Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

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Messaggioda Berto » mar mag 04, 2021 7:04 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il caso Szumski, no grazie!

Messaggioda Berto » mar mag 04, 2021 7:05 pm

7) Il caso del venetista trevigiano dottor Szumski, moderatamente minimizzatore e negazionista del covd pandemia e NOVAX altalenante, a ben osservare si inserisce pienamente nel tradizionale solco del filone vittimistico complottista che caratterizza da sempre il venetismo indipendentista, fin dalle sue origini negli 80.
Complottismo giacobino, giudaico-massonico e plutocratico, in cui talvolta confluiscono filoni minori di cristianismo antigiudaico e di social comunismo anticapitalista, sicuramente antifrancese, antinapoleonico e per certi versi antidemocratico con l'esaltazione dell'aristocrazia veneziana che era antidemocratica (causa principale della fine della Repubblica aristocratica veneta assieme al non aver mai promosso uno stato federale veneto a sovranità di tutti i veneti come la Svizzera)
e poi del filone anti risorgimentale che vede nel Plebiscito del 1866 una manipolazione complottista del Regno d'Italia e dei Savoia a danno dei veneti, teoria complottista questa presa in toto dall'indipendentismo meridionalista.


Alberto Pento

I veneti hanno sofferto molto a causa dell'Italia (si pensi al grande esodo e alla Prima guerra mondiale), hanno sofferto a causa dell'Austria e della Francia (invasione napoleonica), ma hanno sofferto sopratutto a causa dell'antidemocratismo dell'aristocratica Venezia e della mancata realizzazione di uno Stato Veneto a sovranità di tutti i veneti e questa è stata la causa storica che ha poi permesso l'invasione napoleonica, la cessione all'Austria e l'adesione dei veneti al progetto risorgimentale italiano con tutte le sue negatività per i veneti e il Veneto. Non vi è stato alcun complotto maligno da parte di altri ma principalmente vi è stata la responsabilità politica dei veneti e in primo luogo dei veneziani.

Il vittimismo complottista non porta da nessuna parte, illude, inganna e divide i veneti a danno dei veneti stessi.
Infatti in ambito veneto, del venetismo allargato che include anche il leghismo, le forze politiche che lo hanno adottato sono minoritarie, inconsistenti, inconcludenti, irresponsabili e alle ultime elezioni amministrative del 2020 non sono riuscite ad eleggere nemmeno un consigliere regionale a prova che la maggioranza dei veneti
non concorda minimamente con costoro.



Caro Szumski
io preferisco di gran lunga quest'uomo Luca Zaia e la Lega di Salvini con tutti i loro moltissimi limiti e difetti a te Riccardo Szumski e al tuo Partito dei Veneti che alle ultime elezioni regionali non ha raccolto il consenso dei veneti sufficiente nemmeno ad eleggere un consigliere regionale e che era intenzionato ad allearsi con la sinistra, che vergogna Szumski.
Caro Riccardo Szumski fatti qualche domanda in proposito.

Oggi in Consiglio regionale Luca Zaia stanco delle illazioni del PD e di chi insinua dubbi sulla gestione della pandemia
4 maggio 2021
https://www.facebook.com/ceoldo.michele ... 0646075951
“Siamo tutti pagati, voi quanto me, dai veneti per fare il nostro mestiere, giusto? Io dico: se siete così convinti, dopo questo Consiglio regionale, che ci sia qualcosa di illegale, qualcosa, comunque, che è stato gestito in maniera maldestra, che ravveda responsabilità personali, individuali del sottoscritto, dell'assessore, di qualche tecnico, metteteci la faccia una volta: andate in Procura e fate una denuncia. Almeno chiariremo una volta per tutte la verità. Noi non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo neanche nella condizione di essere trattati come dei lazzaroni o di poco di buono. Io non vengo qua né a giustificarmi e né a farmi processare, ma vengo qua a dirvi come è stata questa storia. Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni perché prendiamo decisioni. Sono decisioni codificate, comunque sancite dalla legge, perché i miei tecnici sanno che la mia parola d'ordine è sempre una, la legalità. A me quelli che giocano la schedina lunedì mattina mi fanno sorridere: non è facile gestire questa tragedia, mai avrei pensato da amministratore di trovarmi davanti a questa tragedia. Non sto facendo il patetico e neanche la vittima, vi sto dicendo lo stato d'animo che ho coltivato in questi mesi.



In centinaia da Treviso a Roma per difendere Riccardo Szumski e le terapie domiciliari
Gloria Callarelli
8 maggio 2021

https://www.trevisotoday.it/dalla-rete/ ... umski.html

Saranno almeno duecento dalla provincia di Treviso, tra sanitari, infermieri, pazienti e aderenti al Comitato Riccardo Szumski, che sabato mattina partiranno alla volta di Roma con pullman e mezzi propri per prendere parte alle 14.30 alla manifestazione del gruppo "Medici per le cure domiciliari", nato per dare sostegno al protocollo di cura antiCovid portato avanti anche dallo stesso sindaco di Santa Lucia di Piave, dottor Szumski, nel Trevigiano e che ha ridotto del 90% le ospedalizzazioni dei pazienti curati.

L'evento

Tra gli aderenti al comitato parteciperà certamente Daria Dalla Mora che ha spiegato i motivi della sua presenza all'iniziativa di Piazza del Popolo: «Ritengo doveroso partecipare come persona prima e come appartenente al comitato Pro Szumski poi, per sostenere il gruppo della medicina domicialiare che ha dato speranza e aiuto alla gente. La maggior parte delle persone che hanno contratto il virus si è trovata abbandonata dai medici di base e dalla sanità in generale mentre il dottor Riccardo Szumski, come molti altri sul territorio nazionale, da gennaio 2020 hanno cominciato a curare in coscienza. Lui, diversamente da quanto sostenuto dai virologi da tv, girava di casa in casa rischiando di per sè stesso la salute, visto che ancora non era risultato chiaro quale fosse la reale pericolosità, prestando delle cure che si sono rivelate, a guarigioni avvenute, esatte. Ma soprattutto - conclude - ritengo doveroso per la comunità e per questi medici combattere: noi chiediamo che queste terapie domiciliari vengano riconosciute. Manca la volontà o il coraggio da parte di chi ci governa di far sì che vengano approvate queste cure. Le migliaia di persone che sono state curate parlano di per sè stesse: non possono essere più ignorate». Gli organizzatori, alcuni dei quali da appartenenti alla categoria dei sanitari già a Roma nei giorni scorsi per sostenere la libertà vaccinale contro l'obbligo voluto dal Governo, hanno confermato che lo stesso dottor Szumski ha caldeggiato la partecipazione all'iniziativa perché, sottolineano, «bisogna riempire la piazza per dare un segnale forte».
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Re: Il caso Szumski, no grazie!

