 341 – L’imperatore Flavio Giulio Costanzo perseguita “tutti gli indovini e gli ellenici”. Molti pagani greci sono imprigionati o giustiziati.
Anno 346 – Nuove persecuzioni su larga scala contro i pagani di Costantinopoli. Viene bandito il famoso oratore Libanius, accusato di essere un “mago”.
Anno 353 – Un decreto di Costanzo ordina la pena di morte per tutti coloro che pratichino sacrifici e idolatria.
Anno 354 – Un nuovo decreto ordina la chiusura di tutti i templi pagani. Alcuni di questi sono profanati e trasformati in bordelli o sale da gioco. Sono giustiziati molti sacerdoti pagani.
Anno 354 – Un nuovo editto di Costantino ordina la distruzione dei templi pagani e l’esecuzione di tutti gli idolatri. Primi roghi di biblioteche in varie città dell’impero. Le prime fabbriche di cemento vengono costruite vicino ai templi pagani chiusi. La gran parte delle sacre architetture dei pagani vengono ridotte a calcinacci.
Anno 357 – Costantino proibisce tutti i metodi di divinazione, compresa l’astrologia.
Anno 359 – In Skytopolis, Siria, i cristiani organizzano il primo campo di concentramento per la tortura e l”esecuzione dei pagani arrestati in qualsiasi parte dell’Impero.
Anno 361 fino al 363 – La tolleranza religiosa e la restaurazione dei culti pagani sono nuovamente dichiarate a Costantinopoli, il 1° dicembre 361, dall’imperatore Flavio Claudio Giuliano.
Anno 363 – Assassinio dell’imperatore Giuliano (26 giugno).
Anno 364 – L’imperatore Flavio ordina di bruciare la biblioteca di Antiochia.
Anno 364 – Un editto imperiale, dell’11 settembre, ordina la pena di morte per tutti i pagani che praticano il culto antico degli Dei ancestrali o praticano la divinazione (“sileat omnibus perpetuo divinandi curiositas”). Tre decreti differenti (4 febbraio, 9 settembre, 23 dicembre) ordinano la confisca di tutte le proprietà dei templi pagani, punendo con la pena di morte tutti coloro che praticano rituali pagani, inclusi quelli fatti privatamente.
Anno 365 – Un decreto imperiale, del 17 novembre, proibisce ai funzionari pagani di comandare i soldati cristiani.
Anno 370 – L’imperatore Valente ordina una tremenda persecuzione contro i pagani in tutta la parte orientale dell’Impero. Ad Antiochia si giustizia, in mezzo a molti altri pagani, l”ex governatore Fidustius e i sacerdoti Hilarius e Patricius. Si bruciano numerosi libri nelle piazze delle città dell’Impero dell’est. Si perseguitano tutti gli amici di Giuliano (Orebasius, Sallustius, Pegasius, ecc.). Viene bruciato vivo il filosofo Simonides e decapitato il filosofo Maximus.
Anno 372 – L’imperatore Valente ordina al governatore dell’Asia Minore di sterminare tutti gli ellenici e tutti i documenti relativi al loro sapere.
Anno 373 – Nuova proibizione di tutti i metodi di divinazione. Il termine “pagano” è introdotto dai cristiani per disprezzare i gentili.
Anno 375 – Si chiude il tempio del Dio Asclepio nell’Epidauro, in Grecia.
Anno 380 – Il 27 febbraio, un editto dell’imperatore Flavio Teodosio converte il cristianesimo in religione esclusiva dell’Impero Romano, proclamando: “tutte le nazioni che sono soggette alla nostra clemenza e moderazione devono continuare a praticare la religione che fu introdotta ai romani dal divino apostolo Pietro”. I non cristiani sono definiti “ripugnanti, eretici, stupidi e ciechi”. In un altro decreto Teodosio chiama “insani” tutti quelli che non credono nel Dio cristiano e proibisce discrepanze nei confronti dei dogmi della chiesa. Ambrosio, vescovo di Milano, comincia a distruggere tutti i templi della sua zona. I preti cristiani istigano e spingono il popolo a ribellarsi contro il tempio della Dea Demetra, in Eleusi e tentano di linciare i sacerdoti pagani Nestorius e Priskus. Il sacerdote pagano Nestorius mette fine ai Misteri Eleusini e annuncia la predominanza dell’oscurità mentale sopra la razza umana.
Anno 381 – Il 2 maggio, Teodosio priva di tutti i loro diritti i cristiani che tornano a praticare la religione pagana. In tutta la parte orientale dell’Impero si saccheggiano o si bruciano i templi e le biblioteche pagane. Il 21 dicembre, Teodosio proibisce anche la semplice visita ai templi ellenici. A Costantinopoli il tempio della Dea Afrodite diventa un bordello, mentre il tempio di Helios e Artemide una stalla.
Anno 382 – “Hellelu-jah”, Gloria a Yawe, si impone nelle messe cristiane.
Anno 384 – L’imperatore Teodosio ordina al prefetto pretoriano Maternus Cynegius, un devoto cristiano, di cooperare con i vescovi locali e distruggere i templi dei pagani nel nord della Grecia e in Asia Minore.
Anno 385 fino al 388 – Maternus Cynegius, animato dalla sua fanatica sposa e dal vescovo (Santo) Marcellus, percorre con le sue bande tutto il paese, sequestrando e distruggendo cento templi ellenici, santuari e altari. Tra questi fu distrutto il tempio di Odessa, il Cabeireion di Imbros, il tempio di ZEUS ad Apamea, il tempio di Apollo a Dydima e tutti i templi di Palmyra. Migliaia di innocenti pagani in tutto l”Impero vengono martirizzati nel terrificante e orribile campo di concentramento di Skythopolis.
Anno 386 – L’imperatore Teodosio proibisce, il 16 giugno, il restauro dei templi pagani saccheggiati.
Anno 388 – Per volontà di Teodosio si proibiscono i dibattiti pubblici sui temi religiosi. Il vecchio oratore Libanius spedisce una famosa Epistola “Pro Templis” a Teodosio, con la speranza che quei pochi templi ellenici rimasti vengano rispettati e risparmiati.
