I radicali: Pannella il padrone e Danilo Quinto l'ex servo

I radicali: Pannella il padrone e Danilo Quinto l'ex servo

Messaggioda Berto » gio feb 18, 2021 8:25 pm

Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero
esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
viewtopic.php?f=196&t=2942
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395


13) Sterminio per fame nel mondo, il nuovo olocausto?

Un'altro paragone assurdo e impossibile è quello fatto decenni fa, dal sinistro social-liberale Pannella e dalla sua corte radicale, molto sinistri e poco liberali, che chiamavano la morte per fame esistente al mondo, "sterminio per fame e nuovo olocausto," causato secondo loro dal disordine economico internazionale capitalista con la complicità dei governi dei paesi ricchi guarda caso esclusivamente occidentali.
Questi sono anche i difensori del carnefice Caino quando viene catturato e i demonizzatori di Abele quando questo si difende da Caino.
Demenziale presunzione propria di chi è affetto della sindrome sinistra del Salvatore del mondo che demonizza l'occidente euroamericano, bianco e cristiano, industriale e capitalista dell'uomo di buona volontà.


Nel febbraio del 1979, Marco Pannella denuncia per la prima volta in Italia a livello politico il dramma dello sterminio per fame nel mondo e accusa i governi dei paesi “ricchi” di rendersi di fatto complici del nuovo olocausto, essendo la malnutrizione nel mondo più il frutto di un vero e proprio “disordine economico internazionale” che di una penuria di alimenti.



Fame nel mondo
PARTITO RADICALE Nonviolento Transpartito Transnazionale
Prefazione

https://www.partitoradicale.it/fame-nel-mondo/

Il 1979 fu proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale del Fanciullo. Nel gennaio dello stesso anno l’UNICEF, l’agenzia specializzata dell’ONU che appunto si occupa dei problemi dell’infanzia, pubblicò un rapporto dal quale risultava che oltre 17 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni sarebbero morti nel corso di quello stesso anno di malattie e privazioni che avevano tutte la stessa origine di fondo: la fame e la malnutrizione, questo flagello che nell’era delle più sofisticate scoperte tecnologiche avrebbe continuato ad uccidere oltre 30 milioni di vite umane. Il rapporto UNICEF, per una volta, non finì nei cassetti dei burocrati internazionali, ma fu l’occasione per il lancio di una campagna senza precedenti.

Questo breve lavoro ne è una testimonianza.
1. L’azione dei radicali in Italia e in Europa

1979
Nel febbraio del 1979, Marco Pannella denuncia per la prima volta in Italia a livello politico il dramma dello sterminio per fame nel mondo e accusa i governi dei paesi “ricchi” di rendersi di fatto complici del nuovo olocausto, essendo la malnutrizione nel mondo più il frutto di un vero e proprio “disordine economico internazionale” che di una penuria di alimenti. Al contrario, egli dimostra facilmente che mentre nel 1945 l’Africa era esportatrice netta di prodotti cerealicoli alimentari, adesso è costretta ad importarli, ed in misura sempre crescente, per effetto delle monocolture di prodotti tropicali da esportazione che la divisione internazionale del lavoro ha imposto ai paesi ex coloniali. Così, mentre si assiste ogni anno al rinnovo del contratto di vendita di grano americano all’Unione Sovietica, nonostante i propositi di “guerra economica” più volte minacciati dall’Amministrazione Carter, ed ora Reagan, nei confronti del blocco dell’Est, nei paesi del Terzo Mondo si muore proprio per la mancanza di quelle due dozzine di milioni di tonnellate di cereali che ove fossero equamente ripartite fra la popolazione, specie rurale, o fosse possibile produrre in loco, e ove fossero integrate da un minimo di infrastrutture igienico-sanitarie, consentirebbero di ridurre grandemente il problema della fame. E questo per non parlare naturalmente del problema della corsa agli armamenti che vede destinare nel mondo oltre 750 miliardi di dollari alla produzione o all’acquisto di armi, allorché solo 32 miliardi di dollari sono destinati, in tutto e per tutto, all’aiuto pubblico allo sviluppo.

