Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » ven ott 22, 2021 9:17 pm

Covid, i super-immuni dalle varianti sono i vaccinati (dopo aver superato l'infezione). I risultati dello studio
Mauro Evangelisti
17 ottobre 2021

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 63142.html

Qual è la protezione più forte contro Covid-19 e le future varianti? Quella ibrida, vale a dire l’immunità raggiunta da coloro che hanno superato l’infezione, ma sono anche stati vaccinati. Questo emerge da uno studio di cui parla la rivista scientifica Nature. Fa questa sintesi: «Le persone che si sono in precedenza riprese da Covid-19 hanno una risposta immunitaria più forte dopo essere state vaccinate rispetto a quelle vaccinate senza essere mai state infettate».


Chi sono i super-immuni al virus

Tutto parte da una ricerca iniziata un anno fa dai virologi Theodora Hatziioannou e Paul Bieniasz (Rockefeller University di New York) che, si proponevano di creare una versione di una proteina chiave SARS-CoV-2 con la capacità di schivare tutti gli anticorpi che bloccano le infezioni che il nostro corpo produce.

Lo studio

A settembre su Nature è stato spiegato che un mutante spike contenente 20 cambiamenti era «completamente resistente agli anticorpi neutralizzanti prodotti dalla maggior parte delle persone testate che erano state infettate o vaccinate», ma non a tutte.

Le varianti

Chi meglio sapeva rispondere alle varianti? Erano proprio i soggetti che avevano questa doppia caratteristica: superamento dell’infezione naturale e successiva vaccinazione. Secondo gli scienziati, è molto probabile che gli anticorpi prodotti da queste persone siano efficaci anche contro qualsiasi variante possa svilupparsi in futuro. Ora questa super-immunità è oggetto di studio perché ovviamente capire i meccanismi che la originano può servire a migliorare la risposta contro la pandemia.

I risultati

Si ipotizza che questa immunità ibrida sia in parte dovuta alle cellule B di memoria e che una eventuale “terza dose” ai vaccinati possa aiutare questo tipo di risposta. Gli studiosi dell’immunità ibrida lanciano però un avvertimento: l’infezione va comunque evitata. Dice il professor Andrés Finzi, virologo dell’Università di Montreal, nell’articolo pubblicato da Nature: «È sbagliato pensare di farsi infettare per poi vaccinarsi, perché alcune persone potrebbero non farcela».



Covid, lo studio Usa: chi è vaccinato muore meno anche per cause diverse dal virus
La ricerca: con la vaccinazione "minor rischio di mortalità in assoluto"
Claudia Guasco
Sabato 23 Ottobre 2021

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 75911.html

Le persone che si sono vaccinate contro il Covid-19 hanno registrato tassi di mortalità per cause diverse dal coronavirus inferiori rispetto alle persone che hanno scelto di non ricorrere alla profilassi. Lo rivelano i risultati di uno studio pubblicato il 22 ottobre nel Centers for disease control and prevention morbidity and mortality weekly report.

SIERI SICURI

«Nonostante numerosi studi dimostrino la sicurezza dei vaccini contro il Covid, alcune persone sono tutt’ora riluttanti a farsi vaccinare», spiega alla Cnn l’autore principale della ricerca, Stanley Xu. È membro del Dipartimento di ricerca e valutazione della California meridionale di Kaiser Permanente, un’organizzazione fondata nel 1945 la cui missione è fornire alla popolazione servizi sanitari di alta qualità a prezzi accessibili.

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«Questo studio fornisce rassicurazioni sul fatto che i sieri sono molto sicuri e, in effetti, le persone che si sono vaccinate contro il Covid negli Stati Uniti hanno avuto un tasso di mortalità inferiore rispetto a quelli che non l’hanno fatto, anche per causa diverse dal coronavirus». Il team di esperti è giunto a questa conclusione nell’ambito di uno studio il cui obiettivo è dimostrare che i tre sieri anti Covid autorizzati sono sicuri e affermano che i loro risultati lo dimostrano chiaramente. «I destinatari dei vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna o Janssen avevano un rischio di mortalità non Covid inferiore rispetto ai gruppi di confronto non vaccinati», scrivono i ricercatori nella relazione settimanale dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. «I vaccini autorizzati negli Stati Uniti hanno dimostrato più volte di essere sicuri. Questo studio lo conferma», ribadisce Stanley Xu. Nel periodo dal 14 dicembre 2020 al 31 luglio 2021 il team ha studiato 6,4 milioni di persone che erano state vaccinate contro il Covid-19 e le ha confrontate con 4,6 milioni di persone non vaccinate, con dati demografici e posizioni geografiche simili. Queste ultime si erano sottoposte negli ultimi anni al vaccino anti inflenzale, ma non a quello contro il Covid.

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STUDI FUTURI

«I destinatari del vaccino Covid hanno avuto tassi di mortalità non Covid inferiori rispetto alle persone non vaccinate», è la conclusione dello studio. Che riporta i numeri. Le persone che hanno ricevuto due dosi di vaccini Pfizer avevano il 34% di probabilità di morire per cause diverse dal coronavirus nei mesi successivi rispetto alle persone non vaccinate. Le persone che hanno ricevuto due dosi di vaccino Moderna avevano il 31% di probabilità di morire rispetto alle persone non vaccinate e quelle che hanno ricevuto il vaccino Janssen di Johnson & Johnson avevano il 54% di probabilità di morire, ha precisato Xu.

Vaccino, il mix è più efficace contro le varianti: la conferma in uno studio

«Il minor rischio di mortalità dopo la vaccinazione Covid suggerisce effetti sostanziali sui vaccinati, che tendono a essere più sani delle persone non vaccinate. Questo risultato sarà il punto di partenza per analisi future», anticipano gli esperti. «Questa scoperta rafforza il profilo di sicurezza dei vaccini Covid attualmente approvati negli Stati Uniti. Tutte le persone di età pari o superiore a dodici anni dovrebbero vaccinarsi», concludono.




Covid: super-resistenti al virus, ecco quelli che non si ammalano
Donatella Zorzetto
28 ottobre 2021

https://www.repubblica.it/salute/2021/1 ... 323884705/

In tutte le epidemie o pandemie c'è sempre qualcuno che esce indenne dal virus. Non viene attaccato, non contrae la malattia, non rischia nemmeno un lievissimo sintomo. Ora sono i "superman" del Covid ad attrarre l'attenzione di équipe di studiosi da tutto il mondo, impegnate in uno studio coordinato dall'Università di Melbourne e dalla Fondazione per la ricerca biomedica dell'Accademia di Atene. Studio che è solo agli inizi, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Immunology.

La premessa, spiegano i ricercatori, è questa: "Le infezioni da Sars-Cov-2 mostrano un'enorme variabilità interindividuale, che va da infezioni asintomatiche a malattie potenzialmente letali". E si concentrano su un fatto: mentre sappiamo che sono "variazioni congenite e autoanticorpi diretti contro gli interferoni di tipo I (IFN) a determinare il verificarsi di circa il 20% dei casi critici di Covid-19 tra gli individui con infezione da Sars-Cov-2", al contrario "le cause genetiche e immunologiche della resistenza all'infezione, di per sé sono sconosciuti".

