Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:30 am

Zaia: "Con i tamponi rapidi risposta in pochi minuti"
Giorgia Baroncini - Ven, 18/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1600466871

Il governatore del Veneto spinge per il test rapido: "Va inserito in fretta nei protocolli della sanità pubblica. Abbiamo fatto molte prove doppie, i risultati sono affidabilissimi"

Un tampone rapido che in pochi minuti rileva se una persona è positiva o meno al coronavirus. Un test da utilizzare ovunque.

"Credo sia da inserire in fretta nei protocolli della sanità pubblica: 5 o 6 minuti e sai se sei positivo, senza laboratorio", ha affermato il governatore del Veneto Luca Zaia. Il test rapido, che ha già superato i controlli, risulta affidabile: "Proprio per verificarne l'attendibilità in Veneto abbiamo fatto molte prove doppie, sia con il tradizionale che con il rapido: risultati affidabilissimi", ha sottolineato Zaia nel corso di un'intervista al Corriere della Sera.

Il governatore del Veneto ha spiegato di aver già parlato con il ministro della Salute Roberto Speranza, "gli ho posto la questione del tampone rapido per gli screening in luoghi come le scuole o ovunque servano risposte tempestive". Una soluzione veloce ma anche ecnomica dato che "oggi ci sono 11 case farmaceutiche internazionali che lo propongono e il prezzo è sceso a 4,5 euro". La proposta di Zaia è quindi quella di estendere l'uso del test rapido "già accettato per chi proviene da Grecia, Croazia, Malta e Spagna" in modo da "agevolare enormemente la vita a famiglie e medici". Si pensi ad esempio alle scuole.

A pochi giorni dall'inizio delle lezioni, diversi istituti da Nord a Sud hanno già chiuso. Con il ritorno sui banchi si stanno infatti registrando i primi casi tra studenti, insegnanti e personale. E così scatta la quarantena in attesa dell'esito del tampone, unico test diagnostico di riferimento. Ma dalla prescrizione del test al risultato, i giorni passano. Per questo motivo i test rapidi sono visti come la soluzione ideale per evitare lo stop della didattica. Bisogna inoltre tenere presente che, con il ritorno dell'influenza stagionale, i tamponi veloci permetterebbero di distinguere subito i sintomi del Covid da quelli di un semplice raffreddore. Senza bloccare una scuola intera. "Ci sono bambini che passano l’inverno con le bronchiti. Al minimo sospetto, linee guida alla mano, si passa alla prescrizione del tampone. O peggio, al tampone prima ancora della visita. Ma così, significa passare l’inverno a far tamponi", ha continuato Zaia. Così, diverse regioni si sono già mosse per ottenere i kit, mentre il governo sembra prendere tempo.

Intanto, ieri, il Tar ha respinto la richiesta del governo di sospendere l'ordinanza del Piemonte che impone alle scuole il controllo della temperatura agli studenti. "È un fatto di buon senso. Ti prendono la temperatura nei negozi, dal parrucchiere, in palestra... perché a scuola no? - ha commentato Zaia - Io mi sono fatto un’idea: a Roma si sono opposti alla misurazione nelle scuole altrimenti gli sarebbe nata una discussione sindacale sulle mansioni. Ma la mia è solo un’ipotesi, se fosse vero il contrario ci spieghino il motivo scientifico".





Zaia: «Scuola, vogliamo i test rapidi in classe»
28.9.2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8265172

A una settimana dalla rielezione alla presidente della Regione, Luca Zaia torna in diretta per fare il punto sulla situazione contagi da coronavirus in Veneto.

TEST E TAMPONI. «Siamo arrivati a 1 milione e 881mila tamponi fatti e un milione e trecentomila test rapidi eseguiti. Siamo stati i primi a crederci e oggi ci sono almeno 20 aziende al mondo che propongo i test rapidi a 4.50 euro a test c'è una evoluzione dei test rapidi: quello della saliva molecolare credo sia in dirittura d'arrivo»

RICOVERI. «In Veneto abbiamo, oggi, un quadro clinico ben diverso da quello dei mesi scorsi. È un contesto, anche operativo, che per noi sta cambiando. Nelle terapie intensive si sta abbassando l’età media e si sta abbassando anche la percentuale di pazienti in terapia intensiva rispetto a quelli ricoverati. Altro aspetto importante, si sta abbassando la degenza media da 14 a 6-9 giorni e 1/3 dei pazienti in terapia intensiva non è intubato».

POSITIVI E ASINTOMATICI. «Su 3.621 persone positive al virus, sono 40 i sintomatici, vale a dire l'1,10 per cento»

MASCHERINE E VACCINO ANTINFLUENZALE. «Mettere le mascherine è l’unico contributo che possiamo dare alla nostra comunità, nel rispetto di tutti. È l’unica indicazione che diamo. Non mi sembra una cosa difficile. È sancito che serve. Basti pensare che solo il meno del 2% dei nostri medici si è infettato. Questo vuol dire che le mascherine servono. Dopodiché abbiamo il vaccino antinfluenzale, fortemente raccomandato, che sta arrivando e sul quale vorremmo coinvolgere appieno le farmacie»

NESSUNA EMERGENZA NELLE SCUOLE. «Ci sono 90 contesti scolastici del Veneto con almeno un caso di Covid-19, ma non c’è nessuna emergenza sanitaria nelle scuole. I bambini risultati positivi sono 85, pari allo 0,02% di una popolazione scolastica di 772.000 studenti, mentre sono in quarantena preventiva 970 ragazzi, pari allo 0,24%. Per quanto riguarda docenti e operatori, 95.786 nelle scuole della regione, i casi sono 120, pari allo 0,13%, con una incidenza infinitesimale». Zaia ha spiegato che per gli studenti «quasi tutti i casi hanno origine in ambito familiare e sociale con un sistema a "caduta"».

TEST RAPIDO IN CLASSE. «Abbiamo chiesto di modificare il protocollo inserendo la possibilità di usare test rapido nello screening scolastico. Il tampone rapido va fatto a tutta la classe dello studente trovato positivo: adesso invece gli studenti vanno messi in quarantena a casa, noi invece andiamo nelle classi a fare il test. E in più chiediamo che torni in pancia ai professionisti, come i medici e i pediatri, la facoltà di decidere se far fare il tampone o meno ai propri pazienti: adesso davanti a un raffreddore dobbiamo fare il tampone».

PROROGA STATO EMERGENZA? «Lo stato di emergenza ha tante ricadute, in Veneto abbiamo una situazione sotto controllo. Abbiamo in programma la Conferenza delle Regioni mercoledì e parleremo anche dell’eventuale ipotesi di proroga dell’ordinanza nazionale. Al momento non abbiamo, però, informazioni», ha precisato Zaia in merito a una possibile ulteriore proroga, oltre il 15 ottobre, dello stato di emergenza nazionale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:30 am

Il venetismo antileghista e antiZaia che accusava demenzialmente Zaia di terrorismo sul coronoavirus per via delle misure antipandemia, è stato sbugiardato e sfiduciato alle urne nelle elezioni regionali del 21 settembre in cui ha ottenuto il voto solo dell'0,83% dei veneti mentre Zaia ha superato il 76%.
Questi stolti negazionisti della gravità della pandemia e contrari alle misure anticovid sono stati valutati e giudicati dagli elettori veneti per quello che sono e che valgono, per la loro irresponsabilità e inaffidabilità.
Un giudizio inappellabile.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:30 am

Rifiuta la mascherina, fermata a Napoli per resistenza
6 ottobre 2020

https://www.ansa.it/campania/notizie/20 ... 7e3e1.html


Momenti di tensione a Napoli per un fermo di polizia ai danni di una donna che, sulla centrale via Roma, dopo aver rifiutato l'invito di un agente ad indossare la mascherina ha tentato una fuga e, raggiunta, ha colpito il poliziotto che cercava di bloccarla.
La donna, racconta chi ha assistito alla scena, è stata avvicinata dai due agenti in moto che, come prevede l'ordinanza anti-covid del Governatore della Campania De Luca - invitavano i passanti a portare la mascherina. La donna avrebbe rifiutato di seguire l'indicazione chiedendo agli agenti, prima di allontanarsi, di mostrarle il testo della legga.
La confusione seguita all'arrivo di altri mezzi di polizia e di alcuni militari in servizio di controllo ha avuto termine solo quando la signora è stata fatta entrare in una auto della questura dove è tutt'ora in stato di fermo.


