3) Il protocollo Szumski ???Coronavirus, lo 'strano caso' di Santa Lucia di Piave e quel protocollo di cura che non si è voluto condividere.
Eppure, dice il sindaco-medico Szumski, questo protocollo dava ottimi risultatiRoberto Silvestrin
09/06/2020
https://www.oggitreviso.it/coronavirus- ... uto-231202 SANTA LUCIA DI PIAVE - Potrebbe essere preso come un caso emblematico, quello di Santa Lucia di Piave, e questo per vari motivi. Durante i mesi più critici dell’emergenza, infatti, il sindaco-medico Riccardo Szumski ha utilizzato un protocollo di cura precoce che ha avuto riscontri più che positivi. Anche se è stato accolto con diffidenza: “Inizialmente mi è stato contestato, ma invece molti colleghi, anche primari di malattie infettive e pneumologie, lo utilizzavano in contemporanea a me. Con ottimi risultati”.
E allora perché non è stato condiviso, questo protocollo? “Non lo so proprio – dice Szumski -. Qualcuno mi ha detto perché mancavano gli studi certificati. Come se in guerra prima di usare un’arma contro il nemico dovessi aspettare l’autorizzazione di omologazione. A parte che studi di illustri virologi come Raoult a Marsiglia erano già disponibili”.
I numeri parlano chiaro, e li riferisce lo stesso primo cittadino: “Io ho zero deceduti ed un solo ospedalizzato nei 50 trattati su circa 2000 pazienti. Nel mio comune 22 positivi ufficiali ad oggi e due, purtroppo, deceduti, su 9300 abitanti”. La chiusura totale imposta dal Governo è stata quindi eccessiva? Ci si poteva comportare diversamente?
“Faccio fatica a considerarla una pandemia come ancora ce la raccontano. Con tutto il rispetto per i deceduti, i familiari e chi ha fatto la trafila ospedaliera – sostiene il sindaco -. Il lockdown poteva essere sicuramente più equilibrato e meno dannoso per la psiche delle persone e per l’economia”. A Santa Lucia le richieste di aiuto per la crisi economica dovuta al Coronavirus sono già state tantissime, e potrebbe non essere finita qui.
“E aumenteranno, perché la crisi post lockdown deve ancora arrivare e non vedo misure in grado di ridare fiducia alla gente – continua Szumski -. Il sistema di aiuti come elemosine ti fa diventare dipendente, ma non ti ridà coraggio per operare e rinnovare come attività produttive e commerciali e nemmeno come consumatore”.
Il sindaco-medico avrebbe preferito senz’altro una soluzione più soft e meno impattante sul tessuto economico, sia nazionale che locale. Secondo lui basterebbe “osservare gli atteggiamenti in altri paesi europei”, “senza che questi abbiano avuto risultati peggiori dei nostri”. “Il peggio è che adesso si dice che il merito dello spegnimento del virus è del lockdown dittatoriale usato, cosa che contesto totalmente”, conclude Szumski.
COVID19, VACCINO CINESE: “IO NON MI SOGNO DI FARLO AD UNA PERSONA SANA”di LEONARDO FACCO
30 giugno 2020
https://www.miglioverde.eu/covid19-vacc ... sona-sana/La narrazione catastrofista non perde la sua contagiosità, a differenza del Covid 19. Il terrorismo mediatico è ancora la bussola che guida la disinformazione, e non solo in Italia. Perché? Ma, soprattutto, perché persiste un silenzio tombale su quella profilassi farmacologica che ha evitato a migliaia e migliaia di persone di finire in terapia intensiva, magari intubate e poi incenerite?
Perché? Il perché… è inconcepibile!, spiega il dottor Riccardo Szumski. È inconcepibile che di fronte ad un virus che comporta reazioni gravi se non curato in tempo non si parli affatto delle cure che sono state usate, che hanno funzionato e che hanno costi popolari.
Anche nel suo comune, Santa Lucia di Piave (Tv), i contagi sono in aumento, come raccontano i media mainstream in generale, citando improbabili focolai e ondate di ritorno?
Guardi, da noi sono due mesi che non esiste un solo contagio, zero positivi. E sui focolai vorrei vedere i dati.
Ma se definisco questo virus un virus influenzale dico una sciocchezza?
Si tratta di un virus influenzale e stagionale, certo. Tra l’altro, non va dimenticato che chi contrae il Covid 19 è, essenzialmente, una persona di età identica a quella che hanno contratto i virus influenzali in passato. Detto ciò, purtroppo non ci hanno ancora fatto sapere, a proposito di mortalità, quanti effettivamente sono coloro che sono deceduti “per” o “con” coronavirus.
Senta dottore, lei – come altri medici che ho interpellato – mi ha confermato che la cura a base di cortisone, plaquenil, eparina, ecc. funziona. C’è una cosa che, però, mi meraviglia e sconforta: ma per quale motivo la comunità scientifica, i medici come lei che hanno sperimentato sul campo, l’ordine dei medici non alza la voce e mette fine a questa strategia della paura infinita? Non sarà che alla prossima influenza, ci richiudono tutti in casa?
Guardi, non mi faccia dire cose… Siamo all’assurdo, ha ragione. Lei pensi che le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) sono state attivate solamente lo scorso 3 giugno, appunto per le cure domiciliari. Purtroppo, pare che politicamente il terrorismo virale funzioni e vogliano continuare a farlo funzionare. Tra l’altro, è davvero assurdo che vi sia ancora gente che viaggia in auto da sola con tanto di mascherina indossata. Ad ogni buon conto, basti guardare a quel che succede in America: è palese che là c’è in corso una campagna elettorale e che Trump non sia il candidato gradito dell’establishment.
A proposito. Una delle scuse preferite per mantenere tutti sul filo della lama è la mancanza del vaccino. Ieri, è giunta la notizia che proprio la Cina ha avviato la sperimentazione vaccinale. Proprio la Cina?
Guardi, ormai è evidente che dietro alla questione vaccino c’è un evidente questione di business per qualcuno. Peraltro, da medico le dico che un vaccino per un virus RNA come questo lo si deve eventualmente usare solo su persone malate. Io non mi sogno neanche di fare questo vaccino ad una persona sana.