Marco Pannella e tutto il partito radicale ne chiedono conto in primo luogo, ovviamente, al Governo italiano. Domandano, in particolare, l’immediato rispetto degli obblighi internazionali contratti dall’Italia in tema di aiuto pubblico allo sviluppo. Ciò significa esigere subito l’attuazione della Risoluzione 2626 approvata in seno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 24 ottobre 1970, che vincola i Governi dei paesi industrializzati a versare almeno lo 0,70% del Prodotto Nazionale Lordo, come aiuto pubblico allo sviluppo.

Nel ’79 l’Italia forniva solo 200 milioni di dollari, pari ad appena lo 0,08% del Prodotto Nazionale Lordo. Di fronte a questa situazione, Pannella inizia uno sciopero della fame chiedendo al Governo di allocare immediatamente 5.000 miliardi come aiuto pubblico allo sviluppo, pari all’1,40% del Prodotto Nazionale Lordo, di cui 2.500 miliardi come versamento ordinario per rispettare l’obbligo assunto in base alla Risoluzione 2626 e 2.500 miliardi come contributo “una tantum” per tutti gli stanziamenti evasi negli anni precedenti. Si costituisce un Comitato per la Vita, per la Pace e per il Disarmo che raduna uomini politici di cultura e di scienza, autorità religiose e semplici cittadini in nome dell’impegno contro lo sterminio per fame.

A Pasqua, il Comitato e il Partito Radicale organizzano la prima Marcia contro lo sterminio da Porta Pia al Vaticano, a testimoniare l’importanza che un movimento laico attribuiva ad una netta parola del Papa contro lo sterminio e a sottolineare che solo da una mobilitazione delle coscienze si poteva sperare di invertire la tendenza in corso. I partecipanti alla manifestazione (oltre 10 mila) con alla testa Umberto Terracini, Aurelio Peccei, Susanna Agnelli, Giorgio Benvenuto, oltre agli esponenti radicali, vengono ricevuti davanti al Quirinale dal presidente Pertini che ripete in quell’occasione il suo appello a “svuotare gli arsenali e riempire i granai”, mentre nel suo discorso “urbi et orbi” il Papa afferma che non vi sarà pace nel mondo fino a che non sarà assicurata a tutti gli uomini “una vita degna dei figli di Dio”.

Pannella sospende dopo quaranta giorni il suo digiuno, poiché nel frattempo erano state indette nuove elezioni, e raccogliendo altresì un invito del Presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio Andreotti e dei Presidenti dei due rami del Parlamento.

Ad agosto, subito dopo le elezioni che vedono una consistente affermazione radicale (dall’1,2 al 3,4% con 20 eletti nei due rami del Parlamento italiano e tre deputati al Parlamento Europeo) i neo eletti si fanno promotori di una richiesta di convocazione straordinaria del Parlamento. Il quorum viene raggiunto per la seconda volta nella storia della Repubblica e le Camere sono riunite nella seconda metà di settembre. Il 17 il Senato ed il 20 la Camera approvano una Mozione che impegna il Governo a raggiungere in tempi brevi l’obiettivo di versare lo 0,33% del Prodotto Nazionale Lordo in aiuto pubblico allo sviluppo, così da raggiungere la media dei donativi internazionali (media DAC) invitando il Governo al adoperarsi “in tempi coerenti” per il raggiungimento dello 0,70%.

Nel frattempo i radicali intensificano i contatti con gli organismi internazionali. La loro tesi è semplice e forte: da trent’anni la FAO, l’UNICEF, il PNUD e tutte le altre agenzie del sistema ONU che si occupano di sviluppo hanno investito capitali, uomini e mezzi in questo settore: il risultato è un deterioramento delle condizioni di vita delle classi povere e rurali dei paesi del Terzo Mondo, mentre tuttalpiù si è assistito al consolidarsi di una nuova classe dirigente indigena urbana che ha sostituito, senza nulla modificare, i rapporti di forza instaurati dall’antica dirigenza coloniale. Ad agosto ’79 Maria Antonietta Macciocchi, Marco Pannella, Emma Bonino e Aldo Ajello sono invitati alla riunione annuale del Consiglio Mondiale della Alimentazione e per la prima volta in un’assise internazionale espongono la concezione radicale sullo sterminio come problema eminentemente di volontà politica e non di rimedi tecnico-operativi, livello al quale da tempo si cerca di confinarlo. Basterebbe rimuovere gli ostacoli politici che si oppongono ad un massiccio intervento in questo settore, affermano i deputati radicali, e il problema sarebbe se non risolto quanto meno per la prima volta abbordato con speranze di successo. Nella stessa occasione il Governo annuncia il raddoppio dell’aiuto italiano allo sviluppo, che passerebbe quindi dallo 0,08% allo 0,16% del Prodotto Nazionale Lordo.