IL NASTRINO GIALLO
L’idea di Alfredo Morosetti

"E coloro che danzavano furono giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica." (Friedrich Nietzsche)
, sarà stato inizio Agosto quando inviò su fb una sua fotografia dove indossava un nastrino giallo intorno alla fronte come simbolo della non acquiescenza alla contraddizione, non conosco di persona Alfredo, ma lo seguo da anni su fb ed ho imparato ad apprezzarne l’onestà intellettuale, la profondità e la chiarezza di pensiero.
Cosi ho ripensato a quel nastrino giallo, oggi, quando è arrivato forte l'impulso ad agire, a fare qualcosa, qualsiaci cosa, per ognuno di noi, con serenità, senza violenza, soprattutto nel linguaggio, perchè è questo ciò che vogliono da noi, che sfoghiamo la nostra rabbia digitando sul social, o al massimo con qualche vecchio slogan ed inutile cartello su una pubblica piazza, possibilmente con qualche accenno di violenza.
Ma noi agiremo indossando un semplice nastrino giallo, ma va bene qualsiasi cosa, basta che sia di colore giallo, solo per riconoscerci, siamo in tanti e non abbiamo più tanto tempo da perdere.
Questa è l’ultima opportunità per tentare di difendere la nostra libertà primaria, quella di pensiero, tutto il resto deriva da essa.
Questa parodia di regole ed obblichi che stiamo vivendo è solo l’ultimo capitolo di una lunga storia.
Lo so per molti questa è solo una delle tante preoccupazioni ad una vita che diventa sempre più caotica, difficile, ma pur sempre normale, ma non è a loro che mi rivolgo, ma a te che vedi la contraddizione, qualsiasi essa sia.
La “pandemia” del Covid ha un solo scopo, l’eradicazione della tua capacità di pensare criticamente, la tua acquiescenza definitiva.
Non si tratta più di destra o sinistra, di una nuova politica di equità o di giustizia sociale, di vaffaday o di orgoglio nazionale, o di qualsiasi altra dicotomia verbale, qui non si tratta di creare un nuovo movimento politico che vuole indicarti la strada, qui si tratta solo ed unicamente della tua libertà primaria, la libertà di pensiero, la libertà di opporsi alla contraddizione.
Se perdiamo questa guerra, se la tua pigrizia prevarrà a tale abnorme contraddizione, sarà solo schiavitù.
Non c’è più tempo da perdere.
Indossiamo un nastrino giallo, in qualsiasi modo e forma, come braccialetto, come cappellino, come cravatta, come distintivo sulla giacca, come più ti piace, fai come ti pare, ma riconosciamoci, sarà importante quando i nostri occhi si incroceranno sopra una stupida mascherina quando saremo costretti ad indossare.
La priorità per ora è di non essere costretti all’acquiescenza totale con la rabbia che ti monta dentro, o ancora peggio, opporsi stupidamente e possibilmente con la violenza, prendendosi oggi una multa e chissà domani anche il carcere, non ne vale la pena, questo è il loro gioco, Ghandi l’ha dimostrato un secolo fa, è sufficiente utilizzare la potenza stessa della comunicazione per andare contro di loro, come in una mossa finale di judo !
Indossa un nastrino giallo e mostralo al mondo, come ha fatto Alfredo due mesi fa, come io faccio oggi, è un simbolo, contiamoci, siamo in tanti e saremo sempre di più man mano che la stupidità e le contraddizione di questo tempo proseguirà il suo folle ed irreversibile cammino.
Buon giallo! e condividi !

Alberto Pento
Demenzialità pure degli irresponsabili minimizzatori e negazionisti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:39 am

Nuovi contagi in Veneto, ripresa dell'epidemia

Zaia in diretta: «O portiamo la mascherina o finisce male, ci vuole una stretta. Boom positivi, sì a lockdown chirurgici»
Paolo Francesconi
Venerdì 16 Ottobre 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/tre ... 27261.html

Luca Zaia in diretta oggi, venerdì 16 ottobre 2020. Il presidente della Regione Veneto torna a parlare ai cittadini su Facebook per aggiornarli sulla situazione del contagio da Covid sul territorio.

Coronavirus in Veneto, 611 nuovi contagi e 5 decessi nelle ultime 24 ore Il bollettino

Il bollettino: oltre 1 milione di test rapidi fatti. 704 nuovi positivi nelle ultime 24 ore 357 nella notte, 13.873 persone in isolamento. 8138 gli attualmente positivi. Sette morti in più nelle 24 ore, 3 nella notte, tutti a Treviso. I ricoverati sono 396 di cui 299 positivi: 47 nelle terapie intensive. Solo il 3,52% dei positivi è sintomatico, il 96,5% non ha sintomi. Scuole: in isolamento 2715 studenti con 388 casi di positività, siamo a percentuali da zero virgola.

Zaia in diretta oggi

«La curva dei positivi è in aumento, circa 500 positivi al giorno, più che a marzo. Ma a marzo, con quei positivi, avevamo una massa di ricoveri importante mentre oggi non è così. La novità è che il 96% di positivi non ha sintomi. Abbiamo più positivi perché facciamo tantissimi test: siamo passati dai 4.500 al giorno di sei mesi fa a 15-20.000 tamponi e test odierni. L'età media dei positivi in Veneto è scesa da 60-65 anni di febbraio-marzo-aprile ai 40-45 anni di oggi. Negli ospedali si sente la pressione, abbiamo ricoverate 400 persone, ma non siamo all'emergenza. Anche il dato di degenza media è più basso della primavera, circa 7 giorni. Nelle terapie intensive il 10% dei posti è occupato da pazienti Covid. Qui non c'è Big Pharma o Grande Fratello che ha un progetto con questo virus, il vero problema è che il virus si diffonde molto velocemente e gli ospedali vanno al collasso. Il vero problema del Covid è che la sanità viene messa sotto sopra. La preoccupazione riguarda la tenuta del sistema sanitario, l'incremento delle terapie intensive e dei ricoveri. Oltre un certo limite - è bene che sia chiaro a tutti - si va al collasso degli ospedali».

«Ho l'obbligo di dirvi che è fondamentale la collaborazione dei cittadini. Se il virus si diffonde è perchè non portiamo la mascherina o la portiamo male. Se non la portiamo qui finisce male. La situazione di oggi è sopportabile, quella di domani non lo so, dipende dall'uso della mascherina. L'obiettivo è tenere vuoti gli ospedali. Comunque, ne verremo fuori, questa cosa del virus come è arrivata così se ne andrà».

«Dovremo attenderci un'ulteriore fase di crescita dei positivi? La curva di crescita dice di sì. Abbiamo più positivi oggi di tutta la storia del Covid».

Rinnovo ordinanze e stretta mascherine

«Rinnoverò le ordinanze in scadenza in queste ore per mettere le attività economiche e commerciali in condizione di tenere aperto e insieme alle ordinanze riproporremo le linee guida. In pratica, non cambia niente rispetto a come stanno le cose oggi. Ma dobbiamo prorogarle perchè altrimenti, in base all'ultimo Dpcm, le attività sarebbero costrette a chiudere.

Nel pomeriggio ci sarà un incontro con il ministro Speranza. Io non porto avanti idee di lockdown, sarebbe una sconfitta. Però qualche aggiustamento va fatto, soprattutto per quanto riguarda le mascherine. Stiamo valutando ulteriori misure per poter incentivarne l'uso, anche di tipo culturale».

Coprifuoco e nuovi lockdown

«Chiusura anticipata locali in Veneto? Non ho in mente di fare interventi restrittivi in questo momento. Un lockdown chirurgico l'abbiamo già fatto in Comelico. Se abbiamo dati epidemiologici importanti, è legittimo pensarci. Il lockdown di primavera era dettato dalla mancanza di conoscenza e di cure che invece oggi abbiamo. Penso che avremo lockdown differenti in base ai diversi contesti locali. La pensano come me anche gli altri governatori. E' importante però che il governo elabori nuovi parametri rispetto all'indice di positivi, perchè il dato va letto in rapporto al numero di tamponi fatti e alle condizioni di salute di questi positivi. E' fondamentale che il governo concordi con le Regioni parametri diversi da quelli attuali e più aderenti alla realtà. Fino a che punto diciamo che il semaforo è rosso o arancione?».

Scuole e trasporto pubblico

«Tifo perchè la scuola rimanga aperta e non perchè si chiuda. In Veneto non ci sono le condizioni per chiuderle. Ma sono convinto che si andrà ad una didattica mista, alle turnazioni, quantomeno per gli studenti che sono in grado di fare senza i genitori (superiori), il tempo è galantuomo, vedrete che andrà a finire così, anche se la mia proposta dei giorni scorsi è stata criticata. Nei trasporti, sui treni c'è molta pressione».



La mossa di Zaia per contrastare il Covid: "Ho già pronti 10 centri"
Martina Piumatti - Gio, 22/10/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1603398221

Il governatore Luca Zaia è pronto ad attivare 10 centri Covid e 1016 posti in terapia intensiva. Ma per ora dice no al lockdown in Veneto

"Oggi le condizioni per ipotizzare un lockdown in Veneto non ci sono". Per ora il governatore Luca Zaia non è ottimista, ma si muove in base ai dati scientifici.

Se il virus morde - chiarisce nel suo intervento del 21 ottobre in Consiglio regionale - è pronto a schierare "l'artiglieria pesante" per piegare la seconda ondata di Covid-19. La strategia del presidente del Veneto si articola in 5 fasi vincolate al numero dei pazienti nelle terapie intensive: "Da zero a 50 siamo tranquilli e poi, via via, con l’aumentare degli intensivi scatta una serie di azioni". Pronti dieci centri Covid e oltre mille nuovi posti di terapia intensiva.