Anno 389 fino al 390 – Si proibiscono tutte le feste che non rientrano nei calendari cristiani. Orde di eremiti fanatici, provenienti dal deserto, invadono le città del Medio Oriente e dell’Egitto distruggendo statue, altari, biblioteche, templi e linciando i pagani. Teofilo, patriarca di Alessandria, da inizio ad una dura persecuzione contro i pagani, converte il tempio di Dionisio in una chiesa cristiana, brucia il Mithraeum della città, distrugge il tempio di Zeus e schernisce i sacerdoti pagani prima di farli lapidare, mentre la popolazione cristiana profana le immagini di culto.
Anno 391 – Il 24 febbraio, un nuovo decreto di Teodosio non solo proibì la visita ai templi pagani, ma impose anche di guardare le statue deturpate. Nuove e terribili persecuzioni per tutto l”Impero. In Alessandria i pagani, liberati dal filosofo Olympius, organizzano una rivolta e dopo alcuni scontri si rinchiudono nel tempio fortificato del Dio Seraphide (il Serapeion). Dopo un violento assedio, i cristiani prendono l’edificio, lo distruggono, bruciano la sua famosa biblioteca e profanano le immagini di culto.
Anno 392 – L’8 novembre, l’imperatore Teodosio proibisce tutti i rituali non cristiani e li chiama “superstizioni dei Gentili” (gentilicia superstitio). Nuova persecuzione su grande scala contro i pagani. I Misteri di Samotracia sono proibiti e vengono assassinati i sacerdoti pagani. A Cipro il vescovo locale (San) Epifanio e (San) Tychon distruggono quasi tutti i templi dell’isola e sterminano migliaia di pagani. I misteri locali della Dea Afrodite vengono censurati. Nell’editto di Teodosio si dichiara: “quelli che non ubbidiranno al padre Epifanio non avranno diritto di vivere in quest’isola”. I pagani si rivoltano contro l’imperatore e la Chiesa a Petra, Aeropolis, Rafia, Gaza, Baalbek e altre città del Medio Oriente.
Anno 393 – Si proibiscono i Giochi di Pythian, i Giochi di Aktia e i Giochi Olimpici considerati come parte dell’idolatria ellenica. I cristiani saccheggiano i templi di Olympia.
Anno 395 – Due nuovi decreti, del 22 luglio e del 7 Agosto, causano nuove persecuzioni contro i pagani. Rufinus, l’eunuco Primo ministro dell’imperatore Flavius Arcadius, dirige le sue orde di battezzati goti, guidati da Alarico, in Grecia. Animati dai monaci cristiani, i barbari saccheggiano e bruciano molte città (Dion, Delphi, Megara, Corinto, Pheneos, Argos, Nemea, Lycosoura, Sparta, Messene, Phigaleia, Olympia, ecc), massacrano o schiavizzano innumerevoli pagani ellenici e diroccano tutti i Templi. Bruciano il Santuario di Eleusi e bruciano vivi tutti i sacerdoti pagani, incluso il sacerdote Mithras Hilarius.
Anno 396 – Il 7 dicembre, un nuovo decreto dell’imperatore Arcadius ordina che il paganesimo sia trattato come atto di alto tradimento. Vengono incarcerati i pochi sacerdoti pagani rimasti.
Anno 397 – “Demoliteli!”. L’imperatore Flavio Arcadius ordina la demolizione di tutti i templi pagani rimasti ancora in piedi.
Anno 398 – Il Quarto Concilio Ecclesiastico di Cartagine proibisce a tutti, inclusi i vescovi cristiani, lo studio dei libri pagani. Porfirius, vescovo di Gaza, demolisce quasi tutti i templi pagani della città, eccetto nove di loro che rimangono attivi.
Anno 399 – Con un nuovo editto, del 13 giugno, l’imperatore Flavio Arcadius ordina la distruzione immediata di tutti i templi pagani principalmente nelle zone rurali.
Anno 400 – Il vescono Nicetas distrugge l’oracolo del Dio Dionisio a Vesai e battezza tutti i pagani di quell’area.
Anno 401 – A Cartagine la popolazione cristiana lincia i pagani e distrugge templi e idoli. Anche a Gaza il vescovo locale, (Santo) Porfirio, ordina ai suoi seguaci il linciaggio dei pagani e la demolizione dei nove templi rimasti attivi in città. Il quindicesimo Concilio di Calcedonia ordina la scomunica dei cristiani che mantengono buone relazioni con i loro parenti pagani.
Anno 405 – Giovanni Crisostomo invia le sue orde di monaci vestiti di grigio e armati con mazze e bastoni di ferro a distruggere gli idoli di tutte le città della Palestina.
Anno 406 – Giovanni Crisostomo raccoglie fondi con l”aiuto delle ricche mogli cristiane per finanziare la distruzione dei templi ellenici. Ad Efeso si ordina la distruzione del famoso tempio della Dea Artemide. A Salamis, a Cipro, il “Santo” Ephiphanius e Eutychius continuano la persecuzione dei pagani e la distruzione dei loro templi e santuari.
Anno 407 – Un nuovo decreto proibisce una volta per tutte gli atti di qualsiasi culto non cristiano.
Anno 408 – L’imperatore dell’Impero occidentale Onorius e l’imperatore dell’impero d’oriente Arcadius, ordinano che tutte le sculture dei templi pagani siano distrutte o confiscate, proibendo anche il possesso privato di qualsiasi scultura pagana. I vescovi locali dirigono nuove e dure persecuzioni contro i pagani e si ardono al rogo i loro libri. Si perseguitano anche i giudici che mostrano pietà per i pagani. (San) Augustine massacra centinaia di protestanti pagani a Calama, in Algeria.
Anno 409 – Ancora una volta un decreto ordina che si castighi con la pena di morte chi pratica l”astrologia e ogni altro metodo divinatorio.
Anno 415 – Ad Alessandria la popolazione cristiana, animata dal vescovo Cirillo, a pochi giorni dalla pasqua giudaico-cristiana, attacca e martirizza, tagliandone il corpo a pezzi, la famosa e bella Filosofa Hypatia (Ipazia di Alessandria). I pezzi del suo corpo, portati per le vie di Alessandria dai cristiani della città, vengono bruciati insieme ai suoi libri nella piazza chiamata Cynaron. Il 30 agosto cominciano nuove persecuzioni contro tutti i sacerdoti pagani del nord Africa, che finiscono crocifissi o bruciati vivi.