A settembre i radicali ed altri deputati depositano al Parlamento Europeo una Risoluzione sul dramma della fame nel mondo, esigendo una discussione immediata. Marco Pannella inizia un nuovo digiuno volto ad ottenere al più presto questo dibattito (che si svolge finalmente nelle sessioni di ottobre e poi di novembre). Il Parlamento Europeo approva, con l’astensione dei radicali, un documento nel quale chiede ai governi dei 9 di raggiungere subito lo 0,70% del PNL in aiuto pubblico allo sviluppo e istituisce un gruppo di lavoro incaricato di elaborare una relazione dettagliata sul problema della fame in rapporto alla politica comunitaria di aiuto allo sviluppo.

Per la prima volta l’argomento “fame” in quanto tale entra a far parte dei dibattiti comunitari che fino ad allora se ne erano occupati solo sotto la mera angolazione di cooperazione allo sviluppo.


Ebrei, clandestini, zingari odierni e altro, accostamenti e paragoni impossibili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2780
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I radicali: Pannella il padrone e Danilo Quinto l'ex servo

Messaggioda Berto » dom feb 21, 2021 9:47 am

Dai comunisti antisemiti, antisraeliani e filo nazi maomettani


In morte di Pannella: voci fuori dal coro
Invictapalestina
Voci fuori dal coro – 20 maggio 2016 – aggiornamento alle ore 15,16 di Giovedì 20 maggio.


https://www.invictapalestina.org/archives/11573

Lo ricordiamo in questa divisa da miliziano croato durante la guerra fratricida della Jugoslavia negli anni 90 (tanto per ricordare, i nostri concittadini Lucchetta, Ota, D’angelo, inviati RAI furono uccisi a Mostar da una granata dei separatisti croati, quelli di cui il “gandhiano” Pannella vestiva orgogliosamente la divisa).
Come “gandhiani” i radicali negli ultimi anni hanno auspicato interventi militari in ogni dove.
Come difensori dei diritti civili, negli ultimi demenziali referendum che lanciavano (e poi per fortuna non tutti passavano) c’erano i prodromi di quella distruzione dello stato sociale che oggi Renzi ha messo in pratica (e forse non è un caso che Renzi sia uno di coloro che più piangono Pannella).


Schermata 2016-05-20 alle 10.33.26Ricordiamo il riciclaggio operato dal Partito radicale nei confronti di terroristi neofascisti come Mambro e Fioravanti, cui fu data la possibilità di lavoro esterno proprio grazie alle strutture del Partito radicale (Nessuno tocchi Caino) e forse per ringraziamento, se non per contiguità ideologia, Mambro è stata per anni dirigente radicale. Ma anche il pluriassassino fascista Pierluigi Concutelli ad un certo punto è stato riciclato nel Partito radicale.
Partito che tanto progressista e libertario si presenta, che non considera la necessità dell’antifascismo (ciò ci ricorda anche le posizioni più recenti dei seguaci di Grillo e Casaleggio), al punto da dire (parola di Pannella): “Almirante non è un rottame fascista. Il fascismo è qualcosa di maggiore e tremenda dignità”.
Schermata 2016-05-20 alle 10.35.48E potremmo continuare… per decenni i radicali si sono appropriati delle lotte per il divorzio e l’aborto (salvo votare contro la legge quando fu presentata in parlamento) che erano state condotte dai movimenti di base, dalle donne, dai compagni (i veri compagni, non i radicali i cui rapporti con i finanziamenti USA non sono stati mai chiariti.
Oggi è morto il maggiore leader di quel partito anticomunista ed antioperaio che ha ridicolizzato l’istituto estremo dello sciopero della fame (vi è chi lo ha portato fino alle estreme conseguenze, come l’irlandese Bobby Sands o il tedesco Holger Meins, che non sopravvissero, alla faccia delle brioches e del cappuccino con cui Pannella “digiunava”), e che ha riciclato fascisti e terroristi, che ha plaudito ad interventi armati dell’Occidente contro nazioni che volevano soltanto autodeterminarsi.
Non abbiamo pianto per Andreotti, né per Casaleggio. Non piangeremo neppure per Pannella, statene certi.