Il piano sanitario a 5 livelli

Il piano di Salute pubblica del governatore veneto delinea cinque livelli di diversa gravità e i relativi interventi sugli ospedali da modulare a seconda della situazione. Ora il Veneto si trova in fase due. Quindi, rassicura Zaia, al momento non esiste tensione sugli ospedali. "Facciamo ormai 25-30 mila tamponi al giorno, dai quali emerge che il 96% delle persone positive non presenta sintomi e abbiamo 66 ricoveri in terapia intensiva su 494 posti strutturati, pronti ad arrivare a 1.016. E 66 ricoveri stanno nella forbice da 51 a 150 casi prevista dal livello 2 del nuovo Psp, mentre la fase 5 scatta sopra i 400 letti occupati".

La linea diagnostica: "Sempre più tamponi rapidi"

In ogni conteggio programmatorio il piano di Salute blinda almeno 200 posti da riservare ai pazienti con altre patologie gravi come infarti, ictus, interventi chirurgici importanti, incidenti stradali o sul lavoro. Lo scopo è scongiurare la fase 5, che si tradurrebbe in un taglio drastico delle cure non Covid. "Decisiva in questa fase - spiega il governatore - una diagnostica sempre più affinata e diffusa, usando non solo i tamponi molecolari di prima generazione, ma sempre di più i tamponi rapidi sperimentati dal dottor Rigoli a Treviso e validati dal Centro di Riferimento Nazionale dello Spallanzani di Roma. Siamo pronti a usare i cosiddetti ‘mini tamponi’ mandando i nostri sanitari nelle scuole dove c’è bisogno di diagnosi per la presenza di una positività, mentre su un altro fronte si sta aprendo la prospettiva dei tamponi salivari”.

La strategia d'attacco di Zaia: 10 centri Covid e 1016 posti di terapia intensiva

Se il virus picchia Zaia assicura una terapia d'urto già pianificata nel dettaglio. "Già oggi il sistema sanitario Veneto è pronto ad attivare 1016 posti letto di terapia intensiva. Abbiamo a disposizione tutti i macchinari necessari, a cominciare dai respiratori automatici, e abbiamo un’autosufficienza media di otto mesi per tutti gli altri dispositivi come mascherine e guanti. Qualche difficoltà, avanti nel tempo, potrebbe esserci per i camici, ma ci stiamo lavorando", rassicura il governatore. Il picco risale al 29 marzo scorso con 356 pazienti. "A 150, sono pronto ad aprire 10 ospedali Covid in Veneto. Perché quando si supera la massa critica, bisogna dividere completamente i percorsi", assicura Zaia intervistato da Il Corriere della Sera.

Il nodo del personale medico

Sul fronte del personale, se per gli infermieri la situazione è tranquilla, a preoccupare Zaia è la carenza di medici, un problema trasversale in Italia. "Per questo ho già chiesto al ministro della Salute Speranza di attivare dei corsi rapidi di anestesia e rianimazione per medici di altre specialità. Ad oggi in Veneto, la curva dei contagi è in salita, ma non esiste alcuna emergenza ospedaliera e non ci sono le condizioni per ipotizzare un lockdown e continuiamo a lavorare perché non accada mai”, dice il governatore. Zaia ha tenuto a precisare subito le motivazioni del forte aumento del bollettino Covid di mercoledì 21 ottobre: “Un numero che va letto alla luce del fatto che – ha sottolineato - in una sola notte si sono scaricati praticamente tutti i dati di Venezia dal 15 ottobre a oggi (circa 500 positività), per una variazione del sistema informatico di carico dei dati. L’aumento reale di oggi conferma quindi più o meno l’andamento dei giorni scorsi”. Insomma, per ora niente coprifuoco in Veneto, ma il semaforo è già arancione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:40 am

Sull'idrossiclorochina
23 ottobre 2020

https://www.facebook.com/salviniofficia ... 6249533155


Caro prof. Burioni,

mi chiamo Luigi Cavanna e faccio il medico, il mio curriculum (scrivo la parola per esteso) è su Google, tutti lo possono vedere. Ho visitato a casa con le cure precoci, facendo ecografia del torace, tamponi, esami ematici, lasciando farmaci basati su idrossiclorochina, secondo linee guida aziendali e regionali, lasciando il saturimetro e poi in controllo in remoto, con questo modello curati personalmente a casa oltre 300 malati Covid, dei quali il 30% con forma severe e un altro 30% con forme moderate. Nessun decesso a 30 e a 60 giorni, ricoverati meno del 5%. Per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche, pienamente d’accordo, è sufficiente andare su PubMed e digitare Cavanna L, sono autore di oltre 250 lavori. Venendo al Covid, nel 2020 sono autore di 4 pubblicazioni: tre di tipo organizzativo, una di tipo clinico di piccola casistica di malati con cancro e Covid in cui la cura “idrossiclorochina-based” è efficace. È in corso di stampa un altro lavoro sempre su malati Covid e tumore di una casistica più ampia con dimostrazione di efficacia di idrossiclorochina. Infine stiamo scrivendo il lavoro del primo mese di trattamento domiciliare, ma tenga conto che faccio il medico pratico ed ogni giorno visito decine di pazienti ed organizzo il lavoro di tanti altri colleghi, quindi il tempo per scrivere è nel fine settimana. Ma siccome mi piace la ricerca ci stiamo riuscendo.
IInfine voglio ricordare che i report sull’efficacia di idrossiclorochina si stanno moltiplicando; oltre 8 mila pazienti dal Belgio, oltre 3 mila e 400 dal nostro Paese: riduzione di mortalità di oltre il 30%. Questi sono uomini e donne, non sono esperimenti in vitro.
Voglio però ricordare a tutti coloro che potranno leggere ciò che sto scrivendo, ciòche dice il prof. Antonio Cassone, già direttore di malattie infettive dell’Istituto superiore: gli editori di riviste importanti sono riluttanti a pubblicare ricerche a favore di idrossiclorochina, mentre pubblicano rapidamente report anche di scarso rilievo se sono contro idrossiclorochina!!!!
Se questo è vero si spiega perché la gente stia perdendo fiducia nella scienza! Personalmente non mi interessa più di tanto l’idrossiclorochina, ma ho visto persone “rinascere” dopo la sua assunzione, e per questo non mi posso allineare con la cultura dominante che la vuole affossare. Come sempre sarà il tempo il miglior giudice, intanto una riflessione finale: l’OMS ha vietato idrossiclorochina sulla base di uno studio considerato non veritiero e poi RITIRATO, così i Paesi occidentali sono nelle condizioni che conosciamo, ma la Cina ha inserito la clorochina nelle sue linee guida; perché non si parla più della Cina? Perché il Pil della Cina sta volando, c’è materia di meditazione. L’idrossiclorochina ha due grandi difetti: costa molto poco, con 4-6 euro si curano 2 persone, e poi piace a Trump, ma i medici devono adoperarsi per il bene dei malati, senza mode e senza salire su effimeri carri dei vincitori di turno. Appena esce su PubMed la nostra ricerca già accettata, sarà mia premura diffonderla, così come vi informerò appena spediremo il prossimo lavoro.
Buona serata
Luigi Cavanna


La Svizzera sceglie: rianimazione negata agli anziani malati di coronavirus
24 ottobre 2020

https://www.lastampa.it/esteri/2020/10/ ... 1.39453134

MILANO. Ben 6.592 contagi e 10 morti solo ieri. Con un rapporto di 494,9 casi ogni 100 mila abitanti. Il doppio che in Italia e in Austria, cinque volte più che in Germania. La Svizzera sta per essere travolta dal picco della pandemia e corre ai ripari. Il documento elaborato dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva è in vigore dal 20 marzo, anche se ufficialmente non è stato ancora adottato. Il titolo è preciso: «Triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse». Ad una domanda che si stanno facendo in tutti gli ospedali del mondo, la Svizzera mette nero su bianco una risposta: «Al livello B, indisponibilità di letti in terapia intensiva, non andrebbe fatta alcuna rianimazione cardiopolmonare».

I limiti di età per le cure
A pagina 5 del documento sono indicate le tipologie di pazienti destinati a non essere ricoverati in Terapia Intensiva: «Età superiore a 85 anni. Età superiore a 75 anni accompagnata da almeno uno dei seguenti criteri: cirrosi epatica, insufficienza renale cronica stadio III, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e sopravvivenza stimata a meno di 24 mesi». A livello A, letti in Terapia Intensiva disponibili ma risorse limitate, i criteri per non essere ammessi alla rianimazione sono più gravi. Tra gli altri: «Arresto cardiocircolatorio ricorrente, malattia oncologica con aspettativa di vita inferiore a 12 mesi, demenza grave, insufficienza cardiaca di classe NYHA IV, malattia degenerativa allo stadio finale».

Come in guerra
Essere curati o meno, sarà prerogativa dei medici. O piuttosto dal numero di letti ospedalieri. A lunedì scorso, ultimo dato disponibile, in Svizzera c’erano 22 mila 301 posti letto, di cui 6 mila e 353 ancora liberi. Con 586 pazienti ricoverati per Covid-19, di cui 97 in terapia intensiva e 29 intubati. Ma la progressione del virus è veloce. Le decisioni che potrebbero prendere a breve i medici svizzeri, sono le stesse con cui si sono confrontati a marzo i medici di Bergamo, travolti dalla prima ondata di pandemia. Tredici di loro avevano scritto una lettera al New England Journal of Medicine che aveva fatto il giro del mondo: «I pazienti più anziani non vengono rianimati e muoiono in solitudine senza neanche il conforto di appropriate cure palliative».

