I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » ven dic 31, 2021 8:26 am

Santorso. Il mio giorno in ospedale tra medici “assassini” e infermiere “puttane”. “No vax vittime di un complotto”
AltoVicentinOnline
Anna Bianchini
30 dicembre 2021

https://www.altovicentinonline.it/altri ... complotto/

“Salviamo i no vax non solo perché dobbiamo farlo, ma perché sono vittime di un complotto”. L’infermiera saggia guarda in basso, non sa se condivido il suo pensiero e guarda la dottoressa vicina a lei per cercare conforto.

“Il covid ha sviluppato una forma di ‘squadrismo’ e collaborazione tra il personale medico, infermieristico e sanitario. Non si lavora più da soli, ma sempre in gruppo, basti pensare che per vestirsi bisogna essere in due, non ci si può vestire da soli. E purtroppo si condividono anche i pesantissimi insulti che arrivano dai no vax. Eravamo eroi ora siamo assassini, puttane. Insulti sempre più pesanti e minacce, anche di morte, che ci fanno capire quanto grave sia il problema, quanto estesa e pericolosa la creduloneria dei no vax”.

E’ di oggi la notizia di un 48enne di Thiene, padre di tre figli e malato di covid, che ha rifiutato di essere intubato all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Ed è morto. Un mio compaesano.

Conosco da tempo la dottoressa che ho incontrato ieri nel corridoio dell’ospedale in cui mi trovavo per ragioni di famiglia (non menziono l’ospedale per privacy). Istintivamente l’ho fermata per salutarla e lei si è presa una pausa. “Non ho tempo nemmeno per andare in bagno, indosso anche io il pannolone come fanno tanti colleghi e infermieri”.

Lavorano senza turni e senza pause ormai da inizio pandemia e se all’inizio erano “gli eroi”, ora per alcuni pazienti sono “puttane”, “assassini”, “criminali che fanno il lavaggio del cervello”.

Questo cambio di rotta è spiegato dal fatto che, se nel primo ‘round’ di ospedalizzazioni a inizio pandemia non c’erano i vaccini e i no vax non avevano motivo di lagnarsi, oggi la maggior parte dei ricoverati sono proprio no vax, e quei pochi che non lo sono hanno patologie pregresse che rendono meno efficace il vaccino.

“Dottoressa – le chiedo – Perché vi insultano? Con quali motivazioni rifiutano le cure o ne pretendono di alternative?”

“Pensano che nell’ossigeno sia contenuta una sostanza che li rende automi. Pensano che iniettiamo un microchip per controllarli. Pensano che li vogliamo uccidere. Davvero, lo pensano davvero. Ci sono anche quelli che davanti alla morte si ricredono, ma molti vanno avanti imperterriti”.

E pensare che nell’ospedale di Santorso, nella Ulss7 Distretto Alto Vicentino, un ospedale nuovo di zecca in grado di offrire tecnologia all’avanguardia ha dovuto perfino aumentare il flusso di ossigeno per salvare queste persone. Lo penso e mi chiedo addirittura se ne valga la pena… Quindi chiedo direttamente: “Vale la pena darsi così tanto da fare per salvare le vite di chi non vuole essere salvato?”

Interviene un’infermiera, che con le lacrime agli occhi racconta di essere stata definita “puttana” un indefinito numero di volte. Da uomini, ma anche da una donna, intubata e salvata per il rotto della cuffia. “Li salviamo perché sono vittime di un sistema messo in atto contro di loro – ha spiegato saggiamente – Sono loro le vittime di quel complotto che denunciano. Ma sono persone deboli psicologicamente, spesso ignoranti e quindi non lo capiscono. Si sentono eletti, pensano di essere furbi, in fin dei conti mi spiace per loro e per le loro famiglie”.

“Adesso ci sono pure i no vax che arrivano con l’avvocato perché non vogliono essere intubati o perché vogliono le cure che dicono loro – continua la dottoressa – Ci deve essere qualche direttiva nuova dal mondo no vax, ora c’è la moda dell’avvocato. Noi siamo qui senza turni, senza ferie, con il pannolone perché non abbiamo tempo per andare in bagno per curare proprio loro, che non si sono vaccinati, e loro chiedono l’avvocato e ci riempiono di insulti”.

Poi arriva un primario e appena capisce che sono una giornalista ironizza dicendo che con noi è meglio non parlare. Poi sorride, sa che siamo dalla stessa parte: la parte della verità.

“La cosa che spero di più – conclude la dottoressa – è che ci sia una rivalutazione della Sanità pubblica e del personale sanitario che lavora nel pubblico. Si parla tanto di aumento della Sanità privata, ma quando è tempo di curarsi per cose serie, tutti qui nel pubblico vengono, nessuno va nel privato o all’estero”.


Alberto Pento
Un articolo così e così, buono e meno buono.
Tra le cose non buone, questa demenziale considerazione che la dice tutta sulla ignoranza e sulla deformazione ideologica dell'autrice dell'articolo e della dottoressa, che confonde il nonopolio statale della sanità pubblica con la libera sanità di mercato in funzione solo in certi casi.
Per esempio il Pronto Soccorso sanitario esiste soltanto presso il monopolio pubblico statale e non presso i presidi sanitari non statali.

“La cosa che spero di più – conclude la dottoressa – è che ci sia una rivalutazione della Sanità pubblica e del personale sanitario che lavora nel pubblico. Si parla tanto di aumento della Sanità privata, ma quando è tempo di curarsi per cose serie, tutti qui nel pubblico vengono, nessuno va nel privato o all’estero”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » ven dic 31, 2021 8:33 am

Thiene piange Alessandro Mores, padre di 3 figli e no vax convinto
AltoVicentinOnline
30 dicembre 2021

https://www.altovicentinonline.it/crona ... -convinto/

Dal suo profilo facebook si capiva che si trattava di un convinto no vax e no pass e questa sua ‘appartenenza’ gli è costata la vita quando, finito in rianimazione per il covid, nonostante le insistenze e dei medici e dei famigliari, ha rifiutato di essere intubato per morire poco dopo.

Alessandro Mores, 48 anni, residente a Thiene, padre di tre figli è spirato martedì al San Bortolo di Vicenza, pagando con la vita la sottovalutazione del covid, che aveva contratto, ritenendolo una semplice influenza ingigantita dai mass media.

La storia, che lascia addolorati, sgomenti e scioccati, è stata ricostruita da Matteo Carollo, Franco Pepe e Valentino Gonzato de Il Giornale di Vicenza, che hanno fatto una cronaca di un dramma, che sembra la fotocopia di quanto sta accadendo a molti italiani convinti che questa pandemia sia una strumentalizzazione messa in atto da quelli che gli estremisti dei nostri tempi definiscono “i poteri forti”.

E chissà se ancora una volta chi leggerà questo articolo avrà il coraggio di piazzare le sue risatine sbeffeggianti sotto questa tragedia, che lascia orfani tre ragazzi.

Secondo quanto riportato dai cronisti che hanno lavorato sul dramma che ha colpito la comunità dell’Alto Vicentino, Alessandro Mores si era ammalato di covid ed era arrivato in rianimazione circa due settimane fa. Al momento di firmare il consenso informato per essere intubato, data la gravissima insufficienza respiratoria, si sarebbe rifiutato, nonostante l’accorato appello dei familiari che gli avrebbero chiesto più volte di farlo.

Lui, convinto che il covid non provoca la morte, si è opposto strenuamente.

Secondo i dettagli riportati da Il Giornale di Vicenza, solo verso la fine delle sue ore di vita, questo padre no vax avrebbe acconsentito a farsi praticare il massaggio cardiaco ma quando ha detto era già troppo tardi e non è stato possibile rianimarlo.

Il profilo facebook di Alessandro Mores era l’emblema di quello che pensano i negazionisti del covid: post contro i vaccini, che qualcuno definisce ancora “sperimentali”, un fiume in piena di bufale con frasi monotematiche su quanto tiene in piedi le teorie complottiste di chi è convinto che questa pandemia sia una trovata del governo che vuole imporre le sue regole con l’appoggio della stampa tutta, comprata per ingannare il popolo.

Fake news che dilagano sul web e con cui facciamo i conti noi giornalisti ormai da due anni, che ci siamo sforzati di riportare una comunicazione istituzionale, seguendo alla lettera medici e fonti ufficiali di informazione e beccandosi insulti inenarrabili solo per far capire che quello che è accaduto a Mores può accadere a ciascuno di noi, se non vaccinato.

Quella di questo padre di famiglia thienese è una storia che non si vorrebbe mai scrivere, che sprigiona rabbia perché fatti di cronaca identici sono ormai all’ordine del giorno, ma c’è chi ancora parla di “dittatura sanitaria”, smentisce gli altissimi numeri dei contagi, insulta persino i medici e non crede nelle ricostruzioni dei media.