Si parte dalle scoperte Hiv

La base di partenza per scoprire i meccanismi che fanno di alcuni individui dei "superman del Covid" è ciò che si è fatto e scoperto a proposito dell'Hiv-1. Anche in quel caso il problema da risolvere era: perché alcuni contraggono il virus Hiv, sindrome da immunodeficienza acquisita? I ricercatori hanno scoperto questo meccanismo: la diminuzioni dei recettori delle chemochine DARC (immunideficienza genetica) conferisce resistenza al Plasmodium vivax (parassita unicellulare, che è il più frequente e diffuso responsabile di malaria ricorrente). E hanno dimostrato che chi ha una densità di recettore 5 delle chemiochine (proteine) e dell'enzima FUT2 (responsabile della sintesi dell'antigene H nei fluidi corporei e sulla mucosa intestinale) ha una resistenza all'Hiv-1 e ai norovirus (causa più comune di gastroenterite). "Sulla stessa linea - sottolineano gli autori dello studio - proponiamo una strategia per identificare, reclutare e analizzare geneticamente individui che sono naturalmente resistenti all'infezione da Sars-Cov-2".

Radiografia della pandemia

La pandemia Covid ha ricordato a chiunque che le infezioni sono uniche tra le malattie nel loro potenziale di causare rapidamente malattia e mortalità in tutto il mondo. "Nel corso della storia, le malattie infettive hanno imposto agli esseri umani forti pressioni selettive - sottolineano gli studiosi - in particolare le pandemie virali, comprese quelle causate dai Coronavirus, si sono verificate ripetutamente nell'ultimo secolo e probabilmente nel corso della storia umana. La variabilità clinica in risposta all'infezione, virale o meno, può essere spiegata, almeno in alcuni individui, da fattori genetici umani".

"L'introduzione di Sars-Cov-2 in una popolazione su scala globale, ha fornito l'ennesima dimostrazione della notevole variabilità clinica tra individui in corso di infezione: si va dalle infezioni asintomatiche alle malattie potenzialmente letali - proseguono - la nostra comprensione della fisiopatologia del Covid-19 potenzialmente letale è progredita considerevolmente da quando la malattia è stata descritta per la prima volta nel dicembre 2019, ma sappiamo ancora molto poco sulle basi genetiche e immunologiche umane della resistenza congenita al virus in questione".

In famiglia tutti infetti, tranne uno

Così capita che ci siano intere famiglie infette, tranne una persona. Che potrebbe anche non vaccinarsi, tanto risulterebbe irraggiungibile dal virus. "I tassi medi di attacco secondario per le infezioni da Sars-Cov-2 possono toccare il 70% in alcune famiglie e sono stati segnalati numerosi nuclei famigliari in cui tutti i membri tranne uno dei coniugi erano stati contagiati - conferma la ricerca - suggerendo che alcuni individui altamente esposti possano essere resistente all'infezione con questo virus. Perciò abbiamo esaminato alcuni esempi di suscettibilità geneticamente determinata a esiti gravi di due malattie infettive: la tubercolosi e il Covid-19, coprendo in modo più approfondito i tre casi noti di resistenza congenita alle infezioni. Abbiamo considerato, quindi, i geni candidati direttamente rilevanti per la resistenza all'infezione da Sars-Cov-2. E abbiamo proposto una strategia per il reclutamento e l'analisi genetica di individui che sono naturalmente resistenti all'infezione del virus. Ora riteniamo fondamentale sostenere ulteriori studi per sviluppare la nostra comprensione dei meccanismi che causano la resistenza congenita all'infezione e può fornire un quadro per l'uso di queste conoscenze a fini terapeutici".

C'è chi resiste a vaiolo ed ebola

"In tutte malattie infettive c'è sempre una quota di persone che sono naturalmente resistenti all'infezione - conferma Fausto Baldanti, che da mesi analizza le varianti Covid nel Laboratorio di Virologia Molecolare del policlinico San Matteo di Pavia - ma chi sono? Molti report riguardano individui che, avendo strettissimi contatti con persone infette, non si infettano a loro volta. Parlo di nuclei familiari in cui uno su tanti viene risparmiato dal virus, nel senso che non ce n'è proprio evidenza, non che si trattino di asintomatici. Quindi per tutte le malattie infettive c'è una quota di resistenti. Anche quelle più terribili non uccidono il 100% delle persone counvolte: il vaiolo, ad esempio, ha una mortalità dell'80%, l'ebola del 90%".

I fattori naturali che azzerano il contagio

Ma quali sono i meccanismi che danno protezione naturale contro i virus, Covid compreso? "Sono due - risponde Baldanti - la prima è la presenza di un'immunità preesistente, crociata da infezioni similari. Alcune persone, ad esempio, hanno resistito al Covid perché avevano contratto una precedente infezione dovuta ad altri Coronavirus. Mi spiego: ci sono quattro ceppi di Corona che provocano infezione Beta Coronavirus nell'uomo: di questi, due danno una risposta crociata nei confronti della Sars. In pratica, l'aver contratto qualcosa di simile al Covid conferisce una protezione perché ha generato una risposta crociata. Io ne sono l'esempio, perché da un campione di sangue che avevo prelevato tre anni fa e poi conservato, ho scoperto di aver prodotto una risposta immunitaria contro il Covid. In pratica avevo contratto un Beta Coronavirus umano che si chiama HKU1. Si stima che il 25-30% delle persone che non prendono il Covid abbia una risposta T-Cellulare residuale provocata da un'infezione con un virus parente del Covid stesso. Dunque questo può proteggere dalla nuova infezione o determinarne di lievi o asintomatiche".

La variazione genetica alla base dello studio

E qual è il secondo meccanismo di protezione naturale dal virus che conosciamo dal 2020? "Di questo parla il lavoro coordinato da Università di Melbourne e dalla Fondazione per la ricerca biomedica dell'Accademia di Atene - prosegue Baldanti - ne parla proprio perché è dovuto a qualche tratto genetico che risulta essere poi favorevole nei confronti della nuova infezione. Ad esempio individui che hanno una densità di recettori Ace2 e Trmpss (proteine) più bassa risulterebbero meno infettabili. Oppure può accadere che alcuni soggetti abbiano sia una variazione genetica che protegge dal Covid, ma hanno pure contratto una precedente infezione con un virus parente. E questo li rende praticamente intangibili".

Il virologo fa un altro esempio che prende in esame la malaria, distribuita nel bacino sub tropicale. "Nel mediterraneo insiste la talassemia, che in pratica è una anemia (ridotta quantità di globuli rossi). Si è scoperto che le persone che ne soffrono si infettano meno di malaria. Questo è un caso citato espressamente dallo studio in questione. Chiamiamole alterazioni genetiche che possono proteggere dalle infezioni".

Come ci si accorge di essere resistenti al Covid?

Difficile, se non impossibile, prima del contatto diretto con la malattia, accorgersi di essere resistenti al Covid. A confermarlo, per esperienza diretta, è lo stesso Baldanti, che solo tre anni dopo si è reso conto di aver già incontrato un Coronavirus che lo ha reso praticamente impermeabile al Covid. "Ci si accorge del proprio stato di super-protetti solo nell'evidenza di non essersi contagiati - conclude - gli interessati non sanno di esserlo. Io stesso, solo ora ho scoperto che in un campione del mio sangue conservato nel congelatore da tre anni c'era una risposta T-cellulare contro il Covid. Sarà un caso, ma non ho avuto mai un tampone positivo". Quanti sono i super-protetti, ossia le persone che hanno varianti genetiche che consentono loro di resistere maggiormente al virus? Secondo una stima poco meno del 10%.