Messaggioda Berto » mar mag 04, 2021 7:05 pm

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Re: Il caso Szumski, no grazie!

Messaggioda Berto » mer mag 05, 2021 8:58 pm

8 ) I protocolli ufficiali per le cure domiciliari del Covid19 e sue varianti



INDICAZIONI PER IL TRATTAMENTO DOMICILIARE DEI PAZIENTI CON COVID-19
Versione 1.2 del 07/04/2021
https://www.simg.it/Coronavirus/terapia ... e_2303.pdf


Covid-19, nuova circolare del Ministero aggiorna le linee guida per le cure domiciliari
Ministero della Salute
26 aprile 2021

https://www.salute.gov.it/portale/news/ ... ro&id=5449

E’ stata diffusa il 26 aprile la nuova circolare del Ministero della Salute che aggiorna le linee guida per le cure domiciliari dei pazienti Covid dello scorso novembre (Circolare 30 novembre 2020).

Il documento, redatto da un Gruppo di Lavoro costituito da rappresentanti istituzionali, professionali e del mondo scientifico, illustra le modalità di gestione domiciliare del paziente affetto da COVID-19 da parte del Medico di medicina generale e del Pediatra di libera scelta sulla base delle conoscenze disponibili a oggi. Le linee guida si rivolgono anche ai caregiver, agli infermieri e ai pazienti stessi.

Le raccomandazioni si riferiscono alla gestione farmacologica dei casi lievi di Covid-19. In linea generale, per le persone con queste caratteristiche cliniche non è indicata alcuna terapia, al di fuori di una eventuale trattamento sintomatico di supporto.

Tra le indicazioni si introduce la valutazione sui pazienti da indirizzare nelle strutture di riferimento per il trattamento con anticorpi monoclonali, vengono date indicazioni più accurate sull'utilizzo dei cortisonici, vengono specificati gli usi inappropriati dell’eparina, vengono indicati chiaramente i farmaci da non utilizzare. Infine, nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, viene esplicitato il concetto di "vigile attesa" come sorveglianza clinica attiva, costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente.

In particolare si consiglia di:

non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope)
utilizzare un trattamento di tipo sintomatico con paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso, o altri farmaci sintomatici su giudizio clinico
non utilizzare routinariamente corticosteroidi; inoltre, un utilizzo precoce di questi farmaci si è rivelato inutile se non dannoso, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria
utilizzare eparina solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto
evitare l’uso empirico di antibiotici; il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi in cui l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica
non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti
valutare, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione.

Si segnala, inoltre, che, a oggi, non esistono evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (come vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato.

Sulla base dell’analisi della letteratura scientifica disponibile a oggi e sulla base delle caratteristiche tecniche dei saturimetri disponibili in commercio per uso extra-ospedaliero, si ritiene di considerare come valore soglia di sicurezza per un paziente Covid-19 domiciliato il 92% di saturazione dell’ossigeno.
Se la saturazione dell’ossigeno scende sotto il 92% valutare o ricovero e ossigenoterapia a casa.

Vista la costante evoluzione delle conoscenze sull’infezione, sul decorso della malattia Covid-19 e sulle possibilità terapeutiche, il documento verrà periodicamente aggiornato, al fine di rendere le indicazioni conformi alla pratica clinica internazionale, sulla base delle emergenti conoscenze scientifiche.


https://www.trovanorme.salute.gov.it/no ... serie=null



Cura domiciliare Covid, dopo l’ok del Senato cambia tutto: cosa fare e cosa no
Miriam Carraretto
12 Aprile 2021

https://quifinanza.it/info-utili/video/ ... di/479633/

A fare da apripista era stato il Piemonte. Ora, le regole potrebbero cambiare per tutti. Dopo oltre un anno di pandemia, finalmente viene messo mano al protocollo per le cure domiciliari Covid da adottare per i pazienti a casa, che potrebbe subire importanti modifiche e diventare omogeneo in tutta Italia.

Dopo mesi di discussioni, tentativi falliti e “depistaggi”, anche involontari, venerdì 9 aprile il Senato ha approvato, con 212 voti favorevoli, e solo 2 contrari e 2 astensioni, l’ordine del giorno firmato da tutti i gruppi parlamentari affinché il Governo si attivi per l’istituzione di un protocollo unico nazionale per la gestione domiciliare dei malati Covid.

Il testo, esito non scontato di un accordo fra tutte le forze politiche, successivo al ritiro delle precedenti mozioni presentate da M5s e Lega, apre la strada alle cure utilizzate da oltre un anno da centinai di medici in tutta Italia, discordanti rispetto alle linee guida dell’AIFA e del ministero della Salute, che ad oggi ancora raccomandano nei primi giorni di sintomi potenzialmente riconducibili al Coronavirus “Tachipirina e vigile attesa”.

Perché bisogna agire subito: cosa fare con i primi sintomi Covid

Da tempo noi di QuiFinanza abbiamo acceso i riflettori sulle terapie per così dire “alternative”, che per mesi sono state trascurate da moltissimi media, medici ed esperti. Ora, l’evidenza clinica ha dimostrato chiaramente che è proprio nei primissimi giorni di comparsa dei sintomi, anche molto lievi, anche senza febbre, che bisogna agire, “anticipando” in un certo senso il virus, che potrebbe rapidamente degenerare, se affrontato nel modo sbagliato.

Come da tempo evidenziato dal prof. Giuseppe Remuzzi a Bergamo (qui trovate l’approfondimento di QuiFinanza) e dalle centinaia di medici che offrono il loro supporto, in modo completamente gratuito, nel gruppo Facebook #TERAPIADOMICILIARECOVID19 in ogni Regione, bisogna da subito trattare i sintomi potenzialmente Covid, ben prima del tampone, come una qualunque altra malattia infiammatoria, e dunque prescrivendo i cosiddetti FANS, come aspirina e Aulin ad esempio, in grado di inibire l’eventuale processo infiammatorio che potrebbe scatenarsi, fino, nei casi più gravi, alla tempesta di citochine che si abbatte sul corpo portando al ricovero, e in alcuni casi anche alla morte (qui trovate tutti i benefici dell’aspirina, anche in merito al Covid).

I FANS sono da preferirsi al paracetamolo (la Tachipirina è il più famoso paracetamolo, ma ce ne sono altri), perché quest’ultimo non solo ha una bassa attività antinfiammatoria ma, secondo alcuni esperti, diminuisce le scorte di glutatione, una sostanza che agisce come antiossidante. La carenza di glutatione potrebbe portare ad un ulteriore peggioramento dei danni causati dalla risposta infiammatoria, che si verifica durante l’infezione Covid.

Lo strano caso del Piemonte

Dicevamo del Piemonte, prima Regione in Italia ad abbracciare, almeno sulla carta, il nuovo protocollo. Un caso, tuttavia, emblematico. Perché nonostante sia stata la prima ad aggiornare le cure con le nuove indicazioni, pochissimi medici di base le applicano davvero, e l’esito di questo mancato adeguamento è evidente nei numeri dei ricoveri.