Anno 416 – L’Inquisitore Hypatius, chiamato “La spada di Dio”, stermina gli ultimi pagani di Bithynia. A Costantinopoli, il 7 dicembre, vengono dimessi tutti gli ufficiali dell’esercito, gli impiegati pubblici e i giudici non cristiani.
Anno 423 – L’imperatore Teodosio II dichiara, l”8 giugno, che la religione dei pagani non è altro che “il culto del demonio” e ordina che tutti coloro che insistono nel seguirla e nel praticarla vengano castigati con il carcere e la tortura.
Anno 429 – Viene saccheggiato il tempio della Dea Atene (Parthenon) sull’omonima Acropoli. Si perseguitano i pagani ateniensi.
Anno 435 – Il 14 novembre un nuovo editto dell’imperatore Teodosio II ordina la pena di morte per gli “eretici” e i pagani dell’Impero. Si proclama che l”unica religione legale è il cristianesimo.
Anno 438 – L’imperatore Teodosio II emette un nuovo decreto, il 31 gennaio, contro i pagani, considerando la loro “idolatria” causa della recente peste.
Anno 440 fino al 450 – I cristiani demoliscono tutti i monumenti, gli altari e i templi di Atene, Olympia e altre città greche.
Anno 448 – Teodosio II ordina che si brucino tutti i libri non cristiani.
Anno 450 – Vengono demoliti tutti i templi di Afrodite, città della Dea Afrodite, e si bruciano tutte le librerie della città che è rinominata Stavroupolis (Città della Croce).
Anno 451 – Un nuovo decreto dell’imperatore Teodosio II, del 4 novembre, riafferma che l”idolatria deve essere castigata con la morte.
Anno 457 fino al 491 – Persecuzioni sporadiche contro i pagani nella parte orientale dell’Impero. Tra i giustiziati ci sono il medico Jacobus e il filosofo Gessius. Vengono torturati e incarcerati Severianus, Herestios, Zosimus, Isidorus e altri. Il predicatore cristiano Conon e i suai seguaci sterminano gli ultimi pagani dell’isola Imbros, nel nord est del Mar Egeo. Sono giustiziati a Cipro gli ultimi adoratori di Zeus Lavranius.
Anno 482 fino al 488 – Vengono sterminati la maggior parte dei pagani dell’Asia minore, a causa di una disperata rivolta contro l”Imperatore e la Chiesa.
Anno 486 – Molti sacerdoti pagani che erano rimasti in clandestinità vengono scoperti, arrestati, scherniti, torturati e giustiziati ad Alessandria.
Anno 515 – Il battesimo diventa obbligatorio anche per quelli che si dichiarano già cristiani. L’imperatore di Costantinopoli, Anastasius, ordina il massacro dei pagani nella città araba di Zoara e la demolizione del tempio locale del Dio Theandrites.
Anno 528 – L’imperatore Jutprada (Giustiniano) proibisce i giochi olimpici sostituiti da quelli di Antiochia. Ordina l’esecuzione – tramite il rogo, la crocifissione o lo smembramento mediante artigli di ferro – di tutti coloro che praticano “la stregoneria, la divinazione, la magia o l”idolatria” e proibisce tutti gli insegnamenti dei pagani affermando: “”è una sofferenza davanti alle insane bestemmie degli ellenici”.
Anno 529 – L’imperatore Giustiniano chiude l’Accademia di Filosofia di Atene, dove aveva insegnato Platone, e confisca le sue proprietà.
Anno 532 – L’inquisitore Ioannis Asiacus, un monaco fanatico, dirige una crociata contro i pagani dell’Asia minore.
Anno 542 – L’imperatore Giustiniano permette all’inquisitore Ioannis Asiacus di convertire i pagani di Phrygia, Caria e Lydia, nell’Asia Minore. In 35 anni, 99 chiese e 12 monasteri furono edificati sopra i resti dei templi pagani distrutti.
Anno 546 – Centinaia di pagani sono condannati a morte a Costantinopoli dall’inquisitore Ionnis Asiacus.
Anno 556 – L’imperatore Giustiniano ordina al terribile inquisitore Amantius di andare ad Antiochia per arrestare, trovare e sterminare gli ultimi pagani della città e distruggere tutte le biblioteche private.
Anno 562 – Arresti di massa, torture ed esecuzioni dei pagani ellenici ad Atene, Antiochia, Palmira e Costantinopoli.
Anno 578 fino al 582 – I cristiani torturano e crocifiggono i pagani ellenici in tutta la parte orientale dell’Impero e sterminano gli ultimi pagani di Heliopolis (Baalbek).
Anno 580 – Gli inquisitori cristiani attaccano un tempio segreto di Zeus ad Antiochia. Il Sacerdote del tempio si suicida e vengono arrestati il resto dei pagani presenti. Tutti i prigionieri, incluso il vice governatore Anatolius, sono torturati e mandati a Costantinopoli per comparire in giudizio. Là vengono condannati a morte e dati in pasto ai leoni, tuttavia nel vedere che i feroci animali non erano intenzionati ad attaccare i condannati, vennero poi crocifissi. I cadaveri furono trascinati per le strade e lasciati poi senza alcun tipo di sepoltura tra le immondizie.
Anno 583 – Nuova persecuzione contro i pagani ellenici da parte dell’Imperatore Mauricius.
Anno 590 – In tutta la zona orientale dell’Impero gli “accusatori cristiani” scoprono cospirazioni pagane. Nuove tormentate torture ed esecuzioni.
Anno 692 – Il Concilio di Costantinopoli proibisce le restanti celebrazioni pagane/dionisiache come le Calende, Brumalia, Anthesteria, etc.
Anno 804 – I pagani ellenici di Mesa Mani (Cape Tainaron, Lakonia, Grecia) resistono con successo al tentativo di Tarasius, patriarca di Costantinopoli, di convertirli al cristianesimo.
Anno 850 fino all’860 – Conversione violenta degli ultimi pagani ellenici di Mesa Mani da parte dell’armeno (San) Nikon” (3).