L'importante studio sulla pandemia è stato condotto dai ricercatori del National Centre of Disease Control e dall'Institute of Genomics and Integrative Biology (India)
Covid, la variante Delta e la sfida dell'immunità di gregge

Maria Girardi
29 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/salute/c ... 1635496169

Il grave focolaio di Covid a Delhi nel 2021 ha dimostrato non solo che la variante Delta è estremamente trasmissibile, ma che è altresì in grado di infettare individui già venuti in precedenza a contatto con un'altra variante. A questa conclusione è giunto uno studio condotto dai ricercatori del National Centre of Disease Control e dal CSIR Institute of Genomics and Integrative Biology (India) e pubblicato su "Science".

I dati dell'Indian Council of Medical Research parlano chiaro. Il virus si era diffuso ampiamente nel continente durante la prima ondata, quando risultava positivo un adulto su cinque (21%) e un adolescente su quattro (25%) di età compresa fra i 10 e i 17 anni. Le cifre erano molto più alte nelle megalopoli indiane: qui, a febbraio 2021, oltre la metà degli abitanti (56%) aveva contratto il coronavirus.

Dal momento in cui il primo caso di Covid è stato rilevato a Delhi nel marzo 2020, la città ha dovuto fare i conti con diversi focolai, a giugno, a settembre e a novembre dello stesso anno. Dopo aver raggiunto un massimo di quasi 9mila contagi giornalieri a novembre 2020, l'incidenza è diminuita in maniera costante, con poche infezioni tra dicembre 2020 e marzo 2021. La situazione si è invertita drasticamente ad aprile 2021, mese in cui si sono raggiunti i 20mila casi al giorno con conseguente aumento dei ricoveri in terapia intensiva e pressione sul sistema sanitario.

Nella ricerca in questione gli scienziati hanno studiato l'epidemia avvalendosi di dati genomici, epidemiologici e modelli matematici. Per determinare se le varianti di Covid fossero responsabili dei contagi di aprile 2021 a Delhi, il team ha sequenziato e analizzato campioni virali della città riferiti al precedente focolaio del novembre 2020 fino a giugno 2021. Si è scoperto che i focolai del 2020 non erano correlati a nessuna variante preoccupante. La variante Alpha è stata identificata solo in maniera occasionale e principalmente nei viaggiatori stranieri fino a gennaio 2021. La stessa variante è aumentata a Delhi di circa il 40% (marzo 2021) prima di essere sostituita da un rapido incremento della variante Delta (aprile 2021).

Applicando la modellizzazione matematica ai dati epidemiologici e genomici, gli studiosi hanno scoperto che la variante Delta era fra il 30-70% più trasmissibile rispetto ai precedenti lignaggi del Covid a Delhi. Inoltre la stessa variante era in grado di infettare persone che in precedenza erano già entrate in contatto con il virus. Per cercare prove effettive di reinfezione gli scienziati hanno esaminato una coorte di soggetti reclutati dal Consiglio della ricerca scientifica e industriale indiano. A febbraio il 42,1% dei partecipanti non vaccinati era risultato positivo agli anticorpi contro il coronavirus. A giugno il numero corrispondente era dell'88,5%. Ciò suggeriva tassi di infezione molto elevati durante la seconda ondata.

Tra i 91 individui con precedente infezione (prima dell'avvento della variante Delta), circa un quarto (27,5%) ha mostrato un aumento dei livelli anticorpali e quindi un'evidente reinfezione. Quando i ricercatori hanno sequenziato tutti i campioni di casi di vaccinazione in un singolo centro durante il periodo dell'indagine, hanno scoperto che tra le 24 infezioni segnalate, la variante Delta aveva sette volte più probabilità di contagiare nonostante il vaccino. Secondo gli scienziati il concetto di immunità di gregge è fondamentale per porre fine alle epidemie. Tuttavia la situazione a Delhi mostra che l'infezione con precedenti varianti di Covid sarà insufficiente per raggiungere l'immunità di gregge contro la variante Delta.

«L'unico modo per porre fine o prevenire le epidemie di Delta - ha concluso il professor Ravi Gupta del Cambridge Institute of Therapeutic Immunology and Infectious Disease -è l'uso di richiami vaccinali che aumentano i livelli di anticorpi in maniera tale da superare la capacità della variante di eludere la neutralizzazione anticorpale».
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Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » ven ott 22, 2021 9:17 pm

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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » ven ott 22, 2021 9:17 pm

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Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » sab ott 23, 2021 8:17 pm

Se in Austria si supereranno i 600 letti di terapia intensiva chi non è vaccinato dovrà restare a casa. La decisione è stata presa in videoconferenza
"Solo i non vaccinati in lockdown": la decisione che fa discutere
Valentina Dardari
23 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/so ... 1634996782

L’Austria è pronta a mettere in lockdown i soggetti non vaccinati. Questo è quanto emerso da una riunione in videoconferenza tenuta dal governo nella tarda serata di ieri, venerdì 22 ottobre. Durante il confronto sarebbe stata fissata la soglia del 30% di occupazione dei posti di terapia intensiva, circa 600 letti, oltre la quale scatterebbe il lockdown per le persone non vaccinate. In poche parole, se la situazione peggiorerà i No-vax saranno obbligati a non uscire dalle quattro mura domestiche. "Stiamo per imbatterci nella pandemia di chi non è protetto", ha avvertito il cancelliere Alexander Schallenberg, sottolineando che non ci sarà invece nessun lockdown per chi si è vaccinato e per chi è guarito dal Covid. Schallenberg ha poi espresso l'auspicio che questa possibilità mandi un segnale chiaro a coloro che sono ancora"esitanti e ritardatari".


Per chi scatterà il lockdown in Austria

Per il momento in Austria i posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva sono 224. Se dovessero aumentare, arrivando a quota 600, si arriverebbe alla fase 5 del piano del governo, che prevede restrizioni anche massicce ai movimenti per i non vaccinati. Il ministro della Sanità Wolfgang Mueckstein ha chiarito che per adesso l’Austria è ancora nella fase 1, asserendo che "stiamo parlando del futuro". Schallenberg si è rivolto ieri alla popolazione: “La pandemia non è ancora alle nostre spalle, e stiamo per imbatterci in una pandemia di non vaccinati. La maggior parte dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinata contro il Covid-19: deve essere chiaro a queste persone che hanno una grande responsabilità. Abbiamo troppi procrastinatori ed esitanti, troppi che non sono riusciti a farsi vaccinare. Vaccinatevi”. Il cancelliere ha quindi illustrato le possibili nuove restrizioni in caso di peggioramento della situazione nelle terapie intensive.

Il governo austriaco, che è composto dai Popolari e Verdi, anche su proposta del ministro della Salute, Wolfgang Mueckstein, ha aggiunto due livelli di allerta con le rispettive misure: il quarto e il quinto. Nell’ultima settimana in Austria vi è stato un notevole incremento di contagi da Covid-19: 20.408 nuovi casi in una settimana, dove la media a 7 giorni ha raggiunto quota 228.5 contagi per 100mila abitanti, contro i 152,5 della settimana precedente. Nel caso in cui il numero dei pazienti in terapia intensiva dovesse raggiungere quota 600, ovvero il livello 5, il 30% dei letti disponibili sul territorio austriaco, scatterà subito il lockdown che riguarderà solo i soggetti non ancora vaccinati.