Lei continua ad essere una voce fuori dal coro. Il coro preferisce ascoltare, o proporre, i Crisanti, però.
Crisanti è un microbiologo, non certo un virologo e lui, con la famosa zona rossa di Vò Euganeo, s’è dedicato alla sua materia: il virus e i suoi comportamenti. Dopodiché, molti dei personaggi assurti alle cronache e diventati protagonisti sulle televisioni sarebbero dispiaciuti se perdessero l’esposizione mediatica che li ha resi famosi.
Francesco Benazzi rompe il silenzio e risponde via social al sindaco e medico Szumski sulla gestione della pandemiaMartedì, 14 Luglio 2020
https://www.qdpnews.it/santa-lucia-di-p ... a-pandemia “In relazione al post in cui il dottor Szumski ha espresso le sue opinioni in tema di infezione da Sar Cov sostenendo che le sue cure precoci avrebbero preservato i pazienti dall’infezione e che le stime sulla gravità dell’infezione sarebbero errate, è doveroso ricordare che, a fronte di un approccio alla pandemia molto diversa tra i vari Paesi, la Regione Veneto ha adottato un modello, che il dottor Szumski definisce con un filo di scherno “dottrina Crisanti Zaia” e che, invece, è stato riconosciuto come riferimento a livello mondiale”.
Sono queste le parole di apertura di un commento sulla pagina “politica” Facebook del medico e sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski, da parte del direttore generale dell’azienda Ulss2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, che ha voluto rompere il silenzio sull’argomento.
Il tema è il più caldo del 2020: la gestione della pandemia da Covid-19, che il primo cittadino aveva a più riprese criticato alla Regione e allo Stato, accusandoli di falsarne le stime e di portare avanti un approccio di “stato di polizia” inutile.
“Debbo lamentarmi molto che a livello superiore non si sia spesa una parola per le cure precoci (idrossiclorochina, azitrocina e cortisone soprattutto) che esperienze mondiali, indipendenti da business ed organizzazioni ipercorrotte, stanno documentando. Si è parlato solo di chiudersi in casa e di terapie intensive” si legge nell’ultimo post di Szumski, un chiaro riferimento a ciò che lui stesso in qualità di medico ha invece portato avanti con risultati incoraggianti sui suoi pazienti “sempre consenzienti e consapevoli della mia operatività coscienziosa in qualità di medico”, sottolinea in un altro post.
La critica del sindaco parte all’inizio della pandemia, quando a suo dire le modalità di intervento regionali e statali non si basavano su studi accurati del virus ma su un accavallarsi di teorie poco fondate, instillando nei cittadini un clima di terrore ingiustificato: “Sarebbe veramente ora di finirla di continuare a fare i terroristi come continuano anche le INcompetenti autorità regio/nazionali sbandierando numeri senza nessuna contestualizzazione e logica. E perché non dite che si possono curare precocemente in modo che la risposta iper infiammatoria non evolva nelle complicazioni più gravi?”.
Senza sottovalutare il problema, Szumski proponeva delle soluzioni ragionate dalla letteratura medica mondiale, ma su questo tema, ossia le cure a base di idrossiclorochina, azitromicina e cortisone che il dottor Szumski ha efficacemente somministrato ai suoi pazienti, il direttore generale Benazzi ha voluto fare alcune precisazioni, sostenendo che “Szumski sa benissimo che dopo un iniziale entusiasmo la comunità scientifica ha scoperto i limiti di questo approccio terapeutico al Covid-19. È stata inoltre evidenziata la manifesta inutilità di tale associazione nel controllo dell’infezione, dato riportato da esperienze che hanno coinvolto migliaia e migliaia di pazienti e che speriamo il dottor Szumski abbia letto. La conseguenza è stata quella che Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) ha vietato l’utilizzo di tale associazione nei pazienti non ospedalizzati”.
Una velata accusa e asserzione minacciosa al medico santaluciese quella di Benazzi, che poi conclude: “Se il dr. Szumski ha utilizzato (e utilizza) questa associazione nei suoi pazienti domiciliari è sperabile che non avvengano complicanze cardiologiche, perché ha prescritto un’associazione che è in aperto conflitto con le norme dettate dall’Agenzia Italiana del Farmaco”.
Il commento del primo cittadino, sempre sul piano social, è sarcastico: “Se non ho capito male sono stato scomunicato! Anche se a me sembra più politica”, scrive.
Quello che è certo è che l’argomento, fino alla definitiva chiusura del capitolo “pandemia” e forse oltre, rimarrà in balia di correnti di pensiero, dati scientifici ed esperienze dirette che alimenteranno il dibattito.
(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it
Ribadisco e poi chiudo ,che mentre si osanna il vaccino,nessuno su preoccupa di chi è attualmente malato di covid e potrebbe essere curato precocemente a casa se si volesse con buoni risultati.. ...dopo le 110 chiamate di ieri diciamo che nei Palazzi ci sono dei colpevoli....solo ieri 28 dicembre 2020 dai quartieri generali veneti è uscita una blanda comunicazione che forse si possono usare dei fans in fase precoce che qualcosa fanno invece della Tachipirina che è solo un antifebbre.... pensate voi...io li uso da marzo ..Riccardo Szumski
29 dicembre 2020
https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 9270115022"Covid? Idrossiclorochina e azitromicina, così curo il virus a casa"Monica Camozzi
Venerdì, 29 gennaio 2021
https://www.affaritaliani.it/coronaviru ... 19614.html170 persone visitate, curate, guarite. Solo 4 ricoveri. La casistica del dottor Riccardo Szumski, che da marzo guarisce dal Covid a Santa Lucia di Piave, provincia di Treviso, è di quelle che mettono il sorriso da una parte e lo sgomento dall’altra. “Una persona è deceduta a 90 anni, sono arrivato quando era sotto 90 di saturazione. Visito a casa e guarisco i pazienti Covid da inizio marzo. Ho usato precocemente quello che adesso è un protocollo acclarato: chiaro, all’inizio sono tentativi, poi i fatti ti danno ragione e prosegui. Del resto perché uno fa il medico? A 27 anni, alla mia prima notte nel reparto di pediatria, il primario mi ha chiesto se me la sentissi di fare il turno e mi ha raccomandato di non svegliarlo. E io non l’ho svegliato: il caso di insufficienza respiratoria che mi è capitato, l’ho risolto da solo.