Fonte: La Nuova Alabarda

manifestazionesionista
Marco Pannella (1930-2016)

“Con Marco Pannella scompare un grande amico di Israele e del mondo ebraico. Ma soprattutto un uomo straordinario, una persona la cui forza di volontà ha permesso di smuovere le montagne per condurre battaglie che si sono rivelate fondamentali per la crescita e il progresso democratico del paese intero. Grazie Marco, non sarai dimenticato”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in una nota.

fonte: http://moked.it/blog/2016/05/19/marco-p ... 1930-2016/
Per rinfrescare la memoria ci pensa Famiglia Cristiana.

(Agosto 2014)

Schermata 2016-05-20 alle 13.58.13.png

fonte. http://www.famigliacristiana.it/articol ... inese.aspx

Redazione – Aldo Giannuli – giovedì 19 maggio 2016 23:25

Pannella è morto ed, ammonisce un vecchio adagio, dei defunti non si deve dir nulla se non bene, forse nel timore che i medesimi, offesi, vengano a tirarci i piedi di notte. Per cui la morte è il momento in cui ricordare solo i meriti (ed anche al di là della loro effettiva portata) dimenticando magnanimamente colpe ed errori.

Personalmente non ho mai creduto in questa ipocrisia funeraria, per la quale sono stati tutti uomini grandi ed incompresi dai loro contemporanei: la liturgia del “coccodrillo” mi ha sempre fatto un po’ schifo. Dico subito che, sul piano politico –e quindi storico- dò un giudizio prevalentemente negativo della sua opera e dell’eredità che lascia.

Il personaggio ha meriti e non piccoli, come le battaglia per il divorzio, per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e più in generale per i diritti civili, per la legalizzazione della cannabis, la denuncia della degenerazione partitocratica ecc. di cui gli va dato atto lealmente. Ma ha avuto anche colpe somme come il sostegno all’ondata neo liberista, la banalizzazione della politica ridotta a celebrazione del leader (di cui fu il primo assertore) ed a virtuosismo comunicativo privo di reali contenuti, l’allineamento servile agli Usa, le disgustose giravolte fra centro sinistra e centro destra, sempre alla ricerca di spazi istituzionali, le ambiguità sul terreno della lotta alla mafia, dove spesso il garantismo sfociava in una sorta di para fiancheggiamento. Altra battaglia ambigua fu quella ecologista, che, se da un lato apriva la strada ad una più matura riflessione sul rapporto fra uomo ed ambiente naturale, dall’altro ebbe una infelice connotazione antindustrialista.

Pannella, ha espresso una visione della democrazia come competizione fra ristrette élites, sostenute da branchi di acritici attivisti, con un sostanziale rifiuto della dimensione strategica della politica, surrogata dalla totale delega all’estro momentaneo del leader (massima negazione del principio di democrazia, tanto diretta quanto rappresentativa) e dalla sua abilità nel manipolare le folle. Soprattutto, Pannella ha colpe imperdonabili sul piano dell’involuzione costituzionale del paese: a lui (ed a Occhetto e Segni) dobbiamo il colpo di Stato del 1993, quando la fine del sistema elettorale proporzionale ha aperto la strada allo sventramento della Costituzione e, paradossalmente alla definitiva deriva oligarchica del regime: il Parlamento dei nominati ha la sua premessa logica nella battaglia pannelliana per il maggioritario uninominale. E, con questo, è stato l’alfiere di un ceto politico senza qualità, l’élite senza merito.