Simile al Green pass italiano

Intanto, per accedere al posto di lavoro, dal primo novembre entrerà in vigore la “regola 3G”, praticamente una specie di Green pass italiano, che significa 'geimpft' (vaccinati), 'genesen' (guariti da sei mesi) o getestet (testati). Al momento l’Austria è al livello 1, con 224 pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva. Il livello 3 scatterà se ci saranno 400 pazienti Covid in terapia intensiva: sarà valida solo la 'regola 2.5G' perché ammetterà vaccinati, guariti e persone solo che avranno effettuato un tampone molecolare (Pcr). I test rapidi non saranno più validi.

Con la presenza di 500 pazienti in rianimazione si passerà al livello 4 dove, per accedere al posto di lavoro, al ristorante, nelle strutture alloggiative, partecipare agli eventi e sottoporsi a visite mediche, non sarà più valido alcun tipo di tampone ed entrerà in vigore la 'regola 2G', che consentirà l'accesso solo alle persone vaccinate e a coloro che sono guariti. Qualora la situazione dovesse peggiorare, arrivando ad avere 600 posti letto occupati di terapia, il 30%, scatterà il 'livello 5': si tornerà al lockdown, ma solo per persone non vaccinate. Quindi, come ha spiegato il governo, per questa categoria di persone le uscite potranno essere ammesse solo per motivi di lavoro o necessità quotidiane. In Austria solo il 65,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e il 62,2% ha terminato l’intero iter vaccinale.



In Germania sale l'incidenza settimanale dei casi, mai così alta da maggio
Il Covid torna a correre in Europa: la Bulgaria manda i malati all'estero e in Romania torna il coprifuoco
Domenica 24 Ottobre 2021

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 77949.html

La pandemia in Europa torna a farsi sentire. Sono diversi i Paesi di nuovo sotto pressione, con il virus che cresce. La Bulgaria ha annunciato di essere sul punto di dover inviare all'estero i malati di Covid-19, con il sistema ospedaliero al collasso dopo una quarta ondata. La vicina Romania aumenta intanto le restrizioni. «La nostra capacità in termini di personale sanitario e ventilatori è quasi esaurita, dovremo cercare aiuto all'estero», ha detto il ministro della Salute bulgaro Stoycho Katsarov sul canale Nova TV, «se la curva delle contaminazioni non si ridurrà entro 10-15 giorni». E in Germania sale l'incidenza dei casi.

Europa, il virus torna a correre

Torna il coprifuoco notturno in Romania, alle prese con una nuova drammatica fase della pandemia che fa segnare continui record giornalieri in termini di contagi e decessi. Stando ai media regionali, il coprifuoco e nuove severe misure restrittive, con pass vaccinali per gran parte degli spazi pubblici, scatteranno da lunedì. Da settimane in Romania si registrano quotidianamente bilanci fra i 15 mila e i 20 mila nuovi contagi, con centinaia di decessi, anche fino a 500. Il sistema sanitario è al collasso, e le terapie intensive sature, con decine di pazienti che vengono inviati in ospedali all'estero, in particolare nella vicina Ungheria.

Mosca entra in lockdown “leggero” per i contagi Covid: chiudono bar, ristoranti, negozi, stadi e scuole

Molto a rilento la campagna vaccinale, con la Romania che, insieme alla Bulgaria, è agli ultimi posti nella Ue per percentuale di popolazione immunizzata, finora intorno al 30%. La pandemia è in sensibile ripresa anche negli altri Paesi dei Balcani, in particolare in Serbia, dove va ugualmente a rilento la campagna vaccinale - solo il 53% circa ha ottenuto finora le due dosi. Il bilancio delle ultime 24 ore in Serbia è stato di 6.748 casi e 60 morti, in Croazia di 3.585 contagi e 25 decessi, in Slovenia di 2.270 casi e otto morti. In quest'ultimo Paese si è registrato il numero più alti di casi in sol giorno degli ultimi 10 mesi. La situazione epidemiologica resta molto critica anche in Bulgaria, Montenegro e Bosnia-Erzegovina, tutti Paesi con percentuali basse di immunizzati.

Covid Gran Bretagna, picco di morti e spunta una nuova mutazione del virus

Germania - L'incidenza settimanale dei casi di coronavirus in Germania ogni 100mila abitanti questa domenica ha raggiunto i 106,3 casi. È la prima volta, dalla metà di maggio, che viene superata la quota dei casi. Il Robert Koch Institute, l'agenzia ufficiale preposta al controllo della pandemia, ha verificato nelle ultime 24 ore 13.732 nuovi casi e altri 23 decessi in tutto il Paese, per un totale di 4,46 milioni di contagi e 95.100 decessi dall'inizio della pandemia. Nelle ultime ore è stato inoltre annunciato che la Germania ha aggiunto Croazia e Bulgaria all'elenco dei Paesi ad alto rischio, istituendo cinque giorni di quarantena per i passeggeri non vaccinati o guariti dalla malattia provenienti da questi Paesi. Croazia e Bulgaria si aggiungono ad altri tre stati membri dell'Unione Europea (Romania, Lituania e Slovenia) che erano già in questo elenco, che comprende in tutto 70 Paesi.

La pandemia sta registrando un rimbalzo nei Paesi dell'Europa centrale, così come in Russia, a causa dell'arrivo dell'inverno e del rallentamento del processo di vaccinazione (in Germania la percentuale di persone che hanno ricevuto il programma completo è del 66 per cento). Tuttavia, il governo tedesco si aggrappa al numero relativamente basso di ricoverati per evitare di imporre nuove misure restrittive. Negli ultimi sette giorni il tasso di ricoveri ogni 100mila persone è stato di 2,68.

Gran Bretagna - Il governo del Regno Unito si starebbe preparando a una nuova stretta contro il Covid-19 in vista dell'inverno e non esclude neanche l'ipotesi di varare l'obbligo di pass vaccinale: è quanto scrive l'Observer, il domenicale del Guardian, che parla di «nuovi dati» allarmanti che spianano la strada a un Piano B, dopo la fine delle restrizioni in luglio e la recente, vertiginosa impennata dei contagi (e anche dei decessi). Il giornale afferma che la Uk Health Security Agency (Ukhsa) sta consultando le amministrazioni locali per tastare loro il polso sulla possibilità di una «immediata implementazione del piano per l'inverno» per far fronte alla crescente pressione sull'Nhs, il servizio sanitario pubblico. Si teme in particolare la concomitanza della variante Delta e sottovarianti del coronavirus e altre malattie respiratorie, come l'influenza e il Virus respiratorio sinciziale (Rsv), che può avere conseguenze anche gravi per bambini e persone anziane. Finora il governo di Boris Johnson - che negli ultimi giorni sta invitando la popolazione ad assumere la terza dose di vaccino - è stato restio ad applicare nuove regole, malgrado il parere degli esperti e le difficoltà del servizio sanitario. Soprattutto non piace a Whitehall l'imposizione di passaporti vaccinali per accedere a locali affollati e grandi raduni al chiuso e delle mascherine in alcune situazioni.

Ucraina - Venerdì scorso il Paese ha registrato un record di nuove infezioni e decessi, per il secondo giorno consecutivo, spingendo la capitale, Kiev, a reintrodurre rigide restrizioni. Secondo i dati del governo, nelle ultime 24 ore sono stati identificati 23.785 nuovi casi e 614 persone sono morte nell'ex repubblica sovietica, il cui sistema sanitario è gravemente carente di risorse. «La situazione è molto preoccupante», ha reagito venerdì sera il direttore del Comitato per la sicurezza nazionale, Oleksi Danylov, secondo il quale il bilancio delle vittime potrebbe salire a 1.000 al giorno.