La storia di Alessandro Mores è venuta alla luce, ma chissà quanti no vax non conosciamo, sia perchè non parlano per pudore delle proprie posizioni e si trovano ricoverati in terapia intensiva o perchè non ce l’hanno fatta.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » ven dic 31, 2021 9:01 am

Davide Lovat in rianimazione per 20 giorni, il no-pass torna a casa: «È stato terribile, ma non mi vaccino»
Alda Vanzan
30 dicembre 2021

https://www.ilmessaggero.it/salute/stor ... 11546.html

Davide Lovat, 50 anni, nato a Feltre e residente a Creazzo nel Vicentino, indipendentista, convinto no-pass, è stato dimesso ieri, 29 dicembre, dall'ospedale San Bortolo dopo quaranta giorni di ricovero di cui venti intubato in Terapia intensiva. La malattia: Covid-19.
Davide Lovat, niente vaccino
«Pensavo fosse una indigestione perché avevo problemi allo stomaco, poi il male è passato ai polmoni e la situazione è precipitata». Lovat non era vaccinato e non intende vaccinarsi. Anzi, ha annunciato che continuerà a combattere la certificazione verde: «Sono pronto a riprendere le battaglie contro il Green pass, in difesa della democrazia e della libertà», ha scritto sul suo profilo Facebook prima di essere dimesso.
Contattato telefonicamente nel pomeriggio, David Lovat ha risposto dalla sua abitazione: «Sono appena tornato a casa. Tengo a precisare che io non sono un no-vax, ma sono contro il modello sanitario italiano, sostengo il modello svedese».
Però si è ammalato ed è stato intubato. «Quando sono andato in ospedale ho avuto un confronto con il primario, che ha rispettato le mie idee, ma mi ha detto che l'unica terapia possibile era l'intubazione. Ho accettato, io mi fido dei medici. Anzi, ne approfitto per fare i complimenti ai sanitari e ai sottopagati infermieri carichi di umanità che stanno tenendo in piedi il sistema fallimentare e antidemocratico del Governo Draghi».
Se fosse stato vaccinato magari non si sarebbe ammalato. «Il vaccino è una libera scelta, molti dei miei compagni di stanza erano vaccinati, alcuni anche con la seconda e la terza dose, eppure si sono presi il Covid lo stesso. Se avevano altre patologie? Alcuni erano anziani, altri no».
Cosa pensa dell'ipotesi di far pagare le cure mediche alle persone malate di Covid che finiscono in rianimazione e che non sono vaccinate? «Prima di farmi pagare devono restituirmi tutte le tasse che ho versato come imprenditore. E dico che è più grave curare gratis i delinquenti».
La sua famiglia cosa dice della sua scelta? «Ognuno pensa con la propria testa. Siamo persone di fede. Io ritengo questa esperienza una grazia, sono certo che da quello che mi è successo riceverò una forza maggiore».
Com'è essere intubato? «Non lo auguro al mio peggiore nemico, è una cosa terribile».
Col senno di poi si vaccinerebbe? «Neanche per sogno. Un conto sono i soggetti fragili, ma i giovani e sani no, hanno rarissime possibilità di sviluppare la malattia».
Lei però si è ammalato, ha compiuto i 50 anni in ospedale: come se lo spiega? «È statistica, diciamo che è stata sfortuna».


La deriva demenziale del venetismo al tempo del covid19
viewtopic.php?f=208&t=2987
Questo venetismo demenziale non rappresenta più un possibile futuro di indipendenza per i veneti.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5375351891
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » mar gen 04, 2022 8:58 pm

CARI AMICI NON VACCINATI
di Marino Poerio

se doveste finire in ospedale a causa del covid (evento peraltro altamente improbabile: sembra ovvio dirlo, ma in questi tempi folli ripetere l'ovvio diventa, come diceva Orwell, un atto rivoluzionario), se finiste addirittura in terapia intensiva, nella "costosissima" terapia intensiva, sarei molto contento che le vostre cure fossero pagate anche con i miei soldi di vaccinato.
Sapere che una piccola parte di tutte le tasse che ho versato in 23 anni di lavoro viene usata per curare le persone, è uno dei miei pochi sollievi di contribuente.
Quando sono finito in ospedale, tanti anni fa, perché durante una partita di pallone ho tentato una velleitaria rovesciata alla Van Basten, le tasse che hanno pagato gli altri, anche chi odia il calcio, anche chi non ci gioca, mi sono servite.
E sono state indispensabili anche quelle versate dai non patentati, quella volta che una macchina ha svoltato all'improvviso dentro la mia moto, facendomi piroettare in aria.
Le tasse di chi non ha figli hanno contribuito a tutti e tre i parti di mia moglie, e quelle versate dai giovani lavoratori ai ricoveri di mio padre, vecchio, che cadeva in casa.
Le tasse degli astemi servono a curare le cirrosi epatiche, quelle dei non fumatori i malati di tumori ai polmoni; i sedentari aiutano con i loro tributi le degenze ortopediche di chi si fa male praticando sport.
Le tasse dei cittadini onesti servono a curare ladri e assassini malati, persino i politici - ah no, quelli vanno in clinica. Ma anche grazie ai soldi di chi non vota.
Con le tasse dei pacifisti curiamo i feriti in guerra.
Tutto questo è normale, e sacrosanto, e sta alla base - lì, proprio in basso, come fondamenta necessarie - della nostra democrazia moderna.
Cari amici non vaccinati che contraete il covid, a chi vi dicesse che non dovreste essere curati, che occupate ingiustamente il posto di altri in ospedale, voi dovete sputare in faccia.
Ma prima di essere guariti.




Lettera aperta a chi è contrario al vaccino
Carlo Pento
Vicenza, 03 gennaio 2022

Caro NO VAX, hai assolutamente il diritto di essere contrario al vaccino, per motivi etici o per paura di reazioni avverse o di fantascientifiche inoculazioni manipolatorie (controllo della persona, sterilità, riduzione della speranza di vita, …). Hai il diritto di non fidarti della comunità scientifica, puoi anche sospettare dei numeri ufficiali. Ma non puoi chiudere gli occhi! Ti prego di osservare attentamente il tuo intorno di vita, magari un po’ più allargato rispetto alla prima cerchia.
Il principio di prudenza che invochi per i vaccini, applicalo anche per le conseguenze del virus e rispetta idee, paure e ansie degli altri. Non puoi credere di essere solo tu a conoscere la verità e che gli altri siano solo una massa di pecoroni. Personalmente faccio molta fatica ad immaginare complotti cosmici, protratti nel tempo e che coinvolgono milioni di persone; è impensabile che governanti e operatori sanitari di tutto il mondo siano loschi speculatori criminali.
Dici che paghi le tasse e perciò pretendi che il Sistema Sanitario ti curi! Hai mai provato a metterti nei panni di chi, maggioranza assoluta, ha corso quei rischi ‐ che tu non vuoi correre ‐ e si è vaccinato? I malati di tumore,
cardiopatie, diabete e altre patologie per le quali non esistono vaccini, sono forse figli di un Dio minore? Pagano anche loro le tasse e si vedono rinviare esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti, con danni immediati e nel tempo. Chi misurerà questi danni? Qualcuno si rivolge alla sanità privata, e chi non può permetterselo?
Non pensi di rubare pezzi di vita ad altri malati (extra COVID 19) visto il cambio di priorità sanitaria messo in atto per fronteggiare le ospedalizzazioni da COVID principalmente dei non vaccinati? Allora urli che la sanità pubblica è stata rovinata, ma dov’eri tu in quei momenti? Proclami che dovrebbe essere potenziata. Io credo che tanto sia stato fatto in questo senso, sicuramente c’è margine di miglioramento. Ma non è certo pensabile che tutte le risorse della comunità vadano ancora dirottate nella lotta al virus, come iustamente fatto nei primi mesi della pandemia, quando del virus si conosceva poco o nulla. La scienza ha trovato alcune soluzioni, tra cui i vaccini, che nella primavera 2020 sarebbero state accettate senza riserve;
anzi, qualche vergognoso, per paura della morte, ha fatto carte false per saltare la fila. Ti ricordo poi che, in nome del contenimento del virus, abbiamo sopportato a denti stretti: obbligo di mascherine, distanziamenti, sanificazioni, drammatiche chiusure di attività, … , mesi di pesante confinamento e un fastidioso coprifuoco inimmaginabili a 75 anni dall’ultima guerra sul nostro territorio.
Non chiederti solo cosa deve fare lo Stato per te, ma anche cosa puoi fare tu per lo Stato, cosa puoi fare tu per la Comunità? Non dimenticarti mai che lo Stato siamo tutti noi, e se non sempre è così è perché siamo distratti,
indifferenti e forse anche un po’ egoisti.
Siamo sulla stessa barca, ma tu piagnucoli e batti i piedi per terra come un bambino capriccioso, esigi le cure anche se non ti vaccini o un rimborso nel caso di danni da vaccino. Praticamente non vuoi assumerti nessun rischio e pretendi l’impossibile dallo Stato genitore. Però un Genitore non fa preferenze tra i suoi figli; spiega con chiarezza, consiglia, esorta, insiste, ma alla fine può imporre determinati comportamenti; e se non ti garba, “quella è la porta!”. Così funzionano le comunità. In emergenza si possono, si devono sacrificare pochi per il bene di tanti, non certo il contrario!
Il non vaccinarsi è una scelta volontaria! Se vogliamo tenere insieme questa libertà e rispettare chi invece vaccinandosi contribuisce alla prevenzione del contagio e alla riduzione degli effetti gravi della malattia, oltre agli attuali (rafforzabili) vincoli diversificati (distanze, mascherine, trasporti), si potrebbe istituire per i contrari al vaccino, l’obbligo di dotarsi di un’apposita assicurazione, come previsto per gli sport estremi, nella circolazione stradale, sulle piste da sci. In caso di positività al COVID del soggetto contrario al vaccino, la sua assicurazione versa al Servizio Sanitario Nazionale una determinata cifra per far fronte ai potenziali danni a terzi e copre parte dei costi dell’eventuale ospedalizzazione. Un’alternativa dura, ma equa, potrebbe essere un accesso diversificato ai servizi sanitari (in particolare l’ospedalizzazione ordinaria e intensiva) in base a precisi rapporti tra numero di vaccinati e contrari al vaccino, per esempio 80% posti/risorse riservati ai vaccinati e 20% posti/risorse per i contrari al vaccino; una volta raggiunta la quota ai servizi stabiliti per ciascuna categoria (vaccinati e contrari), bisognerà decidere con appositi protocolli chi lasciare a terra. Caro indeciso, perché aspetti di ammalarti, con conseguenze imprevedibili per te e il tuo intorno di vita? Caro NO VAX, perchè aspetti l’obbligo che ti vedrà vaccinato facendo la parte del martire? Ti sei messo con le spalle al muro, magari vorresti vaccinarti, ma hai paura di fare brutta figura; si dice che solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea. Forse, qualche sciocco ingeneroso infierirà sul tuo cambio di atteggiamento, ma tu fregatene e vaccinati!