Né si può tacere la sua grande disinvoltura sul tema della cd questione morale: fu un gran fustigatore dei costumi, durissimo accusatore delle greppie di regime, ma la sua battaglia contro i fondi neri dell’Eni, a metà anni sessanta ebbe come sbocco la costituzione della Radoil, titolare di due pompe di benzina generosamente concesse da Cefis e che a lungo provvidero alla sopravvivenza del Pr e sua personale.

Quale sia il giudizio che se ne voglia dare, Pannella ha attraversato gran parte del settantennio repubblicano, con una stagione di notevole fortuna fra gli ultimissimi anni sessanta ed i primi novanta. Un ventennio in cui esercitò un ruolo politico il cui peso fu sempre superiore alle magre percentuali elettorali che raccoglieva (e che mai raggiunsero il 4%, con l’eccezione unica ed effimera delle europee 1999). Molto di quel che è diventato questo paese oggi, nel bene, ma più ancora nella degenerazione e nella decadenza, è dovuto a Pannella: l’Italia è diventata, in parte per la sua opera, un paese più laico, più moderno, ma anche più cinico, più “americanizzato”, più oligarchico, meno industriale e più povero, diciamolo: più squallido,
Quanto alla sua eredità, quella di cui andare meno orgogliosi è stato il lascito di un ceto politico che ebbe nel Pr la sua culla originaria: i Rutelli, i Giachetti, i Della Vedova, gli Elio Vito, eccetera eccetera eccetera. Giudicate voi. Un esame storico puntuale e documentato richiederebbe molte pagine che qui ed ora non sono possibili. L’uomo è stato complesso e tanto celebrarlo con scontati encomi quanto liquidarlo con giudizi sprezzanti sarebbe fargli torto. Si impone un giudizio equilibrato che rimandiamo meno frettolosa occasione ed ambito più consono. Qui ci basta un giudizio breve e sintetico che vede le ombre prevalere sulle luci, ma che comunque indica in Pannella uno dei grandi protagonisti del settantennio repubblicano.

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... =0&thold=0
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Messaggioda Berto » dom feb 21, 2021 9:48 am

LUIGI MANCONI FEDERICA GRAZIANI “PER IL TUO BENE TI MOZZERO’ LA TESTA”
Einaudi, Torino 2020
CONTRO IL GIUSTIZIALISMO MORALE
Beppi Lamedica
17 febbraio 2021