In Svizzera, lo stesso problema diventa criterio medico. Con una premessa scritta dagli stessi accademici e rianimatori: «Le decisioni vanno prese nell’ottica di contenere il più possibile il numero di malati gravi e morti». Eppure, anche nella pragmatica Svizzera, la cosa ha destato molta impressione, ammette Franco Denti, il presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino: «Quando è uscita questa direttiva siamo saltati sulla sedia. Decidere chi rianimare e chi no è pesante, pesantissimo per qualsiasi medico. Ma questo documento, che è pubblico, è a garanzia dei medici e degli stessi pazienti che potrebbero non aver voglia di essere sottoposti a ulteriori cure».

Nel comunicato di presentazione del protocollo, gli accademici parlano della necessità di «prendere decisioni di razionamento». Un termine militare che riporta alla medicina di guerra. Inevitabile secondo il presidente dei medici del Ticino: «Ogni decisione spetta ai comitati etici degli ospedali. Non mi risulta che sia già successo, ma siamo molto preoccupati».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:40 am

Ribellarsi con la disobbedienza civile e fiscale, certo ma senza devastare, incendiare, saccheggiare le proprietà private e pubbliche e senza diffondere demenzialmente e criminalmente il contagio.


La rivolta non si ferma: molotov a Milano e scontri a Torino e Napoli, Conte deve dimettersi
26 ottobre 2020

https://voxnews.info/2020/10/26/la-rivo ... imettersi/

Non si fermano le proteste nelle città dopo l’entrata in vigore delle nuove misure imposte dal Dpcm per far fronte all’emergenza sanitaria. Nel capoluogo piemontese un fotoreporter è rimasto ferito.

Vetrine infrante nella centralissima via Roma, a Torino, dove prosegue la protesta violenta contro le ultime disposizioni in materia di Coronavirus. I manifestanti hanno sfogato la loro furia contro i cestini dell’immondizia, tutti a terra, e le vetrine di alcuni negozi della via dello shopping. Danni anche alle transenne di un cantiere edile, che sono state buttate a terra.

Dehors danneggiati, le transenne usate per il Giro d’Italia di ciclismo lanciate nella scale della metropolitana, cassonetti rovesciati: si presenta così, a Milano, corso Buenos Aires a pochi minuti dall’inizio di un corteo non autorizzato per protestare contro le misure anti-covid. Una molotov è stata lanciata verso un’auto della polizia locale che fortunatamente non è stata centrata.

Un fitto lancio di pietre, bottiglie e grossi petardi e’ stato attuato questa sera, dalle persone che stanno prendendo parte a una manifestazione contro le disposizioni anti-covid a Milano, verso la sede della Regione Lombardia in via Melchiorre Gioia. I manifestanti, alcuni anche con catene nelle mani, si sono spostati prima da Corso Buenos Aires al Pirelli, in via Fabio Filzi, e poi davanti alla sede della Regione.

Tutto questo è responsabilità di un governo incapace di minoranza che ha passato mesi a disquisire di banchi a rotelle invece di preparare il Paese alla seconda ondata.

In tutta Italia, da nord a sud, si sono svolte manifestazioni di protesta contro il Dpcm che impone le nuove chiusure per limitare il contagio da Covid. A Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla Prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie, a Catania hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi.

Conte deve dimettersi e lasciare il posto ad un governo di salvezza nazionale senza Pd e M5s. Mattarella prenda atto che il Paese è sull’orlo del caos o la folla arriverà al Quirinale.

Volevate una rivoluzione colorata in Bielorussia, avrete una rivoluzione sovranista in Italia.



Sull'orlo del caos
Alessandro Sallusti - Dom, 25/10/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 98641.html

Ancora scontri a Napoli, sale l'allerta per la violenza nei pronto soccorso

Quando in una emergenza, esattamente come in una guerra, si procede in ordine sparso, quando manca la voce unica del comandante in capo e l'incertezza prevale è il momento nel quale arriva il caos.

E, purtroppo, quel momento sta arrivando, per ora ha preso forma nelle rivolte di strada a Napoli, ma nessuno può escludere che la protesta sfoci in violenza anche altrove, pilotata o no che sia dalla criminalità o da frange estremiste della politica. E, come la storia insegna, più dura sarà la repressione più salirà lo scontro, perché chi cerca il caos non teme le conseguenze del caos.

Ora bisogna impedire che la rabbia organizzata si saldi con quella spontanea della gente che si sente abbandonata dallo Stato, vuoi dal punto di vista economico, vuoi per le estenuanti lentezze del sistema sanitario, sistema al momento ancora efficiente se sei malato grave, ma assente nell'assistere materialmente e psicologicamente i tanti «lievemente positivi» e le loro famiglie. L'abbandono genera frustrazione, la frustrazione genera rabbia, la rabbia fa perdere il lume della ragione al punto che non pochi cittadini in queste ore non esprimono una netta condanna nei confronti dei rivoltosi di Napoli.

A questo punto non basta riportare ordine nelle strade schierando la polizia, va riportato prima nei palazzi della politica, negli ospedali e negli ambulatori. La domanda è: questo governo è in grado di farlo, chiuso nel suo dorato isolamento politico e sociale? Io temo di no, se non è stato capace di farlo in otto mesi non si capisce come potrebbe farlo nelle prossime otto settimane. Lo abbiamo detto tante volte: il virus non è colpa di Conte e nessuno ha la bacchetta magica. Ma oggi inefficienze e ritardi non sono più accettabili, o meglio non sono più accettati dagli italiani che stanno dando importanti segnali in tal senso.

La politica dell'annuncio, del rinvio, delle conferenze serali in diretta tv e degli accordi «salvo intese» ha esaurito la sua forza magnetica sull'opinione pubblica. Gli inviti a modelli di comportamento lasciano il tempo che trovano. Serve un comandante che dia ordini chiari, precisi e, se serve, pure dolorosi, ma purtroppo non lo abbiamo. Non ci salveremo chiudendo i ristoranti, bisogna aprire un nuovo ciclo.








Rigoli: «Test Covid "fai da te" arriverà fra 15-20 giorni. Ci cambierà la vita»
27 ottobre 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/oltr ... -1.8310536

Test covid «fai da te» tra 15-20 giorni. Lo ha annunciato al Gazzettino il dottor Roberto Rigoli, direttore dell'unità di microbiologia e virologia di Treviso, diventato il braccio sanitario di Zaia nell'ambito dell'identificazione del virus dopo una serie di scontri di vedute con il virologo Andrea Crisanti. Divergenze di natura scientifica che Crisanti ha avuto anche con lo stesso Rigoli sulla potenza del virus durante l'estate.

Per Rigoli si tratta di un test che «cambierà la vita degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini». Si potrà, spiega il medico, sapere rapidamente se si è positivi o meno al Covid-19 direttamente a casa propria, con la stessa facilità di un test di gravidanza e a un costo contenuto. Test che si potranno acquistare in farmacia per circa 2-3 euro.

Una evoluzione nella diagnostica del virus che darebbe una grossa mano al sistema sanitario veneto già impegnato con circa 30mila test (tra tamponi molecolari e rapidi) al giorno. Ma che, in previsione di una crescita dei contagi, potrebbe non bastare: ecco quindi che l'autotest sarebbe un aiuto notevole anche per il contenimento del virus.

A inizio mese lo stesso Rigoli aveva presentato, durante la conferenza stampa di Zaia, il nuovo "baby test" meno invasivo del tampone classico e già in quella occasione aveva annunciato i grossi passi avanti fatti dalla tecnologia in tema di tamponi salivari. Qualche giorno più tardi quella posizione era però stata fortemente criticata dal virologo Crisanti che aveva definito l'idea dei tamponi fai da te «una buffonata».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:41 am

Il video di Luca Zaia contro i negazionisti del coronavirus
martedì 10 Novembre 2020

https://www.ilpost.it/2020/11/10/zaia-n ... ronavirus/

In una conferenza stampa ha usato toni molto duri con chi sottovaluta la gravità della situazione: ancor più notevoli se confrontati con quelli degli altri leghisti

Lunedì in tarda mattinata il governatore del Veneto Luca Zaia, della Lega, ha parlato in conferenza stampa dei contagi da coronavirus nella sua regione, usando toni piuttosto duri nei confronti di chi nega la gravità della situazione negli ospedali e di chi non adotta le misure di sicurezza necessarie per prevenire il contagio. Nel video, diffuso sui suoi canali social ufficiali, Zaia fa riferimento ad alcune foto circolate online che mostrano «piazze strapiene dove comunque si vive come se non ci fosse un domani», per usare le sue parole. Zaia se l’è presa con quella che considera una parte minoritaria dei veneti, specificando che la stragrande maggioranza è «gente per bene che sta utilizzando le mascherine», e che «per colpa di pochi tutti rischiamo di rimetterci».