Non solo i seguaci del “mite agnello redentore” si sono dimostrati a tutti gli effetti delle belve feroci, ma bisogna notare le ultime date di questo elenco: 850-860 E. V.: siamo a quasi un millennio dalla presunta incarnazione. Se è occorso tanto tempo, questo significa che non stiamo parlando di una dottrina che ha conquistato il mondo allora conosciuto con la “pura luce” della sua veridicità ed evidenza, ma dell’operazione di sradicamento di una cultura che ha resistito come ha potuto nonostante la ferocia fanatica dei suoi persecutori.

Dopo la caduta dell’impero romano, conseguenza diretta di questo sradicamento, la cristianizzazione dell’Europa fuori dagli antichi confini imperiali è proceduta esattamente nello stesso modo, con la violenza più spietata: le campagne carolinge contro i Sassoni, quelle dell’ordine teutonico contro gli Slavi, la crociata contro gli Albigesi e via dicendo: massacri, incendi, saccheggi, riduzione in schiavitù di intere popolazioni, sono stati questi gli argomenti più usati nei sermoni con cui l’Europa è stata convertita. Poi sono arrivati l’inquisizione, i roghi degli eretici, delle cosiddette streghe. Il cristianesimo ha conquistato il controllo dell’Europa con i metodi di un esercito invasore e l’ha mantenuto con quelli di un esercito occupante, comunque e sempre un nemico, un nemico mortale di ciò che noi siamo.