Covid, Gran Bretagna verso l'obbligo del pass, Johnson vacilla davanti al boom di contagi e morti
Paolo Ricci Bitti
Domenica 24 Ottobre 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/covid ... 78128.html

Pandemìa, inizia a vacillare la resistenza del governo inglese alla reintroduzione di misure anticontagio che non siano quelle legate alla campagna vaccinale. Vaccino (doppia dose) che finora è stato ricevuto dal 66,6% della popolazione dell'Inghilterra, in linea con Francia e Germania, sotto Italia e Spagna. Il "rompete le righe" dell'estate, con l'eliminazione anche dell'obbligo della mascherina, "consigliata" in luoghi affollati come la metro, ha finito per causare al di là della manica lo scenario peggiore fra i grandi paesi europei: da giorni i nuovi contagiati girano attorno a quota 47mila, mentre i morti sono mediamente attorno a 150, dati abnormi rispetto a quelli, ad esempio, italiani.


Gran Bretagna verso il pass

Il premier Johnson però non ha voluto sentire ragioni e, per non compremettere la ripresa economica, già falcidiata dagli effetti post Brexit, ha evitato ogni misura precauzionale. Vade retro, Green Pass, insomma. Invece adesso l'aggravarsi pesantissimo dello scenario gli sta facendo ingranare la marcia indietro.

Il governo si starebbe infatti preparando a una nuova stretta contro il Covid-19 in vista dell'inverno e non esclude neanche l'ipotesi di varare l'obbligo di pass vaccinale: è quanto scrive l'Observer che parla di «nuovi dati» allarmanti che spianano la strada a un 'Piano B', dopo la fine delle restrizioni in luglio e la recente, vertiginosa impennata dei contagi e anche dei decessi.
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » dom ott 24, 2021 6:51 pm

???

Dati Iss: il Covid uccide anche i vaccinati: in un mese 509 decessi
Il vaccino, pur preservando in parte dalle conseguenze gravi del virus, non è scudo totale - come alcuni possono pensare - dalle ospedalizzazione o dai decessi
27 settembre 2021

https://www.lapressa.it/articoli/societ ... 09-decessi

A livello percentuale è molto più probabile morire a causa del Covid se non si è vaccinati, ma gli ultimi dati del bollettino di sorveglianza dell'Iss pubblicato due giorni fa (25 settembre) certificano come si possa morire anche dopo una doppia dose di vaccino. Non solo, a livello assoluto, negli ultimi 30 giorni tra gli ultraottantenni sono morte più persone vaccinate (364) che persone non vaccinate (338). Numeri che si spiegano, come detto, col fatto che oggi ben il 91,6% della popolazione over 80 ì vaccinata. Per essere ancor più chiari: se il 100% della popolazione fosse vaccinata ovviamente morirebbero di Covid solo persone vaccinate. Ma il punto fondamentale è rappresentato dal fatto che il vaccino, pur preservando in parte dalle conseguenze gravi del virus, non è uno scudo totale - come alcuni possono pensare - dalle ospedalizzazione o dai decessi. Insomma, ancora una volta va ripetuto: il vaccino non immunizza. Per questo è necessario mantenere sempre la regola del distanziamento e indossare la mascherina. Complessivamente, come si evince dalla tabella nell'ultimo mese in Italia sono morte 509 persone vaccinate con ciclo completo (2+16+127+364) e 877 persone non vaccinate.

La spiegazione dell'Iss
'Negli ultimi 30 giorni, si rileva come il 25% delle diagnosi di SARS-COV-2, il 36,2% delle ospedalizzazioni, il 42,7% dei ricoveri in terapia intensiva e il 47% dei decessi negli over 80 siano avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino - si legge nel report dell'Istituto superiore di Sanità -. Si evidenzia che, nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi. Per esempio, nella fascia di età 80+, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%, si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 1.207 e mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 714. Tuttavia, calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo per i non vaccinati sia circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (251,8 vs 28,9 ricoveri per 100.000 abitanti). Analizzando allo stesso modo il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over 80, si osserva che negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben undici volte più basso dei non vaccinati (1,4 vs 15,5 per 100.000 abitanti) mentre il tasso di decesso è quattordici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (119,2 vs 8,7 per 100.000 abitanti)'



Morto di Covid l'ex segretario di Stato Usa Colin Powell
'Guerriero riluttante' che scivolò sulle armi chimiche di Saddam
18 ottobre 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... e11f0.html

L'America dice addio a Colin Powell, una delle figure più influenti e controverse della politica statunitense degli ultimi decenni. Una carriera, la sua, che ha raggiunto il picco con la nomina a segretario di Stato nella prima amministrazione di George W.

Bush. Fu allora che con un intervento davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu, nel febbraio del 2003, Powell aprì di fatto la strada all'invasione dell'Iraq, agitando una fialetta contenente una polvere bianca e accusando il regime di Saddam Houssein di possedere armi chimiche. Una verità in seguito smentita dai fatti. Aveva 84 anni Powell, ed era pienamente vaccinato. Ma è stato lo stesso stroncato da alcune complicazioni legate al Covid. Il virus, spiegano i familiari, avrebbe ulteriormente abbassato le basse difese immunitarie di un paziente già affetto da un tumore e da tempo ricoverato al Walter Reed National Medical Center, conosciuto come l'ospedale dei presidenti alle porte della capitale Washington.

Da anni oramai in pensione, l'ultima uscita politica di Powell risale al gennaio scorso, quando dopo l'assalto al Congresso affermò di non riconoscersi più nel partito repubblicano, ripudiandone definitivamente i vertici considerati ostaggio di una figura come Donald Trump, contro cui aveva votato nel 2016 e nel 2020. Ma già dal 2008 la sua insofferenza verso il Grand Old Party era emersa con l'endorsement dato a Barack Obama, che definì una figura del cambiamento in grado di trasformare il Paese. Del resto anche lui con la sua vicenda professionale ed umana ha contribuito in maniera significativa al cambiamento. Con Powell infatti se ne va non solo un protagonista di 40 anni di politica estera statunitense, ma anche un simbolo del sogno americano e dell'emancipazione della comunità afroamericana.

Nato ad Harlem da genitori emigrati dalla Giamaica, cresciuto tra le difficili strade del Bronx e laureatosi all'università pubblica di New York, Powell, grazie alle sue indiscutibili doti di leadership, ha scalato la piramide sociale arrivando ai massimi vertici delle forze armate Usa e della diplomazia mondiale. E' diventato così il primo afroamericano a ricoprire i ruoli di consigliere della sicurezza nazionale con Ronald Reagan (che aiutò a negoziare con Michail Gorbaciov la fine della Guerra Fredda), di capo di stato maggiore delle forze armate Usa (dirigendo l'operazione Desert Storm nella prima Guerra del Golfo Persico) e di segretario di Stato dal 2001 al 2004. Il difficile rapporto con altri due uomini forti della presidenza di George W. Bush, due falchi come il vicepresidente Dick Cheney e il capo del Pentagono Donald Rumsfield, lo convinsero a dimettersi prima della fine del mandato.

"L'America perde un grande servitore dello Stato", gli ha reso omaggio l'ex presidente. La sua più grande eredità resta la dottrina che porta il suo nome, elaborata all'inizio degli anni '90 con la fine della Guerra Fredda e sviluppata a partire dalla prima guerra in Iraq. Una dottrina che, seppure fosse Powell soprannominato 'il guerriero riluttante', enfatizzava l'uso delle forze di terra per difendere gli interessi di sicurezza nazionale. Una linea che ha portato alle due guerre del Golfo e all'invasione dell'Afghanistan dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 e che oggi viene messa in discussione, con il presidente Joe Biden che con la fuga da Kabul ha di fatto chiuso un'era.
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » dom ott 24, 2021 7:24 pm

Un prete demente novax!

