Italia politica e dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » dom apr 29, 2018 12:16 pm

Le Iene inguaiano Fico: “Colf in nero a Napoli”. Lui nega: è un’amica
ugo magri
2018/04/29

http://www.lastampa.it/2018/04/29/itali ... agina.html

Lei si chiama Imma. È una collaboratrice domestica, una colf, un’amica, una vicina di casa che ogni tanto dà una mano alla compagna del presidente della Camera Roberto Fico. In realtà non si sa bene cosa sia Imma, una ragazza che appare senza volto, mezzo tronco inquadrato in un video rubato con telecamera nascosta, davanti a un cancello, a Napoli, mentre parla con qualcuno. Da qui nasce il servizio delle Iene che andrà in onda stasera e che racconta di 500 euro «in nero» a Imma e poi di Roman, un immigrato ucraino, non si sa se con permesso di soggiorno o meno, che aiutava Fico e la partner in casa e che da qualche settimana non si vede più.

La storia: gli inviati del programma Mediaset inseguono Fico nei giorni delicatissimi in cui riceve e porta a compimento il mandato esplorativo per tentare di aprire un dialogo di governo tra il suo partito, il M5S, e il Pd. Finalmente riescono a parlargli, sotto casa sua, al centro di Roma. È il 25 aprile, giorno di pausa tra il primo e il secondo giro della trattativa affidatagli dal presidente della Repubblica. Fico appare tranquillo, sorridente, finché le domande, una dopo l’altra, cominciano a picconare la sua ricostruzione e a svelare le contraddizioni. Nella casa del presidente della Camera a Roma lavora una colf con regolare contratto. Quando è a Napoli, invece, Fico abita (ma non risiede) dalla compagna, in una strada a metà tra Vomero e Chiaia, bei quartieri della città. La prima domanda è se anche lì lavori regolarmente una collaboratrice domestica. Fico dice di no, smentito, nella registrazione a telecamera nascosta, da Imma che invece al gancio delle Iene conferma il contratto, «perché - aggiunge - ci tengono a queste cose». Fico potrebbe anche non saperne nulla ma, se è vero quello che dice, è Imma a mentire, per coprire e forse tutelare i datori di lavoro.

Fico a quel punto parla di lei come di una «carissima amica» della compagna, conferma che frequenta la casa e dice che «si aiutano a vicenda». Non nega che Imma faccia dei lavoretti, la spesa, commissioni, ma così, sembra, senza impegno. Imma, invece, inconsapevole di quello che sta dicendo e a chi lo sta dicendo, è più precisa: racconta di turni, con orari fissi, dal lunedì al venerdì, e di «contributi pagati». «Quali contributi – replica Fico – se ci fosse un rapporto di lavoro allora ok…». E invece questo rapporto non ci sarebbe, secondo il presidente della Camera. Di nuovo: chi mente dei due? I fatti, incontestabili, sono che Imma è la figlia del portinaio di un palazzo che si trova a qualche numero civico di distanza, che frequenta casa da cinque anni, e che prende 500 euro al mese. In nero, secondo il servizio. Dunque Fico avrebbe ereditato questa situazione dal momento in cui, già parlamentare, è andato a stare a casa della compagna.

Ma nella storia entra in scena anche Roman, un immigrato ucraino. La «Iena», Antonino Monteleone, chiede conto della versione di un testimone, che formula accuse precise: «È senza permesso di soggiorno», faceva dei lavori in casa loro, in giorni precisi, ma da quando Fico è diventato presidente della Camera, per evitare che venisse scoperto, «è stato mandato via». Fico risponde di averlo conosciuto alla fermata dell’autobus, che gli è molto legato, che per lui ha fatto un atto di «beneficenza» e che in cambio Roman «si è sdebitato» facendo dei lavoretti ogni tanto. Questi lavoretti, però, sarebbero costati almeno 200 euro, perché è quanto sarebbe stato detratto a Imma, dal momento della comparsa dell’ucraino, un anno e mezzo fa. Da 700 euro a 500 euro, cosa che non avrebbe fatto troppo piacere alla ragazza visto che confessa di aver pensato di andarsene e di non averlo fatto solo per i sentimenti che la legano alla figlia della compagna di Fico, «che mi sono cresciuta». Roman, che non appare nel pezzo delle Iene, non si trova. Imma, raccontano da Napoli, distrutta perché non poteva sapere che la sua chiacchierata sarebbe finita in tv, si è chiusa in casa. Il servizio, saltato dalla puntata di giovedì, dopo indiscrezioni ugualmente uscite che accennavano alla vicenda, andrà in onda oggi.

Fico, alla richiesta di un commento, aspetterà la visione della puntata per valutare.
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Messaggioda Berto » mar mag 01, 2018 6:52 am

Il centrodestra trionfa anche in Friuli, debacle 5 Stelle
01/05/2018

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... e-5-stelle

Ormai è fatta. Anche se mancano pochi seggi da scrutinare, il trionfo del centrodestra è chiarissimo. Massimiliano Fedriga sarà il prossimo Presidente del Friuli Venezia Giulia raggiungendo quasi il 57% dei voti. La Lega risulta la prima forza politica per preferenze dei votanti col 34,85%. Avendo superato il 45% dei voti, il neopresidente avrà diritto al premio di maggioranza che gli permetterà di avere il 60% dei seggi al Consiglio regionale, ovvero 29 dei 49 da assegnare. Il centrosinistra arriva secondo con il 27% dei voti, mentre al terzo posto si classifica il candidato del Movimento 5 stelle con circa il 12% dei voti. In pratica la metà dei voti ricevuti alle politiche (dal 24 all'11,9 per cento). La lista 5 Stelle è infatti calata al 7,2 per cento, ben al di sotto di Forza Italia (12%).