Che sequela di demenzialità in questa risposta!

Antonio Tosato
Gino Quarelo anzi, no, rispondo punto per punto a questa lettera vèrta del sior Alberto Pento:

https://www.facebook.com/renato.pertile ... &ref=notif

1) “no vac” è un’etichetta giornalistica priva di senso. La quasi totalità di chi si oppone all’obbligo ha fatto tutte le vaccinazioni e non è affatto contrario a un farmaco, cosa che sarebbe assurda.
2) l’etichetta di “complottista” è altrettanto insensata. Giova ricordare che i “conspiracy theorists” originari furono, secondo la CIA, coloro che nutrivano dubbi sulla morte di Kennedy, uno dei tanti misteri irrisolti.
3) negli ultimi trent’anni si è vista una concentrazione della ricchezza nelle mani di un minuscolo manipolo di megamiliardari. Attraverso due finanziarie poche centinaia di famiglie detengono quote azionarie decisive nelle principali aziende internazionali in tutti i settori, compresi quelli relativi alla salute. Pensare che chi detiene tanto potere economico non voglia adoperarlo per perseguire fini ideologici è lievemente ingenuo.
4) non si ha diritto ad avere paura, né tanto meno a veder rispettata la propria paura, soprattutto se essa è instillata ad arte da un apparato mediatico che ripete all’unisono da due anni una propaganda sfacciata. La paura è proprio il sentimento che chi vuol attuare un programma di riduzione indefinita delle libertà fondamentali, che diventano gentili concessioni strettamente legate all’ubbidienza al sovrano.
5) il fatto che lei riconosca la presenza di rischi nell’inoculazione non implica che tutti debbano correre quei rischi. Il mal comune mezzo gaudio non è un argomento. Il cedere al ricatto non dà diritto a chi ha ceduto di criticare chi ha resistito. È una fallacia logica palese.
6) il pagare le tasse invece dà proprio diritto al godimento delle prestazioni sanitarie. Altrimenti si finisce col legare la cura a specifici comportamenti definiti come “virtuosi”, cosa che aprirebbe a scenari da Stato etico. Non curiamo i fumatori malati di enfisema? O gli obesi golosi e diabetici? Oppure chi corre in macchina e fa un incidente? No. Lo Stato non ha alcun diritto di sindacare sui miei comportamenti privati, e il mio partecipare alle spese con le tasse mi dà diritto a ricevere le cure che mi spettano.
7) lei giustamente cerca di trovare un senso nella ridda di misure inefficaci e talvolta palesemente assurde a cui ci hanno costretto in due anni. Se non vuol credere ai dati (basta andare su World of meters e confrontare le curve successive all’adozione di certi provvedimenti pubblici), si può cercare studi che dimostrano come la reclusione sanitaria non funzioni e provochi danni enormi all’economia e alle persone; le mascherine non servano a nulla, il distanziamento e la disinfezione ossessiva delle mani nemmeno. Sui farmaci miracolosi oggetto di culto indiscusso non mi pronuncio nemmeno perché i dati parlano da sé (si veda Israele, ex multis).
8 ) io non voglio, e credo nemmeno la maggior parte di chi è critico, lo Stato genitore. Anzi, vorrei che lo Stato lasciasse in pace tutti. Eventualmente anche togliendo il diritto all’assistenza sanitaria gratuita, purché ciò implichi un congruo rimborso delle tasse che finanziano il sistema sanitario nazionale.
10) per la gran parte della gente questo virus è innocuo. Provoca una patologia che è quasi esclusivamente geriatrica. Costringere tutti, compresi i giovani e sani che nulla hanno da temere (si ha più probabilità di morire in un incidente stradale), a un trattamento sanitario che per la stessa ammissione dei funzionari pubblici è inefficace contro le varianti correntemente in circolazione per lei è necessario, per me è inammissibile. Non credo che possiamo giungere a un accordo.
11) cosa c’entri la brutta figura con una decisione che riguarda l’autodeterminazione e il sacrosanto diritto a decidere sul proprio corpo non saprei proprio.
Un saluto.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » mer gen 05, 2022 10:02 am

Ex infermiere no vax rifiuta le cure e muore di Covid
Non vaccinato, si era aggravato dopo l'infezione da coronavirus ed era dovuto ricorrere alle cure ospedaliere, dove però aveva rifiutato fino all'ultimo il ricovero in Terapia intensiva. È morto il giorno di San Silvestro all’ospedale di Treviso
Andrea De Polo 04 Gennaio 2022

https://mattinopadova.gelocal.it/region ... ?ref=fbfmp

TREVISO. Paolo Peloso, 67 anni, è morto di Covid all'ospedale Ca' Foncello di Treviso il giorno di San Silvestro.

Era un ex infermiere e aveva posizioni No vax, su Facebook condivideva post contro i vaccini e la gestione della pandemia. Non vaccinato, si era aggravato dopo l'infezione da coronavirus ed era dovuto ricorrere alle cure ospedaliere, dove però aveva rifiutato fino all'ultimo il ricovero in Terapia intensiva.


Covid, ex infermiere rifiuta le cure in ospedale e muore a 67 anni
04 gennaio 2022

https://www.trevisotoday.it/attualita/i ... -2022.html

Ha perso la vita a 67 anni Paolo Peloso, ex infermiere dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso risultato positivo al Covid. Ricoverato nell'ospedale in cui aveva lavorato, non si era vaccinato e ha rifiutato le cure per non essere intubato. Quando ha cambiato idea, vedendo che le sue condizioni di salute continuavano a peggiorare, era ormai troppo tardi. Il decesso è avvenuto nel giorno di San Silvestro, venerdì 31 dicembre.

Come riportato da "Il Gazzettino di Treviso", Paolo Peloso abitava con sua moglie Elena e due figlie, Margherita ed Elisa, a Carbonera. Fino a una decina di anni fa aveva lavorato al pronto soccorso di Treviso. La moglie di Peloso, impiegata in area pediatrica, era stata sospesa nei mesi scorsi per non essersi vaccinata contro il Covid. Paolo e la compagna erano entrambi contrari alla vaccinazione anti-Covid nonostante il loro lavoro nel mondo della sanità. La notizia della scomparsa dell'ex infermiere ha lasciato senza parole i colleghi con cui aveva lavorato a Treviso. Il funerale sarà celebrato domani pomeriggio, mercoledì 5 dicembre, alle ore 15 presso la Camera ardente del Ca' Foncello. I familiari hanno chiesto di destinare le eventuali offerte di amici e presenti non all'acquisto di fiori, ma all'aiuto dell'associazione Corvelva, il coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » mer gen 05, 2022 10:28 pm

Il video choc del leader “No Green pass” veneto. «Ho il Covid e mi curo con l’Ivermectina»
Andrea de Polo
5 gennaio 2022

https://mattinopadova.gelocal.it/region ... ?ref=fbfmp

Fabio Padovan: «Guarirò a casa». I medici: «Quel farmaco è un antiparassitario per animali e si usa per la scabbia, non usatelo contro il virus»
TREVISO. Nel video di nove minuti parla con la voce affannata, segnale che il Covid sta picchiando duro. I destinatari sono i quasi cinquemila iscritti del gruppo Telegram “Comitato Riccardo Szumski” di cui lui, l’imprenditore Fabio Padovan (Otlav, Santa Lucia di Piave), è presidente.
Il messaggio? «Il Covid esiste ma si cura a domicilio, io sto usando l’Ivermectina, e molti di quelli che sono morti erano stati abbandonati a se stessi».