Nei vaccini il Demonio: "È il marchio della Bestia", la teoria delirante del prete no Vax e la replica di Meluzzi
20 ottobre 2021

https://corrieredellumbria.corr.it/news ... A.facebook

Un approfondimento di Zona Bianca, la trasmissione di Rete 4 condotta da Giuseppe Brindisi, sul mondo No-Vax all'interno di alcuni circoli vetero cattolici e clericali (un servizio è stato dedicato a Bergamo, dove tre sacerdoti si sono impegnati a diffondere opuscoli informativi ai propri parrocchiani), permette di fare luce su alcune ideologie quanto meno bizzarre sul siero anti Covid, che si sia contrari o meno allo stesso. Nel servizio di una inviata del programma, si vede un prete (anonimo) dire a più riprese che il vaccino è il "marchio della Bestia" di giovannea memoria, e che chiunque se lo faccia in qualche modo appartiene al Demonio, si affilia con lo stesso. Di lì è tutto un fiorire di tesi complottiste, dal 5G al fatto che l'umanità è presto destinata a diventare semi-robotica e schiava del Maligno, e che Satana ha ormai conquistato Roma. Muovendosi tra il serio e il faceto, il conduttore di Zona Bianca ha poi sentito gli ospiti in studio, ricordando anche le dure posizioni in tema di vaccini di monsignor Carlo Maria Viganò (fortemente avverso alle sedicenti élite massoniche globali) ma anche quella di Papa Francesco, che invece lo scorso gennaio ha ufficialmente invitato i fedeli al vaccino.

"Trovo tutte queste delle farneticazioni - ha replicato Gianluigi Nuzzi - è un grande frullato, sono cose che non mi affascinano né mi divertono. Credo ci sia una questione più profonda: questo Papa è contro un certo tipo di Chiesa, una Chiesa imperiale di uomini con la politica dei due forni, quelli che servono la Chiesa e un certo ambiente massonico all'interno del Vaticano. Se ci sono dei sacerdoti critici del vaccino io li rispetto, se questi sacerdoti però attribuiscono al vaccino un'opera di Satana e dicono che avremo il microchip e saremo tutti dei robot, credo che prima di fare una predica dovrebbe pensarci bene perché dice cose gravissime. Se poi domani ci scappa un ferito o un morto in questa degenerazione non ci lamentiamo: esistono cattivi maestri che riempiono i social di assurdità, in spregio all'unica regola attualmente valida, per cui il vaccino salva vite e punto".

Ospite in studio anche il professor Alessandro Meluzzi, sacerdote ortodosso, criminologo e psichiatra, che ha ampliato il tema dalla questione vaccino ("il demonio, che esiste, non ha certo bisogno di una provetta per agire") e, pur definendo monsignor Viganò "un uomo di Dio" si è espresso su un argomento di più ampio raggio. "Le élite satanico-cabalise amano giocare a dare segnali coi numeri" aveva scritto Meluzzi qualche giorno fa in un tweet, riferendosi all'installazione provvisoria della "Porta dell'Inferno" di Auguste Rodin al Quirinale, a Roma, in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Oggi, su precisa domanda di Giuseppe Brindisi, spiega: "Le élite satanico-cabaliste esistono, glielo posso dire perché ho conosciuto grandi esorcisti come padre Amorth che me lo hanno confermato. Il gioco numerologico era più che altro una provocazione". "Monsignor Viganò si occupa di una cosa molto più seria - ha aggiunto Meluzzi - e cioè di connessioni profonde fra chi attualmente governa la Chiesa cattolica e ambienti che si avvicinano molto ad ambienti satanico cabalisti, come il mondo dei Rotschild, e non è caso che Bergoglio è stato investito di essere la guida morale di una fondazione legata ai Rotschild. Oggi, singolarmente, Bergoglio ha mandato un appello ai proprietari delle grandi catene dei social supplicando, nel nome di Dio, di mettere a tacere il mondo sedicente 'complottista' nell'informazione, ciò francamente mi ha fatto orrore".
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » sab ott 30, 2021 9:05 am

Milioni di morti, collasso della sanità e dell'economia e possibile guerra civile.

Se ieri avessimo seguito i negazionisti del virus e della pandemia e avessimo tenuto tutto aperto come se si fosse trattato di una normale influenza,
se non avessimo adottato le misure di contenimento del virus e della pandemia, tra cui le chiusure generalizzate e continuate, il divieto di assembramento, le mascherine, le pulizia e il distanziamento
e
se poi avessimo continuato seguendo oggi i no vax e non ci fossero i vaccini disponibili e le vaccinazioni obbligatorie con il green pass, avremmo senza ombra di dubbio milioni di morti, il sistema sanitario sarebbe collassato assieme all'economia e con ogni probabilità vi sarebbe la guerra civile.
Sarebbero morti la maggioranza degli anziani, quasi tutti i fragili, sarebbero morti gran parte dei sanitari infermieri e medici e conduttori delle ambulanze e degli apparati medicali, sarebbero morti gran parte degli ammalati di cuore e di tumore che non avrebbero potuto avere le cure adeguate;
sarebbero morti gran parte degli infetti il cui sistema immunitario fosse stato sconfitto e avessero sviluppato forme gravi di infezione, perché non avrebbero avuto i farmaci adeguati e le cure necessarie in terapia intensiva;
sarebbero morti in tanti vecchi e giovani, ammalati di altre malattie e i sani, anche i bambini e le giovani mamme, sarebbero morti oltre ai sanitari anche molti camionisti della rete distributiva, piloti di aerei, tecnici delle manutenzioni delle linee elettriche, delle reti informatiche, molti operai e tecnici delle industrie di base e fondamentali come quelle medicali, alimentari, dei trasporti, dell'energia, delle telecomunicazioni, sarebbe stato un disastro, un collasso generale della società, una tragedia umana dalle proporzioni incalcolabili.


"Protetti per altri 10 anni". Ecco i dati sulla terza dose
Alessandro Ferro
9 novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1636452447


Estensione del green pass ma soprattutto terza dose a tutta la popolazione per prolungare la memoria immunitaria contro il Covid-19 per almeno altri 5-10 anni (che non è poco): è questo il pensiero di Sergio Abrignani, immunologo del Comitato tecnico scientifico, che ha spiegato al Corriere della Sera come funziona il nostro sistema immunitario e perché il certificato verde va prolungato.

La protezione con la terza dose

Gli scettici che ironicamente affermano che dopo la terza ci sarà una quarta, quinta, sesta dose (come se poi fosse un problema) potrebbero presto ricredersi: i vaccini booster (rinforzi) che stanno già ricevendo i più fragili, gli operatori sanitari e gli over 60 nel nostro Paese potrebbero anche essere gli ultimi per un periodo di tempo molto prolungato perché "garantisce l’innesco di una memoria immunologica più duratura e quindi una copertura più completa. Unito a mascherina e rispetto del distanziamento mitiga di molto il rischio pur non annullandolo", ha affermato Abrignani. Ma di quanto tempo si parla? Come anticipato, la memoria immunitaria potrebbe "vivere" molto più a lungo di adesso che i nostri anticorpi tendono a ridursi a partire da sei mesi dopo la vaccinazione completa.