Le dichiarazioni di Zaia sono notevoli soprattutto se confrontate con i toni usati dal leader della Lega Matteo Salvini e da altri esponenti leghisti, che da tempo cercano di minimizzare gli effetti del COVID-19 e di spostare l’attenzione su altro, dalle conseguenze del lockdown sull’economia all’immigrazione, spesso diffondendo notizie false o fuorvianti.

Il Veneto rientra nella cosiddetta “area gialla”, cioè la zona dove la situazione epidemiologica è considerata meno grave, nonostante i 53.162 positivi al coronavirus e i 195 ricoverati in terapia intensiva, al 9 novembre. Nella giornata di lunedì sono stati registrati 2.223 casi positivi, mentre nell’arco della scorsa settimana sono stati registrati oltre 17mila nuovi casi.




Metodo cinese. Filippo Santelli, positivo a Nanchino, da 26 giorni in una stanzetta (di L. Varlese)
13 novembre 2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/met ... 4?ref=fbpr

“Sono al 26° giorno di isolamento, comincio ad essere stanco”. Raggiungiamo Filippo Santelli, corrispondente in Cina per Repubblica, via Skype. Ci risponde dalla stanza di un ospedale a Nanchino, capoluogo della provincia di Jiangsu, nella Cina Orientale, dove è “letteralmente” chiuso da ormai 26 giorni perché ai controlli che fanno ai viaggiatori in ingresso nel Paese, è risultato positivo al Coronavirus. Qui vige, come ci racconta, un sistema di monitoraggio e di contenimento dell’epidemia molto rigoroso: una catena di montaggio che dall’aeroporto l’ha condotto in un hotel e da lì, “in ambulanza e di notte” nella struttura sanitaria creata ex-novo dalle autorità cinesi per accogliere i positivi.

“Per tutti passeggeri che arrivano in Cina sono previste due settimane di quarantena che si fanno in un hotel, una struttura designata dalle autorità dove ti chiudono e stai per due settimane”, ci racconta. “Lì ti sottopongono a due tamponi: al secondo sono risultato positivo, per questo hanno immediatamente allertato il Centro per il Controllo delle Malattie locale della città di Nanchino e mi hanno traghettato qui”.

Filippo non nasconde il disorientamento e la sofferenza dei primi giorni.

“Mi hanno messo in isolamento in una stanzetta gelida, mi hanno chiuso la porta alle spalle e da questa struttura non esco fin quando non risulterò negativo. Il primo giorno che mi sono trovato qui dentro ho avuto un momento di profondo sconforto: ho pianto. Mi sentivo perso e lontanissimo da qualsiasi forma di conforto delle persone a me care. Qui sono isolato in una struttura, in una stanza da cui non posso uscire e in cui non può entrare nessuno, in un Paese in cui i miei amici e parenti non possono venire.

Non deve esser facile. Anche perché da quel che possiamo vedere anche seguendo il tuo reportage quotidiano su Instagram, la stanza non sembra accogliente.

La progettazione della struttura non aiuta: hanno puntato sulla rapidità della costruzione, realizzata in 12 giorni e non sugli ambienti. La mia stanza è 3 metri per 5, senza luce naturale, vedo solo neon e led da 26 gg. La mattina mi sveglio, è buio, ma potrebbe essere anche mezzogiorno, accendo la lampadina diventa giorno; spengo la lampadina, è notte. I primi giorni mi hanno testato molto, mi hanno fatto tamponi per 4 gg di fila ed esami del sangue. Da quel momento in poi mi hanno lasciato un po’ più da solo e ho cercato di darmi delle regole, una routine: cammino un’ora al giorno, sono 8 passi da un angolo all’altro della stanza, poi faccio una doccia e per fortuna ho internet: lavoro e racconto tutto su La Repubblica e su Instagram.

Come comunichi con il personale infermieristico?

Loro non parlano inglese, io parlo un po’ di mandarino. Per fortuna esiste una app che si chiama Wechat che ha una funzione di traduzione simultanea. Di base mi portano i pasti tre volte al giorno e ho 40 secondi alla mattina per “spiare” la luce naturale: quando entrano per le pulizie mi appoggio allo stipite della porta di ingresso, mi lasciano guardare fuori, prima di richiudermi di nuovo dentro dove non vedo altro che il grigio e bianco delle pareti, la plastica e l’alluminio.

Un approccio davvero duro quello cinese.

Sì, improntato alla massima cautela. Lo vedi anche dal fatto che io sono un caso asintomatico o paucisintomatico, non ho mai avuto una linea di febbre, solo piccoli dolori muscolari alle gambe un giorno e ho perso olfatto e gusto. Io sarei un caso che in Italia trascorrerebbe la sua degenza a casa aspettando di negativizzarsi. Qui invece ti isolano anche se sei asintomatico. E’ un sistema improntato alla massima prudenza: hanno contenuto il virus anche grazie a questo approccio draconiano e adesso non vogliono che gli ritorni in casa il virus portato dalle persone che arrivano dall’estero. Questo comporta una grossa limitazione dei viaggi in ingresso, innanzitutto. E poi tutte le persone che sbarcano in Cina entrano in questa procedura sanitaria che ti porta o alle due settimane in hotel se sei negativo o a una quarantena di lunghezza indefinita in una struttura sanitaria, come questa, se sei positivo.

Molto distante dal sistema italiano, ad esempio.

In Italia i passeggeri che sbarcano sono obbligati alla quarantena, ma si tratta di una quarantena fiduciaria, nessuno ti chiama per accertarsi che tu la faccia effettivamente. I tamponi a chi entra? A me ad esempio, quando sono tornato in Italia, non l’hanno fatto. Credo lo facciano solo ai viaggiatori che tornano da Paesi considerati ad alto rischio. D’altra parte la Cina non è ad alto rischio perché non ha casi.

Sarebbe possibile un “metodo cinese” da noi?

Questa è una domanda a cui non sono in grado di rispondere. Posso dire però che la Cina non è il solo Paese a prevedere dei luoghi di quarantena per le persone che entrano: lo fa anche la Corea del Sud, ad esempio. Ho visto in Asia diverse sfumature di limitazione delle libertà personali: la Cina rappresenta l’estremo più duro. Qui le persone, allo scoppio delle epidemia, sono state letteralmente prese dalle loro case e messe in isolamento. Gli altri hanno utilizzato delle misure intermedie: per esempio il braccialetto elettronico a Hong Kong. L’estremo più leggero è la quarantena fiduciaria: presuppone, però, un maggiore spirito civico di adesione alle regole da parte delle persone e una soglia di tolleranza del rischio più alta da parte della società nel suo insieme. E la Cina non vuole rischiare che qualcuno esca fuori e riporti il virus nella società.

Torniamo al tuo isolamento. Ha un costo?

La quarantena in hotel è a pagamento sia per i cinesi che per gli stranieri. In ospedale i cinesi non pagano: il governo ha detto dall’inizio che tutte le cure per il coronavirus sarebbero state gratuite per i cinesi. Questo perché hanno un enorme problema di copertura assicurativa. I cittadini cinesi hanno un’assicurazione che non copre quasi nulla e molto spesso finiscono in bancarotta quando devono curarsi. Per evitare che nascondessero di essere contagiati dal virus per non andare in ospedale, il governo ha adottato la soluzione delle cure gratuite. Gli stranieri pagano, non so quanto di preciso. Molto dipende anche dalle cure e dai farmaci. Io personalmente ho lasciato una caparra di 600 euro circa al mio ingresso. Mi ha detto un’infermiera che una persona che è rimasta all’interno della struttura 30 gg ha pagato circa 1600 euro.

Che tipo di farmaci ti hanno somministrato?

Io sono asintomatico, mi hanno proposto una serie di terapie: un antivirale, farmaco di produzione russa che usano fin dall’inizio la cui efficacia non è stato dimostrata; interferone, aerosol di una proteina che dovrebbe impedire al virus di replicarsi; medicina cinese, che loro usano e io ho rifiutato.

Nei tuoi racconti, hai parlato anche dei vaccini cinesi...

Ci è capitato di leggere che la Cina è in vantaggio nella corsa al vaccino: fra le decine di vaccini autorizzati alla fase 3 della sperimentazione, quattro sono cinesi. Sono scettico per due motivi: innanzitutto per la storia dell’industria farmaceutica in Cina, che racconta di una non grande eccellenza nella ricerca e parecchi scandali di corruzione e addirittura di vaccini nocivi. Gli stessi cinesi si fidano poco o nulla dei vaccini prodotti in Cina. Il secondo motivo è politico: la voglia del regime cinese di arrivare al vaccino prima degli altri sarebbe una vittoria mostruosa, per poter cancellare e ricostruirsi la reputazione e dare il vaccino a tutti gli amici. Quando la Cina ha una priorità politica, le cose vengono spinte avanti in maniera molto rapida a dispetto delle regole della sperimentazione e qualche volta anche dell’evidenza scientifica. Quindi il fatto che 4 vaccini siano arrivati alla fase 4, mi dice poco sull’efficacia e sulla qualità. In tutto questo però la Cina sta inoculando il vaccino a tantissimi cittadini, a discapito dell’evidenza dell’efficacia e della sicurezza.