https://www.facebook.com/beppi.lamedica ... 9402363591

“Il populismo penale è una strategia diretta ad ottenere demagogicamente il consenso popolare rispondendo alla paura generata nella popolazione dalla criminalità”.Da questa prima definizione formulata dal giurista francese Denis Salas e dal domenicano Edoardo Jorge Prats, ci dicono gli autori, discende la constatazione che si tratta di una strategia per rassicurarci e convincerci.
Manconi e Graziani personificano il giustizialista morale descrivendo l’eroe popolare della caccia all’uomo: Marco Travaglio. “Ama da sempre i dettagli. E’ un amore assoluto, che richiede una vita di spasmodica applicazione alla causa. Pignolissimo, è nemico giurato dei perplessi,ma più di loro detesta gli altri pignoli, che offuscano quel sentimento del rimanersene, solo e furtivo, a godere dell’esistenza svelata delle piccole cose.”
Il populismo penale ha successo perché si consolida l’idea che problematiche complesse si risolvono con politiche semplificate, grazie all’irruzione nei programmi televisivi delle “folle”. Ricordate “Samarcanda” di Santoro o “A bocca aperta” di Funari? Così si suscitò “una vera e propria ideologia delle maniere spicce fondata sull’illusione che esse possano funzionare come toccasana sociale”.
La spettacolarizzazione della dimensione criminale ha lo “scopo di stimolare e coltivare i sentimenti di inquietudine e paura dell’opinione pubblica e di incoraggiarne più gli stati emotivi che le attitudini critico-razionali. In Italia, dalla fine degli anni Ottanta si afferma la tivù verità, un ricco carnet di programmi che pretendono di portare nelle case dei telespettatori indagini, aule di tribunale, ospedali, fatti di cronaca e avvenimenti privati.”
La conseguenza è stata quella di far constatare alle “folle” “il disordine e l’ingiustizia (che) nascono dall’assenza, dalla non applicazione o dalla tenuità delle pene. L’irrilevanza del sistema penale e la sua inefficacia corrispondono a una situazione di generalizzata impunità…È l’Italia a delinquere di quel memorabile titolo a piena pagina del ‘Fatto’…Una concezione paranoica e regressiva della società dove la politica è ‘liquame’, gli immigrati sono ‘clandestini’ e non c’è possibilità alcuna di emancipazione se non attraverso un’attività delatoria di massa.”
Antagonista del giustizialismo è il garantismo: “l’impegno alla piena applicazione della totalità dei requisiti dello Stato di Diritto e, in particolare nel sistema penale, del quadro di tutele assicurato al cittadino nei confronti di tutte le istituzioni dello stato nel corso delle diverse fasi del processo. In questo senso il garantismo si collega alla tradizione classica del pensiero liberale…ed esprime l’istanza, propria dell’illuminismo giuridico, della minimizzazione del potere punitivo, per il massimo rispetto possibile dei diritti di ognuno: delle vittime reali o potenziali, degli indagati e degli imputati durante il processo penale, dei condannati durante l’esecuzione della pena. Di conseguenza, il garantismo è (dovrebbe essere) una prassi ordinaria, una quotidiana politica del diritto e una cultura consolidata delle relazioni tra cittadino e Stato.”
L’essenza del garantismo, oggi in Italia è difendere l’impossibile: è infelice lo stato in cui si trova il garantismo in Italia. “Oggi è ridotto alle posizioni del Partito radicale e di Radicali italiani, a quelle di pochi parlamentari, alcuni giornalisti, quotidiani come ‘Il Dubbio’, ‘Il Foglio’, ‘Il Manifesto’ e ‘Il Riformista’, e di un certo numero di editorialisti di varie testate, intellettuali, artisti e letterati. ….La mobilitazione a favore dei diritti individuali, e specialmente di quelli relativi al sistema giudiziario, è rimasta sostanzialmente appannaggio delle culture e dei movimenti di minoraza…e di ridottissimi settori della sinistra parlamentare…, di qualche associazione e, in particolare, di quella professionale degli avvocati penalisti, recentemente autrice di un encomiabile ‘Manifesto del diritto penale liberale’ e del giusto processo.”
Insomma il giustizialismo morale trasforma l’errore in reato e il peccato in crimine. “Confondendo l’uno nell’altro – scrivono Manconi e Graziani – come confonde la politica con la morale, la morale con la giustizia, la giustizia con la politica.”(bl)
INDICE: Introduzione – L’eroe popolare della caccia all’uomo – onomastica dello scherno – intermezzo . la parola alle folle – a furor di popolo – intermezzo. Il travaglio della costanza vincente – restaurazione e nichilismo – una certa idea di giustizia – difendere l’indifendibile. Il garantismo messo alla prova – l’infelicità del garantismo italiano – 12 agosto 2019 – appendice. Il virus come forma di governo.



https://www.facebook.com/groups/2097364 ... &ref=notif


Gino Quarelo
Questi sono i veri tagliatori di teste, dimenticati da Manconi e compagni che anche li difende:
https://blog.uaar.it/2020/10/17/tagliat ... -pensiero/


Beppi Lamedica
Autore
Gino Quarelo
un commento populista!

Gino Quarelo
Populista e sovranista, bravo, tu sì che te ne intendi.

Beppi Lamedica
Autore
Gino Quarelo
un tifoso di Trump non poteva che essere populista

Gino Quarelo
Tagliatori di teste politicamente corretti e antipopulisti:
Potrebbe essere un cartone raffigurante 4 persone, persone in piedi e il seguente testo "Grazie rump, uomo buon ACQUITTED IMPEACH giusto! IMPEACH IMPL RENT FREE MDCACH Pelosi: Voglio derti prigione! Trump: verrò trovarti quando Grazie Trump!"