Ecco perché è necessaria

"Nel mondo della vaccinologia la terza dose distanziata dalle prime due, per persone che non hanno mai visto un certo microrganismo, è la normalità. Il nostro sistema immunitario come in questo caso, può aver bisogno di questa stimolazione per innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni", sottolinea l'immunologo al Corriere. Insomma, ecco spiegato anche perché l'Ema abbia già deciso, come ci siamo appena occupati al Giornale.it, di estendere la terza dose a tutta la popolazione europea dal 2022 senza distinsione di fasce d'età o soggetti a rischio. Ovviamente, con la terza dose ci sarebbe anche l'estensione del green pass, fondamentale per contenere la pandemia perché "mitiga il rischio che una persona infetta entri a contatto con un sano, vaccinato o non vaccinato che sia".
"Sarà la dose definitiva"

Da 5-10 anni a per sempre: è il pensiero di Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, che durante la trasmissione "Non Stop News" su Rtl102.5, ha affermato che "la terza dose ci garantirà probabilmente un'immunità che non è detto che arrivi solo all'anno prossimo, qualcuno pensa potrebbe durare anni, potrebbe essere la terza dose definitiva, ma vediamo cosa succederà in futuro". Il concetto è chiaro: il richiamo vaccinale lo faremo tutti, adesso però spazio a persone anziane e più fragili "che devono farlo nei prossimi due mesi".

Cosa succede con il green pass

Il certificato verde, anche per chi non si è vaccinato ma si tampona ogni 48 ore, è lo strumento più utile che ci sia per tenere a bada il virus e bloccare sul nascere eventuali cluster epidemici: non ci fosse stato, avremmo fatto la fine di tante nazioni europee dove il contagio è ripartito ed è in atto una quarta ondata (cosa che in Italia, invece, non c'è). "È necessario mostrarlo sempre. Si potrebbe fare qualcosa di più però sul rigore con cui viene controllato", spiega il membro del Cts. Chi si vaccina adesso, intanto, avrà il lascia passare rinnovato per un altro anno: come ci siamo occupati sul nostro Giornale, proprio ieri l'assessore del Lazio D'Amato ha anche proposto un "cartellino giallo" per avvisare i cittadini trascorsi i sei mesi dalle due dosi.

Perché i no vax sono ingiustificabili

Oltre a mettere a repentaglio la loro salute, consentono alla variante Delta del Covid-19 di circolare indisturbata attaccando anche persone che sono vaccinate: ecco perché bisognerebbe comprendere che l'immunità di gregge non sarà raggiunta fin quando non si vaccineranno altri milioni di persone, l'84,5% non basta più. Perché, però, dopo due anni dall'inizio della pandemia c'è ancora tutto questo scetticismo sui vaccini anti-Covid? "Lasciamo perdere. Hanno certezze paranoiche. Le storie sul microchip che ci verrebbe inoculato con i vaccini a mRNA o dei metalli contenuti fra le sostanze inoculate o sulla morte del 10% dei vaccinati sono sciocchezze tali che non sono neanche da discutere", afferma amaro Abrignani, che aggiunge come si tratti di persone "bloccate da grandi paure, per questo esitano, vanno comprese e aiutate". Come dargli torto: ormai il vaccino viene fatto da quasi un anno, evidenze e sicurezze sono aumentate e le paure dei no vax non si basano su nessuna base scientifica, anzi, "è irrazionale e rischia di fargli molto male. A 60 anni l’infezione da Sars-CoV-2 può portare alla morte nel 3-4% dei casi".

Il vaccino ai più piccoli

No vax a parte, la vera popolazione che non ha colpe per la trasmissione del virus è la fascia d'età 5-12 anni per la quale il vaccino anti-Covid non è ancora stato approvato (dovrebbe esserlo entro dicembre). Immunizzata anche quella fetta di popolazione, dovremmo vedere una riduzione della circolazione virale nelle scuole così come nelle famiglie: un quarto dei contagi, infatti, riguarda i ragazzi al di sotto dei 20 anni. "Spero che il vaccino per l’infanzia sia disponibile prima possibile. È indispensabile togliere al virus la libertà di circolare tra i piccoli che, pur non ammalandosi se non in forma lieve, sono un veicolo di trasmissione", conclude l'esperto.



La ricerca pubblicata su Nature: alcune persone, esposte al virus, non risultano positivi
Covid, scoperta "l'infezione abortiva": così rende immuni
Giuseppe De Lorenzo
11 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/salute/c ... 88496.html

Quanti di voi hanno conosciuto almeno una persona così fortunata da non essere risultata positiva al coronavirus, nonostante i suoi familiari, a volte conviventi, avessero contratto l’infezione? Tanti. Fino ad oggi la si considerava una sorta di miracolo, ma - ovviamente - una spiegazione scientifica c'è. Ne sono convinti alcuni ricercatori che hanno pubblicato ieri un dettagliato studio su Nature che indaga l’esistenza di una “immunità abortiva”, ovvero la capacità che avrebbero alcune persone di “riconoscere” l’infezione da Sars-CoV-2 e eliminarla prima ancora che un test molecolare possa rivelare la positività. Il virus entra nel corpo, ma viene subito “abortito” dall’organismo grazie alla risposta immunitaria sviluppata grazie alle cellule T.

“Quello che non sapevamo è se questi individui sono davvero riusciti a evitare il virus o se lo hanno eliminato naturalmente il prima che fosse rilevabile”, ha spiegato Leo Swadling, l’immunologo dell’University College di Londra e primo firmatario dello studio. “Gli individui con potenziale esposizione a Sars-CoV-2”, si legge nella ricerca, “non sviluppano necessariamente la positività a un tampone o quella anticorpale, suggerendo l’ipotesi che possano eliminare l’infezione prima della sieroconversione”. A influire in questo processo sarebbero le cellule T di memoria, in alcune persone ereditate da precedenti infezioni da coronavirus (normali raffreddori), dunque già presenti nell’organismo prima della pandemia, e diventate fondamentali per “supportare un rapido controllo virale”. Interrompendo così l’infezione.

Lo studio ha preso in considerazione operatori sanitari nella prima ondata di Covid nel Regno Unito, ovvero persone particolarmente esposte al virus. Come mai, nonostante la persistente vicinanza col morbo, molti di loro non solo non si sono ammalati, ma non hanno neppure sviluppato la positività? La risposta sarebbe proprio nelle cellule T, già sviluppate in precedenza, capaci di riconosce il coronavirus e di produrre una risposta anticorpale in grado di “abortire” il virus, indipendentemente dalle varianti sviluppatesi. Gli esami del sangue hanno rilevato in questi soggetti una dose elevata di cellule T, più di quante ne mostrassero in campioni di sangue raccolti prima della pandemia e più di quante ne avessero persone mai esposte al virus. Da qui, l'ipotesi che avessero conservato cellule T di memoria. “L'esposizione al raffreddore comune - ha spiegato Swadling - potrebbe aver dato a questi individui un vantaggio contro il virus, facendo pendere la bilancia a favore del loro sistema immunitario che ha eliminato il virus prima che iniziasse a replicarsi”.