Come ha fatto a capire come si curava? A marzo si brancolava nel buio
Ascoltavo una trasmissione su Antenna 3 con il professor Palù, spiegava come si manifesta il Covid. Ho capito che la proteina spike usava i recettori dell’angiotensina -un regolatore della pressione sanguigna- per fare danni alveolari. E ho dedotto che normalmente a bloccare i recettori dell’angiotensina sono farmaci a base di ace inibitori e sartani, gli stessi che si danno per l’ipertensione e per scompenso cardiaco. Mi sono messo a leggere la letteratura, ho capito che il problema non era la cattiveria del virus ma la degenerazione infiammatoria che provocava la tempesta di citochine. E cosa abbiamo sempre usato per sconfiggere le infiammazioni? Il cortisone. Certo, se lascio il paziente a casa, non lo visito, gli do una Tachipirina, ovvio che arrivi in ospedale con l’infiammazione in stato avanzato! A quel punto si scatenano complicazioni su cui è più difficile intervenire.
Ma se lo ha capito lei, come mai non lo ha capito chi ha dato disposizioni ministeriali? Come mai si suggeriva la Tachipirina?
Mi sono detto “questi non sono abituati a curare le persone, non stanno sul campo”. Quando un paziente mi chiama e vado a vederlo, lo guardo in faccia e capisco subito come sta. Tra l’altro la Tachipirina serve solo ad abbassare la febbre, che è un meccanismo di difesa dell’organismo e non aveva alcun senso. Aveva senso l’aspirina, che è anti infiammatoria, anti aggregante, riduce il potenziale di evolvere in embolia. L’azione tipica del Sars Cov 2 spiega anche come mai i bambini non siano colpiti. I piccoli hanno un sistema immunitario in evoluzione, quindi anche i recettori attraverso cui agisce la spike non sono completamente sviluppati. Infatti se i bambini non hanno altre patologie, difficilmente vengono colpiti da complicazioni.
Quindi, qual è il suo protocollo di cura?
Lo stesso del gruppo Terapia domiciliare Covid, creato dall’avvocato Erich Grimaldi. Vide la mia intervista e mi chiamò. Io sono uno dei 53 medici che hanno firmato il ricorso al Consiglio di Stato per riabilitare l’idrossiclorochina. La usiamo da 70 anni sui pazienti con l’artrite reumatoide, anche nelle patologie con aritmie cardiache. E l’ostracismo verso questo farmaco mi ha fatte venire brutti pensieri, lo confesso. Tra l’altro il professor Raoult, grande sostenitore dell’idrossiclorochina, è nato a Dakar, ha esperienza di patologie simili alla Sars, usava idrossiclorochina e azitromicina con ottimi risultati. E io anche: ho avuto un ricovero solo, tutti gli altri sono guariti. Il poker è: aspirina e idrossiclorochina subito, poi cortisone e azitromocina, a volte eparina in seconda fase per evitare che sopraggiunga l’embolia.
Quindi conferma la validità di idrossiclorochina?
Assolutamente si. Da principio avvertii i colleghi della Asl, mi risposero che idrossiclorochina non funzionava se un paziente era grave. Addirittura il direttore centrale della Asl 2 mi accusò di far correre rischi ai pazienti. Ma l’infiammazione va bloccata all’inizio, se si avvia serve ossigenazione marcata e tanta fortuna, se poi intervengono co-morbilità allora subentrano difficoltà serie. Ho guarito anche pazienti novantenni, l’importante è essere tempestivi.
Ho somministrato anche Motelukast, un farmaco che si usa per l’asma e per gli allergici, avendo lavorato in pediatria l’ho dato tante volte. Ogni organismo risponde in modo diverso. Ricordo una famiglia di 8 persone: uno era assolutamente sano, gi altri hanno reagito con modalità diverse. Il brutto della reazione infiammatoria sono le complicanze renali, cardio polmonari, neurologiche e dermatologiche che provoca, anche a distanza di tempo.
Qual è la sua opinione sui vaccini?
Sono perplesso su una cosa. Se qualcuno pensa d vaccinare 7 miliardi di persone per evitare il diffondersi di virus, stiamo andando contro la storia della microbiologia. È dimostrato come gli RNA abbiano migliaia di mutazioni, non si possono avere risposte definitive, bisognerebbe vaccinarsi ogni anno come per l’influenza. Di sicuro non farò il vaccino di Pfizer, non vi è stata sufficiente sperimentazione. Tutti i vaccini hanno effetti collaterali, è come la curva di Gauss, non esiste nulla che non dia possibili complicazioni, ma qui ci si prende il rischio di ricadere direttamente nella sperimentazione. Patologie come il tetano, che coprono i vaccini tradizionali, sono diverse. Da pediatra ho visto anche tante complicanze da morbillo, da pertosse, quindi non sono contro i vaccini, anzi, hanno funzionato bene per patologie disturbanti come queste. Ma bisogna usare il buon senso.
È d’accordo nel vaccinare ragazzi e bambini?
Ma scherziamo? Sui piccoli è assurdo. Stiamo parlando di un vaccino sperimentale che usa RNA messaggero per portare una informazione che modifica la capacità di produrre anticorpi. Per vedere come funziona ci vorrebbero almeno due anni. Per contro posso dire che dal Covid si guarisce e che questo virus ha ucciso persone a rischio, perché non sono state protette e curate.