Covid, assume farmaci per cavalli: «Sto guarendo grazie a Szumski»

Silvia Madiotto
22 gennaio 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 8e9e.shtml

«Sono positivo al Covid, mi sto curando a casa grazie al dottor Szumski e all’ivermectina». Un antiparassitario usato in ambito veterinario per curare i cavalli, terapia fra le preferite dalla galassia no vax, sconsigliato dalla comunità medica e scientifica perché non efficace e dai potenziali effetti collaterali. Fabio Padovan, presidente del comitato Riccardo Szumski (il sindaco-medico bandiera dei no vax e no pass), parla della sua esperienza attraverso un video social. Undici membri della sua famiglia sono stati contagiati, moglie, figli e nonni. Da una settimana ha la febbre alta e spiega la terapia domiciliare suggerita dai medici “ribelli” delle linee sanitarie. «Sono sulla strada della guarigione – continua -, nella mia casa, grazie alle ricette di Riccardo e di un altro grande medico che mi ha detto di prendere ivermectina dal primo giorno. Non dovete avere paura del Covid. Il virus esiste ma può essere vinto». I sostenitori delle terapie domiciliari continuano a sottovalutare l’infezione, scelgono strade alternative e non si fidano della comunità scientifica. Ma dicono anche che sul territorio i pazienti non vengono curati.

Il presidente dello Snami

Non è così e lo spiega bene Bruno Di Daniel, medico di base a Maserada e presidente del sindacato Snami. «Io consiglio sempre la vaccinazione, poi ognuno è libero e curo tutti i miei pazienti – dice -. Ho circa sette, otto nuovi contagi al giorno. Alcuni sono stati molto male dopo il contagio, alcuni hanno iniziato la terapia monoclonale e mi hanno ringraziato, altri non hanno voluto e sono risultati gravi, anche in terapia intensiva». Di Daniel è sorpreso: «Ivermectina? Mai sentita - scherza -. I miei pazienti sono tutti umani. Stanno funzionando molto bene le terapie monoclonali. Se attivate velocemente, come succede qui, i sintomi spariscono in 24 ore. Uso anche tachipirina, antinfiammatori, antivirali, cortisone a basso dosaggio, antibiotici. E oggi abbiamo un nuovo farmaco antivirale che riduce l’ospedalizzazione dell’80%».

I protocolli

I protocolli ci sono, e i medici di base li seguono. «Il caso di un solo paziente non dimostra niente, la scienza si basa su grandi numeri e linee guida internazionali– evidenzia il medico -. C’è gente che sta meglio e gente che non riesce a guarire. Gli uomini non sono tutti uguali, reagiscono in modo diverso. Ma il modo migliore per stare bene è vaccinarsi: fra i miei pazienti sono stati ricoverati in terapia intensiva solo non vaccinati. La scienza e la medicina sono una cosa seria, non ne discuto con gli stregoni».



Il video choc di Fabio Padovan, imprenditore di Treviso, che ringrazia Szumski

Il leader no Pass ha il Covid e si cura con l'antiparassitario per animali
Ketty Areddia
5 gennaio 2022

https://www.polesine24.it/24/2022/01/05 ... li-135186/

Un video di nove minuti in cui parla con voce affannata e destinato ai 5mila iscritti al gruppo Telegram "Comitato Riccardo Szumski” di cui lui, l’imprenditore Fabio Padovan (Otlav, Santa Lucia di Piave), è presidente. Fabio Padovan - scrive il Mattino di Padova - annuncia di curarsi con "l’Ivermectina, e molti di quelli che sono morti erano stati abbandonati a se stessi".

Una serie di messaggi che hanno fatto rabbrividire il direttore generale dell’Usl 2 di Treviso, Francesco Benazzi, preoccupato per l’effetto che le parole di Padovan potrebbero avere tra i seguaci del gruppo in cui circola il video: "Non ascoltatelo - raccomanda Benazzi - non ha alcun senso usare l’Ivermectina, è un antiparassitario dato agli animali o nei casi di scabbia. Chi sta male per il Covid chiami il medico di base o, se le condizioni peggiorano, il 118. E noi non abbiamo abbandonato proprio nessuno".

Padovan ha fatto parlare di sé durante l’emergenza Covid soprattutto per la creazione del Comitato Riccardo Szumski. Non un gruppo “No vax”, ma un movimento contrario al Green pass e ad altri aspetti di gestione della pandemia. Un movimento che ha protestato a Trieste con il leader dei portuali Stefano Puzzer, e che ha organizzato diverse iniziative anche a Santa Lucia di Piave.

Padovan - racconta lui stesso nel video - si è contagiato durante le feste, un focolaio di undici persone che ha colpito i suoi familiari. «Sono stato subito seguito da Riccardo Szumski, medico straordinario che non mi ha mai lasciato solo» racconta l’imprenditore nel video, «un altro grande medico mi aveva consigliato l’Ivermectina, che io ho preso fin dal primo giorno».



Il presidente del comitato Szumski positivo al Covid. Il video da casa: “Ho preso Ivermectina dal primo giorno, ora sto meglio”. La replica dello Snami
Alice Zaccaron
mercoledì, 5 Gennaio 2022

https://www.qdpnews.it/comuni/santa-luc ... llo-snami/

“Sono diventato positivo al Covid il 28 dicembre”: lo dice Fabio Padovan, presidente del comitato Riccardo Szumski, in un video postato sui social questo lunedì. Anche il resto della sua famiglia ha dovuto fare i conti con il virus: dapprima la moglie, ora negativa, e poi anche il resto della famiglia, con 11 contagiati in totale.

“Per poter parlare di una cosa bisogna farne esperienza e adesso è toccato a me, ho voluto viverla per essere anche io credibile. Ho però visto amici e conoscenti ammalarsi, venire curati da Riccardo e guarire” afferma fiducioso.

Padovan racconta il decorso del suo contagio, con un picco di febbre il 31 dicembre, mostrando le ricette mediche e sostenendo di seguire la cura che gli ha prescritto il dottor Szumski: “Oggi va meglio, la febbre è scesa. Come mi ha consigliato anche un altro grande medico qualche mesi fa, ho assunto Ivermectina dal primo giorno. Il Covid, ripeto, è una malattia che può essere guarita senza intasare gli ospedali”.

Il presidente del comitato si espone elogiando quindi i medici che da due anni si trovano negli ospedali a curare i contagiati chiamandoli eroi: “Non è facile né ripagante”.

Padovan afferma che il Covid, una volta entrato nell’organismo, aiuta a guarire dalle prossime infezioni, e accusa chi ha insistito nel proporre “Tachipirina e vigile attesa”: “Quanti morti hanno sulla coscienza? Li hanno fatti morire a casa e a loro che sono morti soli voglio dedicare la mia piccola sofferenza”.

Padovan conclude con i ringraziamenti al medico Szumski, sostenendo che “solo col cuore si potrà vincere contro questi tecnocrati che vogliono portarci alla rovina”.

Ben diversa la posizione al riguardo del dottor Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che afferma: “L’Ivermectina è un farmaco che queste persone assumono a pieno rischio e pericolo loro. Mi risulta che si tratti di un antiparassitario per i cavalli, non c’è nessuna valenza scientifica sull’uomo”.

Cauchi sottolinea che non c’è stata nessuna sperimentazione e nemmeno tutti i classici passaggi che determinano l’assunzione sicura da parte dell’uomo, cosa che avviene solo come ultima fase, dopo un iter preciso, proprio per assicurare la sicurezza umana.

Per quanto riguarda la gestione del Covid, il presidente veneto dello Snami afferma che ogni caso è differente e che la cura dipende dai sintomi, anche se di base è fondamentale rivolgersi al proprio medico monitorando l’andamento dei sintomi e soprattutto valutare le eventuali patologie concomitanti: se ci sono sintomi più seri si inizia una cura antibiotica.

“Nel caso di complicanze sono i colleghi dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) che vanno ad auscultare i polmoni dei pazienti direttamente a domicilio: non è vero che sono lasciati soli”.