Lo studio ha anche un’altra valenza sul fronte vaccini. Mentre per oggi si è lavorato sulla risposta anticorpale contro la proteina spike, questa scoperta potrebbe spingere le case farmaceutiche a indagare la possibilità di puntare ad un’altra “regione” del virus, ovvero le proteine utilizzate per replicarsi. Un modo per ovviare a quella che, ad oggi, è l’unica piccola nota stonata dei sieri prodotti da Pfizer, Moderna e Astrazeneca: il loro perdere di efficacia durante i mesi.
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » mer nov 17, 2021 7:12 am

Coronavirus Veneto, Zaia: ''È diventata la pandemia dei non vaccinati''
Giovanni Stefani
12 nov 2021

https://www.rainews.it/tgr/veneto/artic ... 8a0b8.html

"È la pandemia dei non vaccinati", dice il presidente della regione Veneto Luca Zaia commentando i nuovi dati del bollettino sanitario. L'80 per cento dei ricoverati in terapia intensiva, e sono 60 persone, non ha fatto nemmeno una dose di vaccino anti-covid, e la stragrande maggioranza dei nuovi contagi, oggi 1125, riguarda persone non vaccinate. Molto colpite, in particolare, le donne fra i 25 e i 50 anni, informa la Regione.

Il bollettino delle ultime 24 ore
Le due nuove vittime portano il bilancio di questa tragedia a 11.872 morti in un anno e mezzo. Forte crescita degli attualmente positivi: oggi sono 15.461 ovvero 589 più di venerdì. Aumentano ancora i ricoveri in ospedale: altri 14 pazienti, ora sono 299, più in 60 in rianimazione; 15 le persone dimesse, 534 quelle negativizzate.

Nuovi focolai in regione
Dalle varie province spuntano nuovi focolai. Contagiati 13 ragazzi di una squadra di calcio di Follina, nel Trevigiano. Numeri raddoppiati nella Pedemontana di Vicenza. Buone notizie, invece, dalla casa di riposo di Conselve, nel Padovano: 63 anziani si sono negativizzati e grazie al vaccino il Covid questa volta è passato senza altri lutti.

La campagna vaccinale
Quasi 15 mila le dosi somministrate nelle ultime 24 ore: 1300 le prime dosi, 4800 i richiami, 8800 le terze dosi addizionali. La copertura della popolazione vaccinabile, sopra i 12 anni, sale così all'82,5 per cento, con punte superiori al 90 per cento nelle fasce d'età sopra ai 70 anni.

Covid-19: i dati del Veneto delle ore 8 di sabato 13 novembre 2021. Il confronto è con le 24 ore precedenti. La grafica è a cura di Massimo Serena
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » mer nov 17, 2021 7:48 pm


Studio Iss: con oltre il 90% di immunizzati, bimbi inclusi, ritorno alla vita pre-pandemia

"Grazie ai vaccini evitati 12mila morti"
Maria Sorbi
17 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1637130667

Se possiamo sederci nei locali e ordinare da bere, se possiamo fare corsi di gruppo in palestra, se possiamo andare a vedere una mostra, è solo grazie ai vaccini. Senza i quali non saremmo ancora tornati a una vita normale.

Ma soprattutto Pfizer e gli altri hanno un merito: hanno risparmiato 12.100 morti, evitati in sei mesi, dall'inizio della campagna vaccinale a fine dicembre 2020 al giugno 2021. È la stima contenuta in uno studio, ancora in fase di pre-pubblicazione, condotto da Iss e ministero della Salute e firmato, tra gli altri, dal presidente Iss Silvio Brusaferro, il direttore generale della Prevenzione del ministero Gianni Rezza e dal ricercatore dell'Istituto Kessler Stefano Merler. Grazie a un algoritmo è stato misurato l'impatto del programma di vaccinazione in Italia fin dalla prima dose (somministrata il 27 dicembre dello scorso anno).

«Stimiamo - si legge nell'abstract dello studio - che entro il 30 giugno 2021 il programma di vaccinazione COVID-19 abbia consentito la ripresa di circa la metà dei contatti sociali registrati in epoca pre-pandemia. In assenza di vaccinazione, solo un terzo circa di questi contatti si sarebbe potuto riprendere per mantenere lo stesso numero di casi», con però un drammatico «costo aggiuntivo» di 12mila vittime in più.

Gli scienziati hanno inoltre rilevato che di fatto i vaccini hanno annullato l'impatto della variante delta in Italia. «L'effetto negativo - spiegano - della diffusione della variante Delta a luglio è stato interamente compensato dalla vaccinazione nei mesi di luglio e agosto 2021».

I calcoli permettono di sbilanciarsi in una proiezione: un completo ritorno alla vita pre-pandemia potrebbe essere raggiunto in sicurezza «solo se oltre il 90% della popolazione, compresi i bambini dai 5 anni in poi, sarà vaccinato utilizzando vaccini a mRNA». In ogni caso, «l'aumento della copertura vaccinale consentirà ulteriori margini di riapertura sociale anche in assenza di un vaccino pediatrico».

Un'analisi dei decessi (e dei decessi evitati grazie ai vaccini) è stata fatta anche da Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo «Picone» del Cnr. «C'è una serie di concause che porta all'ultima incidenza di diffusione del virus ma, sebbene la bassa diffusione dei vaccini non sia l'unica causa per l'incremento di diffusione del virus, quello che invece si vede molto chiaramente è che, con la diffusione dei vaccini, crolla l'incidenza di mortalità giornaliera». La curva dei decessi dei primi 12 giorni di novembre rispetto al numero di casi (5mila) a livello nazionale, «fa registrare decessi giornalieri di dieci volte più bassi rispetto allo stesso periodo del 2020».
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Re: Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 9:27 am

Green pass, dai tamponi rapidi il 50% di falsi negativi. Ecco perché non sono affidabili
I limiti del test
Non riescono infatti a vedere il virus se non quando è presente in quantità massicce

18 novembre 2021
Detto e contraddetto: la battaglia dei tamponi

https://www.ilsole24ore.com/art/green-p ... 1637514233

Si sta rivelando uno dei fronti più scoperti della lotta alla pandemia. I test antigenici rapidi sono da tempo additati come un anello debole nella catena delle contromisure per arginare la circolazione del virus SARS-CoV-2. Non riescono infatti a vedere il virus se non quando è presente in quantità massicce, con il risultato che in 1 caso su 2 il risultato che danno è un falso negativo.

«Sono test con una sensibilità estremamente bassa, tanto che i casi positivi sono attualmente rilevati dallo 0,2% dei test rapidi e dal 6% dei molecolari. Inoltre abbiamo oltre il 50% di falsi negativi», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca.

La sfasatura temporale

Uno dei motivi per cui ci sono tanti falsi negativi è che «quando un soggetto si infetta, l’infezione si palesa al test dopo 48 ore, mentre sappiamo che l’infezione deve prendere piede e che il virus ha bisogno di tempo per replicarsi. Per questo - dice l’esperto - non è il caso di fare il test subito dopo avere avuto un contatto».

Quando, a distanza di 48 ore dal contagio, «il virus inizia a replicarsi, dopo 48 ore diventa visibile al test molecolare, che è in grado di scattare una fotografia molto dettagliata; a confronto il test rapido fornisce un’immagine sgranata. Riesce infatti a vedere il virus solo se la carica virale è di almeno 1 milione di copie per millilitro di fluido biologico prelevato con il tampone». Questa, aggiunge, è «una grande criticità».

Indifferenziati i vaccinati e non

L’altra, secondo Broccolo, è nel fatto che «con le attuali regole per il Green pass, chi è vaccinato non viene distinto da chi ha fatto il test rapido ed entrambe le categorie si espongono agli stessi eventi, dimenticando che chi non è vaccinato ha quindi rischio maggiore di ammalarsi».
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