Covid, il medico-sindaco Riccardo Szumski: “Le cure precoci funzionano”“Le cure precoci funzionano” – BGS News – Buongiorno Südtirol
Francesco Servadio
5 Febbraio 2021
https://www.buongiornosuedtirol.it/2021 ... unzionano/Medico di famiglia da oltre quarant’anni, Riccardo Szumski è inoltre sindaco di Santa Lucia di Piave, Comune di poco più di novemila abitanti, in provincia di Treviso. È balzato agli onori della cronaca nazionale quando, all’inizio della pandemia, comprese che, per sconfiggere il Covid, non ci si poteva affidare alla tachipirina. Infatti il dottor Szumski è stato uno dei primi medici italiani a sostenere l’importanza delle terapie domiciliari precoci, per il trattamento dei pazienti affetti da Covid. I risultati parlano chiaro: da marzo a oggi ha curato circa duecento persone (di cui molte a distanza), senza perderne nemmeno una. “A dire la verità mi hanno contestato un decesso”, dichiara il medico, che precisa: “Si trattava di una persona ricoverata d’urgenza in ospedale a causa di una crisi cardiaca e spirata prima che riuscissi a visitarla. A differenza dei suoi familiari, risultò positiva al tampone. In realtà, in ospedale giunse per via dell’infarto”.
Dottore, quanti pazienti ha curato esattamente?
“Per questioni di tempo non sono riuscito ad elaborare una statistica precisa. Posso però affermare di averne curati circa duecento: di questi, la maggioranza non sono miei assistiti (che ovviamente ho seguito), ma persone dei Comuni limitrofi. Ho inoltre fornito tantissimi consulti telefonici e online a malati che mi contattavano da tutta Italia”.
Partiamo dall’inizio. Cosa fece quando esplose la pandemia, nello scorso mese di marzo?
“Mi misi a studiare. Consultai la letteratura e osservai le esperienze degli altri medici, sparsi per il mondo. Mi soffermai, in particolare, sulle indicazioni del professor Raoult e sugli studi di altri scienziati, giungendo a una conclusione importante…”.
Quale?
“Un virus così aggressivo, come quello del Covid, non poteva essere analizzato soltanto limitatamente alla componente virale. Se ne deduceva che il SARS-CoV-2 causasse problemi infiammatori, che andavano perciò trattati di conseguenza. Cominciai pertanto a curare i malati con idrossiclorochina, azitromicina e cortisone. Successivamente, quando si appurò che il virus poteva scatenare trombi ed embolie, i colleghi introdussero anche l’eparina. Fortunatamente, per i miei pazienti non fu mai necessaria, poiché riuscivo a curarli a casa tempestivamente, prima che si aggravassero”.
Qual è, allora, l’approccio corretto contro il Covid?
“Diagnosticare in tempo la malattia è fondamentale. A marzo, purtroppo, i malati venivano sottoposti al tampone in forte ritardo, quando ormai versavano già in gravi condizioni. Ora la situazione è diversa, sebbene sia la clinica a fare la differenza: è proprio attraverso la clinica che il medico distingue un’influenza dal Covid. Quando la diagnosi è chiara, bisogna intervenire immediatamente, entro 72 ore dall’insorgenza dei sintomi, altrimenti si rischiano guai seri”.
Perché, ai malati Covid, non va prescritta la tachipirina?
“La tachipirina è un antipiretico, che non cura l’infiammazione. Al contrario, può ridurre il livello di glutatione, un potente antiossidante. Nei primissimi giorni della pandemia prescrissi invece l’aspirina”.
Le linee guida ufficiali suggerivano a medici e malati Covid di rimanere in “vigile attesa”, trattando i sintomi febbrili proprio con la tachipirina. Come se lo spiega?
“All’inizio credevo fossero tutti impreparati e colti alla sprovvista. Ben presto non lo ritenni accettabile. Ancora oggi c’è chi insiste applicando quei protocolli, nonostante il professor Giorgio Palù (neo-presidente di Aifa, ndr) abbia da poco dichiarato che, per un malato Covid, la tachipirina sia del tutto inutile, se non addirittura dannosa. I malati Covid vanno visitati in tempo: faccio il medico da una vita e mi reco sempre a casa dei miei pazienti. Ne visito al loro domicilio almeno 10 o 15 al giorno, non mi sono fermato nemmeno il giorno di Natale. Mascherina, gel disinfettante e via: non ho tempo di infilarmi la tuta. Poco prima di Capodanno mia moglie mi ha obbligato ad andare in ferie: il 2 gennaio, però, ero nuovamente di guardia”.
Durante la prima ondata avrà quindi avvisato le autorità sanitarie, per comunicare loro ciò che stava accadendo…
“Certo, già nello stesso mese di marzo. Il 23 di quel mese uscì una mia intervista, in cui parlavo delle terapie corrette: qualcuno lo definì il “protocollo Szumski”. In realtà io non avevo inventato un bel niente, non mi considero certamente un genio. Semplicemente desideravo rendere partecipe la popolazione dei risultati ottenuti. Purtroppo, negli ultimi mesi noi medici di “campagna” siamo stati derisi, rimproverati, quasi minacciati, in quanto non ci siamo attenuti alle direttive ufficiali, che si ostinavano a negare i risultati della nostra esperienza sul campo. Delle offese subite e delle falsità divulgate a mio danno si occuperanno i miei legali”.
Lei è stato tra i firmatari del ricorso promosso dinnanzi al Consiglio di Stato per chiedere la reintroduzione dell’idrossiclorochina, in modalità off label, per il trattamento del Covid in fase precoce. Perché?
“Fui contattato dall’avvocato Erich Grimaldi (promotore del ricorso, vinto, e creatore del gruppo Facebook #terapiadomiciliarecovid19 in ogni Regione, ndr), il quale mi mise in contatto con il professor Luigi Cavanna, il pioniere delle cure domiciliari anti-Covid, attraverso una videoconferenza organizzata dal legale stesso (il dott. Szumski è attualmente componente del Consiglio Scientifico del “Comitato per la cura domiciliare del Covid in fase precoce”, presieduto dall’avvocato Grimaldi e ha partecipato, unitamente a più di duecento medici, alla relazione dello schema terapeutico “Terapie domiciliari Covid-19”, condiviso anche dai professori Harvey Risch e Peter Andrew McCollough, ndr). Oltre al professor Cavanna e al sottoscritto, tra i firmatari c’erano anche il dottor Mangiagalli e tanti altri medici sparsi sul territorio e che avevano sperimentato con successo le cure precoci. L’idrossiclorochina è un farmaco commercializzato da settant’anni, le cui controindicazioni sono ben note. Malati di altre patologie lo assumono per periodi prolungati: a coloro i quali si ammalano di Covid-19 si prescrive solo per pochi giorni. Ho assistito con successo persone di 90 anni, pochissimi pazienti sono stati ricoverati, per brevi periodi. Se non li avessi curati tempestivamente, molti malati sarebbero finiti in ospedale o, peggio, sarebbero deceduti”.