Sei al 26° giorno di isolamento e il tuo tampone è ancora positivo...

Ricevo ogni due giorni un test dell’espettorato che considerano la base da cui partire: quando quello sarà negativo, mi faranno il tampone e dovrò avere due tamponi negativi per uscire. Nel frattempo la tecnologia mi aiuta tanto. Ho provato a trasformare questa esperienza in un racconto personale e giornalistico: è quello che faccio nella vita, d’altronde. La quantità di affetto che ricevo, anche da parte di persone che non conosco, mi sorprende e mi conforta.


Si muore non solo di Covid, ma anche di un "sistema" basato sul terrore
Davide Rossi
11 novembre 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... l-terrore/

Ieri è morto il padre di mio cognato. Un uomo di 71 anni, malato di Parkinson. La moglie era in ospedale e lui solo a casa e positivo al coronavirus. Prima è stato terrorizzato da questa diagnosi e poi abbandonato, letteralmente. Viveva in una zona rossa e nessuno, neppure i figli, si sono azzardati ad avvicinarlo per aiutarlo perché hanno creato questo clima per cui chi risulta positivo non può essere neppure guardato da lontano, è un appestato. I sintomi erano quelli di una influenza ma questi, e molto di più la situazione di isolamento e abbandono, gli hanno fatto perdere il suo fragile equilibrio. Rifiutava di mangiare e bere, non assumeva o assumeva a casaccio i farmaci che doveva prendere per contenere il Parkinson e perdeva lucidità ogni giorno. Dopo quasi 10 giorni in questo stato, la moglie è tornata a casa e lo ha trovato in condizioni pietose: incontinente, disidratato e sconnesso. Così in quelle condizioni la febbre ha trovato terreno fertile per salire. La moglie ha interpellato il medico e questi, al telefono e guardandosi bene dall’andare a visitarlo, ha sentenziato che la febbre doveva assolutamente essere tenuta bassa perché se no, con il Parkinson avrebbe perso del tutto il senno. E così ha ordinato alla moglie di somministrargli Tachipirina tutte le volte che la temperatura avesse superato i 37 gradi. Siccome la febbre tendeva a salire, quest’uomo è arrivato a prendere Tachipirina ogni due ore. Dato che questo era troppo anche per il medico, ha suggerito di alternare, ogni due ore, il Brufen alla Tachipirina. Dopo qualche giorno con questa cura da cavallo, questo poveruomo ieri mattina aveva una temperatura che arrivava a stento a 35 gradi, dopo di che è crollato a terra ed è morto. Il suo cuore, già indebolito dal Parkinson, non ha retto.

Ora, ufficialmente questa persona è morta per Covid. Ma quest’uomo è morto per il virus o per il sistema che è stato creato attorno a questo virus? Se non ci fossero il terrorismo estremo e tutte le misure restrittive, i figli, o qualcun altro per loro, sarebbero andati, nei giorni in cui il padre era solo, a dargli da mangiare e bere e a somministrargli i farmaci che gli erano necessari per tenere a bada il Parkinson. In condizioni normali, un medico normale sarebbe andato a visitarlo e a rincuorarlo a casa, oppure lo potevi portare da qualche specialista. Invece, è stato trattato da appestato: andarlo a trovare significava violare qualche dannato Dpcm, quarantena e ciao al lavoro e a tutto il resto. Molti medici di famiglia si sono scordati il giuramento di Ippocrate (se mai l’hanno fatto) e più distante stai, meglio è.

Chiaro che qui il coronavirus non c’entra niente. Quest’uomo, anche avesse preso una banalissima influenza, se fosse stato impaurito, abbandonato e mal curato in questo modo, sarebbe comunque morto. Però per le statistiche, per i vicini di casa e per chi lo conosceva è l’ennesima vittima di questa folle pandemia. Un altro numero che andrà ad avvalorare le tesi distopiche e allucinanti degli Arcuri, degli Zingaretti e dei Galli per cui i focolai si annidano dentro casa ed è li che la polizia deve sgominarli. C’è uno spiegamento di forze sanitarie incredibile per scovare e fare i tamponi a gente perfettamente sana e poi manca il personale per curare chi ne ha davvero bisogno. Nel frattempo, Ricciardi, consulente Ministero della salute e rappresentante dell’Italia nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, annuncia che arriverà una nuova pandemia ben più pericolosa di questa e che ci cambierà davvero la vita. Benvenuti all’inferno…
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:41 am

Ex minimizzatori

Joe Formaggio e la lotta al virus: «Avevo minimizzato. Ora dico: non è solo influenza»
Il consigliere regionale adesso è guarito
17 novembre 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8343463

«Come sto? Adesso bene, oggi ho ripreso il lavoro, ma mi sento ancora parecchio affaticato». Joe Formaggio, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, di solito è un condensato di energia. Ma il Covid ha messo al tappeto pure lui e anche ora, dopo che il tampone ha certificato che il virus non c’è più, la stanchezza rimane.

Eppure tra i politici della sua metà campo più di qualcuno, nei mesi scorsi, tendeva a minimizzare il Covid e i suoi effetti. «Anche io in passato a volte mi sono ritrovato a dire “è solo un’influenza”, anche io sono stato tra quelli che minimizzavano», risponde con sincerità Formaggio. Ma adesso, dopo aver vissuto tutto in prima persona, la prospettiva è cambiata: «Se ha buttato a terra un marcantonio come me, il rischio per chi è più fragile o per chi ha qualche altra patologia, è reale. E se in tanti si ammalano in modo grave gli ospedali non reggono più».

«Il 2 novembre sono andato a Noventa a farmi un tampone: dalla sera precedente mi sentivo un po’ strano, indolenzito. Avevo fatto in Regione un tampone la settimana prima». Prima il test rapido, poi come da prassi è arrivato il tampone molecolare per la conferma. Positivo. «Il mio pensiero è stato per la mia compagna e i miei tre figli». Da quel momento lui si è chiuso in camera. «È pesante da un punto di visto psicologico, ma ancora più pesante dev’esserlo per chi vive da solo. A me il pensiero di avere la mia famiglia nell’altra stanza rincuorava».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:41 am

Covid, la Svezia anti-lockdown ammette: «Immunità di gregge fallita, siamo in piena pandemia»
Michele Galvani
29 novembre 2020

https://www.ilmessaggero.it/mondo/immun ... 15266.html

La Svezia per la prima volta ha ammesso di «non vedere segni di immunità di gregge» che rallenti la diffusione del Covid-19. Anzi, c'è un aumento del numero di nuove infezioni. Tanto che il paese nordico è in piena «nuova ondata della pandemia». Gli svedesi avevano attirato l'attenzione globale perché la scorsa primavera avevano evitato il lockdown. Anders Tegnell, il capo scientifico e artefice della strategia svedese senza blocchi, aveva precedentemente affermato che il loro Paese sarebbe andato «meglio di altri nella seconda ondata dopo aver creato un'immunità di gregge». «Vediamo una diffusione del virus in molte regioni del nostro Paese contemporaneamente in questo momento», ha rettificato Tegnell, secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters.
Previsioni errate

«In autunno ci sarà una seconda ondata», aveva dichiarato a maggio il capo epidemiologo, al Financial Times. «La Svezia avrà un alto livello di immunità e il numero di casi sarà probabilmente piuttosto basso». Gli ultimi dati, tuttavia, mostrano che la Svezia sta vivendo livelli più elevati di infezioni, ricoveri e decessi rispetto ai suoi vicini Paesi nordici, rispetto anche alle dimensioni della sua popolazione, secondo quanto riportato dallo stesso tabloid pochi giorni fa.

La Svezia ha registrato giovedì 4.658 nuovi casi di coronavirus, secondo i dati ufficiali riportati da Reuters, con nuovi casi giornalieri che sono aumentati nelle ultime settimane. I ricoveri ospedalieri per pazienti affetti da coronavirus sono quasi raddoppiati ogni settimana da ottobre a oggi. Adesso il picco della pandemia è atteso per metà dicembre: le autorità hanno invitato le persone a evitare ambienti interni affollati e, se possibile, tutti i contatti fisici diversi da quelli con le persone della propria famiglia. Nelle ultime settimane, il paese ha limitato il numero di persone ammesse alle riunioni pubbliche a 8, scendendo da 50, e ha vietato la vendita di alcolici nei ristoranti e nei bar dopo le 22. Tegnell (nella foto combo) ha detto agli svedesi che il governo potrebbe essere costretto a introdurre «restrizioni ai viaggi in tutto il paese subito prima di Natale», ha riportato la BBC in queste ore.

Giappone

Registrato il suo record di nuovi casi dall'inizio della pandemia: 2.688 contagi in un solo giorno. Lo ha annunciato il ministero della Salute nipponico, secondo quanto riportano i media internazionali. Picco anche dei ricoveri (440) nelle terapie intensive del Paese che da giorni ha annunciato di temere una terza ondata dell'epidemia. Dei nuovi casi, 561 sono stati segnalati a Tokyo che per il secondo giorno registra un record di contagi a quota 40.210.