Gino Quarelo

Povero Fabio ... peccato che tu sia stato:
no pandemia grave perché è solo una semplice e ordinaria influenza,
no inutile mascherina che non serve a nulla,
no chiusure, no restrizioni, no distanziamenti che non servono a niente se non a dissociare la socialità e a danneggiare l'economia,
no vax perché non serve e danneggia
e
no green pass perché serve solo alla dittatura sanitaria!
No no, sempre no e sempre contro, mi dispiace caro Fabio ma sei in grave errore.

Poi sull'ivermectina, usata positivamente anche sull'uomo per certe infezioni parassitarie e virali, che possa funzionare anche contro il covid19 in taluni soggetti non significa che sia un toccasana miracoloso per tutti, vi è da dire che il vaccino è assai migliore, previene di più il contagio, la gravità dell'infezione e ha meno effetti collaterali di breve e di lunga durata, come pure sono più che utili tutte le altre misure preventive come la mascherina, la pulizia e il distanziamento.
Peccato Fabio, hai dato un cattivo esempio assieme al tuo amico Szumski, avete esagerato e siete usciti dal seminato, dal sensato e a volte dal lecito.
Non credo che tuo padre possa essere fiero di te in questo caso.
Come uomini politici del venetismo e del Partito dei Veneti avete dimostrato inaffidabilità totale, irresponsabilità e incoscienza, io da veneto non voterei mai per dare un mandato politico a te Fabio e a Szumski.







Che cos'è l'Ivermectina?

https://www.humanitas.it/enciclopedia/p ... ermectina/

L'Ivermectina è un farmaco antielmintico. Uccide o promuove l'espulsione di vermi parassiti intestinali. In caso di strongiloidosi uccide il parassita, mentre in caso di oncocercosi uccide solo i vermi in fase di sviluppo, ma non quelli adulti.
A cosa serve l'Ivermectina?

L'Ivermectina è utilizzata per trattare la strongiloidosi causata dal nematode Strongyloides stercoralis e per tenere sotto controllo l'oncocercosi causata dal nematode Onchocerca volvulus.
A volte trova impiego anche per trattare altre parassitosi, incluse pediculosi e scabbia.

Come si assume l'Ivermectina?

L'Ivermectina si assume per via orale, in genere sotto forma di unica compressa da deglutire con acqua a stomaco vuoto. In caso di oncocercosi può però essere prescritta l'assunzione di nuove dosi 3, 6 o 12 mesi dopo il primo trattamento.

Effetti collaterali riconosciuti

Fra i possibili effetti avversi dell'Ivermectina sono inclusi:

capogiri
perdita dell'appetito
nausea
vomito
gonfiore o dolore allo stomaco
diarrea
costipazione
debolezza
sonnolenza
tremori incontrollabili
fastidi al torace
gonfiore di occhi, volto, braccia, mani, piedi, caviglie o polpacci
dolore alle articolazioni
gonfiore alle articolazioni
gonfiore e dolore alle ghiandole a livello si collo, ascelle o inguine
battito cardiaco accelerato
arrossamenti, lacrimazioni o dolori oculari
gonfiore delle palpebre o dell'occhio
strane sensazioni all'occhio

È bene contattare subito un medico in caso di:

febbre
vesciche o desquamazioni
rash cutaneo
orticaria
prurito

Avvertenze

Il trattamento della strongiloidosi con Ivermectina prevede almeno tre esami delle feci nei tre mesi successivi all'assunzione del farmaco per verificare l'efficacia della cura.

In caso di oncocercosi, il trattamento può causare capogiri e svenimenti quando ci si alza rapidamente. È bene fare particolare attenzione a questo aspetto.
Prima di iniziare ad assumere Ivermectina è necessario informare il medico:

di allergie al principio attivo o a qualunque altro farmaco
di medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, citando in particolare ansiolitici, psicofarmaci, anticonvulsivanti, miorilassanti, sedativi, farmaci per dormire o tranquillanti
se si soffre (o si è sofferto) di meningite, tripanosomiasi o disturbi che alterano il funzionamento del sistema immunitario
in caso di gravidanza o allattamento



Network Bibliotecario Sanitario Toscano
https://www.nbst.it/989-coronavirus-nuo ... covid.html

Ivermectina nei pazienti con infezione da SARS-CoV2
Ivermectina, effetti tossici
20 ottobre. NEJM. Toxic Effects from Ivermectin Use Associated with Prevention and Treatment of Covid-19
#NOVITÁ L'Oregon Poison Center ha ricevuto chiamate a un tasso di 0,25 al mese in tutto il 2020, fino alle 21 nel solo agosto 2021, sugli effetti tossici dell'ivermectina nelle persone che hanno usato il farmaco per la prevenzione o il trattamento di Covid-19. I sintomi includevano disturbi gastrointestinali, confusione, atassia e convulsioni e 6 delle 21 persone sono state ricoverate in ospedale.
28 luglio 2021. Cochrane library Ivermectin for preventing and treating COVID-19
Attualmente le prove sull'efficacia e la sicurezza dell'ivermectina per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 e il trattamento di COVID-19 sono contrastanti.Lo studio Randomized, Double-blind, Multi Centre Phase II, Proof of Concept, Dose Finding Clinical Trial on Ivermectin for the early Treatment of COVID-19. COVER (COVid iVERmectin), di cui il promotere è IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella (Verona), ha come obiettivo valutare se l'ivermectina, somministrata alla dose di 600 mcg/kg o 1200 mcg/kg una volta al giorno per cinque giorni consecutivi è sicura nei pazienti con infezione SARS-CoV2 iniziale, asintomatica o paucisintomatica e se, somministrata al dosaggio trovato sicuro, riduce la carica virale di SARS-CoV2 al 7 ° giorno. L'ivermectina, un vecchio farmaco utilizzato per una vasta gamma di infezioni parassitarie e, in anni più recenti, con più ampie potenziali indicazioni, si è dimostrata efficace nel ridurre la carica virale del 99,98% in 48 ore in cellule coltivate in vitro infettate da SARS-CoV2.


L'ivermectina è un farmaco antielmintico ad ampio spettro costituito da una miscela di 22,23-diidroavermectina B1a + 22,23-diidroavermectina B1b
.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ivermectina
È ampiamente utilizzato anche in campo veterinario per il trattamento di parassitosi negli animali.[6]
L'ivermectina è stata scoperta nel 1975 ed è entrata nella pratica medica nel 1981.[7]
Può essere assunto per bocca oppure applicato direttamente alla pelle, mentre si deve evitare il contatto con gli occhi. In campo dermatologico, sotto forma di crema cutanea, si usa per la cura della rosacea.
Durante la pandemia di COVID-19 il farmaco è stato al centro di diversi episodi di disinformazione in merito alla presunta efficacia dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19: tali affermazioni sono, tuttavia, del tutto prive di fondamento scientifico ed al momento non esistono evidenze sufficienti a supporto dell'impiego del farmaco nel trattamento e nella prevenzione dell'infezione.
La scoperta a metà degli anni Settanta della famiglia delle avermectine (insetticidi usati principalmente nelle esche per formiche a uso domestico), da cui deriva l'ivermectina, si deve a Satoshi Ōmura dell'Università Kitasato di Tokyo e a William Cecil Campbell del Merck Institute for Therapeutic Research.
Ōmura identificò l'avermectina dal batterio Streptomyces avermitilis. Campbell purificò l'avermectina da colture ottenute da Ōmura e guidò gli sforzi che portarono alla scoperta del derivato più efficiente e di ridotta tossicità che prese il nome di ivermectina. Ivermectina fu messa in commercio nel 1981.
Metà del Premio Nobel per la medicina del 2015 è stato assegnato congiuntamente a Ōmura e Campbell per la scoperta dell'avermectina, «i derivati del quale hanno radicalmente abbassato l'incidenza della cecità fluviale e della filariosi linfatica, come pure per l'efficacia dimostrata contro un numero crescente di altre malattie causate da parassiti».
L'ivermectina è un antielmintico ad ampio spettro. Negli esseri umani viene utilizzata principalmente per trattare l'oncocercosi, ma è efficace anche contro altre infestazioni da vermi, come la strongiloidosi, l'ascaridiasi, la tricocefalosi, la filariosi e l'enterobiasi, e contro alcune malattie della pelle causate da parassiti, tra cui pidocchi del capo e scabbia, e per il trattamento della rosacea.
L'ivermectina uccide rapidamente le microfilarie, ma non i parassiti adulti. Di conseguenza per proteggere un individuo dall'oncocercosi è necessario che assuma una singola dose orale del farmaco ogni anno per tutta la durata della vita dei parassiti adulti (10-15 anni).


Ricerca

L'ivermectina è stata anche studiata come potenziale agente antivirale contro il virus chikungunya e la febbre gialla.