In qualità di sindaco, come si è adoperato per i suoi concittadini, durante la pandemia?
“Ho cercato di infondere loro un po’ di speranza. Purtroppo, la narrazione della pandemia, manipolata per altri fini, si è rivelata devastante sul piano psicologico ed emotivo. Alcuni mi hanno rimproverato di non aver fermato i runners, che correvano tra i vitigni, in solitaria: stiamo scherzando? A maggio avrei voluto dare la possibilità ai parrucchieri di aprire i loro saloni, ma non mi fu concesso. In compenso, quando sono stati riaperti i parchi e qualcuno voleva impedire ai bambini di giocare all’aperto, sono riuscito a impormi. Avevo invitato la Polizia Locale ad usare il buonsenso. Mantenere il distanziamento e la mascherina, nei luoghi chiusi, è corretto. Quando però vedi gente camminare in montagna, da sola ma con la mascherina, non puoi credere ai tuoi occhi!”.
Foto, Riccardo Szumski
Tanto per fare chiarezza la terapia con idrossiclorochina ed azitrocina in pazienti clinicamente sintomatici e sospetti covid è una mia decisione terapeutica assunta autonomamente in scienza e COSCIENZA per cercare di tutelare la salute dei miei assistiti.. Che peraltro controllo a domicilio tutti i giorni.. Se a qualcuno non va bene se ne faccia una ragione o li devo mandare in massa al Ps?23 marzo 2021
https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 6213021327Szumski, il medico "indipendente" che cura il Covid a casa e adesso rischia punizioni Alvise Fontanella
2 febbraio 2021
https://www.serenissima.news/szumski-il ... punizioni/ C’è un dottore a Santa Lucia di Piave. Si chiama Riccardo Szumski, è uno storico indipendentista veneto ed è sindaco del suo paese, rieletto a ripetizione. E’ un medico come quelli di una volta, con 40 anni di mestiere, un medico di famiglia che i malati li guarda negli occhi da vicino, che si alza di notte per andare dai pazienti, che cura gratis anche i malati che non sono suoi pazienti quando si rivolgono a lui, che alza il culo e va a visitare a casa la gente, anche in tempi di Covid.
Non è un eroe, è un medico. Un bravo medico, come ammettono anche i suoi detrattori. E come medico, consiglia ai pazienti le terapie che ritiene migliori. La sua colpa si chiama idrossiclorochina. Un farmaco antinfiammatorio, che Szumski, applicando un protocollo che altri medici adottano, in Italia e all’estero (anche Donald Trump è stato curato così), prescrive ai contagiati da Covid soltanto nei primi giorni della malattia. L’antinfiammatorio frenerebbe l’espandersi del virus, riducendo la gravità degli sviluppi successivi. E’ una terapia domiciliare, ma soprattutto è una terapia.
La terapia domiciliare precoce: attaccare subito il virus
Spesso, quando una persona sospetta di avere i primi sintomi, gli viene consigliato di stare a casa, di isolarsi, e se compare la febbre di prendere farmaci tipo tachipirina, che controllano la febbre ma nulla possono contro il Covid. Il virus fa quindi il suo corso, nella grande maggioranza dei casi il paziente guarisce da solo, quelli che si aggravano vengono accolti in ospedale.
La terapia domiciliare praticata da Szumski, invece, è una terapia precoce: ai primi sintomi il paziente è a casa, ma non si limita ad attendere passivamente gli sviluppi, sperando di avere solo una forma lieve. Sta a casa ma contrasta da subito, attivamente, l’avanzata del virus.
L’esperienza dei medici sul campo: risultati positivi
Diciamolo subito: non è affatto accettato da tutta la comunità scientifica che questa terapia abbia effettivamente un impatto positivo sullo sviluppo della malattia da Covid. Ma gli ormai numerosi medici che la prescrivono, affermano che i risultati ci sono, e cioè che se nei primi giorni il contagiato sintomatico viene curato con l’idrossiclorochina, “a bassi dosaggi e per pochissimi giorni”, spiega Szumski, poi non sviluppa forme gravi, non va in ospedale, non va in terapia intensiva, non muore.
“Tra i tanti pazienti Covid che ho potuto curare sin dall’inizio – ha dichiarato il dottor Szumski – nessuno è deceduto”. Fate attenzione alle parole esatte: “sin dall’inizio”. Perché l’idrossiclorochina, ai fini Covid, può essere usata soltanto nei primi giorni della malattia, al comparire dei primi sintomi. Se il paziente si sveglia tardi, l’idrossiclorochina non si può usare.
I fulmini di Benazzi, direttore generale dell’Usl
Questo protocollo di terapia domiciliare, che Szumski segue con soddisfazione da ormai quasi un anno, discostandosi quindi da quello consigliato e applicato dalla Regione e dalla Usl della Marca, ha attirato sul medico-sindaco di Santa Lucia di Piave gli strali di Francesco Benazzi, stimato direttore generale della Usl trevigiana e medico anche lui.
Anche perché Szumski non sta zitto, benché molti gli consiglino di tacere. Lui scrive alla Regione, scrive alla Usl, va in televisione, pubblica il protocollo sperimentato con successo, chiede di discuterlo, di spiegarlo, di mettere a disposizione di tutti i medici e quindi di tutti i malati i risultati positivi della sua esperienza. Gli rispondono medici come lui, da tutta Italia. Ma dalle istituzioni trevigiane e venete, nessuno gli risponde. Perché?
