Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero
esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
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13) Sterminio per fame nel mondo, il nuovo olocausto?
Un'altro paragone assurdo e impossibile è quello fatto decenni fa, dal sinistro social-liberale Pannella e dalla sua corte radicale, molto sinistri e poco liberali, che chiamavano la morte per fame esistente al mondo, "sterminio per fame e nuovo olocausto," causato secondo loro dal disordine economico internazionale capitalista con la complicità dei governi dei paesi ricchi guarda caso esclusivamente occidentali.
Questi sono anche i difensori del carnefice Caino quando viene catturato e i demonizzatori di Abele quando questo si difende da Caino.
Demenziale presunzione propria di chi è affetto della sindrome sinistra del Salvatore del mondo che demonizza l'occidente euroamericano, bianco e cristiano, industriale e capitalista dell'uomo di buona volontà.
Nel febbraio del 1979, Marco Pannella denuncia per la prima volta in Italia a livello politico il dramma dello sterminio per fame nel mondo e accusa i governi dei paesi “ricchi” di rendersi di fatto complici del nuovo olocausto, essendo la malnutrizione nel mondo più il frutto di un vero e proprio “disordine economico internazionale” che di una penuria di alimenti.
Fame nel mondo
PARTITO RADICALE Nonviolento Transpartito Transnazionale
Prefazione
https://www.partitoradicale.it/fame-nel-mondo/
Il 1979 fu proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale del Fanciullo. Nel gennaio dello stesso anno l’UNICEF, l’agenzia specializzata dell’ONU che appunto si occupa dei problemi dell’infanzia, pubblicò un rapporto dal quale risultava che oltre 17 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni sarebbero morti nel corso di quello stesso anno di malattie e privazioni che avevano tutte la stessa origine di fondo: la fame e la malnutrizione, questo flagello che nell’era delle più sofisticate scoperte tecnologiche avrebbe continuato ad uccidere oltre 30 milioni di vite umane. Il rapporto UNICEF, per una volta, non finì nei cassetti dei burocrati internazionali, ma fu l’occasione per il lancio di una campagna senza precedenti.
Questo breve lavoro ne è una testimonianza.
1. L’azione dei radicali in Italia e in Europa
1979
Nel febbraio del 1979, Marco Pannella denuncia per la prima volta in Italia a livello politico il dramma dello sterminio per fame nel mondo e accusa i governi dei paesi “ricchi” di rendersi di fatto complici del nuovo olocausto, essendo la malnutrizione nel mondo più il frutto di un vero e proprio “disordine economico internazionale” che di una penuria di alimenti. Al contrario, egli dimostra facilmente che mentre nel 1945 l’Africa era esportatrice netta di prodotti cerealicoli alimentari, adesso è costretta ad importarli, ed in misura sempre crescente, per effetto delle monocolture di prodotti tropicali da esportazione che la divisione internazionale del lavoro ha imposto ai paesi ex coloniali. Così, mentre si assiste ogni anno al rinnovo del contratto di vendita di grano americano all’Unione Sovietica, nonostante i propositi di “guerra economica” più volte minacciati dall’Amministrazione Carter, ed ora Reagan, nei confronti del blocco dell’Est, nei paesi del Terzo Mondo si muore proprio per la mancanza di quelle due dozzine di milioni di tonnellate di cereali che ove fossero equamente ripartite fra la popolazione, specie rurale, o fosse possibile produrre in loco, e ove fossero integrate da un minimo di infrastrutture igienico-sanitarie, consentirebbero di ridurre grandemente il problema della fame. E questo per non parlare naturalmente del problema della corsa agli armamenti che vede destinare nel mondo oltre 750 miliardi di dollari alla produzione o all’acquisto di armi, allorché solo 32 miliardi di dollari sono destinati, in tutto e per tutto, all’aiuto pubblico allo sviluppo.
Marco Pannella e tutto il partito radicale ne chiedono conto in primo luogo, ovviamente, al Governo italiano. Domandano, in particolare, l’immediato rispetto degli obblighi internazionali contratti dall’Italia in tema di aiuto pubblico allo sviluppo. Ciò significa esigere subito l’attuazione della Risoluzione 2626 approvata in seno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 24 ottobre 1970, che vincola i Governi dei paesi industrializzati a versare almeno lo 0,70% del Prodotto Nazionale Lordo, come aiuto pubblico allo sviluppo.
Nel ’79 l’Italia forniva solo 200 milioni di dollari, pari ad appena lo 0,08% del Prodotto Nazionale Lordo. Di fronte a questa situazione, Pannella inizia uno sciopero della fame chiedendo al Governo di allocare immediatamente 5.000 miliardi come aiuto pubblico allo sviluppo, pari all’1,40% del Prodotto Nazionale Lordo, di cui 2.500 miliardi come versamento ordinario per rispettare l’obbligo assunto in base alla Risoluzione 2626 e 2.500 miliardi come contributo “una tantum” per tutti gli stanziamenti evasi negli anni precedenti. Si costituisce un Comitato per la Vita, per la Pace e per il Disarmo che raduna uomini politici di cultura e di scienza, autorità religiose e semplici cittadini in nome dell’impegno contro lo sterminio per fame.