Un numero della rivista Cochrane ha trovato delle deboli prove del fatto che l'ivermectina possa ridurre le lesioni corioretinali e prevenire la perdita di vista in persone con oncocercosi.

Nel 2013, uno studio ha dimostrato che l'ivermectina è un nuovo ligando del recettore nucleare Farnesoide X, un target terapeutico per la steatosi epatica non alcolica.
Impiego nella COVID-19

A partire dal 2020 sono stati svolti alcuni studi per analizzare l'efficacia del farmaco contro il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia di COVID-19.

L'ivermectina ha dimostrato capacità in vitro di poter contrastare alcuni virus, tra cui il virus Zika, il West Nile, il poliomavirus BK, i virus Dengue e della febbre gialla e, per l'appunto, il SARS-CoV-2. Contro quest'ultimo, in particolare, agirebbe inibendo i trasportatori a livello della membrana del nucleo cellulare che importano le proteine virali all'interno del nucleo stesso. Le dosi impiegate per ottenere tali effetti sulle linee cellulari in vitro tuttavia risultano assai maggiori rispetto a quelle ritenute sicure per l'impiego nell'uomo. Secondo una revisione sistematica della Cochrane Collaboration, attualmente non vi sono prove sufficienti per suggerire l'impiego dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19.

Nonostante gli stessi autori avessero indicato che si trattasse solo di studi preliminari e che l'efficacia nel trattare la malattia nell'uomo fosse ancora da valutare, tali ricerche hanno generato un ampio clamore mediatico: sono sorte varie associazioni dedite alla promozione dell'impiego dell'ivermectina per trattare la patologia, e si sono verificati numerosi casi di automedicazione che hanno portato ad episodi di intossicazione e morte. Il forte aumento delle prescrizioni in Australia ha indotto il governo a vietarne l'impiego off-label.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » gio gen 06, 2022 10:09 am

Operatrice sanitaria No-vax sospesa si barrica nella residenza per anziani
Silvia bergamin
5 gennaio 2022

https://mattinopadova.gelocal.it/padova ... ?ref=fbfmp

Le auto dei carabinieri davanti alla struttura residenziale
La donna non ha accettato la decisione, imposta dalla legge, di sollevarla dal servizio. Carabinieri e sindaco mediatori per ore
PIAZZOLA SUL BRENTA. Operatrice No Vax sospesa si barrica nella casa di riposo e pretende di essere reintegrata al lavoro. È successo a Piazzola sul Brenta, dove si è materializzata una situazione fra il disperato e l’assurdo, con le forze dell’ordine, i sanitari e pure il sindaco a cercare con pazienza sconfinata di convincere la dipendente a scendere a miti consigli e a ritrovare un barlume di ragionevolezza.
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » dom gen 09, 2022 8:50 pm

Anche Vitaliano Trevixan era un novax.


Vitaliano Trevisan, il biglietto: «Sono stanco, nessuno si senta responsabile»
Vitaliano Trevisan aveva 61 anni
Andrea Priante
9 gennaio 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 734f.shtml

L’ultimo addio di Vitaliano Trevisan è un foglietto scritto a penna. «Uno stile asciutto, quasi freddo. Un biglietto ragionato, non certo compilato di getto» lo descrive Nicola, il nipote dello scrittore ritrovato senza vita venerdì nella sua abitazione arroccata sulle colline sopra Crespadoro, in provincia di Vicenza. Un minuscolo borgo immerso nei boschi, che con il passare degli anni si è svuotato. Erano rimasti ad abitarci soltantol’autore de I quindicimila passi e, a pochi metri, una coppia di anziani. «Ora ci siamo solo noi – riflette il vicino, Santo Gecchele – mi dispiace per quell’uomo. Si era trasferito quassù circa sei anni fa e non posso dire di averlo conosciuto bene, era molto riservato. Però era gentile ed educato, non si è mai vantato del suo essere diventato uno scrittore famoso». Sul cancello di casa c’è un mazzolino di fiori bianchi, lasciato da due ragazzi saliti fin lassù per rendere omaggio al loro autore preferito. «I suoi libri mi hanno insegnato tanto – dice uno di loro – non avevo mai letto nulla di così intenso, le parole uscivano come musica».


Il saluto ai luoghi d’infanzia

Non è chiaro se verrà eseguita l’autopsia, ma l’ipotesi più probabile è che Trevisan abbia ingoiato dei farmaci. Troppi. «Il mio è un gesto volontario» - è il senso del biglietto d’addio ritrovato dai carabinieri all’interno della casa - perché «sono stanco e non ne posso più», e quindi «nessuno deve sentirsi responsabile perché nessuno avrebbe potuto fare nulla». Poi lascia una serie di disposizioni, chiedendo che il suo corpo sia cremato e spiega che non gli interessa dove verrà tumulato. Altri dettagli potrebbero trovarsi nel taccuino che lo scrittore utilizzava per prendere appunti e che è già nelle mani degli inquirenti. «Pare che tre giorni prima che venisse ritrovato morto, lo abbiano visto a Cavazzale, il paese dove è cresciuto», prosegue il nipote. «Mi piace pensare che sia venuto per dire addio, che magari sia andato a trovare i genitori al cimitero e abbia salutato i luoghi della sua giovinezza».


Un’anima inquieta

Il sindaco di Crespadoro, Elisa Maria Ferrari, lo ricorda seduto all’esterno del bar del paese: «Non poteva entrare perché non era vaccinato: credo che ne facesse una questione di principio, di intolleranza a qualunque tipo di restrizione. Spesso rimaneva lì per ore, a scrivere al computer». E proprio i due pc potrebbero contenere le ultime opere dell’autore vicentino. Ora sono custoditi dai familiari mentre Dean, l’amato cagnolino di Trevisan che da un paio di giorni si vedeva vagare da solo per il borgo, sarà affidato alla sua ex compagna che abita in Toscana. «L’ho incontrato all’inizio di dicembre - ricorda il primo cittadino - mi mostrò un bellissimo documentario che aveva appena finito di girare: aveva intervistato alcuni anziani del paese, ricostruendo la storia di un aereo abbattuto durante la Seconda guerra mondiale e del suo pilota, che gli abitanti nascosero per diversi giorni, salvandolo dalla furia nazista». Ferrari dice che gli era apparso come «un’anima inquieta. In quella nostra lunga chiacchierata rivangò anche un suo precedente tentativo di suicidio. E mi disse: “Io non farei mai male a nessuno, se non a me stesso”».
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » dom gen 09, 2022 8:51 pm

Cari amici, sta circolando un video postato da un certo Nicola Franzoni che si scaglia contro gli ebrei di m…a che hanno creato la pandemia e che controllano le 7 principali case farmaceutiche. È un video molto violento. Per motivi a noi sconosciuti questo individuo è già conosciuto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine tanto che ha un foglio di via che gli impedisce di entrare a Milano per tre anni. Va denunciato.
Emanuel Segre Amar
9 gennaio 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 6355049449

Qualcuno potrà forse obiettare che magari la sua è anche una mente malata, ma non mi interessa; questo individuo ha oltre 8000 seguaci su Telegram e bisogna far capire a tutti coloro che s(ragionano) come lui che adesso li blocchiamo, fin dall’inizio, coi mezzi della Giustizia, facendoli pagare personalmente secondo le leggi che ci siamo date.
Vi invito pertanto a voler sottoscrivere insieme a me una denuncia civile che potrà partire nei prossimi giorni, in parallelo a quelle che altre Istituzioni ebraiche mi risulta che stiano preparando.
Se saremo molto numerosi anche la nostra potrà avere la sua risonanza e servirà a frenare questa ondata di antisemitismo che ci colpisce.
Tutti coloro che aderiscono sono pregati di inviarmi un semplice messaggio su Messenger con nome, cognome e città di residenza.
Se siete d’accordo aderite e fate circolare (solo tra i vostri amici) in modo che le firme siano molto, molto numerose; altrimenti non se ne farà nulla.
Non bastano i like, serve anche l’adesione tramite Messenger.



Denunciato il leader no green pass Nicola Franzoni: aveva foglio di via da Roma

Redazione Roma
20 Novembre 2021

https://www.fanpage.it/roma/denunciato- ... a-da-roma/

Noto per i suoi insulti e minacce a Draghi e Mattarella, e di parlare del piano vaccinale come di “un piano di sterminio di massa”, è stato denunciato a Roma Nicola Franzoni, leader no green pass che già aveva ricevuto il foglio di via dalla capitale. Voleva partecipare alla manifestazione di Circo Massimo.