Gino Quarelo
Tutti fuori, tutti liberi, tutti spesati .... !
Se rubi a un ricco fai solo che bene;
se magari lo uccidi di sicuro come minimo era un evasore, se non uno sfruttatore di lavoratori, un usurario della finanza, un riciclatore di denaro illecito e un complice della mafia e per questo sei perdonato in anticipo.



Gino Quarelo
Stuprare una donna o un bambino (da parte di un povero africano clandestino che non sa che stuprare una donna e abusare dei bambini è un delitto tra i più gravi) o un popolo (per esempio con la clandestinità) non è un diritto umano e civile ma un crimine.
Invadere clandestinamente i paesi altrui non è un diritto umano individuale ma un crimine, come è un crimine l'abuso delle convenzioni e dei trattati internazionali sull'asilo politico e umanitario e sul soccorso in mare.


Avvocati demenziali e criminali!

Convegno sulla legalità a Salerno, frasi choc: «Africani non sanno che non devono violentare le donne sulla spiaggia» - Il Mattino.it
Giovanna Di Giorgio
15 settembre 2017

https://www.ilmattino.it/salerno/immigr ... 41217.html


«Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia, non si può violentare una persona, perché lui probabilmente non lo sa proprio». Stanno facendo il giro del web le parole pronunciate da Carmen Di Genio, avvocato del Comitato pari opportunità della Corte d’appello di Salerno, catturate dal sito laDenuncia.it. Un filmato girato lo scorso 13 settembre, nella sala del Gonfalone del Comune di Salerno, nel corso del Convegno nazionale sulla sicurezza e legalità organizzato dall’associazione Street Kali, dalla Federazione italiana Krav Maga e da Servizi sicurezza Italia. Una tavola rotonda con l’obiettivo di sensibilizzare contro la violenza di genere nonché sul tema della difesa personale. Ma l’esempio portato dall’avvocato Di Genio a sostegno della sua tesi non è stato dei più felici.

«Il terrorismo è uno spettro, un individuo invisibile, inidentificabile – le parole della Di Genio - Cosa possiamo fare per prevenire fenomeni di terrorismo? Dovremmo innanzitutto regolamentare, disciplinare gli ingressi degli extracomunitari in Italia. Dobbiamo assolutamente non innalzare muri – sottolinea – però, laddove consentiamo l’ingresso, perché si possa dire attuato il principio di legalità e dunque rispettata la regola, dobbiamo accogliere e anche educare a queste regole chi viene nel nostro Paese». Un concetto ribadito più volte dall’avvocato. «Dobbiamo scegliere in Italia: o non facciamo entrare gli extracomunitari e andiamo ad aiutarli nei loro territorio, con i contributi che pure ottiene l’Italia per far entrare questa gente, oppure, se li accogliamo, li dobbiamo necessariamente integrare, educare alla nostra legalità».

Dunque, l’esempio che ha mandato su tutte le furie il web, a iniziare dalla pagina Facebook "Un’ Italia senza comunisti". «Non possiamo pretendere – le parole della Di Genio - che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia, non si può violentare una persona, perché lui probabilmente non lo sa proprio. Allora noi questi extracomunitari li dobbiamo educare alle nostre regole».

«Non troviamo le parole per definire una persona che dice queste cose, pidiota è troppo poco», scrivono gli amministratori della pagina che ha come immagine un Tricolore sventolante con su impressa la scritta "No ius soli". Neppure le reazioni politiche si fanno attendere. Ma, anziché puntare il dito sul concetto di violenza espresso dall’avvocato, si soffermano sulla soluzione proposta dalla stessa. Il deputato salernitano di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Edmondo Cirielli, ex presidente della Commissione difesa e attuale responsabile del dipartimento giustizia del partito di Giorgia Meloni, all’avvocato Di Genio risponde: «Queste persone che arrivano nel nostro Paese e si macchiano di reati gravissimi, quali violenze sulle donne, vanno espulse. Altro che educate. Purtroppo, gli italiani in questi anni hanno imparato sulla loro pelle di cosa sono capaci questi selvaggi, pagando un prezzo altissimo».