"Risultato impensabile, la Lega ha avuto la più alta percentuale della storia. Speriamo che serva anche a Roma", commenta a caldo il neo governatore che è anche segretario regionale leghista. "Non decido io" quale sarà il prossimo governo, ha aggiunto, "mi sembra tuttavia che i cittadini abbiano espresso chiaramente la loro volontà. Spero che scelgano loro e non qualcun altro".
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Messaggioda Berto » gio mag 03, 2018 6:34 am

Di Maio chiude al Pd e attacca "Finisce qui, Renzi sabotatore"
Luca Romano
Mer, 02/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 21516.html

Il grillino di fatto chiude le porte prima della direzione dem. Poi ribadisce: "La nostra intenzione è quella di votare"

Dopo aver attaccato Matteo Salvini, Luigi Di Maio, ospite di Porta a Porta su Rai Uno, sposta il mirino su Matteo Renzi.

Il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha criticato apertamente la scelta del segretario dem di chiudere la porta ad una trattativa con i 5 Stelle. L'ex premier è stato molto chiaro nella sua ENews: "Personalmente credo che la linea che il PD ha tenuto, la linea del tocca a loro, sia quella più giusta. Qualcuno dei nostri amici e compagni di partito - come Piero Fassino ieri sera a Porta a Porta - ha chiesto al PD di allearsi con il Movimento Cinque Stelle per un nuovo bipolarismo centrosinistra-centrodestra. A me sembra un errore". Insomma di fatto resta chiaro il "Renzi-pensiero": no a governi in compagnia dei grillini. La presa di posizione dell'ex segretario dem non è stata certo gradita da Di Maio che dal salotto di Porta a Porta lo etichetta come un "sabotatore": "Ha sabotato il dialogo tra M5s e Pd.

Di fronte a Fico, incaricato da Mattarella, non solo Martina ma anche Delrio e Marcucci hanno dato la disponibilità al dialogo. Nel frattempo in attesa della direzione del Pd, Renzi va da Fazio e chiude tutto". Poi ribadisce la sua proposta per un ritorno al voto: "Portare gli italiani per un anno - o anche 6-7 mesi - senza governo, penso sia assurdo. Non si può votare a giugno? Allora si voti prima possibile, alla prima data utile. Chiediamo il voto anticipato perché l'alternativa è il governo dell'ammucchiata". Infine mette la parola fine alle trattative con i dem anticipando le conlcusioni della direzione Pd di domani: "Ho rispetto per il momento del Pd, per la Direzione nazionale di domani", ma "a questo punto per noi finisce qui".
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Messaggioda Berto » gio mag 03, 2018 5:51 pm

Il grande veto di Mattarella: ecco perché non vuole Salvini
Per il Colle il leghista è troppo vicino a Putin e troppo poco «atlantico». Il dubbio di Renzi: allora perché non lo brucia?
Gio, 03/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 21532.html

Aneddoto della visita di qualche anno fa a Belgrado del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quel giorno, insolitamente, il consigliere militare del capo dello Stato, il generale di squadra aerea Roberto Corsini, non si presentò in uniforme, ma in abiti civili.

E a chi gli chiedeva il perché, rispondeva tra il serio e il faceto: «Altrimenti mi riconoscono. Io ho partecipato ai bombardamenti contro i serbi in Kossovo, nell'ambito dell'Allied Force della Nato». All'epoca del conflitto nei Balcani, Sergio Mattarella era vicepremier nel governo di Massimo D'Alema.

Tutto questo per rimarcare quanto il presidente della Repubblica tenga alle alleanze internazionali, alla Nato, ai rapporti con Washington. E, contemporaneamente, quanto non abbia potuto gradire certe esternazioni di Salvini sull'intervento Usa in Siria, troppo inclini ad assecondare le tesi di Vladimir Putin. Un atteggiamento che ha alimentato fino ad ora la diffidenza del capo dello Stato sull'ipotesi di un incarico a Salvini per la formazione del governo, come leader della coalizione vincente alle ultime elezioni.

Se c'è un filo conduttore nella sceneggiatura del Quirinale di questi sessanta giorni di trattativa, infatti, è stato proprio quello di evitare, che si concretizzasse questa possibilità. Complice anche l'interessato: «Non voglio farmi bruciare», diceva. Ora, però, sull'onda delle vittorie nelle regionali del Molise e del Friuli, Salvini ha cambiato atteggiamento: è lui stesso a chiedere l'incarico. Mentre, a quanto pare, il presidente della Repubblica non ha mutato il suo: lassù sul Colle dicono che, a questo punto, i nomi di Salvini e Di Maio già sono stati superati.

Ma allora perché il leader della Lega ha fatto questa mossa? La nuova strategia Salvini l'ha maturata girando in macchina per il Friuli, prima del voto di domenica scorsa. Chi ha viaggiato con lui racconta che non ne potesse più della volubilità grillina, delle prese di posizione del Cav, delle alchimie del Quirinale per mettere in piedi o un governo Pd-5stelle, o un governo del presidente: «Basta con il tatticismo, con le cose dette e non dette! Ora gioco a modo mio». Tempo due giorni, sotto gli auspici della vittoria della Lega in Friuli, l'operazione è partita. Proprio alla vigilia di una direzione del Pd che, i renziani ne sono sicuri, approverà un documento per dire no sia ad un governo Salvini, sia ad un governo Di Maio, ma che, in termini concreti, porrà fine alla trattativa tra Pd-5stelle, quella che nei calcoli del Colle, se fosse andata in porto, avrebbe risolto alla radice la questione del leader leghista. Invece, è probabile, che venerdi il «problema» del pre-incarico a Salvini sarà sulla scrivania dello studio alla vetrata al Quirinale, anche se il capo dello Stato lo scanserà, visto che non ha nessuna voglia di tornarci su. Addirittura Ignazio La Russa ha suggerito al principale consigliere di Salvini, Giancarlo Giorgetti, di chiedere al Quirinale «l'incarico pieno». «Ma guarda che anche se lo chiede - è stata la risposta della testa più lucida del Carroccio - non glielo dà». «Sì - è stata la replica di La Russa - ma almeno gli darà il pre-incarico, altrimenti non gli darà neppure quello». E poi, commentando con Giorgia Meloni le ultime battute di questa estenuante trattativa, ha aggiunto: «Questi sono ragazzi. Se la fanno sotto. Matteo, anche se tardi, si è convinto che deve provarci, che deve andare a vedere. E ha fatto bene a buttarsi senza rete, perché di una cosa sono sicuro: non ha nessun accordo con i grillini».