Nicola Franzoni è stato denunciato dalle forze dell'ordine per la sua partecipazione alla manifestazione di oggi pomeriggio a Roma al Circo Massimo. Imprenditore di Lerice, in provincia di La Spezia in Liguria, da mesi in prima fila prima nelle proteste contro le chiusure e le misure anti contagio, poi contro la campagna vaccinale e in ultimo contro l'introduzione del green pass. Franzoni, 43 anni, aveva già avuto lo scorso giugno un foglio di via dalla capitale, ma non ha rinunciato a venire a Roma per il raduno di oggi. Franzoni è stato denunciato anche per la manifestazione terminata con l'assalto squadrista alla sede della Cgil.


No green pass invadono il Circo Massimo

Oggi a Circo Massimo si sono radunate circa 4.000 persone. Sul palco ha parlato anche il medico no vax Mariano Amici, sospeso dalla professione: "Ci hanno fatto credere che questa malattia chiamata Covid fosse come la peste ma non è vero. Un teatrino basato su presupposti assolutamente antiscientifici. I numeri sono non reali: il tampone non è strumento attendibile e soprattutto non è strumento diagnostico". "La mascherina è il simbolo dell'oppressione. Abbiamo una dittatura ma vinceremo, vinceremo", una delle frasi più applaudite degli oratori.

Franzoni: tra bufale no vax e minacce a Mattarella

L'uomo è noto per aver ripetutamente e pubblicamente minacciato gli esponenti del governo di Mario Draghi, a iniziare dal primo ministro, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma soprattutto nei suoi discorsi di propaganda no vax è arrivato a parlare del piano di vaccinazione come una macchinazione "per uccidere i bambini" e "attuare uno sterminio di massa". Solo qualche mese fa così aveva parlato di Mattarella: "Il primo che deve pagare del tradimento e della vendita del suo popolo, si chiama Sergio infame Mattarella"


https://www.facebook.com/watch/?v=1373023893036528
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Re: I dementi no pandemia no mask no vax e no green pass

Messaggioda Berto » lun gen 10, 2022 7:26 am

Io non considero (percepisco, sento) l'obbligo relativo vaccinale e del greenpass come una costrizione disumana e incivile che limita la mia libertà personale, umana e civile, ma come un rafforzamento, una attestazione che garantisce la mia e altrui libertà, perché sono convinto dell'utilità e del beneficio sia del vaccino che del greenpass anche se il vaccino non rende immuni al 100% e anche se il greenpass non è garanzia assoluta che chi ne è dotato non sia affetto dal virus e contagioso. Sono realisticamente consapevole dei loro limiti ma anche della loro utilità e dei loro benefici relativi che per me non sono per niente trascurabili e senz'altro superiori al disagio del dovere vaccinale e dellìoobligo di avere e di mostrare il greenpass.

Per me si tratta di obblighi naturali simili alla patente di guida, alla carta di identità e del passaporto, alla cintura di sicurezza quando guido; alle scarpe, ai guanti, alla mascherina, alle cintura e al casco di sicurezza quando lavoro; al pulirmi il culo dopo averla fatta e al lavarmi i denti prima di coricarmi e al mattino al risveglio e magari anche dopo i pasti; a mantenere le distanze di sicurezza dagli sconosciuti che potrebbero derubarmi e oggi dagli altri in genere per ridurre il contagio da covid, evitando gli assembramenti; accertandomi che il partner sessuale occasionale non sia affetto da epatite C o da HIV.




L'uomo vuole veramente essere libero?
Sono state lanciate rivoluzioni, combattute guerre e fondati stati in nome della libertà. Nella crisi di Corona, tutto ciò sembra improvvisamente non valere nulla.
di Alex Baur

https://www.facebook.com/paolo.verni/po ... 3166573908

In realtà, l'indice di libertà umana 2021, recentemente pubblicato dal rinomato Cato Institute, dovrebbe riempire di orgoglio gli svizzeri. Ancora una volta, il nostro paese è al primo posto nella classifica globale della libertà, che comprende 165 paesi e l'83% della popolazione mondiale (dittature come Cuba o la Corea del Nord non sono state incluse per mancanza di dati affidabili). Ma non c'era euforia, la medaglia d'oro è stata appena notata dai vincitori. In Svizzera non c'era un solo mezzo che valesse anche solo una breve relazione sul titolo di campione del mondo.
Libertà dell'assassino
Non può dipendere dalla qualità dello studio. Il Cato Institute fa uno sforzo rispettabile nelle sue valutazioni, che vengono effettuate annualmente dal 2008. Anche se il think tank ha assunto il liberalismo come sua bandiera, i ricercatori evitano qualsiasi pregiudizio politico e seguono rigorosamente criteri oggettivamente misurabili. La "libertà personale" (diritti costituzionali di base, stato di diritto, tassi di criminalità, diversità dei media, uguaglianza) è ponderata nella stessa misura della "libertà economica" (quota statale, pressione fiscale, distorsioni del mercato, inflazione, garanzia della proprietà, regolamentazione, mercato nero, burocrazia, barriere commerciali).
Ora, si potrebbe obiettare che la libertà è difficile da misurare. Può avere un significato diverso per un lavoratore cinese che per un magnate americano. Da una prospettiva esistenzialista, la libertà assoluta potrebbe essere goduta dall'assassino Mersault nel braccio della morte, che non deve preoccuparsi di nulla per il resto della sua vita.
La libertà è comunemente definita come "autonomia del soggetto". In altre parole: Libero è colui che decide secondo la propria volontà (anche se la moderna ricerca sul cervello ha trovato prove evidenti che il libero arbitrio potrebbe essere un'illusione, poiché la maggior parte delle decisioni sono prese intuitivamente e al massimo decorate postume con una giustificazione razionale). Inoltre, secondo una guida pratica della Costituzione federale svizzera, "solo chi usa la propria libertà è libero".
Dopo tutto, le libertà civili sono chiaramente definite nella costituzione. Possiamo orientarci su questo. L'idea di base è tanto banale quanto plausibile: la libertà di uno finisce dove comincia quella di un altro. O, come ha detto Dürrenmatt in modo più elegante nel suo "Monstervortrag über Gerechtigkeit und Recht": "Lo stato garantisce la libertà dell'individuo limitando la libertà dell'individuo". Lo Stato è quindi sia il garante della libertà che la sua più grande minaccia. Da cui segue: Per svilupparsi in modo ottimale, l'uomo ha bisogno di un minimo di regole del gioco certe che gli lascino un massimo di margine di manovra individuale; le regole che non sono assolutamente necessarie dovrebbero quindi essere eliminate a tutti i costi.
Garante di prosperità
La valutazione del Cato Institute riguarda esclusivamente la relazione tra i cittadini e lo Stato. Democrazia, prosperità, equilibrio sociale, assistenza medica o istruzione non sono criteri. Ma il risultato è lo stesso: gli stati che concedono più libertà ai loro cittadini sono in pratica anche i migliori garanti della democrazia, della pace sociale e della prosperità.
Non è certo una coincidenza che i primi dieci paesi in termini di libertà - dopo la Svizzera sono Nuova Zelanda, Danimarca, Estonia, Irlanda, Finlandia, Canada, Australia, Svezia e Lussemburgo - siano molto richiesti dai migranti. Al contrario, nessuno si trasferisce volontariamente nei paesi all'estremità inferiore della scala. Questi sono (in ordine decrescente): Iran, Egitto, Sudan, Yemen, Venezuela e Siria. Anche paesi economicamente emergenti come la Cina (classificata 150), il Pakistan (145), la Turchia (139) o il Vietnam (136) non sono considerati destinazioni da sogno per gli emigranti.
L'Illuminismo è solo una fugace apparizione in una storia piena di arbitrio e oppressione?
Purtroppo, la classifica della libertà si basa su dati del 2019. Rimane l'ansiosa domanda: dove saremmo se gli ultimi due anni fossero stati presi in considerazione? Mai prima d'ora le libertà più fondamentali sono state così massicciamente limitate in tempo di pace come durante la crisi di Corona. Indipendentemente dal fatto che le misure siano considerate ragionevoli e proporzionate o meno, resta il fatto che quasi tutti i criteri dell'indice di libertà - dalla libertà di movimento, di religione e di riunione alle garanzie di proprietà economica, alla densità normativa, alla stabilità monetaria e alle quote statali - sono stati massicciamente colpiti dalle misure decretate dalle autorità.
Ondate di covid come tsunami
Naturalmente, la libertà è anche una quantità relativa. Rispetto al regime Corona in Nuova Zelanda, Germania o Corea del Sud, la Svizzera è stata moderata. Se invece si paragona il nostro paese alla Svezia, dove, a parte il divieto di manifestazioni di massa, le misure coercitive sono state in gran parte abolite, la Svizzera si trova da qualche parte al livello del Burundi.
Può sembrare plausibile che nei momenti di bisogno si butti a mare tutto ciò che non è immediatamente vitale. Ciò che è stato sorprendente è stata la facilità e l'immediatezza con cui abbiamo abbandonato, pezzo per pezzo, i principi più sacri della nostra comprensione liberale della società e dello stato. Senza alcun controllo del successo, il comando di emergenza ha decretato misure drastiche - dai blocchi agli obblighi generali di mascheramento fino a un regime di certificati - la cui efficacia poteva essere al massimo sperata. Fu subito evidente che le ondate di Corona rotolavano sui paesi come tsunami, senza preoccuparsi molto delle misure. I contagi si spegnevano così inaspettatamente come erano apparsi. Sarebbe stato più ovvio e probabilmente più efficiente concentrarsi sulla protezione dei gruppi di rischio gestibili.
A differenza della peste medievale o dell'influenza spagnola, il Covid-19 rimarrà probabilmente un'epidemia virtuale per la maggior parte delle persone, che l'hanno percepito principalmente attraverso i media. La variante aggressiva del coronavirus, che non è affatto nuova, è veramente pericolosa solo per una piccola parte della popolazione. L'età mediana di coloro che sono morti con o da Covid-19 in Svizzera è di 86 anni, ben al di sopra dell'aspettativa di vita, e il 98% delle vittime soffriva di almeno una grave malattia precedente.