“Szumski non è padre Pio – ha affermato Benazzi in una conferenza stampa – non fa miracoli, anzi la mortalità a Santa Lucia di Piave è aumentata del 33 per cento”. Titoloni sui giornali, naturalmente. Peccato che la mortalità, a Santa Lucia di Piave, sia aumentata, nel 2020 rispetto al 2019, non del 33 ma soltanto del 12 per cento, esattamente in linea con l’aumento medio della mortalità registrato in provincia di Treviso nell’anno del Covid.
La pagina del Gazzettino che riporta le accuse di Benazzi a Szumski, poi rivelatesi fondate su dati sbagliati: a Santa Lucia di Piave la mortalità nell’anno del Covid è cresciuta del 12%, esattamente come nel resto della Marca.
Benazzi ha ammesso l’errore, ma ha comunque invitato l’Ordine dei Medici a prendere provvedimenti scritti contro Szumski “per le sue posizioni sul Covid e sul vaccino“.
I dubbi di Szumski sui vaccini di nuova tecnologia
Perché Szumski, anche sul vaccino, ha le sue idee. Szumski, sia ben chiaro, non è certo un no-vax. È un medico favorevole ai vaccini, e anche all’innovazione, ma non consiglia ai propri pazienti i vaccini a tecnologia “innovativa”, come il Pfizer e il Moderna, in quanto secondo lui questa tecnologia nuova non è stata ancora adeguatamente sperimentata sul lungo termine. Ritiene più sicuri i vacini a tecnologia tradizionale, come quello Astrazeneca o gli altri che verranno. Un argomento che non ci azzardiamo certo a giudicare dal punto di vista medico.
Ma il vecchio e caro buon senso contadino non può non ritenere almeno ragionevoli i dubbi di Szumski. Non può non vedere la pressione immensa sulle aziende produttrici e sulle istituzioni mediche di controllo, la giustificata fretta globale di disporre dei vaccini. Ogni giorno si scoprono nuove manchevolezze dei diversi protocolli di sperimentazione seguiti dalle aziende, vuoi per i tempi ristretti, vuoi per limiti finanziari.
E i pochissimi mesi trascorsi tra la scoperta del virus e la produzione dei vaccini, bastano a provare che eventuali effetti a lungo termine di questi vaccini non possono ancora essere stati analizzati nella realtà, ma soltanto valutati in sede teorica. Quindi, pur con la massima fiducia nelle autorità sanitarie, non si comprende perché i ragionevoli dubbi del medico Szumski debbano venir puniti.
“Si osanna il vaccino invece di preoccuparsi dei malati”
Ma torniamo alla terapia domiciliare con l’idrossiclorochina. Ecco il pensiero di Szumski: «Mentre si osanna il vaccino, nessuno si preoccupa di chi è attualmente malato di Covid e che potrebbe essere curato precocemente a casa, se si volesse, con buoni risultati. Già da tempo, infatti, personalmente affermo che inseguire e cercare di ingabbiare un virus a suon di tamponi è inutile. Io da marzo, per i casi di Covid sintomatici, uso stabilmente la idrossiclorochina (quando necessita e non vi sono controindicazioni assolute) e i risultati sono ottimi, con alcun evento avverso registrato».
Anche i dati forniti dal direttore dalla Usl della Marca meritano una piccola analisi logica. Quando il direttore generale affermava, sulla scorta di dati errati, che a Santa Lucia di Piave la mortalità era aumentata in misura maggiore che altrove, sottintendeva che la terapia Szumski non solo non faceva miracoli, ma anzi peggiorava il risultato sanitario.
Adesso che sappiamo che quei dati erano sbagliati e la mortalità totale, a Santa Lucia di Piave, riflette esattamente la media della provincia di Treviso, possiamo dunque rovesciare il ragionamento e ritenere che la terapia applicata dal dottor Szumski abbia effetti positivi almeno pari a quelli del protocollo ufficiale seguito nella Usl della Marca.
Se non fa male, perché questa guerra?
D’altronde sentite lo stesso direttore generale Benazzi, dopo aver invocato un “richiamo scritto” dell’Ordine dei Medici contro il dottor Szumski, cosa dice dell’idrossiclorochina: “L’idrossiclorochina non fa male, ma non è efficace a livello sanitario come ne è convinto il dottor Szumski“.
Stando così le cose, visto che questa sostanza ai dosaggi usati contro il Covid non fa male, perché fare la guerra al medico che la usa, invece che ascoltarlo, e confrontare i dati che porta? In questo caso infatti, non siamo di fronte a una terapia alternativa: “Ai primi sintomi Covid – è il ragionamento del dottor Szumski – il protocollo ufficiale prevede che il paziente stia isolato e osservi gli sviluppi”. Ebbene, se oltre ad attendere e pregare, prende subito qualcosa che non gli fa male, e forse gli fa bene, cosa c’è di sbagliato?
Il buon medico è un medico libero
Noi abbiamo bisogno di medici, non di esecutori di protocolli. Vogliamo medici che siano liberi di pensare, di ragionare, di consigliare, di esprimere dubbi. Medici liberi che, anche quando seguono il protocollo ufficiale, lo fanno perché lo ritengono migliore, e non perché temono provvedimenti disciplinari. Vogliamo che i medici che seguono protocolli diversi possano confrontare i risultati delle terapie sperimentate con altri medici, alla luce del sole, e dati veri alla mano. Questo è il vero interesse pubblico.
Noi siamo grati a Szumski non perché sia un eroe, non perché sia Padre Pio. E neanche perché siamo certi che abbia ragione. Gli siamo grati perché di questi tempi, il vero miracolo è la libertà di pensiero. Non c’entra nulla con il suo essere medico, ma è quella stessa libertà di pensiero che in politica fa di Riccardo Szumski un indipendentista veneto. Auguri, dottore.
Alberto PentoCit. dall'articolo:
... “Szumski non è padre Pio – ha affermato Benazzi in una conferenza stampa – non fa miracoli, anzi la mortalità a Santa Lucia di Piave è aumentata del 33 per cento”. Titoloni sui giornali, naturalmente. Peccato che la mortalità, a Santa Lucia di Piave, sia aumentata, nel 2020 rispetto al 2019, non del 33 ma soltanto del 12 per cento, esattamente in linea con l’aumento medio della mortalità registrato in provincia di Treviso nell’anno del Covid.