Dopo la sortita del leader della Lega, infatti, ieri un interrogativo ha tenuto banco nel mondo politico e non: Salvini sta giocando d'azzardo, o ha qualcosa in mano? Ieri sull'aereo Milano-Roma il numero uno di Mediaset, Fedele Confalonieri, e Mariastella Gelmini, hanno posto le stesse domande anche al piddino Emanuele Fiano: «Perché Salvini ha chiesto l'incarico? Perché vuole andare a sbattere?». Ricevendo dal deputato del Pd una risposta ovvia: «Che ne so?». Un rebus che secondo il ministro Dario Franceschini, ha una risposta alquanto banale: «Non siamo più nella fase della politica riflessiva, qui ognuno spara la sua».

Se si analizza, però, con più attenzione una sua logica questa mossa ce l'ha. Intanto mettendo il suo nome sul tavolo, il leader della Lega potrà dire di aver fatto di tutto per dare un governo al Paese e per evitare le elezioni, a differenza del suo alleato-antagonista Di Maio. Poi, crea un imbarazzo al Colle, che al di là delle ragioni addotte (la principale è che un governo del genere, con la chiusura di Salvini al Pd, non avrebbe i numeri in Parlamento), si assume la responsabilità di non aver dato una chance alla coalizione di centrodestra, vincente alle elezioni. Uno schema che ha lasciato perplessi anche gli avversari di Salvini: «Non capisco perché il presidente - si è chiesto più di una volta in queste settimane Matteo Renzi, che avrebbe avuto tanta voglia di bruciare il leader della Lega non abbia fatto questo passaggio?». In terzo luogo, con questa «operazione» Salvini tenta di sbarrare la strada al governo di scopo o istituzionale per fare le riforme, che è il punto di approdo delle speranze del Quirinale: una maggioranza trasversale che abbia un «vestito istituzionale», che metta insieme Pd, 5stelle, e, magari, sia aperta anche a Forza Italia. Già, girano i nomi dei possibili premier: dal presidente della Consulta, al professore Sabino Cassese, che ha avuto tra i suoi collaboratori non solo il professor Della Cananea, testa d'uovo dei grillini, ma anche Giulio Napolitano e Bernardo Mattarella, figli di due presidenti.

Proprio per evitare un epilogo così, per lui indigesto, il leader della Lega, spendendo il suo nome, potrebbe riportare il pallino di una possibile premiership sul versante del centrodestra: il Quirinale - nella sua testa - potrebbe dire di no a lui, ma avrebbe problemi a dire no anche a qualcun altro. «Guardate - è il ragionamento di Giammarco Centinaio, capogruppo dei senatori leghisti - che a noi le elezioni subito non convincono. E, diciamoci la verità, in queste condizioni, non credo che a Salvini interessi tanto fare il premier. Io terrei bene a mente il nome di Giorgetti». Proprio Giorgetti, il numero due della Lega, che non ha rifiutato l'idea del «governo di scopo»: «Io - diceva ieri il piddino David Ermini - non avrei problemi a votarlo o ad astenermi». Del resto i veti dei dem riguardano solo Salvini e Di Maio.

E, ancora, se magari il Colle dicesse pure un secondo no al centrodestra, difficilmente non potrebbe prendere in considerazione per un governo istituzionale il nome del presidente del Senato, Casellati, che lascerebbe lo scranno più alto di Palazzo Madama a un leghista: la seconda carica dello Stato, in un modo o nell'altro, ha voce in capitolo nello scioglimento delle Camere. Una garanzia per il leader della Lega. Appunto, la partita a scacchi con il Quirinale continua.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » gio mag 10, 2018 6:22 am

Mattarella, stop al voto: “Serve un governo neutrale fino a dicembre”
lunedì 7 maggio 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/05/mat ... E.facebook

«Non c’è alcuna possibilità di formare un governo sostenuto da una maggioranza frutto di un accordo politico». Il presidente Sergio Mattarella, al termine del terzo giro di consultazioni certifica quello che appariva sempre più chiaro in questi due mesi. «Ho chiesto alle varie forze politiche se vi fossero nuove possibilità d’intesa, registrando che non ve ne sono. In mancanza di accordi, le forze politiche consentano che nasca un governo neutrale, di servizio». Così il capo dello Stato specificando che l’esecutivo in questione dovrebbe essere «un governo che arrivi fino a dicembre per mettere a punto Manovra e Def ed evitare l’aumento dell’Iva. Senza fiducia, si andrà al voto in estate».


Mattarella: “Il governo Gentiloni non può essere prorogato”

«Fin dall’inizio delle consultazioni – ha premesso Mattarella – ho escluso che potesse essere formato un governo di minoranza, che condurrebbe alle elezioni, più rispettoso che allora a portare alle elezioni sia un governo non di parte». Il presidente ha escluso anche la possibilità di lasciare il cerino ancora in mano all’attuale esecutivo. «Il governo presieduto da Gentiloni ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato, quindi è doveroso dare vita a un nuovo governo, non si può attendere oltre. Continuo ad auspicare un governo con pieni poteri, che abbia titolo pieno per rappresentare l’Italia nell’Unione europea».


Mattarella: “Non conviene il voto a luglio o in autunno”

«Può essere utile che i partiti si prendano ancora del tempo, ma nel frattempo in mancanza di accordi, l’auspicio di Mattarella è «che i partiti permettano con un voto di fiducia la nascita di un governo neutrale». Il voto a luglio? Quella del presidente è una doccia gelata per chi l’aveva proposto. «L’alternativa – dice Mattarella – sarebbe indire elezioni subito, ma significherebbe votare in estate, quindi impendendo a molti elettori di partecipare». E allora si vota in autunno? Neanche per sogno. «Votare a inizio ottobre – dice Mattarella – potrebbe essere un’alternativa: ma comporterebbe il rischio di non poter approvare la Finanziaria e quindi non scongiurare l’aumento dell’Iva. Va tenuto anche conto che ci debbano essere i tempi minimi per la partecipazione elettorale. Spero che i partiti abbiano il senso di responsabilità per evitare che per la prima volta il voto popolare non produca alcuno effetto, che una legislatura finisca prima ancora di iniziare».
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Messaggioda Berto » gio mag 10, 2018 6:23 am

Governo, Berlusconi dà via libera a governo Lega-M5s: "Salvini si prende responsabilità. No a fiducia"
9 maggio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ia/4343546

Alla fine ha prevalso la paura delle urne. Ed è arrivato il passo di lato, chiesto per quasi due mesi e mai concesso fino ad oggi. Nel giorno in cui doveva scadere l’ultimatum del Quirinale Silvio Berlusconi cede e annuncia che non si metterà di traverso a un governo formato dal Movimento 5 stelle e dalla Lega. Forza Italia non voterà la fiducia ma a questo punto Matteo Salvini e Luigi Di Maio potranno cominciare a trattare: la prima condizione posta dal capo politico del M5s al segretario del Carroccio, infatti, era tenere fuori dall’esecutivo proprio l’ex premier. Un vincolo ripetuto in giornata quando i due leader si sono visti a Montecitorio e hanno chiesto a Sergio Mattarella altre ventiquattro ore per riuscire a far partire un esecutivo politico ed evitarne uno neutrale indicato dal presidente della Repubblica. E allontanare, quindi, il quasi sicuro voto anticipato. Un’istanza arrivata al Colle quando il tempo per i partiti era quasi scaduto e conseguenza diretta dei “ragionamenti” che si sono maturati in queste ore in Forza Italia. La strada per un esecutivo politico, dunque, quell’esecutivo che sembrava archiviato dopo più di 50 giorni di mediazioni fallite, è tutt’altro che chiusa: anzi si riapre all’improvviso dopo la decisione Berlusconi.

Le conseguenze sono tutte nelle dichiarazioni dei prossimi alleati. Luigi Di Maio, ad esempio, dopo aver annullato tutti gli impegni delle prossime 24 ore in Emilia Romagna, ha annunciato le prossime mosse: “Mi fa piacere che abbia prevalso la responsabilità. È un momento importante. Domani ho intenzione di incontrare Matteo Salvini, iniziamo dai temi poi i nomi. La cosa importante è il contratto di governo, ci sono soluzioni che gli italiani aspettano da 30 anni” ha detto ai giornalisti a margine di una cena in un ristorante nel centro di Roma. Sulla stessa linea d’onda Matteo Salvini, che dopo aver ringraziato Silvio Berlusconi, ha sottolineato che “come promesso, stiamo lavorando fino all’ultima ora per far nascere un governo fedele al voto degli italiani. Tenuta salda per lealtà e coerenza l’unità del centrodestra, rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare. O si chiude veloce, o si vota“. Ma dopo quanto accaduto nelle ultime ore, le urne non sono mai sembrate così lontane.

Governo, Di Maio: "Passo indietro di Berlusconi importante.

di Manolo Lanaro

video di Manolo Lanaro

Berlusconi: “Non votiamo fiducia ma via libera a governo Lega – M5s” – L’attesa posizione del leader di Forza Italia viene esplicitata con una nota diffusa poco dopo le 21. Il ragionamento di Berlusconi, dopo settimane di rifiuti, è il seguente: se la Lega intende assumersi la responsabilità di fare un governo con i 5 stelle, non “saremo certo noi porre veti o pregiudiziali”, ma non voteremo la fiducia. In pratica l’ex cavaliere dà il via libera a un esecutivo giallo-verde con l’astensione responsabile dei suoi parlamentari. “In questo caso non potremo certamente votare la fiducia, ma valuteremo in modo sereno e senza pregiudizi l’operato del governo che eventualmente nascerà, sostenendo lealmente, come abbiamo sempre fatto, i provvedimenti che siano in linea con il programma del centrodestra”. In questo modo, quindi, l’ex premier prova a staccarsi l’etichetta di colpevole della stasi politica del Paese. “Se invece questo governo non potesse nascere – scrive infatti nella nota – nessuno potrà usarci come alibi di fronte all’incapacità – o all’impossibilità oggettiva – di trovare accordi fra forze politiche molto diverse. Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori”.

Il passo di lato – Quello di Berlusconi è dunque un passo di lato: da una parte dà il suo via libera a Salvini per formare un governo con i 5 stelle senza il suo sostegno attivo, come chiesto più volte da Di Maio. Dall’altra non rompe l’alleanza con la Lega. “Tutto ciò – recita sempre la nota del leader di Forza Italia – non segna la fine dell’alleanza di centrodestra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori. Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l’Italia”.