Percezione degli stati d'animo
L'incertezza può aver giocato un ruolo decisivo. Quanto più freneticamente gli auguri della scienza nominati dai media evocavano la loro presunta certezza, che non di rado veniva smentita dalla realtà dopo qualche settimana, tanto maggiore era l'incertezza. Ma al più tardi dall'estate scorsa, quando chiunque voglia può essere vaccinato, non si può più parlare di una minaccia straordinaria.
Contrariamente alle offensive propagandistiche dei media ufficiali, la vaccinazione non ha praticamente impedito la diffusione del virus. Tuttavia, il vaccino mRNA protegge sufficientemente i gruppi a rischio noti da un decorso grave della malattia per più del 90%. Anche se nove su dieci non sono il 100%, questo è un enorme successo. La Sars-CoV-2 è stata così ridotta a un raffreddore comune per coloro che sono stati vaccinati - a una di quelle ondate influenzali che purtroppo uccidono centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo ogni anno senza causare panico.
La resistenza si è formata nelle strade di tutto il mondo, soprattutto nel secondo anno di Corona. Raramente il diritto di riunirsi e manifestare è stato così sentito, mai è stato così brutalmente represso nell'Occidente libero. L'establishment politico non è rimasto impressionato dalla protesta e ha serrato i ranghi.
Per svilupparsi, gli esseri umani hanno bisogno di un minimo di regole del gioco certe.
I politici percepiscono gli stati d'animo. Hanno notato istintivamente che le grida di libertà hanno intaccato poco il loro potere. Sembra invece che la maggioranza desideri una mano forte che li guidi e che prometta loro sicurezza. Le votazioni in Svizzera, dove nella primavera e nell'autunno dell'anno scorso un buon 60% degli elettori ha approvato il regime di misure, lo confermano. Nel dibattito pubblico, termini come "libertà" o "responsabilità personale" hanno ricevuto una connotazione oscena e sono stati reinterpretati come "egoismo" e "irresponsabilità".

Libertas come privilegio
In effetti, il modello liberale di stato e società è una conquista relativamente recente, che dobbiamo all'Illuminismo. È stato un salto gigantesco nella storia dell'umanità. Fino al XVIII secolo, la divisione della società in liberi e schiavi (o servi della gleba, come li chiamiamo noi) era accettata come un dono di Dio praticamente in tutte le culture. Anche nell'antichità, la libertas era considerata un privilegio che si ereditava o si acquisiva; nessuno aveva l'idea di renderla accessibile a tutti. L'esodo dalla schiavitù egiziana faceva probabilmente parte del mito di fondazione del popolo biblico, ma questo non ha mai impedito ai credenti di tenere essi stessi degli schiavi.
Furono i grandi pensatori dell'Illuminismo - Locke, Voltaire, Montesquieu, Rousseau, Kant - ad accendere il fuoco della grande libertà e a creare così le basi dello stato costituzionale moderno. Il filosofo morale Adam Smith (1723-1790) fondò nello stesso periodo l'economia di libero mercato. Era poco interessato al denaro. La domanda centrale a cui Smith dedicò il suo capolavoro "La ricchezza delle nazioni" era molto diversa: "Cos'è più significativo - la felicità generale, sociale o quella personale, individuale?". Basandosi sull'osservazione empirica, lo scozzese giunse alla conclusione apparentemente paradossale che il beneficio sociale è maggiore quando ognuno si occupa prima del proprio benessere.
Smith ha coniato il termine "mano invisibile" del mercato: l'interazione della domanda e dell'offerta che assicura la migliore distribuzione possibile dei beni. Secondo Smith, se un panettiere dà via i suoi panini per puro altruismo, questo può essere un bene, specialmente per se stesso; ma il pubblico in generale è meglio servito se il panettiere vende il pane. Perché solo in questo modo potrà soddisfare in modo ottimale la sua produzione con le esigenze dei suoi clienti.

Fiducia primordiale nel Bene
La scuola di pensiero di Smith non è affatto caratterizzata dall'egoismo e certamente non dalla misantropia; al contrario. Si basa invece su una fiducia di base nel bene presente nelle persone, che ha sempre il sopravvento se solo gli si permette di farlo. Adam Smith identificò la maggiore forza motrice umana del lavoro non nell'avidità ma nella "simpatia". Questo diventa veramente comprensibile quando si considera l'insegnamento di Karl Marx, che settant'anni dopo, al culmine della rivoluzione borghese-liberale del 1848, postulò l'antitesi con il "Manifesto Comunista". Nella visione del mondo marxista, l'essere umano intrinsecamente cattivo deve prima essere educato per diventare un essere sociale.
Le rivoluzioni americana e francese alla fine del XVIII secolo furono il frutto diretto dell'Illuminismo. L'appello alla libertà è stato il detonatore, ma non è mai stato solo. La Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti aveva il motto "Vita, Libertà e Ricerca della Felicità", in Francia era la famosa triade "Liberté, Egalité, Fraternité". La libertà non è mai stata fine a se stessa, ma ha posto il cittadino uguale e sovrano al centro di ogni azione dello Stato e allo stesso tempo lo ha protetto dallo Stato.
Si può discutere di idee e ideologie, ma solo la pratica decide chi ha ragione. E questo ha dato a Smith una vittoria schiacciante su Marx di rara chiarezza. Mentre tutti i sistemi comunisti hanno portato morte e miseria alle masse che avrebbero dovuto rendere felici, i modelli liberali hanno aiutato una classe ampia e sempre crescente a prosperare. La ripida ascesa economica e sociale della Svizzera nel 19° secolo, da una nazione povera a una nazione industriale, ne è un esempio lampante. Al più tardi con i "miracoli economici" tedeschi e giapponesi dopo la seconda guerra mondiale, deve essere diventato chiaro ai più arretrati e agli ultimi che il liberalismo era di gran lunga superiore a tutti gli altri sistemi.
È più che un'ironia della storia che proprio nei fiorenti anni '60, le dottrine marxiste e le loro propaggini della Scuola di Francoforte hanno vissuto una rinascita inimmaginabile nell'Occidente libero, culminata nel movimento del '68. Non era un capriccio stagionale. Mentre i vecchi marxisti, indossando repentinamente l'abito verde, conquistavano la sovranità interpretativa nelle università, nelle scuole, nei templi della cultura, nei centri dei media e infine anche visibilmente nei parlamenti, gli ideali dell'illuminismo si scioglievano come burro al sole al culmine del loro successo.
La strategia zero-covid delineata dal regime cinese e copiata in tutto il mondo è un'aperta dichiarazione di guerra ai valori liberali fondamentali. I fronti sono ben definiti. E non si mette bene per i liberali, che sono in ritirata da qualche tempo. Questo si può vedere anche nello "Human Freedom Index", che mostra una tendenza negativa in tutto il mondo nel corso degli anni.
Come si può spiegare questo? Filosofi, compositori e scrittori hanno riempito le biblioteche di inni alla libertà. Si presumeva naturalmente che nessuno avrebbe rinunciato volontariamente a questo privilegio. La scrittrice Esther Vilar (" Der Dressierte Mann - L'uomo ammaestrato, «Die amerikanische Päpstin») è stata tra i pochissimi a mettere in discussione questo fatto evidente.

L'imbarazzo della scelta
Cinquant'anni fa, Vilar sfatò il movimento del '68 come l'antitesi dell'Illuminismo. Ha postulato che la maggior parte delle persone segretamente non teme altro che la libertà; perché con la libertà arriva la responsabilità delle proprie azioni. Per loro l'imbarazzo della scelta è più un peso che un piacere. E soprattutto: se si sbagliano, non possono più scaricare la colpa su altri. Se Vilar non si sbaglia, l'Illuminismo è forse solo una fugace apparizione ospite della libertà in una storia umana piena di arbitrio e oppressione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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