A mio parere, quindi, non c’è nessun mistero, solo una parte essenziale della nostra storia che hanno sempre cercato di nasconderci e/o di raccontarci in maniera falsata.

Fabio Calabrese

NOTE
(1) Rivolto a Silvano Lorenzoni in occasione della presentazione del suo libro “La figura mostruosa di Cristo e la convergenza dei monoteismi” di cui l’autore ha curato la presentazione
(2) Vasile Florescu: La retorica nel suo sviluppo storico, Il Mulino, Bologna 1971, pag. 65.
(3) Vlasis Rasias: La distruzione dei templi, estratto dal sito della Congregazione degli Ellenici, 13.4.2006.
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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » gio ott 02, 2014 8:55 pm

Reati sessuali e concussione: arrestato il presidente della Caritas di Trapani

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/C ... 2547.shtml

Il presidente della Caritas di Trapani, don Sergio Librizzi è stato arrestato dalla sezione pg della forestale presso la procura con l'accusa di concussione e reati sessuali.
Don Sergio Librizzi è stato fermato nella canonica della parrocchia di San Pietro a Trapani di cui è titolare. La sua abitazione è stata perquisita e sarebbero stati prelevati dei pc. Secondo indiscrezioni l'arresto del direttore della Caritas trapanese sarebbe legato alla gestione dei migranti che vengono trasferiti in vari centri dopo essere stati soccorsi sui barconi nel canale di Sicilia.


Trapani, favori sessuali in cambio di permessi: arrestato il direttore Caritas
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 31073.html

Don Sergio Librizzi, direttore della Caritas diocesana di Trapani, è stato arrestato questa mattina dalla sezione di polizia giudiziaria della Forestale di Trapani su disposizione della Procura.

Al sacerdote sarebbero contestati le ipotesi di concussione e reati sessuali. Il prete è stato fermato poco prima delle 11 di questa mattina nella canonica della chiesa di San Pietro, di cui è parroco. Al momento il parroco è stato sollevato "in attesa che la magistratura faccia il suo corso, per prudenza, da tutti gli incarichi pastorali", ha comunicato la curia vescovile di Trapani che esprime "dolore e amarezza in seguito all'ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto questa mattina il reverendo don Librizzi".