Covid, la svolta dalla Spagna: via libera al primo test che distingue il virus dalla normale influenza
Repubblica Ceca

A partire da giovedì, 3 dicembre, il governo ceco consentirà la riapertura dei ristoranti e dei negozi non essenziali, chiusi dopo l'ondata di contagi delle scorse settimane. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Jan Blatny. L'esecutivo, ha riferito il ministro, ha deciso all'unanimità di passare dal livello di rischio 4 al livello di rischio 3, dopo aver verificato il miglioramento della situazione sanitaria. Negozi e ristoranti potranno così riaprire, pur limitando il numero di clienti, mentre verrà revocato il coprifuoco notturno e alcune attività sportive saranno nuovamente consentite. Dall'inizio della pandemia sono stati accertati nel Paese oltre 518mila casi di contagio, con oltre 8mila morti.

Covid, in Svezia nuovo record di contagi: nel Paese senza lockdown il tasso di decessi più alto del Nord Europa
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:43 am

Sull'idrossiclorochina
23 ottobre 2020

https://www.facebook.com/salviniofficia ... 6249533155


Caro prof. Burioni,

mi chiamo Luigi Cavanna e faccio il medico, il mio curriculum (scrivo la parola per esteso) è su Google, tutti lo possono vedere. Ho visitato a casa con le cure precoci, facendo ecografia del torace, tamponi, esami ematici, lasciando farmaci basati su idrossiclorochina, secondo linee guida aziendali e regionali, lasciando il saturimetro e poi in controllo in remoto, con questo modello curati personalmente a casa oltre 300 malati Covid, dei quali il 30% con forma severe e un altro 30% con forme moderate. Nessun decesso a 30 e a 60 giorni, ricoverati meno del 5%. Per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche, pienamente d’accordo, è sufficiente andare su PubMed e digitare Cavanna L, sono autore di oltre 250 lavori. Venendo al Covid, nel 2020 sono autore di 4 pubblicazioni: tre di tipo organizzativo, una di tipo clinico di piccola casistica di malati con cancro e Covid in cui la cura “idrossiclorochina-based” è efficace. È in corso di stampa un altro lavoro sempre su malati Covid e tumore di una casistica più ampia con dimostrazione di efficacia di idrossiclorochina. Infine stiamo scrivendo il lavoro del primo mese di trattamento domiciliare, ma tenga conto che faccio il medico pratico ed ogni giorno visito decine di pazienti ed organizzo il lavoro di tanti altri colleghi, quindi il tempo per scrivere è nel fine settimana. Ma siccome mi piace la ricerca ci stiamo riuscendo.
IInfine voglio ricordare che i report sull’efficacia di idrossiclorochina si stanno moltiplicando; oltre 8 mila pazienti dal Belgio, oltre 3 mila e 400 dal nostro Paese: riduzione di mortalità di oltre il 30%. Questi sono uomini e donne, non sono esperimenti in vitro.
Voglio però ricordare a tutti coloro che potranno leggere ciò che sto scrivendo, ciòche dice il prof. Antonio Cassone, già direttore di malattie infettive dell’Istituto superiore: gli editori di riviste importanti sono riluttanti a pubblicare ricerche a favore di idrossiclorochina, mentre pubblicano rapidamente report anche di scarso rilievo se sono contro idrossiclorochina!!!!
Se questo è vero si spiega perché la gente stia perdendo fiducia nella scienza! Personalmente non mi interessa più di tanto l’idrossiclorochina, ma ho visto persone “rinascere” dopo la sua assunzione, e per questo non mi posso allineare con la cultura dominante che la vuole affossare. Come sempre sarà il tempo il miglior giudice, intanto una riflessione finale: l’OMS ha vietato idrossiclorochina sulla base di uno studio considerato non veritiero e poi RITIRATO, così i Paesi occidentali sono nelle condizioni che conosciamo, ma la Cina ha inserito la clorochina nelle sue linee guida; perché non si parla più della Cina? Perché il Pil della Cina sta volando, c’è materia di meditazione. L’idrossiclorochina ha due grandi difetti: costa molto poco, con 4-6 euro si curano 2 persone, e poi piace a Trump, ma i medici devono adoperarsi per il bene dei malati, senza mode e senza salire su effimeri carri dei vincitori di turno. Appena esce su PubMed la nostra ricerca già accettata, sarà mia premura diffonderla, così come vi informerò appena spediremo il prossimo lavoro.
Buona serata
Luigi Cavanna


Covid, Consiglio di Stato: sì cura con l'idrossiclorochina
Accolto il ricorso di alcuni medici di base: sospesa la nota dellʼAifa
11 dicembre 2020

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca ... 002a.shtml

Le istanze dei medici sull'idrossiclorochina erano state piu' volte portate dall'assessore Icardi all'attenzione della Commissione Salute, con l'audizione dei vertici dell'Aifa per fare chiarezza sull'utilizzo del farmaco. Icardi aveva portato ad esempio l'esperienza del distretto Acqui Ovada, dell'Asl di Alessandria, che dal 18 marzo al 30 aprile aveva preso in carico e seguito a casa, precocemente, attraverso il protocollo "Covi a casa" della dottoressa Paola Varese che prevedeva l'utilizzo dell'idrossiclorochina, 340 pazienti, con una drastica riduzione dei ricoveri, in controtendenza con i dati della stessa provincia, tra le piu' colpite del Piemonte.

Su 340 pazienti, infatti, si sono avuti 22 ricoveri e 9 decessi, numeri dolorosi, ma nettamente inferiori agli attesi in base ai dati epidemiologici. I dati piemontesi sono stati peraltro confrontati con esperienze di altri medici di Lombardia, Emilia Romagna e Friuli, con una straordinaria concordanza di risultati. "La perdurante incertezza circa l'efficacia terapeutica dell'idrossiclorochina, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell'ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati - si legge ora nella sentenza del Consiglio di Stato - non e' ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l'irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti. La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunita' scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia, deve essere dunque rimessa all'autonomia decisionale e alla responsabilita' del singolo medico in scienza e coscienza".


Riccardo Szumski
VITTORIAAAAAA.....GRAZIE ERICH....onorato di essere uno dei ricorrenti....alla faccia dei grandi scienziati anche in Veneto qualcuno dovrebbe scusarsi....


Coronavirus e l'idrossiclorochina, Trump: assumo una pastiglia al giorno
Giuseppe Sarcina e Redazione Esteri
19 maggio 2020

https://www.corriere.it/esteri/20_maggi ... 2ab9.shtml

L’ultima uscita-provocazione di Trump sull’idrossiclorochina. Il presidente torna a promuovere il farmaco anti malaria in funzione anti Covid e lo fa proprio nella giornata di lunedì 18 in cui era appena arrivata la prima buona notizia concreta sul fronte dei vaccini. Moderna ha annunciato infatti che la prima fase ha dato risultati positivi e quindi, almeno per ora, tiene la tabella di marcia per arrivare al vaccino entro la fine dell’anno.

La clorochina e la «cura» del presidente

Ma l’attenzione del presidente Usa è tutta sul controverso farmaco anti-malarico, l’idrossiclorochina. «La prendo anche io da un paio di settimane. Prendo una pillola al giorno» come trattamento preventivo, ha annunciato in conferenza stampa, assicurando di essere negativo al Covid-19 e di essersi consultato con il medico della Casa Bianca. L’efficacia del farmaco, approvato negli Usa per la malaria, l’artrite reumatoide e il lupus ma non per il Covid, è stata messa in dubbio da numerosi esperti che anzi segnalano gravi effetti collaterali, soprattutto a livello cardiaco. Anche Anthony Fauci, l’ormai famoso immunologo italo americano membro della task force Usa contro il Covid-19, ha frenato sul suo impiego. «Sareste sorpresi dal numero di persone che la prendono», ha detto Trump ai cronisti. «I lavoratori in prima linea la prendono in molti...», ha insistito il presidente, che tempo fa aveva suggerito di valutare la possibilità di ingerire disinfettanti contro il coronavirus.

La stessa Food and Drug Administration (Fda), nell’ultimo bollettino di aprile, ha messo in guardia rispetto all’assunzione di idrossiclorochina al di fuori da una struttura ospedaliera per i rischi che comporta. «Io la prendo da circa una settimana e mezzo e sono ancora qui», ha rimarcato Trump. L’annuncio ha lasciato di stucco anche Neil Cavuto, noto anchorman di Fox News, l’emittente preferita del tycoon, che ha esortato gli ascoltatori a non seguire l’esempio del capo della Casa Bianca. «Se sei in una fascia di popolazione a rischio e la prendi come trattamento preventivo... ti ucciderà. Non posso sottolinearlo abbastanza - ha detto - ti ucciderà».