A Pasqua, il Comitato e il Partito Radicale organizzano la prima Marcia contro lo sterminio da Porta Pia al Vaticano, a testimoniare l’importanza che un movimento laico attribuiva ad una netta parola del Papa contro lo sterminio e a sottolineare che solo da una mobilitazione delle coscienze si poteva sperare di invertire la tendenza in corso. I partecipanti alla manifestazione (oltre 10 mila) con alla testa Umberto Terracini, Aurelio Peccei, Susanna Agnelli, Giorgio Benvenuto, oltre agli esponenti radicali, vengono ricevuti davanti al Quirinale dal presidente Pertini che ripete in quell’occasione il suo appello a “svuotare gli arsenali e riempire i granai”, mentre nel suo discorso “urbi et orbi” il Papa afferma che non vi sarà pace nel mondo fino a che non sarà assicurata a tutti gli uomini “una vita degna dei figli di Dio”.
Pannella sospende dopo quaranta giorni il suo digiuno, poiché nel frattempo erano state indette nuove elezioni, e raccogliendo altresì un invito del Presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio Andreotti e dei Presidenti dei due rami del Parlamento.
Ad agosto, subito dopo le elezioni che vedono una consistente affermazione radicale (dall’1,2 al 3,4% con 20 eletti nei due rami del Parlamento italiano e tre deputati al Parlamento Europeo) i neo eletti si fanno promotori di una richiesta di convocazione straordinaria del Parlamento. Il quorum viene raggiunto per la seconda volta nella storia della Repubblica e le Camere sono riunite nella seconda metà di settembre. Il 17 il Senato ed il 20 la Camera approvano una Mozione che impegna il Governo a raggiungere in tempi brevi l’obiettivo di versare lo 0,33% del Prodotto Nazionale Lordo in aiuto pubblico allo sviluppo, così da raggiungere la media dei donativi internazionali (media DAC) invitando il Governo al adoperarsi “in tempi coerenti” per il raggiungimento dello 0,70%.
Nel frattempo i radicali intensificano i contatti con gli organismi internazionali. La loro tesi è semplice e forte: da trent’anni la FAO, l’UNICEF, il PNUD e tutte le altre agenzie del sistema ONU che si occupano di sviluppo hanno investito capitali, uomini e mezzi in questo settore: il risultato è un deterioramento delle condizioni di vita delle classi povere e rurali dei paesi del Terzo Mondo, mentre tuttalpiù si è assistito al consolidarsi di una nuova classe dirigente indigena urbana che ha sostituito, senza nulla modificare, i rapporti di forza instaurati dall’antica dirigenza coloniale. Ad agosto ’79 Maria Antonietta Macciocchi, Marco Pannella, Emma Bonino e Aldo Ajello sono invitati alla riunione annuale del Consiglio Mondiale della Alimentazione e per la prima volta in un’assise internazionale espongono la concezione radicale sullo sterminio come problema eminentemente di volontà politica e non di rimedi tecnico-operativi, livello al quale da tempo si cerca di confinarlo. Basterebbe rimuovere gli ostacoli politici che si oppongono ad un massiccio intervento in questo settore, affermano i deputati radicali, e il problema sarebbe se non risolto quanto meno per la prima volta abbordato con speranze di successo. Nella stessa occasione il Governo annuncia il raddoppio dell’aiuto italiano allo sviluppo, che passerebbe quindi dallo 0,08% allo 0,16% del Prodotto Nazionale Lordo.
A settembre i radicali ed altri deputati depositano al Parlamento Europeo una Risoluzione sul dramma della fame nel mondo, esigendo una discussione immediata. Marco Pannella inizia un nuovo digiuno volto ad ottenere al più presto questo dibattito (che si svolge finalmente nelle sessioni di ottobre e poi di novembre). Il Parlamento Europeo approva, con l’astensione dei radicali, un documento nel quale chiede ai governi dei 9 di raggiungere subito lo 0,70% del PNL in aiuto pubblico allo sviluppo e istituisce un gruppo di lavoro incaricato di elaborare una relazione dettagliata sul problema della fame in rapporto alla politica comunitaria di aiuto allo sviluppo.
Per la prima volta l’argomento “fame” in quanto tale entra a far parte dei dibattiti comunitari che fino ad allora se ne erano occupati solo sotto la mera angolazione di cooperazione allo sviluppo.
Ebrei, clandestini, zingari odierni e altro, accostamenti e paragoni impossibili
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