La pagina del Gazzettino che riporta le accuse di Benazzi a Szumski, poi rivelatesi fondate su dati sbagliati: a Santa Lucia di Piave la mortalità nell’anno del Covid è cresciuta del 12%, esattamente come nel resto della Marca. ...
Se la mortalità del comune dove opera come medico è nella media della Marca quale beneficio avrebbe prodotto l'approccio terapico di Szumski?Covid, il Tar dà ragione a Szumski: sospeso il protocollo ministeriale, ok alla cura domiciliare precoce Alvise Fontanella
6 Marzo 2021
https://www.serenissima.news/covid-il-t ... e-precoce/ Covid, Riccardo Szumski vince la sua battaglia. Il Tar del Lazio dà ragione ai medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e sospende, con effetto immediato, le linee guida ministeriali. I medici sono ora liberi di prescrivere ai pazienti, anche prima del test, le cure che ritengono migliori, senza attenersi al protocollo ministeriale.
Il ricorso al Tar di quattro medici
A far ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute e l’Aifa sono stati quattro medici: Riccardo Szumski, Fabrizio Salvucci, Giuseppe Giorgio Stramezzi e Luca Poretti, difesi dall’avvocato Erich Grimaldi e appoggiati dal benemerito Comitato Cura Domiciliare Covid-19, di cui l’avvocato Grimaldi è presidente.
Riccardo Szumski, il ricorso al Tar del Lazio
PER APPROFONDIRE Szumski, il medico indipendente che cura il Covid a casa e rischia punizioni
La battaglia del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e del dottor Riccardo Szumski, medico da 40 anni e sindaco amato e riconfermato a Santa Lucia di Piave, nonché storico indipendentista veneto, era diretta contro il protocollo ministeriale per la cura dell’infezione da Covid-19 e in particolare contro la nota Aifa del 9 dicembre 2020 cche detta i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”.
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La nota prevede nei primi giorni di malattia che il paziente resti a casa in “vigile attesa” e la somministrazione di fans e paracetamolo o dell’eparina (solo per i pazienti allettati), dando indicazione di “non utilizzare” altri farmaci.
Il protocollo ministeriale e l’inutile “vigile attesa”
Il protocollo ministeriale, coniato sulle “linee guida” di queste prescrizioni dell’Aifa, prevedeva quindi che i pazienti che segnalavano al proprio medico sintomi compatibili con il Covid, fossero semplicemente invitati a restare a casa in isolamento, nella cosiddetta, e inutile, “vigile attesa“.
Se sviluppavano febbre, il protocollo prevedeva solo il paracetamolo, cioè la tachipirina, che contrasta la febbre ma non l’avanzata del virus nell’organismo. In seguito, se il paziente guariva da solo, bene, se si aggravava veniva accolto in ospedale.
La cura precoce con l’antinfiammatorio
Il dottor Szumski, invece, come moltissimi altri medici in tutto il mondo, applica sin dalla primavera dell’anno scorso, e con eccellenti risultati (anche l’ex presidente Donald Trump è guarito in pochi giorni con questa cura), una terapia precoce, domiciliare, a base di un farmaco comunemente in uso, un antinfiammatorio che si chiama idrossiclorochina.
Il dottor Riccardo Szumski (foto dalla sua pagina Facebook)
Il virus infatti ha una primissima fase che è di natura infiammatoria, e se viene contrastato in questa fase iniziale con un potente antinfiammatorio, ecco che l’espansione del virus nell’organismo viene frenata e vengono ridotti i sintomi e accelerata la guarigione, evitando anche l’ospedalizzazione.
Una cura da fare subito, ai primi sintomi
L’idrossiclorochina, secondo questo protocollo di cura domiciliare precoce, deve però essere assunta dal paziente subito, prima che termini la fase infiammatoria dell’infezione da Covid-19. Senza attendere il test, senza perder tempo nell’inutile “vigile attesa“.
Quattro giorni soltanto di idrossiclorochina a basso dosaggio, ma immediatamente, ai primi sintomi. Se il paziente segue il protocollo ministeriale e attende, poi l’idrossiclorochina non serve più.
Le minacce di provvedimenti disciplinari
Il dottor Riccardo Szumski riferisce che tutti i pazienti che si sono rivolti a lui in fase iniziale e che sono stati curati con questa terapia precoce, sono guariti. Nessuno è morto. Naturalmente Szumski ha tentato di presentare i risultati della terapia precoce alla Regione e alla Asl, ma ha ricevuto soltanto minacce di provvedimenti disciplinari.
Ora però il Tar ha sospeso cautelativamente il protocollo ministeriale, e i medici non devono più temere provvedimenti disciplinari. Sono liberi di prescrivere la cura che ritengono migliore per il paziente.
Il Tar: no all’attesa, è pregiudizievole per il paziente
Nell’ordinanza che sospende cautelativamente con “effetto immediato” l’efficacia delle linee guida Aifa, rinviando al 20 luglio l’udienza di merito, il Tar spiega che il ricorso “appare fondato” in relazione alla giusta richiesta dei medici “di far valere il proprio diritto/dovere di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza”, e che non può essere “compresso nell’ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi”.
L’avvocato Grimaldi: il ministero riveda le linee guida
“Anche il Tar ha compreso che lasciare i pazienti senza cure precoci a domicilio è inaccettabile – commenta l’avvocato Erich Grimaldi – ora il Ministero riveda le linee guida, cancelli l’assurda “vigile attesa” e consigli invece di contrastare attivamente l’insorgere dell’infezione, consenta ai medici di prescrivere, quando è possibile, le cure precoci a domicilio che se fossero state applicate in tutto il Paese avrebbero forse evitato decessi e ridotto sofferenze di pazienti e delle loro famiglie”.
Salvini e la “battaglia storica”…
Una piccola nota “politica” a piè di pagina. La notizia dell’ordinanza del Tar è stata accolta con soddisfazione dal segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha definito quella per la cura domiciliare precoce “una battaglia storica” della Lega.
Francamente, non ce ne eravamo accorti. Anche nel Veneto, Regione governata dalla Lega, il dottor Riccardo Szumski è stato lasciato solo a combattere la sua buona battaglia.
Szumski inascoltato da un anno
Non è stato nemmeno ascoltato quando chiedeva di poter presentare e discutere i risultati della cura precoce, contro di lui sono stati sollecitati da parte del direttore generale della Asl trevigiana, provvedimenti disciplinari dell’Ordine dei Medici.
E anche nel resto d’Italia, i medici del Comitato Cura Domiciliare sono stati zittiti, perseguitati, marginalizzati, intimoriti. E non abbiamo notizia di iniziative politiche della Lega a loro favore, e neppure di semplici dichiarazioni del segretario a difesa dei valorosi medici che si battevano, rischiando provvedimenti disciplinari, nell’esclusivo interesse dei malati.
Una telefonata di scuse a Szumski ci starebbe…
Con ciò non vogliamo addossare colpe al segretario Matteo Salvini e tantomeno al governatore Luca Zaia, che non sono medici ed è giusto si attengano alle indicazioni ufficiali delle istituzioni mediche e ai protocolli ministeriali.
Adesso, però, entrambi hanno l’occasione di rimediare: Salvini esigendo che il ministero tuttora guidato dal ministro Speranza riveda immediatamente le linee guida sbagliate, senza perseverare nell’errore come ha fatto finora, e Zaia facendole sollecitamente applicare nel Veneto.
Poi, magari, una telefonata di scuse e di apprezzamento a medici come Riccardo Szumski, ci starebbe…
«Virus che curo, ma è come gli altri. Se l’Ordine mi caccia ho pronti gli avvocati»Il sindaco di Santa Lucia di Piave e medico di base Riccardo Szumski
Silvia Madiotto
20 aprile 2021
https://corrieredelveneto.corriere.it/t ... d7cf.shtml«Contro la dittatura e il tentativo di toglierci la libertà non posso stare zitto». Parole che si sentono pronunciare dai No Vax, meno di frequente da un dottore. Eppure è un medico di base che parla: Riccardo Szumski. È anche sindaco di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, e porta la fascia indipendentista al posto del tricolore. Rifiuta di vaccinarsi e non ci pensa proprio a vaccinare la gente a domicilio come previsto dall’accordo tra i medici di medicina generale e l’azienda sanitaria; in compenso ha partecipato alla manifestazione dei No Vax domenica a Conegliano.
Lei ha lottato contro il Covid per oltre un anno, perché ora partecipa a manifestazioni negazioniste?
«Macché negazionisti. Erano senza mascherina ma eravamo all’aperto, in Germania non è obbligatoria. Se qualcuno vuole farmi la guerra io non c’entro, sono libero quanto chi la pensa diversamente da me. Ma sono stanco delle imposizioni dopo un anno di regole, contro-regole e smentite».
Eravate tutti senza mascherina. Per chi era lì il virus non esiste?
«Io curo il Covid, non sono negazionista. Visito dieci pazienti al giorno, li curo a domicilio. È un virus come tanti altri».
Non aveva paura di contagiarsi in quell’assembramento?
«La paura è la porta che apre a qualsiasi malattia, debilita l’organismo. Ha paura chi ruba. I miei messaggi sono sempre positivi e tranquillizzanti. Non accetto il terrorismo di altri e di cui stiamo già vedendo le conseguenze economiche e sociali».
La mascherina è un obbligo, c’è un Dpcm.
«Un Dpcm illegittimo, e non lo dico io che faccio il medico. La Costituzione è stata disattesa. Io analizzo i problemi, non si può solo stare zitti, troppo comodo».
Lei contesta i protocolli sanitari e ha un grande seguito alla luce di questa battaglia. Qualcuno dice che c’è sapore di campagna elettorale. La politica quanto c’entra?
«Assolutamente niente. Ho le stesse posizioni da un anno, sono altri che le hanno cambiate. Uso farmaci collaudati, non sono uno stregone. Ho sempre fatto terapie a domicilio, ho avuto anche qualche ricovero ma i pazienti sono guariti. Sono sereno e in pace con la coscienza».
Perché non farà i vaccini a domicilio come i suoi colleghi?
«Devo fare il medico e vaccinare è una forzatura, non è mio compito. Tengo aperto il mio ambulatorio, non eseguo desideri superiori di cui non sono nemmeno convinto».
Per i sanitari è obbligatorio, invece lei non l’ha fatto.
«E perché dovrei? Il vaccino non evita di diffondere il virus. Manca il presupposto».
Coi vaccini l’ospedalizzazione e i decessi sono diminuiti.
«Non sono un No-Vax, per determinate malattie dico sì se i vantaggi sono superiori ai rischi. Bisogna proteggere le persone dalle malattie letali».
Guardi che anche il Covid uccide.
«Sono più i guariti che i morti. Come tante malattie è mortale, non ci sono malattie infettive non nocive. Dipende anche dal paziente, se ha interazioni particolari. Ho esperienza, so che si poteva fare meglio con una migliore cultura nei medici di base».
Sarà segnalato all’ordine dei medici dall’Usl 2 per la partecipazione alla manifestazione, e ha anche un esposto di un cittadino.
«Male non fare paura non avere, al resto penseranno gli avvocati. Non oriento nessuno, ai miei assistiti dico di vaccinarsi se ci sono elementi di beneficio superiori al rischio, agli altri lascio la scelta».
Covid e antinfiammatori, con la cura domiciliare ricoveri al 2% e crollo del 90% dei giorni di degenzaGiuliano Aluffi
23 aprile 2021
https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... 297734628/I ricoveri ospedalieri per Covid, che nella media italiana ed europea accadono a una percentuale di malati compresa tra l'8% e il 12%, possono calare intorno al 2% con la cura domiciliare, a base di antinfiammatori, sviluppata dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Farmacologico Mario Negri, e dal professor Fredy Suter, ex primario di malattie infettive all'Ospedale di Bergamo.
Sto generale Figliuolo quando parla di vaccini e vaccinazioni ha lo stesso piglio di Cadorna quando mandava al macello i soldati durante la grande guerra...tutto cambia perché nulla cambi...
Riccardo Szumski
30 aprile 2021
https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 9316329683