Gino Quarelo
Populismo = realismo democratico e vera democrazia e non demagogia con promesse menzognare e ingannevoli, assurde e irrealizzabili.
Populismo è perseguire la legittima volontà politica democratica e gli interessi umani, civili, economici, culturali legittimi dei propri concittadini, del proprio paese, il massimo della democrazia.
Contrastare il populismo è presunzione e arroganza elitaria, significa e comporta disprezzo antidemocratico, eversione antidemocratica, violazione dei diritti umani, civili e politici dei propri concittadini, totalitarismo, criminalità socio-politica.


Magistratura, casta mostruosa, criminale ed eversiva, caso Salvini e non solo
viewtopic.php?f=194&t=2926
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I radicali: Pannella il padrone e Danilo Quinto l'ex servo

Messaggioda Berto » dom feb 21, 2021 10:52 am

Certo certo Pannella Marco, ma i radicali nel loro insieme ieri come oggi sono più vicini alle posizioni della Bonino che a quelle di Pannella, come lo è anche la UE più vicina ai nazi maomettani "palestinesi e iraniani" che ai civili e umani ebrei israeliani che si difendono dalle loro aggressioni finalizzate alla distruzione di Israele e allo sterminio degli ebrei.


Le folli dichiarazioni di Emma Bonino
Commento di Deborah Fait
09.11.2014

https://www.amicidisraele.org/2014/11/l ... ma-bonino/

Si può essere pro-Iran e filo-israeliana ?
Israele e Palestina, “due democrazie” ?

Venerdì 7 novembre 2014 su Rainews 24, la direttrice Monica Maggioni ha intervistato Emma Bonino. Argomenti politica estera e Medio Oriente e, naturalmente, Israele.
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... 06cf2.html
“Lei sta parlando con una radicale – afferma la Bonino rispondendo a Monica Maggioni – quindi con una convintamente filoisraeliana, ciò nonostante non dobbiamo approvare la politica di Netanyahu che mette a repentaglio la sicurezza di Israele e radicalizza i palestinesi, dando all’Isis la possibilità di reclutare anche loro”

Sono rimasta allibita da queste parole, non una sola critica ai palestinesi, se sono le belve che sono la responsabilità è di Netanyahu che, costruendo case a Gerusalemme, li costringe a radicalizzarsi e ad ammazzare gli israeliani come se non fosse la storia di sempre, di prima che Netanyahu nascesse, come se non fosse il fine di ogni palestinese che si rispetti diventare martire ammazzando gli odiati sionisti.
Natanyahu sta portando Israele all’isolamento diplomatico, dice la Bonino, ma se Israele è stata isolata da sempre e i palestinesi fanno terrorismo da sempre. Dimentica forse la ex ministra degli esteri che la prima intifada è scoppiata col governo Rabin e la seconda, durata 5 anni di terrore, col governo Barak che voleva dare a Arafat praticamente tutto ricevendo in cambio un rifiuto e la guerra ?
Non erano entrambi di sinistra sia Rabin che Barak? E dove erano le case di Netanyahu all’epoca? La verità è che tutto serve per accusare Israele assolvendo i veri responsabili della situazione di guerra perenne che siamo costretti a vivere in questo Paese.

“Io non parlo della creazione di due paesi ma di due democrazie”.
Brava Bonino! Complimenti! I palestinesi hanno proprio le basi necessarie per creare una democrazia, tra un assassinio e l’altro ci stanno giusto pensando, e aggiunge “I radicali avevano fatto la proposta di far entrare in Europa Israele e Palestina ma Israele ha rifiutato!”
Certo che Israele ha rifiutato, come fa a fidarsi di un’Europa antisemita e completamente prona all’islam. Ma la Palestina­­? La Palestinachenonc’e’ che ruolo avrebbe in Europa­­­? Divulgare forse la cultura dell’ omicidio, della violenza, dell’odio. Non avete già abbastanza problemi, Bonino, non avete già islamizzato e arabizzato a sufficienza la ormai defunta cultura europea?
Non avete già distrutto la bellezza delle vostre città? Volete proprio il colpo di grazia?
Fate pure ma non alle spese di Israele.
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