Il Piemonte, infatti, si colloca al primo posto tra le Regioni per numero di ricoveri rispetto al totale dei positivi accertati. I dati dell’Agenas fissano la media nazionale al 6%, mentre il Piemonte è al 13,6, fa peggio solo la Provincia autonoma di Bolzano al 15,7.

Vero è, come ha precisato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che il Piemonte ha una popolazione tra le più anziane, ma soprattutto “ci sono ancora problemi nella medicina territoriale. I dati ci dicono che dove il protocollo per le cure domiciliari viene applicato in maniera diffusa, i ricoveri calano”. Nel capoluogo Torino, ad esempio, il protocollo stenta a decollare: difficile capirne le ragioni, visto che eviterebbe centinaia di accessi in ospedale.

Antonio Barillà, segretario regionale dello Smi, uno dei sindacati dei medici di famiglia, ha spiegato che sul protocollo per le cure domiciliari, sia per la parte che prevede l’attivazione delle Usca sia per quella che contempla l’assistenza domiciliare integrata, ci sono una serie di problemi che sono già stati segnalati alla Regione. “Problemi circa l’effettiva disponibilità e capacità di fornire tutte le prestazioni necessarie, a partire dagli esami del sangue a domicilio, le radiografie e altri accertamenti.

Le Usca, dove attive, faticano, tantissimo. 15mila richieste solo a marzo in Piemonte, eppure l’assistenza domiciliare integrata, con visite del medico e assistenza infermieristica, che vede riconoscere 75 euro al medico per ogni pratica e 27 euro per ogni visita a domicilio, latitano.

Cosa cambia per le cure anti-Covid dopo l’approvazione in Senato

Ora, l’approvazione in Senato potrebbe davvero rappresentare un cambio di rotta per migliaia di italiani che fino ad oggi si sono visti trascurare dai propri medici di base o non curati nel modo corretto, con un eccesso di ricoveri in ospedale che ha portato a un sovraccarico pesantissimo per il sistema sanitario, sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive.

L’Italia, a differenza di altri vicini europei, ha raggiunto il plateau, e la curva ha iniziato a scendere, ma ancora troppo lentamente.

La straordinaria esperienza del Comitato Cura Domiciliare Covid-19

Quella in Senato è senza dubbio una vittoria. Una battaglia vinta in primis da parte di tutti i medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 creato dall’avvocato Erich Grimaldi, che in questo anno hanno curato a casa i pazienti, dimostrando l’efficacia dello schema terapeutico e di un lavoro di squadra mai realizzatosi prima in Italia.

Grimaldi è riuscito a dare vita ad un gruppo di lavoro coordinato e composto da migliaia di professionisti con un solo obiettivo: aiutare i pazienti, curarli in modo tempestivo e adeguato, ed evitare loro il ricovero il ospedale. Tutto in modo assolutamente gratuito.

Nel suo comunicato stampa ufficiale il Comitato ha voluto esprimere un ringraziamento anche a chi, in politica, “ha dato ascolto alle nostre richieste e si è attivato ed impegnato in prima persona per raggiungere il risultato, in particolar modo il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo Lega, e il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri”.

Il prossimo passaggio è già operativo: sedersi a un tavolo per ridefinire al più presto il protocollo di cura domiciliare precoce. “Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo risultato, al netto di un anno di impegno senza sosta da parte di tutti”, ha commentato il presidente del Comitato Grimaldi, “sono sempre stato certo dell’importanza del lavoro che abbiamo svolto e continuiamo a svolgere e questo risultato ne è la conferma”.

Al tavolo di lavoro Grimaldi auspica che siederanno anche il professor Luigi Cavanna e il dottor Andrea Mangiagalli, membri del consiglio scientifico del Comitato, quali espressione delle due realtà più che mai necessarie in questa pandemia: quella ospedaliera e quella della medicina territoriale, “che hanno collaborato in maniera eccellente per dare vita allo schema terapeutico che ha guarito migliaia di persone nel nostro Paese”.


Alberto Pento
Stando ai protocolli ufficiali l'isdrossiclorochina è ancora al bando, nonostante le ordinanze del Consiglio di Stato del 12 dicembre 2020 e del Tar del Lazio del 2 marzo 2021:
" non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti "


Per Szumski invece l'idrossiclorochina va usata
IDROSSICLOROCHINA 'RIABILITATA', SZUMSKI: «LO STOP NON AVEVA SENSO»
12 dic 2020

https://www.youtube.com/watch?v=t6ZEAe1H7n8

Il Consiglio di stato ha accolto il ricorso di alcuni medici di base, riammettendo l'uso dell'idrossiclorochina come cura precoce contro il Covid. || L'idrossiclorochina potrà tornare ad essere usata nella cura dei pazienti affetti da Covid-19. A stabilirlo è stato il Consiglio di Stato, ribaltando lo stop decretato dall'Agenzia italiana del farmaco, e accogliendo così il ricorso presentato da un gruppo di medici di base. Fra questi anche il sindaco di Santa Lucia di Piave.L'idrossiclorochina è un farmaco antimalarico, normamalmente usato in ambito reumatologico, ma nella prima fase dell'epidemia era stato utilizzato anche per il trattamento dei pazienti covid. E proprio questo suo utilizzo fuori etichetta, inizialmente consentito, era stato sospeso da Aifa. L'incertezza sull'efficacia terapeutica del farmaco però, che aveva motivato il provvedimento dell'Agenzia, non è ragione sufficiente sul piano giuridico - si legge nella sentenza del Consiglio di Stato - a giustificare l'irragionevole sospensione del suo utilizzo da parte dei medici curanti.Il ricorso all'idrossiclorochina per il covid rimane comunque dibattuto all'interno della comunità scentifica, e ad ogni modo la sua efficacia appare al strettamente collegata ad una somministrazione precoce.

Covid, il Tar dà ragione a Szumski: sospeso il protocollo ministeriale, ok alla cura domiciliare precoce

Alvise Fontanella
6 Marzo 2021

https://www.serenissima.news/covid-il-t ... e-precoce/

Covid, Riccardo Szumski vince la sua battaglia. Il Tar del Lazio dà ragione ai medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e sospende, con effetto immediato, le linee guida ministeriali. I medici sono ora liberi di prescrivere ai pazienti, anche prima del test, le cure che ritengono migliori, senza attenersi al protocollo ministeriale.

Il ricorso al Tar di quattro medici

A far ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute e l’Aifa sono stati quattro medici: Riccardo Szumski, Fabrizio Salvucci, Giuseppe Giorgio Stramezzi e Luca Poretti, difesi dall’avvocato Erich Grimaldi e appoggiati dal benemerito Comitato Cura Domiciliare Covid-19, di cui l’avvocato Grimaldi è presidente.

Riccardo Szumski, il ricorso al Tar del Lazio

La battaglia del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e del dottor Riccardo Szumski, medico da 40 anni e sindaco amato e riconfermato a Santa Lucia di Piave, nonché storico indipendentista veneto, era diretta contro il protocollo ministeriale per la cura dell’infezione da Covid-19 e in particolare contro la nota Aifa del 9 dicembre 2020 cche detta i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”.

La nota prevede nei primi giorni di malattia che il paziente resti a casa in “vigile attesa” e la somministrazione di fans e paracetamolo o dell’eparina (solo per i pazienti allettati), dando indicazione di “non utilizzare” altri farmaci.

Il protocollo ministeriale e l’inutile “vigile attesa”

Il protocollo ministeriale, coniato sulle “linee guida” di queste prescrizioni dell’Aifa, prevedeva quindi che i pazienti che segnalavano al proprio medico sintomi compatibili con il Covid, fossero semplicemente invitati a restare a casa in isolamento, nella cosiddetta, e inutile, “vigile attesa“.

Se sviluppavano febbre, il protocollo prevedeva solo il paracetamolo, cioè la tachipirina, che contrasta la febbre ma non l’avanzata del virus nell’organismo. In seguito, se il paziente guariva da solo, bene, se si aggravava veniva accolto in ospedale.

La cura precoce con l’antinfiammatorio

Il dottor Szumski, invece, come moltissimi altri medici in tutto il mondo, applica sin dalla primavera dell’anno scorso, e con eccellenti risultati (anche l’ex presidente Donald Trump è guarito in pochi giorni con questa cura), una terapia precoce, domiciliare, a base di un farmaco comunemente in uso, un antinfiammatorio che si chiama idrossiclorochina.

Il dottor Riccardo Szumski (foto dalla sua pagina Facebook)

Il virus infatti ha una primissima fase che è di natura infiammatoria, e se viene contrastato in questa fase iniziale con un potente antinfiammatorio, ecco che l’espansione del virus nell’organismo viene frenata e vengono ridotti i sintomi e accelerata la guarigione, evitando anche l’ospedalizzazione.

Una cura da fare subito, ai primi sintomi

L’idrossiclorochina, secondo questo protocollo di cura domiciliare precoce, deve però essere assunta dal paziente subito, prima che termini la fase infiammatoria dell’infezione da Covid-19. Senza attendere il test, senza perder tempo nell’inutile “vigile attesa“.

Quattro giorni soltanto di idrossiclorochina a basso dosaggio, ma immediatamente, ai primi sintomi. Se il paziente segue il protocollo ministeriale e attende, poi l’idrossiclorochina non serve più.

Le minacce di provvedimenti disciplinari

Il dottor Riccardo Szumski riferisce che tutti i pazienti che si sono rivolti a lui in fase iniziale e che sono stati curati con questa terapia precoce, sono guariti. Nessuno è morto. Naturalmente Szumski ha tentato di presentare i risultati della terapia precoce alla Regione e alla Asl, ma ha ricevuto soltanto minacce di provvedimenti disciplinari.

Ora però il Tar ha sospeso cautelativamente il protocollo ministeriale, e i medici non devono più temere provvedimenti disciplinari. Sono liberi di prescrivere la cura che ritengono migliore per il paziente.

Il Tar: no all’attesa, è pregiudizievole per il paziente

Nell’ordinanza che sospende cautelativamente con “effetto immediato” l’efficacia delle linee guida Aifa, rinviando al 20 luglio l’udienza di merito, il Tar spiega che il ricorso “appare fondato” in relazione alla giusta richiesta dei medici “di far valere il proprio diritto/dovere di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza”, e che non può essere “compresso nell’ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi”.

L’avvocato Grimaldi: il ministero riveda le linee guida

“Anche il Tar ha compreso che lasciare i pazienti senza cure precoci a domicilio è inaccettabile – commenta l’avvocato Erich Grimaldi – ora il Ministero riveda le linee guida, cancelli l’assurda “vigile attesa” e consigli invece di contrastare attivamente l’insorgere dell’infezione, consenta ai medici di prescrivere, quando è possibile, le cure precoci a domicilio che se fossero state applicate in tutto il Paese avrebbero forse evitato decessi e ridotto sofferenze di pazienti e delle loro famiglie”.

Salvini e la “battaglia storica”…

Una piccola nota “politica” a piè di pagina. La notizia dell’ordinanza del Tar è stata accolta con soddisfazione dal segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha definito quella per la cura domiciliare precoce “una battaglia storica” della Lega.

Francamente, non ce ne eravamo accorti. Anche nel Veneto, Regione governata dalla Lega, il dottor Riccardo Szumski è stato lasciato solo a combattere la sua buona battaglia.

Szumski inascoltato da un anno

Non è stato nemmeno ascoltato quando chiedeva di poter presentare e discutere i risultati della cura precoce, contro di lui sono stati sollecitati da parte del direttore generale della Asl trevigiana, provvedimenti disciplinari dell’Ordine dei Medici.

E anche nel resto d’Italia, i medici del Comitato Cura Domiciliare sono stati zittiti, perseguitati, marginalizzati, intimoriti. E non abbiamo notizia di iniziative politiche della Lega a loro favore, e neppure di semplici dichiarazioni del segretario a difesa dei valorosi medici che si battevano, rischiando provvedimenti disciplinari, nell’esclusivo interesse dei malati.


Una telefonata di scuse a Szumski ci starebbe…

Con ciò non vogliamo addossare colpe al segretario Matteo Salvini e tantomeno al governatore Luca Zaia, che non sono medici ed è giusto si attengano alle indicazioni ufficiali delle istituzioni mediche e ai protocolli ministeriali.

Adesso, però, entrambi hanno l’occasione di rimediare: Salvini esigendo che il ministero tuttora guidato dal ministro Speranza riveda immediatamente le linee guida sbagliate, senza perseverare nell’errore come ha fatto finora, e Zaia facendole sollecitamente applicare nel Veneto.

Poi, magari, una telefonata di scuse e di apprezzamento a medici come Riccardo Szumski, ci starebbe…

https://www.quotidianosanita.it/allegat ... 239942.pdf



No, l’idrossiclorochina non è raccomandata contro Covid-19
Si riaccende la polemica sulla somministrazione di idrossiclorochina per il trattamento a domicilio delle forme non gravi di Covid-19. Ma se per alcuni medici funziona, la letteratura scientifica e le autorità sanitarie dicono altro
11 marzo 2021

https://www.wired.it/scienza/medicina/2 ... efresh_ce=

Dopo che il Piemonte ha aggiornato il proprio protocollo per le cure domiciliari prevedendo la possibilità di somministrare idrossiclorochina a pazienti Covid-19 in fase precoce di malattia, si riapre la polemica sull’ormai noto antimalarico. Gli esperti più o meno famosi, ancora una volta, si dividono. Ma per le principali autorità sanitarie e la letteratura scientifica il responso è unanime: l’idrossiclorochina non ha dato prove di efficacia né come trattamento in fase sintomatica di Covid-19 né come farmaco preventivo, e pertanto se ne sconsiglia la somministrazione.


Non serve nelle forme gravi, in pazienti ospedalizzati

Sebbene all’inizio della pandemia sia stata parecchio sostenuta anche da alcuni governi, ben presto ci si è resi conto che somministrare idrossiclorochina in pazienti ospedalizzati non dava alcun beneficio. In altre parole il suo impiego non abbassava il tasso di mortalità delle persone in trattamento rispetto a quello di pazienti di controllo che non l’avevano ricevuta. La forza di queste evidenze è tutta nei grandi numeri di Solidarity e di Recovery, i due più grandi trial clinici al mondo sulle terapia per Covid-19, che insieme hanno coinvolto migliaia di pazienti.

Sulla base di queste evidenze sia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sia Ema e Aifa sconsigliano l’impiego di idrossiclorochina.


Non sembra servire per la prevenzione dell’infezione

A febbraio 2021 è stata pubblicata una meta-analisi Cochrane che ha compreso 14 studi clinici su l’idrossiclorochina svolti in diversi paesi, per un totale di oltre 8.500 adulti, tra pazienti Covid e persone che hanno assunto il farmaco a scopo di prevenire l’infezione. I risultati dell’indagine sono stati deludenti, scrivono gli autori, che ritengono improbabile che l’idrossiclorochina protegga dall’infezione del coronavirus. Inoltre i dati confermano che l’idrossiclorochina ha poco o nessun effetto sul rischio di morte e sulla probabilità che la malattia si evolva verso forme più gravi.

Di recente l’Oms ha pubblicato una nota in merito: una “forte raccomandazione contro l’uso dell’idrossiclorochina in via preventiva per gli individui che non hanno Covid-19“, basata sulle evidenze della prima living Guideline (ossia una linea guida in continuo aggiornamento) pubblicata sul British medical journal che prende in esame 6 studi (più di 6mila partecipanti).


Non è raccomandata per il trattamento a domicilio

Sulla base dei risultati ottenuti dai grossi trial internazionali e delle conclusioni delle meta-analisi, non solo l’Oms ma anche l’Agenzia del farmaco europea (Ema) e la nostra Aifa non raccomandano l’impiego di idrossiclorochina per Covid-19. Nemmeno come trattamento delle forme asintomatiche o lievi nella presa in cura domiciliare. Anche in questo caso, infatti, i grandi numeri non confermano l’utilità del farmaco.

E allora perché lo scorso dicembre il Consiglio di Stato si è espresso a favore dell’impiego di idrossiclorochina? In realtà la decisione del Consiglio di Stato non ha sovvertito le indicazioni di Aifa. Come si legge chiaramente nel documento della nostra agenzia del farmaco, infatti, “nei pazienti con infezione da Sars-Cov-2 gestiti a domicilio, di bassa gravità e nelle fasi iniziali della malattia, esistono evidenze più limitate che dimostrano la mancanza di efficacia a fronte di un aumento degli eventi avversi, seppur non gravi”. Aifa dunque non raccomanda l’utilizzo dell’idrossiclorochina, ma non vieta la sua prescrizione off-label, che in quanto tale non è rimborsabile dal servizio sanitario nazionale e può avvenire (proprio come ribadito dal Consiglio di stato) “sotto la responsabilità del medico prescrittore e previo consenso informato del singolo paziente”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il caso Szumski, no grazie!

Messaggioda Berto » mer mag 05, 2021 9:06 pm

Controversie internazionali sulla idrossiclorochina

Covid: ex ministro accusa Bolsonaro,tentò imporre clorochina
5 maggio 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... fb965.html

L'ex ministro della Salute brasiliano, Henrique Mandetta, ha affermato che, durante la sua gestione del dicastero, il presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, avrebbe insistito affinché venisse incluso il consumo di idrossiclorochina da parte dei pazienti con coronavirus nel foglio illustrativo del farmaco, normalmente usato contro la malaria. L'accusa è stata formulata in audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta (Cpi), istituita al Senato per indagare su eventuali omissioni commesse dal governo federale nella gestione della pandemia.
Mandetta, del partito conservatore Dem, nel frattempo passato all'opposizione, è stato titolare della Salute tra gennaio 2019 e aprile 2020, tre mesi dopo l'inizio della pandemia. Bolsonaro lo ha rimosso dall'incarico per divergenze sull'uso dell'idrossiclorochina e sulle misure di confinamento sociale.
Nel frattempo, un altro ex ministro della Salute, il generale Eduardo Pazuello, che avrebbe dovuto essere ascoltato oggi, ha annunciato che non si presenterà davanti alla Cpi. Pazuello - l'ultimo dei ministri ad essere esonerato, ma ancora molto legato al capo dello Stato - ha riferito di essere in quarantena dopo aver avuto contatti con due colonnelli affetti da Covid.



Chi usa e chi vieta l'idrossiclorochina nella lotta al Covid
28 maggio 2020

https://www.agi.it/estero/news/2020-05- ... d-8744559/

Da farmaco-speranza a potenziale pericolo per la salute, l'idrossiclorochina è stata fin da subito al centro del dibattito su come affrontare l'emergenza coronavirus, suscitando profonde controversie. Diversi Paesi stanno portando avanti studi clinici, altri ne hanno già approvato l'uso e la promuovono con forza mentre negli ultimi giorni alcuni hanno rivisto la loro posizione dopo lo stop dell'Oms.


Organizzazione Mondiale della Sanità

Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, lunedì ha annunciato la sospensione degli studi clinici sul farmaco per motivi di sicurezza, dopo che uno studio pubblicato sulla rivista medica Lancet che ne ritiene inefficace e persino controproducente l'uso per combattere il Covid-19.
Francia

Il governo l'ha proibita dopo che l'Alto consiglio per la sanità pubblica (Hcsp) e l'Agenzia del farmaco (Ansm) si sono pronunciati contro il trattamento sui pazienti Covid-19 e in studi clinici, in seguito alla relazione scientifica che ne ha evidenziato l'inefficacia e i rischi. La decisione di Parigi rivede quella assunta in precedenza, a marzo, quando aveva dato il via libera ai dottori di prescrivere il farmaco anti-malarico.


Colombia

Il ministero della Salute ha ritirato la raccomandazione di usare clorochina e idrossiclorochina per trattare i pazienti con il nuovo coronavirus, dopo uno studio ha rivelato che questi farmaci non solo non aiutano a combattere il Covid-19, ma aumentano anche il rischio di decesso.


Usa

Tra i più decisi sostenitori dell'idrossiclorochina c'è il presidente americano, Donald Trump, che dieci giorni fa ha rivelato di averla assunta come profilassi. Contro l'uso del farmaco anti-malarico si era schierato Anthony Fauci, noto virologo, che aveva sottolineato come non ci siano ancora risultati certi sulla sua efficacia mentre sono stati registrati pesanti effetti collaterali.

Alla fine di marzo, la Fda americana ne aveva autorizzato l'uso d'emergenza ma solo in specifiche circostanze per pazienti ricoverati in ospedale. Ma un mese piu' tardi aveva diffuso un'allerta sul pericolo nell'usarlo a causa di rapporti su problemi cardiaci riscontrati nei pazienti.


India

Il Consiglio per la Ricerca Medica di New Delhi ha ribadito ieri il via libera alla somministrazione dell'idrossiclorochina ai lavoratori in prima linea e agli operatori sanitari come profilassi contro il coronavirus, affermando di non aver riscontrato effetti collaterali importanti, anche se sono stati notati casi di nausea, vomito e aritmie cardiache.


Brasile

Insieme a Trump, il presidente Jair Bolsonaro è uno dei maggiori fautori del farmaco anti-malarico. Sul tema si è scontrato con il ministro della Salute, Nelson Teich, dimessosi il 15 maggio proprio perché contrario al piano per accelerare l'applicazione della clorochina nella cura dei pazienti Covid-19.
Meno di una settimana dopo il suo successore ad interim, il generale Eduardo Pazuello, ha dato il via libera, raccomandando ai medici di prescriverla sin dalla prima comparsa dei sintomi del Covid-19, ma facendo firmare una liberatoria in cui si rendono noto i potenziali danni, tra cui problemi a cuore, fegato e retina.


Nigeria

Abuja ha promesso di proseguire con gli studi clinici sulla clorochina, nonostante la decisione dell'Oms.





Disinformazione da parte dei media per attaccare Trump. Un altro esempio, dopo la riabilitazione della teoria della fuga dal laboratorio del virus, è l'uso della idrossiclorochina nelle fasi iniziali della malattia per contrastarla.
L'Osservatore Repubblicano
3 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 3098522026

Donald Trump l'aveva promossa e i media, solo perchè l'aveva fatto lui ed eravamo in campagna elettorale hanno stroncato l'uso di questo medicinale.
Sindrome di squilibrio di Trump: L'idrossiclorochina è stata ingiustamente screditata?
Poiché Trump ha parlato della promessa del farmaco l'anno scorso, è stato trasformato in un piranha politico
I media mainstream hanno appena iniziato ad ammettere che il COVID-19 potrebbe essere trapelato dall'Istituto di virologia di Wuhan. I giornalisti hanno confessato di aver scartato la teoria all'inizio perché l'ex presidente Donald J. Trump la sosteneva.
Lo stesso si può dire per l'idrossiclorochina (HCQ), dopo che il signor Trump ha espresso la sua raccomandazione l'anno scorso, è stata trasformata in un piranha politico che è stato rapidamente respinta e screditata - tutto senza un'adeguata indagine scientifica sulla sua efficacia.
Nell'aprile 2020, un piccolo studio francese ha mostrato che l'HCQ combinato con l'azitromicina, un antibiotico, era sicuro ed efficace nell'abbassare il tasso virale del COVID-19 nei pazienti che avevano contratto la malattia per la prima volta. Il signor Trump ha immediatamente citato lo studio - come se fosse una buona notizia - il mondo era all'apice della pandemia e l'HCQ era stato approvato e usato dai medici da 85 anni per trattare sia la malaria che alcune malattie autoimmuni.
Il farmaco era generico, economico e ampiamente disponibile. Offriva speranza mentre la nazione aspettava che Big Pharma sviluppasse un vaccino universale.
Nel frattempo, i medici in prima linea in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare l'HCQ. I dottori Jeff Colyer e Daniel Hinthorn hanno scritto sul Wall Street Journal nel marzo del 2020: "Siamo medici che trattano i pazienti con il Covid-19, e la terapia sembra fare la differenza. Non è un proiettile d'argento, ma se distribuito rapidamente e strategicamente il farmaco potrebbe potenzialmente aiutare a piegare la curva a 'bastone da hockey' della pandemia".
Eppure, poiché il signor Trump stava pubblicamente facendo il tifo per il farmaco, i membri della stampa - e alcuni all'interno della comunità scientifica - hanno istintivamente iniziato a fare il tifo contro di esso. Molteplici media hanno portato "esperti" che sostenevano che l'HCQ non dovrebbe essere prescritto al di fuori delle sue indicazioni approvate e/o che era dannoso a causa dei suoi ben noti effetti collaterali. L'HCQ fu diffamato perché non c'erano studi di controllo randomizzati (RCT) che lo sostenevano - studi che avrebbero richiesto mesi per essere completati mentre milioni di persone venivano infettate dal COVID-19.
Il Dr. Harvey Risch, professore di epidemiologia alla Yale School of Public health ha scritto su Newsweek lo scorso luglio che l'HCQ è diventato "come un marcatore di identità politica, su entrambi i lati dello spettro politico".
Nel frattempo, studi scientifici che sminuivano l'HCQ hanno iniziato ad emergere, il che ha contribuito ad alimentare la narrazione pessimistica dei media. In aprile, la Veteran's Administration ha pubblicato uno studio che mostra che i pazienti che hanno ricevuto l'HCQ e l'HCQ e l'azitromicina sono morti ad un tasso più alto di quelli che hanno ricevuto le cure standard. Ciò che la stampa ha omesso da questi risultati è stato il fatto che coloro che hanno ricevuto l'HCQ erano molto più malati, e quindi non i migliori destinatari in cui giudicare il tasso di successo dei farmaci (HCQ funziona meglio in coloro che sono nelle prime fasi della malattia).
A maggio, due riviste scientifiche rispettate, il Lancet e il New England Journal of Medicine, hanno riportato studi che mostrano che l'HCQ ha aumentato il tasso di mortalità dei pazienti COVID-19 e ha causato problemi cardiaci. Era la panacea di cui i media e i democratici avevano bisogno per chiudere finalmente la porta all'HCQ - tranne che entrambi gli studi furono ritrattati nei due mesi successivi per un lavoro scadente.
Tuttavia, il danno era fatto. I titoli negativi erano stati scritti. La disinformazione assorbita.
Più tardi, a luglio, l'Henry Ford Health Center di Detroit pubblicò uno studio che trovava che l'HCQ abbassava il tasso di mortalità nei pazienti ricoverati con COVID-19 di oltre il 50%. Tuttavia, il Dr. Anthony Fauci si è affrettato a cestinare i suoi meriti perché non era un RCT, e i media lo hanno felicemente assecondato, facendolo a pezzi.
L'Henry Ford Health Center rimase fedele al suo studio, tuttavia, e cercò di espanderlo a un gruppo più ampio di pazienti, per migliorarne il valore scientifico. Tuttavia, ha tranquillamente abbandonato la ricerca lo scorso dicembre - semplicemente non poteva reclutare i pazienti necessari a causa del ruolo politico dell'HCQ.
Alla fine sono emersi degli RCT che hanno minimizzato l'efficacia dell'HCQ, ma non hanno esaminato i benefici dell'associazione dell'HCQ con l'azitromicina nelle prime fasi della malattia. Eppure, il dibattito era finito, il consenso si era formato, e l'America doveva smettere di parlare dell'HCQ - non c'era bisogno di ulteriori RCT.
Eppure, proprio questo gennaio, uno studio dell'Hackensack Meridian Health del New Jersey, ha mostrato che le persone con sintomi lievi di COVID-19, che hanno preso l'HCQ avevano una probabilità significativamente minore di finire in ospedale con la malattia. I medici che hanno condotto lo studio dicono che i loro risultati suggeriscono che l'HCQ dovrebbe essere testato ulteriormente nel contesto di un più ampio studio clinico.
Buona fortuna.
Un medico del North Jersey, Stephen Smith, capo di un centro di malattie infettive a East Orange, ha dichiarato che ha avuto buoni risultati trattando pazienti ospedalizzati COVID-19 con HCQ e azitromicina, ma "ha avuto difficoltà a trovare qualcuno per analizzare le informazioni a causa di ciò che crede è uno stigma contro il farmaco derivante dal dibattito politico sul suo uso".





Altri farmaci diversi dalla idrossiclorochina.

Il farmaco che blocca il Covid: "Così svuota le terapie intensive"
Alessandro Ferro
7 maggio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 44258.html


Mentre si procede spediti con le vaccinazioni, ricerca e Scienza lavorano "sotto traccia" per mettere a punto un farmaco anti-Covid che possa evitare lo sviluppo della malattia grave: da questo punto di vista, ottime notizie potrebbero presto arrivare proprio dall'Italia.


Lo studio italiano

Lo studio, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico (Cts) dell’Istituto Superiore di Sanità, dal Comitato Etico Nazionale dell’Ospedale Spallanzani di Roma e dall’Aifa, sarà condotto in collaborazione con le Unità Covid-19 dell’Azienda Ospedaliera - Universitaria di Padova. Lo studio clinico controllato è disegnato e coordinato dal prof. Gian Paolo Rossi, Direttore della Unità Operativa di Medicina d’Urgenza e della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza, e dalla prof.ssa Teresa Seccia ed impiegherà il nafamostat mesilato, un farmaco utilizzato da anni in Giappone come farmaco generico anticoagulante che ha mostrato un ottimo profilo di sicurezza in tutti gli studi finora condotti. "Se le attese saranno confermate il farmaco potrà tenere molti pazienti Covid-19 fuori dalle terapie intensive e salvare molte vite - afferma la prof.ssa Seccia ad Insalutenews – e potrebbe risultare efficace anche contro le diverse varianti del Covid-19, ma questo lo definiremo meglio nel corso del nostro studio”.


Come agisce il farmaco

Ma cos’è questo nafamostat mesilato? “Ci troviamo di fronte ad un altro caso di farmaco che potenzialmente potrebbe essere utile: di fatto, si tratta di una piccola molecola conosciuta per la sua attività di tipo anticoagulante ed antitrombotica. Partendo da questo presupposto, i soliti studi di modellazione molecolare che sono stati eseguiti intensamente nei mesi scorsi durante il pieno della pandemia, hanno dimostrato che questa azione anticoagulante avviene tramite l’inibizione di alcuni enzimi della famiglia delle serina chinasi (famiglia di enzimi, ndr) ed uno di questi in particolare, TMPRSS2, non solo ha un effetto pro-trombotico ma ha anche un effetto a favore della replicazione del virus, presenta queste due caratteristiche insieme", ha spiegato in esclusiva al nostro giornale Renato Bernardini, Professore ordinario di farmacologia all'Università di Catania e membro del Consiglio Superiore di Sanità, che ci ha spiegato come il nafamostat inibisca potentemente questo enzima evitando sia le trombosi che la replicazione virale, dovuta alla ben nota proteina Spike.


La pericolosità dell'enzima

In pratica, l'enzima TMPRSS2 è pericoloso per la salute perché "favorisce la penetrazione del virus nella cellula e ne amplifica la capacità di riproduzione", aggiunge il Prof. Bernardini. Il vantaggio, oltre alla scoperta dei benefici che si possono ottenere contro la malattia da Sars-Cov-2, è che il farmaco si trova già in uso in commercio, motivo per il quale si "conosce bene la sicurezza, i parametri sono già ben conosciuti ed associa bene i due meccanismi inibendo, da un lato la replicazione virale, e dall’altro antagonizzando gli effetti gravi della malattia virale che sono quelli trombotici che intervengono in fasi più avanzate della malattia”.


Quando e come andrebbe utilizzato

Ma in quali casi potrebbe essere utilizzato il nafamostat mesilato? “Se suddividiamo la fase della malattia in lieve o con pochi sintomi, fase intermedia dove interviene l’interessamento polmonare con tosse e polmonite e fase severa dove la malattia ha esiti tromboembolici polmonari (e non solo) - ci dice il farmacologo - la sua evoluzione alla fase intermedia (o moderata) è il momento in cui si potrebbe utilizzare il nafamostat per tentare di scongiurare una situazione di trombosi ed embolia grave dei polmoni e di altri organi". Gli studi clinici, che saranno condotti su 256 pazienti affetti da Sars-Cov-2 ed ospedalizzati ma non così gravi da essere ricoverati in terapia intensiva, dovranno ancora confermare il potenziale antivirale del farmaco che sarebbe un traguardo importante perché "la diminuita replicazione virale si potrebbe correlare ad una diminuita gravità del quadro clinico". La somministrazione avverebbe per via endovenosa: "se consideriamo, poi, che è indicato nelle fasi moderate/severe della malattia, va somministrato esclusivamente in ospedale”, afferma il Prof. Bernardini.

Come detto all'inizio, lo studio è stato approvato dall’Iss e dallo Spallanzani perché questo farmaco è già usato in clinica come anticoagulante. "L’aspetto antivirale, invece, non era conosciuto e va studiato in clinica: per questa ragione è stata richiesta autorizzazione all’Aifa che ha approvato il disegno dello studio, lo ha inviato al comitato etico dello Spallanzani che a sua volta lo ha approvato e il farmaco viene oggi studiato all’Università di Padova nell’Unità del Prof. Gian Paolo Rossi". Attenzione, però, perchè lo studio italiano fa parte di uno dei 48 trials clinici attualmente in corso in tutto il mondo per il nafamostat mesilato nel Covid, "quello italiano è uno dei 48”, aggiunge il farmacologo. Si può facilmente dedurre che, visto l'alto numero di trials esclusivamente per questo farmaco, le potenzialità di successo nella cura al Covid potrebbero crescere enormemente (per fortuna).


A che punto è la ricerca

Ma quali sono le novità, se ci sono, per altri potenziali farmaci anti-Covid? “Sono certo che continueremo, a lungo, di sentire parlare di nuove potenzialità terapeutiche ma, allo stato attuale, non mi sento di dire che sia stato scoperto il farmaco risolutivo. Siamo di certo buon punto, abbiamo imparato molto dalla malattia ma anche dai fallimenti e dai successi terapeutici - ci dice Bernardini - Adesso abbiamo un’aumentata capacità di collocare i farmaci rispetto all’inizio della pandemia, quando si conosceva molto poco e si andava per tentativi". È notizia freschissima che un farmaco sperimentale a base di anticorpi potrebbe neutralizzare e combattere le varianti del Covid secondo quanto emerso dagli studi dell'azienda farmaceutica statunitense Eli Lilly (la stessa degli anticorpi monoclonali) e della canadese AbCellera Biologics, che riveleranno i risultati della sperimentazione la prossima settimana. Secondo le prime anticipazioni, gli anticorpi agirebbero aggredendo il virus e le sue mutazioni, il che significa che il farmaco potrebbe mantenere la sua efficacia nel tempo e nei confronti delle varianti del Covid. Il premier britannico Boris Johnson, ha suggerito che i trattamenti antivirali potrebbero essere forniti alle persone per la cura domiciliare, e potrebbero esser considerati come una "ulteriore linea di difesa medica" contro il Coronavirus.


Quali farmaci usare in casa

In attesa del farmaco ad hoc, però, la raccomandazione che il farmacologo catanese è solito fare riguarda la cosiddetta "Cura Remuzzi", ideata dal professore Giuseppe Remuzzi, Direttore dell'Istituto per le Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e dal Prof. Fredy Suter per le terapie domiciliari nelle forme lievi. "Tale terapia è di una semplicità disarmante, ma ha anche un razionale scientifico molto solido. In presenza di tampone positivo, è bene assumere un paio di compresse di nimesulide, o aspirina o ibuprofene o un coxib al giorno per una decina di giorni: su 90 pazienti trattati con questa semplice terapia soltanto due hanno subito ospedalizzazione rispetto a quelli non trattati, dove su 90 circa una ventina è finita in ospedale. È una cura semplice, alla portata di tutte le tasche, non è particolarmente tossica ed è fatta da farmaci ben conosciuti. In più, è efficace nel prevenire il passaggio dalla fase lieve o asintomatica alla fase moderata del Covid-19 perché inibisce sul nascere l’infiammazione, causa di molti guai in questa malattia”, conclude Bernardini. Ovviamente, ed il farmacologo siciliano lo sottolinea sempre, è fondamentale chiedere comunque il parere del proprio medico di base evitando le cure fai-da-te.
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Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

Messaggioda Berto » gio mag 06, 2021 3:09 pm

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Re: Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

Messaggioda Berto » ven mag 07, 2021 8:38 pm

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Re: Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

Messaggioda Berto » ven mag 07, 2021 8:38 pm

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Re: Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

Messaggioda Berto » mar ott 12, 2021 6:48 am

Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!
Vaccinarsi è meglio che pregare!
viewtopic.php?f=208&t=2955
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Questo è il vero miracolo, l'unico miracolo che può esistere e che può farlo solo l'uomo di buona volontà che scopre i segreti della natura, i segreti con cui Dio ha creato il mondo a sua immagine e somiglianza che si rispecchiano e brillano nella scienza umana che fa propria la scienza di Dio il quale ce la regala volentieri.


La prima volta nella storia umana in cui si ha la chiara conferma che le religioni non fanno miracoli
viewtopic.php?f=102&t=2902
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3309583123

Questa è la prima volta nella storia dell'umanità che l'umanità intera può assistere direttamente senza le interpretazioni e le manipolazioni di intermediari, all'impotenza delle religioni e verificare senza dubbio alcuno e con assoluta certezza l'inutilità delle fedi religiose, dei loro idoli, delle loro cerimonie magiche e delle loro millenarie preghiere.

E può altrettanto e al contempo assistere e verificare come solo l'uomo di buona volontà con la sua spiritualità naturale e razionale, con la sua umile esperienza, con il suo buon fare quotidiano, con il suo studio e la sua ricerca, sia in grado di attingere conoscenza alla universalità divina che sta in tutte le cose, che informa tutte le cose con le sue leggi e le sue regole, per trarre ciò che serve a vincere il male, a modificare i rapporti naturali tra le cose e le creature al fine di rendere migliore la condizione umana preservandone la vita.





La deriva demenziale e irresponsabile del venetismo al tempo del covid.
Questo venetismo demenziale non rappresenta più un possibile futuro di indipendenza per i veneti.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5375351891
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Re: Il caso Szumski, no grazie, preferisco il buon Zaia!

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 8:20 pm

Riccardo Szumski no grazie!

Riccardo Szumski
13 ottobre 2021
https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 8309051449

Oggi...a mente fredda, dopo una notte di poco sonno per il tardivo coricarsi , posso solo ringraziare simbolicamente, ma sinceramente, ad una a una ,tutte le persone che erano presenti ieri sera Santa Lucia,sia locali che venute da lontano,dagli angoli del Veneto ,ma anche dal Friuli..
Stiamo combattendo insieme la giusta battaglia contro i soprusi governativi infarciti di falsità, ma l'aver visto e sentito che siamo molti di più di quello che si potesse immaginare,vaccinati e non, deve rendere ognuno di noi più determinato e certo delle SCELTE FATTE E CHE SAREMO CHIAMATI A FARE a fronte del disegno disgregativo del nostro essere comunità...
RESISTERE..E RESISTEREMO!!!



https://www.oggitreviso.it/santa-lucia- ... %9D-264940

Santa Lucia di Piave, migliaia di persone all'evento “Pandemia: delirio o strategia?”
L'evento è stato organizzato dal Comitato Riccardo Szumski
Roberto Silvestrin |
13/10/2021
Santa Lucia di Piave, migliaia di persone all'evento “Pandemia: delirio o strategia?”
https://www.oggitreviso.it/santa-lucia- ... %9D-264940

SANTA LUCIA DI PIAVE - Ieri sera migliaia di persone hanno partecipato all’incontro “Pandemia: delirio o strategia?”, organizzato dal Comitato Riccardo Szumski.
L’evento ha attirato partecipanti da tutto il Veneto: la serata si è tenuta presso il parcheggio di un'area produttiva di via Foresto sud, a Santa Lucia di Piave. Tra i relatori c’era anche Riccardo Szumski.
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