Governo, il via libera di Forza Italia. Romani: "M5s e Lega si vogliono sperimentare. Se alternativa è governo neutrale, allora meglio uno politico"
video di Alberto Sofia

I tre step della nuova trattativa M5s – Lega – A questo punto potranno andare avanti, dunque, le trattative tra Di Maio e Salvini. Il Quirinale, infatti, ha fatto sapere di aver ricevuto la richiesta formale di ritardare la convocazione del premier tecnico – prevista in origine per oggi alle 17 – e le 24 ore richieste sono state concesse. Nessun nome al momento sul tavolo. Per i 5 stelle il dialogo con la Lega si dovrà sviluppare in tre step. Nel faccia a faccia di oggi, Di Maio ha ribadito a Salvini di non volere avere nulla a che fare con Berlusconi: istanza esaudita poche ore dopo con la nota dell’ex cavaliere. Solo a questo punto il capo politico del M5s si era detto pronto a sedersi a un tavolo per stilare l’ormai noto contratto di governo. Quindi, a intesa raggiunta sui temi, si parlerà di nomi. Una partita a scacchi che va avanti da giorni e che mai come ora potrebbe dare sorprese. La prima, in fondo, l’ha già data: il passo di lato di B. a più di due mesi dal 4 marzo.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » gio mag 10, 2018 7:12 am

Governo Lega-M5S accordo. Tutti i punti del programma di governo Lega-M5S
09/05/2018

http://www.affaritaliani.it/politica/go ... 39370.html

Governo Lega-M5S, ore decisive. Questa volta sembra proprio che l'intesa per far nascere un governo politico, ed evitare il ritorno immediato alle urne, sia vicinissima. Matteo Salvini e Luigi Di Maio, al di là del nome del premier (clicca qui) e del ruolo di Forza Italia e di Silvio Berlusconi (clicca qui), stanno mettendo a punto il programma dell'esecutivo, il famoso contratto evocato dai grillini. Affaritaliani.it è in grado di anticipare l'ultima versione della bozza programmatica dell'intesa Carroccio-5 Stelle, sempre che il governo alla fine nasca davvero.

ECCO I PUNTI DELL'ACCORDO LEGA-5 STELLE:

- abolizione della Legge Fornero con la reintroduzione delle pensioni di anzianità (accesso alla pensione con più di 40 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica). Quota 100 (accesso alla pensione al raggiungimento di quota 100 quale somma di età anagrafica+età contributiva) + quota 41 (accesso alla pensione con solo l’anzianità contributiva). Reintroduzione delle pensioni di vecchiaia prima dell'entrata in vigore della Legge Fornero.

- reddito di cittadinanza sul modello del reddito di autonomia previsto dalla Regione Lombardia che prevede fino a 800 euro mensili di sostegno alle famiglie in difficoltà. In ogni caso, il reddito di cittadinanza dovrà essere strettamente legato alla ricerca di un impiego e non dovrà essere una misura di natura assistenziale.

- piano di riduzione della pressione fiscale che semplifichi il sistema delle aliquote attualmente in vigore. Decontribuzione per l'assunzione di giovani in particolare nel Mezzogiorno. Abolizione dell’inversione dell’onere della prova in materia tributaria. Pace fiscale con lo studio di un sistema di rottamazione delle cartelle esattoriali fino a 100mila euro.

- revisione delle norme sul lavoro (Jobs Act) con la conferma del bonus di 80 euro introdotto dal governo Renzi

- nuova legge contro la corruzione sia per quanto riguarda il settore pubblico sia quello privato.

- regolamentazione del conflitto di interessi per chi intende fare politica e candidarsi alle elezioni. Il sistema dovrebbe prendere spunto dal modello in vigore negli Stati Uniti d'America.

- regolamentazione dell’immigrazione con il contrasto alla clandestinità e rimpatri dei migranti irregolari presenti sul territorio nazionale. Nuovo reato di immigrazione clandestina che consenta di espellere più rapidamente gli irregolari. Protezione internazionale per chi davvero scappa da guerre e conflitti. Revisione dei rapporti con il le comunità islamiche per un maggior contrasto alla diffusione del terrorismo in Italia.

- conferma della fedeltà dell'Italia all'alleanza atlantica (Nato) guidata dagli Stati Uniti d'America, ma richiesta in sede Ue di discutere rapidamente su come superare e in prospettiva eliminare le sanzioni economiche contro la Federazione Russa. Apertura diretta di un dialogo con Mosca e il presidente Vladimir Putin per superare le ultime tensioni tra Occidente e Russia.

- nuovo ruolo dell'Italia nell'Unione europea che metta la difesa dell'interesse nazionale come primo punto del governo. Richiesta ai partner europei di rivedere i principali Trattati europei, non solo quelle che regolano la moneta unica.

- maggiori investimenti sull'ordine pubblico con miglioramenti economici per le forze dell'ordine. Controllo delle città anche con l'utilizzo dell'esercito non solo per il contrasto alla micro-criminalità e alle mafie ma anche per prevenire il pericolo di attacchi terroristici. Lotta alla contraffazione, al bullismo, al cyberbullismo e alle occupazioni abusive di case. Regolamentazione dei campi rom e smantellamento di quelli abusivi.

- no al qualsiasi tipo di svuotacarceri. Riforma della Giustizia con allungamento della prescrizione. Agenti sotto copertura. Introduzione per i reati contro la P.A. della figura del cosiddetto “agente provocatore”, già utilizzata per altri reati, per favorire l’emersione del fenomeno corruttivo che per sua natura non trova l’interesse processuale di alcuna parte coinvolta. Daspo per corrotti e corruttori. Netta separazione tra Magistratura e politica. Separazione delle carriere dei magistrati e modifica della responsabilità civile.

- sviluppo della green economy attraverso investimenti pubblici e piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio per la prevenzione di catastrofi naturali come terremoti e alluvioni.

- implementazione del processo di maggiore autonomia per le Regioni che ne hanno fatto richiesta, come Veneto e Lombardia dopo il referendum consultivo dell'ottobre 2017.

- politiche a tutela dei disabili con l'istituzione di un ministero ad hoc.

- revisione della Buona Scuola e regionalizzazione dei concorsi degli insegnanti per evitare trasferimenti da Regione a Regione.

- investimenti nel settore del turismo con un cambio di rotta nella di musei e patrimonio artistico, culturale e architettonico.


Alberto Pento
Tra i tanti punti dell'accordo che trovo dannosi uno è quello della decontribuzione al sud che danneggia il nord con una forma di concorrenza sleale ingiusta/immorale/antieconomica sotto ogni aspetto. Che non risolve per nulla il sottosviluppo economico del sud.

Poi manca la forte riduzione delle pensioni d'oro e d'argento, dei privileggi parassitari, degli stipendi enormi dei dirigenti della pubblica amministazione con l'adeguamento alla media dei compensi dei paesi europei più poveri e con maggiore debito che in ogni caso dovrebbero essere inferiori a quelli della Germania.

Poi manca ogni accenno alla necessità fondamentale della riduzione della spesa e del debito pubblici.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » lun mag 14, 2018 2:26 am

Feltri: "Di Maio è un personaggetto. M5s ha preso il 32%? Quasi tutti al Sud. Anche Hitler e Mussolini ebbero tanti voti"
di Gisella Ruccia | 11 maggio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ti/4349169

Durissima invettiva del direttore di Libero, Vittorio Feltri, contro il M5s e il suo leader, Luigi Di Maio. Ospite de L’Aria che Tira (La7), il giornalista osserva: “Chi è quel cretino che vuole votare a luglio senza una legge elettorale decente? Quella delle elezioni anticipate è stata una boutade, una minaccia. Non si è voluto un governo di transizione, che era la soluzione ideale, perché c’è la smania di andare al governo, smania di Di Maio e di Salvini. Ora chi rischia di più è Salvini, perché io con Di Maio non farei assolutamente nulla, non berrei neanche un caffè”. E rincara: “Di Maio è un personaggetto. In questo senso, Vincenzo De Luca ha centrato esattamente il problema ed è riuscito a fare un ritratto di Di Maio con una sola parola. Ha avuto oltre il 32% di voti? Anche Hitler e Mussolini ebbero tanti voti. Di Maio ne ha avuti specialmente al Sud, perché ha promesso a una terra abbastanza depressa che avrebbe dato a cani e porci un reddito di cittadinanza. I meridionali non sono cretini” – continua – “e quindi non credono a Di Maio, però lo hanno votato ugualmente. Se Di Maio non darà quei quattrini, è ovvio che il M5S quel voto poi lo perderà. In più, la politica tradizionale ha veramente stancato e nauseato i cittadini, i quali hanno votato il M5S, che gli faceva meno schifo degli altri. Non è che il voto sia frutto di ragionamenti così profondi. E’ anche emotivo. E lo dimostra il fatto che al Sud il M5S ha preso una valanga di voti, mentre qui al Nord non mi sembra che abbia sfondato”
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » lun mag 14, 2018 2:27 am

Controdecalogo per ultrà grillini
Alessandro Sallusti - Sab, 12/05/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 25531.html

Ci siamo, Cinque stelle e Lega stanno mettendo a punto il programma di governo. Il trust di cervelli grillini ieri ha pubblicato su Il Fatto Quotidiano il decalogo di leggi irrinunciabili per la purezza della razza.

Dieci cose talmente geniali che meritano più ampia diffusione. Per questo, sia pure non autorizzati, ci permettiamo di ripubblicarle e di aggiungere per ognuna un nostro modesto commento o suggerimento (in neretto i punti del decalogo).

1) Conflitti di interessi: ineleggibilità di chi possiede massmedia.

È poco. Per la difesa piena della democrazia, la norma andrebbe allargata anche a chi ha in essere contratti con aziende che si occupano di comunicazione, tipo tutti i deputati Cinque stelle che sono dipendenti e finanziatori della piattaforma Rousseau che edita i blog del duo Casaleggio-Grillo.

2) Anticorruzione, agenti sotto copertura contro le tangenti.

Giusto. Ma estenderei il metodo degli spioni anche per scoprire chi sfrutta la povera gente con stipendi da fame e senza pagare contributi. Per esempio per accertare una volta per tutte come il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, paga la sua colf.

3) Intercettazioni: bloccare la norma bavaglio fatta dal Pd.

Perfetto. Aggiungerei solo una postilla: agevolare la pubblicazione di intercettazioni false e/o manipolate per incastrare un avversario politico, sul genere di quella pubblicata dal Fatto Quotidiano per incastrare papà Renzi.

4) Prescrizione dei reati: fermarla con il rinvio a giudizio.

Si intaseranno i tribunali ma pazienza, meglio la civiltà. Propongo anche la retroattività, così Marco Travaglio dovrà rifare i processi a suo carico finiti nel nulla per prescrizione (alla quale lui ovviamente non rinunciò).

5) Evasione: carcere vero per gli evasori e frodatori fiscali.

Grande idea. Mi spiace solo che finirà in galera Beppe Grillo (non ha mai smentito la notizia che evase le tasse nel corso della sua carriera artistica).

6) Carceri, via la legge che esenta i condannati fino a quattro anni.

Geniale. Torneremo a votare presto a Roma, Torino e Livorno dove sono in corso processi contro i sindaci grillini Raggi, Appendino e Nogarin (l'aria che tira è: condanne molto probabili). Due belle signore in cella dispiace, ma così è la vita.

7) Mafia: più rigore contro il voto di scambio ora impunito.

No, siamo contrari alle leggi ad partitum. Non si possono arrestare i vertici grillini solo perché da Roma in giù hanno scambiato il reddito di cittadinanza ai disoccupati meridionali con un voto ai Cinque stelle.

8) Rai: via i partiti dai vertici, ma solo professionisti della tv.

Fantastico. Mi candido a direttore del Tg1 nell'era del governo Di Maio (in subordine propongo il ritorno di Augusto Minzolini). Gli mando il curriculum, del resto ha appena detto di voler mettere le mani sulla Rai e su Mediaset (ma lì me la cavo da solo, conosco un paio di persone che spero mi raccomandino).

9) Antitrust contro la concentrazione di Tv e spot.

Da riscrivere, non si capisce una mazza (forse intendono La7 canale unico del Paese).

10) Niente guida a Forza Italia per le commissioni Rai, Mafia e Servizi

Qui siamo al top. Aggiungerei quelle Caccia e Pesca (la Brambilla sarebbe capace di abolire le due pratiche) e Verifica Scontrini (per non fare le pulci ai Cinque stelle e beccarli a fare i furbi). Anzi, facciamo così. Aboliamo per legge Forza Italia o, in subordine, vietiamo l'ingresso in Parlamento dei suoi eletti. Da soli, come pensano i dittatori, si fa prima e meglio.
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Re: Italia politica, dei ladri, dei parassiti, dei fanfaroni

Messaggioda Berto » lun mag 14, 2018 2:28 am

Governo, finito vertice Salvini-Di Maio: "Intesa su progamma quasi raggiunta". Poi chiamano il Colle: "Pronti a riferire"
13 maggio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... re/4352075

Attesa per la seconda bozza del programma. Castelli (M5s): “Non ci sono punti dove non siamo d’accordo”. Centinaio (Lega): “Il presidente? Decidono i due leader”. Che hanno lasciato il summit nel primo pomeriggio per andare a discutere di nomi in centro a Milano. Nel tardo pomeriggio telefonata al Quirinale e la conferma: “Un solo nome, e sarà politico”

Hanno chiamato il Quirinale nel tardo pomeriggio: Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno bisogno di altro tempo e sono pronti a riferire su tutto. E cioè sia il nome del presidente del consiglio che il programma del primo governo sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 stelle. Lo faranno domani, quando saliranno al Colle accompagnati dai rispettivi capigruppo per un nuovo giro di consultazioni con Sergio Mattarella. Non è escluso, inoltre, che il capo politico del M5S e il segretario del Carroccio si incontrino in mattinata prima di recarsi al Quirinale.

Di sicuro c’è solo che a dare una netta accelerata alle trattative per formare un nuovo esecutivo è stato il secondo giorno del vertice milanese tra le due forze politiche. Anche perché si è trattato di una giornata con un doppio summit: uno al Pirellone tra le delegazioni leghiste e pentastellate che hanno studiato il contratto di governo. E un altro tra i due leader che si sono visti nello studio di un commercialista nel centro di Milano per trovare l’accordo sul nome del premier. Entrambi i vertici hanno evidentemente prodotto una duplica intesa.

La telefonata al Colle: “Pronti a riferire” – L’accordo sul programma è praticamente raggiunto. “Mancano i punti e le virgole“, dice il leghista Gian Marco Centinaio. “Non ci sono temi dove non c’è accordo”, conferma la pentastellata Laura Castelli. A mancare era solo la cosa più importante: il nome del premier. “Su quello decidono Di Maio e Salvini”, dicevano i leghisti. “Manca l’ok definitivo, serviranno 24 o 48 ore”, spiegavano invece fonti del M5 stelle alle agenzie. Al Quirinale, però, non era arrivata alcuna richiesta di proroga e Mattarella attendeva notizie dai due leader entro oggi. Una risposta che è arrivata poco prima delle 20. “Mattarella verrà chiamato entro stasera, diremo a lui. Un nome o una rosa di nomi? Non è che portiamo una squadra di calcio”, spiegava il segretario del Carroccio, alla fine dell’incontro con Di Maio. “A momenti chiamiamo il Quirinale e gli diamo tutte le informazioni. Sarà un politico, mai tecnico. È stata una giornata molto produttiva”, diceva il leader pentastellato. Poco dopo fonti del M5s hanno confermato che il loro capo politico aveva appena chiamata al Colle dicendosi pronto a riferire.

“Contratto?Non ci sono punti dove non c’è accordo” – Una telefonata arrivata alla fine di una giornata cominciata alle 11 e 30 al Pirellone. Nella sede della regione Lombardia le delegazioni dei due partiti hanno lavorato fino alle 18 per produrre la bozza definitiva del contratto di governo. “Mancano i punti e le virgole ma non abbiamo ancora chiuso sul contratto di governo. L’accordo vediamo di trovarlo e vediamo se Di Maio e Salvini riescono a chiudere su tutto”, ha detto il capogruppo della Lega al Senato Centinaio alla fine dell’incontro, annunciando una nuova riunione tecnica a Roma per lunedì alle 14 e 30. “Non ci sono punti dove non c’è accordo, ci sono temi su cui si discute che interessano i cittadini. Oggi abbiamo parlato di lavoro, superamento della Fornero, della misura quota 100 per le pensioni, delle categorie professionali usuranti, abbiamo fissato dei punti. Il redditto di cittadinanza? Ci sarà per intero e non sarà a tempo”, ha confermato la senatrice pentastellata Castelli. Al tavolo sedevano anche Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora, Rocco Casalino per il M5s, Claudio Borghi, Roberto Calderoli, Armando Siri, Nicola Molteni e Giancarlo Giorgetti per la Lega. Oltre ovviamente ai due leader.

Governo, Centinaio (Lega): 'Programma ormai definito, mancano le virgole. Sul nome del premier decidono Di Maio e Salvini'

“Per il premier faremo un solo nome e sarà un politico – Di Maio e Salvini, però, hanno lasciato il Pirellone intorno alle 14. Il motivo? Sono andati altrove per discutere finalmente di nomi. “Ovviamente si sta scrivendo la storia e ci vuole un pò di tempo. Di nomi non abbiamo ancora parlato. L’obiettivo è prima di tutto decidere il cosa e poi il chi”, diceva il capo politico del M5s lasciando il summit per andare a incontrare il segretario della Lega nello studio di un commercialista nel centro di Milano. È per questo motivo che Di Maio ha cancellato l’appuntamento serale a Che tempo che fa da Fabio Fazio. In giornata fonti del M5s avevano fatto filtrare che per trovare l’identità del nuovo presidente del consiglio occorrevano ancora 24/48 ore. Il Quirinale, però, era in attesa: Lega e M5s, infatti, avevano assicurato a Sergio Mattarella di fornire una risposta entro la serata di oggi. E al Colle – nel day after dell’avvertimento del capo dello Stato – non è arrivata alcuna richiesta di proroga. Nel tardo pomeriggio, quindi, ecco la telefonata di Salvini e Di Maio al Quirinale. E l’ennesima conferma: al presidente della Repubblica sarà fatto un solo nome per l’incarico di premier. E sarà quello di un politico e non di un tecnico.

Governo, Di Maio lascia il Pirellone: “Si scrive la storia"

di Marion Didier

Totopremier, il no di Tabellini: “Mai cercato” – In attesa che i due leader facciano il loro nome a Mattarella, però, continua il toto premier tra giornali e agenzie di stampa. I leghisti, secondo i maggiori quotidiani, ne hanno individuato uno, mentre i pentastellati hanno diverse opzioni. Per la Stampa il prescelto da Salvini è Michele Geraci, docente di economia e finanza in Cina e numero uno della sede cinese del think tank londinese Global Policy Institute. Un nome, però, poco noto, hanno fatto notare i 5 Stelle, e per questo difficile da spendere con Mattarella che ha chiesto una personalità conosciuta a livello internazionale e nei palazzi europei. Pure alcuni esponenti leghisti hanno rilevato, riporta il Corriere, che “qualcuno di poco noto disorienterebbe i cittadini”. Stando a un’indiscrezione di cui dà conto Repubblica, invece, Di Maio avrebbe sondato la disponibilità di Guido Tabellini, docente di economia politica ed ex rettore della Bocconi, che nei giorni scorsi era stato indicato anche tra i papabili per un eventuale esecutivo “neutrale” del presidente. L’ipotesi Tabellini, però, viene smentita all’Ansa da fonti del Movimento. E anche dallo stesso Tabellini: “Non c’è stato nessun incontro con il Movimento Cinque Stelle, né una richiesta di incontro da parte loro. Non c’è nessun interesse reciproco, né da parte mia, né da parte loro”. Restano sul tavolo anche il nome della segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni e, secondo Il Sole 24 Ore, quello di Giacinto Della Cananea, ordinario di diritto amministrativo a Tor Vergata a Tor Vergata e curatore della prima relazione sui punti di contatto programmatici tra M5S, Lega e Pd.

I nodi: dall’Ilva al superamento della Fornero – Nomi a parte, desta particolare curiosità anche il modo in cui i due partiti abbiano sviluppato i temi contenuti nell’ormai noto contratto di governo. Resta un mistero, per esempio, il punto d’incontro trovato sul nodo dell’Ilva di Taranto. M5S e Lega partivano da posizioni distanti: i primi per la ristrutturazione ambientale, senza escludere la chiusura del sito. I secondi orientati a difendere la struttura e quindi anche la vendita ad AmInvestco, su cui i sindacati venerdì hanno rotto la trattativa con il ministro uscente Carlo Calenda. L’ipotesi di chiudere il siderurgico nella serata di sabato pareva tramontata ma resta da capire in che termini si concretizzerà la riconversione auspicata dai 5 stelle. “Su Ilva non c’è distanza, su altro c’e stato dialogo”, ha detto la pentastellata Laura Castelli.

Legge Fornero e deficit – Sul fronte del superamento della Fornero occorre poi capire se passerà la proposta di consentire l’uscita dal lavoro con ”quota 100”, tra età anagrafica e contributi, oppure dopo 41 anni di lavoro. Nel primo caso il costo, introducendo anche il criterio di almeno 35 anni di contributi, secondo i calcoli fatti da Stefano Patriarca, è di 11,5 miliardi per l’anno di arrivo per arrivare a 15 miliardi a regime. Se si consente anche l’andata in pensione contemporaneamente con il criterio di uscita dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età il costo può salire a 16 miliardi a regime (12,3 miliardi nel primo anno). In 10 anni si potrebbe arrivare fino ad un costo cumulato di 150 miliardi di euro in 10 anni. Questa riforma e la flat tax richiedono dunque decine di miliardi di coperture. E M5s e Lega devono decidere quanta parte arriverà da nuovo deficit. I pentastellati sono contrari allo sconto con Bruxelles e vorrebbero mantenere il rapporto deficit/pil all’1,5%. Salvini invece sabato ha ribadito l’impegno a “rinegoziare i trattati europei, altrimenti l’Italia soffoca”.

Il conflitto d’interessi – Nell’agenda del M5s c’è una nuova legge sul conflitto d’interessi. Di Maio vorrebbe ripartire dalle proposte fatte nella scorsa legislatura da Fabiana Dadone e Riccardo Fraccaro. “C’ è conflitto di interessi nei casi di proprietà, possesso o disponibilità di partecipazioni superiori al 5% del capitale sociale, ovvero di un volume d’ affari superiore a 10 milioni annui, o superiore al 3% del volume d’ affari complessivo di riferimento nazionale», di società e imprese che operano «in settori strategici per l’ interesse nazionale quali la comunicazione, l’ informazione, l’ energia, le infrastrutture, i trasporti”, si leggeva nel disegno di legge. Salvini, però, è contrario a una normativa tanto stringente: “No ad atti punitivi”, ha fatto trapelare.

La giustizia – Secondo il Sole 24 Ore tra i punti approvati c’è l’estensione della legittima difesa, uno dei cavalli di battaglia del Carroccio, e la revisione del rito abbreviato. I 5 stelle hanno poi ottenuto un aumento delle pene per tutti i reati che riguardano la corruzione e l’esclusione del possibile ricorso a sconti di pena per queste fattispecie. Prevista anche la costruzione di nuove carceri.

Immigrazione e sicurezza – Altro punto delicato è quello legato all’immigrazione. Secondo il Corriere della Sera la Lega, naturalmente, spinge per investire nei Cie per velocizzare l’espulsione degli irregolari. Più tollerante la posizione del M5s che vorrebbe invece aumentare i centri di accoglienza. Stessa differenza di posizione sulla sicurezza: i pentastellati vogliono un codice che identifichi le forze dell’ordine, il Carroccio è fermamente contrario. Sul tavolo anche la questione dei campi rom: Salvini vuole chiuderli tutti e sempre.
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