"Confidando nell'operato della magistratura a cui assicuriamo il massimo della collaborazione - osserva la nota - per l'accertamento della verità, chiediamo alla comunità ecclesiale d'intensificare la preghiera coscienti dalle parole del Vangelo che solo la verità rende liberi". Sono almeno una decina gli episodi di abuso sessuale contestati al presidente della Caritas. "I reati a sfondo sessuale - dice all'Adnkronos il procuratore di Trapani Marcello Viola - riguardano diversi soggetti, minorenni e maggiorenni, tutti extracomunitari con cui il sacerdote aveva contatti per via della sua posizione all'interno della Caritas".
Don Librizzi avrebbe utilizzato i suoi "poteri" per estorcere favori sessuali in cambio, ad esempio, del rilascio di documenti.
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Re: Casta relijoxa

Messaggioda Berto » sab dic 20, 2014 3:12 pm

Crac ordine Francescani, investimenti in società legate a traffici di droga e armi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... ta/1289392

Il ministro generale ha annunciato la bancarotta, parlando di operazioni finanziarie sbagliate. Sotto accusa i movimenti di cassa verso aziende assai discusse e alcune operazioni immobiliari discutibili. E Papa Francesco ritorna ad attaccare i preti affaristi - di Francesco Antonio Grana | 19 dicembre 2014

Armi e droga con le offerte per San Francesco. Sconcerto ad Assisi per il grave dissesto finanziario dell’ordine fondato dal frate povero da cui Jorge Mario Bergoglio ha preso il nome da Papa. Al crack economico denunciato dal ministro generale, padre Michael Perry sul sito ufficiale dei Frati minori, seguono i particolari sconvolgenti della vicenda che ha ridotto sul lastrico i francescani della curia generalizia di Roma. All’origine della bancarotta ci sarebbero investimenti sbagliati in società legate a traffici illeciti, come quelli di droga e di armi. Ma anche i lavori di ristrutturazione dell’hotel e ristorante di lusso Il Cantico, in via Gregorio VII a Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro e da Casa Santa Marta, la residenza di Papa Francesco. Alla guida della struttura, utilizzata spesso anche dalla Conferenza episcopale italiana, c’era proprio l’ex economo generale dei francescani, padre Giancarlo Lati, che si è già dimesso dal suo incarico e anche da quello di rappresentante legale dell’ordine, ufficialmente per motivi di salute.

“La Curia generale – ha spiegato padre Perry – si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti”. Da un’indagine interna avviata nel settembre 2014, infatti, è emerso anche che “i sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del patrimonio dell’ordine erano o troppo deboli oppure compromessi, con l’inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e trasparente. Sembrano esserci state – prosegue Perry – un certo numero di dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata la cura del patrimonio dell’ordine, senza la piena conoscenza e il consenso né del precedente né dell’attuale Definitorio generale“. Secondo il superiore generale dei francescani “la portata e la rilevanza di queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità finanziaria della Curia generale“. “Per questi motivi – annuncia Perry – il Definitorio generale all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”.

“Queste dubbie operazioni – spiega ancora frate Perry, che però nella lettera non specifica l’entità finanziaria e le caratteristiche delle stesse – vedono coinvolte persone che non sono francescane ma che sembra abbiano avuto un ruolo centrale nella vicenda”. “Per questi motivi – annuncia anche il ministro generale – il Definitorio all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”. “Le autorità ecclesiastiche competenti – fa sapere ancora Perry – sono state informate di queste nostre preoccupazioni“, chiedendo a “tutti i ministri provinciali e custodi la loro comprensione e un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all’attuale situazione, che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi”.

L’ordine, che si è affidato a un “team di avvocati altamente qualificati”, ha avviato anche una serie di iniziative “al fine di riprendere il controllo sulle attività economico-finanziarie della Curia generale”. Il vice economo ha già iniziato ad agire come economo generale facente funzioni e il Definitorio ha nominato un altro frate come rappresentante legale. Inoltre, è stato scelto un terzo frate, esperto in questioni economiche e amministrative, che è stato nominato delegato speciale del ministro generale per gli affari economici della Curia generale e ha iniziato il suo lavoro all’inizio del mese di ottobre 2014. Concludendo la sua lettera, padre Perry dice di rendersi conto della “delusione” che colpirà molti tra i confratelli e richiama come incoraggiamento l’esempio offerto da “Papa Francesco nel suo appello alla verità e alla trasparenza nelle attività finanziarie sia nella Chiesa che nelle società umane”.

Intanto è arrivata anche una forte condanna da parte del Pontefice: “Tante volte io penso che la Chiesa in alcuni posti, più che madre è una imprenditrice”. Una denuncia fortissima quella di Bergoglio, per certi aspetti inedita nonostante egli abbia più volte tuonato con forza nei suoi due primi anni di pontificato contro i “preti affaristi” e la vendita di messe e sacramenti. Una durissima accusa che non aveva raccolto il consenso del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
Nell’ultima messa del 2014 con i fedeli nella sua residenza di Casa Santa Marta, il Papa ha puntato il dito contro la “sterilità della Chiesa: sterilità di egoismi, di potere, quando la Chiesa crede di potere tutto, di impadronirsi delle coscienze della gente, di andare sulla strada dei farisei, dei sadducei, sulla strada dell’ipocrisia”. Una vera e propria fotografia del crack finanziario dei francescani.
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Re: Casta clerical rełijoxa

Messaggioda Berto » gio nov 12, 2015 9:36 pm

Montecassino, la vita dell'ex abate Vittorelli: coca, ecstasy, cene di lusso viaggi e ostriche.
E 2mila euro di shopping.
Così "sua eccellenza" rubava ai poveri
L'Huffington Post | Di Giacomo Talignani
Pubblicato: 12/11/2015
http://www.huffingtonpost.it/2015/11/12 ... _ref=italy

Droghe, appartamenti e hotel di lusso, ostriche e champagne, viaggi in Sudamerica e notti di gloria a Londra. Pagati come? Con i soldi della Chiesa, quelli dell'8 per mille. Quel che emerge dal lavoro della Guardia di Finanza è sconvolgente: l'ex abate di Montecassino, una delle più importanti Abbazie italiane, per anni avrebbe delapidato i soldi dei fedeli per fare la bella vita e arricchirsi senza freni. Avrebbe iniziato subito, Don Pietro.
A 46 anni Papa Ratzinger lo nomina 191esimo abate del convento e Don Pietro, uno che diceva che i beni della Chiesa non vanno mai usati "per se stessi" prende in mano le redini dell'Abbazia il primo gennaio del 2008. Nemmeno nove mesi e don Pietro prende in mano anche qualcosa altro, i numeri di conto e i denari custoditi dall'Abbazia. Accusato di appropriazione indebita - come riporta il Corriere - il 27 di novembre del 2008 entra in azione: preleva dal conto dello Ior (16427-003) 141mila euro in disponibilità a Montecassino.
E' il primo prelievo di una lunga serie, anche se i furti avverranno a distanza di anni. Sposta soldi "Sua Eccellenza", e lo fa con l'aiuto del fratello Massimo. Il flusso di denaro passa dai conti dello Ior a quello di istituti di credito privato riconducibili ai Vittorelli. E poi li spende: a loro risulterebbero intestati 4 appartamenti a Roma (due del fratello) e San Vittore del Lazio, oltre a due magazzini che, per la Procura, potrebbero essere proventi dei suoi illeciti (ipotesi di riciclaggio).
In quegli anni, lo vedremo poi, i soldi vengono spesi per tutto: dalle droghe sino ai viaggi in Brasile.
Già, le droghe. Due anni dopo essere stato nominato Abate Don Pietro viene ricoverato al San Camillo di Roma. Ha un malore, scrive il Tempo. In quei giorni è sottoposto a esami ed emerge che "Sua Eccellenza" potrebbe aver abusato di ecstasy. Tracce pesanti di "Ghb" vengono rilevate. Nelle urine, invece, ci sono tracce di cocaina. La vicenda però viene archiviata.
La vita di Don Pietro torna carica di impegni e nel maggio del 2012 ha una nuova crisi, questa volta cardiaca: scatta la degenza (al Gemelli) e la terapia. Accolto con una festa da parte dei confratelli, torna in convento soltanto nella primavera del 2013. E cosa fa? Ruba ancora, a quanto riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere. E' il 12 marzo 2013 e il prelievo di 202mila euro (e siamo già a 345 mila sottratti...) avviene in contati. Poi ancora, pochi mesi dopo, e l'abate passa altri soldi dal conto di Montecassino (erano per la Caritas) a uno aperto presso la Monte dei Paschi. Svuota senza sosta il vescovo.
Talmente cinico che è un dettaglio a rivelare la sua spregiudicatezza: quando nel 2013 si dimette per motivi di salute dal suo ruolo, il 12 giugno ad accettare le sue dimissioni è Papa Francesco. Nemmeno due settimane prima, il primo giugno, il vescovo svuota ancora prelevando quel che può, 44mila euro, e poi versa ancora soldi, 164mila euro, a un conto intestato al fratello. Abusa dei suoi ultimi giorni e del suo ruolo per fregare i soldi destinati ai bisognosi e "alle opere di bene".
In mezzo a tutto questo c'è una vita inimmaginabile per un prete. Cene in ristoranti di lusso a Londra da 700 euro, dove dopo il 2013 si era trasferito per tenere "rapporti con la chiesa anglicana". Cene a base di ostriche e champagne, riusciva a spendere anche 34mila euro al mese. A Londra, riporta il Corriere, "per un soggiorno in un hotel aveva speso 7mila euro, 2mila al Principe di Savoia di Milano". E poi le notti di Rio, altri fiumi di denaro spesi per lui e gli amici. Per il giudice "la sequenza delle operazioni fa risultare inequivoco l’intento di celare il tracciato delle somme prelevate dai conti dell’Abbazia e della Diocesi. L’esame dei flussi finanziari documenta in modo diretto la predisposizione di accurati sistemi operativi".
Soldi in uscita che non tornavano alla diocesi e alle banche stesse. La segnalazione dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, è quella che ha fatto scattare l'allarme.
Poi l'indagine e i tracciati delle carte di credito che rivelano una vita di lusso al di la dell'immaginazione, come quella volta che spese 2mila euro nella boutique di Ralph Lauren.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Casta clerical rełijoxa

Messaggioda Berto » mer feb 10, 2016 6:48 pm

Truffa “umanitaria” da 30 mln di euro, arrestato monsignor Benvenuti
CRONACA, NEWS mercoledì, 10, febbraio, 2016

http://www.imolaoggi.it/2016/02/10/truf ... -benvenuti

Benvenuti-PatrizioLa Guardia di finanza di Bolzano ha arrestato il monsignor Patrizio Benvenuti, alto prelato 64enne di origini argentine, già insignito dal presidente della Repubblica quale Cavaliere dell’Ordine di Merito della Repubblica, accusato di una truffa da 30 milioni di euro ai danni di quasi 300 persone, prevalentemente residenti all’estero, per lo piu’ in eta’ avanzata.

Versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua fondazione umanitaria Kepha, il cui sito è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, che finivano pero’ in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, societa’ estere e italiane.

Don Patrizio Benvenuti fu chiamato presso la sede di truppe della NATO dove coordinava il lavoro dei cappellani religiosi e umanitari di assistenza ecumenici per ventidue nazioni presenti sulle operazioni nei Balcani.

Questa missione gli valse la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferita dal Presidente della Repubblica Italiana.

La Guardia di finanza ha sequestrato in via preventiva, tra l’altro, una lussuosa villa del Quattrocento a Piombino e un grande sito archeologico a Selinunte. Con mandato di cattura internazionale è ricercato l’affarista francese, Christian Ventisette, di 54 anni, stretto collaboratore del monsignore.

La vicenda innescata dalla denuncia alle Fiamme Gialle di una ex collaboratrice del prelato che, in buona fede, era stata nominata responsabile di un “Trust” e riceveva inconsapevolmente posta commerciale e documenti. Benvenuti, 64 anni, residente alle Isole Canarie, ha operato a vari livelli nel Tribunale Ecclesiastico della Santa Sede in Vaticano e ha ricopreto anche l’incarico di secondo Cappellano Militare presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita dalla Marina Militare a Chiavari (Genova).

Le indagini dell’operazione chiamata “Opus”, condotte dalle Fiamme Gialle altoatesine su direzione della Procura di Bolzano, hanno fatto constatare come il monsignore e l’affarista fossero stati promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e società collocate in Francia,Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e Italia.


Diretto alle Canarie dopo una truffa da 30 milioni: arrestato a Genova monsignor Benvenuti
di Redazione - 10 febbraio 2016
http://www.genova24.it/2016/02/diretto- ... uti-103259
E’ stato arrestato a Genova dalla Guardia di finanza di Bolzano monsignor Patrizio Benvenuti, alto prelato
64enne di origini argentine, accusato di una truffa da 30 milioni di euro ai danni di quasi 300 persone, prevalentemente residenti all’estero. I malcapitati, quasi tutti anziani, versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane.

L’alto prelato era arrivato a Genova da Bolzano e stava partendo per le Isole Canarie, dove risiede. Secondo gli inquirenti, oltre a Benvenuti e Ventisette, dell’associazione facevano parte altre nove persone che a vario titolo collaboravano alla presunta attività illecita.

Le indagini dell’operazione denominata “Opus”, condotte dalle Fiamme Gialle altoatesine, su direzione della procura di Bolzano, hanno fatto constatare come il monsignore e l’affarista fossero stati “promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e società collocate in Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e Italia.
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Re: Casta clerical rełijoxa

Messaggioda Berto » dom apr 03, 2016 6:32 am

...
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