L’attacco all’Oms: «Ne usciremo per sempre»

Nel corso della stessa conferenza stampa, poi, Trump ha minacciato di sospendere per sempre il finanziamento americano all’Oms e di uscire dall’organizzazione sequesta non si impegnerà a «miglioramenti significativi» entro 30 giorni. Se questo non avviene, ha detto il presidente, «trasformerò la sospensione temporanea del finanziamento all’Oms in una misura permanente e riconsidererò la nostra partecipazione all’Organizzazione». Come Trump ha più volte sottolineato nelle scorse settimane, l’organizzazione ha sbagliato «ripetutamente» difendendo Pechino dalle accuse di scarsa trasparenza all’inizio della diffusione. «Gli errori reiterati da parte sua e della sua organizzazione - scrive Trump in una lettera al capo dell’Oms Tedros Adhenom Ghebreyesus - sono stati estremamente gravosi per il mondo»: secondo il presidente, «molte vite avrebbero potuto essere salvate» se il direttore «avesse seguito l’esempio» di uno dei suoi predecessori alla guida dell’Oms, la norvegese Harlem Brundtland, che nel 2003 riuscì a bloccare la diffusione della Sars, come sottolinea Trump. «Il solo modo perché l’Oms vada avanti è dimostrare la sua indipendenza dalla Cina».



Coronavirus in Veneto, arrivano i farmaci per i pazienti a casa
Michela Nicolussi Moro
28 marzo 2020

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... be6f.shtml

VENEZIA Parte dal Veneto la sperimentazione a casa dei pazienti di due tipi di farmaci per il contrasto al coronavirus Covid-19: da una parte la clorochina e l’idrossiclorochina, utilizzate per il trattamento della malaria e (l’idrossiclorochina) per l’artrite reumatoide, che l’Agenzia italiana del farmaco ha ordinato da Pakistan e India; dall’altra l’Avigan, antivirale autorizzato nel 2014 in Giappone per curare le infezioni da virus pandemico influenzale e somministrato anche ai malati di Ebola e Lassa. Le sperimentazioni cliniche in Cina in pazienti affetti da Covid-19 hanno dimostrato che l’Avigan riduce i sintomi della polmonite. Il ricorso a queste formulazioni per il trattamento dei soggetti colpiti da coronavirus è stato autorizzato da Aifa, che ha dato il via libera anche all’uso di Lopinavir e Ritonavir, terapie anti-Hiv, da usare sole, in combinazione tra loro o con clorochina e idrossiclorochina. Su richiesta del Veneto il nullaosta comprende l’utilizzo di antimalarici, Avigan e anti-Hiv non solo in ospedale ma anche, si legge in Gazzetta Ufficiale, «per il trattamento in regime domiciliare dei pazienti affetti da Covid 19. «Questi farmaci — recita il documento — dovranno essere dispensati dalle farmacie ospedaliere ed è fatto obbligo alla struttura prescrittrice di trasmettere tempestivamente all’Aifa i dati relativi ai pazienti trattati».

La somministrazione a domicilio

I medicinali descritti sono stati sperimentati con risultati importanti dalla dottoressa Annamaria Cattelan, primario delle Malattie Infettive all’ospedale di Padova, centro di riferimento regionale per l’emergenza, quindi la Regione ha deciso di somministrarli a domicilio ai pazienti nella fase iniziale della malattia, per evitare che degeneri in polmonite. Ieri il Comitato tecnico scientifico del Veneto si è riunito per definire il protocollo che nelle prossime ore sarà trasmesso alle Usl «per il trattamento precoce e in regime domiciliare dei soggetti con i primi sintomi dell’infezione». La prescrizione sarà redatta da pneumologi e infettivologi e le terapie verranno somministrate dagli infermieri dell’assistenza domiciliare integrata o dai giovani medici delle nuove «Usca», le Unità speciali di continuità assistenziale attivate dal governo per supportare i medici di famiglia nella gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Azienda Zero ha già lanciato il bando per reclutare neolaureati e specializzandi da inserire, a gruppi di tre (e pagare con 40 euro lordi l’ora), in ogni Usca. Le Usl dovranno attivarne una ogni 50mila abitanti, per un totale di un centinaio: avranno sede negli ambulatori delle Guardie mediche e funzioneranno dal lunedì al venerdì, con orario 8-20.

La sperimentazione

Un centinaio anche i pazienti da reclutare, a partire dalla prossima settimana, per la sperimentazione domiciliare, i cui dati saranno inviati agli infettivologi. Se dopo una settimana di terapia quotidiana per bocca non emergeranno effetti collaterali e la malattia sarà regredita, si proseguirà con questa modalità. Se invece il malato dovesse peggiorare, potrà essere ricoverato. «L’Agenzia lavora giorno e notte per supportare gli ospedali nell’emergenza e autorizzare le sperimentazioni sicure e ritenute efficaci in tempi molto rapidi — spiega Domenico Mantoan, presidente di Aifa —. L’azienda produttrice di Avigan, la Fujifilm, si è impegnata a garantire solo all’Italia la quantità necessaria alla sperimentazione, coordinata da un protocollo da noi appena redatto. Nel quale è specificato il profilo del paziente da trattare. La nuova frontiera è sperimentare farmaci che attacchino l’infezione quando è ancora all’inizio. Naturalmente in ospedale continuano i protocolli di cura per i pazienti che hanno invece sviluppato la polmonite da Covid-19. Inoltre — chiude Mantoan — Aifa sta lavorando per procurare alle Terapie intensive curaro e Propofol, anestetici, sia all’estero sia autorizzando l’aumento di produzione in Italia».

Il tasso di mortalità

«Il tasso di mortalità tra i nostri pazienti, a Padova, è basso — rivela la dottoressa Cattelan —. È presto per trarre conclusioni, ma forse utilizzare i farmaci precocemente può aver avuto un ruolo. Ci sono molecole in sperimentazione e altre ne arriveranno, speriamo ci diano delle buone risposte: in attesa dei vaccini dobbiamo comunque disporre di armi terapeutiche che consentano di bloccare il più possibile l’evoluzione della malattia». Nel frattempo la task force regionale si prepara alla fase più dura dell’infezione, che nel Veneto ha già colpito 7650 persone (440 in più rispetto a giovedì), uccidendone 342 (34 solo ieri). «Stiamo accelerando di meno, ma la diffusione del virus prosegue — spiega il governatore Luca Zaia —. Affrontiamo un weekend determinante in vista della prossima settimana, che ci preoccupa: sarà più impegnativa, ci avviciniamo al picco di contagi previsto per il 15 aprile». Sono 18.895 le persone in isolamento domiciliare e 337 i degenti in Terapia intensiva. Le sole note liete riguardano i 625 pazienti dimessi dall’ospedale e gli 84 nuovi nati.


Salvini: "Curare i malati con l'idrossiclorochina". Ma Burioni lo bacchetta
Matteo Salvini rilancia l'idrossiclorochina e Roberto Burioni lo bacchetta su Twitter.
23 ottobre 2020

https://www.unionesarda.it/articolo/new ... 74506.html

Il farmaco preferito dai sovranisti - da Trump a Bolsonaro - è anche nelle grazie del leader della Lega.

"Altra proposta concreta e costruttiva al governo: il rischio concreto è l’intasamento degli ospedali, per evitarlo l’Agenzia italiana del farmaco deve riattivare il protocollo di cura domiciliare con l’utilizzo di idrossiclorochina o antinfiammatori idonei sospeso il 26 maggio scorso. Si tratta di farmaci che possono agire efficacemente contro il Covid", aveva scritto Salvini sul suo profilo Facebook.

In realtà gli studi hanno dimostrato il contrario in merito all'idrossiclorochina, tanto che lo stesso Trump - che ne lodava le presunte doti terapeutiche - quando si è ammalato di Covid è stato curato con anticorpi monoclonali e remdesivir.

E Burioni non ha perso tempo per replicare al post del leghista: "Segnalo all'On. Salvini - ha scritto - che le evidenze scientifiche sono concordi nel dimostrare la non efficacia della idrossiclorochina nella cura di Covid-19 e che non esistono prove solide (nonostante studi internazionali su decine di migliaia di pazienti) riguardo all'efficacia del plasma (altro cavallo di battaglia dell'ex ministro, ndr)".

In un successivo post su Facebook il virologo ha aggiunto che non solo l'idrossiclorochina non è efficace, ma è addirittura "pericolosa". Il farmaco, ha spiegato, pareva efficace negli esperimenti di laboratorio (in vitro), che sono la premessa per gli studi clinici. "Purtroppo le sperimentazioni cliniche hanno dimostrato non solo che la idrossiclorochina non è efficace, ma che è addirittura pericolosa. Per cui allo stato delle conoscenze (che può sempre mutare) prescriverla sarebbe del tutto inaccettabile".



Bene per l'idrossiclorochina.
Disobbedisci tu io mi attengo alle regole prudenziali anticovid, caso mai bisognerebbe attuare una disobbedienza fiscale e non certo quella che proponi tu contro le misure per il contenimento del virus.

DOTTOR SZUMSKI: IO NON MI VACCINO, E ADESSO URGE DISOBBEDIRE
20 dic 2020

https://www.youtube.com/watch?v=svzgl4Om1f0
Promotore del ricorso al Consiglio di Stato del ricorso per ammettere l'idrossiclorochina per curare il Covid, ritiene un disastro la gestione della pandemia da parte del governo. Da febbraio visita e guarisce pazienti. Il Sindaco di Santa Lucia di Piave (Tv), inoltre, ammette: qui c'è qualcosa che va oltre la questione sanitaria, siamo di fronte ad un'emergenza libertà.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Covid-19

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite